Igiene Le L z e ion o e n e 1
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- Alberto Mazzoni
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1 Igiene Lezione 1
2 L Igiene è la disciplina medica che ha come obiettivo la tutela e la promozione della salute umana
3 Il fine ideale cui tendono l Igiene e la Medicina Preventiva è che ogni persona nasca sana e mantenga il proprio stato di salute al più alto livello fino al naturale compimento della vita.
4 MEDICINA CLINICA = compito di curare e possibilmente guarire il singolo individuo. MEDICINA PREVENTIVA MEDICINA PREVENTIVA = compito di promuovere la salute e prevenire le malattie intervenendo sull intera comunità.
5 IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA Demografia Epidemiologia Statistica Sanitaria Sociologia Programmazione MEDICINA DI SANITA PUBBLICA Prevenzione delle malattie Promozione della salute
6 Definizione di Prevenzione Atti finalizzati a eradicare o a eliminare le malattie e le disabilità o a minimizzare il loro impatto. Il concetto di prevenzione è poi articolato in livelli, che definiscono una prevenzione convenzionalmente chiamata primaria, una secondaria e una terziaria Dizionario di Epidemiologia, IV Edizione a cura di John M. Last
7 La promozione della salute Attraverso il coinvolgimento consapevole e responsabile del cittadino, favorisce scelte utili al massimo potenziamento della salute del singolo e della collettività
8 Modifica degli atteggiamenti Educazione sanitaria Adozione di comportamenti Acquisizione delle conoscenze Salute
9 PROMOZIONE DELLA SALUTE Operatori Per la Salute CONOSCENZE Cittadino SCELTE S A Comunità L ALLOCAZIONE U RISORSE T E PREVENZIONE
10 Cosa si intende per salute?
11 DEFINIZIONE DI SALUTE La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità. (OMS 1948)
12 DETERMINANTI DI SALUTE
13 Come si misura lo stato di salute di una popolazione?
14 MISURA DELLA SALUTE Principali indicatori delle condizioni sanitarie di una popolazione Diretti Demografici Mortalità Natalità Fecondità Immigrazione Speranza di vita Durata media della vita Piramide dell età Indice di vecchiaia e rapporto di dipendenza Indiretti Socio-economici Disponibilità di beni essenziali (acqua, abitazione adeguata, ecc.) Occupazione disoccupazione Livello di scolarizzazione
15 Diretti Sanitari Mortalità per causa Morbosità Anni perduti di vita potenziale Limitazioni funzionali e/o organiche Invalidità permanente Morbilità Indiretti Socio sanitari Diffusione di fattori di rischio di tipo comportamentale: abitudini alimentari inadeguate, uso di sostanze voluttuarie (alcool, tabacco, droga), carenza di attività fisica Alterazioni genetiche Degrado e/o contaminazione ambientale Frequenza di utilizzazione delle strutture assistenziali socio-sanitarie
16 DEMOGRAFIA La dinamica demografica ovvero l evoluzione delle componenti naturali (nascite o morti) o sociali (immigrazioni ed emigrazioni) che modificano la consistenza e la struttura di una popolazione rappresenta un elemento di valutazione estremamente importante per affrontare il tema dello stato Sanitario di un Paese. EQUAZIONE FONDAMENTALE Pt0 = n - m + (i e) P t0 popolazione nel tempo t con 0 n m nascite decessi (i e) saldo migratorio i immigrazioni; e emigrazioni
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19 DISTRIBUZIONE MONDIALE DEL TASSO DI MORTALITÀ INFANTILE Fonte ISS, 2000
20 DISTRIBUZIONE MONDIALE DELLA SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA Fonte ISS, 2000
21 DISTRIBUZIONE MONDIALE DEL TASSO DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
22 DISTRIBUZIONE DEL TASSO DI NATALITÀ Italia: Natalità 9.4 Fecondità1.3 figli/donna ITALIA 9,9 EUROPA DELL EST 15,31 PAKISTAN 45,8 AFRICA MEDITERRANEA 35,7 BANGLADESH 39,6 Aree di origine flussi migratori in Italia AFRICA ORIENTALE 47,62 AFRICA OCCIDENTALE 47,62
23 CLASSIFICAZIONE PER CLASSI DI ETÀ E GENERE La Piramide delle Età yrs Struttura per Genere yrs yrs Classi di Età yrs yrs yrs Female Male yrs yrs yrs Peso Specifico di ciascuna classe
24 EVOLUZIONE DELLA PIRAMIDE DELL' ETÀ NELLA POPOLAZIONE ITALIANA
25 Invecchiamento della popolazione Fonte:
26 Invecchiamento dall alto e dal basso Il processo di invecchiamentoèstato a lungo letto come un processo che si produce alla base della piramide dell età: pochi bambini nascono, ancor meno ne muoiono grazie al controllo della mortalità infantile. Il fatto nuovo degli ultimi due decenni è l'abbattimento delle barriere al raggiungimento delle età senili, che fa prevalere un processo di invecchiamento "dall'alto" della popolazione nel suo complesso. Abbattimento di tale misura da ritenersi "sintomo di una nuova fase dell'evoluzione della mortalità". (Caselli, 1991)
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28 Lo scenario epidemiologico
29 Epidemiologia È la Scienza che studia la distribuzione e le cause delle patologie dell uomo. Mac Mahon, 1970
30 Morire in Italia - trend del XX secolo
31 Transizione epidemiologica, Italia Altre cause Incidenti Apparato respiratorio e digerente Sistema circolatorio Malattie infettive Tumori
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33 Transizione epidemiologica. Con questo termine si indica il cambiamento di caratteristiche delle malattie che ha accompagnato il miglioramento complessivo delle condizioni di salute dalla fine del XIX alla prima parte del XX secolo. Insieme al calare della mortalità e al crescere della speranza di vita, si è avuto uno spostamento delle caratteristiche delle malattie da un quadro dominato dalle malattie infettive a uno in cui prevalgono malattie croniche come le cardiopatie e i tumori. Questo scivolamento verso le patologie croniche si può in parte spiegare col fatto che molta più gente ha vissuto fino all età in cui queste malattie colpiscono.
34 Malattie infettive Malattie cronico-degenerative Miglioramento delle condizioni nutrizionali Incremento delle difese immunitarie specifiche (vaccinazione) Miglioramento delle condizioni ambientali Miglioramento delle condizioni di vita Disponibilità di farmaci BENESSERE
35 Malattie cronico-degenerative Le malattie cronico-degenerative non rappresentano un gruppo nosologico ben definito, ma, in un ottica igienistica, tale denominazione riunisce patologie caratterizzate da: - Patogenesi su base degenerativa - Evoluzione cronica - Eziologia multifattoriale - Importanza sociale per gravità, diffusione e costi Ad esempio: MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE TUMORI DIABETE BRONCOPNEUMOPATIE CRONICO-OSTRUTTIVE CIRROSI EPATICA
36 Caratteristiche epidemiologiche differenziali delle patologie infettive e cronico-degenerative Caratteristiche Fattori causali maggiori Durata del periodo di latenza Malattie infettive (acute) Per lo piu specifici. Necessari Per lo piu breve (giorni o settimane) Malattie non infettive (croniche) Molteplici. Per lo piu aspecifici. Non necessari Per lo piu lunga (anni o decenni) Esordio Per lo piu clamoroso Spesso subdolo e lento. manifestazione dei sintomi graduale o improvvisa Decorso Rapido (giorni o settimane) Lento (anni o decenni) Esito Guarigione Stabilizzazione o progressivo peggioramento. In molte frome decesso a distanza di anni o decenni Effetto dei miglioramenti terapeutici Abbreviano il decorso. Diminuisce la prevalenza Allungano il decorso. Aumenta la prevalenza
37 Rapporto causale biunivoco (malattie infettive) Fattori agente Fattori ambiente Agente eziologico A Malattia infettiva A Fattori ospite CAUSA NECESSARIA CONDIZIONI DI SUFFICIENZA EFFETTO SPECIFICO
38 Rapporto di rischio aspecifico e multiplo (malattie cronico-degenerative o multifattoriali) F aspecificità Entità, durata, Frequenza diversa di azione dei fattori di rischio M molteplicità F1 F2 * Malattia A F3 * Malattia B F4 * Malattia C Modulazioni ambientali FATTORI DI RISCHIO ASPECIFICI Fattori dell ospite Inibizioni o potenziamenti MODULAZIONI reciproci tra fattori di rischio EFFETTO MULTIPLO
39 Causa o CAUSE: agenti che hanno dignità etiologica perché svolgono un ruolo determinante nell inizio e nello sviluppo del processo patologico (unicità, indispensabilità, specificità, sufficienza). FATTORI DI RISCHIO: variabili biologiche, comportamentali e fattori ambientali la cui presenza aumenta la probabilità che la malattia o evento patologico si manifesti, pur non svolgendo un chiaro ruolo etiologico.
40 LIVELLI E TIPI DI PREVENZIONE PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA PREVENZIONE TERZIARIA
41 PREVENZIONE PRIMARIA Per una quantificazione della riduzione del rischio bisogna tener conto di un certo numero di variabili come: Diversa età dei soggetti Tempo di durata dell esposizione al fattore di rischio Danno da esso prodotto Effettiva riduzione del fattore
42 Prevenzione secondaria screening di massa e screening in gruppi a rischio Prevenzione terziaria prevenzione dell invalidità
43 Fattori causali /Fattori di rischio Non rischio esposizione PREVENZIONE PRIMARIA Non malattia malattia Malattia asintomatica Bisogno di salute Non percepito Segni e sintomi Riconoscimento del malessere (bisogno di salute) PREVENZIONE SECONDARIA Bisogno di salute Non espresso Espressione del malessere Bisogno di salute Non soddisfatto Diagnosi-terapia PREVENZIONE TERZIARIA
44 I determinanti della salute M O D I F I C A B I L I
45 PREVENZIONE PREVENZIONE PRIMARIA ( Prevention of occurrence ) RIMUOVERE I FATTORI CAUSALI E DI RISCHIO POTENZIARE LE DIFESE MODIFICA DI COMPORTAMENTO MODIFICHE AMBIENTALI Norme di legge Tecniche pubblicitarie Educazione sanitaria Pressione sociale Ambiente naturale Ambiente sociale Ambiente di lavoro Informazione Motivazioni Servizi adeguati PREVENZIONE SECONDARIA ( Prevention of progression ) IDENTIFICARE I SOGETTI A RISCHIO DIAGNOSI PRECOCE PREVENZIONE TERZIARIA RIABILITAZIONE RECUPERO SOCIALE QUALITA DELLA VITA
46 Igiene e Sanità Pubblica Realizzazioni del 20 o secolo: Miglioramento delle condizioni igieniche Miglioramento nel trattamento degli alimenti (refrigerazione) Miglioramento nel trattamento dell acqua e dei reflui Diffusione delle vaccinazioni
47 Esempi storici di attività di prevenzione a livello mondiale: il vaiolo L Eradicazione del vaiolo è l esempio più noto dei risultati ottenuti dall OMS. Il vantaggio per la salute pubblica ottenuto con l eradicazione del vaiolo è davvero impressionante. Nel 1967, quando l OMS decise di affrontare lo sforzo internazionale per l eradicazione, si stimava che il vaiolo colpisse 15 milioni di persone all anno con 2 milioni di morti, mentre altri milioni restavano sfigurati e talvolta ciechi. Grazie a una sorprendente cooperazione mondiale, nel 1980 l OMS ha potuto dichiarare eradicata la malattia.se non fosse stata eradicata, negli ultimi vent anni ci sarebbero stati 350 milioni di nuovi malati, circa la popolazione attuale dell Unione Europea e 40 milioni di morti, come due terzi della popolazione italiana. (OMS)
48 Fattori che influenzano lo stato di salute,mortalità e spesa sanitaria FATTORI Contributo potenziale alla riduzione della mortalità Ripartizione spesa sanitaria Biologici 7% 6,9% della Ambientali 19% 1,6% Stili di vita 43% 1,5% Servizi sanitari 11% 90% modificato da Dever 1976 USA Piano sanitario regionale Emilia Romagna
49 STILI DI VITA ALIMENTAZIONE ATTIVITA FISICA FUMO ALCOOL DROGHE ATTIVITA SESSUALE
50 Gli Stili di Vita come fattori di malattia l adozione di stili di vita il più possibile orientati alla buona salute riduce in misura importante il rischio di sviluppare malattie croniche. Dunque di tutti i determinanti della salute, gli stili di vita sono tra quelli più facili da controllare e insieme tra i più importanti per l influenza che hanno sulla nostra salute. Diane Wilson, USA. Da: Lifestyle Factors and the Prevention Movement
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