Modalità di prevenzione del Rischio Biologico dell azienda USL 3 di Pistoia

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1 Pagina 1 di 13 Modalità di prevenzione del Rischio Biologico dell azienda USL 3 di Pistoia Copia in distribuzione controllata Copia in distribuzione non controllata Codice Documento Rev. N Data emissione Motivo revisione Verificato Approvato 02 11/10/ Resp. Sist. Qualità Direzione Generale 03 23/06/2011 Aggiornamento della normativa di Resp. Sist. Qualità Direzione Generale riferimento e di alcune procedure 04 29/12/2011 Aggiornamento per implementazione e coordinamento con le procedure aziendali per la prevenzione del rischio biologico Resp. Sist. Qualità Direzione Generale

2 Pagina 2 di 13 SOMMARIO 1. SCOPO DEFINIZIONI APPLICABILITA MODALITA OPERATIVE... 4 Premessa per la corretta gestione del rischio biologico... 4 Valutazione del rischio... 4 Sorveglianza sanitaria degli operatori... 5 Classificazione dei livelli di rischio di esposizione degli operatori agli agenti biologici in relazione alle diverse manovre invasive Precauzioni standard... 6 IGIENE DELLE MANI... 6 IGIENE RESPIRATORIA... 6 USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE... 7 ACCOGLIENZA DEL PAZIENTE... 9 DISPOSITIVI MEDICI- ATTREZZATURE SANITARIE IGIENE AMBIENTALE BIANCHERIA- TELERIA- EFFETTI LETTERECCI SMALTIMENTO RIFIUTI TRASPORTO DEL PAZIENTE EDUCAZIONE PAZIENTI E VISITATORI RESPONSABILITA' DELL INTERPRETAZIONE E MATRICE DELLE RESPONSABILITA LISTA DI DISTRIBUZIONE DOCUMENTO Allegato 1 - Istruzioni ed informazioni per pazienti e visitatori Allegato 2 - Classificazione dei livelli di rischio di esposizione degli operatori agli agenti biologici in relazione alle diverse manovre invasive Componenti del gruppo di lavoro: Luciano Lippi Servizio Prevenzione e Protezione Coordinatore progetto Claudia Pili Zona Distretto VDN Elena Carucci Direzione Presidio Ospedaliero Pescia Elisabetta Sensoli Direzione Presidio Ospedaliero di Pistoia Giuditta Niccolai Direzione Presidio Ospedaliero di Pistoia Sara Melani Zona Distretto Pistoia Wanda Wanderling Dipartimento della Prevenzione Integrazione sottogruppi tecnici Barbara Manceri Direzione Presidio Ospedaliero di Pistoia Barbara Tamarri Direzione Presidio Ospedaliero Pescia Carmen Cecchini Direzione Presidio Ospedaliero Pescia Cristina Lavorini Direzione Presidio Ospedaliero Pescia Donatella Reami Servizio Prevenzione e Protezione Medico Competente Elena Biagini Zona Distretto Pistoia Elisabetta Raso Dipartimento della Prevenzione Franca Mazzoli Dipartimento della Prevenzione Francesca Greco Direzione Presidio Ospedaliero di Pistoia Giovanna Giuffreda Dipartimento della Prevenzione Maria Italia Miglietta Zona Distretto VDN Lia Frosini Direzione Presidio Ospedaliero di Pistoia Luca Pastacaldi Servizio Prevenzione e Protezione Medico Competente Paolo Giannelli U.O. Farmaceutica Ospedaliera Rita Butori Zona Distretto VDN Sergio Biagini Servizio Prevenzione e Protezione Riccardo Marliani Area Funzionale Tecnica Walter Mandolini Zona Distretto Pistoia RINGRAZIAMENTI: la direzione aziendale ringrazia le persone dei gruppi di lavoro e tutti coloro che hanno contribuito all elaborazione dei documenti ed alla definizione delle procedure

3 Pagina 3 di SCOPO Lo scopo del presente documento è quello di definire le modalità di prevenzione e protezione degli operatori dal rischio correlato all esposizione agli agenti biologici presenti all interno delle strutture sanitarie. Suddetta esposizione può essere fonte di infezione o intossicazione, pertanto il personale che, a vario titolo, svolge attività sanitaria, assistenziale o effettua operazioni di supporto alle stesse nell azienda USL n 3 di Pistoia, sia esso personale dipendente o meno, deve attenersi al presente documento ed alle specifiche procedure e/o istruzioni operative aziendali e di presidio per prevenire la diffusione delle patologie infettive e per ridurre al minimo il rischio biologico occupazionale. Il presente documento si articola ed è collegato ad altri documenti specifici come di seguito schematizzato:!"#$% *:9;97<+-79/:+4(=+-/ >+-.-?+(-!""#$!&'/1!""#$!&'/0!"#$& ;).B,)<+-79/39./ :+4(=+-!""#$!%!""#$!&' +)234251,:)4*-:,-/ ()@*+-7+ '"#!(#$&?94,+-79/:+8+B,+!""#$!% +,-)."/,01)2!,.,-3, :+8+B,+ +) (.-4,:+3+B@ *) *:9;97<+-79/39..)/,:)4@ !""#$!&' +)23425G 4()>>+) *) ,,)7,+!""#$!&'/1!""#$!&'/0 *)23421A *B.+<+)!""#$!&' ()*+,-.),- )**).,- +) ,9::)3/7I *)23421C +7DB+7)7,+/ >+-.-+?+(+ +)23425A +7DB+7)7,+/ >+-.-+?+(+ *)23421E 4,9:+.+<<)<+-79 +)23425C,>( *)23421F +78-:,B7+/ >+-.-?+(+ +)23425E 4,9:+4 '"#(''#)*?94,+-79/ +78-:,B7+!""#$!%

4 Pagina 4 di DEFINIZIONI Al fine della corretta applicazione del presente documento si intende per: a) Agente biologico: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; b) Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; c) Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari; d) Malattia infettiva: patologia dovuta al contagio da parte di microrganismi (batteri, virus, miceti, parassiti, ecc.) dell'organismo umano con conseguente sviluppo di sintomi caratteristici di quella specifica malattia; e) Vaccini: sono preparati biologici di elevato potere antigenico in grado di indurre uno stato di immunità attiva nei riguardi di determinati patogeni, al fine di proteggere dalle rispettive infezioni o dalla manifestazione della malattia. 3. APPLICABILITA Il presente documento deve essere applicato in tutte le strutture e servizi della Azienda USL3 di Pistoia. La corretta gestione del rischio biologico costituisce un preciso dovere ed obbligo per tutti gli operatori che, a vario titolo, svolgono le attività istituzionali nell ambito interno ed esterno delle strutture dell Azienda USL3 di Pistoia. Le disposizioni del presente documento devono essere recepite e applicate, per quanto di loro competenza, anche dal personale delle ditte appaltatrici, lavoratori autonomi, tirocinanti o comunque dai soggetti che a qualsiasi titolo svolgono attività che possono essere esposte al rischio biologico. Inoltre l Azienda USL3 di Pistoia al fine di garantire la corretta gestione del rischio biologico all interno dell azienda stessa, si impegna a redigere capitolati di appalto tenendo conto delle procedure generali e specifiche per la prevenzione del rischio biologico. 4. MODALITA OPERATIVE Premessa per la corretta gestione del rischio biologico Le attività svolte dai lavoratori che prestano servizio in una struttura sanitaria, nella quale sono erogate prestazioni diagnostico-terapeutiche variamente invasive per gli utenti, espongono gli operatori al rischio di contrarre patologie a carattere infettivo a seguito ad un possibile di contatto con gli agenti biologici. La norma di riferimento è il D.Lgs. 81/08 s.m.i., che obbliga ad un controllo specifico su tutte le attività che prevedono l esposizione al rischio biologico. Gli operatori ed in particolare gli operatori sanitari, quindi, devono conoscere i rischi a cui è esposto e le misure preventive e protettive che riducono al minimo la probabilità di contrarre malattie durante lo svolgimento dell attività lavorativa. Valutazione del rischio L azienda USL 3 di Pistoia, nel documento DA.07 Valutazione rischi e gestione sicurezza, ha elaborato i criteri della valutazione del rischio per il rischio biologico attraverso il Servizio di prevenzione e protezione ed i medici competenti. Le direzioni sanitarie dei presidi, ospedalieri e territoriali, con la collaborazione del Servizio di prevenzione e protezione, medici competenti e operatori specialisti, hanno redatto le procedure per la gestione del rischio biologico a tutela degli operatori e degli utenti.

5 Pagina 5 di 13 Sorveglianza sanitaria degli operatori Per quanto concerne specificatamente gli operatori sanitari, la Medicina Legale, in sede di visita per certificato preassuntivo di idoneità al lavoro ed in accordo con il Medico Competente, richiede gli esami per la verifica della situazione vaccinale del neoassunto (anti-epatite B, antitubercolare, anti-mpr-v) gli esiti dei quali sono trasmessi, da parte della Medicina Legale, al Medico Competente il quale li valuta nel corso della sorveglianza sanitaria preventiva rilevando l eventuale condizione dell operatore di dover completare un ciclo vaccinale o di dover effettuare richiami vaccinali. Le misure di prevenzione vaccinale nel personale sanitario sono considerate dal D.lgs. 81/08 s.m.i. come misure protettive particolari o speciali che vengono stabilite su parere del medico competente aziendale per il personale non immune all agente biologico presente nelle lavorazioni o nei reparti. Il medico competente dell azienda USL 3 informa i lavoratori sulle medesime vaccinazioni, i vantaggi e gli inconvenienti dell attuata o omessa vaccinazione e propone le profilassi vaccinali. Il medico competente, per l operatore consenziente, compila la richiesta alla U.F. Igiene e Sanità Pubblica la quale somministra al lavoratore la vaccinazione. Le direzioni sanitarie, annualmente al momento della disponibilità dal vaccino antinfluenzale, organizzano degli ambulatori dedicati alla vaccinazione medesima per tutti i dipendenti che ne vogliono usufruire. Gli operatori che hanno una potenziale esposizione al rischio biologico sono sottoposti alla preventiva e periodica sorveglianza sanitaria, ai sensi del D.lgs.81/08 s.m.i., a cura del medico competente. La sorveglianza sanitaria consiste nella valutazione dell'idoneità specifica del lavoratore alla mansione lavorativa in cui è stato adibito attraverso l accertamento delle condizioni di salute del lavoratore in funzione del rischio che il lavoro comporta, il relativo giudizio d idoneità sintetizza conoscenze relative alla situazione lavorativa a rischio e conoscenze mediche relative allo stato di salute o patologico del lavoratore. Classificazione dei livelli di rischio di esposizione degli operatori agli agenti biologici in relazione alle diverse manovre invasive. Per manovra invasiva si intende ogni accesso chirurgico in tessuti, cavità o organi. in particolare quando viene effettuato il controllo manuale dell avanzamento/ posizionamento della punta di un ago in una cavità corporea, oppure nelle occasioni in cui vi è la presenza contemporanea di dita o aghi o altri taglienti in un campo anatomico. Per l identificazione e definizione delle manovre invasive si rimanda all allegato 2.

6 Pagina 6 di 13 Precauzioni standard Le precauzioni standard si applicano a tutti i pazienti/utenti in ogni contesto di cura (ospedaleterritorio) indipendentemente dal sospetto o diagnosi di infezione del loro stato infettivo e ai materiali di derivazione biologica quali: sangue, liquidi corporei, secrezioni, escrezioni (ad eccezione del sudore), cute non integra e mucose. Fra le precauzioni standard rientrano: 1. igiene delle mani 2. igiene respiratoria 3. uso dei dispositivi di protezione individuali 4. accoglienza del paziente 5. dispositivi medici/attrezzature sanitarie 6. igiene ambientale 7. gestione biancheria 8. smaltimento rifiuti 9. trasporto dei pazienti 10. educazione pazienti e visitatori IGIENE DELLE MANI Per la corretta igiene delle mani l operatore si deve attenere scrupolosamente alle istruzioni operative descritte nelle Buone Pratiche Regionali (vedere PA.GRC.03 e relativi allegati). La corretta igiene delle mani prevede che le unghie devono essere mantenute corte e pulite. Come Ø Se le mani non sono visibilmente sporche eseguire il frizionamento antisettico con gel idroalcolico Ø Se le mani sono visibilmente sporche, eseguire un lavaggio con acqua e sapone o sapone antisettico Quando ð Prima di toccare il paziente e tra un paziente e l altro. ð Immediatamente prima di qualsiasi manovra asettica e preparazione/manipolazione di farmaci e alimenti. ð Subito dopo il contatto con sangue, liquidi biologici o escrezioni, mucose, cute non integra o medicazioni di ferite. ð Quando le mani devono passare da una parte contaminata del corpo ad una pulita. ð Prima e dopo aver rimosso i guanti ð Dopo aver utilizzato la toilette. Inoltre le modalità comportamentali per una corretta igiene delle mani prevedono, a seconda delle vie di trasmissione delle patologie presenti nei vari contesti, delle ulteriori precauzioni che sono dettagliate nella procedura PA.03 o nelle procedure aziendali specifiche delle patologie. IGIENE RESPIRATORIA Educare il personale all applicazione delle misure di controllo sotto indicate, per contenere le secrezioni respiratorie di pazienti e visitatori con segni e sintomi d infezione respiratoria, soprattutto durante le epidemie stagionali di infezioni respiratorie virali nelle comunità (es. influenza, adenovirus, virus parainfluenzali).

7 Pagina 7 di 13 Individuare, presso i Servizi di Pronto Soccorso, Accettazioni Pediatriche, Ambulatori, Servizi di diagnostica e Poliambulatori uno o più spazi nella sala attesa, ove collocare i cartelli informativi indicanti le misure di igiene respiratoria: ð Coprirsi la bocca e il naso, possibilmente con un fazzoletto monouso, quando si tossisce e si starnutisce. ð Gettare il fazzoletto nell apposito contenitore per i rifiuti, subito dopo l uso. ð Igienizzarsi le mani il più presto possibile con acqua e sapone o con il gel alcolico. ð Indossare la mascherina chirurgica (su indicazione dell operatore sanitario, che dovrà tener conto delle condizioni psicocognitive del paziente e della presenza o meno di sintomi respiratori). ð Mantenere, se possibile, una distanza di sicurezza, di almeno un metro, dagli altri soggetti USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE L azienda USL 3 di Pistoia fornisce agli operatori i necessari dispositivi di protezione individuali (DPI) i quali devono essere correttamente indossati quando, nonostante l adozione delle misure di prevenzione, permangono dei rischi 2 residui per la salute e la sicurezza dell operatore stesso. L azienda, in collaborazione con ESTAV, ha istituito un catalogo dei DPI necessari per la protezione degli operatori: l elenco completo e le specifiche è disponibile sul sito intranet aziendale 1. I DPI del catalogo sono disponibili ed acquisibili mediante le normali procedure interne di approvvigionamento ( tramite magazzino o farmaceutica). I DPI devono essere scelti sulla base delle attività che l operatore andrà a compiere ed in funzione dell analisi del potenziale rischio a cui il lavoratore è esposto. Dispositivo di protezione individuale Dispositivi di protezione delle mani GUANTI MONOUSO Modalità L operatore deve indossarli ogni volta che compie manovre o compiti o attività che possono esporlo a contaminazione con sangue e/o altro materiale biologico potenzialmente infetto. L operatore deve sostituire i guanti tra procedure diverse sullo stesso paziente, su pazienti diversi e dopo il contatto con materiale che può contenere alte concentrazioni di microrganismi, come superfici, dispositivi medici -attrezzature sanitarie in prossimità del paziente. L operatore deve rimuovere i guanti correttamente e smaltirli prima di lasciare la stanza: attenzione affinché le mani pulite non tocchino superfici/oggetti potenzialmente contaminati. 1

8 Pagina 8 di 13 Dispositivo di protezione individuale Dispositivi di protezione del corpo SOVRACAMICE MONOUSO di protezione biologica Modalità L operatore deve indossarlo all ingresso della stanza, quando si prevede che la divisa possa venire a contatto con: paziente infetto, sangue, liquidi biologici, secrezioni, escrezioni non protette, superfici potenzialmente contaminate, dispositivi medici -attrezzature sanitarie in prossimità del paziente. Il sovra camice deve essere di tipo adeguato alla procedura da eseguire, L operatore deve sostituirlo quando è visibilmente sporco tra una procedura e l altra sullo stesso paziente. L operatore deve rimuoverlo prima di lasciare la stanza, smaltirlo come rifiuto sanitario pericoloso infettivo, assicurarsi che la divisa e la cute non entrino a contatto con superfici potenzialmente contaminate infine eseguire l igiene delle mani. Dispositivi di protezione per proteggere le mucose di NASO e BOCCA Facciale filtrante ( FFP1; FFP2 ; FFP3) Indossarli per compiti e/o manovre invasive che possono comportare schizzi di sangue, di liquidi biologici, secrezioni, escrezioni etc Il facciale filtrante deve essere indossato nel caso in cui l operatore possa entrare in contatto con pazienti affetti da patologie a trasmissione per via aerea o droplet. L operatore deve indossarlo all ingresso della stanza o comunque prima di entrare in contatto con il paziente. L operatore deve rimuoverlo prima di lasciare la stanza, smaltirlo come rifiuto sanitario pericoloso infettivo, e poi eseguire l igiene delle mani. Nel caso in cui il facciale filtrante sia umido e/o visibilmente sporco deve essere sostituito adottando le idonee precauzioni di allontanamento dal paziente e non abbassare il facciale filtrante durante le attività, anche se temporaneamente, per poi riposizionarlo.

9 Pagina 9 di 13 Dispositivo di protezione individuale Dispositivi di protezione per gli OCCHI Occhiali di protezione e/o visiere Modalità devono essere indossati quando si lavori ad una distanza inferiore ad 1 metro, in attività dove si presuppone un contatto ravvicinato, soprattutto se di lunga durata ( es. aiutare il paziente nell igiene personale, visita medica al paziente con tosse o starnuti e/o poco collaborante o nel corso di manovre che possono generare/diffondere droplet etc ). devono essere rimosso prima di lasciare la stanza: se il dispositivo è visibilmente contaminato, smaltirlo subito nel contenitore dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo; se il dispositivo è riutilizzabile procedere alla sua disinfezione come seguendo le indicazioni della procedura aziendale della disinfezione. ACCOGLIENZA DEL PAZIENTE Visita ambulatoriale Promuovere un triage avanzato per l identificazione tempestiva dell utente con sospetta patologia trasmissibile per via aerea quindi: Istruire l utente sulle raccomandazioni di igiene respiratoria. fare indossare all utente la mascherina chirurgica. Fare accomodare l utente in ambulatorio nel più breve tempo possibile per limitare o ridurre il contatto con le altre persone presenti in sala di attesa Al temine della visita, quando l utente ha lasciato l ambulatorio, areare il locale per un tempo sufficiente a consentire un ricambio completo d aria prima di riprendere l attività sanitaria. Ricovero in struttura organizzativa / degenza In caso di sospetta patologia infettiva trasmissibile per droplet o via aerea trasferire il paziente presso la U.O. di Malattie Infettive. Se ciò non è possibile, per indisponibilità di posti letto o altro motivo, ricoverarlo in una stanza singola con bagno riservato, oppure in caso di scarsa disponibilità di stanze singole: Collocare nella stessa stanza pazienti con lo stesso tipo di infezione/colonizzazione sospetta o accertata, (escluso TBC, per la quale è necessaria la stanza singola). La porta della stanza deve rimanere chiusa. Individuare, valutati i vincoli strutturali e organizzativi, spazi per allestire una zona filtro preferibilmente vicino alla stanza, per collocare DPI/DM/materiali vari per visitatori e operatori, possibilmente differenziati. In caso di patologia a trasmissione da contatto collocare il paziente in una stanza singola, oppure in caso di scarsa disponibilità di stanze singole: dare la precedenza a pazienti con condizioni che possono facilitare la trasmissione di microrganismi (es. incontinenza fecale), oppure

10 Pagina 10 di 13 collocare nella stessa stanza pazienti con infezione/colonizzazione sospetta o accertata, con lo stesso patogeno e con analoghi fattori di rischio. Se nessuna delle due soluzioni sopra citate sono possibili e si ricovera il paziente in una stanza con altri soggetti che non hanno tale problematica: Evitare di collocarlo in stanza con pazienti immunocompromessi, con degenza prolungata o con ferite aperte. Mantenere la distanza di almeno un metro tra un paziente e l altro: eventualmente, quando possibile, utilizzare una barriera tra i letti (es. paravento), per ridurre al minimo i contatti stretti. Cambiare i DPI ed eseguire una corretta igiene delle mani, tra un paziente e l altro, indipendentemente dal fatto che uno o entrambi siano o meno in isolamento. Limitare al minimo il soggiorno al di fuori della stanza, specie nelle aree comuni e sale d attesa. DISPOSITIVI MEDICI-ATTREZZATURE SANITARIE Allestire nella stanza di degenza l occorrente per l assistenza, in quantità adeguata (evitare la contaminazione di materiale che alla dimissione, dovrà essere smaltito se monouso o ricondizionato se pluriuso). I carrelli ad uso specifico, (es. visita, terapia, biancheria), devono essere tenuti fuori dalla stanza per evitare di contaminarli. Utilizzare preferibilmente dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie monouso e subito dopo l uso, smaltirli correttamente. Personalizzare i dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie non critici (oggetti che entrano in contatto solo con la cute integra e non con le mucose) quali: termometri, fonendoscopi, sfigmomanometri, asta portaflebo, sponde di contenimento, padella, pappagallo, ecc. Se si utilizzano dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie pluriuso, dopo l uso e comunque prima del loro riutilizzo su un altro paziente, sottoporli a ricondizionamento: decontaminazione, pulizia, disinfezione o sterilizzazione ( vedere procedure PA.DS.05 e PA.DS.18) Indossare appropriati DPI per trattare i dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie che sono stati a contatto con il paziente o visibilmente contaminati da sangue, liquidi biologici, secrezioni/escrezioni. Per il trattamento dei dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie vedere le apposite procedure aziendali (PA.DS.05 e PA.DS.18) e comunque : privilegiare il processo di sterilizzazione e riservare la disinfezione ai soli dispositivi medici/attrezzature sanitarie che non possono essere sterilizzati; verificare la compatibilità del dispositivi medici e/o attrezzature sanitarie con il prodotto utilizzato per la disinfezione decontaminazione, attraverso la consultazione delle relative schede tecniche o chiedendo l appropriata consulenza alla competente ingegneria clinica.

11 Pagina 11 di 13 IGIENE AMBIENTALE Attenersi scrupolosamente alla procedura sulle modalità di esecuzione della pulizia e sanificazione ambientale riportate nella procedura aziendale PA.DS.16 ed alle particolarità di seguito specificate. Ambulatorio La frequenza di pulizia deve essere giornaliera. Attivare, se necessario, l intervento a chiamata della ditta delle pulizie, in caso di contaminazione ambientale (pavimenti, pareti, ecc). Al termine della visita del paziente con infezione/colonizzazione sospetta o accertata, l operatore addetto alle pulizie deve: pulire e disinfettare le superfici e gli arredi (piani di lavoro, carrelli, ecc) più frequentemente toccati dall operatore sanitario e dal paziente durante l assistenza o contaminati da liquidi biologici, secrezioni, escrezioni, con cloroderivati per un tempo minimo di contatto di 10 minuti. Se utilizzato su superfici metalliche, a termine del tempo di contatto, risciacquare e asciugare. Locali di degenza Comunicare preventivamente alla ditta delle pulizie, la stanza di isolamento per programmare le procedure di pulizia e disinfezione delle superfici e degli arredi al fine di consentire l adozione delle procedure di prevenzione e protezione degli operatori da parte dell impresa e delle buone pratiche di pulizia e disinfezione ambientale per la prevenzione della trasmissione dei microrganismi: Ø la stanza di isolamento deve essere pulita per ultima con materiale dedicato e con prodotti detergenti/disinfettanti efficaci. Ø il materiale dedicato deve essere possibilmente monouso e per quello pluriuso prevedere un adeguato trattamento; Ø porre particolare attenzione al trattamento delle superfici nelle immediate vicinanze del paziente e quelle che più frequentemente entrano in contatto con il paziente stesso e/o con l operatore durante l assistenza, come barre del letto, comodino, pulsantiera per luci, campanello, maniglie delle porte, oggetti e rubinetterie, ecc. Gli addetti alle pulizie devono pulire e disinfettare le superfici e gli arredi (piani di lavoro, carrelli, ecc.) più frequentemente toccati dall operatore sanitario e dal paziente durante l assistenza o contaminati da liquidi biologici, secrezioni, escrezioni, con cloroderivati per un tempo minimo di contatto di 10 minuti. Se utilizzato su superfici metalliche, a termine del tempo di contatto, risciacquare e asciugare. Alla dimissione del paziente, eseguire la pulizia a fondo del locale, degli arredi e degli oggetti utilizzati a cui far seguire una accurata disinfezione, tenendo conto del livello di criticità del paziente che ha soggiornato nella stanza. Dove si assistono PAZIENTI PEDIATRICI o nelle SALE D ATTESA dove sono presenti GIOCHI: Ø lasciare a disposizione giocattoli che possono essere facilmente puliti e disinfettati e non consentire l uso di peluche; Ø gli addetti alle pulizie devono pulire e disinfettare i giochi fissi almeno una volta al giorno o quando visibilmente sporchi; per i giocattoli che vengono facilmente a contatto con la bocca, provvedere alla pulizia, disinfezione e risciacquo con acqua; quando vi è la necessità di pulire e disinfettare un giocattolo, farlo immediatamente oppure separarlo dagli altri ponendolo in sicurezza in attesa del trattamento; Ø per la disinfezione di giocattoli in plastica: con cloroderivati per un tempo minimo di contatto di 10 minuti.

12 Pagina 12 di 13 BIANCHERIA-TELERIA-EFFETTI LETTERECCI Manipolare la biancheria/teleria ad alto rischio biologico con molta attenzione, per evitare la dispersione di microrganismi e la contaminazione di aria, superfici e persone, riponendola immediatamente nell apposito doppio sacco (interno trasparente idrosolubile ed esterno rosso) posto nel portabiancheria nella stanza. Alla dimissione del paziente, valutare se inviare al lavaggio il materasso (confezionato nell apposito sacco grande bianco evidenziato con la dicitura infetto ) e cuscini (doppio sacco: interno trasparente idrosolubile ed esterno rosso), in relazione al grado di contaminazione. SMALTIMENTO RIFIUTI Attenersi scrupolosamente a quanto riportato nella procedura aziendale PA.DS.07. Gli aghi e gli altri taglienti e pungenti usati non devono essere maneggiati per evitare lesioni durante lo smaltimento (es. non incappucciare gli aghi usati ) o il ricondizionamento. Al fine di garantire la sicurezza degli operatori è necessario sistemare i contenitori specifici (per il ricondizionamento e lo smaltimento), in posizione agevole, sicura e vicino al posto dove dovranno essere utilizzati. TRASPORTO DEL PAZIENTE Limitare gli spostamenti interni e il trasporto del paziente solo ai casi strettamente necessari. Informare il personale addetto al trasporto e gli operatori delle sedi di destinazione, della presenza di una infezione/colonizzazione sospetta o accertata, al fine di consentire l utilizzo dei dispositivi di protezione individuali ed applicare le misure atte a prevenire la contaminazione dell ambiente, delle superfici e delle attrezzature. Se è necessario trasportare il paziente: Ø fargli indossare la mascherina chirurgica Ø istruirlo sulle norme di igiene respiratoria. Se le condizioni del paziente non consentono l utilizzo della mascherina chirurgica, l operatore sanitario e/o l addetto al trasporto devono indossare il facciale filtrante FFP2. In caso di lesioni cutanee da varicella o secernenti da tubercolosi, coprire le zone coinvolte per prevenire l aerosolizzazione o il contatto con i microrganismi presenti nelle lesioni cutanee. In caso di patologia da contatto il paziente dovrà indossare i presidi di contenimento per limitare le perdite e la conseguente diffusione ( pannoloni etc..) EDUCAZIONE PAZIENTI E VISITATORI Istruire il paziente sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione dei microrganismi ad altri degenti e all ambiente, sulle modalità di accesso alla stanza di degenza ed igiene delle mani 2. Applicare, sulla porta di accesso alla stanza di degenza (isolamento sia stretto che funzionale), il cartello 3 Informazione ai visitatori. Sarà cura del coordinatore infermieristico fornire: Ø comunicazione adeguata ai familiari e visitatori in merito alle norme igieniche e comportamentali da seguire durante la visita Ø gli specifici dispositivi di protezione individuali da indossare durante la visita. 2 vedere allegato 1 3 in allegato 1

13 Pagina 13 di RESPONSABILITA' DELL INTERPRETAZIONE E MATRICE DELLE RESPONSABILITA La responsabilità dell interpretazione e della corretta applicazione delle procedure inerenti la modalità di prevenzione del rischio biologico è demandata alla Direzioni sanitaria di Presidio ospedaliero o territoriale, in base alle rispettive competenze, con la collaborazione dell U.O. Servizio di prevenzione e protezione e medico competente e le strutture coinvolte nel processo specifico. Soggetti coinvolti nella responsabilità: DMP: Direttore Medico di Presidio ospedaliero o territoriale con riferimento agli ambiti di competenza DUO Direttori UU.OO. /SS.AA. CPSE Infermiere Coordinatore / preposto delle varie UU.OO. SPP Servizio Prevenzione e Protezione DMP DUO CPSE SPP Elaborazione procedura A/C R Diffusione della procedura R C C C Attuazione modalità operative previste C R C Verifica dell effettiva applicazione C R C C Revisione della procedura C R Archiviazione della procedura R R = Responsabile azione; C = collaboratore; A = approvazione 6. LISTA DI DISTRIBUZIONE DOCUMENTO La presente procedura è distribuita a: Direttori di macrolivello Direttori di tutte le strutture organizzative aziendali Caposala e/o preposti di tutte le UU.OO. e Servizi aziendali Direttore delle professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione Direttore delle professioni infermieristiche e ostetriche Medici Competenti RLS aziendali Responsabile Ditta Appaltatrice del Servizio di Pulizia Responsabile Ditta Appaltatrice del Servizio smaltimento rifiuti

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