PROGETTO DI VARIANTE AL PIANO PARTICOLAREGGIATO IN COMPARTO D2.3 ZOLA PREDOSA. Viale Pepoli, 82/A Bologna. Viale Pepoli, 82/A Bologna

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1 OPEN PROJECT srl VIA ZAGO 2/ BOLOGNA - ITALIA TEL FAX sede@openproject.it oggetto PROGETTO DI VARIANTE AL PIANO PARTICOLAREGGIATO IN COMPARTO D2.3 Approvato con D. Comm. N. 2/2009 tipo elaborato Relazione piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo proprietà Consorzio NOVALCO Viale Pepoli, 82/A Bologna committente Consorzio NOVALCO Viale Pepoli, 82/A Bologna nome elaborato 0928.SK.LE data 15/12/2014 revisione data descrizione approvato 15/12/ SK.LE pagina 1 di 7

2 a cura di verificato da approvato da RL LD SM 15/12/ SK.LE pagina 2 di 7

3 gruppo di progetto Progettazione Architettonica e Coordinamento ing. Silvio Antonio Manfredini arch. Luca Drago ing. Maurizio Piolanti arch. Ramona Legnani Geom. Enrico Sarti Arch. Alberto Giovagnoni Arch. Claudia Conti consulenti specialistici p.i. Lorenzo Grillo Pubblica illuminazione ing. Massimo Plazzi Pubblica fognatura ing. Paolo Mascellani - Ambiente Timbro e firma 15/12/ SK.LE pagina 3 di 7

4 SOMMARIO 1. INTRODUZIONE MODALITÀ DI SMALTIMENTO DEI MATERIALI DI DEMOLIZIONE E SCAVO /12/ SK.LE pagina 4 di 7

5 1. INTRODUZIONE Il progetto riguarda una proposta di variante al Piano Particolareggiato vigente, approvato con deliberazione n.2 del 12 marzo 2009 con prot. n 8208/2009 che ha per oggetto l area interessata dal comparto D2.3. Il comparto ha una superficie territoriale di circa 4,6 Ha (mq ) e il perimetro è delimitato dal tracciato stradale di Via Roma a nord, dal tracciato di Via Camellini ad est, dal cavalcavia del raccordo autostradale A1-A14 a sud e da una congiungente fra il piede del cavalcavia e Via Roma a sud-ovest. Il comparto vede interessate diverse Proprietà, Soc. Stinfalio s.r.l., Soc. Alcisa Italia S.p.a. (subentrata al posto della società Lavino) e Soc. Coi s.r.l., attualmente riunite in un consorzio denominato Consorzio Novalco costituito appositamente per lo sviluppo del comparto stesso, come previsto dalla Convenzione del Piano vigente. 2. MODALITÀ DI SMALTIMENTO DEI MATERIALI DI DEMOLIZIONE E SCAVO Piano di allontanamento e recupero dei materiali di risulta Terre e rocce di scavo (cfr. art. 8 Accordo di programma per il recupero dei residui da costruzione e demolizione nella provincia di Bologna, approvato dal Consiglio Provinciale con delibera n 70 del e modificato con delibera consiliare n 90 del ). Nell ambito dell intervento in oggetto le attività di smaltimento dei materiali di scavo seguiranno le seguenti modalità: 15/12/ SK.LE pagina 5 di 7

6 trattandosi di un intervento in un area ex agricola completamente libera da edificazione, non sono necessari interventi di demolizione. Nello specifico, l intervento in oggetto prevede la realizzazione di un comparto di espansione ad uso direzionale e produttivo, comprese le opere di urbanizzazione connesse (verde pubblico e parcheggi). Trattandosi di terreno non compromesso o inquinato da alcuna attività antropica, si prevede di riutilizzare il materiale derivante dal movimento del terreno per quanto necessario. Tutti i materiali non recuperabili (rifiuti) verranno smaltiti presso impianti autorizzati secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Verranno realizzate delle aree di stoccaggio provvisorie all interno del cantiere sulle quali il materiale rimarrà per il tempo necessario alla caratterizzazione e l omologa presso l impianto di destinazione finale (discarica, trattamento, riutilizzo). Ogni intervento di scavo o altro e l'allontanamento dei materiali di risulta avverrà nel rispetto delle normative vigenti, e sulla base di un piano di allontanamento e di recupero dei rifiuti di cantiere. L Accordo di programma della Provincia di Bologna specifica le modalità di gestione per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo, come si evince dallo specifico capitolo contenuto nel Manuale per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna a cura dell Osservatorio Provinciale Rifiuti che sintetizza le Direttive e Specifiche tecniche previste nel succitato accordo. Di seguito se ne riporta uno stralcio significativo: L impresa di costruzione, appaltante i lavori, potrà temporaneamente avere dei depositi limitati all interno del lotto. Se però viene scelta un impresa di costruzioni che aderisce all Accordo di Programma per il recupero dei residui da costruzione e demolizione della Provincia di Bologna in quanto patto di collaborazione volontaria fra Amministrazioni pubbliche, Operatori privati del settore e loro Associazioni, come previsto dall art. 4, comma 4, del D.Lgs 22/97, esiste la facoltà da parte dell impresa stessa di eleggere a deposito temporaneo dei propri rifiuti uno o più depositi a servizio di più cantieri della stessa impresa, fermo restando il rispetto delle prescrizioni del deposito temporaneo previste all art. 6), lettera m), del D.Lgs 22/97, a condizione che la singola Impresa che intende avvalersi di questa facoltà sottoscriva specifico documento attestante il rispetto delle condizioni previste dalla Direttiva Tecnica DT4, utilizzando l apposita modulistica. La movimentazione dei rifiuti dai singoli cantieri alla sede del deposito temporaneo viene in tal modo configurata come raggruppamento dei rifiuti prodotti dalla attività dell Impresa, prima del loro avvio a recupero, e come tale non soggetta all obbligo del formulario di identificazione dei rifiuti previsto dall articolo 15 del D. Lgs. 22/97. Bisogna precisare che possono avvalersi di questa soluzione esclusivamente le Imprese di costruzione aderenti all Accordo, per i soli rifiuti non pericolosi prodotti nell ambito dei propri cantieri siti sul territorio della Provincia di Bologna, 15/12/ SK.LE pagina 6 di 7

7 movimentati con mezzo proprio destinati al proprio deposito localizzato comunque nel rispetto delle norme urbanistiche e edilizie. L impresa dovrà destinare i propri rifiuti da costruzione e demolizione, differenziati per tipi distinti, negli impianti di recupero e in centri di raccolta autorizzati ai sensi dell art. 33 del DL 22/97 e realizzati presso le rivendite di materiali edili nonché presso centri di raccolta comunali appositamente autorizzati, per essere poi conferiti presso idonei impianti di recupero, nel rispetto delle norme vigenti. Tali punti di recupero e raccolta verranno definiti più specificatamente una volta appaltati i lavori e quando si potrà interloquire direttamente con l impresa appaltante. 15/12/ SK.LE pagina 7 di 7

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