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2 INDICE 1. PREMESSA QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Configurazione attuale Opere di progetto Individuazione tronchi da sostituire Pozzetti Allacci Modalità di posa e rinterro Adeguamento degli impianti di sollevamento QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Piano Urbanistico Territoriale/ Paesaggio (P.U.T.T./P) Coerenza del progetto con gli ATE Coerenza del progetto con gli ATD Vincolo idrogeologico Usi Civici Strumento urbanistico Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Coerenza del progetto con il P.A.I SIC, ZPS e Aree protette Coerenza del progetto con SIC, ZPS e Aree protette QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Atmosfera Qualità dell aria Ambiente idrico Suolo e sottosuolo Ecosistemi naturali... 25

3 4.1.5 Ambiente urbano Salute pubblica Rumore e vibrazioni Produzione di rifiuti CONCLUSIONI **************************************************************************************

4 1. PREMESSA La presente relazione di prefattibilità ambientale è parte integrante della progettazione preliminare Lavori di rifacimento di tronchi di fogna nera all interno del centro abitato del Comune di Accadia (FG). Le opere di progetto sono finalizzate ad eliminare le criticità della rete fognante all interno del centro abitato di Accadia pertanto la realizzazione degli interventi risulta di fondamentale importanza. In particolare si prevede la sostituzione dei tronchi fognari più vetusti e la realizzazione, a monte degli impianti di sollevamento, di pozzetti dotati di griglia a cestello. Le sostituzioni risultano necessarie al fine di adeguare le condotte in termini di dimensioni, materiale e pendenza ed in modo da garantire l efficienza del funzionamento della rete. Il presente documento ha la finalità di effettuare, anche in relazione all acquisizione dei necessari pareri amministrativi, una verifica di prefattibilità degli interventi di progetto sulla base delle prescrizioni delle normative ambientali e dei piani paesaggistici, territoriali ed urbanistici sia a carattere generale che settoriale. Nel dettaglio, il quadro vincolistico è stato esaminato con riferimento ai seguenti strumenti di pianificazione territoriale: Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.- Puglia); Piano Paesistico Territoriale Tematico del Paesaggio (P.U.T.T./p); Rete Natura 2000 (presenza di aree SIC e ZPS secondo la Direttiva 79/409/CEE, la Direttiva 92/43/CEE, il D.P.R. n. 357 del , il D.G.R. del 8 agosto 2002 n. 1157, ed il D.G.R. del 21 luglio 2005, n. 1022). Aree protette (Legge 394/91, Delibera della Conferenza Stato Regioni del , L.R. n. 19/97); Le opere a farsi non ricadono né tra gli interventi identificati nell'allegato A della Legge Regionale 12 aprile 2001 e s.m.i. né tra quelli menzionati nell allegato B della stessa Legge, quindi non sono oggetto della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) né di verifica di assoggettabilità a VIA. Dopo aver individuato le eventuali interferenze riscontrate tra le opere di progetto e vincoli imposti sul territorio, sarà esaminata la fattibilità di tali interventi in funzione delle norme tecniche allegate ai Piani. I vincoli presi in considerazione nel seguito saranno solo quelli effettivamente interferenti con le opere di progetto. Tra le tavole allegate al progetto sono riportate le rappresentazioni grafiche che consentano di avere evidenza della localizzazione delle opere di progetto con la sovrapposizione dei vincoli presenti sul territorio. Inoltre, nel seguito verrà riportata una descrizione degli impatti potenziali che potranno verificarsi a seguito dell attività di realizzazione delle opere (fase di cantiere) e di quella di esercizio. In particolare gli aspetti ambientali che si esamineranno sono i seguenti: Atmosfera; 1

5 Ambiente idrico; Suolo e sottosuolo: profilo geologico, geomorfologico e podologico; Produzione di rifiuti; Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi naturali; Ambiente urbano; Salute pubblica; Rumore e vibrazioni. La relazione è articolata secondo quanto previsto dal D.P.C.M. del in tre parti ovvero: 1. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE, in cui si descrivono le caratteristiche tipologiche e funzionali dell opera; 2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO, in cui si individua il rapporto tra l opera e gli strumenti di pianificazione territoriale cui si è fatto riferimento sopra; 3. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE, in cui si illustra lo stato ambientale nella situazione attuale e nella sua prevedibile evoluzione a seguito della realizzazione degli interventi. 2

6 2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE L obiettivo specifico dell intervento è quello di ricostruire ex novo alcuni tronchi di fogna nera all interno del centro abitato di Accadia che versano in condizioni di avanzata vetustà e fatiscenza in quanto realizzati ben oltre 40 anni fa. La presente progettazione consente di risolvere le criticità segnalate durante l attività di ricognizione eseguita da AQP S.p.a. prevedendo la sostituzione dei tronchi più vetusti e la realizzazione, a monte degli impianti di sollevamento esistenti, di pozzetti dotati di griglia a cestello. Le sostituzioni risultano dunque necessarie al fine di adeguare le condotte fognarie in termini di dimensioni, materiale e pendenza ed in modo da garantire l efficienza della rete fognante, il cui schema attuale di funzionamento non verrà variato. 2.1 Configurazione attuale La rete fognante di Accadia è dotata di due stazioni di sollevamento, la prima ubicata su Via Piersanti Mattarella a servizio della zona PIP, la seconda situata in Via Camposanto Vecchio. I liquami dell intera rete vengono convogliati nell unico impianto di depurazione, a gestione PURA, situato a sud-est dell abitato in località Sotto le Amendole. Il sistema in esame è costituito da: Collettori principali in gres DN 200, DN 225 e in PEAD DN 125; Collettori secondari in gres DN 200; Premente in uscita dall impianto di sollevamento della zona PIP (Contrada Rochiano) PEAD DN 110. Premente in uscita dall impianto di sollevamento di Via Raffa PVC DN 80. L estensione complessiva della rete è di circa 17,80 Km. 2.2 Opere di progetto La presente progettazione consente di risolvere le criticità della rete fognante di Accadia prevedendo la sostituzione dei tronchi più vetusti e la realizzazione, a monte degli impianti di sollevamento, di pozzetti interrati dotati di griglia fissa manuale 2.3 Individuazione tronchi da sostituire Come già detto con la presente è prevista la sostituzione dei tronchi inefficienti a causa della vetustà mediante nuove condotte in gres del DN 200 mm o DN 250 mm per una lunghezza complessiva di circa 4331,18 m e riguardano in dettaglio tutti i tronchi previsti nel progetto preliminare redatto da AQP a seguito della ricognizione dell agglomerato di Accadia. L intervento interessa esclusivamente strade comunali come si evidenzia dalla figura

7 Fig Planimetria d insieme: i tronchi oggetto di sostituzione sono indicati in colore rosso Gli stralci planimetrici di dettaglio con indicazione della numerazione dei tronchi di progetto sono riportati nelle tavole B3a, B3b, B3c. La stessa numerazione è riportata nella tabella che segue in cui è indicata la via interessata, la lunghezza del tratto fognario da sostituire, la zona urbanistica da PRG ed il tipo di pavimentazione presente e da ripristinare. Individuazione tronchi da sostituire LUNGHEZZA N. TRONCO VIABILITA' (m) ZONA PAVIMENTAZIONE Tronco 1 Vico I Tammaro 101,52 B ASFALTO Tronco 2 Via Salvo D'acquisto 82,92 B ASFALTO Tronco 3 Via Tammaro 74,40 B ASFALTO Tronco 4 Via T. Tasso 122,07 B ASFALTO Tronco 5 Via T. Tasso 42,74 B ASFALTO Via Alessandrini 174,20 B ASFALTO Tronco 6 Via N. Sauro 58,78 B ASFALTO Tronco 7 Via N. Sauro 70,84 B ASFALTO 4

8 Individuazione tronchi da sostituire LUNGHEZZA N. TRONCO VIABILITA' (m) ZONA PAVIMENTAZIONE Tronco 8 Via Divittorio 98,81 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 9 Via C. Battisti 59,91 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 10 Via C. Battisti 75,34 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 11 Via G. Garibaldi 61,54 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 12 Via G. Garibaldi 73,73 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 13 Via A. Diaz 262,05 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 14 Via N. Sauro 135,69 B ASFALTO Tronco 15 Via C. Battisti 70,95 B ASFALTO Tronco 16 Via C. Battisti 59,81 B ASFALTO Tronco 17 Via G.Garibaldi 59,17 B ASFALTO Tronco 18 Via G. Garibaldi 61,20 B ASFALTO Tronco 19 Viale Cavour 146,70 B ASFALTO Tronco 20 Via Barbalato 64,25 B ASFALTO Tronco 21 Via Mazzini 191,05 B ASFALTO Tronco 22 via d'aversa 156,54 A MATTONELLE+ ASFALTO Tronco 23 via Giordano 39,76 A ASFALTO Tronco 24 via d'aversa 15,15 A ASFALTO Tronco 25 via Roma 64,16 B ASFALTO Tronco 26 via Mirabella 61,4 A/B ASFALTO Tronco 27 Via G. Pascoli 82,59 B ASFALTO Via Mascagni 86,49 B ASFALTO Tronco 28 Via Sottot. M. Miranda 147,20 B ASFALTO Tronco 29 Via Vassalli 77,76 B ASFALTO Tronco 30 Largo Pascoli 72,00 B ASFALTO Tronco 31 Via San Francesco 45,87 B ASFALTO Via G. Oberdan 98,01 B ASFALTO Tronco 32 Via Vitagliano 78,13 B ASFALTO Tronco 33 Via San F. D'Assisi 98,04 B ASFALTO Tronco 34 Via Marzabotto 60,24 B ASFALTO Tronco 35 Via Vitagliano 55,49 B ASFALTO Tronco 36 via Cafongelli 108,50 B ASFALTO via Amendola 108,27 B ASFALTO Tronco 37 Vico VI Bonito 58,92 B ASFALTO Tronco 38 Vico VI Bonito 68,83 B ASFALTO Tronco 39 Via Verdi 34,47 A ASFALTO Tronco 40 Via Pertini 16,71 A ASFALTO Tronco 41 Via Sottot. N. Baiardi 73,90 A BASOLATO Tronco 42 via Mattarella (zona PIP) 358,10 D ASFALTO Tronco 43 via Mattarella (zona PIP) 103,40 D ASFALTO TOTALE 4317,60 5

9 Oltre alla sostituzione dei tronchi si provvederà anche al ripristino degli allacciamenti alle utenze con tubi in gres del DN 160 a partire da valle del pozzetto sifonato. L intervento in definitiva consisterà nella realizzazione delle seguenti lavorazioni: Scarificazione di massicciata stradale e scavo a sezione ristretta per profondità di circa ml 2,00 e larghezza di variabile da 0,85 a 0,90 m; Trasporto a rifiuto del materiale proveniente dagli scavi; Formazione del piano di posa delle tubazioni; Posa in opera delle tubazioni; Ripristino degli allacci delle utenze; Realizzazione dei pozzetti di ispezione; Rinfianco e rinterro con materiali di cava; Ripristino della massicciata stradale e bitumazione della fascia interessata; Eventuale ripristino della pavimentazione in pietra e mattonelle di asfalto; Interventi minori di completamento Pozzetti Lungo lo sviluppo dei tratti fognari saranno disposti pozzetti di ispezione, di curva e di confluenza. I pozzetti saranno a pianta circolare del diametro interno 120 cm ed esterno 150 cm e si adotteranno elementi prefabbricati che garantiscono sempre una qualità mediamente migliore del manufatto finito rispetto a quello gettato in opera. In particolare si disporrà un elemento di fondo a forma circolare, concepito in modo da garantire il regolare deflusso delle acque, una serie di elementi in elevazione in grado di consentire il raggiungimento della quota del terreno, ed infine un elemento di copertura dotato di chiusino d accesso. Per la disposizione di tali manufatti (interasse nei tratti rettilinei a meno delle variazioni di pendenza) si ritiene che la distanza minima tra essi, generalmente adottata nel valore di 25 m, possa essere incrementata fin nell ordine di 40 m senza arrecare problemi durante il funzionamento o la manutenzione. I pozzetti saranno dotati di scaletta con corrimano di discesa in acciaio (ASTM ) da 12 mm di diametro rivestita in polipropilene, senza spigoli vivi e con pedate antislittamento poste a distanza mutua non superiore a cm 30 di interasse, sporgente non meno di cm. 15 dalla parete. Nei casi in cui si verifica intersezione trasversale con condotte di acquedotto, la giacitura del collettore di progetto è stata prevista in modo tale che l estradosso del cielo fogna presenti un affondamento minimo di 30 cm rispetto alla generatrice inferiore della condotta a servizio idropotabile (Circolare Ministero LL.PP: n /74) Allacci Il pozzetto in corrispondenza di ciascun allaccio fognario privato sarà del tipo prefabbricato e al suo interno sarà disposto un sifone in gres per evitare la risalita dei gas. 6

10 A valle del pozzetto sarà posato in opera un tronco di avvicinamento che consentirà di scaricare la portata all interno del collettore fognario di progetto Modalità di posa e rinterro Il piano di posa delle tubazioni avrà spessore di 20 cm e sarà realizzato mediante apposizione di un letto in sabbia. Il rinterro delle tubazioni posate su sedi stradali, sia a copertura bituminosa sia con basole o zanelle, sarà realizzato con misto granulometrico stabilizzato per uno spessore di 30 cm a partire dall intradosso del pacchetto stradale mentre per la restante parte è previsto l impiego di materiali aridi di cava. Qualora la profondità d interrimento della tubazione sia inferiore a 1 m, il rinterro andrà eseguito con misto cementato anziché con materiale di scavo. Per i tronchi su strada, a chiusura degli scavi, sarà steso uno strato di binder, per l intera larghezza di scavo, ed un successivo tappetino, previa fresatura, al fine di un ripristino della preesistente sagoma stradale. Lungo i tratti di fogna ubicati in strade di ridotta larghezza si procederà opportunamente alla pavimentazione dell intera sede stradale in modo da non creare discontinuità nel manto stradale. Nel caso sia interessata pavimentazione in basole o simili, sono da prevedere particolari accorgimenti sia per la rimozione (svellimento) sia per la conservazione ed il successivi riposizionamento. Il materiale di demolizione e di risulta degli scavi, eccedente il rinterro, sarà smaltito nel rispetto della normativa vigente (D.Lgs. 22/1997, D.Lgs. 36/2003, Decreto Ministero dell Ambiente 30 agosto 2005 e Decreto Ministero dell Ambiente 5 febbraio 1998 e s.m.i., Decreto 10 agosto 2012 n.161). 2.4 Adeguamento degli impianti di sollevamento Come è noto, è sempre consigliabile disporre il sollevamento delle acque reflue a valle di adeguati trattamenti preliminari dei liquami, in grado di intercettare i materiali grossolani o abrasivi in essi contenuti. In tal modo, infatti, è possibile ottenere un maggior rendimento del pompaggio ed evitare il rischio di intasamento e danneggiamento dei dispositivi elettromeccanici. Una delle metodologie più diffuse consiste nell asportare dall acqua i corpi solidi e grossolani in modo meccanico tramite grigliatura. Poiché in entrambi gli impianti attualmente in funzione ad Accadia, ovvero sia in quello a servizio della zona PIP (in contrada Rochiano) che in quello di via Raffa, le portate nere vengono sollevate senza subire preventivamente alcun processo di ripulitura, dando luogo a problematiche e malfunzionamenti del sistema, il presente progetto prevede di predisporre, a monte di ciascuno dei sollevamenti, pozzetti dotati di griglia fissa manuale. Lo schema di progetto prevede che la griglia venga ubicata in un pozzettone delle dimensioni interne 2 m x 2 m e pareti da 12 cm in cui confluirà la tubazione fognaria a gravità. 7

11 La griglia fissa manuale verrà posizionata sul fondo del pozzetto all interno di un canale rettangolare a sezione variabile che, in corrispondenza della griglia, avrà la larghezza massima pari ad 0,80 m. Il canale sarà infatti sagomato a sezione variabile realizzato da un primo tratto a larghezza crescente, un secondo tratto a larghezza fissa pari a 0,80 m ed un terzo a larghezza decrescente, in modo da raccordarsi alle dimensioni delle condotte in ingresso e uscita del DN 250 mm. Immediatamente a valle della griglia sarà posizionato un cestello di raccolta che sarà estratto e svuotato durante gli interventi di manutenzione. Sul canale sarà realizzato un camminamento in grigliato metallico tipo orsogrill. I pozzettoni di alloggiamento delle griglie saranno entrambi dotati di chiusino carrabile in ghisa sferoidale D400 a doppio battente con apertura del tipo a libro avente dimensioni comprensive di telaio 1,47 m x 0,82 m. Al loro interno sarà predisposta un scaletta di discesa in acciaio (ASTM ) da 12 mm di diametro rivestita in polipropilene, senza spigoli vivi e con pedate antislittamento poste a distanza mutua non superiore a cm 30 di interasse, sporgente non meno di cm. 15 dalla parete, secondo le norme di Sicurezza (D.P.R. 547/55 e successive modificazioni). Il pozzettone con griglia a servizio dell impianto di sollevamento in zona PIP sarà realizzato immediatamente a monte dell ultimo pozzetto di curva esistente prima dell ingresso all impianto di sollevamento. Il pozzettone con griglia a servizio dell impianto di sollevamento in Via Raffa sarà realizzato tra l ultimo pozzetto di confluenza esistente e l impianto di sollevamento. I particolari delle stazioni di grigliatura di progetto sono riportati nelle figure che seguono. 8

12 Fig : Pozzettone con griglia per impianto di sollevamento zona PIP Fig : Pozzettone con griglia per impianto di sollevamento Via Raffa 9

13 3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Nella valutazione dell impatto ambientale degli interventi ipotizzati, si utilizzerà una metodologia e degli strumenti in grado di fornire giudizi qualitativi e quantitativi, il più possibile oggettivi. Il metodo che si utilizzerà sarà quello delle mappe sovrapposte o overlay maps. La tecnica consiste nella sovrapposizione di una serie di mappe tematiche, relative alla presenza di determinate componenti ambientali. Tale tecnica è di facile utilizzo e comprensione ed è adatta alla tipologia lineare delle opere di progetto, poiché permette di individuare le aree di maggiore sensibilità, per delineare eventuali alternative di tracciato o di localizzazione delle opere puntuali. Si prepara una cartografia di base specifica per ogni componente ambientale, che rappresenti l inquadramento dell area interessata dai diversi interventi. Nello specifico, le carte tematiche che si prenderanno in esame riguardano gli ambiti territoriali estesi e gli ambiti territoriali distinti del PUTT/p, le aree SIC e ZPS e il Piano di Assetto Idrogeologico. L insieme dei vincoli suddivisi in gruppi omogenei ha consentito di redigere le tavole grafiche della vincolistica riportate nell apposito allegato grafico, le quali mettono in evidenza le interferenze tra gli interventi frutto del presente progetto e i vincoli ambientali presenti sul territorio. I risultati sono riassunti nella seguente tabella seguente. VINCOLISTICA INTERESSATA DALLE OPERE DI PROGETTO Strumentazione urbanistica P.A.I. Piano Regolatore Generale Pericolosità Geomorfologica Rischio Zone Omogenee interessate: A2; B1; B2; B3; B4; B5; B6; B7; F X (PG1; PG2) X (R2; R3) PUTT/p Regione Puglia ATD Serie n.1 ATD Serie n.2 ATD Serie n.3 ATD Serie n.4 ATD Serie n.4 bis Pericolosità inondazione - Vincolo paesaggistico (Ex lege 1497/39) - Decreti Galasso - Vincolo idrogeologico X Boschi, Biotipi/siti di interesse naturalistico, Macchia, Parchi, Area Connessa - Catasto Grotte - ATD Serie Vincoli e segnalazioni - 10

14 VINCOLISTICA INTERESSATA DALLE OPERE DI PROGETTO n.5 architettoniche/archeologiche, Tratturi ATD Serie n.6 ATD Serie n.7 ATD Serie n.9 Corsi d acqua, Bacini, Zone Umide - Usi Civici X Vincoli faunistici - ATE A.T.E. C; D Ufficio Parchi e Tutela della Biodiversità - Aree Naturali Protette Parchi e Riserve Naturali (Nazionali e Regionali), IBA - Regione Puglia Siti Natura 2000 SIC/ZPS X Nei successivi paragrafi vengono analizzate le interferenze tra vincolistica e opere in progetto 3.1 Piano Urbanistico Territoriale/ Paesaggio (P.U.T.T./P) Il Piano Urbanistico Tematico Territoriale/Paesaggio (P.U.T.T./p) della Regione Puglia è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale , n Il predetto Piano è stato redatto in adempimento a quanto disposto dall art. 149 del D.Lgs. n. 490 del e dalla L.R. n. 56 del , disciplina i processi di trasformazione fisica e l uso del territorio allo scopo di: tutelarne l identità storico culturale, rendere compatibili la qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti e il suo uso sociale nonché promuovere la salvaguardia e valorizzazione delle risorse naturali. Il P.U.T.T./p sotto l'aspetto normativo si configura come un piano urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici. La individuazione, definizione e classificazione delle peculiari zone paesisticoambientali sono state effettuate con riferimento ai tre sistemi fondamentali che concorrono a configurare l assetto territoriale, partendo innanzitutto dalle emergenze": il sistema delle aree omogenee per l assetto geologico, geomorfologico ed idrogeologico; il sistema delle aree omogenee per la copertura botanico-vegetazionale e colturale e del contesto faunistico attuale e potenziale che queste determinano; il sistema delle aree omogenee per i caratteri della stratificazione storica dell organizzazione insediativa. Nella fase conoscitiva operata dal P.U.T.T./p sono stati individuati differenti Ambiti Territoriali Estesi (ATE), con riferimento al livello dei valori paesaggistici, di: 11

15 valore eccezionale ("A"), laddove sussistano condizioni di rappresentatività di almeno un bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore rilevante ("B"), laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore distinguibile ("C"), laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti; valore relativo ("D"), laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività; valore normale ("E"), laddove non è direttamente dichiarabile un valore paesaggistico. Il P.U.T.T./p in funzione della tutela paesaggistica introduce anche gli Ambiti Territoriali Distinti (ATD) ovvero da emergenze e/o componenti ed insiemi di pregio che costituiscono gli elementi caratterizzanti e strutturanti il territorio dal punto di vista paesaggistico come identificati e definiti dal titolo III delle N.T.A. del P.U.T.T./Paesaggio. Le aree e gli immobili compresi negli Ambiti Territoriali Estesi di valore eccezionale, rilevante, distinguibile e relativo, sono sottoposti a tutela diretta dal Piano. Per questi valgono i seguenti obiettivi di tutela: non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori sia stata rilasciata l'autorizzazione paesaggistica di cui all'art. 5.01; non possono essere oggetto di trasformazione (intervento) per effetto di pianificazione in assenza del parere paesaggistico di cui all'art. 5.03; non possono essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione, così come definiti nell'art. 4.01, senza che per gli stessi sia stata rilasciata la attestazione di compatibilità paesaggistica di cui all'art Si ricorda che in accordo con il comma 5 dell art del P.U.T.T./p, le norme contenute nel Piano, di cui al titolo II (Ambiti Territoriali Estesi) ed al titolo III (Ambiti Territoriali Distinti) non trovano applicazione all interno dei territori costruiti che vengono così definiti: a) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee A e B ; b) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee C oppure incluse in uno strumento urbanistico esecutivo; c) aree che, ancorché non tipizzate come zone omogenee B dagli strumenti urbanistici, o che: ne abbiano di fatto le caratteristiche (ai sensi del D.M. 1444/1968), vengano riconosciute come regolarmente edificate (o come edificato già sanato ai sensi della Legge n. 47/1985), e vengano perimetrale su cartografia catastale con specifica deliberazione di consiglio comunale; siano intercluse nell interno del perimetro definito dalla presenza di maglie regolarmente edificate, e vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di consiglio comunale. 12

16 Oltre alle suddette aree, in accordo con il punto 6 dell art del P.U.T.T./p, anche le aree industriali rientrano nella definizione di territorio costruito ed in quanto tali sono da ritenersi escluse dalla efficacia delle norme di tutela del P.U.T.T./p senza, peraltro, alcuna verifica Coerenza del progetto con gli ATE Negli allegati grafici contenuti nell elaborato di progetto Tav.B8, sono riportati degli stralci cartografici nei quali sono indicati i vincoli determinati dal P.U.T.T./p e la localizzazione degli interventi da attuarsi rispetto ad essi. Come si evince dal confronto con le tavole, le aree interessate dalle opere ricadono in: Ambiti Territoriali Estesi di tipo C - Valore paesaggistico-ambientale distinguibile, laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti ; Ambiti Territoriali Estesi di tipo D - Valore paesaggistico-ambientale relativo, laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività. Fig : ATE con sovrapposizione interventi Gli Indirizzi di tutela riportati nelle all art delle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) del P.U.T.T./p in relazione agli: A.T.E. di tipo C prescrivono negli ambiti di valore distinguibile C : salvaguardia e valorizzazione dell assetto attuale se qualificato; trasformazione dell assetto attuale, 13

17 se compromesso, per il ripristino e l ulteriore qualificazione; trasformazione dell assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica ; A.T.E. di tipo D prescrivono negli ambiti di valore relativo D : valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche. Certamente gli interventi di progetto, trattandosi della realizzazione di opere completamente interrate e da ubicarsi all interno del tessuto urbano edificato, non potranno in alcun modo trasformare l assetto attuale o alterare le visuali panoramiche, ottemperando a quanto prescritto dal PUTT/p per gli ATE di tipo C e D. D altronde gli interventi ricadono tutti nella perimetrazione di territori costruiti (aree tipizzate dallo strumento urbanistico di tipo A, B e D) all interno dei quali, come già detto, non trovano applicazione le norme contenute nel PUTT/p ed i progetti non necessitano di autorizzazione paesaggistica. Alla luce di quanto esposto gli interventi risultano compatibili con le prescrizioni vincolistica del PUTT/p relativa agli ATE Coerenza del progetto con gli ATD Per quanto concerne gli ATD si è proceduto comunque alla sovrapposizione degli interventi di progetto con agli Ambiti Territoriali Distinti previsti dal PUTT/paesaggio. Serie n.1 - Aree assoggettate ai vincoli disposti dall ex Legge n. 1497/1939 Protezione delle bellezze naturali) ; Serie n.2 - Aree vincolate dai Decreti Galasso; Serie n.3 - Vincoli idrogeologici; Serie n.4 - Area connessa, Biotopo/sito naturalistico, Boschi, Macchie, Parco; Serie n.4 bis - Aree in cui vi è la presenza di grotte; Serie n.5 - Siti in cui risultano segnalazioni archeologiche e/o architettoniche, aree già soggette a vincoli archeologici e/o architettonici, zone caratterizzate dalla presenza di trulli o tratturi; Serie n.6 - Aree interessate da idrologia superficiale (bacini, corsi d acqua, zone umide); Serie n.7 - Aree soggette ad usi civici [Per uso civico si intende il peso imposto su beni immobili a favore della collettività, che usufruisce dei beni e dei frutti che ne derivano]; Serie n.8 Strumentazione Urbanistica vigente; Serie n.9 - Aree soggette a vincoli faunistici [aziende faunistico venatorie, zone a divieto di caccia, centri privati o pubblici di produzione di selvaggina, oasi di protezione, zone di addestramento cani, a gestione sociale, ad amministrazione statale, di ripopolamento e cattura, zone umide faunistiche]; Le opere di progetto ricadono in: Serie n.3 - Vincoli idrogeologici: tutta l area urbana ed extra urbana di Accadia è interessata dal vincolo. 14

18 Serie n.7 - Usi civici: buona parte dei tronchi di progetto è interessata dal vincolo usi civici; Serie n.8 - Strumentazione Urbanistica: si opererà principalmente in zone di tipo A e B (come illustrato nell immagine che segue) Vincolo idrogeologico Per quanto concerne al presenza del vincolo idrogeologico le DIRETTIVE DI TUTELA (art.3.05) prescrivono che gli strumenti di pianificazione sottordinati devono perseguire obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesistico/ambientale, individuando e perimetrando le componenti e gli ambiti territoriali distinti dei sistemi definiti nell' art.3.01, e recependo le seguenti direttive di tutela per ciascuno dei tre sottosistemi individuati. 1) Per il sistema "assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico", va perseguita la tutela delle componenti geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche (definenti gli ambiti distinti di cui all'art.3.02), di riconosciuto valore scientifico e/o di rilevante ruolo negli assetti paesistico-ambientali del territorio regionale, prescrivendo in particolare negli ambiti territoriali di Valore Relativo ("D", art.2.01), in attuazione degli indirizzi di tutela che le previsioni insediative ed i progetti delle opere di trasformazione del territorio devono tenere in conto l'assetto geomorfologico d'insieme e conservare l'assetto idrogeologico delle relative aree; le nuove localizzazioni e/o ampliamenti di attività estrattive sono consentite previa verifica della documentazione di cui all'allegato A3. 2) Per il sistema "copertura botanico-vegetazionale e colturale" va perseguita la tutela delle componenti del paesaggio botanico-vegetazionale di riconosciuto valore scientifico e/o importanza ecologica, economica, di difesa del suolo, e/o di riconosciuta importanza sia storica sia estetica, presenti sul territorio regionale, prescrivendo per tutti gli ambiti territoriali (art.2.01) sia la protezione e la conservazione di ogni ambiente di particolare interesse biologico-vegetazionale e delle specie floristiche rare o in via di estinzione, sia lo sviluppo del patrimonio botanico e vegetazionale autoctono. Va inoltre prescritto che: negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile ("C" dell'art.2.01) e di valore relativo ("D"), in attuazione degli indirizzi di tutela, tutti gli interventi di trasformazione fisica del territorio e/o insediativi vanno resi compatibili con: la conservazione degli elementi caratterizzanti il sistema botanico/vegetazionale, la sua ricostituzione, le attività agricole coerenti con la conservazione del suolo. 3) Per il sistema "stratificazione storica dell'organizzazione insediativa", va perseguita la tutela dei beni storico-culturali di riconosciuto valore e/o di riconosciuto ruolo negli assetti paesaggistici del territorio regionale, individuando per tutti gli ambiti territoriali (art.2.01) i modi per perseguire sia la conservazione dei beni stessi, sia la loro appropriata fruizione/utilizzazione, sia la salvaguardia/ripristino del contesto in cui sono inseriti. 15

19 In ottemperanza con quanto prescritto dall articolo 3.05, qualora l interferenza delle opere con questo vincolo avvenga in corrispondenza dell ambito territoriale di valore relativo D (come nel caso in esame), di valore distinguibile "C" (come nel caso in esame) o di valore normale E, si deve conservare l'assetto idrogeologico esistente. In effetti gli interventi di progetto non modificheranno in alcun modo l assetto idrogeologico attuale, innanzitutto perché si tratta della posa in opera di tubazioni lungo strade urbane esistenti e da posizionarsi a profondità contenute ove non si è riscontrata la presenza di falde idriche. La idrogeologia del luogo infatti è condizionata dalla presenza di terreni permeabili per porosità e nei sondaggi non si è riscontrata la presenza di falde superficiali. Anche il reticolo idrografico superficiale non risulta né interessato né modificato dagli interventi. L assetto idrogeologico dell area di studio dunque non viene in alcun modo modificato dalle opere di progetto che risultano in linea con quanto prescritto nelle aree interessate dal Vincolo idrogeologico Usi Civici Il Piano riconosce come "paesaggio agrario" di interesse storico-culturale sia quello dei siti ove permangono i segni della stratificazione storica dell'organizzazione sociale (usi civici), insediativa (edificazione, infrastrutturazione) e delle tecniche di conduzione agricola, sia quello dei siti che costituiscono il contesto di riferimento visuale e formale dei centri storici (centri collinari e/ o di versante, centri sul mare). Il Piano, considerata la scala della sua elaborazione, ha censito le "presenze" delle aree sottoposte ad usi civici nei singoli fogli catastali; ha censito, in parte, i siti del "paesaggio agrario": il controllo, il completamento e la verifica di detti censimenti sono rinviati ai sottopiani ed agli strumenti urbanistici generali. Ai fini della tutela delle aree gravate da usi civici, per quelle confermate dai Comuni ai sensi del 1 comma dell'art.9 della lr n.7/ e succ.mod., il Piano individua due regimi: il primo, per le "terre private gravate", attraverso la applicazione degli indirizzi di tutela di cui al punto 1.4 dell'art.2.02, in particolare: negli ambiti di valore relativo "D": valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche; il secondo, per le "terre di demanio civico", attraverso la applicazione degli indirizzi di tutela di cui al punto 1.3 dell'art.2.02 e delle direttive di tutela di cui al punto 4.2 dell'art.3.05, in particolare: negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile ("C" dell'art.2.01) e di valore relativo ("D"), in attuazione degli indirizzi di tutela, per tutti gli ambiti territoriali distinti di cui all'art.3.04, va evitata ogni destinazione d'uso non compatibile con le finalità di salvaguardia e, di contro, vanno individuati i modi per innescare processi di corretto riutilizzo e valorizzazione. 16

20 Data la tipologia degli interventi di progetto, che consisteranno essenzialmente nella sostituzione di opere a rete esistenti, tutte completamente interrate ed inserite in un contesto urbano già antropizzato, è evidente che essi non potranno in alcun modo alterare le visuali panoramiche né trasformare dell'assetto attuale. Anche la destinazione d'uso del territorio non sarà mutata. Alla luce di quanto esposto gli interventi risultano ottemperanti di quanto prescritto dal PUTT/p in riferimento alle aree interessate da usi civici. Infine, come già detto, bisogna evidenziare come ai sensi dell art punto 5 per i territori costruiti le norme contenute nel piano, di cui al titolo II ambiti territoriali estesi e ambiti territoriali distinti, non trovano applicazione Strumento urbanistico Le aree di intervento sono già edificate in conformità agli strumenti urbanistici vigenti, ed i tronchi da sostituire sono univocamente definiti nella loro localizzazione in quanto ricadono nella viabilità e/o in spazi pubblici connessi alla urbanizzazione. In particolare si opererà principalmente in zone di tipo A, B e D come illustrato nella immagine Fig Tutte le strade sono pavimentate principalmente con asfalto mentre in alcuni casi si ritrovano basole e mattonelle di asfalto. Per quanto attiene la zona A 2 Area storica di discreto valore ambientale, di recente il comune ha ottenuto un finanziamento Regionale per la riqualificazione urbana del Rione Cassette in occasione del quale la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici ha prescritto il recupero delle zanelle in pietra e l uso di materiali per la pavimentazione appartenenti alla tradizione locale.. Di questa prescrizione bisognerà tenere conto nella stesura del progetto definitivo. Il progetto risulta comunque coerente con quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente. 17

21 Fig : Inserimento urbanistico delle opere di progetto 18

22 3.2 Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) della Regione Puglia è stato adottato dal Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino il 15 dicembre 2004 ed approvato dallo stesso Comitato Istituzionale il 31 novembre Il P.A.I. approvato ha le seguenti finalità: la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini imbriferi, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico forestali, idraulico agrari compatibili con i criteri di recupero naturalistico; la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi ed altri fenomeni di dissesto; il riordino del vincolo idrogeologico; la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d acqua; lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena, di pronto intervento idraulico, nonché di gestione degli impianti. A tal fine il P.A.I. prevede la realizzazione dei seguenti interventi: la definizione del quadro del rischio idraulico ed idrogeologico in relazione ai fenomeni di dissesto evidenziati; l adeguamento degli strumenti urbanistico - territoriali; l apposizione di vincoli, l indicazione di prescrizioni, l erogazione di incentivi e l individuazione delle destinazioni d uso del suolo più idonee in relazione al diverso grado di rischio riscontrato ; l individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla tutela ed al recupero dei valori monumentali ed ambientali presenti; l individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di rilocalizzazione; la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture con modalità di intervento che privilegino la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del terreno; la difesa e la regolarizzazione dei corsi d acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della naturalità dei bacini idrografici; il monitoraggio dello stato dei dissesti. La determinazione più rilevante ai fini dell uso del territorio è, senza dubbio, l individuazione delle aree a pericolosità idraulica e a rischio di allagamento. Il Piano definisce le aree caratterizzate da un significativo livello di pericolosità idraulica, in funzione della frequenza di accadimento di eventi di piena o comunque di eventi meteorici particolarmente intensi e delle caratteristiche morfologiche del territorio: Aree a alta pericolosità idraulica (AP). Porzione di territorio soggette ad essere allagate con un tempo di ritorno (frequenza) inferiore a 30 anni; Aree a media pericolosità idraulica (MP). Porzione di territorio soggette ad essere allagate con un tempo di ritorno (frequenza) compresa fra 30 anni e 200 anni; 19

23 Aree a bassa pericolosità idraulica (BP). Porzione di territorio soggette ad essere allagate con un tempo di ritorno (frequenza) compresa fra 200 anni e 500 anni. Inoltre, sono state individuate, sul territorio, le aree a pericolosità geomorfologica crescente: PG1, PG2 e PG3; la PG3 comprende tutte le aree già coinvolte da un fenomeno di dissesto franoso. Il Piano definisce, infine, il Rischio Idraulico (R) come Entità del danno atteso correlato alla probabilità di inondazione (P), alla vulnerabilità del territorio (V), al valore esposto o di esposizione al rischio (E) determinando: o Aree a rischio molto elevato R4; o Aree a rischio elevato R3; o Aree a rischio medio/moderato R Coerenza del progetto con il P.A.I. Dall analisi della cartografia si rileva che l intervento è interno alle aree a media moderata pericolosità geomorfologica (PG1) e lambisce aree ad elevata pericolosità geomorfologica (PG2); pertanto risulta essere soggetto alle prescrizioni degli art. 13, 14, 15 delle NTA del PAI. Non si riscontra la presenza di aree a pericolosità di inondazione, ma si riscontra la presenza del vincolo rischio idraulico medio/moderato (R2) e rischio elevato (R3). Per questa ragione dovranno essere redatti studi di compatibilità geomorfologica ne analizzino compiutamente gli effetti sulla stabilità dell'area interessata, ai sensi degli articoli 13, 14 e 15 delle NTA del PAI. ART. 14 Interventi consentiti nelle aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2) 1 Nelle aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2) sono esclusivamente consentiti: a) gli ampliamenti volumetrici degli edifici esistenti esclusivamente finalizzati alla realizzazione di servizi igienici, volumi tecnici, autorimesse pertinenziali, rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile senza che si costituiscano nuove unità immobiliari nonché manufatti che non siano qualificabili quali volumi edilizi, purché corredati da un adeguato studio geologico e geotecnico da cui risulti la compatibilità con le condizioni di pericolosità che gravano sull area. b) Ulteriori tipologie di intervento sono consentite a condizione che venga dimostrata da uno studio geologico e geotecnico la compatibilità dell intervento con le condizioni di pericolosità dell area ovvero che siano preventivamente realizzate le opere di consolidamento e di messa in sicurezza, con superamento delle condizioni di instabilità, relative al sito interessato. Detto studio e i progetti preliminari delle opere di consolidamento e di messa in sicurezza dell area sono soggetti a parere vincolante da parte dell Autorità di Bacino secondo quanto previsto agli artt. 12, 24, 25 e 26 in materia di aggiornamento dal PAI. Qualora le opere di consolidamento e messa in sicurezza siano elemento strutturale 20

24 sostanziale della nuova edificazione, è ammessa la contestualità. In tal caso, nei provvedimenti autorizzativi ovvero in atti unilaterali d obbligo, ovvero in appositi accordi laddove le Amministrazioni competenti lo ritengano necessario, dovranno essere indicate le prescrizioni necessarie (procedure di adempimento, tempi, modalità, ecc.) nonché le condizioni che possano pregiudicare l abitabilità o l agibilità. ART 15 Aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1) 1. Nelle aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1) sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio purché l intervento garantisca la sicurezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi negativamente le condizioni ed i processi geomorfologici nell area e nella zona potenzialmente interessata dall opera e dalle sue pertinenze. 2. Per tutti gli interventi di cui al comma 1 l AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la redazione di uno studio di compatibilità geologica e geotecnica che ne analizzi compiutamente gli effetti sulla stabilità dell'area interessata. 3. In tali aree, nel rispetto delle condizioni fissate dagli strumenti di governo del territorio, il PAI persegue l obbiettivo di integrare il livello di sicurezza alle popolazioni mediante la predisposizione prioritaria da parte degli enti competenti, ai sensi della legge 225/92, di programmi di previsione e prevenzione. Le opere di progetto consistono nell ampliamento delle infrastrutture a rete pubbliche esistenti, non diversamente localizzabili, dunque rientrano fra gli interventi consentiti dal Piano di Assetto Idrogeologico. Come già detto sarà necessario redigere uno studio di compatibilità geomorfologica che analizzi compiutamente gli effetti del progetto sui processi geomorfologici nell area e nella zona potenzialmente interessata dall opera e dalle sue pertinenze. 3.3 SIC, ZPS e Aree protette La Direttiva 79/409/CEE, detta Direttiva Uccelli Selvatici e volta alla conservazione degli uccelli selvatici, fissa che gli Stati membri, compatibilmente con le loro esigenze economiche, mantengano in un adeguato livello di conservazione le popolazioni delle specie ornitiche. L art. 4, in particolare, disciplina la designazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte degli Stati Membri, ovvero dei territori più idonei, in numero e in superficie, alla conservazione delle suddette specie. L'acronimo I.B.A. - Important Birds Areas - identifica i luoghi strategicamente importanti per la conservazione delle oltre specie di uccelli ed è attribuito da BirdLife International, l'associazione internazionale che riunisce oltre 100 associazioni ambientaliste e protezioniste. Nate dalla necessità di individuare le aree da proteggere attraverso la Direttiva Uccelli n.409/79, che già prevedeva l'individuazione delle suddette "Zone di Protezione Speciali per la Fauna", le aree I.B.A. rivestono oggi grande importanza per lo sviluppo e la tutela delle popolazioni di uccelli che vi risiedono stanzialmente o stagionalmente. 21

25 Complementare alla Direttiva Uccelli Selvatici è la Direttiva 92/43/CEE, cosiddetta Direttiva Habitat relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna. Tale direttiva, adottata nello stesso anno del vertice di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della conservazione della biodiversità sul territorio europeo. La direttiva, infatti, disciplina le procedure per la realizzazione del progetto di rete Natura 2000, i cui aspetti innovativi sono la definizione e la realizzazione di strategie comuni per la tutela dei Siti costituenti la rete (ossia i psic e le ZPS). Inoltre agli articoli 6 e 7 stabilisce che qualsiasi piano o progetto, che possa avere incidenze sui Siti Natura 2000, sia sottoposto ad opportuna Valutazione delle possibili Incidenze rispetto agli obiettivi di conservazione del sito. La Rete Natura 2000 in Puglia è costituita dai proposti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS), individuati dalla Regione con D.G.R. del 23 luglio 1996, n Successivamente con la D.G.R. del 8 agosto 2002, n la Regione Puglia ha preso atto della revisione tecnica delle delimitazioni, dei psic e ZPS designate, eseguita sulla base di supporti cartografici e numerici più aggiornati Coerenza del progetto con SIC, ZPS e Aree protette Dall analisi della cartografia tematica aggiornata si rileva che l area oggetto d intervento non ricade in zone ZPS, IBA o in aree protette, mentre alcuni tronchi ricadono in zona SIC. Gli interventi di progetto, trattandosi della realizzazione di opere a rete completamente interrate e da ubicarsi all interno del tessuto urbano edificato, non potranno in alcun modo avere incidenza né sui siti della Rete Natura 2000 né su altri siti da preservare. Fig : Perimetrazione area SIC 22

26 4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 4.1 Atmosfera L obiettivo di fondo nella caratterizzazione di questa componente è l analisi dell inquinamento atmosferico, inteso come stato dell aria atmosferica conseguente alla immissione nella stessa di sostanze di qualsiasi natura in misura e condizioni tali da alterare la salubrità dell aria e costituire pregiudizio diretto o indiretto per la salute dei cittadini o danno ai beni pubblici e privati Qualità dell aria Lo stato attuale dell aria sarà lo stesso di quello che si avrà durante l esercizio dell opera in quanto il progetto non prevede la realizzazione di componenti elettromeccaniche e l installazione di macchinari che potrebbero produrre emissioni atmosferiche. Quanto alle emissioni, si può ritenere che gli impatti sulla qualità dell aria sono quelli tipici degli analoghi componenti dei sistemi fognanti e che trovano soluzione in una corretta gestione e manutenzione. Alla luce di quanto riportato è da rilevare come gli impatti negativi sulla qualità dell aria che si manifesteranno saranno esclusivamente concentrati in fase di realizzazione delle opere e saranno legati alla presenza del cantiere di lavorazione e, come tale, a carattere temporaneo e reversibile. Considerando, inoltre, che per la tipologia di opera in progetto certamente non sono riconducibili, nel suo funzionamento a regime, potenziali emissioni in atmosfera, gli elementi da prendere in considerazione per la caratterizzazione della componente sono correlati esclusivamente alla fase di cantiere e riguardano i seguenti impatti attesi: - emissioni di polveri; - emissioni di sostanze inquinanti. Emissioni di polveri Gli impatti sull aria connessi alla presenza degli interventi di cantierizzazione sono dovuti principalmente alle emissioni di polveri e sono correlati in generale alle lavorazioni relative alle attività di scavo e di movimentazione dei materiali, allo stoccaggio e confezionamento delle materie prime che in determinate circostanze possono causare il sollevamento di polvere. Gli impatti conseguenti, in ogni caso circoscritti alla effettiva durata del cantiere, potranno essere facilmente mitigati adottando le seguenti misure: - periodica bagnatura dei cumuli di materiali in deposito temporaneo, al fine di limitare il sollevamento di polveri e la diffusione in atmosfera; - copertura dei cassoni dei mezzi adibiti al trasporto dei materiali polverulenti mediante teloni. 23

27 Emissioni di sostanze inquinanti L emissione di sostanze inquinanti dovute alla realizzazione delle opere in progetto è da ricondurre alla emissione di gas di scarico nell aria dovuti ai mezzi in opera. La consistenza dell inquinamento atmosferico che si produrrà sarà del tutto simile a quella degli inquinanti a breve raggio, poiché la velocità degli autoveicoli all interno delle aree di cantiere sarà limitata e quindi l emissione rimarrà anch essa circoscritta a tale area. Si può quindi concludere che durante la fase di cantiere gli interventi in progetto causeranno un temporaneo incremento di emissioni di sostanze inquinanti solo in corrispondenza dell area direttamente interessata dalle lavorazioni e in quelle delle zone interessate da eventuali deviazioni al traffico che si dovessero rendere necessarie per agevolare l esecuzione delle lavorazioni. Le tipologie di emissioni inquinanti riconducibili alle situazioni sopra descritte sono le seguenti: NOx, PM, COVNM, CO, SO2. Per quanto riguarda le mitigazioni e gli interventi da mettere in atto si possono sintetizzare come nel seguito: - costante manutenzione dei mezzi in opera, con particolare riguardo alla manutenzione programmata dello stato d uso dei motori dei mezzi d opera; - adottare, durante le fasi di cantierizzazione dell opera, macchinari ed opportuni accorgimenti per limitare le emissioni di inquinanti e per proteggere i lavoratori e la popolazione; - contenere il più possibile le dimensioni del cantiere in modo da minimizzare le interferenze sul traffico veicolare; - organizzare, in caso di eventuale necessaria deviazione al traffico, un sistema locale di viabilità alternativa tale da minimizzare gli effetti e disagi dovuti alla presenza del cantiere Ambiente idrico Si individuano nel seguito gli elementi da prendere in considerazione per la caratterizzazione della componente, individuando i seguenti impatti attesi: - utilizzo di acqua nelle fasi lavorative nella fase di cantiere; - influenza dell opera sull idrografia ed idrogeologia del territorio. Per quanto riguarda la fase di cantiere vanno sottolineati i rapporti di altro tipo tra l opera e l elemento acqua. Si tratta, in ogni caso, di impatti di portata ben inferiore, dovuti all utilizzo, e quindi al consumo, di acqua nelle fasi lavorative. Nella fase di cantiere, inoltre, è previsto l utilizzo di acqua per il lavaggio dei mezzi, per la bagnatura delle piazzole di stoccaggio e delle terre oggetto di movimentazione. Per quanto concerne la qualità di tali acque, e la possibilità che le stesse possano rappresentare una fonte di contaminazione per le acque sotterranee o per eventuali corpi idrici superficiali, va detto che le acque legate alle lavorazioni, come accade sempre in opere di questo tipo, rientrano quasi completamente nei processi chimici di idratazione dell impasto. Le acque in esubero, o quelle relative ai lavaggi di cui si è detto, sono da 24

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