Trauma cranico in incidente stradale*
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- Graziano Grimaldi
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1 Trauma cranico in incidente stradale* Alessio Pitidis, Gianni Fondi, Marco Giustini, Franco Taggi Reparto di Metodologie e Modelli Biostatistici, Istituto Superiore di Sanità L evoluzione del quadro di mortalità La tab. 1 relativa agli anni 1970, 1980, 1990 e , mostra come nel tempo si sia modificato il quadro traumatologico relativo alla mortalità per incidente stradale. Vale la pena di ricordare che, sotto i 40 anni d età, la mortalità per incidente stradale rappresenta oltre il 50% del totale delle morti. Nel 1970, come si vede sul totale, circa il 70% delle morti da incidente stradale era secondario a trauma cranico: col passare degli anni questa quota si è stabilizzata intorno al 50% e, sempre in termini relativi, le lesioni del torace, dell addome e del bacino hanno assunto maggiore importanza, rendendo conto di circa il 40% delle lesioni mortali. Questo dato resta invariato se si analizzano i dati in relazione al sesso. Certamente il calo delle morti per trauma cranico in incidente stradale è impressionante: da casi nel 1970 a casi nel 1998: una riduzione del 55 per cento. Attualmente, pertanto, il tasso di mortalità per trauma cranico in incidente stradale è pari a circa 6 morti per abitanti/anno. Altrettanto importante appare l aumento dei morti per lesioni del torace, addome e bacino (23 per cento) che potrebbe, in qualche modo, segnalare nel corso degli anni velocità via via più elevate al momento dell impatto. Purtroppo, i dati attualmente disponibili anche in altri settori non sono, a nostro avviso, sufficientemente affidabili per spingere oltre quest analisi. L osservazione della mortalità 1998, mostra come siano distribuite per età le morti per incidente stradale dovute a trauma cranico: si osservi che circa il 35% dei casi è concentrato nella classe anni. Si può rilevare, inoltre, come il trauma cranico sia, comunque, una lesione importante in tutte le classi d età, rendendo conto in ogni classe dei due sessi di circa la metà dei decessi. Questo * Il presente lavoro è stato realizzato nell ambito del progetto DATIS (Dati Incidenti Stradali, linea C: morbosità, finanziato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), del progetto EPIV (Epidemiologia e Prevenzione degli Incidenti e della Violenza, finanziato dall Istituto Superiore di Sanità). 205
2 Tav. 1 - Mortalità per incidente stradale in Italia secondo il tipo di trauma riportato (anni ) Maschi Trauma cranico TAB Altre Tot val. val. val. val. val. val. val. val. ass. % ass. % ass. % ass. % , , , , , , , , , , , , , , , ,0 Femmine , , , , , , , , , , , , , , , ,0 fenomeno è più evidente negli incidenti sulle due ruote dove oltre il 54% delle morti è causata da trauma cranico. La morbosità Per quanto riguarda la morbosità, nostre stime, effettuate sulla base di rilevazioni campionarie (Studio Italiano sugli Incidenti) 2, ci permettono di quantificare in all anno gli arrivi in pronto soccorso per incidente stradale. Nel 22% di questi arrivi era segnalato un trauma cranico (certo o sospetto), e di questi il 46,6% veniva successivamente ricoverato. Ora, considerando la quota di ricoveri osservata nel SISI, si perviene ad una stima (ovviamente indicativa) di arrivi in P.S. (ca. 309 casi per residenti/anno) per trauma cranico ed a una stima preliminare di ricoverati (ca. 144 casi per ). Le statistiche di dimissione ospedaliera del Ministero della Sanità (Dipartimento della Programmazione) 3 consentono un osservazione della quasi totalità dei ricoveri in Italia: dal 1997 per le SDO si è raggiunta una completezza di oltre il 90% di tutti gli Istituti di ricovero e cura esistenti 4. Purtroppo nel 1999, per quanto riguarda i traumatismi, solo nel 21,2% dei casi è stata attribuita una codifica corretta alla causa che ha originato il trauma. Nel caso degli incidenti stradali, tuttavia, abbiamo calcolato un ottima correlazione fra la distribuzione dei ricoveri indicati e la popolazione residente (r=0,87). Inoltre la proporzione di ricoveri indicati come secondari ad incidenti stradali sul totale dei ricoveri è sostanzialmente costante nelle varie regioni in un ordine di grandezza dell 1 %. Ne possiamo inferire come la distribuzione relativa dei ricoveri osservati sia rappresentativa di quella effettiva. 206
3 Nelle statistiche suddette i traumi cranici rappresentano ca. il 30% dei ricoveri per incidente stradale. Si tratta di ca ricoveri per trauma cranico da incidente stradale; tenendo conto dell incompletezza della rilevazione si arriva a ca ricoveri. Ovviamente, tale dato risente del fatto che non conosciamo l universo dei ricoveri per incidenti stradali a causa dell errata o mancata compilazione nella SDO della voce relativa alla causa esterna del trauma. Il tasso di ospedalizzazione per trauma cranico (per abitanti), calcolato sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri per tale causa nelle ASL della Romagna 5, è sostanzialmente in linea con quello nazionale stimato sui dati delle SDO e non si hanno particolari distorsioni per età e sesso. Pertanto, utilizzando parametricamente la quota d incidenti stradali osservata sulla casistica romagnola, possiamo stimare, a livello nazionale, in ca l anno i ricoveri per trauma cranico secondario ad incidente stradale (116,4 casi per ab.). Mancherebbe cioè la corretta codifica della causa esterna in ca. il 55 % dei casi. La relazione fra mortalità per Trauma Cranico ed Incidente Stradale L osservazione dei dati in tab. 1 ci permette di tirare le fila del discorso sui determinanti di mortalità per Trauma Cranico (TC) e di formalizzare le relazioni esistenti fra i vari tipi di causa esterna. Infatti, si noti come a fronte dell imponente calo negli anni della mortalità per TC secondaria ad incidente stradale vi sia stato un aumento in valori assoluti dei morti per traumi del Torace, Addome e Bacino (TAB). Tale incremento, pur importante rispetto ai valori iniziali di mortalità per TAB del 1970, non è tale da controbilanciare la discesa della mortalità per Incidente Stradale (IS) ed anzi viene quasi compensato dal decremento della mortalità per altre cause. Come detto, quindi, la diminuzione della mortalità per TC nel tempo dipende quasi esclusivamente dalla riduzione della mortalità per IS e la mortalità in IS per cause diverse dal TC è rimasta sostanzialmente costante nel tempo (in termini assoluti). Possiamo ora formalizzare queste relazioni partendo dall identità più ovvia: (1) La (1) deriva dall ovvia constatazione che la mortalità (in valori assoluti o in termini di tassi) per Trauma Cranico in incidente stradale è uguale alla mortalità in Incidente Stradale per trauma cranico. Inoltre il rapporto fra la mortalità (per tutti i tipi di lesione) in Incidente Stradale e quella per Trauma Cranico (per tutte le cause esterne) è rimasto costante nel tempo, in Italia tale rapporto è pari a ca. 1, ogni anno vi è circa lo stesso numero di morti per IS e per TC: 207
4 (2) dove χ sta per la costante prossima ad 1. E possibile a questo punto scomporre la mortalità per IS e quella per TC nelle loro componenti principali (rispettivamente lesioni e cause esterne) dicotomizzandole (rispettivamente: Incidente Stradale e Non Incidente Stradale, Trauma Cranico e Non Trauma Cranico), tenendo presente il fatto che la mortalità per TC in Incidente Non Stradale, come più volte osservato, è rimasta costante nel tempo: (3) dove k esprime la costanza sopraindicata. Ora, poiché i dati in tab. 1 indicano che la mortalità per in Incidente Stradale Non dovuta a Trauma Cranico è rimasta costante nel tempo, possiamo esprimere in termini formali quanto segue: (4) dove c rappresenta la costanza della mortalità per incidente stradale non secondaria a trauma cranico. La (4) esprime il fatto che, data la costanza nel tempo delle morti in Incidente Stradale Non per Trauma Cranico e di quelle per Trauma Cranico Non in Incidente stradale, allora la diminuzione della mortalità in IS è dipesa (quasi esclusivamente) dalla riduzione dei traumi cranici e viceversa la riduzione dei TC è dipesa (quasi esclusivamente) dagli incidenti stradali. Le due diminuzioni sono di (quasi) eguale numerosità e riguardano valori di partenza sostanzialmente equivalenti che si sono ridotti nel corso del tempo di un per cento, per questo motivo il rapporto tra questi due fenomeni è rimasto (quasi) costante nel tempo. NOTE 1 ISTAT (vari anni) 208
5 2 Taggi et al. (1993) 3 Ministero della Sanità (1996) 4 Ministero della Sanità (1998) 5 Servadei et al. (in corso di pubblicazione) BIBLIOGRAFIA ISTAT (vari anni): Cause di Morte. Annuario. Ministero della Sanità (1996): Scheda di Dimissione Ospedaliera. Sistema Informativo Sanitario Direzione Generale della Programmazione Sanitaria; Roma. Min. LL.PP.: Relazione al Parlamento sullo stato della sicurezza stradale, anni vari. Ministero della Sanità (1998): Attività Economiche e Gestionale delle USL. Sistema Informativo Sanitario Direzione Generale della Programmazione Sanitaria; Roma. SERVADEI F, VINCENZO A, BETTI L, CHIEREGATO A, FAINARDI, E, GARDINI E, GIULIANI G, SALIZZATO L, KRAUSS JESS F (in corso di pubblicazione), Regional Brain Injury Epidemiology As the Basis for Planning Brain Injury Treatment: the Romagna experience. TAGGI F et al. (1993): Progetto SISI Epidemiologia e prevenzione degli incidenti in ambienti di vita: aspetti generali ed esperienze a livello regionale. Rapporto al Ministro della Sanità, Istituto Superiore di Sanità; Roma. 209
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