CAPITOLO SETTIMO KARL MARX

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1 CAPITOLO SETTIMO KARL MARX SOMMARIO: 7.1 La vita Il materialismo storico La sostanziale iniquità del capitalismo Schemi di riproduzione del capitale L inevitabile crollo del capitalismo Il punto dolente della costruzione marxiana: il valore-lavoro Le conseguenze del marxismo. Karl Marx è l ultimo autore che s incontra prima di imbattersi nella teoria marginalista che con le sue curve e le sue elaborazioni matematiche risulta indubbiamente più familiare per uno studente di economia. Il pensiero marxiano è una costruzione sistematica talmente generale e complessa da trasbordare gli schemi dell economia per fornire pietre miliari alla filosofia ed alla sociologia. La sua opera, composta in parte insieme all amico Friedrich Engels ( ), appare più o meno condivisibile, tuttavia è dotata di un fascino innegabile che, non immotivatamente, suscitò un proselitismo molto diffuso fino a generare vere e proprie forme di fondamentalismo. Tutta la storia della Russia post-zarista non si sarebbe compiuta senza il substrato ideologico del pensiero marxista. Lo stesso può dirsi per la storia di tutti gli altri paesi comunisti e per eventi come la guerra fredda o la perestroika. Insomma Marx è un personaggio storico che ha influito notevolmente nel bene o nel male sulla costruzione del mondo attuale. Di solito, a causa dell articolazione interna delle discipline, quest autore viene studiato di volta in volta come filosofo, come sociologo o come economista. Anche nella presente trattazione saranno analizzati quasi esclusivamente i contributi della sua teoria alla scienza economica accennando agli altri aspetti del suo pensiero soltanto quando questi siano funzionali alla costruzione della teoria economica stessa, tuttavia corre l obbligo di avvisare il lettore più accorto della ricchezza del pensiero marxiano e degli inevitabili tagli dovuti al particolare ambito in cui si svolge il nostro discorso. 7.1 LA VITA Karl Marx nacque a Treviri, in Prussia, nel 1818 da una famiglia ebrea convertita al protestantesimo. Figlio di un avvocato, si laureò a Jena nel 1841 con una tesi su Democrito ed Epicuro. Due anni dopo sposò Jenny von Westphalen, figlia di un alto funzionario prussiano.

2 82 Capitolo Settimo I suoi interessi iniziali si rivolsero alla filosofia, partecipò alla sinistra hegeliana che gli trasmise una visione della realtà dinamica e dialettica. Divenuto giornalista, diresse nel 1842 e per un solo anno la rivista Rheinische Zeitung nella città di Colonia. Ritenuta sovversiva dalle autorità prussiane la rivista venne chiusa e Marx fu costretto a trasferirsi a Parigi dove avvenne lo straordinario incontro con l amico Engels, figlio di un facoltoso industriale cotoniero tedesco. I due intrapresero il loro sodalizio che li portò dapprima alla realizzazione di scritti filosofici e successivamente alla realizzazione de Il Capitale. Nel 1845 Marx venne allontanato anche da Parigi e si trasferì a Bruxelles dove la collaborazione con Engels lo portò alla stesura di ulteriori opere filosofiche. Nel 1848 i due amici e collaboratori composero il Manifesto del partito comunista, commissionato dalla Lega dei Comunisti. L opera di straordinaria densità letteraria contiene l ideale rivoluzionario mai abbandonato dal pensiero marxiano, espresso nel famoso passaggio: [ ] [I comunisti] dichiarano apertamente che i loro fini possono essere raggiunti soltanto col rovesciamento violento di tutto l ordine sociale finora esistente. Le classi dominanti tremino al pensiero di una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdere che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi, unitevi! [ ] Nel testo viene riproposta la tesi del materialismo storico, messa a punto nelle precedenti opere filosofiche, che verrà meglio descritta nel paragrafo successivo. Ancora nel 1848, Marx rientrò a Colonia per riprendere la direzione della rifondata rivista Rheinische Zeitung ma anche la Neue Rheinische Zeitung ebbe vita breve e, terminati i fermenti rivoluzionari del 1848, nel 1849 fu nuovamente chiusa e Marx fu costretto a riparare a Londra, dove visse fino alla morte avvenuta nel La vita londinese di Marx e della sua famiglia fu grama e funestata dal precoce decesso di quattro dei suoi sette figli ed infine della moglie nel Le entrate dei Marx derivarono dalla sporadica attività di giornalista del capofamiglia e soprattutto dagli aiuti finanziari dell amico Engels. Proprio a Londra Marx produsse la sua opera più famosa Il Capitale. Il testo è diviso in tre volumi di cui soltanto il primo fu pubblicato durante la vita del suo autore nel 1867, la pubblicazione del secondo e del terzo volume, curate da Engels, avvennero postume, rispettivamente nel 1885 e nel Per ovvi motivi questa è l opera di maggiore interesse ai fini di questa trattazione essendo prettamente di natura economica benché basata sulla visione filosofica nota come materialismo storico. È perlomeno singolare che nell anno di morte di Marx, il 1883, videro la luce due economisti di straordinaria grandezza: John Maynard Keynes e Joseph Schumpeter.

3 7.2 IL MATERIALISMO STORICO Karl Marx Fondamentale per comprendere il pensiero marxiano è conoscere la tesi del materialismo storico. Secondo questa visione «la storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotta di classe». Il divenire storico, ossia l evoluzione di forme di governo, leggi ed istituzioni non è altro che la diretta conseguenza delle trasformazioni economiche che avvengono nei sistemi di produzione. Marx definì forze della produzione tutti i sistemi di produzione comprensivi delle tecnologie e delle forme organizzative esistenti in un dato periodo, sinteticamente le forze di produzione comprendono: il lavoro, le risorse naturali, i mezzi, gli strumenti e le tecniche di produzione. Tali forze entrano in connessione e generano i rapporti di produzione che giuridicamente diventano rapporti di proprietà. Sulla base di tali rapporti si creano poi le leggi, le istituzioni e le forme di governo. L insieme delle forze di produzione forma la struttura della società mentre i rapporti di produzione, le leggi, le istituzioni, le forme di governo, le ideologie e le credenze costituiscono la sovrastruttura. La struttura influenza non soltanto l assetto istituzionale della società ma anche quello culturale, artistico, etico e perfino religioso. Marx non negò che la relazione tra struttura e sovrastruttura fosse complessa e mutevole piuttosto che deterministica, tuttavia lasciò chiaramente intendere che nell ambito di tale rapporto dialettico, la struttura era molto più autonoma e trascinava la sovrastruttura con maggiore frequenza e violenza di quanto non accadesse il contrario. La sovrastruttura è funzionale alla struttura e la protegge conferendo autorevolezza di legge a quelle che sono soltanto incidentali condizioni dell evoluzione economica di una certa società. Poiché la struttura è soggetta ad evoluzione, le sue trasformazioni, prima o poi, entrano in contrasto con le cristallizzate norme della sovrastruttura e pertanto si rende necessario il rovesciamento delle regole, ossia il dissolvimento delle istituzioni esistenti da ottenersi con un inevitabile rivoluzione. Questi episodi sono stati ricorrenti nella storia ed, infatti, in base alla dialettica (si noti la matrice hegeliana) tra struttura e sovrastruttura si è passati dal comunismo primitivo alla società schiavistica antica, al feudalesimo ed al capitalismo. Neanche il capitalismo rappresenta una soluzione stabile e, dopo una fase rivoluzionaria, si approderà necessariamente al socialismo ed infine al comunismo. Marx affermò la radicale ed insuperabile iniquità del capitalismo, per esso non intravide alcuna possibilità di sopravvivenza e la sua distruzione avrebbe prodotto la cancellazione della proprietà privata dei mezzi di produzione e la loro statalizzazione (esproprio proletario), nonché la modifica delle istituzioni statali attraverso l instaurazione della dittatura del proletariato. Per Marx la storia dell umanità doveva passare attraverso tappe imprescindibili e la Gran Bretagna rappresentava il paese più evoluto nel cammino del progresso, pertanto anche quello più vicino alla realizzazione del comunismo. Appare 83

4 84 Capitolo Settimo quindi paradossale che il comunismo si affermi invece proprio nelle economie più arretrate. 7.3 LA SOSTANZIALE INIQUITÀ DEL CAPITALISMO Marx produsse una critica corrosiva al capitalismo indicando come una sorta di peccato originale le insuperabili ingiustizie su cui è basato: l alienazione del lavoratore e lo sfruttamento del lavoro salariato. Il concetto di alienazione, di derivazione filosofica hegeliana, riferita al lavoratore individua i motivi per cui egli si sente spersonalizzato e quasi ridotto ad una merce nell ambito dell attività produttiva. Si rammenti che di alienazione del lavoratore aveva già fatto accenno Adam Smith. Sostanzialmente sono tre le cause dell alienazione del lavoratore: 1) egli non è proprietario dei mezzi di produzione; 2) non diviene proprietario del prodotto del suo lavoro; 3) nell ambito del processo di produzione non svolge alcuna attività decisionale. Il lavoratore pertanto non riceve alcuna gratificazione dal suo lavoro che non è mai esplicazione di un attività creativa personale ma soltanto il modo per guadagnarsi il salario. Il concetto di alienazione del lavoratore, espresso nella fase di lavoro in cui Marx si mantenne più vicino alla filosofia, evolse poi nel primo capitolo de Il Capitale in quello di feticismo delle merci. Riconoscendo la divisione del lavoro quale mezzo di sviluppo economico e ricchezza, l autore ritiene che nell ambito del sistema capitalistico il passaggio attraverso il mercato impedisce ai lavoratori di cogliere la fondamentale relazione di collaborazione che esiste tra produttori. In altri termini se nell epoca del baratto ogni lavoratore-produttore scambiava quanto realizzato dalla propria capacità produttiva ed, in un certo senso, il proprio tempo e la propria abilità con il tempo e l abilità del contraente; nel mercato capitalistico non si coglie il senso della collaborazione, sono le merci ad essere scambiate e lo stesso lavoratore, già spersonalizzato nell ambito del processo produttivo, è costretto a vendere il suo tempo come una merce in cambio di beni di sussistenza. E così l attività umana viene oscurata e diventa una merce tra le altre, le merci nel loro insieme diventano un feticcio. In aggiunta a ciò il capitalismo colpisce il lavoratore ancora più duramente a causa dello sfruttamento del lavoro che la sua organizzazione comporta. Marx distingue tra: lavoro ossia la capacità umana di dedicarsi ad un attività produttiva e forza lavoro ossia la merce che il lavoratore vende al proprietario dei

5 Karl Marx mezzi di produzione, rappresentata dalla sua capacità individuale di svolgere un lavoro. Poiché la forza lavoro è diventata una merce, in un sistema capitalistico essa non può che essere «pagata» o meglio retribuita al suo costo di produzione che corrisponde ai mezzi di sussistenza necessari per il lavoratore e la sua famiglia (salario di sussistenza). La produzione di tali mezzi, però, si realizza in una quota parte della giornata lavorativa in cui il lavoratore svolge la sua attività, in tal modo la stessa giornata lavorativa può essere divisa in una sessione, detta lavoro necessario, corrispondente al lavoro svolto per produrre i mezzi di sussistenza e in una seconda sessione, detta pluslavoro, esclusivamente destinata a produrre il profitto del capitalista. Nel sistema capitalistico, anche rispettando il principio di retribuire ciascuna merce secondo il suo costo di produzione (compresa la merce forza lavoro), è sempre insito una relazione di sfruttamento agito dai proprietari dei mezzi di produzione (capitalisti) nei confronti dei lavoratori (proletari). Il saggio di sfruttamento dei lavoratori s è pari al rapporto tra il pluslavoro ed il lavoro necessario che viene retribuito. Se il prodotto nazionale annuo può essere definito, come già lo fu con Ricardo, come il lavoro socialmente prodotto in un anno ed indicato con L, esso può considerarsi composto da due frazioni: LN, pari al lavoro pagato, ossia al lavoro necessario a produrre i salari di sussistenza e PL pari al totale del lavoro non pagato che viene destinato ai capitalisti proprietari dei mezzi di produzione. Possiamo adesso definire il saggio di sfruttamento s come il rapporto PL/LN. Per cui avremmo: L = LN + PL s = PL/LN Per aumentare il volume dei profitti e quindi il saggio di sfruttamento, i capitalisti provano ad allungare la giornata di lavoro oppure ad aumentare la produttività dello stesso riducendo il numero di ore necessarie alla produzione dei mezzi di sussistenza, LN. Questa duplice opzione fa distinguere a Marx tra plusvalore assoluto e plusvalore relativo. Nelle sue parole le caratteristiche di questa distinzione: [ ] Chiamo plusvalore assoluto il plusvalore prodotto mediante prolungamento della giornata lavorativa; invece, chiamo plusvalore relativo il plusvalore che deriva dall accorciamento del tempo di lavoro necessario e dal corrispondente cambiamento del rapporto di grandezze delle due parti costitutive della giornata lavorativa. [ ] 85 (K. Marx, Il Capitale, vol. 1)

6 86 Capitolo Settimo Il saggio di sfruttamento è di norma superiore al saggio di profitto ed in particolare diventa uguale a quest ultimo solo nel caso in cui i lavoratori operino senza l ausilio di macchinari. Infatti, ricordando che il saggio di profitto è pari al rapporto tra profitti e capitale anticipato, solo nella circostanza descritta il capitale anticipato dai capitalisti è esclusivamente pari al monte salari. La realtà tuttavia rende quest ipotesi molto improbabile poiché in un sistema capitalistico i capitalisti sono individuati proprio come i proprietari dei mezzi di produzione, dunque nessuna merce viene prodotta con il solo lavoro. L impostazione marxiana che fa derivare l esistenza dello sfruttamento dei lavoratori direttamente dalla costituzione del sistema capitalistico spinse l autore a definire il suo socialismo come scientifico in ciò opponendolo a quello utopistico di molti predecessori e contemporanei a cominciare dalla sinistra ricardiana che avrebbe voluto destinare tutto il valore della produzione al lavoro sic et sempliciter e a molti altri, tra cui Proudhon famoso per la sua affermazione «la proprietà privata è un furto». Dopo aver valutato lo sfruttamento dei lavoratori quale base fondante del sistema capitalistico, Marx preannuncia la fine del capitalismo come «legge inevitabile» sulla base delle conseguenze di questa premessa che analizzeremo nei successivi paragrafi. 7.4 SCHEMI DI RIPRODUZIONE DEL CAPITALE In ogni sistema economico il ciclo produttivo deve riprodurre il capitale iniziale; Marx distinse tra: schema di riproduzione semplice è quello in cui la produzione finale di ogni ciclo riproduce la stessa quantità di beni e servizi utilizzati nella produzione. Un eventuale soprappiù viene utilizzato per beni di consumo voluttuari o per il mantenimento di lavoratori improduttivi o disoccupati; schema di riproduzione allargata è quello in cui la produzione finale genera un soprappiù che viene utilizzato, almeno parzialmente, per aumentare le scorte ed i mezzi di produzione e di sussistenza. In tal modo nel ciclo produttivo successivo diventa possibile utilizzare un maggior numero di lavoratori e di mezzi di produzione. L attività produttiva è destinata ad aumentare. L autore descrisse un sistema diviso in due settori di cui uno si dedica alla produzione dei beni di consumo e l altro a quella dei beni di produzione. Le condizioni di equilibrio in uno schema di riproduzione semplice prevedono che il settore dei mezzi di produzione realizzi la quantità di tali mezzi utilizzata e distrutta nel ciclo produttivo, mentre il settore dei beni di consumo produca i mezzi di sussistenza necessari ai lavoratori nel nuovo ciclo produttivo più l eventuale sovrappiù destinato a consumi di lusso o improduttivi.

7 Karl Marx In uno schema di riproduzione allargata le cose sono più complesse. Il sovrappiù determinatosi, per definizione non utilizzato esclusivamente per consumi di lusso o improduttivi, si compone sia di mezzi di produzione che di beni di consumo. La massima crescita del sistema si ottiene quando sono verificate due ipotesi: tutto il sovrappiù dei beni di consumo viene impiegato per l anticipazione dei salari di sussistenza, ossia per mantenere lavoratori produttivi; tra il sovrappiù realizzato nel settore dei beni di consumo ed il sovrappiù realizzato nel settore dei beni di produzione si riscontra la medesima proporzione esistente, all inizio del ciclo, tra scorte iniziali di mezzi di sussistenza e scorte iniziali di mezzi di produzione. Analiticamente Marx esprime con v il valore del capitale variabile, corrispondente al totale dei mezzi di sussistenza destinato ai lavoratori produttivi, con c il valore del capitale fisso, corrispondente al totale dei mezzi di produzione e con s il valore del soprappiù. Sia poi il settore A quello dedicato alla produzione dei mezzi di produzione ed il settore B quello dedicato alla produzione dei beni di consumo, infine indichiamo con C il valore totale della produzione del settore A e con V il valore della produzione nel settore B, avremo che: (1) c( A)+ v( A)+ s( A)= C (2) cb ( )+ vb ( )+ sb ( )= V L equilibrio in un sistema di riproduzione semplice viene assicurato dalle seguenti uguaglianze: (3) C = c( A)+ c( B) (4) V = v( A)+ v( B)+ s( A)+ s( B) Tali equazioni ci dicono che il settore A produce i mezzi di produzione per entrambi i comparti dell economia mentre il settore B realizza i mezzi di sussistenza impiegati nei due comparti e i beni di consumo di lusso ed improduttivi. Gli scambi tra i due settori avvengono secondo la seguente eguaglianza: (5) cb ( )= va ( )+ sa ( ) Ossia il settore dei mezzi di produzione cede la quantità di merci necessaria alla produzione del settore beni di consumo in cambio delle quantità necessarie di mezzi di sussistenza e dei beni di lusso ed improduttivi in cui impiega il suo soprappiù s(a). 87

8 88 Capitolo Settimo Nello schema di riproduzione allargata il sovrappiù si divide in due quote: q = sovrappiù destinato all accumulazione di nuovi beni capitali 1 q = sovrappiù composto da beni di consumo In tale schema le relazioni precedentemente esaminate diventano: [ ] (6) C = c( A) + c( B) + q s( A)+ s( B) ( )[ ( )+ ( )] (7) V = v( A) + v( B) + 1 q s A s B In questo quadro analitico Marx mostra le condizioni sotto le quali un sistema di riproduzione allargata può crescere indefinitamente, negando le previsioni malthusiane come pure un applicazione indiscriminata della legge di Say; infatti, la crescita indefinita può sussistere, ma soltanto se le condizioni sono verificate e non vi è nessuna garanzia che esse lo siano in quanto i due settori prendono le loro decisioni circa i volumi di produzione da effettuare indipendentemente l uno dall altro. Per questa ultima osservazione alcuni hanno visto in Marx il precursore di Keynes. Marx fornì anche una delle prime teorie del ciclo economico estremamente interessante perché affronta simultaneamente le questioni della crescita, dell occupazione, del ciclo e del progresso tecnologico. Per l autore il sistema capitalistico è caratterizzato, fra l altro, dall esistenza di un esercito industriale di riserva composto da lavoratori inoccupati e da artigiani e contadini disposti a trasformarsi in operai di fabbrica. Da questo cosiddetto esercito attingono, in concorrenza tra loro, gli industriali nelle fasi di espansione. La concorrenza dei datori di lavoro fa aumentare il salario reale. Questo incremento è lieve e lento in una prima fase quando l esercito industriale di riserva è ancora sostanzioso, ma successivamente si registra un sensibile aumento del costo del lavoro. La conseguente riduzione dei profitti spinge i capitalisti a ridurre il numero di lavoratori e a sostituirli con macchinari (meccanizzazione) che introducono nel sistema nuove tecnologie. Il licenziamento di operai in esubero fa aumentare l esercito industriale di riserva e blocca la crescita dei salari. Questa terza fase è quella della crisi. Infine, la crescente disoccupazione produce la depressione che abbatte il livello del reddito. L avvenuta meccanizzazione e la riduzione del costo del lavoro fanno aumentare i profitti, adesso le imprese desiderano espandersi impiegando nuovi operai da reclutare presso l ormai consistente esercito industriale di riserva, incomincia così una nuova fase espansiva.

9 Karl Marx 7.5 L INEVITABILE CROLLO DEL CAPITALISMO Come accennato, Marx sostenne l inevitabile crollo del capitalismo che, come i sistemi che lo avevano preceduto schiavismo e feudalesimo avrebbe dovuto essere soppiantato da nuovi rapporti economici, individuati nel socialismo in un primo tempo e successivamente nel comunismo destinato a diventare la soluzione definitiva. Le motivazioni che l autore pose a sostegno di questa sua profezia furono molteplici. In primo luogo il capitalismo genera un irriducibile polarizzazione sociale; infatti la massa dei lavatori privi di mezzi di produzione è destinata a crescere (proletarizzazione) inglobando nelle sue fila gli artigiani vinti dal progresso tecnologico, che rende obsoleti ed antieconomici i loro manufatti, i contadini spossessati delle loro terre ed infine gli stessi ex capitalisti stritolati dalla concorrenza. A questo processo se ne accompagna uno speculare: la concentrazione di risorse finanziarie, di mezzi di produzione e di potere economico e politico nelle mani di sempre meno soggetti. La concentrazione è prodotta in primis dalla concorrenza tra capitalisti ed in secundis dai sistemi creditizi che favoriscono le grandi imprese tagliando fuori dal mercato altre realtà produttive. Alla fine la massa espropriata ed esasperata dei proletari avrebbe avuto la meglio sui pochi capitalisti attuando la rivoluzione socialista e riappropriandosi dei mezzi di produzione. Marx identificò pure motivazioni economiche per la fine del capitalismo, definendole sul piano analitico ed enunciò la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. Secondo la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto i tentativi dei capitalisti di aumentare il profitto attraverso la meccanizzazione sortiscono un effetto perverso, infatti, soltanto il lavoro salariato genera profitto e riducendo la sua percentuale il profitto non può che ridursi. Definita composizione organica del capitale il rapporto tra il valore del capitale costante c (mezzi di produzione) e quello del capitale circolante v (lavoro) impiegato nella produzione, entrambi espressi in termini di lavoro contenuto, il saggio di profitto è pari al rapporto tra plusvalore e capitale investito: (8) s + v c dividendo entrambi i termini per v si ottiene: (9) s v c v +1 in tale rapporto al numeratore si trova il saggio di sfruttamento ed al denominatore la composizione organica del capitale aumentata di una unità. Come si desu- 89

10 90 Capitolo Settimo me chiaramente la proporzione diminuisce quando aumenta c a meno che il saggio di sfruttamento non aumenti a compensazione e ciò può accadere soltanto se la meccanizzazione comporta un aumento del plusvalore relativo, da qui la tendenziale caduta del saggio di profitto. 7.6 IL PUNTO DOLENTE DELLA COSTRUZIONE MARXIANA: IL VA- LORE-LAVORO Nel paragrafo precedente si sono illustrati i motivi dell inevitabile crollo del capitalismo, tra questi molto rilevante è la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. In realtà il ragionamento analitico alla base dell enunciato soffre delle vecchie problematiche legate all utilizzo del valore-lavoro incorporato. Anche Marx basò la sua analisi sulla teoria del valore-lavoro e come Ricardo fu consapevole dei problemi connessi alla difficoltà di sostenere l uniformità del saggio di profitto nei vari settori di produzione, condizione questa necessaria a definire un sistema capitalistico. La soluzione indicata da Marx fu pubblicata postuma dall amico Engels nel terzo capitolo de Il Capitale, pertanto non si può essere certi della convinzione con cui Marx ritenne di avere risolto l arcano. Riportiamo di seguito le fila del suo ragionamento: Utilizzando l espressione (9) relativa al saggio di profitto illustrata nel paragrafo precedente, si desume che per assicurare l uniformità di questo saggio occorre che in tutti i comparti dell economia: il saggio di sfruttamento s/v si mantenga costante. Tale ipotesi può essere giustificata ammettendo che la concorrenza tra i lavoratori produca condizioni di sfruttamento uguali in ogni comparto economico; la composizione organica di capitale c/v sia identica in tutti i settori produttivi. Questa seconda condizione è molto difficile da realizzarsi in quanto è ben evidente che taluni comparti dell economia (ad esempio il settore siderurgico) presentino una meccanizzazione più spinta di altri (ad esempio l industria tessile). Per assicurare che il saggio di profitto fosse costante in tutti i comparti Marx affermò che le merci non vengono scambiate secondo il valore-lavoro incorporato bensì secondo i prezzi di produzione e questi ultimi, pur derivando dalle grandezze espresse in termini di valore-lavoro, si ottengono applicando il medesimo saggio di profitto r alle quantità di capitale investito nei vari settori. In un economia composta da due settori produttivi A e B simile a quella illustrata in precedenza ( 7.4) avremo che: (10) [ c( A)+ v( A) ]+ r[ c( A)+ v( A) ]= [ c( A)+ v( A) ]( 1+ r)= Ap 1 (11) [ cb ( )+ vb ( )]+ rcb [ ( )+ vb ( )]= [ cb ( )+ vb ( )]( 1+ r)= Bp 2

11 Karl Marx I valori A e B rappresentano gli output dei due settori espressi in termini di valore-lavoro, p 1 e p 2 sono le due incognite che consentono di esprimere gli output ai prezzi di produzione, dato il saggio di profitto r, che è quello medio esistente nel sistema, pari a: (12) r= ( sa+ sb) ( va+ vb)+ ( ca+ cb) Un immediata obiezione a questa soluzione si basa sul fatto che i capitalisti non misurano il saggio di profitto r sulla base di grandezze profitto e capitale anticipato espresse in termini di valore lavoro, bensì in termini di prezzi; inoltre, nelle equazioni degli scambi le merci sono valutate ai prezzi di produzione quando considerate come output ed in termini di valore-lavoro quando valutate come mezzi di produzione o input. Il polacco Ladislaus von Bortkiewicz nel 1907 fornì una correzione convincente al sistema marxiano che però apparve quasi superflua allorquando Sraffa nel 1960 dimostrò che era possibile rilevare, a partire da un sistema di equazioni, i prezzi relativi ed il saggio di profitto, dato il salario reale, senza alcun riferimento a quantità espresse in valore-lavoro. Marx ricorse anche al concetto ricardiano di merce media, ossia di quella merce prodotta con una speciale composizione organica del capitale che rappresenti la media delle composizioni organiche esistenti nei vari settori. Egli affermò che questa merce consente un passaggio indolore quando le grandezze vengano valutate non in termini di valore-lavoro incorporato ma di prezzi di produzione. Inoltre con il passaggio dal valore-lavoro ai prezzi di produzione si verifica una ridistribuzione dei profitti che non vengono più indirizzati al rispettivo settore di produzione, bensì ripartiti sulla base delle quantità di capitale investito nei vari settori. Questa conclusione fu particolarmente gradita a Marx che dopo aver più volte rimarcato la competizione esistente tra capitalisti poté dimostrare come i settori più moderni e tecnologicamente avanzati si appropriano dei profitti di quelli più arretrati, ad alta intensità di lavoro dove si produce una più elevata quantità di soprappiù. Per Marx, infine, i profitti ed il plusvalore non sono identici in tutti i settori ma il totale dei profitti calcolati in termini di prezzi di produzione si mantiene identico al plusvalore complessivo calcolato in termini di valore-lavoro, mentre il totale dell output espresso secondo i prezzi di produzione corrisponde al lavoro complessivo incorporato. Si noti che la soluzione marxiana non fornisce una teoria dei prezzi relativi. 91

12 92 Capitolo Settimo 7.7 LE CONSEGUENZE DEL MARXISMO Il pensiero di Marx è senza dubbio l ideologia ottocentesca (insieme a quella nazista) che ha forgiato il 900 e che ancora oggi non smette di produrre conseguenze nel pensiero e nell azione di individui e governi. Esso generò una progenie sterminata di pensatori, attivisti politici e rivoluzionari, nonché opere letterarie di ogni ambito. Sarebbe quasi impossibile rendere conto di tutte le diramazioni di questo sistema di pensiero né questo compendio appare la sede adatta ad una simile disquisizione; ci limiteremo a descrivere alcuni aspetti del dopo-marx rintracciabili in ambito storico-economico. Per quanto riguarda il profetizzato processo di proletarizzazione questo non è avvenuto, infatti nonostante la tendenza alla contrazione delle imprese su amplissima scala, non si è registrato nei paesi capitalistici il progressivo immiserimento delle masse; anzi in tale parte del mondo il tenore di vita medio è notevolmente migliorato per tutti e la vendita delle azioni di grandi società ai piccoli risparmiatori, spesso lavoratori dipendenti, ha eliminato almeno in parte uno dei motivi di alienazione del lavoratore. Sembra inoltre che le politiche del welfare state, attuate dai governi dell occidente per contenere le tensioni sociali, abbiano effettivamente funzionato ammortizzando i contrasti e rendendo più sopportabile il dislivello esistente, anche nelle società moderne, tra ricchi e poveri. Altrettanto incisiva si è dimostrata l azione dei sindacati, che difendendo le ragioni del lavoro dipendente, ha contribuito ad assicurare il pluralismo politico e l affermazione delle istanze sociali. Tutto ciò ha reso meno urgente e soprattutto non inevitabile il ricorso alla rivoluzione. È appena il caso di accennare, soprattutto per onestà intellettuale, all enorme sproporzione di ricchezza e tenore di vita esistenti tra occidente e resto del mondo, quasi che l imperialismo capitalista sia stato in grado di «esportare lo sfruttamento del lavoratore» verso i paesi ex-colonie, dove la fortissima biforcazione esistente nelle condizioni di vita delle classi agiate e della massa è molto simile a quella che Marx aveva preconizzato per lo stadio pre-rivoluzionario. Per quanto riguarda le esperienze storiche vissute dai paesi che si sono dichiarati comunisti, etichettate dall occidente come fallimentari, va rilevata una grande anomalia rispetto alle ipotesi di Marx: il comunismo è stato attuato in paesi non capitalisti, privi di un vasto proletariato, ossia della classe eletta del pensiero marxiano, deputata a realizzare la rivoluzione. Dunque, se il Marx economista-profeta ha mancato di realizzare le sue centurie, sicuramente il Marx filosofo-intellettuale-economista ha fornito un sistema di pensiero organico estremamente utile nella interpretazione del mutamento sociale e delle connessioni tra economia e società.

13 Karl Marx Domande di revisione 1) In cosa consiste l alienazione del lavoratore e come si determina? 2) Cos è il pluslavoro? Distingui tra pluslavoro assoluto e relativo. 3) Perché il capitalismo è iniquo? Cosa determina lo sfruttamento del lavoratore? 4) Perché il saggio di profitto è destinato a ridursi? 5) Descrivi il processo di proletarizzazione. 6) Perché l applicazione del valore-lavoro non appare convincente? 93

Karl Marx ( )

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