Piano Sanitario del Dipartimento di Prevenzione AUSL 2 Lucca per le Macroemergenze

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1 Piano Sanitario del Dipartimento di Prevenzione AUSL 2 Lucca per le Macroemergenze La AUSL 2 Lucca è divisa in due zone: a) Zona Piana di Lucca comprende il territorio dei seguenti Comuni: Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Pescaglia, Porcari, Villa Basilica b) Zona Valle del Serchio comprende il territorio dei seguenti Comuni: Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camporgiano, Careggine, Castelnuovo di Garf., Castiglione di Garf., Coreglia Ant.lli, Fabbriche di Vergemoli, Fosciandora, Gallicano, Giuncugnano, Minucciano, Molazzana, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, San Romano di Garf., Sillano, Vagli Sotto, Villa Collemandina. Il Dipartimento di Prevenzione della AUSL 2 Lucca (DP) è collocato nella Zona Piana di Lucca Direttore: Dott. Alberto Tomasi (cell ) Sede: Piazza Aldo Moro Capannori (LU) Tel E.mail: dip.prev@usi2.toscana.it Fax Le prestazioni del Dipartimento sono erogate attraverso le UNITA FUNZIONALI (U.F.). U. F. Igiene Pubblica e Nutrizione Responsabile dr. Alberto Tomasi Telefono Fax a.tomasi@usl2.toscana.it U. F. Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro Responsabile ing. Franco Becarelli Telefono Fax f.becarelli@usl2.toscana.it U. F. Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Responsabile dott. Ambrogio Pagani Telefono Fax alimentisicuri@usl2.toscana.it U. F. Medicina dello sport Responsabile dr.. Carlo Giammattei telefono Fax medsport@usl2.toscana.it 1

2 Le strutture professionali del Dipartimento sono: Igiene e Sanità Pubblica (ISP), Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (IAN), Medicina dello sport (MDS). Prevenzione e Sicurezza (PS), Igiene e Salute nei Luoghi di Lavoro (PISLL) Sanità Animale (SA) Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (IAPZ) Igiene degli Alimenti di Origine Animale (IAOA). Tecnici della Prevenzione Sanità Pubblica Veterinaria Tecnici della Prevenzione Igiene Pubblica Tecnici della Prevenzione Sicurezza Luoghi di lavoro La U.F. SPV-SA, qualora risulti che mangimi o alimenti presentino un serio rischio per gli esseri umani o gli animali, direttamente o tramite l'ambiente, adottano le misure adeguate al rischio di cui all Allegato 12) - Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi La U.F. IPN., per quanto riguarda l igiene dell ambiente, divide le proprie competenze con ARPAT secondo il protocollo d intesa ARPAT-AUSL2 di cui all Allegato 13) - Accordo ARPAT AUSL 2. Il DP possiede le risorse umane di cui all Allegato 1) - Organigramma Quadro dei rischi e tipologie di intervento sulla base delle Macroemergenze possibili sul territorio dell AUSL 2 1. terremoto 2. alluvione 3. black out 4. eventi atmosferici eccezionali (neve, gelo, siccità) 5. sversamento di sostanze inquinanti in corsi e bacini d acqua 6. bioterrorismo 7. frana estesa 8. incidente rilevante a rischio chimico e industriale 9. incendio esteso 10. rischio radioattivo Per ogni quadro vengono individuati gli scenari e le misure di intervento di cui all Allegato 2) - Quadro dei rischi e tipologie di intervento L Unità di Crisi Dipartimentale (UDC) è composta dai membri di cui all Allegato 3) Composizione dell Unità di Crisi Dipartimentale (UCD) In situazioni di Macroemergenza, il responsabile della Centrale Operativa 118 Lucca attiva l Unità di Crisi Aziendale (UCA); il Direttore del DP, facente parte di UCA, se il caso lo richiede, a sua volta attiva l Unità di Crisi del Dipartimento di Prevenzione (UCDP), il cui compito è quello di coordinare le azioni, sia a livello professionale che territoriale, delle UU.FF. e delle UU.OO. La UCDP viene attivata secondo il diagramma di cui all Allegato 4) Modalità di attivazione Il DP dispone delle Risorse Materiali di cui all Allegato 5) - Mappatura Risorse Materiali Il DP dispone delle Risorse Umane di cui all Allegato 6) - Mappatura Risorse Umane 2

3 I responsabili di UU.FF. coinvolte nell emergenza, in base alle caratteristiche e alla gravità dell evento e alla sua diffusione territoriale, valutano le priorità dei seguenti interventi operativi: 1. stabilizzazione del supporto logistico alla struttura (autoparco, sistemi di comunicazione, ecc.) 2. mappatura territoriale delle attività produttive (ad alto rischio) interessate dalla calamità 3. verifiche dirette in campo per la valutazione sulla idoneità degli impianti (ad alto rischio) interessati dalla calamità a proseguire l attività produttiva 4. diffusione delle opportune informazioni alla popolazione, alle Associazioni dei datori di lavoro e alle organizzazioni sindacali 5. Comunicazione alle Autorità di particolari situazioni a rischio per i provvedimenti di competenza. Specifica delle singole Attività: Attività di medicina necroscopica: accertamento della morte e compilazione dei relativi certificati secondo le norme e i protocolli aziendali in vigore Vigilanza igienico-sanitaria sulle strutture cimiteriali: attività di Polizia mortuaria ai sensi del DPR 285/90 e dei Regolamenti Comunali di Polizia Mortuaria. In particolare, attività di sorveglianza su: recupero salme, trasporto salme e cadaveri, luoghi per il deposito temporaneo di salme e cadaveri, celle frigorifere per la conservazione dei cadaveri, camere ardenti, sale per riscontri diagnostici, aree cimiteriali, altre aree destinate al seppellimento dei cadaveri e delle ceneri, inumazione, tumulazione e cremazione dei cadaveri, smaltimento dei rifiuti derivanti da attività cimiteriali. Per svolgere i compiti di Polizia Mortuaria sono chiamati a intervenire i servizi di Onoranze funebri territoriali (pubblici e/o privati) e/o le squadre di Protezione Civile Vigilanza igienico-sanitaria sulla popolazione: monitoraggio dello stato di salute della popolazione; coinvolgimento nelle attività sanitarie dei MMG, dei PLS e degli altri medici presenti sul territorio, ricordando loro l obbligo di notifica delle malattie infettive e parassitarie; coinvolgimento nelle attività sanitarie degli operatori sanitari presenti sul territorio Prevenzione e vigilanza procedure operative e utilizzo DPI operatori: i responsabili di U. F. assicurano la sicurezza degli operatori impegnati nelle attività in zone a rischio, verificano e coordinano gli interventi sul campo. In caso di necessità, il PISSL collabora col Servizio Prevenzione e Protezione della ASL al fine di informare gli operatori su quali DPI utilizzare. A tale scopo i vari DPI vengono unificati secondo le specifiche necessità che si possono prevedere (es. rischio da polveri, da gas, microbiologico) in modo da snellire al massimo le operazioni di intervento Vigilanza igienico sanitaria sulle strutture campali: controllo ambientale; controllo degli alloggiamenti; controllo dell approvvigionamento idrico e della distribuzione pasti; controllo dello smaltimento rifiuti; controllo dello smaltimento liquami; controllo sulle attività di disinfezione e disinfestazione; attuazione dei protocolli attualmente in vigore con ARPAT, Comuni e Protezione Civile Vigilanza igienico sanitaria su strutture speciali (anziani, rifugiati ecc): controllo ambientale; controllo di alloggiamenti, approvvigionamento idrico, distribuzione pasti, smaltimento rifiuti e smaltimento liquami; attuazione dei protocolli attualmente in vigore con ARPAT, Comuni e Protezione Civile Controllo sulle acque potabili condottate: controllo pozzi e depositi di acqua destinata al consumo umano, in particolare vigilanza sulle aree di rispetto, sulla opere di presa, sulla integrità dei depositi; controllo delle sorgenti di acque minerali eventualmente presenti sul territorio, in particolare verifica del corretto stoccaggio delle acque minerali imbottigliate; verifica dei requisiti chimico-fisici e microbiologici di potabilità delle acque; verifica del corretto funzionamento dei cloratori alimentati a corrente; attuazione dei protocolli attualmente in vigore con, Comuni e Enti gestori. Normativa di riferimento: D.P.C.M. 4 marzo1996 D.Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 Attenzione ora il controllo sulle acque è passato, tranne la radioattività, alla rete regionale LSPAV Controllo su approvvigionamenti potabili sostitutivi (autocisterne): verifica della autorizzazione al trasporto di acqua destinata al consumo umano; verifica del punto di captazione; verifica del piano di autocontrollo; attuazione dei protocolli attualmente in vigore con, Comuni e Enti gestori come sopra 3

4 Controllo sulla salubrità degli alimenti: interventi di vigilanza e campionamento su esercizi commerciali, magazzini alimentari, cucine da campo, mense, attività di ristorazione collettiva, distribuzione dei pasti Controllo e vigilanza su attività di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione: monitoraggio dei siti interessati e sorveglianza delle attività svolte dalle Ditte specializzate allo scopo autorizzate Controllo sulla distruzione e smaltimento di alimenti contaminati o avariati: secondo i protocolli attualmente in vigore con e Comuni attenzione anche qui il passaggio è a LSPAV Firenze per le analisi chimiche Profilassi malattie infettive e parassitarie: monitoraggio delle malattie infettive e parassitarie; informazione rivolta alla popolazione al fine di prevenire le malattie infettive e parassitarie: es. adozione di corretti comportamenti igienico-sanitari, consumo di acqua sicuramente potabile, consumo di alimenti cotti o confezionati, disinfezione con prodotti appositi (es. amuchina) di bevande (acqua) e di alimenti da consumare crudi, effettuare vaccinazioni (es. tetano-difterite e malattie a trasmissione fecale-orale); sorveglianza igienico sanitaria sulla popolazione, specialmente su quella alloggiata nelle strutture campali, anche attraverso l esecuzione di monitoraggio e screening sanitari Controllo sulla funzionalità di smaltimento dei liquami domestici e degli allevamenti di animali: secondo i protocolli attualmente in vigore con ARPAT e Comuni Controllo sullo smaltimento di rifiuti di origine civile: secondo i protocolli attualmente in vigore con ARPAT e Comuni Informazione alla cittadinanza su adeguate norme di comportamento: secondo i protocolli attualmente in vigore presso le UU. FF. ISAN-AN-ML, SA e IPSLL Informazione ai responsabili di attività produttive su adeguate norme di comportamento: secondo i protocolli attualmente in vigore presso le UU. FF. ISAN-AN-ML, SA e IPSLL Recupero e smaltimento di carcasse di animali: secondo i protocolli attualmente in vigore con ARPT e Comuni Recupero di animali e ricovero in alloggi temporanei: secondo i protocolli attualmente in vigore con ARPT e Comuni Controllo e vigilanza su malattie animali: secondo i protocolli attualmente in vigore presso le UU. FF. ISAN-AN e SA Allegati: Allegato 1) - Organigramma Allegato 2) - Quadro dei rischi e tipologie di intervento Allegato 3) - Composizione dell Unità di Crisi Dipartimentale (UCDP) Allegato 4) - Modalità di attivazione Allegato 5) - Mappatura Risorse Materiali Allegato 6) - Mappatura Risorse Umane Allegato 7) - Elenco dei fattori di rischio, dei siti vulnerabili e delle risorse cui attingere in corso di emergenza Allegato 8) - Emergenza idrica Allegato 9) - Emergenza Black-out Allegato 10) - Emergenza Chimico-Industriale Allegato 11) - Emergenza Incidente radioattivo Allegato 12) - Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi Allegato 13) - Accordo ARPAT AUSL 2 Allegato 14) Attività di medicina necroscopica 4

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7 ATTIVITÀ DI MEDICINA NECROSCOPICA VIGILANZA IGIENICO-SANITARIA SULLE STRUTTURE CIMITERIALI VIGILANZA IGIENICO SANITARIA SULLA POPOLAZIONE PREVENZIONE E VIGILANZA PROCEDURE OPERATIVE E UTILIZZO DPI OPERATORI VIGILANZA IGIENICO SANITARIA SULLE STRUTTURE CAMPALI VIGILANZA IGIENICO SANITARIA SU STRUTTURE SPECIALI (ANZIANI, RIFUGIATI, ECC.) CONTROLLO SULLE ACQUE POTABILI CONDOTTATE CONTROLLO SU APPROVVIGIONAMENTI POTABILI SOSTITUTIVI (AUTOCISTERNE) CONTROLLO E VIGILANZA SU ATTIVITÀ DI DISINFEZIONE, DISINFESTAZIONE E DERATTIZZAZIONE CONTROLLO SULLA SALUBRITÀ DEGLI ALIMENTI CONTROLLO SULLA DISTRUZIONE E SMALTIMENTO DI ALIMENTI CONTAMINATI O AVARIATI PROFILASSI MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE CONTROLLO SULLA FUNZIONALITÀ DI SMALTIMENTO DEI LIQUAMI DOMESTICI CONTROLLO SULLO SMALTIMENTO DI RIFIUTI DI ORIGINE CIVILE INFORMAZIONE ALLA CITTADINANZA SU ADEGUATE NORME DI COMPORTAMENTO RECUPERO E SMALTIMENTO DI CARCASSE DI ANIMALI RECUPERO DI ANIMALI E RICOVERO IN ALLOGGI TEMPORANEI CONTROLLO E VIGILANZA SU MALATTIE ANIMALI Allegato 2) - Quadro dei rischi e tipologie di intervento ATTIVITÀ EMERGENZA Terremoto Alluvione Black-out Eventi atmosferici eccezionali (neve, gelo, siccità) Sversamento di sostanze inquinanti in corsi e bacini d acqua Bioterrorismo Frana estesa Incidente rilevante Incendio esteso 7

8 IGIENE PUBBLICA SICUREZZA ALIMETARE PREVENZIONE IGIENE SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO STRUTTURE COINVOLTE ATTIVITÀ Attività di medicina necroscopica Vigilanza igienico-sanitaria sulle strutture cimiteriali Vigilanza igienico sanitaria sulla popolazione Prevenzione e vigilanza procedure operative e utilizzo DPI operatori Vigilanza igienico sanitaria sulle strutture campali Vigilanza igienico sanitaria su strutture speciali (anziani, rifugiati ecc) Controllo sulle acque potabili condottate Controllo su approvvigionamenti potabili sostitutivi (autocisterne) Controllo sulla salubrità degli alimenti Controllo e vigilanza su attività di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione Controllo sulla distruzione e smaltimento di alimenti contaminati o avariati Profilassi malattie infettive e parassitarie Controllo sulla funzionalità di smaltimento dei liquami domestici e degli allevamenti di animali Controllo sullo smaltimento di rifiuti di origine civile Informazione alla cittadinanza su adeguate norme di comportamento Informazione ai responsabili di attività produttive su adeguate norme di comportamento Recupero e smaltimento di carcasse di animali Recupero di animali e ricovero in alloggi temporanei Controllo e vigilanza su malattie animali 8

9 Allegato 3) - Composizione dell Unità di Crisi Dipartimentale (UCDP) 1) Responsabile U.F. Igiene Pubblica e Nutrizione (IPN) 2) Responsabile U.F. Sanità pubblica Veterinaria e Sanità Animale (SPVSA) 3) Responsabile U.F. Prevenzione, Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro (PISLL) Referente del DP alla UCA: A. Tomasi, in sua vece B. Pluchino Responsabile U.F.IPN alla UCDP M.T. Arpesella (delegata dal responsabile), Responsabile U.F. SPVSA alla UCDP A.Paganai Responsabile UF. PISLL alla UCDP: F.Becarelli:, Allegato 4) - Modalità di attivazione 118 Attivazione Unità di Crisi Aziendale di cui fa parte il Direttore DP Attivazione Unità di Crisi del Dipartimento della Prevenzione composta da 3 responsabili U.F. e da 2 responsabili U.O. Attivazione operatori in turno o in P.D. notturna festiva Mobilitazione di altri operatori Valutazione se necessita l utilizzo di tutto il personale disponibile, compresi i libero professionisti e personale volontario 9

10 U.F. Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro Schema operativo di primo intervento 118 Attivazione Unità di Crisi Aziendale Attivazione del servizio PISLL di pronta disponibilità Contattare responsabile UF di Zona Mobilitazione dei quadri ancora efficienti del PISLL e eventuale formazione squadre miste Attivazione pronta disponibilità tramite telefono: Lucca Castelnuovo Barga Allegato 5) - Mappatura Risorse Materiali Scorte riciclabili di materiale sanitario, modalità di periodico controllo e ricambio. Sarà definita specifica procedura con indicazione dei quantitativi di materiali necessari e delle modalità di rinnovamento delle scorte Materiali in uso corrente: Il responsabile dell U.F. garantisce la disponibilità dei materiali di uso corrente I singoli operatori sono responsabili dei dispositivi di protezione individuale 1) Cassetta di pronto soccorso 2) Presidio di primo soccorso per i lavoratori 3) Dispositivi di protezione individuale 10

11 Scorte di materiali: Il responsabile dell U.F. garantisce la disponibilità delle scorte dei materiali e del loro aggiornamento Le scorte sono reperibili presso le seguenti UU.FF. - Igiene e Sanità Pubblica - Igiene Alimenti e Nutrizione - Sanità Animale - Prevenzione, Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro - Laboratorio di Sanità Pubblica I singoli operatori sono responsabili dei dispositivi di protezione individuale 1) Materiale necessario all attività di campionamento di acque e di alimenti 2) Disinfettanti ambientali 3) Cassetta di pronto soccorso 4) Dispositivi di protezione individuale 5) Sacchi per rifiuti solidi urbani e assimilabili 6) Contenitori per rifiuti speciali 7) Nastro per transennatura 8) Vaccini Attrezzature: Il responsabile dell U.F. garantisce la disponibilità delle attrezzature di uso corrente a: - Igiene e Sanità Pubblica - Sicurezza Alimenti e Nutrizione - Prevenzione, Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro - Laboratorio di Sanità Pubblica 1) Auto 4x4 2) Fuoristrada 3) Furgone con frigorifero 4) Furgone 5) PC portatili con stampante (2) 6) Macchine fotografiche digitali (3) Scorte di attrezzature: Il responsabile dell U.F. garantisce la disponibilità delle scorte delle attrezzature Le scorte sono reperibili presso le seguenti UU.FF. - Igiene e Sanità Pubblica - Sicurezza Alimenti e Nutrizione - Prevenzione, Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro - Laboratorio di Sanità Pubblica 1) Lampade autoalimentate portatili 2) Telefoni cellulari 11

12 Allegato 6) - Mappatura Risorse Umane U.F. Igiene Pubblica e Nutrizione a) in orario 8,00 14,00 attivazione entro 30 (lunedì- sabato) - 1 medico U.O. - 2 tecnici prevenzione U.F. attivazione entro 60 se necessario (lunedì-sabato) - ulteriore 1 medico U.O. - ulteriori 2 tecnici prev. A.F. o altra U.F. - 1 ass.san.vig. U.F. b) in orario 14,00 20,00 attivazione entro 30 (lunedì-venerdì) - 2 tecnici prevenzione U.F. attivazione entro 60 se necessario ( lunedì-venerdì) - ulteriori 2 tecnici prev. A.F. c) fuori orario di servizio (notturni festivi e sabato dopo le 14,00) attivazione entro 45 in reperibilità notturna e festiva - 2 tecnici prevenzione U.F. U.F Sanità Pubblica Veterinaria e Siurezza alimentare a) in orario 8,00 14,00 attivazione entro 30 (lunedì- sabato) - 1 medico U.O. - 2 tecnici prevenzione U.F. attivazione entro 60 se necessario (lunedì-sabato) - ulteriore 1 medico U.O. - ulteriori 2 tecnici prev. A.F. - 1 ass.san.vig. U.F. b) in orario 14,00 20,00 attivazione entro 30 (lunedì-venerdì) - 2 tecnici prevenzione U.F. attivazione entro 60 se necessario ( lunedì-venerdì) - ulteriori 2 tecnici prev. A.F. c) fuori orario di servizio (notturni festivi e sabato dopo le 14,00) attivazione entro 45 in reperibilità notturna e festiva - 2 tecnici prevenzione U.F. U.F. Prevenzione, Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro a) in orario 7,00 14,00 attivazione entro 30 (lunedì- sabato) - 1 medico - 2 tecnici prevenzione attivazione entro 60 se necessario ( lunedì-venerdì) - ulteriori 2 tecnici prev. b) in orario 14,00 20,00 attivazione entro 30 (lunedì-venerdì) - 2 tecnici prev. attivazione entro 60 se necessario (lunedì-venerdì) - ulteriori 2 tecnici prev. c) fuori orario di servizio (notturni festivi e sabato dopo le 13,00) attivazione entro 45 in reperibilità notturna e festiva - 2 tecnici prev. 12

13 INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO a. programma di informazione di tutti gli operatori coinvolti: Le UU. FF. del Dipartimento sono disponili a collaborare alle iniziative di informazione della popolazione definite dalla Direzione Sanitaria. b. programma di formazione degli operatori coinvolti sulle procedure di emergenza di competenza aziendale e sull organizzazione e le procedure di altre strutture della protezione civile eventualmente coinvolte: Il Dipartimento di Prevenzione realizzerà la formazione degli operatori per le macroemergenze anche attraverso corsi organizzati dalla AUSL o dalla Protezione Civile. c. programma di addestramento degli operatori coinvolti, secondo quanto previsto a livello aziendale dal Direttore U.O. Centrale Operativa 118: Il Dipartimento di Prevenzione realizzerà la formazione degli operatori per le macroemergenze anche attraverso corsi organizzati dalla AUSL. d. programma di aggiornamento annuale dei tecnici della prevenzione sulle attività di base seguenti: 1. campionamento alimenti 2. campionamento acque per la potabilità Il Dipartimento di Prevenzione realizzerà l aggiornamento degli operatori e. Tutti i referenti di UU.FF. del Dipartimento di Prevenzione collaborano con l UNITA DI CRISI AZIENDALE E DIPARTIMENTALE per la diffusione delle informazioni attraverso gli organi di informazione Allegato 7) Elenco dei fattori di rischio, dei siti vulnerabili e delle risorse cui attingere in corso di emergenza 1. U.F. IGIENE PUBBLICA E NUTRIZIONE (IPN): acquedotti, edifici scolastici, depositi gas tossici, centro di accoglienza (alberghi, campeggi, palasport, ecc.), centri vaccinali, aree cimiteriali, obitori, ecc. A) ENTI GESTORI ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO 1. GAIA ATO (ambito territoriale ottimale) B) DITTE CHE ESEGUONO LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E ASSIMILABILI C) DITTE CHE ESEGUONO LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI E I RIFIUTI DERIVANTI DA ATTIVITÀ CIMITERIALI 1. Waste Management Italia spa Tel: D) DITTE CHE ESEGUONO OPERAZIONI DI DISINQUINAMENTO: 1. Labromare s.r.l. via E. Quaglierini, 10/b Livorno. Tel: (+39) Fax: (+39) Numero per le emergenze: E) DITTE CHE ESEGUONO ATTIVITÀ DI DISINFEZIONE E DISINFESTAZIONE F) DISLOCAZIONE DELLE CAMERE MORTUARIE 13

14 2. U.F SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA E SIUREZZA ALIMENTARE (SPVSA): mense, cucine collettive, depositi di prodotti alimentari, ecc. a) ELENCO MENSE ZONA VALLE DEL SERCHIO Cucine e/o refettori Via/loc Comune Centro cottura Bagni di Lucca Via Letizia Bagni di Lucca Refettorio elem/medie Via Wipple Bagni di Lucca Refettorio sc. Elem. Fornoli Fornoli Bagni di Lucca Refettorio Sc. Materna/elem. San Cassiano di C. Bagni di Lucca Refettorio sc. Materna Fornoli Fornoli Bagni di Lucca Refettorio sc. Materna Fabbriche di Casabasciana Bagni di Lucca Refettorio sc. elementare Scesta Bagni di Lucca Refettorio Villa Webb Bagni di Lucca Sc. Materna privata Donnini Piazza Garibaldi, 68 Barga Cucina Sc. Martini Ist. Barga Alberghiero Refettorio elementari Fornaci di Barga Barga Refettorio sc. materna Fornaci di Barga Barga Refettorio sc. materna Filecchio Barga Refettorio sc. media Barga Barga Cucina centralizzata sc. A. Mei Fornaci di barga Barga Ref. Sc. materna Castelvecchio Pascoli Barga Refettorio sc. materna Via Roma Barga Refettorio sc. elementare Via Funai Barga Refettorio sc. Materna privata Caduti in guerra Borgo a Mozzano Sc. materna Loc. salita Borgo a Mozzano Sc. elementare Valdottavo Borgo a Mozzano Sc. elementare Decimo Borgo a Mozzano Sc. elementare Corsagna Borgo a Mozzano Sc. elementare s. Francesco Borgo a Mozzano Sc. materna Decimo Borgo a Mozzano Sc. materna Corsagna Borgo a Mozzano Sc. materna Valdottavo Borgo a Mozzano Sc. materna Borgo a Mozzano Borgo a Mozzano Sc. Mat./elem centro cottura Camporgiano Camporgiano Refettorio Filicaia Filicaia Camporgiano Centro Cottura Via Fabrizi Castelnuovo Garfagnana Refettorio asilo nido Piano Pieve Castelnuovo Garfagnana Refettorio sc. Materna Loc. Carbonaia Castelnuovo Garfagnana Refettorio sc. materna Loc. Torrite Castelnuovo Garfagnana Cucina per mensa Il Castello Castiglione Garfagnana Cucina sc. materna Castiglione Garfagnana Castiglione Garfagnana Cucina centralizzata Coreglia ghivizzano Coreglia Antelminelli refettorio Calavorno Coreglia Antelminelli refettorio Piano di Coreglia Coreglia Antelminelli refettorio Coreglia Antelminelli Coreglia Antelminelli Refettorio sc. elementare Ghivizzano Coreglia Antelminelli Refettorio sc. Elem. Vallisneri Loc. Cornali Fabbriche di Vallico 14

15 Mensa scolastica migliano Fosciandora Cucina sc. Privata don Moni Via San sebastiano Gallicano Refettorio sc. elementare Via dei Cipressi Gallicano Centro cottura Gallicano Via Serchio Gallicano Mensa scolastica Via S. Luigi loc. Magliano Giuncugnano Mensa Gorfigliano Loc. Gorfigliano Minucciano Mensa Gramolazzo Loc. Gramolazzo Minucciano Mensa Pieve S. Lorenzo Loc. San Lorenzo Minucciano Cucina mensa scolastica Loc. Montaltissimo Molazzana Cucina sc. comunale Via Vagli Piazza al Serchio Refettorio mensa scolastica Loc. Biubbi Pieve Fosciana Mensa scolastica Pieve Fosciana Pieve Fosciana Cucina mensa San romano San Romano in G. Mensa scolstica sillano Sillano Mensa comunale Vagli Vagli di Sopra Vagli Refettorio villa Collemandina Villa Collemandina Refettorio Corfino Corfino Villa Collemandina a) ELENCO MENSE ZONA PIANA DI LUCCA - SCUOLA ELEMENTARE S.VITO VIA GIORGINI S.VITO LUCCA SCUOLA ELEMENTARE S.ANNA VIA MATTEOTTI S.ANNA LUCCA MENSA AZIENDALE PERINI MUGNANO LUCCA - MENSA MANIFATTURA TABACCHI LUCCA - SCUOLA I.T.I.S. S.FILIPPO LUCCA SCUOLA ELEMENTARE PONTE A MORIANO LUCCA SCUOLA MATERNA GIOMETTI VIA SBARRA PORCARI MENSA AZIENDALE FOSBER VIA PER CAMAIORE 27/28 MONSAGRATI PESCAGLIA SCUOLA ELEMENTARE VILLA BASILICA VIA DEL CASTELLO SCUOLA MATERNA BADIA POZZEVERI ALTOPASCIO SCUOLA MATERNA LOC. CHIMENTI ALTOPASCIO SCUOLA MATERNA MARGINONE ALTOPASCIO SCUOLA MATERNA VIA VALICO ALTOPASCIO SCUOLA MATERNA MONTECARLO (cucina presente ma non attiva) CENTRO COTTURA EUDANIA VIA DEL COMUNE CAPANNORI - LA DISPENSA CENTRO COTTURA COSELLI CAPANNORI SCUOLA ELEMENTARE CENTRALIZZATA VIA DELLA CHIESA CAPANNORI

16 3.. U.F SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA E SIUREZZA ALIMENTARE (SPVSA):: allevamenti, stabilimenti di macellazione, ecc. Zona Valle del Serchio. Al momento attuale (febbraio 2008) la U.O. Sanità Animale, applicando un progetto già finanzianto, ha georeferenziato: a) gli allevamenti avicoli sup. ai 250 capi; b) gli stabilimenti di macellazione; c) alcune aziende agricole. I dati relativi sono stati incamerati dalla Comunità montana (l Ente che gestisce i piani di protezione civile). Entro il 2008 verrà completata la georeferenziazione di tutti gli allevamenti dei 21 comuni della Zona Valle del Serchio. Successivamente, con un nuovo progetto, è prevista la georeferenziazione delle seguenti aziende: 1) aziende a rischio incidente rilevante (Decreto Legislativo 334/99Attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose) 2) aziende a rischio chimico (Stabilimenti tenuti alla presentazione di rapporto di sicurezza ai sensi dell art. 8, comma 2 del D.Lgs. 334/1999), depositi carburanti, industrie chimiche 3) punti di prelievo acque potabili Zona Piana di Lucca. Sono georeferenziati gli allevamenti professionali di bovini, ovini, suini ed equini. E in corso la completa realizzazione della mappatura degli allevamenti zootecnici della Piana.. 4. UU.FF. PREVENZIONE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO (PSLL): aziende appartenenti al gruppo A ai sensi del D.M. 388/2003, aziende che rientrano nella definizione di grandi rischi ai sensi del D. Lgs. 334/1999 e successive modifiche ed integrazioni (in particolare D. Lgs. 238/2005) Allegato 8) Emergenza idrica VALORE DI SOGLIA DOTAZIONE IDRICA : > 70 litri per abitante al giorno VALORE DI CRISI DOTAZIONE IDRICA : < 50 litri per abitante al giorno PARAMETRI MICROBIOLOGICI E CHIMICI DI RIFERIMENTO : vedi PARTE A e PARTE B Allegato 1 D.Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 La predisposizione di un Piano di Prevenzione delle Emergenze Idriche, deve prevedere e quindi fare fronte a tutte quelle situazioni in cui si possono verificare i seguenti casi : limitazione dell erogazione dell acqua potabile interruzione dell erogazione dell acqua potabile indisponibilità della risorsa idrica per inquinamento LIMITAZIONE E INTERRUZIONE DELL EROGAZIONE Tali situazioni possono verificarsi per i seguenti motivi : Carenza delle fonti Eventi di siccità Errata gestione delle fonti Carenza impiantistica Carenza progettuale Decadimento delle caratteristiche strutturali Mancanza di una adeguata manutenzione Errata gestione degli impianti Sprechi generali ingiustificati Carenze dovute ad eventi naturali eccezionali INDISPONIBILITA DELLA RISORSA IDRICA PER INQUINAMENTO 16

17 inquinamento localizzato alle fonti inquinamento localizzato alle strutture inquinamento localizzato nella rete inquinamento distribuito nella rete inquinamento in tempi determinati LIMITAZIONE E INTERRUZIONE DELL EROGAZIONE MISURE CORRETTIVE Carenza delle fonti : Approvvigionamento con risorse integrative Limitazione erogazione acqua alle utenze Individuazione priorità utenze per erogazione acqua Individuazione di aree per la localizzazione di autobotti o accumuli provvisori Interventi di recupero della risorsa idrica Ricerca di fonti alternative (ad esempio ricerca di fonti di acqua che anche se non potabile può essere adoperata per pulizia stalle) Eventi di siccità : Approvvigionamento con risorse integrative Limitazione erogazione acqua alle utenze Individuazione priorità utenze per erogazione acqua Individuazione di aree per la localizzazione di autobotti o accumuli provvisori Errata gestione delle fonti : Razionalizzazione del sistema di approvvigionamento idrico Ricerca di fonti alternative Carenza impiantistica : Ricerca di soluzioni alternative soddisfacenti Progettazioni e realizzazione interventi volti a eliminare gli inconvenienti Carenza progettuale : Ricerca di soluzioni migliorative Ricerca di fonti alternative ed integrative Eliminazione eventuali inconvenienti igienico-sanitari Decadimento delle caratteristiche strutturali : Ricerca di soluzioni migliorative Eliminazione inconvenienti di piccola entità Pianificazione delle operazioni di manutenzione Mancanza di una adeguata manutenzione : Pianificazione delle operazioni di manutenzione Interventi di manutenzione straordinaria Errata gestione degli impianti : Razionalizzazione del sistema distributivo Pianificazione delle operazioni di manutenzione Ricerca sistematica delle perdite per le loro riparazioni Interventi di manutenzione straordinaria 17

18 Sprechi generali Revisione generale del sistema gestionale INDISPONIBILITA DELLA RISORSA IDRICA PER INQUINAMENTO MISURE CORRETTIVE Avvisare immediatamente la popolazione : In caso di inquinamento microbiologico può essere sufficiente la bollitura per 10 minuti. Se si teme anche inquinamento chimico l acqua non potrà essere usata a scopo potabile e si dovrà provvedere con fonti alternative. Inquinamento localizzato delle fonti : Approvvigionamento d emergenza Individuazione di aree per la sosta di autobotti (da concordare con i Comuni) Reperimento di fonti alternative Disinquinamento Inquinamento localizzato delle strutture : Approvvigionamento d emergenza Individuazione di aree per la sosta di autobotti (da concordare con i Comuni) Interventi di ripristino e recupero delle strutture Inquinamento localizzato delle reti : Approvvigionamento d emergenza Individuazione di aree per la sosta di autobotti (da concordare con i Comuni) Individuazione delle cause ed eliminazione Interventi di recupero delle reti Interventi di disinfezione mirati Inquinamento distribuito nelle reti : Approvvigionamento d emergenza Individuazione di aree per la sosta di autobotti (da concordare con i Comuni) Individuazione delle cause ed eliminazione Sostituzione delle reti obsolete Interventi di disinfezione mirati Inquinamento in tempi determinati : Monitoraggio analitico Approvvigionamento d emergenza Individuazione di aree per la sosta di autobotti (da concordare con i Comuni) Individuazione delle cause ed eliminazione Interventi di disinfezione periodici e mirati allo scopo La ASL può dare il proprio contributo al monitoraggio degli inquinanti mediante esecuzione di esami sui parametri microbiologici e chimici. Procedura per la clorazione dell acqua. 1. Calcolo della quantità di disinfettante da impiegare. L obiettivo è quello di raggiungere nell acqua una concentrazione di disinfettante (ipoclorito di sodio al 15%) di 0,2-0,5 ppm. (ovvero mg/l). Tale scopo può essere raggiunto in due modi: 1. Il calcolo della quantità di disinfettante da utilizzare si ottiene moltiplicando la capacità della cisterna in litri per la stima della clororichiesta espressa in mg/l (es. 0,4 mg/l) e dividendo poi il risultato per la concentrazione del cloro attivo in % (secondo i prodotti commercialmente in uso) e per un coefficiente secondo la formula sotto indicata. Come clororichiesta s intende la quantità minima di ipoclorito che è necessario aggiungere all acqua per ottenere la completa disinfezione. 18

19 (capacità litri cisterna) x (livello ipoclorito in mg/l che si vuole ottenere) = cc (ml) 5 x (concentrazione cloro attivo in %, secondo i prodotti) Esempio per una cisterna da litri, usando ipoclorito di sodio al 15% volendo ottenere una concentrazione di cloro attivo di 0,5 ppm, si calcoli: x 0, = 93 ml 5 x 15 Attenzione alle unità di misura 2. con prove empiriche di diluizioni scalari, seguite da misurazioni analitiche effettuabili con una strumentazione (kit cloro-ph da usare per le piscine, ad esempio). Questa metodica prevede l allestimento di una serie di diluizioni scalari di campioni di acqua con l ipoclorito di sodio, sulle quali si eseguono dopo 30 minuti delle determinazioni analitiche. Questa metodica offre una maggior precisione rispetto alla precedente, poiché consente di valutare tutte le variabili che possono influenzare il risultato pratico rendendolo diverso da quello calcolato teoricamente. 3. Infine, l abbinamento dei due metodi permette di dosare esattamente il cloro in presenza di materia prima degradata, attraverso la formula: (cc di disinfettante calcolato col metodo n. 1) x (cloro desiderato) (cloro attivo misurato con il kit) Es. Se per ottenere 0,5 ppm (cloro desiderato) devo usare 93 cc di ipoclorito in 14 metri cubi e misuro all analisi solo 0,3 ppm, applico la correzione 93 x 0,5/0,3 = 155 cc. Quindi in una cisterna da litri dovrò aggiungere in realtà 155 ml di disinfettante per avere realmente un cloro residuo libero pari a 0,5 ppm. Procedura semplificata per la clorazione dell'acqua Per coloro che non fossero molto confidenti con i calcoli e con le formule chimiche, di seguito, viene fornita una semplice procedura per la potabilizzazione dell acqua con ipoclorito di sodio da utilizzare durante le emergenze. In questo caso, non possedendo basi tecniche sufficienti, all'operatore viene richiesto di attenersi scrupolosamente alla procedura e di effettuare un controllo finale per la verifica dell'effettivo livello di cloro dosato. Procedura Nella tabella sotto riportata vengono elencati i tipi di ipoclorito facilmente reperibili sul mercato che possono essere utilizzati per la preparazione dell acqua potabile e il relativo dosaggio per preparare 1 metro cubo di acqua trattata alla concentrazione voluta. L unità di misura del dosaggio di cloro attivo viene espressa in ppm (parti per milione, cioè mg per litro). 10.b.- Tipi di ipoclorito di sodio disponibile sul mercato: Soluzione all 1% (Amuchina) Soluzione al 5% (Normali candeggine non profumate) Soluzione al 15% (Ipoclorito commerciale) 19

20 Nota importante: per non complicare eccessivamente i calcoli, non si è tenuto conto della densità dall ipoclorito di partenza per cui, durante il processo di clorazione, si tenderà a sovradosare leggermente il cloro contenuto nell acqua trattata, sovradosaggio che, in genere, viene ampiamente compensato dalla perdita di cloro attivo nella materia prima dovuto alle condizioni di stoccaggio. Dopo aver individuato sulla tabella il volume di ipoclorito da dosare per la concentrazione voluta, moltiplicare tale valore per il numero totale di metri cubi d acqua contenuti nella cisterna da trattare. Allegato 9) Emergenza Black-out 1) Verifica tra la popolazione che eventuali casi supportati da prodotti elettromedicali siano stati avvertiti e se necessitano di assistenza tecnica 2) Controllo salubrità alimenti-verificare presso gli esercizi commerciali, mense e depositi che non siano conservati e messi in commercio prodotti surgelati che possono essere stati danneggiati dal mancato funzionamento dei surgelatori (la spia è la presenza di ghiaccio all interno) 3) Controlla che i vaccini conservati nei frigoriferi non abbiano subito variazioni termiche che possano alterare il loro stato 4) informare la popolazione su eventuali rischi alla salute conseguenti al cattivo stato di conservazione degli alimenti 5) informare la popolazione di eventuali precauzioni nell'utilizzo dell'acqua condottata durante la prima fase dell'erogazione (lasciare scorrere l acqua per 10 minuti prima dell utilizzo) 6) In caso di Black-out parziale informare la popolazione sugli impianti elettrici rimasti funzionanti Allegato 10) Emergenza Chimico-Industriale Gli stabilimenti industriali dove vengono utilizzate sostanze pericolose possono in occasione di eventi catastrofici dare origine alle emissioni di sostanze tossiche con danni alla salute tali industrie ai sensi del D.Lg.vo 334/99 hanno l obbligo di predisporre piani di emergenza interna ed esterna la A.U.S.L. contribuisce alla individuazione di fattori di rischio e dei sistemi di integrazione ed in collaborazione con l ARPAT provvede ad effettuare analisi finalizzate alla identificazione delle sostanze coinvolte e alla definizione del rischio sulle varie matrici (aria, acqua e alimenti) a tale proposito vedi l allegato accordo ARPAT - A.U.S.L. N.B. Nel caso di inquinamento di siti la nostra ASL ha una pronta disponibilità specifica del Gruppo Siti Inquinati (Resp. Dott. Gregorio Loprieno) attivabile tramite centralino aziendale. Allegato 11) Emergenza Incidente radioattivo 20

21 In Italia non esistono centrali nucleari ma una tale emergenza può verificarsi in seguito ad incidenti sulle centrali nucleari di altri paesi o a incidenti nel corso di trasporto di sostanze radioattive o nei centri di ricerca dove si detengono tali sostanze. Inizialmente il rischio è determinato dall inalazione del materiale radioattivo e dall irraggiamento della nube radioattiva; dopo qualche settimana il rischio è determinato dall irraggiamento delle deposizioni sul suolo di materiale radioattivo, irraggiamento interno conseguente alla inalazione di particelle sospese o dall ingestione di cibo ed acqua contaminata. Vigilanza igienico sanitaria della popolazione - Limitare all essenziale delle persone nelle zone contaminate - Evacuazione dell area - Iodio-profilassi (cioè ingestione sotto stretto controllo medico di composti iodio-stabile) ai fini di limitare l assorbimento di iodio radioattivo da parte delle tiroide - Predisporre la decontaminazione e rimozione delle sostanze radioattive eventualmente depositatesi su superficie esposte (ad esempio con abbondante lavaggio) - controllo delle acque condottate con verifica dei livelli radiometrici delle stesse - controllo salubrità alimenti: controllo della catena alimentare al fine di impedire che sostanze radioattive determino contaminazione della stessa - informazione alla cittadinanza se la situazione non richiede o non consente l evacuazione dalla zona dell incidente consigli utili in fase di emergenza possono essere: ripararsi all interno di edifici chiudere porte e finestre e spegnere gli impianti di ventilazione spostarsi se possibile nei piani interrati o seminterrati Se si sospetta di essere stati sottoposti a radiazioni: spogliarsi e riporre gli abiti contaminati in un sacco di plastica da riporre sigillato al di fuori della propria abitazione, fare una doccia completa utilizzare abiti e scarpe non esposti a radiazioni Allegato 12) - Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi Gazzetta Ufficiale N. 36 del 12 Febbraio 2008 CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO PROVVEDIMENTO 24 gennaio 2008 Intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, concernente l'attuazione del Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi. (Rep. Atti n. 6/CSR). 21

22 Allegato 14) Attività di medicina necroscopica GESTIONE DELLE SALME a) EVENTI SENZA INTERVENTO dell AUTORITA GIUDIZIARIA in genere fenomeni di origine naturale (evento atmosferico estremo, terremoto, epidemia...) FASI AZIONI RISORSE 1. RECUPERO - partecipazione alle operazioni di ricerca delle salme allo scopo di -stimare numero vittime decedute -procedere ad esatta identificazione resti umani e/o distinzione con resti animali - sistemazione salme integre e/o resti parziali all interno di idonei bodybag per conservazione e trasporto al sito del deposito - un medico legale - body bag resistenti idrorepellenti sigillabili smaltibili n. 50 stoccati altri rapidamente reperibili - codificazione resti recuperati mediante etichettatura su cui è riportato: - data e ora ritrovamento - luogo ritrovamento - operatore - DPI (guanti non sterili, mascherine, tute) - trasporto al sito del deposito - etichette indelebili impermeabilizzate - mezzi di trasporto 22

23 chiusi tipo furgoni - n. 3 minimo 2. a) b) c) d) ZONA PIANA DI LUCCA salme a) ALLOCAMENTO b) ACCERTAMENTO MORTE c) RICONOSCIMENTO d) CONSERVAZIONE TEMPORANEA - - Obitorio Intercomunale di Lucca a) utilizzo sale mortuarie esistenti per: - accertamento morte secondo normativa vigente - attività di riconoscimento b) utilizzo uffici esistenti per - raccolta/elaborazione dati - contatti Forze dell Ordine e/o familiari c) sala d attesa con servizi igienici -Depositorio in container refrigerato posto nei pressi dell Obitorio Intercomunale di Lucca (dotato di 8 celle frigorifero per la conservazione temporanea) - Equipe medica: medici legali e/o medici necroscopi in base a n. stimato di vittime psicologo - eventuali volontari autorizzati - -DPI (guanti non sterili, mascherine, tute) - Container refrigerato >30 salme Installazione in struttura coperta provvisoria con aree delimitate ad uso tecnico e tipo ufficio e sala d attesa (come nel caso precedente) Depositorio in container refrigerato sito nei pressi di tale struttura ZONA VALLE DEL SERCHIO Installazione in struttura coperta con aree delimitate ad uso tecnico e tipo ufficio e sala d attesa (come nel 23 In più Locale chiuso murario (tipo hangar ) o in tenda almeno 500 mq nei pressi della sede ospedaliera vicina al sito di emergenza e/o soccorsi per accettazione vittime secondarie dotato di corrente elettrica ed

24 caso precedente) Depositorio in container refrigerato sito nei pressi di tale struttura acqua servizi igienici (anche mobili) con accessi sorvegliati almeno 5 tavoli da campo 3. IDENTIFICAZIONE Attuazione protocolli di identificazione personale per le salme in cui non è possibile il riconoscimento de visu in collaborazione con sedi specializzate (Università di Pisa e Firenze) - Metodo odontologico - Metodo genetico (DNA) In più Schede raccolta dati ante e post mortem Attrezzatura repertazione materiale biologico Apparecchio radiologico mobile b) EVENTI CON SALME A DISPOSIZIONE dell AUTORITA GIUDIZIARIA - in genere in ipotesi di responsabilità di terzi (incidenti industriali, incidenti ferroviari, incidenti aerei, atti terroristici, ecc..) - Fasi: (secondo schema precedente) 2 a) ALLOCAMENTO b) ACCERTAMENTO MORTE c) RICONOSCIMENTO d) CONSERVAZIONE TEMPORANEA - della fase 1 (RECUPERO) e della fase 3 (IDENTIFICAZIONE) sono responsabili i consulenti tecnici nominati dall AG - i consulenti tecnici nominati dall AG sono responsabili anche di AUTOPSIE GIUDIZIARIE eventualmente disposte, per le quali la ASL ha il solo compito di fornire locali idonei in obitorio e/o all interno delle strutture provvisorie allestite. 24

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