UNA BANCA-DATI DEDICATA ALLA CATALOGAZIONE E MESSA IN RETE DELLE SENTENZE DEI GIUDICI DI PACE

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1 1 FEDERICO PUPPO * UNA BANCA-DATI DEDICATA ALLA CATALOGAZIONE E MESSA IN RETE DELLE SENTENZE DEI GIUDICI DI PACE L ESPERIENZA NEL DISTRETTO DELLA CORTE DI APPELLO DI TRENTO U n o d e i m o m e n t i fondamentali e principali in cui si articola l attività del giurista, soprattutto ove con ciò si indichi il giurista di foro (magistrato o avvocato), risulta essere quello relativo alla ricerca ed al rinvenimento del formante giurisprudenziale del diritto. Se fino a non molto tempo fa questo era reso possibile attraverso la consultazione delle raccolte in formato cartaceo, oggi queste sono state sostituite da raccolte in formato elettronico, l accesso alle quali avviene attraverso banche dati su supporto rigido (Cd-Rom o DVD) ma, in modo sempre più preminente, attraverso l ausilio della rete Internet (consultazione c.d. in remoto ) consultando i siti dedicati allo scopo. A tal proposito, si osserva come sia relativamente semplice disporre di banche dati che raccolgano le pronunce di legittimità e quelle di merito, le quali, seppur per motivi diversi, possono dirsi importanti per l attività del giurista. Infatti, se le prime sono della massima importanza perché statuiscono sulla interpretazione della legge in generale (si pensi ad esempio alle sentenza della Corte di Cassazione), le seconde, pur non rivestendo una simile autorevolezza, del pari risultano essere rilevanti per conoscere l orientamento giurisprudenziale di un determinato Tribunale o di una determinata Corte di Appello (il cd. usus fori). Tuttavia, con riguardo a queste, v è da notare come non sia possibile, allo stato, fruire di raccolte o banche dati che ne diano conto in maniera esaustiva: ad esempio, praticamente non esistono banche dati esclusivamente dedicate alla raccolta della giurisprudenza degli Uffici dei Giudice di Pace, nonostante il ruolo svolto dagli Uffici dei Giudici di Pace, sia per la competenza in materia civile sia per la competenza in materia penale, risulti essere di sempre maggior peso: ne consegue che conoscerne le pronunce d i v e n t a u n e s i g e n z a n o n p i ù procrastinabile. Per questi motivi, tra la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige e l Università degli Studi di Trento, nel settembre 2004 è stato firmato un protocollo di collaborazione e d intesa, * Ricercatore di Filosofia del Diritto e Docente di Informatica giuridica nell Università di Trento

2 2 che prevede, tra l altro, forme di collaborazione tra la Regione ed il Dipartimento di Scienza Giuridiche per lo sviluppo culturale e scientifico della ricerca e della documentazione nell ambito dell istituto del Giudice di Pace, con la finalità di consolidare quel concetto di laboratorio per altre autonomie che, nel settore del Giudice di Pace, l autonomia regionale sta progressivamente acquisendo. ***** In detto contesto, si è inserito a far data dal 2006 il progetto relativo alla catalogazione elettronica e telematica della giurisprudenza dei Giudici di Pace del Distretto di Corte di Appello di Trento, con lo scopo di renderla disponibile on-line ai giuristi dopo un vaglio critico ed un opera di massimazione. Si tratta di un progetto reso possibile da un apposita convenzione che ha valore triennale ed è rinnovabile: tuttora è in corso e consente l implementazione, a cura di assegnisti e borsisti del Dipartimento di Scienze Giuridiche di Trento, del sito internet (su cui diremo fra breve) che è stato progettato grazie alle competenze maturate dagli afferenti del CERMEG-Centro di Ricerche sulla Metodologia Giuridica ( che ha sede presso il Dipartimento di Scienza Giuridiche di Trento e detiene il copyright sul sito internet (o, per dirla più correttamente, del Software web based per l'archiviazione e la ricerca delle sentenze dei Giudici di Pace della regione Trentino-Alto Adige/ Südtirol). La stessa progettazione e messa in opera del sito sono state eseguite nell ambito di un progetto di ricerca finanziato con assegno di ricerca annuale e previsto come primo step della convenzione nell anno Chi scrive è risultato vincitore della procedura comparativa (e di un successivo bando per una borsa di studio a progetto) e incaricato di svolgere un programma di ricerca che si poneva come obiettivo quello della progettazione, costruzione e prima implementazione del sito internet che fosse atto ad ospitare la giurisprudenza dei Giudici di Pace del Distretto della Corte di Appello di Trento. Nel contempo, la ricerca rivestiva una rilevanza metodologico-scientifica (di cui si è già dato conto sul sito del CERMEG: cfr. apparendo necessario dedicare lo studio al metodo attraverso il quale si attua il passaggio dalla sentenza alla massima come strumento per enucleare la forma del ragionamento adottata dal giudicante nella stesura della motivazione. In effetti, come vedremo tra breve, la costruzione di un database atto ad ospitare sentenze e massime di sentenze (il materiale grezzo su cui lavorano i giuristi) implica diversi profili di natura eminentemente filosofico-metodologica che è possibile comprendere in modo critico solo attraverso la riflessione di chi si occupa di filosofia del diritto: non è

3 3 quindi per nulla che l informatica giuridica rientri proprio in tale settore scientifico-disciplinare. Quindi, dicevamo, sono diversi i versanti su cui si è mossa la ricerca: uno, per così dire, maggiormente pratico e l altro maggiormente teorico. Vediamoli partitamente, cominciando dal primo. ***** Una volta individuati gli esperti webmaster e webdesigner (che fanno parte della società MacCom S.a.s. di Morello Mirco&C. con sede a Trento) si è proceduto alla progettazione del sito internet a carattere statico basato su tecnologie open source protetto da password e username per la parte gestionale. (L essersi indirizzati verso tecnologie open source è stata frutto di una precisa scelta etica, in virtù della quale gli Enti Pubblici si vedono esonerati dal pagamento di qualsivoglia diritto di copyright restando onerate solo dal modesto costo per l hosting annuale del sito qualora esso sia ospitato su un server esterno). Il sito è stato strutturato in coordinazione con i competenti Uffici Amministrativi e Tecnici della Regione, via via modificando l interfaccia sulla base delle esigenze rappresentate dall Ente e, da ultimo, delle esigenze che si sono appalesate a seguito dell uso e dell implementazione del materiale giurisprudenziale. Gli sforzi maggiori sono stati inizialmente dedicati all individuazione dell editor web più adatto a gestire il database anche in prospettiva futura, dovendo già al momento della progettazione prevedere un inevitabile incremento del materiale raccolto e degli accessi attesi. Individuato concordemente il nome di dominio (nidificato all interno del dominio della R e g i o n e ) i n si decise inizialmente di ospitare il sito presso un server hosting, per poi poter transitare su un server dedicato di proprietà della Regione (ed ecco perché si decise di usufruire di un editor compatibile con ogni tipo di piattaforma e sufficientemente elastico). In via sommaria, è utile ricordare come l interfaccia sia stata strutturata sul modello offerto dal motore di ricerca Google, il più usato al mondo: si è deciso di presentare la maschera di ricerca nella forma più semplificata possibile evitando la duplicazione di categorie concorrenti, al fine di creare un ambiente di lavoro user friendly e concretamente fruibile da parte dell utente finale, anche inesperto. Si deve infatti presumere che il sito internet non venga consultato solo da operatori giuridici ma anche da un pubblico sprovvisto di conoscenze particolari: si pensi ad esempio al cittadino comune che ricorre al database per sapere se una contravvenzione elevata nei suoi confronti possa o meno essere impugnata di fronte al Giudice di Pace (cosa che, come noto, si è in grado di fare senza ricorrere all assistenza di un legale). Tenuto conto di ciò, la maschera di ricerca si presenta con un frame di

4 4 ricerca libera testo che è stata limitata (per le ragioni che diremo) all ambito della sola massima della sentenza, con la possibilità di restringere la ricerca attivando più indici di ricerca e così incrociando i dati ottenuti in output attivando alcuni parametri essenziali. Ad esempio, si può incrociare la ricerca sul testo limitandola ad un solo Ufficio del Giudice di Pace nel rispetto del criterio della competenza territoriale o con riguardo ad un certo tipo di giudizio civile, penale, di opposizione a sanzione amministrativa, nel rispetto del criterio della competenza per materia ovvero restringendola ad un preciso dato temporale con riferimento alla data di pronuncia e/o di deposito della sentenza, con l ulteriore possibilità di attivare un filtro di ricerca relativo alla lingua italiano e/o tedesco sia avuto riguardo al testo della sentenza e/o della massima. Inoltre, si è proceduto alla creazione di un link interno al sito e alla messa on-line di un file help contenente una guida all uso, la spiegazione delle modalità di ricerca, l illustrazione delle funzionalità generali e una tabella delle abbreviazioni convenzionalmente stabilite per la massimazione delle sentenze (ad esempio: C.C. per Codice Civile; C.d.S. per Codice della Strada e così via). La logica prescelta per la realizzazione del sito in accordo con la via della semplicità si basa sull utilizzo unico dell operatore booleano AND : vale a dire che in caso di inserimento di più chiavi di ricerca, la stessa viene effettuata tenendo conto di tutti i parametri e selezionando solo i risultati che soddisfino tutti i criteri prescelti. La morfologia di ricerca si presenta quindi come disponibile ad essere sfruttata secondo livelli differenti, da uno assai generale (qualora si ricorra alla ricerca di testo libera) ad uno via via più specifico, con ciò rispondendo anche alle diverse tipologie di utenti finali. Contestualmente alla creazione del sito, si è proceduto alla raccolta delle sentenze degli Uffici dei Giudice di Pace di tutto il Distretto della Corte di Appello di Trento: anche in questo caso è stato necessario un continuo coordinamento con i competenti Uffici Giudiziarî per assicurare l invio corretto e costante del materiale per via telematica in formato.doc: cosa niente affatto scontata, poiché non tutto il materiale giurisprudenziale risultava disponibile nel formato elettronico indicato. Attualmente (21 settembre 2010), il sito ospita 2698 sentenze massimate, disponibili in lingua italiana e/o tedesca, sia nel testo completo sia nella sola massima ed è perfettamente operativo. Tra le funzionalità presenti, si segnala la possibilità di scaricare i documenti in formato.pdf e/o di stamparli direttamente; di poter navigare all interno del documento selezionato visualizzando il testo completo della sentenza ovvero la sola massima; di disporre di un menu a scomparsa relativo ai risultati della ricerca effettuata che evita la navigazione continua all interno del sito, con ciò ottimizzando le strategie di ricerca. V è da sottolineare

5 5 l importante questione del bilinguismo, che sentiti i competenti Uffici della Regione si è deciso di risolvere mantenendo le sentenze in lingua tedesca nella forma originale, ma sempre fornendo la massima anche in italiano (tranne nei casi in cui il Giudice di Pace non abbia provveduto a redigere la sentenza sia in lingua tedesca che in lingua italiana: in questo caso la sentenza risulta in entrambe le forme). Viceversa, delle sentenze emesse in lingua italiana, la massima non risulta fornita in lingua tedesca. Il sito, infine, è dotato delle funzionalità previste per gli ipovedenti (alto contrasto e aumento dimensione carattere), con ciò soddisfacendo agli standard dei siti pubblici. ***** Come si diceva, questo tipo di lavoro presenta degli importanti profili di carattere scientifico. Se l esigenza cui si è dovuto immediatamente ed in primo luogo rispondere è stata infatti quella di creare una banca dati on line, il materiale raccolto è stato fatto oggetto di una riflessione metodologica con riguardo al campo del ragionamento giuridico. Infatti la massima giurisprudenziale costituisce il precipitato dell iter logico seguito dal giudice nella formazione della sentenza; in quanto luogo autorevole, è ad essa che si rivolgerà l attività di ricerca e di formazione del ragionamento (precipuamente dell avvocato ma anche del magistrato), che va sotto il nome classico di topica, primo momento dell argomentazione forense. Lo studio del metodo attraverso il quale si attua il passaggio dalla sentenza alla massima può così rappresentare utile momento nella comprensione della struttura stessa della sentenza e dunque, ai fini di una metodologia giuridica, del ragionamento del giudice e delle stesse parti coinvolte nel processo. L esigenza della ricerca, da questo punto di vista, è stata quella di enucleare le strutture del ragionamento giudiziale al fine di verificarne la natura: se, infatti, pare tramontata l idea che essa risponda al modello del sillogismo cd. pratico (premessa maggiore-norma; premessa minore-fatto; conclusione-sentenza), ancora non si dispone di una sua chiara identificazione. Infatti, da un lato vi è chi (in Italia v. p.es. Guastini, Comanducci, Ferrajoli) tende a considerare ancora il ragionamento sillogistico, con i dovuti aggiustamenti, una delle forme maggiormente garantite per la gestione delle dinamiche discorsive all interno del fenomeno giuridico soprattutto come limite all intervento (soggettivistico) dell autorità giudiziale e quindi come garanzia di ordine endoprocessuale. Dall altro lato, vi sono invece coloro i quali preferiscono dirigersi verso l elaborazione di un modello di ragionamento basato sul contraddittorio, ritenendolo, particolarmente in ambito processuale, la forma d ordine più adeguata per il discorso giuridico, anche in considerazione del valore vago e

6 6 polisemico del linguaggio con cui si svolge (in Italia v. p. es. Cavalla, Manzin, Moro). Ebbene, l opera di massimazione ha consentito di verificare empiricamente come sia possibile riscontrare entrambi i modelli nella struttura delle diverse sentenze prese in esame: molte di esse, infatti, rispondono semplicisticamente al primo modello e risultano ancora debitrici verso la teoria sillogistica; altre, i n v e c e, n e l d a r c o n t o d e l l e argomentazioni delle parti coinvolte nel giudizio, si impegnano nella ricerca di una motivazione congrua, nel senso di volta alla mediazione delle tesi contrapposte. Nel verificare la tenuta delle due concezioni, si può però affermare come la seconda appaia più promettente della prima, ed anzi si mostri molto più proficua in sede di massimazione, dal momento che non solo non ignora la natura controversiale dell esperienza giuridica, ma ricerca un metodo logico che sia in grado di rappresentarla. Detto in altri termini, dal momento che massimare una sentenza vuol dire coglierne la ratio decidendi in modo significativo, si è avuto modo di constatare come le sentenze simili nella forma logica al modello del sillogismo pratico mal si prestino ad un operazione di massimazione. Invero, la motivazione di questo tipo di sentenze si esaurisce nel mostrare la corrispondenza fra la fattispecie concreta a quella astratta: la m a s s i m a s i r i s o l v e p e r t a n t o nell individuazione della fattispecie tipica a sua volta enucleata in sentenza con r i f e r i m e n t o a p r e c e d e n t i giurisprudenziali autorevoli come le sentenze della Corte di Cassazione o, in modo forse più criticabile, a massime di esperienza del singolo giudicante. Ma, paradossalmente, ciò che in tal modo sfugge è la possibilità di individuare in qualche modo il caso concreto che, non di rado, non si riesce neppure ad enucleare nelle sue caratteristiche peculiari. Non si tratta, riteniamo, di sentenze semplicemente mal scritte : stante la natura propria del giudizio di pace (ma si potrebbe anche dire del giudizio tout court), il riferimento alla controversia dovrebbe restare preminente poiché della composizione di essa il giudice dovrebbe essere in grado di rendere conto in sentenza. Ma la concezione sillogistica non è in grado di aderire alla natura dialogica del diritto che, dunque, non può in nessun modo riscontrarsi nelle sentenze così formate. Questo dato teorico ha trovato puntuale corrispondenza nel momento pratico della massimazione, complicandola non poco. Infatti, quella della massimazione è operazione che (almeno a nostro giudizio) consta di due momenti: in un primo momento, letta la sentenza e coltane la ratio decidendi, la massimazione si realizza nell enunciare il principio di diritto sotteso alla decisione stessa, cercando di rappresentarlo in maniera tale da poter essere utilizzato in decisioni a n a l o g h e, e q u i n d i i n m o d o sufficientemente generale. In un secondo momento, l operazione di

7 7 massimazione consiste nel riassumere, in poche righe, le caratteristiche salienti del fatto oggetto della controversia decisa da quella sentenza, in modo tale da evidenziarne le peculiarità. (Come si legge nelle più autorevoli raccolte o riviste giuridiche questa duplice operazione è diventata la regola e si realizza, di solito, nell inserimento fra parentesi, subito dopo la massima, della descrizione della fattispecie preceduta dall espressione nel caso di specie o similari). Se nella massima mancasse la prima parte, cioè il principio di diritto ritenuto rilevante, essa non potrebbe neppure dirsi propriamente massima, termine che sta ad indicare un principio cui attenersi come norma dell agire. Se, invece, nella massima mancasse la seconda parte, cioè l evidenziazione del caso concreto, essa risulterebbe perniciosa, in grado di trarre in inganno l interprete facendogli credere che quel principio, invece di rappresentare la ratio decidendi del caso concreto, possa essere usato, nella prassi, come regola generale ed astratta (cosa che riproporrebbe, a ben vedere, il modello del sillogismo giudiziale tipicamente giuspositivistico). Ma dal momento che l operazione di massimazione si realizza in questa duplice direzione (potremmo dire: dal caso alla regola e dalla regola al caso) le sentenze che non ripresentano la struttura tipica del sillogismo giudiziale appaiono più delle altre in grado di cogliere la natura controversiale dell esperienza giuridica e conformi al metodo logico in grado di rappresentarla. È in tali sentenze che il caso concreto assume un importanza centrale, poiché è in esso che si mostra il punto controverso, il quale conformemente alla lezione della dialettica classica deve essere fatto oggetto di mediazione, ricercando quanto di comune vi è fra le pretese delle parti e quanto di innegabile resiste in esse. La massima, in questo modo, diventa rappresentazione di una ratio decidendi che, lungi dal rappresentare un assioma da inserire fra i presupposti della propria teoria, si dà come pronuncia di giustizia del caso concreto su cui interrogarsi per decidere futuri casi analoghi, dovendo tenere conto delle ineliminabili differenze sussistenti fra questi. ***** Questi quindi i risultati, teorici e pratici, cui ha condotto la costruzione di una banca dati on-line. I cui profili di interesse non si esauriscono però qui: infatti, per quanto riguarda la fase maggiormente sperimentale di questo lavoro, va notato come il momento della creazione delle categorie per la maschera di ricerca abbia comportato una riflessione circa la natura del linguaggio giuridico. L esigenza di catalogazione e la creazione delle categorie, che altro non sono che insiemi linguistici all interno dei quali raccogliere degli oggetti (le sentenze e le massime), presenta di per sé una s e p p u r m i n i m a e s i g e n z a d i formalizzazione, che tuttavia parrebbe esclusa dal carattere del linguaggio giuridico (il quale non può essere

8 8 ricondotto né alla categoria dei linguaggi formalizzati né a quella del linguaggio naturale, dal momento che è un linguaggio di tipo tecnico ad un tempo formalizzato e naturale cfr. Jori). Ciò posto, per quanto soprattutto avviene per la catalogazione dei documenti all interno delle categorie relative al tipo di giudizio di riferimento ( Civile, Penale o Di opposizione a sanzione amministrativa ), si è avuto modo di avvertire come inadeguato un inserimento basato sulla logica duale (che pure è quella conforme al funzionamento dei sistemi informatici e dei sistemi di information retrieval). Un inadeguatezza che riverbera i suoi effetti, quindi, sia in entrata (momento dell inserimento del materiale da parte del content manager) s i a i n uscita (momento della query da parte dell utente). Ecco che, pertanto, si è iniziato ad ipotizzare, come possibile ulteriore passo in avanti per l ottimizzazione del sito internet, la riprogrammazione del software sulla base dei modelli del Web semantico. In effetti, uno dei problemi emersi è stato quello relativo alla possibilità ulteriore di migliorare le strategie di ricerca delle massime: attualmente, ad ogni interrogazione il sistema fornisce in output una lista di documenti, ordinati secondo un criterio c r o n o l o g i c o d i s c e n d e n t e. L interrogazione (o query), come già accennato, si svolge in modalità di ricerca testo libero : l utente ha di fronte a sé una schermata con una stringa vuota all interno della quale digitare una serie di caratteri alfanumerici, che diventeranno la chiave di ricerca. Il sistema, che non è basato su tecnologie di tipo semantico o similari (in questo la banca dati è differente rispetto alle tecnologie di Google, i cui algoritmi di ricerca non sono però disponibili), ricerca in ogni documento presente all interno della banca dati esattamente quella sequenza di caratteri (che in linguaggio macchina altro non sono che una sequenza di 1 e 0), senza capire il significato della parola ricercata. Uno dei limiti di quest impostazione è che si corre il rischio di ricevere in output una serie di documenti irrilevanti per il caso in esame: avuto presente questo tipo di problema, per limitarne l incidenza negativa (il c.d. rumore) si è deciso di creare una modalità di «ricerca testo» con riferimento alla sola massima, presupponendo che se la parola cercata è presente in essa, allora la sentenza relativa risulta di particolare interesse. Una possibile soluzione, come dicevamo, potrebbe essere l implementazione del software adottando una nuova forma di logica rispondente al nuovo paradigma del Web semantico, che, impiegando logiche non-duali (ad esempio quella fuzzy), consentirebbe di indicare con c o e f f i c i e n t i d i versi d a 0 e 1 l appartenenza di un determinato elemento ad un certo insieme in funzione, per l appunto, del suo grado di appartenenza. In tal modo potrebbe essere possibile registrare un documento all interno di due o più categorie distinte

9 9 assegnando ad ogni categoria un peso distinto conformemente alla valutazione giuridica espressa dal content manager in corrispondenza del diverso peso avuto riguardo alla ratio decidendi del caso concreto, ottimizzando così le modalità di ricerca (infatti, il criterio secondo il quale verrebbero ordinati i risultati in output non sarebbe più meramente cronologico, dal momento che il sistema stesso potrebbe essere capace di ordinare i risultati sulla base di un criterio di importanza). Si tratta di possibilità che, va detto, appaiono meramente teoriche, posto che gli studî sul Web semantico sono ancora in corso e non si è raggiunto nessuno standard condiviso e efficacemente fruibile.

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