PROTEZIONE CIVILE A.N.A.MODENA
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1 Sezione di Modena PROTEZIONE CIVILE A.N.A.MODENA Relatori: Coordinatore Protezione Civile Sezione di Modena Ghirardelli Mauro Responsabile Settore Formazione Protezione Civile Piacentini Alberto
2 PROTEZIONE CIVILE A.N.A. LA NASCITA La Protezione civile dell ANA nasce in pratica all'inizio degli anni ottanta, come attività organica ma si può dire che il germe sia stato gettato nel 1976 nel Friuli devastato dal terremoto in cui l'associazione Nazionale Alpini, prendeva coscienza di avere nelle sue fila un patrimonio di esperienze, volontà entusiasmo che poteva essere canalizzato là dove se ne rilevava la necessità. Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
3 Protezione Civile A.N.A. LA NASCITA Da allora è stato un crescendo di coinvolgimenti, addestramenti, acquisizioni di materiali, mezzi ed esperienze ma anche e, forse, soprattutto di realizzazioni di interventi. La nostra Protezione civile è sempre presente dove viene richiesta, sia al livello di Dipartimento della Protezione civile presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, sia nei territori montani per l'antincendio boschivo e nelle opere di prevenzione in cooperazione con Comuni, Province, Comunità Montane e Regioni. Relatori: Piacentini Alberto
4 Protezione Civile A.N.A.NAZIONALE Sempre pronta per interventi di emergenza, la Protezione civile ANA è comunque impegnata costantemente nelle importanti e strategiche attività di prevenzione e previsione con interventi di recupero, bonifiche ambientali e salvaguardia dei territori soprattutto montani. Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
5 Protezione Civile A.N.A. I numeri Sono i volontari attivi, divisi in quattro Raggruppamenti Il 1º comprende i volontari di Liguria, Piemonte e Valle d'aosta Il 2º quelli della Lombardia e dell'emilia Romagna Il 3º gli alpini del Triveneto Il 4º gli alpini del Centro Sud Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
6 Protezione Civile A.N.A. LE RISORSE Tutti i Raggruppamenti dispongono di magazzino dove sono disponibili materiali d'emergenza, veicoli, attrezzature adeguate ad un veloce impiego. Utilizzo di frequenze radio riservate, autorizzate dal Ministero delle Poste Telecomunicazioni Oltre 400 mezzi operativi Convenzioni stipulate con Regioni, Provincie, Comunità Montane e altri enti territoriali; Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
7 Protezione Civile A.N.A. LE RISORSE 1 ospedale da campo composto da 20 shelter con unità operatorie, radiologiche, cardiografiche, di analisi, farmacia L'ospedale da campo aviotrasportabile è depositato all'aeroporto militare di Orio al Serio Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
8 Protezione Civile A.N.A. LE RISORSE 13 tensostrutture di supporto, officina, cucina, ecc; 5 magazzini con materiali ed attrezzature 113 unità cinofile 81 squadre sezionali attive a livello provinciale con autosufficienza logistica ed operativa 3 Sezioni a rotazione sempre allertate 24 ore 19 squadre antincendio boschivo (A.I.B.) di 2 livello Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
9 Protezione Civile A.N.A.NAZIONALE La Protezione civile dispone di magazzini con materiali di pronto impiego (tende, containers, servizi igienici e docce, letti ed altre attrezzature) ad Asti, Atessa, Latina, Cesano Maderno e Vicenza. Il Centro Coordinamento Interventi Operativi (CCIO) è il braccio operativo nazionale della Protezione civile che durante le emergenze e le grandi esercitazioni nazionali ha il compito di coordinare e controllare le varie operazioni di soccorso e di supporto, della Colonna Mobile Nazionale, nonché le operazioni logistiche ed amministrative svolte a supporto di Raggruppamenti impiegati sul terreno. E' composto da veterani provenienti da tutti i Raggruppamenti, persone che hanno alle spalle numerosi anni di attività e svariate missioni compiute in Italia ed all'estero. Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
10 COLONNA MOBILE A.N.A.NAZIONALE La Colonna Mobile Nazionale A.N.A. come suo magazzino principale utilizza quello di Motta di Livenza Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
11 Protezione Civile A.N.A.NAZIONALE SPECIALIZZAZIONI Alpinisti Subacquei Sanitari Telecomunicazioni radio (T.L.C.) Squadre antincendio boschivo (A.I.B.) Unità cinofile di soccorso (U.C.S.) Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena (dati aggiornati al 31 dicembre 2012)
12 Protezione Civile A.N.A presente dal 1976 FRIULI 1980 IRPINIA 1987 VALTELLINA E VAL BREMBANA 1989 ARMENIA 1994 ALLUVIONE PIEMONTE 1996 ALLUVIONE VERSILIA E GARFAGANANA 1997 SISMA UMBRIA E MARCHE 1998 SARNO 1999 MISSIONE ARCOBALENO 1999 VALONA OSPEDALE DA CAMPO 2000 EMERGENZA IN FRANCIA DORDOGNE STRADE SGOMBERATE 336 KM LEGNAMI LAVORATI MC 2000 ALLUVIONE PIEMONTE VALLE D'AOSTA 2001 INTERVENTO PREVENTIVO ZONA IMPERIA 2001 INTERVENTO PREVENTIVO VALLE D'AOSTA 2001 NUBIFRAGIO BRIANZA 2002 TERREMOTO MOLISE 2002 ALLUVIONI E FRANE VARIE 2003 OPERAZIONI DI ANTINCENDIO BOSCHIVO 2003 TERREMOTO IN IRAN (26 30/12/03) 2004 TERREMOTO IN LOMBARDIA (SALO') 2005 INTERVENTO A ROMA PER LA MORTE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II 2005 TSUNAMI IN SRI LANKA 2005 MATERIALE IN PAKISTAN 2006 ESERCITAZIONE ASIAGO 2007 ESERCITAZIONE CUNEO 2008 ESERCITAZIONE BASSANO 2008 EMERGENZA NEVE IN PIEMONTE TERREMOTO ABRUZZO (8500 volontari impiegati, ore lavorate ) 2011 ALLUVIONE LIGURIA 2012 PRECIPITAZIONI NEVOSE 2012 TERREMOTO IN PIANURA PADANA 2014 ROTTURA ARGINE S.MATTEO MODENA Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
13 Relatori: Piacentini Alberto Protezione Civile A.N.A Modena
14 Protezione Civile A.N.A Modena Strutturata in sei unità d intervento a livello Provinciale MO1-Gruppi di: Castelfranco;Castelvetro;Savignano;Vignola;Marano MO2-Gruppi di: Fanano;Sestola;Montecreto;Montese;Zocca;Verica;Roccamalatina MO3-Gruppi di: Fiumalbo;Lama Mocogno;Pavullo;S.Anna Pelago;Olina MO4-Gruppi di: Montefiorino;Frassinoro;Piandelagotti;Boccasuolo MO5-Gruppi di: Prignano;Braida;Polinago MO6-Gruppi di:modena;sassuolo;fiorano;maranello;formigine;carpi;s.prospero;s.michele Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
15 Protezione Civile A.N.A Modena Cucina Mobile di Emergenza: n. 60 Volontari di cui n.10 cuochi Approntamento cucina mobile o postazione di ristoro a secondo dell evento in atto Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
16 A LIVELLO REGIONALE L ANA SI E STRUTTURATA SU 5 SEZIONI Sezione di Piacenza Sezione di Parma Sezione di Reggio Emilia Sezione di Modena Sezione Bolognese Romagnola Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
17 Sezione di Modena STORIA DELLA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE Relatore: Responsabile Settore Formazione Protezione Civile Piacentini Alberto
18 Dove nasce il volontariato di protezione civile? La protezione e la difesa civile nascono nella storia antica per fronteggiare eventi di emergenza (per lo più guerre) e inaspettati, per mettere in salvo la popolazione. 480 a.c. Serse (Persiano ) avanza alla conquista della Grecia. Temistocle (ateniese) aveva approvato con un decreto il piano di evacuazione dell Attica in Argolide (circa persone) Il decreto prevedeva trasporto civili via mare, gemellaggio con le popolazioni ospitanti, rifornimento viveri! Battaglia Termopili Agosto 480 a.c. Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena Volontario Alberto Piacentini
19 Dove nasce il volontariato di protezione civile? La storia dell'uomo è stata segnata sin dai suoi inizi dall'affermazione di un senso di solidarietà e di disponibilità verso gli altri. In Italia il volontariato ha radici antiche ed è rappresentato da : Ordini religiosi Associazioni laiche di mutuo soccorso E' il 1244, quando, per opera del padre domenicano Pietro da Verona, nasce a Firenze la prima Confraternita di Misericordia. La pestilenza del 1348 li vedrà incessantemente attivi nei loro servizi di assistenza e soccorso. E' un miracolo nella Firenze medioevale: fanno parte della organizzazione nobili e popolani, accomunati dall'impegno per la solidarietà. Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena Volontario Alberto Piacentini
20 Altre forme di volontariato nella Storia Un uomo d affari Henry Dunant arriva in Lombardia, nel pieno della II guerra d'indipendenza italiana, scoppia a Solferino, il 24 giugno del 1859, una delle battaglie più sanguinose che l'europa abbia mai vissuto. Dunant rimane sconvolto dal numero impressionante dei feriti e dei morti, ma soprattutto dal fatto che essi vengano abbandonati a loro stessi; più di persone giacciono sul campo di battaglia. Il conflitto che scoppia, nel febbraio 1864, tra la Prussia e la Danimarca, in occasione del quale agiscono per la prima volta le nascenti Società Nazionali di Soccorso, evidenzia le difficoltà frapposte dai governi al loro operare prima convenzione di Ginevra viene stabilita, inoltre, la regola fondamentale secondo la quale "i militari feriti o malati saranno raccolti e curati, a qualunque nazione appartengano". Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena Volontario Alberto Piacentini
21 1871 Terremoti e Colera Il colera e i disastrosi terremoti che colpirono la penisola nel corso dell Ottocento e che videro proprio l esercito svolgere, come scrisse nel 1871 il colonnello d artiglieria Carlo Mariani, una funzione di vero e proprio salvatore dell umanità Terremoto di Messina: morti Il disastroso terremoto di Messina del dicembre del 1908, fissatosi nell immaginario collettivo per la straordinaria copertura fornita dalle cronache giornalistiche rappresentò un vero e proprio spartiacque. Per la gravità della sua portata e per le gravi deficienze, in termini di prevenzione ma anche di gestione dell emergenza, messe in evidenza, il sisma del 1908 sfuggì per la prima volta ad una ritualità che prevedeva il rapido ritorno alla normalità. Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena
22 1915 Terremoto Marsica: morti In effetti, gli interventi in aiuto alle popolazioni colpite da calamità naturali si leggeva in una minuta redatta a compendio dell attività svolta in occasione del terremoto della Marsica del 1915 avevano rappresentato per l esercito un attività costante in tempo di pace Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena Volontario Alberto Piacentini
23 Come nasce la Protezione Civile Dopo l unità d Italia la legislazione del Regno d Italia aveva ancora un carattere per così dire contingente. Consisteva infatti in disposizioni adottate volta per volta, contenenti provvedimenti a favore dei sinistrati e direttive impartite a vari enti. Relatore: Piacentini Alberto ANA Modena Volontario Alberto Piacentini
24 Come nasce la Protezione Civile Nel 1926 con il R.D.L. n. 2389, convertito nel 1928 nella legge 883, e con il regolamento di attuazione del R.D.L. (contenuto nel D.M. 15 dicembre 1927), si comincia a delineare una struttura per così dire permanente per il soccorso alle popolazioni: la competenza viene affidata al Ministero dei Lavori Pubblici, ma alcuni compiti specifici vengono assegnati ad altre amministrazioni (ad esempio la Regia Aeronautica doveva provvedere ad immediate ricognizioni aeree, le poste garantire attraverso il telegrafo le comunicazioni). Relatore: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
25 Come nasce la Protezione Civile Legge n 996/1970 Prima legge sulla Protezione Civile Considera gli interventi di protezione civile dei volontari aggiuntivi rispetto a quelli effettuati dal personale professionale. I volontari sono organizzati per gruppi provinciali in appoggio alle squadre dei VVF. Relatore: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
26 Come nasce la Protezione Civile A seguito del TERREMOTO del 1980 viene finalmente redatto il Regolamento di Esecuzione della Legge del 1970 (D.P.R. n 66/1981) Il REGOLAMENTO prevede l iscrizione dei volontari in appositi ruolini delle Prefetture, a seguito di una verifica dei requisiti soggettivi e del superamento del corso di istruzione Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
27 Come nasce la Protezione Civile Viene creato il Ministero della Protezione civile affidato all onorevole Giuseppe Zamberletti Nel 1982 nasce il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
28 Storia del volontariato di protezione civile L attività di volontariato deve essere: Personale Spontanea Gratuita In particolare in Protezione Civile occorre dare spazio al concorso libero e fantasioso, ma efficace e snello, del volontariato che però deve essere FORMATO E PREPARATO Il volontariato, specialmente quello organizzato dalle Associazioni, deve essere ADDESTRATO, DISCIPLINATO, RACCORDATO E LEGITTIMATO ISTITUZIONALMENTE Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
29 ZAMBERLETTI fonda la moderna Protezione Civile Nel 1982 Zamberletti presenta un disegno di Legge volto ad avviare una riforma significativa della Protezione Civile. Dopo 10 anni di dibattito, nel 1992 viene approvata la Legge 225 che contiene tre intuizioni di importanza storica, che rivoluzionano l impianto filosofico della protezione civile italiana Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
30 Novità della legge 225 Il sistema di Protezione Civile deve essere preesistente all evento, e non formarsi in corsa Il primo presidio territoriale di Protezione Civile va individuato nel Comune Occorre coinvolgere e valorizzare il Volontariato organizzato Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
31 I fondamenti della Legge 225/92 1) Carattere multilivello per una materia a competenza mista (Stato; Regioni; Comuni) 2) Insieme di attività (previsione, prevenzione, soccorso, superamento dell emergenza) 3) Strutture operative nazionali (VVF; CFS; FFAA; CRI; Volontariato; ecc.) 4) Ruolo di indirizzo e coordinamento del Dipartimento della protezione civile 5) Rischio inteso non come evento di natura fisica ma come livello di competenza Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
32 Sezione di Modena IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE Relatore: Responsabile Settore Formazione Protezione Civile Piacentini Alberto
33 La protezione civile in Italia Con protezione civile si intende L INSIEME delle attività messe in campo per tutelare la vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti dalle calamità Relatori: Piacentini Alberto
34 I livelli di competenza (Art. 2 L. 225/92) Eventi naturali o connessi con l attività dell uomo che a) possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili da singoli enti in via ordinaria COMUNE b) per loro natura ed estensione comportano l intervento coordinato di più enti in via ordinaria REGIONE - PROVINCIA c) per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari Relatori: Piacentini Alberto STATO 34
35 Tipologia di eventi Evento di tipo A Eventi naturali o connessi all'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati in via ordinaria e gestiti a livello Comunale Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
36 C.O.C Centro Operativo Comunale Attivati in calamità e presieduti dai Sindaci Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
37 Tipologia di eventi Evento di tipo B Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per natura ed estensione comportano l'intervento coordinato (in via ordinaria) di più enti o amministrazioni Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
38 C.O.M Centri Operativi Misti Attivati in calamità nelle zone d intervento interessano più Comuni Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
39 Tipologia di eventi Evento di tipo C calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
40 C.C.S Centro Coordinamento Soccorsi (Provincia, Prefettura, VV.FF., 118, Volontariato, Polizia, Carabinieri, ecc.) Attivato in ZONA della calamità Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
41 DICOMAC La Direzione Di Comando e Controllo E' l'organo di Coordinamento Nazionale delle strutture di Protezione Civile nell'area colpita. Viene attivato dal Dipartimento della Protezione Civile in seguito alla dichiarazione dello Stato di Emergenza Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
42 DICOMAC La Direzione Di Comando e Controllo (DI.COMA.C.) è una struttura centrale mobile che viene attivata solo a seguito di grandi eventi e rappresenta il livello decisionale dislocato sul territorio che fornisce, direttamente nell'area interessata dall'evento, un supporto al coordinamento locale. Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
43 DICOMAC La struttura della Di.Coma.C. allestita, in occasione del terremoto dell'aquila, nel palazzetto dello sport della scuola allievi sottufficiali della guardia di Finanza dell'aquila, ha compiti e funzioni svolte dai diversi rappresentanti delle Istituzioni, sia a livello centrale che locale, e del mondo del volontariato che operano sotto il coordinate del Dipartimento Nazionale di Protezione civile. Relatori: Piacentini Alberto Volontario Alberto Piacentini
44 Sezione di Modena IL SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Relatore: Responsabile Settore Formazione Protezione Civile Piacentini Alberto
45 Il Sistema Regionale Nato nel 1995 con l emanazione della Legge Regionale n.45 Rinnovato/modificato nel 2005 attraverso l emanazione della Legge Regionale n.1 Garantire la salvaguardia dell incolumità dei cittadini, la tutela dell ambiente, del patrimonio culturale ed artistico e degli insediamenti civili e produttivi dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi Istituzione Agenzia di protezione civile della Regione Emilia-Romagna Relatori: Piacentini Alberto
46 Legge Regionale 1/2005 Istituisce l Agenzia Regionale di Protezione Civile COMPONENTI ISTITUZIONALI Regione Uffici Territoriali del Governo Province Comuni Unioni di Comuni Comunità Montane Altre forme associative STRUTTURE OPERATIVE Agenzia regionale Protezione Civile e strutture tecniche collegate Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Capitanerie di Porto Forze dell Ordine, Polizia Municipale Sanità regionale, 118 ARPA, Consorzi di Bonifica, AIPO Volontariato di Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, Corpo Nazionale Soccorso Alpino Comunità Scientifica Aziende di Servizi Relatori: Piacentini Alberto
47 Regione - Funzioni e compiti Favorisce l integrazione, indirizza e coordina l attività in materia di protezione civile degli organismi di diritto pubblico e di ogni altra organizzazione pubblica e privata operante nel territorio regionale Coordina la partecipazione delle componenti del sistema regionale di protezione civile alle iniziative di protezione civile al di fuori del territorio regionale e nazionale e promuove forme di collaborazione con le altre Regioni per l espletamento di attività di protezione civile Incentiva lo sviluppo delle strutture di protezione civile degli Enti locali (contributi/consulenze) per preparare e migliorare la risposta all emergenza Favorisce la costituzione di Centri provinciali unificati di protezione civile per ottimizzare il raccordo funzionale Promuove e coordina gli interventi formativi Relatori: Piacentini Alberto
48 Province - Funzioni e compiti Costituiscono presidio territoriale locale per la prevenzione, previsione e gestione dei rischi presenti nel territorio Effettuano rilevazione, raccolta, elaborazione ed aggiornamento dei dati interessanti la protezione civile, da trasmettere all Agenzia regionale Predispongono i piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali Effettuano coordinamento e supporto delle attività di pianificazione comunale Programmano, anche in concorso con la Regione, le attività di formazione e gli interventi volti a sviluppare e diffondere un adeguata cultura di protezione civile Relatori: Piacentini Alberto
49 Province - CHIUSURA Le Province resteranno enti di secondo grado fino al 31 dicembre 2014, mantenendo le funzioni di area vasta ed esercitando le funzioni di pianificazione riguardo a territorio, ambiente, trasporto, rete scolastica, gestione dell edilizia scolastica e il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni e personale tra Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito sia il patrimonio, sia il personale con lo stesso compenso. Relatori: Piacentini Alberto
50 Comuni - Funzioni e compiti Predispongono ed attuano i piani comunali o intercomunali di emergenza (avvalendosi anche del supporto tecnico dell Agenzia regionale) Informano la popolazione sulle situazioni di pericolo e sui rischi presenti sul proprio territorio Provvedono all attivazione degli interventi di prima assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi e all approntamento dei mezzi e delle strutture necessarie Favoriscono la costituzione e lo sviluppo dei gruppi comunali e delle associazioni di volontariato di protezione civile Al verificarsi sul territorio comunale di un evento di tipo a) il Sindaco provvede alla direzione e al coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, comunicandolo al Prefetto, al Presidente della Provincia e al Presidente della Giunta regionale Relatori: Piacentini Alberto
51 Capisaldi del Sistema PIANIFICAZIONE COORDINAMENTO INTEGRAZIONE INNOVAZIONE FORZA COMPOSTA DI UOMINI E MEZZI CHE INTERAGISCE E COOPERA IN BASE A REGOLE CHIARE, RESPONSABILITÀ PREDEFINITE E PROCEDURE COMUNI DI INTERVENTO NELLE EMERGENZE Relatori: Piacentini Alberto
52 La Protezione Civile non è un solo corpo gerarchizzato, ma un insieme coordinato di tanti gruppi ed Enti specializzati che al proprio interno hanno specifici linguaggi, determinate procedure e spiccato senso di appartenenza Relatori: Piacentini Alberto
53 Efficacia della squadra OBIETTIVO,METODO,RISORSE,COODINAMENTO,FIDUCIA,MOTIVAZIONE, COLLABORAZIONE,COMUNICAZIONE Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
54 I rischi in Emilia Romagna Rischio Sismico Regione a sismicità media Terremoti storici con magnitudo max tra Richter Intensità massima dell VIII IX grado della scala MCS Classificazione sismica dei Comuni in Emilia Romagna Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
55 I rischi in Emilia Romagna Rischio idrogeologico/idraulico Rischio Idrogeologico indica quei fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali o sotterranee Fenomeni: FRANE, ALLUVIONI Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
56 I rischi in Emilia Romagna Rischio incendi boschivi Si definisce incendio boschivo un fuoco che tende ad espandersi su aree boscate, cespugliate, su terreni coltivati o incolti oppure su pascoli vicini a queste aree, comprese eventuali strutture realizzate dall uomo all interno delle predette aree Circa metà dell intera superficie regionale è esposta al pericolo di incendi nei periodi di scarsa piovosità e alta ventosità Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
57 I rischi in Emilia Romagna Rischio trasporti, attività civili e infrastrutture Determinano situazioni di potenziale pericolo per i cittadini ed hanno un rilevante impatto sociale Sulle autostrade e superstrade sia nel periodo estivo (esodo estivo) sia in quello invernale (dovuti ad intense nevicate) Sulla rete ferroviaria di RFI (dovuti a guasti o incidenti) Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
58 I rischi in Emilia Romagna Rischio chimico/industriale Sono presenti nel territorio regionale diverse aziende a rischio incidente rilevante Gli incidenti industriali (incendi, esplosioni, rilasci) sono eventi tipicamente imprevedibili e possono ricondursi alle normali attività svolte giornalmente Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
59 Attività di protezione civile Sono attività di protezione civile quelle volte alla PREVISIONE e alla PREVENZIONE DEI RISCHI, al SOCCORSO delle popolazioni sinistrate e ad ogni ALTRA ATTIVITÀ NECESSARIA E INDIFFERIBILE, diretta al CONTRASTO e al SUPERAMENTO dell'emergenza e alla MITIGAZIONE del rischio Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
60 Attività di protezione civile La prevenzione consiste nelle attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi Si esplica attraverso: l'allertamento la pianificazione dell'emergenza la formazione la diffusione della conoscenza della protezione civile l'informazione alla popolazione l'applicazione della normativa tecnica l'attività di esercitazione Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
61 Attività di protezione civile La previsione consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all'identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
62 Attività di protezione civile Il soccorso consiste nell'attuazione degli interventi integrati e coordinati diretti ad assicurare alle popolazioni colpite ogni forma di prima assistenza Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
63 Attività di protezione civile Il superamento dell'emergenza consiste unicamente nell'attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie e indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
64 Centro Operativo Regionale COR - Compiti Costituisce presidio della Regione finalizzato al presidio della sicurezza territoriale Assicurando il raccordo funzionale ed operativo in caso di emergenza fra gli attori del Sistema di protezione civile Acquisendo tempestivamente notizie e dati circa le situazioni di pericolo e di danno, nonché la natura dell evento calamitoso e fornire informazioni circa la situazione di allarme e di emergenza seguendone l andamento Stabilendo tempestivi contatti con i competenti organi nazionali della protezione civile, con i centri operativi, le varie componenti della protezione civile a livello regionale ed opera a supporto delle Amministrazioni Locali Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
65 Struttura del COR SALA OPERATIVA - SALA MULTIRISCHIO: presidia le funzioni ed i compiti della Regione in materia di preparazione, allertamento e gestione di situazioni di crisi e di emergenza Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
66 Struttura del COR SERVIZIO DI REPERIBILITA : personale tecnico dell Agenzia Protezione Civile, organizzato in turni settimanali da squadre composte da un referente e tre coadiutori CENTRI DI PRONTO INTERVENTO: CERPIC: Centro di Pronto Intervento idraulico CREMM: Centro Regionale Logistica Mezzi e Materiali (modulo assistenza alla popolazione) Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
67 COR - attività ordinaria Attività a presidio della sicurezza territoriale Raccolta dati Attività di monitoraggio (attraverso strumenti informatici presenti nella struttura) Contatti con altre sale operative (Arpa SIMC CF, VVF, CFS, Capitanerie di Porto, ecc) Predisposizione procedure Esercitazioni Aggiornamento in materia di protezione civile Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
68 COR - attività in emergenza Allertamento di Protezione Civile: attivazione e cessazione delle fasi previste dal modello di intervento (ATTENZIONE, PREALLARME e ALLARME) Raccolta di informazioni al fine di valutare gli eventi calamitosi e le eventuali conseguenze Elaborazione ed aggiornamento scenari di rischio Coordinamento e gestione interventi urgenti Gestione risorse umane e materiali per fronteggiare le emergenze: Volontari (9 Coordinamenti provinciali del volontariato ed Associazioni Regionali/Nazionali) Attrezzature (Cerpic, CREMM) Attivazione della Colonna Mobile Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
69 Contenuti allerta di protezione civile Fase (attivazione/cessazione) Zone interessate (zone di allertamento o comuni) Tipologia di evento Periodo di validità Descrizione dell evento Effetti attesi sul territorio Azioni del sistema di protezione civile Consigli di comportamento per la popolazione Contenuti allerta di protezione civile Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
70 Monitoraggio Satelliti e Radar Rete Idro-Meteo-Pluviometrica Regionale Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
71 I Centri Mezzi e Materiali CERPIC: Centro di Pronto Intervento Idraulico TRESIGALLO (FE) Gestisce e cura la manutenzione di attrezzature per le emergenze idrauliche: Elettropompe Sommergibili, Motopompe, Potabilizzatori, Torri Faro, Generatori, Tende, Kit Emergenza Idraulica, Kit Emergenza Neve, Cisterne CREMM: Centro Regionale Materiali e mezzi BOLOGNA (BO) Gestisce e cura la manutenzione delle attrezzature per l assistenza alla popolazione: (assistenza di circa 250 persone suddiviso in moduli attivabili singolarmente) Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
72 La Colonna Mobile La Colonna Mobile Regionale: è una struttura modulare, distribuita sul territorio regionale, composta da uomini e mezzi, dotata di protocolli operativi, pronta all uso, auto sufficiente, la cui attivazione è predisposta e coordinata dall Agenzia regionale di Protezione Civile Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
73 Organizzazione COLONNA MOBILE NAZIONALE DELLE REGIONI COLONNE MOBILI PROVINCIALI COLONNA MOBILE REGIONALE COLONNA MOBILE REGIONALE INTEGRATA VIGILI DEL FUOCO SQUADRE PROFESSIONALI MODULI SPECIALISTICI 7 MODULI FUNZIONALI Task force Pronta partenza Assistenza popolazione (h6) Produzione e distribuzione pasti (h12) Posto medico avanzato Telecomunicazioni d emergenza Segreteria e Comando Logistica Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
74 L emergenza Qualunque situazione in cui, in assenza di un azione tempestiva ed efficace, la vita dei cittadini e l integrità dell ambiente, dei beni, e delle infrastrutture essenziali, possono essere messi in pericolo dal verificarsi di un EVENTO Richiede risposte efficaci e tempestive Risposte straordinarie, misure straordinarie, provvedimenti anche in deroga a determinate normative vigenti Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
75 Principi per la gestione dell emergenza Direzione unitaria attraverso un coordinamento di un sistema complesso che tiene conto di tutti i settori dell intervento Costante scambio di informazioni comunicazione fra i vari livelli del sistema Utilizzo razionale e tempestivo delle risorse realmente disponibili e della reperibilità degli uomini e dei mezzi adatti all intervento Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
76 La pianificazione La PIANIFICAZIONE è l insieme delle procedure operative di intervento da attuare nel caso in cui si verifichi l evento atteso in un determinato scenario Il PIANO DI PROTEZIONE CIVILE è lo strumento che consente alle autorità competenti di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un area a rischio deve essere sufficientemente flessibile per essere utilizzato in tutte le emergenze, incluse quelle impreviste, e semplice in modo da divenire rapidamente operativo Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
77 La struttura del Piano di Protezione Civile 1. Parte Generale Raccoglie tutte le informazioni sulle caratteristiche e sulla struttura del territorio, nonché la definizione degli scenari 2. Lineamenti di Pianificazione Stabiliscono gli obiettivi da conseguire per dare adeguata risposta di protezione civile ad una situazione d emergenza, e le competenze dei vari operatori 3. Modello di Intervento Assegna le responsabilità decisionali ai vari livelli di comando e controllo, utilizza le risorse in maniera razionale, definisce un sistema di comunicazione che consente uno scambio costante di informazioni Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
78 Relatori: Piacentini Alberto Modena Metodo Augustus
79 Metodo Augustus Il metodo Augustus è uno strumento di riferimento per la pianificazione nel campo delle emergenze utilizzato dal Dipartimento della Protezione Civile della Repubblica Italiana. Progettato nel 1996 da una commissione bilaterale italiana composta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Ministero dell'interno e mutuato dalla nota metodologia utilizzata dalla statunitense FeMa. Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
80 ORIGINE DEL NOME Il metodo si chiama così in memoria di Augusto che più di 2000 anni fa già sosteneva che: «il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose» [1]. È proprio con questo spirito che nasce il Metodo Augustus sulla semplicità e flessibilità. In origine il "metodo" doveva chiamarsi "piano", si deve a Patrizia Cologgi, allora già dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la felice intuizione di chiamarlo "metodo", ribaltando, così, l'approccio alla pianificazione e preparazione delle emergenze, a quei tempi ancora attestata sulla logica del "censimento" e della reazione: il famigerato Piano Mercurio. Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
81 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena Metodo Augustus
82 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena Metodo Augustus
83 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena Metodo Augustus
84 Relatori: Piacentini AlbertoANA Modena Metodo Augustus
85 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE
86 AREE DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
87 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena AREE AMMASSAMENTO SOCCORRITORI
88 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena AREE AMMASSAMENTO SOCCORRITORI
89 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena LE FUNZIONI DI SUPPORTO
90 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
91 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
92 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
93 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
94 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
95 Relatori: Piacentini Alberto ANA Modena
96 GRAZIE PER L ATTENZIONE!! Relatori: Piacentini Alberto Ghirardelli Mauro ANA Modena
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