ANDREA VITALE DIZIONARIO DI PSICOLOGIA DEL DEFICIT PARENTALE

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1 ANDREA VITALE DIZIONARIO DI PSICOLOGIA DEL DEFICIT PARENTALE Roma, 2007

2 Prefazione Il Dizionario è nato per raccordare la tradizionale descrizione psichiatrica dei disturbi mentali con i dati relativi a quella che si può definire la teoria del deficit materno. La nostra specie ha allungato l infanzia e alterato la cura parentale per procurare la dipendenza coatta dei suoi membri. Il grande collettivo che ne è scaturito, l ha ripagata in termini di organizzazione gerarchica verticale e competitività orizzontale: meglio di ogni altro vivente, l uomo troneggia su animali e uomini, sfruttandone le forze, gli intenti, le carni. Una tale disciplina economica non poteva che reggersi sull incattivimento interno, ottenuto con l inquinamento delle infanzie. La sofferenza soggettiva, tema dei manuali di diagnosi psichica, è la conseguenza dell asservimento comunista. In assenza di una spiegazione evolutiva, la nevrosi manca di una causa e finanche di uno scopo, inducendo gli studiosi tradizionali nell errore di non considerare il deficit materno come un evento utile, o addirittura di non considerarlo per niente. Il mio lavoro è stato di raccordo. Ho trascritto le definizioni del DSM (manuale psichiatrico diagnostico e statistico) e della SWAP (scala di valutazione della personalità messa a punto da Shedler e Westen) nei termini di conseguenze etologiche. La paranoia è diventata un senso di persecuzione dovuto a una persecuzione realmente subita. Il delirio il deragliamento fisiologico della capacità di ragionare, dovuto a uno stato emotivo fortemente alterato. Non ho fatto altro che cucire una causa a un effetto, secondo la logica di ogni trattato di psicopatologia dinamica. Se il risultato è diverso dal solito, lo si deve al fatto che le cause tradizionalmente indicate,

3 rappresentano a loro volta nella mia interpretazione effetti di quella vera. Cioè artefazioni mentali utili a celare l origine della sofferenza e a validarne la perpetuazione. Se un dato emerge con chiarezza dalla rilettura della filogenesi umana recente, è che ha reso l infanzia di ciascuno di noi un inferno da dimenticare e trasformare nell attesa impaziente di un paradiso compensatorio, come anche di una vendetta da consumarsi sui nuovi venuti. Il concetto di sessualità infantile teorizzato da Freud, a esempio, non serve a capire e a curare la nevrosi. Ma a scaricare la responsabilità dell abuso dalla classe degli adulti a quella dei bambini, capovolgendo la realtà e le sanzioni: non sono gli adulti a molestare i bambini, ma i bambini a molestare gli adulti. Da ciò discende che gli adulti vadano assolti e i bambini, come i pazienti, condannati. Un piccolo soggetto a cure parentali esposto a minaccia, dà vita a tre risposte parallele: ricerca protezione presso chi ne cura la tutela, si fa aggressivo, deprime esplorazione, alimentazione e socialità. Le tre risposte sono sempre presenti, ma mutano d intensità in conseguenza di vari fattori, tra cui il grado di minaccia e l idoneità della tutela. Quel che ne risulta sono quadri sintomatici improntati alla prevalenza di risposte del primo tipo (ansioso pacificatorio), del secondo (aggressivo inefficace) o del terzo (depressivo-distaccato). L Indice dei caratteri per categoria, riporta le voci secondo questa classificazione. I caratteri di vigilanza / irreggimentazione (V) comprendono atti, stati, sensazioni e mentalizzazioni di tipo ansiosopacificatorio. Il bambino prima, e l adulto poi, si è adattato a far fronte a una condizione d allarme attraverso risposte tese a prevenire le conseguenza della minaccia, senza far ricorso all aggressione. I suoi atti sono mirati a ridurre l allerta adeguando la condotta a quella altrui. Rappresentano l espressione più compiuta della sottomissione gerarchica. Il dominante viene blandito con condotte di pacificazione e ci si asservisce al suo comando per tamponare il senso d angoscia ch egli stesso ha alimentato. Gli stati sono azioni non funzionali a predeterminare attivamente un sistema di equilibrio; intervengono in risposta a una condizione esterna temporanea che la normale routine non ha potuto prevenire. Spesso sono semplici conseguenze e non atti intenzionali. La balbuzie per esempio è una conseguenza non funzionale di uno stato d agitazione, mentre l efficientismo ha lo scopo di ridurre al minimo il rischio di rimprovero. La balbuzie da questo punto di vista va considerata uno stato e non un atto. Talvolta il confine tra atto e stato è labile, quindi la distinzione va presa con elasticità. Le mentalizzazioni sono espressioni cognitive conformate sullo stato emotivo e riflettono la condizione di fondo della personalità. Non contengono la verità esperita, ma l obbligo di adattamento, rendendo merito al principio che la mente si chiama mente perché mente. E mentire, a se stessi, agli altri, aiuta a tollerare uno stato d equilibrio conflittuale. I sentimenti sono infine i motori interni degli atti o degli stati, e sono conformati sulle esigenze imposte. Nel caso della vigilanza propria del tipo ansioso pacificatorio sono orientati a tenere desta la percezione del pericolo, come anche dell impegno a rispondervi seguendo la via della compiacenza in luogo di quella dell aggressione. L aggressione serve a allontanare chi ci espone a pericolo, minacciando di farlo soffrire o facendolo effettivamente soffrire. La sofferenza resa dovrebbe indurlo a più miti consigli. L aggressione, intesa come promozione di dolore al prossimo, è dunque un mezzo per un fine, che è quello di dissuaderlo dal molestarci. Le persone permanentemente aggressive hanno perso di vista il fine, e continuano a prendersela col prossimo, perché non hanno raggiunto il livello di dissuasione sufficiente a spezzare la dipendenza originaria. Il loro serbatoio arcaico d ira continua a restare pieno e il condotto di scarico contemporaneo non ha portata sufficiente a svuotarlo, ragion per cui sono condannati a una guerra permanente. Come si può constatare, i caratteri di aggressione (A) presenti nel Dizionario sono solo tre: reazione critica, motivazione a fare una psicoterapia, cambiamento. La nostra società è in effetti costruita sull imbarazzante imbavagliamento dell ira infantile. Veniamo incattiviti e incatenati. Solo pochi riescono a spezzare la catena della dipendenza coatta, giungendo al fine conclusivo dell aggressione difensiva. La stragrande maggioranza resta asservita, trincerandosi dietro l ostentazione maniacale del libero arbitrio. Ma questo è il prezzo da pagare per far parte della grande colonia. Restare dipendenti e trattenere la tentazione di tornare l animale indipendente che fummo. La rabbia ha una funzione fondamentale nel gruppo armato umano, e scorre dal vertice alla base della gerarchia, come anche verso l esterno del nucleo, contro i nemici. Il ciclo dell ira non va mai interrotto, come fanno i pochi appartenenti al gruppo A che si rivoltano al vertice, ma sempre

4 alimentata e rinnovata. Le categorie che uniscono l aggressione alla vigilanza (VVA, VAA) riportano i caratteri più diffusi nella collettività. La combinazione di vigilanza e aggressione caratterizza gli atti funzionali a scaricare la rabbia e provocare sofferenza senza indurre allontanamento del soggetto su cui è diretta. Il mezzo, come detto, diventa fine. E la pistola, anziché venir impugnata temporaneamente per mettere in fuga permanentemente chi si rende ostile con noi, viene impugnata permanentemente contro chi è sottomesso, lasciando chi ci è ostile vigliaccamente indisturbato. Le categorie sono due, perché distinguono tra atti funzionali a scaricare la rabbia e provocare sofferenza in un soggetto diverso da quello di minaccia, premurandosi di non provocarne l allontanamento, o addirittura favorendone con comportamenti attrattivi la permanenza, allo scopo di poterlo usare come scarico perpetuo. In questi casi, che ho chiamato VVA cioè a prevalenza di vigilanza, stante il fatto che la minaccia è rivolta a valle la fonte di provenienza dell ostilità è protetta dalla repressione. Chi mi ha incattivito non rischia nulla, mentre tutti i non dominanti che incontro fanno da bersaglio pretestuoso. Gli odiati nemici all uscio, come anche i diversi di pelle, costume e lingua, o i deboli per definizione, come donne, bambini e animali, saranno l oggetto di scarico della mia virtù guerresca. I caratteri VAA vanno invece nella direzione opposta. Si rivolgono a chi mi incattivito, ma in forma attenuata e nascosta. Ciò che consente in un colpo di provocare ira e sofferenza, sottrarmi in parte al comando ed evitare la ritorsione. Unico difetto, la dipendenza permane inalterata. I caratteri di depressione (D) includono atti, sensazioni e mentalizzazioni improntati alla logica della rinuncia. Non valgono né la regola della pacificazione né quella dell aggressione, ma solo quella del gettar la spugna. Troppo forte fu l impatto con l ostilità esterna. Nei caratteri di vigilanza e depressione (VD) ricerca e rifiuto della relazione marciano appaiati. In quelli di aggressione e depressione (AD) un azione aggressiva si sovrappone a una depressiva. Il primo capoverso di ogni voce ne rappresenta la definizione. Nella maggior parte dei casi la frase inizia con un verbo, e in tal caso è indicata la funzione del carattere. Se inizia con la parola «conseguenza», è un effetto collaterale senza valore adattativo. Se sono presenti più frasi separate da un punto e virgola, significa che quel carattere può avere più funzioni, o essere considerato in parte funzione in parte conseguenza. Il simbolo rimanda a altre voci del Dizionario. Alcuni caratteri hanno in calce l elenco dei caratteri DSM e SWAP(questi ultimi sono espressi secondo i 200 parametri indicati dagli autori; alcuni dei primi sono corredati della precisazione che si tratta di voci estratte dal DSM III-R e non dalla versione successiva, DSM IV, cui si rifanno tutti i caratteri DSM senza precisazione). Sono una minoranza perché non sempre ciò che comunemente è testimonianza di disagio, come accade di rilevare in psicoterapia, viene censito dai tradizionali strumenti di rilevazione psicologica. Nella maggior parte di queste voci è presente un rimando ai Caratteri associati, che rappresentano i caratteri più frequentemente associati a quello espresso. A esempio, nella voce aggressione nascosta, dopo l elenco dei caratteri SWAP e DSM, si trova, sotto la dicitura Caratteri associati: senso di vuoto - noia - apatia - impotenza - abbattimento - tristezza / senso di emarginazione e, o di essere rifiutato / insensibile ai bisogni e alla sofferenza altrui. Ciò significa che chi soffre d anoressia ha buona probabilità d essere portatore anche dei caratteri indicati. In un piccolo numero di voci è anche presente la definizione etologica, che in tal caso è presa dal Dizionario di Etologia di Mainardi (1992). Per riuscire a orientarsi in una teoria spezzettata in centinaia di voci, suggerisco di partire da alcuni caratteri, come deficit materno, doppio imprinting, analizzare la realtà a partire dalla mentalizzazione, inconscio come falsa coscienza, neotenia, educazione, morale. Roma, 8 febbraio 2007

5 Indice alfabetico dei caratteri Aggressione nascosta Alcolismo uso di sostanze Amico immaginario Analizzare la realtà a partire dalla mentalizzazione Anoressia depressione del comportamento alimentare Anorgasmia Ansia (v. senso di ansia e di preoccupazione) Asili di concentramento Assenza di progettualità / identità Attaccamento forzato ricerca di protezione Attacchi di panico Atto Attratto dal rifiuto / abuso Autocolpevolizzazione Autocoscienza Autocritico Autostima Balbuzie Broncio Bulimia Bullismo / mobbing

6 Cambiamento Castità dei religiosi Censurare le immagini violente in televisione Coazione a ripetere Coazione a veder ripetuto Colpevolizzazione Competitività Complesso di edipo Confusione mentale / fragilità della mentalizzazione Cultura Cura compensatoria del soggetto di pena Deficit materno Delirio / idee di riferimento Demonizzazione del genitore Depressione della socialità Depressione generalizzata del comportamento Diagnosticare Difficoltà negli studi depressione del comportamento esplorativo Dissociazione Disturbi del sonno Disturbi sessuali Disturbi somatici Doppio imprinting (nevrosi) Educazione Efficientismo Eiaculazione precoce Enuresi Evitamento e fuga delle situazioni sociali e lavorative Far da genitore al genitore Falso Sé (v. morale) Furto Gioco d azzardo Idealizzazione compensatoria Idealizzazione del genitore Idealizzazione reattiva dell idoneità di gruppo Idealizzazione reattiva di se stesso Idee di riferimento (v. delirio) Idiosincrasia per i rumori Impotenza / vaginismo Inconscio come falsa coscienza (io falso) Inconscio come rimozione di dati sensibili Inespressività dei moduli sociali (non prova gioia) Infantilizzazione della mentalizzazione Inibizione a denunciare abusi Inibizione dell autonomia Inorpellare il gusto infantile Insensibile ai bisogni / sofferenza altrui Intelligenza da ipervigilanza Iperattività del bambinodisattento Ipercinesia

7 Iperprotezione Ipersessualizzazione Ipocinesia Ipocondria Lamentare l inaffidabilità altrui essendo inconsciamente inaffidabili Linguaggio Mancanza di cura Masturbazione infantile Mentalizzazione pessimistica Menzogna Mobbing (v. bullismo) Molestare o violentare bambini Molestare o violentare donne Molestare o violentare la propria prole Morale (Falso e Vero Sé) Motivato a far soffrire / uccidere Motivazione a fare lo psichiatra Motivazione a fare lo psicologo Motivazione a fare una psicoterapia Motivazione a scrivere Mutismo (v. ritardo nello sviluppo linguistico) Neotenia Nevrosi (v. doppio imprinting) Non saper dire di no Oggetto transizionale Omosessualità Osservare molestie o violenze sessuali (su bambini, su donne) Pacificazione per infantilismo Pacificazione per seduzione Pacificazione per servilismo Pagamento della terapia Paranoia (v. sente di essere minacciato) Parlare ai bambini cercando di farli sorridere, o come se fossero stupidi Passivo rispetto all azione altrui Patto nuziale Paura della disapprovazione Paura di dormire da solo paura del buio Paura di essere abbandonato Paura di sbagliare azione Percezione che il figlio è a rischio Personalità come parlamento delle motivazioni e dei comportamenti a esse collegati Pianificazione dell idoneità Pianto Precursori biologici del deficit materno Proiezione del desiderio di concupire sessualmente Proiezione della minacciosità Proiezione del senso di pena

8 Proiezione su cause terze dell origine della sofferenza Provare piacere provocando a se stessi dolore Provare piacere se abusati Psicoanalisi Psicoterapia psicoanalitica Razionalizzazione dell opportunità di agire in modo inconsciamente aggressivo Reazione critica Regressione Replicazione coatta del modello infantile Repressione del disaccordo Repressione della rabbia Repressione della sessualità Repressione della spontaneità e dell emotività a favore della rigidità d azione e di pensiero Repressione del pianto Ricerca di approvazione (seduttività autoconsolatoria) Ricerca di protezione (v. attaccamento forzato) Ricerca il suggerimento altrui Ridirezione dell attacco su se stessi Ridirezione dell attacco su terzi Riesperire ripetutamente i traumi del passato Rifiuto coatto di partner affettuoso Rigidità della mentalizzazione Rimozione della minacciosità del genitore Rimozione della propria ostilità verso il genitore Rimozione della propria ostilità verso se stessi Rimozione della propria ostilità verso terzi Rimozione delle conseguenze della minacciosità del genitore Riprodurre la sofferenza per tollerare la sofferenza Riso riflesso da rabbia repressa Ritardo nello sviluppo linguistico (mutismo) Rituale Scelta coatta di un partner colpevolizzante Scelta coatta di un partner rifiutante Seduttività per esercitare il rifiuto Senso di ansia e di preoccupazione Senso di colpa Senso di emarginazione e di essere rifiutati Senso di essere falso e di recitare un ruolo Senso di inadeguatezza Senso di invidia Senso di vergogna Senso di vuoto, noia, impotenza, abbattimento, tristezza Sente di dover rispondere alla minaccia Sente di essere minacciato / rimproverato Sentirsi osservati Sessualità infantile Sindrome da crocerossina Sindrome di Stoccolma Socialità Socialità pacificatoria Socializzazione sostitutiva Sogno come espressione di dolore e rabbia per il maltrattamento subito

9 Stare al centro dell attenzione Suicidio Superstizione Svendersi sessualmente Tendenza all isolamento fisico Vaginismo (v. impotenza) Variabilità dell adattamento come conseguenza del rimaneggiamento degli istinti Vero Sé (v. morale) Voler salvare / migliorare il mondo Volubilità dell espressione emotiva Indice dei caratteri per categoria Caratteri generali Atti Atto Castità dei religiosi Doppio imprinting (nevrosi) Ipersessualizzazione Linguaggio Deficit materno Motivazione a scrivere Neotenia Personalità come parlamento delle motivazioni e dei comportamenti a esse collegati Precursori biologici del deficit materno Socialità Variabilità dell adattamento come conseguenza del rimaneggiamento degli istinti

10 Stati Replicazione coatta del modello infantile Mentalizzazioni Analizzare la realtà a partire dalla mentalizzazione Autocoscienza Complesso di edipo Cultura Delirio / idee di riferimento Inconscio come falsa coscienza (io falso) Inconscio come rimozione di dati sensibili Sogno come espressione di dolore e rabbia per il maltrattamento subito Caratteri V Atti V Autocritico Competitività Efficientismo Far da genitore al genitore Ipercinesia Masturbazione infantile Morale (Falso e Vero Sé) Non saper dire di no Oggetto transizionale Pacificazione per infantilismo Pacificazione per seduzione Pacificazione per servilismo Pagamento della terapia Passivo rispetto all azione altrui Patto nuziale Pianto Repressione del disaccordo Ricerca di approvazione (seduttività autoconsolatoria) Rituale Sindrome da crocerossina Sindrome di Stoccolma Socialità pacificatoria Svendersi sessualmente Sentimenti V Paura della disapprovazione Paura di dormire da solo paura del buio Paura di essere abbandonato Paura di sbagliare azione Provare piacere se abusati Riesperire ripetutamente i traumi del passato Senso di ansia e di preoccupazione Senso di essere falso e di recitare un ruolo Senso di inadeguatezza Senso di invidia Senso di vergogna Sentirsi osservati Stati V

11 Attaccamento forzato ricerca di protezione Attacchi di panico Balbuzie Disturbi somatici Idiosincrasia per i rumori Ipocondria Ricerca il suggerimento altrui Superstizione Volubilità dell espressione emotiva Mentalizzazioni V Demonizzazione del genitore Dissociazione Idealizzazione del genitore Idealizzazione reattiva dell idoneità di gruppo Idealizzazione reattiva di se stesso Intelligenza da ipervigilanza Pianificazione dell idoneità Proiezione della minacciosità Proiezione del senso di pena Proiezione su cause terze dell origine della sofferenza Voler salvare / migliorare il mondo Atti A Cambiamento Motivazione a fare una psicoterapia Reazione critica Caratteri A Caratteri VVA Atti VVA Asili di concentramento Bullismo / mobbing Censurare le immagini violente in televisione Coazione a ripetere Coazione a veder ripetuto Colpevolizzazione Educazione Inibizione dell autonomia Inorpellare il gusto infantile Iperprotezione Molestare o violentare bambini Molestare o violentare donne Molestare o violentare la propria prole Motivazione a fare lo psichiatra Motivazione a fare lo psicologo Osservare molestie o violenze sessuali (su bambini, su donne) Parlare ai bambini cercando di farli sorridere, o come se fossero stupidi Provare piacere provocando a se stessi dolore Psicoanalisi Psicoterapia psicoanalitica Repressione della rabbia Repressione della sessualità Ridirezione dell attacco su se stessi Ridirezione dell attacco su terzi

12 Riprodurre la sofferenza per tollerare la sofferenza Riso riflesso da rabbia repressa Seduttività per esercitare il rifiuto Suicidio Sentimenti VVA Insensibile ai bisogni / sofferenza altrui Motivato a far soffrire / uccidere Senso di colpa Sente di dover rispondere alla minaccia Stati VVA Bulimia Eiaculazione precoce Scelta coatta di un partner colpevolizzante Mentalizzazioni VVA Autocolpevolizzazione Autostima Diagnosticare Percezione che il figlio è a rischio Proiezione del desiderio di concupire sessualmente Razionalizzazione dell opportunità di agire in modo inconsciamente aggressivo Regressione Rimozione della propria ostilità verso se stessi Rimozione della propria ostilità verso terzi Sessualità infantile Stare al centro dell attenzione Atti VAA Aggressione nascosta Alcolismo uso di sostanze Broncio Furto Gioco d azzardo Iperattività del bambino disattento Menzogna Caratteri VAA Sentimenti VAA Sente di essere minacciato / rimproverato Stati VAA Enuresi Mentalizzazioni VAA Rimozione della minacciosità del genitore Rimozione della propria ostilità verso il genitore Rimozione delle conseguenze della minacciosità del genitore Caratteri VD Atti VD Cura compensatoria del soggetto di pena Inibizione a denunciare abusi Omosessualità

13 Socializzazione sostitutiva Stati VD Attratto dal rifiuto / abuso Disturbi del sonno Scelta coatta di un partner rifiutante Mentalizzazioni VD Idealizzazione compensatoria Caratteri D Atti D Depressione della socialità Depressione generalizzata del comportamento Evitamento e fuga delle situazioni sociali e lavorative Inespressività dei moduli sociali (non prova gioia) Ipocinesia Lamentare l inaffidabilità altrui essendo inconsciamente inaffidabili Mancanza di cura Repressione della spontaneità e dell emotività a favore della rigidità d azione e di pensiero Repressione del pianto Rifiuto coatto di partner affettuoso Tendenza all isolamento fisico Sentimenti D Assenza di progettualità / identità Senso di emarginazione e di essere rifiutati Senso di vuoto / noia / impotenza / abbattimento / tristezza Stati D Impotenza / vaginismo Mentalizzazioni D Amico immaginario Confusione mentale / fragilità della mentalizzazione Infantilizzazione della mentalizzazione Mentalizzazione pessimistica Rigidità della mentalizzazione Caratteri AD Stati AD Anoressia depressione del comportamento alimentare Anorgasmia Difficoltà negli studi depressione del comportamento esplorativo Disturbi sessuali Ritardo nello sviluppo linguistico (mutismo)

14 aggressione nascosta Irritare e ferire il genitore o il soggetto da cui si dipende emotivamente in età adulta cui non si riesce a opporre un comportamento difensivo risolutivo, sfuggendo alla responsabilità dell'atto doloso; più in generale, ogni azione che produce irritazione verso terzi, ma che non può essere imputata direttamente alla volontà di irritare e che non rischia di compromettere la rottura del legame. La diagnosi per conoscere se un atto è in quota all aggressione nascosta è semplice: basta guardare l effetto che produce in chi lo riceve. Osservare la reazione del ricevente per conoscere la motivazione dell emittente è una regola universale. Ma nel caso dell aggressione è particolarmente utile, perché di solito la mente emotiva nega con la rimozione della propria ostilità verso terzi o verso il genitore e la razionalizzazione dell opportunità di agire in modo inconsciamente aggressivo i propri atti dolosi e ne rende più difficile l identificazione. Spesso le aggressioni nascoste vengono scambiate per desiderio d attenzione, come quando per esempio si dice che un bambino tira gli oggetti mentre i genitori cenano a tavola coi parenti «per stare al centro dell attenzione». In realtà sta solo protestando per la marginalizzazione subita, in quel momento e nel periodo della crescita, con atti che irritano parenti e astanti. Ma il genitore non potrà dire: «Lo fai per rovinarci la cena», perché il bimbo risponderà: «Non è vero! Ci stavo giocando e mi è cascato». L aggressione nascosta è sempre rivolta verso un soggetto dominante, o che comunque ha un potere di veto nei confronti dell emittente. La ragione per cui è nascosta è infatti legata all opportunità di non subire ritorsioni, e in termini di contrattacchi fisici e, soprattutto, di disapprovazione. Agisce all interno di dipendenze forzate, in cui il dominante ha prodotto la collera del sottoposto, ma ne ha sanzionato l espressione con minacce fisiche, atti di condanna o rifiuti sociali (sguardi severi, broncio). Ricordo che la funzione dell aggressione è allontanare la fonte di minaccia attraverso l uso della sofferenza. Se la minaccia non è allontanabile proprio perché si è deboli, o all interno di una dipendenza forzata allora la produzione di sofferenza da mezzo si fa fine. Non si aggredisce più temporaneamente per indurre l altro a recedere. Ma permanentemente per procurargli quanta più sofferenza possibile. Esempi tipici di aggressione nascosta sono, nell infanzia, lanciare oggetti per gioco, fare pipì a letto, non mangiare, non interessarsi ai giochi, non salutare i parenti, e più in generale ogni azione che ha come effetto quello di contravvenire un attesa dei genitori. In età adolescenziale: tornare oltre l orario imposto dai genitori, frequentare persone da essi malviste, farsi tatuaggi o piercing contro il loro parere, fumare se l hanno proibito, vestire in modo contrario alle loro attese, rimanere precocemente incinta, unirsi sentimentalmente a una persona malvista, ecc. Ciascuna di queste azioni prevede una quota di ridirezione dell aggressione su se stessi. L aggressione nascosta è presente in larga misura in ogni forma di rapporto, dall amicizia ai rapporti professionali, dai rapporti di coppia a quelli con gli sconosciuti che si incontrano per strada. La necessità di ferire è forse il motore quantitativamente più attivo nel parlamento delle condotte umane (basta contare quanti atti sono orientati in tal senso). E in effetti la storia delle organizzazioni umane è una storia di come sopravanzare l altro nel mentre lo si tiene buono sorridendogli. In assenza dell aggressione nascosta, il migliore amico dell uomo sarebbe l uomo, e non il cane, che al contrario del nostro simile non tende tranelli continui e non gode inconsciamente di quella sofferenza che in effetti non produce. Molti programmi televisivi sono voyeuristicamente improntati a uno scambio continuo di aggressioni nascoste tra i protagonisti. Il tale fa la tal cosa all altro, che risponde con la contro aggressione, sempre nascosta, a un terzo. E tutti osservano scopofiliacamente la proiezione della propria ambizione. Dalla rissa del Processo del calcio, ai talkshow dove si lanciano colpi bassi, ai reality dove l intrigo è il sale quotidiano. Se la televisione è lo specchio delle ambizioni di massa, la massa è improntata all aggressione nascosta. Più in generale l aggressione nascosta rappresenta la quota di aggressione di ritorno prodotta dal deficit materno. Un sistema perfezionato solleverebbe l ira per canalizzarla interamente verso dominati e competitori terzi. Ma siccome l evoluzione, come dice Jacob (1968), non lavora come un ingegnere ma come un bricoleur, ecco che una parte cospicua di aggressione risale verso il bocchettone di immissione, bruciando le mani di chi introduce nel cranio il tubicino a gomito. Caratteri associati senso di vuoto noia apatia impotenza abbattimento - tristezza / senso di emarginazione e, o di essere rifiutato / insensibile ai bisogni e alla sofferenza altrui. Caratteri SWAP 24 «tende a essere inaffidabile o irresponsabile (p. es. non soddisfa i propri obblighi professionali o non onora i propri impegni finanziari)»; 34 «tende a essere seduttivo o provocante dal punto di vista sessuale (per esempio può flirtare in modo inopportuno, essere completamente assorbito dalle conquiste sessuali ed essere incline a tenere sulla corda)» (associato con seduttività per esercitare il rifiuto); 78 «tende a esprimere la propria rabbia in modi passivi e indiretti (p. es. può fare errori, procrastinare, dimenticare, tenere il muso)»; 142 «tende a minacciare o tentare ripetutamente il suicidio, sia in forma di grido d aiuto sia come tentativo di manipolare gli altri»; 146 «tende

15 a suscitare noia nelle altre persone (p. es. può parlare incessantemente, senza partecipazione, o di argomenti del tutto irrilevanti»; 154 «tende a attrarre gli altri in scenari, o a spingerli in ruoli, che sente estranei e poco familiari (p. es. essere stranamente insensibile e crudele, sentirse l'unica persona al mondo che possa aiutarli»; 177 «cerca di convincere più volte gli altri del proprio impegno a cambiare, ma poi torna a comportarsi in modo disadattativo; vuole convincere gli altri del fatto che questa volta è davvero diverso»; 181 «tende a scegliere partner sessuali o amorosi inappropriati per età, status (p. es. sociale, economico, intellettuale)»; 190 «sembra che si senta privilegiato e senta di avere tutti i diritti; si aspetta un trattamento preferenziale». Prevalente in SWAP istrionico, narcisistico, disforico. Caratteri DSM disturbo antisociale psicopatico di personalità 6 «irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un'attività lavorativa continuativa, o di far fronte agli obblighi finanziari»; disturbo schizotipico di personalità 5 «comportamento o aspetto strano o eccentrico, a es. disordinato, manierismi insoliti, parla da solo»; 7 «linguaggio strano (senza allentamento dei nessi associativi o incoerenza); a es. eloquio impoverito, digressivo, vago o inappropriatamente astratto»; 8 «affettività inappropriata o coartata: a es. sciocco, distaccato; raramente ricambia gesti o espressioni mimiche, come sorrisi o cenni del capo»; disturbo narcisistico di personalità 5 «ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative»; 6 «sfruttamento interpersonale, cioè si approfitta degli altri per i propri scopi»; 9 «mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti o presuntuosi»; disturbo borderline di personalità 4 «impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate»; 5 «ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante»; disturbo passivo aggressivo di personalità 1 «procrastina, cioè trascura cose che devono essere fatte, cosicché non vengono rispettati i termini»; 2 «diventa imbronciato, irritabile o polemico quando gli viene chiesto di fare qualcosa che non vorrebbe fare»; 4 «si lamenta senza giustificazione che gli altri gli facciano richieste irragionevoli»; 5 «evita gli obblighi, sostenendo di averli dimenticati»; 7 «si risente per utili suggerimenti per come potrebbe essere più produttivo»; 8 «ostacola gli sforzi degli altri mancando di svolgere la sua parte di lavoro». alcolismo / uso di sostanze stupefacenti Sopprimere lo stato di inquietudine prodotto dal deficit materno; liberare rabbia e socialità dal freno dell inibizione; irritare o preoccupare i familiari, responsabili dell inquietudine, attraverso un aggressione nascosta; dirigere su di sé la rabbia. L uso di alcol o stupefacenti, oltre una certa soglia, può avere due funzioni opposte: ridurre in modo generalizzato la qualità della funzione nervosa, stordendosi per attenuare lo stato di sofferenza nel quale si è permanentemente avvinti. Oppure ridurre in modo mirato la sola repressione dell espressività, disinibendosi per liberare aggressione e moduli sociali. In linea di massima, si può dire che se l uso è continuo e massiccio è per assolvere alla prima funzione, se episodico e controllato, alla seconda. In un caso come nell altro, l uso di sostanza si rende necessario per incidere sugli effetti prodotti dal deficit materno. Se l invalidità è accentuata, la sola opzione sarà quella di servirsene per sopprimere il segnale di fondo del sistema nervoso, sintonizzato sull emissione ripetuta di uno stato di prostrazione e sofferenza. Non vedo differenza, in tal caso, tra l assunzione di droghe o alcol e quella di pesanti farmaci per l umore, se non per il fatto che il drogato o l alcolista sono penalizzati dalla società che li rigetta. Il ricorso a sostanze proibite anziché mediche, tradisce probabilmente una volontà di sfida e rifiuto rispetto a chi, imponendo i finimenti della dipendenza forzata e brutale, ha prodotto la lacerazione che si cerca di quietare. Voi avete rotto me e io rifiuto di farmi riparare da voi. Anzi, vi spavento col mio comportamento irredento e trasgressivo. In questo si sostanzia un aggressione nascosta, alla quale si accompagna l inevitabile quota di auto aggressione. Se invece l invalidità non supera un certo limite, l uso è per sciogliere i lacci dell inibizione. In vino veritas sta a significare che il sobrio è falso e questo è sicuramente vero ( inconscio come falsa coscienza; analizzare la realtà a partire dalla mentalizzazione). Grazie all alcol, più che alle droghe leggere, si può finalmente dire quel che normalmente si tace, e sarebbe opportuno imparare a parlare anche senza facilitazione tanninica. Il vino è stato inventato dai Greci e rimane una delle più alte conquiste dell occidente. Ma se rappresenta come è stato definito il migliore dei farmaci, è perché esiste una malattia endemica che da duemila anni necessita di cura. La cura si chiama liberazione della spontaneità, della rabbia e della socialità. Perché a dirla tutta, prima del vino che ne libera l espressione, gli occidentali avevano inventato l inibizione che la reprime, dunque col vino hanno solo rimesso sotto ai piedi un po di quella terra che in precedenza avevano maldestramente tolto. C è infine da aggiungere che la socialità che si libera coll alcol non è propriamente di buona qualità, perché sempre degenerante nell espressione violenta. Il rischio è quello di fare un abbuffata di confidenze, di contatti, di avventure sessuali tra intervalli di digiuno. Per questo caldeggio di riuscire a ragionare da sobri come se fossimo alticci. Non serve bere tanto, basta togliere forza alle inibizioni. Ubriacatevi con una terapia che funzioni. amico immaginario Ottimizzare l umore depresso dal deficit materno attraverso uno scambio sociale con un compagno allucinatorio. Il principio è quello della socializzazione sostitutiva, e cioè spostare su referenti diversi da quelli umani la relazione sociale. Il muro eretto dall ostilità e dalla distanza affettiva si fa presto invalicabile, e i bambini, già a pochi anni, cominciano a usare la mente per costruirsi un interlocutore di fantasia. Nulla di strano, dato che due colonne della civiltà occidentale sono la religione e la pornografia, attraverso le quali ci si intrattiene affettivamente e sessualmente

16 con icone immaginarie. L aspetto interessante, come al solito, non sta però nella diffusione, quanto nella modalità di funzionamento del meccanismo. Neotenia e deficit materno hanno strangolato l attesa di protezione infantile allo scopo di dilatare la dipendenza dal gruppo comunista, e la mente ha risposto portando al bisogno di contatto ridotto all anossia, ossigeno sintetico prodotto dal polmone artificiale dell ideazione compensatoria. Ci sono individui cui è stato tagliato l ultimo pezzo di intestino che defecano in un sacchetto appeso sulla pancia. Altri che non disponendo di cuore vengono collegati con dei tubi a una pompa accanto al letto. Altri che non potendo mangiare si vedono versare gli zuccheri direttamente nel sangue. Altri che non potendo godere di una relazionalità fisiologica, hanno una flebo appesa come un fumetto fuori del cervello, in cui fanno vivere un compagno sociale pieno d attenzione e d amore per essi, il quale giornalmente riversa nel circolo dell umore la sua preziosa azione. Un piccolo acquario fantastico, sospeso tra la disperazione e la menzogna evidente, che nessuno deve toccare. analizzare la realtà a partire dalla mentalizzazione, cui si attribuisce il primato nella scelta dell azione Mantenere attivo lo stato conclusivo dello sviluppo alterato dal deficit materno, fondando sulla mentalizzazione del falso Sé costruita per secondare l accettazione del potere imposto da monte e validarne l imposizione a valle. Il prodotto finito dello sviluppo di un essere umano, è un individuo cui sono stati deviati gli istinti in favore dell irreggimentazione forzata e a cui sono state applicate le protesi antalgiche post operatorie dell allucinazione mentale. Credendo una verità non vera è bene che io sia così si attenua la sofferenza per essere diventati così. Nessuno, partendo dall interno della sua coscienza, sa dire chi sia veramente, e perché sia diventato ciò che è. Occorre una ricostruzione minuziosa che vinca le spinte alla falsificazione prodotte dalla repressione di dolore e rabbia. Occorre dunque una capacità reattiva che superi la tendenza a chiudere gli occhi su ciò che accadde, per evitare di incorrere nella disapprovazione e sentire vivo il rischio di morte per predazione. Per certi aspetti, rivelarsi a se stessi significa scoprire che se si smette di credere ciò che ci è stato fatto credere, non veniamo risucchiati dalla morte promessa dall angoscia! Perdere l approvazione collegata al convincimento imposto in effetti sostenere una verità contraria a quella comune ci mette tutti contro non significa perdersi nell inferno dell abbandono e della morte. Ma è proprio la forza persuasiva del rischio di morte a renderci duttili all indottrinamento: se i genitori e i dominanti in generale non possedessero il potere di farci da scudo rispetto ai predatori, non potrebbero plasmarci a loro piacere. Noi non ce ne rendiamo conto, ma interpretiamo la realtà partendo dal punto finale dello sviluppo, saturo di falsificazioni. Le speculazioni dei filosofi e soprattutto degli psicologi, sono influenzate dai fattori emotivi che hanno caratterizzato la loro crescita. Un punto molto chiaro ai biologi dell evoluzione e agli psicologi evoluzionisti (si veda a esempio Plotkin, 1997) da almeno trent anni: «Il biologo, che si occupa di problemi di fisiologia e di storia evolutiva, si rende conto del fatto che l autoconoscenza è vincolata e modellata dai centri di controllo emotivo situati nell ipotalamo e nel sistema limbico dell encefalo. Questi centri inondano la nostra coscienza con tutte le emozioni odio, amore, colpa, paura e altre a cui fanno appello i filosofi etici che vogliono intuire le norme del bene e del male. Che cosa, siamo costretti a chiederci, ha formato l ipotalamo e il sistema limbico? Si sono evoluti per selezione naturale. Si deve sviluppare questa semplice affermazione biologica per spiegare l etica e i filosofi etici, se non l epistemologia e gli epistemologi, a tutti i livelli» (Wilson, 1975, p. 3). L io è il portavoce di alcune motivazioni in corpo alla personalità, ma lo è di quelle che devono convivere nella comunità di chi ascolta e pubblica libri. Per cui non dà libera espressione ai sentimenti del bambino schiacciato e rinnegato da quella stessa comunità. Ciò significa che quel che pensiamo, da adulti, è l opposto di quel che abbiamo esperito da bambini. Ratifichiamo come giusto secondare il volere esterno, convincendoci che questo non comprometta il nostro arbitrio, e deploriamo l azione contraria all interesse comune, come fatto etico. Il falso Sé (scelta dell azione rispetto al volere altrui) detta le regole al vero (scelta dell azione rispetto al volere personale). Deve essere chiaro che il volere altrui offre un ritorno al nostro, per cui non esiste altruismo nella subordinazione, in quanto il ritorno è sempre più conveniente del sacrificio imposto (persino il suicida guadagna di più a uccidere se stesso che incorrere nell angoscia e nella colpa per aver rigettato chi lo ha reso così depresso e rabbioso). Questo comporta che per noi è normale ragionare da esautorati. Il nostro bene non è il nostro bene, ma il bene che abbiamo appreso a considerare nostro nel giro di conto della comunità forzata. In effetti è pur sempre un bene, perché se siamo vivi e competitivi vuol dire che il sistema funziona. Ma a danno dell economia psichica interna, che fonda sull abdicazione dal sovrano al servo. Chi parla è un Giuda dai trenta denari, mentre il vero virtuoso giace crocifisso nei sogni e negli atti mancati. Tutto ciò premesso veniamo al contenuto di questa voce atipica, ma fondamentale. L epicentro della falsificazione sul corretto modo di intendere la crescita della persona è la psicologia. Sono venticinque anni che vivo nella cittadella delle argomentazioni e dei ragionamenti su ciò che è bene e ciò che è male rispetto all io e all inconscio e sono venticinque anni che il mio vero Sé combatte contro la comunità dei Giuda. Nulla di personale, poiché l ho scelto io, ma l ho scelto, ritengo, per poter rivelarmi a me stesso scegliendo la sola via non sublimata, se così posso dire, ovvero la sola via dove la libera espressione del sentimento oppresso avrebbe coinciso con la vera ricostruzione dei fatti accaduti (molti si rivelano a se stessi attraverso l arte, la meditazione, la navigazione in solitario). Ebbene la psicologia è costruita dalle mentalizzazioni degli adulti che hanno appreso a rinnegare le esigenze dei bambini. Di se stessi bambini, per primi, e di tutti coloro che hanno la pretesa di sostenere una verità che essi hanno ripudiato. Chiedere a un suicida di uccidere qualcuno diverso da se stesso, non sortirebbe risultato differente dal chiedere a uno psicologo medio di sacrificare i suoi parenti prossimi per riscattare se stesso. È talmente avvinto nella dinamica della dipendenza forzata, da costruire ogni ragionamento di superficie sull obbiettiva negazione della realtà di fondo. Venne maltrattato e si ribellò, subendo una contro reazione ancora più violenta e fu costretto a farsi sempre più piccino nella ricerca di conforto presso la sede da cui proveniva lo sconforto. Essa fu per converso idealizzata, elogiati i suoi metodi, banditi dolore e rancore per il trattamento subito, colpevolizzata l azione o il solo pensiero di riscossa. Se qualche volta ci stupiamo osservando come

17 una bambina violentata diventi schiava del padre, provando piacere nel venir abusata e lasciando che da adulta i maschi abusino di lei, dovremmo ricordare che quel destino non è pertinente a poche sventurate, ma a ciascuno di noi, che non meno di esse ha appreso l arte della prostituzione pacificatoria in favore dei brutalizzanti. La psicologia tradizionale, da Freud in poi, può essere intesa come un apologia del traliccio col becco. I poveri piccoli macachi di Harlow crebbero a cospetto di un traliccio di metallo, nei casi più fortunati ricoperto di stoffa. Ho qui davanti agli occhi una fotografia di uno dei repertori più infami di crudeltà spacciata per scienza ( razionalizzazione dell opportunità di agire in modo inconsciamente aggressivo) che ritrae un piccolo macaco raggomitolato ai piedi di un traliccio con la faccia di plastica da clown. Il dito in bocca e lo sguardo smarrito, si stringe al suo feticcio con tanta più forza quanto maggiore è lo smarrimento indotto dal fatto che il traliccio non si muove, non emette suoni, non culla, non carezza e talvolta, attraverso un becco di plastica, emette un soffio d aria che terrorizza il suo giovane adepto (le scimmie hanno paura dei soffi d aria e Harlow pensò di far emettere l aria dal traliccio per vedere cosa facesse il piccolo: semplicemente, si stringeva al traliccio per essere rassicurato dall aria proveniente dal traliccio). Vorrei dire che il dato psicologico che mi colpisce è la naturalità e l indifferenza con cui vengono presentate queste crudeltà. Segno evidente che siamo tutti assuefatti, che i nostri istinti non rispondono all insulto della violazione della prole, che lo sradicamento di un figlio da una madre non ci fa alcun effetto. Il dolore non è scomparso, si è solo spostato nelle sedi sublimate e compensatorie e per conseguenza sussultiamo se udiamo una bestemmia. Ma in cosa consiste il potere eversivo e lacerante della bestemmia? Nell offendere il legame fra noi e quanto abbiamo di più sacro. Nella normalità degli istinti questo è appunto il vincolo fra genitore e figlio. Ma da noi, in virtù in del deficit materno, si è spostato su sedi alternative, di solito ideative ( socializzazione sostitutiva). Sto scrivendo e dalla finestra sento il pianto di un neonato: una giovane donna spinge il passeggino all interno del quale, rivolto in avanti, senza dunque neanche il conforto visivo, un bambino piange disperato l assenza di legame. La donna ha lo sguardo seccato, come a dire: «E finiscila di fare tante storie, e poi è inutile che piangi, anzi, più piangi più mi irriti e meno ti vengo incontro». Che sta facendo, la donna? Semplicemente bestemmia. Dice «Porco Figlio!» ma l insulto giunge tale solo alle orecchie di chi ha la sensibilità per farlo suo. L umana è una specie fondata sullo stupro affettivo. Nel corso della crescita, a partire dai quattro anni circa, sulle macerie degli istinti originari, ritorti per favorire il doppio legame ( doppio imprinting), si costruisce la mappa cognitiva di superficie, che ha la funzione di anestetizzare ulteriormente la ferita originaria, seguendo fondamentalmente due vie: negare l esistenza della minaccia ed esaltare quella della tutela da un lato, dare a se stesso l impressione di essere alla guida delle proprie scelte dall altro. Un casco di realtà virtuale viene impiantato sulla realtà effettuale, con la funzione di correggere le deformità conseguenti all espianto chirurgico. Il paziente non vede gli arti amputati, non percepisce il dolore dei ferri interni, non sente l odore delle feci colate nella stomia. Soprattutto, non si rende conto che le sue azioni non rispondono ai suoi comandi originari, ma al deviatore di flusso introdottogli con l intervento, che lo ha reso eterodiretto. Non segue più come da istinto il premio delle sue ambizioni, ma sfugge la memorizzazione delle sanzioni altrui. Più e meglio di ogni topo skinneriano, salta solerte da una parte all altra della gabbia al primo fischio o al primo lampo (che nella fase del condizionamento operativo precedettero la scarica elettrica). Una personalità passata nel tramaglio del deficit materno è di fatto ingovernabile, stanti le spinte antagoniste e multiple delle motivazioni stimolate in modo innaturale e contraddittorio. Chiunque ha l esperienza immediata di tale ingovernabilità, che di solito cade sotto l etichetta di conflitto fra razionale e irrazionale, o umano e bestiale, o ragionevole e impulsivo. In realtà non esiste una dicotomia tra razionale e irrazionale ma tra conveniente alla logica del gruppo e sconveniente. Tutto ciò che bolliamo come impulsivo ha a che fare con la rivolta all imposizione subita. Quando gli psicoanalisti cominciarono a esaminare l animale uomo, lo fecero a partire dai pensieri, sensazioni e comportamenti degli esemplari adulti. Adulti studiavano adulti ciascuno dall interno del suo casco. Non vi era nessuna garanzia che i sani fossero più sani dei malati. Anzi, la storia ci dice che Freud era sicuramente più perverso di molti suoi pazienti. (Ho dedicato un libro all analisi della psicologia di Jung Terapia e suggestione e credo che non vi siano dubbi sul fatto che l etichetta sano in tal caso presenti più di una slabbratura.) E ciò che crederono di vedere era la storia ripiegata all indietro di una mente che era cresciuta all interno di un corpo. La psicologia racconta la crescita del Sé e dell Io, ma questo io e questo sé vengono rappresentati dal punto d arrivo come retrospettive del punto d arrivo. Nessuno si è posto, almeno fino a un certo punto, il dubbio sull attendibilità del punto d arrivo. Sul fatto cioè che il punto d arrivo, la mente cosciente, subisse nel corso della sua formazione dei condizionamenti tali da impedirle di essere attendibile nella ricostruzione di se stessa. La torta della personalità è fatta di due strati sovrapposti. Uno sottostante nel quale è archiviata la memoria esperienziale dell espianto del potere individuale. L altra sovrastante nel quale la mente perfeziona i sistemi di anestetizzazione rinnegando maniacalmente dolore e rabbia per l espianto, statuendo la normalità della vita irreggimentata (e dunque rinnegando tout court l espianto), esaltando il valore dei dominanti, divenuti preziosi in virtù della loro difettosità, esaltando il valore della pseudo scelta individuale, la quale appare tanto più narcisisticamente in mano al soggetto, quanto più cruenta fu l espoliazione da parte di terzi. Si può dire che lo strato di sopra è costruito per tamponare l esistenza di quello di sotto, che come una parrucca copre il cranio pelato dalla chemioterapia. L estetica dell identità si regge su questo camuffamento, in assenza del quale la personalità implode risucchiata dall odio e dall angoscia contenuti nello strato di sotto. Ebbene, se è del tutto comprensibile che l uomo medio si attacchi alla sua parrucca per evitare di svilirsi, un po meno è che ciò accada a chi dovrebbe sanare l autostima osservando che non può essere una testa rasata a fare tanto danno. Al contrario, per una curiosa combinazione, si può dire che gli psicologi sono, statisticamente, i più fanatici cultori del narcisismo delle parrucche. E a cominciare da Freud, ancora oggi attualissimo, presero a indagare l uomo rinnegando il potere dello strato di sotto ed esaltando quello dello strato di sopra. La ricostruzione dello sviluppo psichico, venne letta secondo il criterio del piano superiore: male è resistere al principio di realtà (vedersi espiantato il potere), o credere all onnipotenza del principio di piacere (conservare i propri istinti originari, come ogni altro vivente), bene è cedere

18 all asservimento al prossimo e al presupposto che la passività è un fatto di natura (conclusione dell edipo, cedimento all obbligo di tollerare la frustrazione). Se non vi si fosse fatto tanto chiasso attorno, l epigenetica freudiana sarebbe un eccellente bignamino per le reclute austroungariche, cui certamente veniva insegnato di non rispondere ai feldmarescialli e a servire la Patria con fedeltà e devozione. Che differenza c è tra la ricostruzione freudiana dell ontogenesi umana e quella filogenetica del narratore della Genesi, in cui si dice che l uomo fu fatto a immagine e somiglianza del suo dio, gli animali in funzione del suo vitto e il mondo in funzione del suo alloggio, purché si attenesse ai dettami imposti? Nessuna, se si considera che entrambe prendono spunto dall errore di non considerare la storia retrostante. Nessuna descrizione della storia della vita è più faziosa e incompetente di quella biblica, ma questo non è un male, dato che i sacri testi rispondono a una funzione emotiva. Stesse considerazioni però per la ricostruzione freudiana, che condivide con la massima scrittura occidentale, l opportuna confusione tra interesse personale e storia dei fenomeni che hanno creato un interesse personale. La psicoanalisi non è un sistema progettato per liberare l individuo dalla servitù impostagli attraverso la vera ricostruzione degli eventi subiti, ma uno concepito per imporre una seconda volta all individuo riluttante l accettazione della servitù originaria attraverso la falsa ricostruzione degli eventi accaduti. La psicoanalisi si applica ai nevrotici, che possono essere considerati, per buona parte almeno, persone che una natura reattiva ha reso meno duttili nell accettazione dei finimenti. La psicoanalisi è come la trama nera di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Freud e i freudiani e i neofreudiani diretti o indiretti, sono come l infermiera che con solerzia curava l impertinente Nicholson. Meglio allora la psicologia di Jung, che almeno prevede una via di fuga nell allucinazione compensatoria, analoga alla religione ufficiale. La motivazione inconscia degli analisti è imporre a chi ricalcitra ciò che a essi venne imposto redimendo i ricalcitramenti, ossia schiacciare le dita coi mocassini di cuoio pregiato a chi cerca di uscire dal pozzo. La realtà e le persone vengono interpretate come se coincidessero col volere espresso dalla dottrina, e l inconscio viene assunto come un serbatoio di indebito rancore per la normale frustrazione della vita. Secondo questa visione, alla nascita si sarebbe naturalmente perversi, pervasi da ambizioni onnipotenti e sadiche con le quali si darebbe l assalto alla quieta quotidianità degli adulti, arrembando piratescamente le loro necessità nel tentativo di prendere per sé ciò che non spetta. L esatto contrario della privazione evolutiva, che ha stravolto il canovaccio del dare a danno dei bambini, salvo compensarli, una volta adulti, col convincimento maniacale che tentare di avere è male e rinunciare è bene. L inconscio scoperto dalla psicoanalisi non è il vero inconscio, ma una sua debita ricostruzione a partire dalle repressioni prodotte dal vero inconscio. È l inconscio descritto dal falso Sé, che ha imparato a chinare il capo a monte per bastonare a valle, ove per valle va inteso innanzitutto la propria vera intenzione. Portando l io dov era l inconscio, gli psicoanalisti non riconsegnano al bambino ferito la sua legittimità, spogliandolo delle false mentalizzazioni utili a supportare la subordinazione. Legittimano al contrario una volta di più la sperequazione del forte, impedendo al debole che è in ciascuno di bagnarsi nel Gange. I bisogni della torta vengono interpretati a partire dallo strato superiore, costruito per reprimere i bisogni di quello inferiore, all interno di una mentalizzazione che fa da corredo all accettazione dell espianto. In questa cornice l agito è semplicemente la risposta del vero Sé, sanzionata dal falso, che deplora l azione personale e premia l accettazione passiva del comando imposto. «Caro bambino ferito, sanerai la tua nevrosi quando cesserai d agitarti e di pretendere d avere un trattamento diverso da quello ricevuto. E poi, del resto, chi ha detto che esiste un bambino ferito?» La consapevolezza di cui tanto si parla, non è una vera consapevolezza, ma solo la razionalizzazione della repressione compiuta. Avendo mentalmente appreso d avere superato l edipo, il paziente è finalmente riconsegnato al mondo in cui non riusciva proprio a inserirsi. Salvo scoprire che in profondità nulla è cambiato, le mani sudano ancora, i sogni sono angosciosi e a tanti anni di distanza sente ancora il bisogno di chiamare il suo mentore dietro il lettino. Nelle psicoterapie psicoanalitiche moderne, si riconosce al bambino qualcosa in più, ma in una posizione di estremo moderatismo, come in un sindacato di prima generazione. L infermiera di Nicholson è leggermente più empatica, ma il quadro di fondo, l ospedalizzazione del vero Sé, non cambia di molto. (Da questa impostazione si passa alle altre psicoterapie, centrate di solito su una manipolazione di superficie dei comportamenti e delle mentalizzazioni associate, che non riescono a ottenere risultati significativi a livello di struttura.) La psicoanalisi e i suoi derivati rimangono un metodo retrospettivo, che guarda le radici dalle fronde, dimenticando opportunisticamente che le fronde sono state generate dalle radici e non viceversa. Mentre invece occorre portare a logica conseguenza il metodo prospettico, che come nella scienza tutta inferisce gli effetti dalle cause e non le cause dagli effetti. Tanti anni fa sostenevo che gli psicologi avrebbero dovuto fare loro una frase di Picasso: «A sedici anni dipingevo come Raffaello. Ho impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino». Vero è che pochi psicologi dipingono come Picasso. Per lo più, preferiscono dedicarsi al realismo che gli viene dalla loro mente finita, costruita sul bambino che hanno rinnegato assieme alla sua arte. Perché però gli psicologi sono tutti assiepati sul solo condotto di fuga, a complicare l uscita del bambino ferito? L impellenza di dare una spiegazione della sofferenza nasce dalla presenza della sofferenza, cui però si oppone la paura di manifestarla. Quel che ne risulta è un antagonismo tra denunciare e negare, che prevede fondamentalmente due stati: se a prevalere è il negare, la spiegazione della sofferenza viene inquinata dagli attenuatori e dai ridirezionatori della sofferenza, e quindi per ogni quota a favore della spiegazione dell origine, ve ne sarà una più un decimo a favore della repressione della spiegazione. Se a prevalere è il denunciare, i valori saranno invertiti. Questo trascinamento di forze in contrasto determina il destino della motivazione, nel senso che chi ha in sorte una virgola di negare in più, farà lo psicologo ( motivazione a fare lo psicologo), chi ne ha due, lo psichiatra ( motivazione a fare lo psichiatra), chi parecchie in più non si porrà minimamente il problema dell esistenza dei problemi psichici. Mentre i pochi sfortunati che sentono l impellenza del parto del vero Sé, avendo una prevalenza pur modesta del denunciare, cercheranno onestamente non tanto di costruirsi un futuro da psicologi, ma semplicemente di fare una terapia ( motivazione a fare una psicoterapia). Lo psicologo vorrebbe tanto liberare il bambino in sé, come ben descritto dall esperienza personale di Miller, ma proprio non ci riesce. Per cui lo condanna, in sé e soprattutto negli altri, per evitare di subire la

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