Diffusione di specie fungine patogene in barbatellai di vite della Sicilia orientale

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1 Distribuzione dei virus, dei funghi e dei nematodi della vite in Sicilia Diffusione di specie fungine patogene in barbatellai di vite della Sicilia orientale Sidoti A., A. M. Scandurra Osservatorio per le Malattie delle Piante Corso Umberto, Acireale (CT) Riassunto Il rinnovamento della viticoltura siciliana, attualmente in corso, coinvolge direttamente i vivaisti i quali sono chiamati a produrre materiale di propagazione di elevata qualità, sia sotto il profilo agronomico che fitosanitario. Al fine di acquisire informazioni sulla presenza di microrganismi fungini patogeni, in particolare di quelli associati alle alterazioni del legno, in barbatelle di vite e sulla loro distribuzione nei principali areali vivaistici della Sicilia orientale, è stata effettuata un indagine. Dai sopralluoghi effettuati nei vivai della provincia di Messina e Ragusa è stato possibile appurare infezioni sporadiche ad opera di Plasmopara viticola, Oidium tuckeri e Botrytis cinerea. Inoltre, sulle 219 barbatelle prelevate, è stata accertata la presenza di Cylindrocarpon destructans (22,4 %), Phaemoniella chlamydospora (12,3%) e Sphaeropsis malorum (10,5 %). Le frequenze d isolamento di C. destructans, P. chlamydospora e S. malorum sono state piuttosto basse, rispettivamente: 2.3 %, 1.3 % ed 1.5 %. L isolamento di queste tre ultime specie fungine nel legno delle barbatelle conferma l ipotesi, sostenuta da alcuni ricercatori, che il materiale di propagazione della vite può fungere da veicolo per infezioni in pieno campo. Tuttavia, i bassi valori delle frequenze d isolamento riscontrati in questa indagine fanno supporre che in presenza di piante robuste, allevate secondo tecniche agronomiche razionali e non sottoposte ad eccessive forzature, specialmente nei primi anni di vita, l incidenza d infezioni in forma diffusa su nuovi impianti, almeno inizialmente, sia poco probabile. Premessa Nel sistema produttivo agricolo della Sicilia, la viticoltura svolge un importante funzione socio-economica, particolarmente significativa soprattutto nell ultimo decennio a seguito delle innovazioni apportate in ambito varietale, nelle tecniche di coltivazione e nel prodotto finito. Il rinnovamento della viticoltura della Sicilia coinvolge direttamente i vivaisti i quali sono chiamati a produrre materiale di propagazione di elevata qualità, sia sotto il profilo agronomico che fitosanitario.

2 In merito a quest ultimo aspetto, l ipotesi sostenuta da alcuni ricercatori (Bertelli et al., 1998; Morton, 2000; Mugnai et al., 1999; Pascoe e Cottral, 2000) che i principali microrganismi associati al mal dell esca e alle morie di giovani viti, appartenenti ai generi Phaemoniella, Phaeoacremonium, Cylindrocarpon, si possano trasmettere con il materiale di propagazione sta suscitando non pochi timori tra i vivaisti e i viticoltori siciliani. Quest ultimi, tra l altro, già da qualche anno hanno constatato l espansione del mal dell esca in vigneti giovani (Schilirò et al., 1996) e, più recentemente, la comparsa di Phaemoniella chlamydospora* (W. Gams, Crous, M. J. Wingf. e L. Mugnai) Crous e W. Gams su viti di cv. Victoria innestata su 775 Paulsen provenienti da vivai non siciliani ( Sidoti et al., 2000). Al fine di acquisire informazioni sulla presenza di microrganismi fungini patogeni, in particolare di quelli associati alle alterazioni del legno, in barbatelle di vite e sulla loro distribuzione nei principali areali vivaistici della Sicilia orientale, è stata avviata un indagine preliminare sullo stato fitosanitario di barbatelle franche ed innestate pronte per l impianto. Materiali e metodi Nel corso del primo anno (1999), allo scopo di rilevare la presenza dei principali agenti di infezione della parte aerea delle viti, sono state effettuate osservazioni periodiche in vivai della provincia di Messina e di Ragusa. Nel secondo anno (2000), in 13 vivai scelti a campione, sono state prelevate e sottoposte ad osservazione visiva ed indagine di laboratorio 219 barbatelle pronte per essere commercializzate, di cui 97 innestate e 122 franche. Le barbatelle appartenevano a diverse varietà di Vitis vinifera L. e di portinnesti di vite americana e relativi ibridi. Di queste piante, solo i vitigni portinnesti provenivano da impianti di piante madri certificate. Le barbatelle, prima di essere sottoposte ad isolamento, sono state ripulite con acqua corrente, separate dalle radici, sezionate in senso longitudinale ed esaminate per il riscontro di eventuali imbrunimenti del tessuto xilematico. Ogni barbatella è stata suddivisa in 3 o 4 porzioni, rispettivamente se franca od innestata, denominate: tralcio dell anno, area d innesto (estesa circa 10 cm), area centrale (estesa circa cm) ed area basale (estesa circa 5 cm). Da ogni porzione di barbatella, con o senza imbrunimenti, sono stati prelevati 12 frammenti di legno (ad eccezione del tralcio dell anno dal quale sono stati escissi 4 frammenti) e seminati in scatole Petri contenenti agarpatata-destrosio (PDA). Le piastre sono state poste ad incubare in termostato alla temperatura di 21 ± 1 C e al buio. * La specie era stata inizialmente classificata dagli stessi autori come Phaeoacremonium chlamydosporum.

3 Le colonie fungine isolate sono state identificate sulla base delle loro caratteristiche morfologiche e colturali dopo il loro trasferimento in coltura pura su agar-patata-destrosio (PDA). Risultati Dai sopralluoghi effettuati nei vivai nel corso del primo anno è stato possibile appurare infezioni sporadiche ad opera di Plasmopara viticola (B. et C.) Berl. et De Toni, Oidium tuckeri Berk. e Botrytis cinerea (De Bary) Fuckel. sulle barbatelle prelevate in entrambe le due aree. In merito all indagine condotta per accertare la presenza di agenti responsabili di malattie del legno della vite, è stato osservato che le barbatelle analizzate si presentavano in buono stato vegetativo, con un apparato radicale sviluppato e prive di sintomi esterni di alterazioni visibili. La quasi totalità di esse, in sezione longitudinale, mostrava venature brune del tessuto legnoso in corrispondenza dell area basale e dell area d innesto. L imbrunimento era per lo più localizzato al livello dei vasi xilematici adiacenti il midollo. Dai vasi, inoltre, è stata osservata al microscopio ottico una fuoriuscita di essudato gommoso di color marrone-scuro. Il 35 % delle piante ha evidenziato l imbrunimento sull intera barbatella, ma solo dal 43 % di queste sono state isolate specie fungine patogene. Dalle barbatelle analizzate sono stati asportati circa 7300 frammenti di tessuto xilematico, dei quali 4610, corrispondenti al 63 % del totale, sono risultati colonizzati da specie fungine e batteriche. Fra le specie fungine isolate sono stati identificati i seguenti agenti patogeni della vite: Cylindrocarpon destructans (Zins.) Scholten, Phaemoniella chlamydospora (W. Gams, Crous, M. J. Wingf. e L. Mugnai) Crous e W. Gams e Sphaeropsis malorum (Berk.) Berk.. Le percentuali di barbatelle colonizzate dai funghi fitopatogeni e le relative frequenze d isolamento sono riportate nella tabella 1. In dettaglio, C. destructans è stata la forma fungina rinvenuta con la più alta incidenza (22,4 %), seguita da P. chlamydospora (12,3%) e da S. malorum (10,5 %). Nel complesso, le frequenze d isolamento totali di C. destructans, P. chlamydospora e S. malorum sono state piuttosto basse (rispettivamente, 2.3 %, 1.3 % ed 1.5 %). I risultati degli isolamenti effettuati, ripartiti in base alle diverse porzioni di tessuto legnoso e alla località di provenienza delle barbatelle, indicano che, in entrambe le aree indagate, C. destructans è stata isolata prevalentemente dalle barbatelle franche, soprattutto, in corrispondenza dell area basale e con una più bassa frequenza dall area centrale. P. chlamydospora è stata la specie fungina con i valori più bassi d isolamento sia su barbatelle innestate che su barbatelle franche.

4 Questo microrganismo è stato riscontrato, soprattutto, a livello dell area basale sia nelle barbatelle innestate che nelle barbatelle franche. S. malorum, infine, è stata isolata solamente dalle barbatelle innestate, prevalentemente al livello dell area d innesto. Discussione e considerazioni conclusive In entrambe le aree indagate, sulle barbatelle franche ed innestate di vite sono state osservate infezioni sporadiche di peronospora, botrite ed oidio che, in genere, non costituiscono fonte di particolare preoccupazione per i vivaisti per la loro limitata diffusione e per l adozione di efficaci strategie di difesa. Tra i diversi microrganismi isolati dal legno delle barbatelle, solamente le specie fungine C. destructans, P. chlamydospora e S. malorum, anche esse rinvenute nelle due aree indagate, sono riportate come agenti patogeni capaci di colonizzare barbatelle pronte per l impianto o di provocare deperimenti di viti giovani e adulte, in particolare modo su piante che sono state soggette ad uno o più fattori di stress. Dalle barbatelle che presentavano l imbrunimento sull intera superficie, meno del 50 % sono risultate colonizzate da specie fungine patogene; probabilmente, le venature brune non sempre hanno un origine parassitaria ma potrebbero essere collegate ad irrazionali tecniche di forzatura delle talee o a reazioni della pianta a traumi vari quali, ad esempio, quelli prodotti dalle ampie ferite da taglio (Frisullo et al.,1992; Surico et al., 1998). In conclusione, il riscontro di queste specie fungine nelle barbatelle conferma l ipotesi sostenuta da alcuni ricercatori che il materiale di propagazione della vite può fungere da veicolo di P. chlamydospora ma anche di C. destructans e di S. malorum. Tuttavia, i bassi valori delle frequenze d isolamento riscontrati in questa indagine fanno supporre che in presenza di piante robuste, allevate secondo tecniche agronomiche razionali e non sottoposte ad eccessive forzature, specialmente, nei primi anni di vita, l incidenza d infezioni in forma diffusa su nuovi impianti, almeno inizialmente, sia poco probabile.

5 Bibliografia Bertelli E., Mugnai L. and Surico G., Presence of Phaeoacremonium chlamydosporum in apparently healthy rooted grapevine cuttings. Phytopathologia mediterranea, 37, Frisullo S., Caponero A. e Citrulli M., Ricerche sulle cause dell imbrunimento del legno delle barbatelle di vite. Petria, 2, Morton L., Viticulture and grapevine declines: lesson of black goo. Phytopathologia mediterranea, 39, Mugnai L., Graniti A. and Surico G., Esca ( black measles) and brown-streaking: two old and elusive diseases of the grapevine. Plant Disease, 83, 5, Pascoe I. e Cottral E., Developments in grapevine trunk diseases research in Australia. Phytopathologia mediterranea, 39, Schilirò E., Sidoti A., Buonocore E., Di Natale A. e Zaffuto G., Incidenza del mal dell esca della vite nella Sicilia centro-orientale. Tecnica agricola, 2/3, 1-9. Sidoti A., Buonocore E., Serges T. and Mugnai L Decline of young grapevines associated with Phaeoacremonium chlamydosporum in Sicily. Phytopathologia mediterranea 39, 1, Surico G., Bertelli E. e Mugnai L., Infezioni di Phaeoacremonium chlamydosporum su barbatelle di vite. L Informatore Agrario, 15,

6 Tabella 1. Specie fungine patogene isolate nelle barbatelle franche ed innestate esaminate e relative frequenze d isolamento. Totale barbatelle colonizzate Frequenza d isolamento Ragusa Messina SICILIA Ragusa Messina SICILIA Specie fungine (n)* (%)** (n) (%) (n) (%) (n) (%) (n) (%) (n) (%) Cylindrocarpon destructans 29 31, ,4 76 4, ,3 Phaeomoniella chlamydospora Sphaeropsis malorum 6 6, , ,3 11 0,7 51 1,7 62 1,3 8 8, , , ,8 69 1,5 * Frammenti di legno colonizzati da ogni specie fungina patogena (in valore assoluto). ** Frammenti di legno colonizzati da ogni specie fungina patogena (in valore percentuale).

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