Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e di lavoro

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1 Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e di lavoro N Indennità di mobilità: addio dal Categoria: Previdenza e lavoro Sottocategoria: Varie A cura di Marta Bregolato A partire dal l'indennità di mobilità lascia pienamente il posto alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l'impiego). Potranno accedere alla vecchia mobilità solo i lavoratori che entro il hanno inoltrato, ricorrendone i presupposti, istanza di iscrizione alle liste per aver perso entro tale data involontariamente il lavoro. Continueranno a percepire l'indennità di mobilità anche coloro per i quali alla data del il periodo di prestazione non è ancora ultimato, fino alla sua naturale scadenza. Premessa L'articolo 2 comma 71 della Legge n. 92/2012, meglio nota come Riforma Fornero, nell'ambito della riorganizzazione degli ammortizzatori sociali, ha previsto un graduale assorbimento dell'indennità di mobilità in altre forme di prestazioni a sostegno del reddito attuabili nel caso di perdita involontaria del lavoro. Il percorso comprendeva un primo passaggio per l'aspi (Assicurazione Sociale per l'impiego) per poi giungere poi definitivamente ad essere sostituita dalla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l'impiego). Siamo ormai arrivati al completamento del percorso di assorbimento dell'indennità di mobilità anche tenendo conto di quanto previsto dalla successiva riforma del Lavoro, Jobs Act, ed in particolare dal suo Decreto 1

2 Attuativo n. 22/2015 che ne ha di fatto confermato e dettagliato il programma. Infatti a decorrere dal entrerà ufficialmente in vigore la Naspi, in luogo dell'indennità di mobilità, anche a favore di dipendenti coinvolti involontariamente in licenziamenti collettivi, ovvero nell'ambito di aziende con più di 15 dipendenti. Sempre a decorrere dal cesserà la possibilità di accedere ad ammortizzatori sociali di natura straordinaria come per esempio la CIG in deroga e la mobilità in deroga, anche se il Decreto correttivo al Jobs Act ha previsto un ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria di 12 mesi a favore delle imprese stabilite nelle aree di crisi complessa che cessano di godere dell'integrazione salariale straordinaria per scadenza dei termini nel periodo compreso tra il 1^ lugliio e il 31 dicembre 2016, seppure nei limiti di spesa massima fissati dallo stesso decreto (216 milioni per l'anno 2016). Le imprese che hanno avviato la procedura di mobilità dovranno accertarsi che la stessa si concluda entro il per consentire senza dubbio l'accesso ai dipendenti all'indennità di mobilità. L'iscrizione alle liste di mobilità ed il conseguente diritto all'indennità di mobilità infatti decorrono dal giorno successivo al licenziamento; pertanto nel caso in cui quest'ultimo intervenisse a far data dal il lavoratore non potrà accedere all'indennità di mobilità (che decorrerebbe dal ) in quanto da tale date è entrata in vigore la Naspi. L'ambito di applicazione: La Naspi riguarderà tutti i dipendenti di tutti i settori e assorbirà i diversi trattamenti (ammortizzatori sociali) attualmente in vigore; è applicabile nei casi di perdita involontaria del lavoro a seguito di: licenziamenti individuali; licenziamenti collettivi (dal ); licenziamenti con accettazione di conciliazione volontaria introdotta dal Decreto Legislativo attuativo del Jobs Act n. 23 del , art. 6; dimissioni per giusta causa (individuate dalla giurisprudenza); risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (esclusivamente se avvenuta secondo la procedura di cui all'art. 7 Legge n. 604/1996). 2

3 Novità per il dipendente: Con l'entrata a pieno regime della Naspi si attueranno, in molti casi a danno del dipendente e consentendo al datore di lavoro la possibilità di gestire gli esuberi con minori costi amministrativi ed economici, anche le modifiche in materia di: periodo di assistenza; importo dell'indennità. Vengono meno i riferimenti a: età del lavoratore disoccupato; luogo di residenza, pertanto sarà applicata in ugual misura su tutto il territorio nazionale. Il maggior impatto si avrà nel settore edile che attualmente beneficia di 3 distinti trattamenti di disoccupazione, ovvero: indennità di disoccupazione speciale edile per fine lavoro, riduzione del personale e fallimento; disoccupazione per i cantieri di opere pubbliche in aree territorialmente in stato di crisi; indennità per i lavoratori licenziati dopo un periodo di Cigs. Novità per il datore di lavoro L'entrata a regime della Naspi, in luogo dell'indennità di mobilità, produce significativi cambiamenti anche in relazione alla figura del datore di lavoro, quali ad esempio: abolizione del contributo di ingresso alla mobilità corrispondente ad una mensilità del trattamento di integrazione salariale moltiplicato per il numero di lavoratori dipendenti ritenuti in esubero; abolizione del contributo iniziale di mobilità corrispondente a 6 volte il trattamento mensile di mobilità spettante al lavoratore, ridotto del 50% nel caso in cui la dichiarazione di eccedenza sia stata oggetto di accordo sindacale; introduzione del ticket di licenziamento, in sostituzione dei due precedenti contributi, nella misura del 41% del massimale mensile 3

4 previsto per l'indennità Naspi per ogni 12 mesi di anzianità aziendale negli ultimi 3 anni; in assenza di accordo sindacale sul licenziamento collettivo, tale importo sarà triplicato; abolizione delle agevolazioni riconosciute al datore di lavoro che assumono lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (rappresentate da un contributo pari al 50% dell'indennità di mobilità per ciascuna mensilità corrisposta); ciò di fatto rende meno appetibile l'assunzione di personale disoccupato. Al datore di lavoro privato che assume, con contratto a tempo pieno ed indeterminato, dipendenti che percepiscono l'indennità Naspi è riconosciuto un incentivo pari al 20% dell'indennità mensile residua Naspi che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. I requisiti per accedere alla Naspi I requisiti per accedere alla Naspi sono: stato di disoccupazione involontaria (nei casi già sopra esposti); il requisito contributivo, ovvero la contribuzione per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni; il requisito lavorativo, ovvero aver svolto almeno 30 gg nell'ultimo anno precedente allo stato di disoccupazione. Il periodo indennizzabile avrà una durata una durata massima di 24 mesi e l'importo dell'indennità percepita sarà personalizzato in relazione alle unità delle settimane contributive degli ultimi 4 anni. L'importo dell'indennità Naspi L'importo dell'indennità Naspi si calcola nel seguente modo: somma degli imponibili previdenziali degli ultimi 4 anni x 4,33 numero di settimane di contribuzione L'importo massimo dell'indennità Naspi sarà di 1.300,00 con riduzione mensile dell'importo nella misura del 3% a partire dal 4^ mese di fruizione; la riduzione consentirà una indiretta rimodulazione dell'assegno iniziale di importo maggiore rispetto alla previsione in caso di applicazione di indennità di mobilità. 4

5 L'ammontare della Naspi è pari al 75% dell'imponibile medio mensile degli ultimi 4 anni, se questo non supera 1.195,00. Se l'imponibile medio invece è superiore, l'indennità è aumentata del 25% della quota eccedente il tetto, sino al limite massimo di 1.300,00. Infatti, in ogni caso l'importo mensile massimo non potrà superare 1.300,00 rivalutati annualmente sulla base della variazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell'anno precedente. Gli effetti per il lavoratore Per quanto riguarda il lavoratore, rimasto involontariamente privo di lavoro a decorrere dal (o meglio per quanto sopra detto anche dal con conseguente accesso agli ammortizzatori sociali a far data dal ), l'introduzione a pieno regime della Naspi comporta non pochi cambiamenti rispetto a quanto previsto e accessibile attraverso l'indennità di mobilità. In particolare con riferimento a: durata massima della prestazione: 24 mesi; precisamente l'indennità spetta al massimo per la metà delle settimane contributive negli ultimi 4 anni (l'indennità di mobilità aveva una durata massima di 48 mesi); assenza di differenziazione in relazione all'età del disoccupato e all'area geografica di residenza (l'indennità di mobilità favoriva i lavoratori disoccupati più anziani e residenti in zone economicamente e socialmente più svantaggiate; modifica dell'importo dell'indennità (massimale di 960 lordi per stipendi fino a 2.000,00 e di 1.150,00 per retribuzioni superiori a 2.000,00. In particolare al fine di evidenziare l'impatto per i lavoratori, sottoposti a licenziamento collettivo che a far data dal non potranno più beneficiare dell'indennità di mobilità ma solo della Naspi, si riporta la seguente tabella: 5

6 dal quale è possibile evincere come l'età del lavoratore e la sua residenza, elementi differenziali nel caso di indennità di mobilità, non siano rilevanti ai fini dei licenziamenti collettivi decorrenti dal che beneficeranno della Naspi. La presentazione della domanda La domanda per l'ottenimento della Naspi può essere inoltrate attraverso tre modalità: Web: servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite credenziali Inps, compilando l'apposita domanda direttamente on line; Contact Center Integrato Inps Inail: numero verde da rete fissa o n da rete mobile; Caf o Enti di Patronato: attraverso i servizi telematici a loro disponibili in qualità di intermediari. Il termine per la presentazione scade, a pena di decadenza, il 68.mo giorno decorrente da: data di cessazione dell'ultimo rapporto di lavoro; data di cessazione del periodo di maternità indennizzato; data di cessazione del periodo di malattia indennizzato o di infortunio/malattia professionale; data di definizione della vertenza sindacale o dalla notifica della sentenza giudiziaria; data di fine periodo corrispondente all'indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate; dal 30.mo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa. - Riproduzione riservata - 6