BACINO DEL FIUMEIUME TICINOICINO

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1 BACINO DEL FIUMEIUME TICINOICINO Il bacino del Fiume Ticino viene in questa sede considerato soltanto nella sua porzione sublacuale, dove occupa una porzione rilevante del territorio provinciale. Il Fiume Ticino, avendo origine dal Lago Maggiore, rappresenta un corso d acqua molto particolare. Il lago, infatti, funziona come un immenso sedimentatore di tutto ciò che proviene dal bacino montano, che ha origini dal San Gottardo e dalle vette della Val d Ossola. L apporto energetico derivante dal bacino a monte viene veicolato al lago, trasformato secondo le dinamiche energetiche lacustri, ed infine restituito al corso fluviale attraverso l acqua superficiale che sfiora dal lago dando origine al Ticino sublacuale. E quindi evidente la particolarità di questo fiume, che nasce dal lago portando in sospensione una enorme biomassa di fitoplancton e di zooplancton, che determina una produttività certamente molto alta. L origine dal lago determina anche, evidentemente, una particolare composizione della comunità ittica, che appare estremamente varia, ma comprendente nel tratto iniziale specie tipicamente lacustri, quali agone, coregone, bottatrice. L andamento e la tipologia dell asta fluviale principale rispecchiano naturalmente un ambiente epiritrale, ma la presenza dei molti ambienti laterali, in forma di lanche, risorgive, rogge e canali, determina in questo bacino una varietà di ambienti tale da permettere la presenza di tutte le specie ittiche, con la prevalenza dei Ciprinidi reofili. Fiume Ticino Figura 52: Profilo altimetrico del Fiume TicinoT Lunghezza corso d acqua ingresso nel territorio nel territorio provinciale 29,5 km provinciale 193 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 100 m Foce 140 m s.l.m. Pendenza 0,2 % Il territorio provinciale è interessato dal primo tratto del corso del fiume. Qui si concentrano i problemi dovuti alla presenza di numerosi sbarramenti e captazioni che, a partire dalla diga della Miorina, interrompono la continuità fluviale, modificando tanto l habitat fisico quanto la struttura e l abbondanza del popolamento ittico. Nel complesso la comunità ittica del fiume è molto diversificata, ma la sua consistenza numerica in molte situazioni risulta inferiore alle potenzialità dell ambiente naturale. Subito a valle della diga della Miorina (TIC-1), l ambiente presenta caratteristiche simil-lacustri, con acque piuttosto lente, alveo ampio e profondo, una ricca vegetazione riparia, con alberi in parte sommersi, salici ed ontani, arbusti e macrofite emergenti (canneto) e sommerse. 69

2 Nel suo complesso la zona possiede molte zone di rifugio per la fauna ittica, potenzialmente anche per pesci di grossa taglia. L attività di campionamento ittico, effettuato con reti da barca e elettrostorditore da riva, ha portato alla cattura di 17 specie ittiche di cui 12 appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi e, tra queste ultime, due specie esotiche: il gardon ed il rodeo amaro. Tra le altre specie è discreta la presenza del pesce persico, del cobite comune e dell anguilla. La specie più rappresentata è il cavedano, seguito dalla scardola; buona pure la situazione della tinca, presente anche con esemplari di grossa taglia. Sulla sponda sinistra del fiume sono stati inoltre osservati, senza procedere al campionamento per evitare di recare disturbo, numerosi pighi di grosse dimensioni in piena attività riproduttiva in corrispondenza di una zona ben delimitata a corrente veloce e substrato ghiaioso-ciottoloso posta ad alcune decine di metri a valle della diga. Il giudizio complessivo, per il fiume in questo tratto, non è comunque positivo, in quanto ad una ampia disponibilità di habitat non corrisponde una altrettanto buona consistenza della fauna ittica. Probabilmente un ruolo negativo importante è giocato dalla presenza sia dello sbarramento posto a monte (Miorina), sia soprattutto di quello posto alcuni chilometri a valle (Porto della Torre), con conseguente alterazione del trasporto solido, della velocità di corrente e delle possibilità migratorie. L effetto negativo delle dighe sui pesci è stato osservato anche nel tratto posto tra le dighe di Porto della Torre e Panperduto (TIC-2). Qui è stata infatti rilevata la presenza di un grande numero di giovani anguille che dopo essere riuscite a risalire lo sbarramento di Pamperduto vengono bloccate a valle della diga di Porto della Torre, per esse invalicabile. Nel tratto a valle della diga di Panperduto (TIC-3), la portata di magra del fiume è estremamente ridotta: circa 7 m 3 /s corrispondenti a parte della competenza della successiva utenza di valle (Roggia Clerici/Simonetta). La portata si suddivide in due rami che confluiscono poco a monte della spiaggia della Maddalena. Il campionamento, tramite elettrostorditore, ha riguardato il ramo sinistro, che morfologicamente è riconducibile alla tipologia di riffle. Il substrato di fondo prevalente è rappresentato da massi e ciottoli. Sono state catturate 8 specie ittiche, 5 delle quali appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi, con la nettissima dominanza del vairone, molto abbondante anche in termini assoluti. Ben rappresentata è anche la cagnetta. Pessime condizioni idrauliche si riscontrano anche nel tratto a valle della filarola della Maddalena (TIC-4): qui la portata è ridotta al deflusso minimo, che dovrebbe essere di 1-2 m 3 /s, ed alle eventuali perdite che filtrano dalla filarola. L alveo, caratterizzato da massi, ciottoli e ghiaia, consente la formazione di piccoli rami, poco profondi, abitati da grandi quantità di pesci bentonici o comunque di piccola taglia (vairone, ghiozzo, sanguinerola, cagnetta) ma inospitali per specie di grossa taglia. Gli unici pesci di peso superiore ai 100 grammi circa, sono rappresentati da una trota fario, da qualche barbo e da anguille, ed erano concentrati nel primo tratto del riffle, dove la profondità è leggermente superiore (fino a cm) e la turbolenza superficiale crea una zona di rifugio. Gli stessi problemi permangono anche nel tratto campionato a Vizzola Ticino (TIC-5). Seppure qui nel complesso la comunità ittica si mostri abbastanza diversificata, l evidente scarsità dei predatori propriamente detti ed il fatto che la quasi totalità dei pesci catturati appartenga a specie di piccola taglia o sia allo stadio di novellame è da porre in relazione alla poca disponibilità di rifugi in alveo collegata alle condizioni di portata. Sono riportate di seguito le curve di accrescimento lineare per alcune delle specie ittiche più abbondanti nel tratto di Fiume Ticino compreso nel territorio provinciale, elaborate secondo il modello di von Bertalannfy. 70

3 Figura 53: Curva di accrescimento lineare e per il cavedano e per il pesce persico 71

4 Figura 54: Curva di accrescimento lineare e per il pigo e per la savetta 72

5 Figura 54: Curva di accrescimento lineare e per la tinca e per il vairone Nel grafico di seguito riportato è mostrato l andamento annuale delle portate, elaborato sui dati pluriennali , che mostra due massimi a maggio e ottobre, dovuti alla piovosità intensa e, per quanto riguarda maggio, anche per il disgelo; due periodi di magra, uno principale a gennaio ed uno secondario ad agosto, quando gli apporti dal bacino al Lago Maggiore sono piuttosto scarsi. 73

6 Figura 56: Andamento annuale e pluriennale delle portate medie mensili del Fiume Ticino T I dati sulla qualità biologica delle acque del Fiume Ticino riportati in Tabella 26 mostrano uno certo stato di compromissione, che le vede classificate in 2-3 classe. Un seppur lieve miglioramento della qualità è registrato dal 1995 al 1998, anche se, soprattutto nel tratto più a valle, la situazione è tuttora parzialmente alterata. Tabella 26: Qualità biologica delle acque del Fiume Ticino. T In rosso r sono riportati i risultati delle analisi effettuate dall Azienda Sanitaria Locale di VarV arese STAZIONI DI PRELIEVO DATA Punteggio IBE CLASSE DI QUALITA Golasecca primavera 98 autunno lug nov Coarezza primavera 98 autunno /9 2 1/2 lug nov La Maddalena primavera 98 autunno /6 2 3 lug 95 7/8 3/2 nov Castelnovate primavera 98 autunno /7 2 2/3 lug nov 95 6/7 3 Lonate Pozzolo lug 95 nov Lonate Pozzolo (Tornavento) lug 95 nov Ponte di Oleggio primavera 98 autunno 98 10/9 8/9 1/2 2 74

7 Per quanto riguarda la comunità macrobentonica del fiume, essa è stata studiata in due località: alla Maddalena, e a Vizzola Ticino. Alla Maddalena (Tabella 26) la densità riscontrata è di 3807 ind/m 2 e la percentuale di EPT è del 50 % sul totale dei taxa rinvenuti. La comunità è però dominata fortemente dai Chironomidi, che costituiscono l 85% degli individui totali. Il valore dell indice FBI è in effetti pari a 6, definendo la qualità delle acque dubbia e l ambiente inquinato o comunque alterato. La comunità macrobentonica a Vizzola Ticino (Tabella 27) è numericamente più numerosa, mostrando una densità di 4185 ind./m 2, ed è anche aumentato il numero di unità sistematiche presenti (20), ma la comunità è anche in questo caso fortemente dominata dai Chironomidi, con l 82% degli individui totali. Il valore di FBI è pari a 6,1 e dunque la qualità delle acque è anche in questo tratto definita dubbia, confermando la presenza di inquinamento organico, già segnalato con l applicazione dell IBE. In entrambi i casi il gruppo trofico dominante risulta essere quello dei raccoglitori. Tabella 27: La comunità macrobentonica del Fiume Ticino, T a la Maddalena GRUPPO FAUNISTICOF Famiglia Genere N /m EFEMEROTTERI Baetidae Baetis 311 EFEMEROTTERI Baetidae Caenis 81 EFEMEROTTERI Ephemerellidae Ephemerella 59 TRICOTTERI Hydropsychidae 4 TRICOTTERI Rhyacophilidae 7 TRICOTTERI Sericostomatidae 4 DITTERI Athericidae 4 DITTERI Chironomidae 3103 DITTERI Simuliidae 119 CROSTACEI Asellidae 107 CROSTACEI Gammaridae 4 OLIGOCHETI Lumbricidae 4 TOTALE 3807 U.S. TOT 12,0 % EPT 50% EPT/Chironomidi 0,2 Famiglia dominante Chironomidae Dominanza (%) 82% Shannon 0,8 Margalef 1,3 Pielou 0,3 Figura 57: Distribuzione di frequenza degli individui per classi di gruppi funzionali trofici. 75

8 Tabella 28: La comunità macrobentonica del Fiume Ticino, T a Vizzola V TicinoT GRUPPO FAUNISTICOF Famiglia Genere N /m PLECOTTERI Leuctridae Leuctra 7 EFEMEROTTERI Baetidae Baetis 315 EFEMEROTTERI Baetidae Caenis 1041 EFEMEROTTERI Heptageniidae Ecdyonurus 22 EFEMEROTTERI Ephemerellidae Ephemerella 241 TRICOTTERI Hydropsychidae 19 TRICOTTERI Sericostomatidae 7 COLEOTTERI Elminthidae 44 COLEOTTERI Dryopidae 4 DITTERI Athericidae 4 DITTERI Chironomidae 2129 DITTERI Limoniidae 4 DITTERI Simuliidae 4 GASTEROPODI Lymnaeidae Lymnaea 4 CROSTACEI Asellidae 211 CROSTACEI Gammaridae 70 TRICLADI Dugesiidae Dugesia 11 OLIGOCHETI Lumbricidae 30 OLIGOCHETI Lumbriculidae 7 OLIGOCHETI Tubificidae 11 TOTALE 4185 U.S. TOT 20,0 % EPT 35% EPT/Chironomidi 0,8 Famiglia dominante Chironomidae Dominanza (%) 51% Shannon 1,5 Margalef 2,3 Pielou 0,5 Figura 58: Distribuzione di frequenza degli individui per classi di gruppi funzionali trofici. Naviglio Vecchio Il Naviglio Vecchio è un antico canale artificiale, in parte rinaturalizzato, alimentato da portate molto modeste che permettono la formazione di un flusso idrico in una frazione del letto del canale, naturale e prevalentemente formato da ghiaia e ciottoli, alternando in sequenza tipologie rifflerun-glide a profondità sempre modesta. Nel letto del canale sono altresì insediate anche da rigogliose macrofite emergenti e sommerse.il campionamento ittico, effettuato in località La Castellana, è stato effettuato con elettrostorditore con finalità semi-quantitative. Sono state catturate 12 specie ittiche di cui 6 appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi, con la prevalenza in termini di densità del vairone. Molto numeroso è anche il ghiozzo padano; la presenza di numerosi barbi adulti pronti per la riproduzione testimonia la validità di questo ambiente come area 76

9 di frega per le specie reofile. Particolarmente interessante è stata la cattura di un esemplare dell anno di trota marmorata. Tra i salmonidi sono state catturate anche alcune trote fario adulte. Tra gli esotici va ricordata la presenza del rodeo amaro. Figura 59: Profilo altimetrico del Naviglio VecchioV Lunghezza corso d acqua Sorgenti 150 m s.l.m. nel territorio provinciale 3,1 km Uscita dal territorio Larghezza media alveo di magra 30 m provinciale 145 m s.l.m. Pendenza 0,2 % Canale Marinone Figura 60: Profilo altimetrico del Canale Marinone Lunghezza corso d acqua Sorgenti 150 m s.l.m. nel territorio provinciale 2,1 km Uscita dal territorio Larghezza media alveo di magra 30 m provinciale 145 m s.l.m. Pendenza 0,2 % Il Canale Marinone è un corso d acqua artificiale con fondo naturale che nel corso degli anni è andato incontro ad una discreta rinaturalizzazione delle sponde, lungo le quali si è sviluppato il bosco a latifoglie. I ceppi degli alberi di ripa costituiscono ottimi habitat per numerose specie ittiche, che vi trovano rifugio e cibo. Il campionamento è stato condotto con elettrostorditore, con finalità semi-quantitative. La profondità è media o bassa e la tipologia del canale riconducibile ad una sequenza ripetitiva di riffle-run-pool. Il substrato di fondo prevalente è costituito da ghiaia e ciottoli; nelle pozze è prevalente il fango. Sono presenti rigogliose macrofite emergenti e sommerse. Sono state catturate 7 specie ittiche di cui 4 Ciprinidi, tra i quali è dominante il vairone. Molto abbondante è anche il ghiozzo e ben rappresentato il barbo comune. La maggior parte dei vaironi esaminati presentava le classiche lesioni cutanee nerastre dovute ad una parassitosi - veicolata da alcuni uccelli quali airone e garzetta sostenuta da Trematodi del genere Posthodiplostomum. 77

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