ANAAO TOSCANA Venerdì, 06 febbraio 2015

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1 ANAAO TOSCANA Venerdì, 06 febbraio 2015

2 ANAAO TOSCANA Venerdì, 06 febbraio /02/2015 Corriere Fiorentino Pagina 1 SE MANCANO LE DONATRICI 1 06/02/2015 Corriere Fiorentino Pagina 13 Carta sanitaria elettronica, tutti i servizi e come attivarli 2 06/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 37 Sui farmaci non si applica la «scissione» 3 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 18 Sanità, sportelli Cup anche sulle colline 5 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 21 Volontariato, sesto incontro 6 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 20 «Noi infermieri fuori dalle scelte» 7 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 20 Cardiologi in arrivo a Pitigliano e Orbetello 9 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 20 Sel e Pd chiedono chiarezza e nessuna disparità tra gli utenti 11 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 36 Ambulatorio al freddo da un mese 13 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Lucca) Pagina 21 La Cisl canta vittoria per i 14 infermieri assolti 14 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Pagina 16 Asl, quaranta esuberi e altri dieci milioni di tagli 15 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Pagina 16 Cartella clinica addio In corsia arrivano i tablet 17 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Pagina 16 Conto alla rovescia per la fine lavori 19 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Pagina 16 Dal 2016 arrivano le maxi aziende di area vasta 21 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Pagina 15 «Bisogna unire i distretti di Val di Cornia e Val di Cecina» 22 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Pagina 12 «Tagli indiscriminati la riforma non va» 23 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Pagina 12 «Via i reparti doppioni e sul personale concertiamo» 25 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Pagina 15 Due medici denunciati per peculato 27 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Pagina 37 Contro la riforma audizione dei sindacati medici in Regione 29 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Pagina 37 Parcheggio dell' ospedale si decide sulle tariffe 30 06/02/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 21 Dall' Asl rassicurazioni sul day hospital 32 06/02/2015 La Nazione (ed. Arezzo) Pagina 9 D' IPPOLITO DIEGO Accorpamento Asl 33 06/02/2015 La Nazione (ed. Arezzo) Pagina 9 Indirizzi sconosciuti? Ecco la «bussola» per le ambulanze 34 06/02/2015 La Nazione (ed. Empoli) Pagina 8 Chiusura dell' Opg Il sindacato di polizia«nessuno ci ha /02/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 4 «La riforma? Farà diminuire ancora i posti letto» 36 06/02/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 4 «Noi infermierimai coinvolti» 37 06/02/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 4 Cardiologi, ma con orari da miniera«due mesi per le nuove /02/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 4 Matergi: saràun sacrificio 40 06/02/2015 La Nazione (ed. Livorno) Pagina 4 ROBERTO MEDICI Bertucci lascia la Provincia:«Il Pd e l' Asl 6 sono sleali» 41 06/02/2015 La Nazione (ed. Lucca) Pagina 11 Espropri errati, ora l' Asl rischia un vero salasso 43 06/02/2015 La Nazione (ed. Prato) Pagina 6 BESSI SARA «Tolti altri distributori automatici: prendere un caffè all' /02/2015 La Nazione (ed. Viareggio) Pagina 9 Entrano in vigore i nuovi oraridegli sportelli polifunzionali 45 06/02/2015 La Nazione (ed. Viareggio) Pagina 9 La Uil: «Occorresalvaguardarele prestazionifuori dell' /02/2015 La Repubblica (ed. Firenze) Pagina 13 CARO SINDACO E SAN SALVI? 47

3 Pagina 1 Corriere Fiorentino Fecondazione eterologa. SE MANCANO LE DONATRICI La fecondazione eterologa permette la nascita di figli tramite ovuli e sperma di donatori estranei alla coppia. È una forma di fecondazione assistita per genitori sterili, ma anche per single o per coppie omosessuali. Dopo l' approvazione della legge 40/2004 era vietata in Italia, ma dall' aprile dello scorso anno il divieto è stato abolito dalla Corte costituzionale perché violava il diritto all' autodeterminazione della coppia. Da allora sono novemila le coppie che aspettano di ricevere ovuli. Ed è sorto presto un problema: mancano donatrici. Le donne italiane non sono disponibili a regalare gli ovociti in soprannumero perché si tratta di un' operazione complessa e invasiva. All' estero invece non c' è carenza di donatrici. Giovanni La Sala, direttore del centro di Ostetricia e Ginecologia di Reggio Emilia, ipotizza che nella pratica le donatrici europee ottengano una ricompensa. Sta di fatto che è partita la corsa alle donatrici straniere, con costi che si aggirano intorno ai tremila euro a coppia, che si aggiungono ai 200 euro del ticket. La Regione Toscana ha stabilito per prima una convenzione con quattro bio banche estere, anche se non è ancora chiaro come verranno ripartiti i costi tra le Asl e le coppie. Chi potrà permetterselo continuerà ad andare nella cliniche estere, come già è avvenuto per ventimila coppie italiane. La fecondazione eterologa consente la grande libertà di avere figli, anche se non genetici. E con la diagnosi pre impianto si può essere sicuri di selezionare embrioni sani. Chissà perché non ci si dirige verso l' adozione... Ma siamo sicuri che la libertà di alcuni non venga pagata da altri? Nel caso di coppie omosessuali maschili si può per esempio prevedere la gestione di un «utero in affitto»: una donna dovrà partorire per la coppia richiedente. E non sarà certo un dono gratuito. Andando oltre la disputa sul diritto ad avere comunque una famiglia e figli per tutti, anche per gli omosessuali, possiamo chiedere che questo diritto non comporti la sofferenza di chi vive in zone più sfortunate del pianeta? Nessuno di noi vorrebbe ricevere un rene estirpato a un giovane africano in condizioni di schiavitù. È bello che in Toscana si possa ottenere la fecondazione eterologa a carico del Servizio sanitario nazionale sn, con il solo limite d' età, fissato a 43 anni, e per un massimo di 3 cicli il trattamento. Ma le esigenze di libertà vanno tradotte in pratiche sempre rispettose dei diritti fondamentali di ogni persona, rispettando quella giustizia sociale che proprio in Toscana viene assunta a criterio di scelta politica. 1

4 Pagina 13 Corriere Fiorentino Carta sanitaria elettronica, tutti i servizi e come attivarli Da qualche anno abbiamo una tessera sanitaria elettronica che presentiamo in farmacia per le detrazioni dei medicinali che comperiamo. Adesso sento dire anche dal mio medico, che questa carta è molto utile anche per altre cose. Potrei saperne di più? Nicola Taviti La carta sanitaria elettronica offre molti servizi. È possibile consultare i propri referti di laboratorio e radiologia, controllare vaccinazioni, ricoveri, e perfino stampare l' attestato della fascia economica per il pagamento del ticket o per eventuali esenzioni. Ma per usufruire di questi servizi è necessario attivare la carta in uno degli sportelli delle asl o presso le farmacie aderenti. Attualmente soltanto il 50 % dei toscani ha attivato la tessera elettronica. La Regione spera di raggiungere l' 80% entro la fine del wlattes@alice.it. 2

5 Pagina 37 Il Sole 24 Ore Sui farmaci non si applica la «scissione» Non si applica lo split payment nell' ordinaria attività mutualistica delle farmacie, che a fini Iva è considerata commercio al dettaglio. La farmacia infatti, dietro presentazione di ricetta Ssn cartacea o elettronica, dispensa i medicinali agli assistiti in locali aperti al pubblico, riscuotendo dal cittadino esclusivamente i ticket, se dovuti; chiede poi al Servizio sanitario regionale il pagamento dei farmaci erogati, secondo il prezzo di rimborso stabilito dalle norme vigenti e depurato dei vari sconti e trattenute che la legge prevede. Il procedimento di addebito dei medicinali al servizio sanitario è regolato dall' articolo 8 della vigente Convenzione Farmaceutica (Dpr 371/1998): la farmacia presenta ogni mese mensile agli enti erogatori (Regioni e Asl) uno specifico documento denominato "distinta contabile riepilogativa" (Dcr), che riepiloga appunto tutte le dispensazioni di medicinali in regime Ssn effettuate nel mese precedente. Alla distinta contabile riepilogativa, che segue un circuito di pagamento distinto da quello dei fornitori ordinari, non può applicarsi la scissione dei pagamenti, che ha come presupposto essenziale la presenza della fattura, come specificato dall' articolo 2 del decreto ministeriale del 23 gennaio La dispensazione dei medicinali in convenzione con il Ssn nelle farmacie aperte al pubblico rientra infatti nel commercio al minuto e, pertanto, come ripetutamente affermato dall' amministrazione (circolari ministero delle Finanze n. 60/1983, n. 72/1983 e 74/1983) origina corrispettivi in base all' articolo 22 Dpr 622/73, soggetti a rilascio dello scontrino fiscale e non della fattura. Le farmacie applicano poi la "ventilazione dei corrispettivi" (articolo 24 Dpr 633/72 e Dm 24 febbraio 1973), emettendo lo scontrino fiscale senza indicazione né dell' Iva, né della relativa aliquota. Il momento di effettuazione dell' operazione, trattandosi di un rapporto di somministrazione continuativa, è identificato nel pagamento dell' Asl e non nella consegna del bene al cittadino. L' obbligo di emettere lo scontrino e versare l' Iva sussiste quindi solo al momento dell' incasso del corrispettivo, mentre l' assistito riceve lo scontrino solo per l' eventuale ticket sanitario. Pertanto deve ritenersi, in base al principio lex posterior generalis non derogat priori speciali, ancora applicabile per le farmacie, anche dopo il 1 gennaio 2015, il regime speciale disciplinato dal Dpr 371/98 e riconosciuto dalle tre circolari citate; ne deriva, quindi, l' esclusione dallo split payment. È sulla base di queste considerazioni che molte Regioni e Asl hanno già deciso di liquidare per intero gli importi richiesti dalle farmacie con le distinte mensili, senza alcuna trattenuta Iva. Valgono invece le regole ordinarie e quindi la scissione del pagamento Iva per tutte le prestazioni fatte dalle farmacie agli enti pubblici documentate da fattura. È il caso, per citarne alcuni, delle fatture Continua > 3

6 Pagina 37 < Segue Il Sole 24 Ore per l' assistenza integrativa, per il servizio Cup o per le forniture (ad esempio armadietti di pronto soccorso) dirette a scuole, Comuni e agli altri enti pubblici individuati dal decreto del 23 gennaio scorso. RIPRODUZIONE RISERVATA Marcello Tarabusi Giovanni Trombetta. 4

7 Pagina 18 Il Tirreno (ed. Cecina) Sanità, sportelli Cup anche sulle colline Santa Luce: siglata la convenzione con l' Asl 6 che permetterà di prenotare esami e visite in farmacia. SANTA LUCE Nel comune di Santa Luce sarà aperto un Centro unico di prenotazione (Cup) grazie a una convenzione promossa dall' assessorato alla sanità e firmata nella sala consiliare. A siglare il documento che coinvolge, Comune, Asl 6 e farmacia Chiellini di Santa Luce sono stati il sindaco Andrea Marini, il direttore generale dell' azienda sanitaria livornese Eugenio Porfido e la titolare della farmacia, la dottoressa Paola Chiellini. Presenti anche l' assessore alla sanità Tania Mariottini, che ha curato l' accordo, il vicesindaco Stefano Bertoli, e la dottoressa Paola Chelli della dirigenza dell' azienda sanitaria. Porfido ha risposto alle domande dei cittadini ed ha annunciato che «il servizio sarà attivo appena saranno messe a punto le procedure tecniche necessarie: si stima entro la fine del mese di febbraio». Secondo quanto stabilito dalla convenzione, rinnovabile ogni anno, lo sportello di Santa Luce garantirà le seguenti attività: prenotazione e disdetta di servizi ambulatoriali forniti dal distretto Usl della Bassa Val di Cecina, attivazione della carta sanitaria elettronica (Cse), ritiro dei referti anche tramite modalità digitale sicura con Cse. «Un servizio sottolinea l' assessore Mariottini che non era presente nel nostro comune da diversi anni e che la nostra amministrazione ha riportato sul territorio per agevolare i cittadini». Il Sindaco Marini dopo aver letto l' articolo 32 della Costituzione sulla tutela del diritto alla salute. 5

8 Pagina 21 Il Tirreno (ed. Cecina) corso avo. Volontariato, sesto incontro CECINA Prosegue con successo il corso di formazione "Solidarietà e volontariato tra ospedale e territorio", organizzato all' Associazione volontari ospedalieri (Avo) Cecina e dall' Associazione cure palliative della Bassa Val di Cecina. Alla realizzazione del corso, finanziato dal Cesvot, collaborano anche l' Asl 6, il Comune di Cecina e la società di Pubblica assistenza di Cecina. Martedì 10 febbraio alle ore 15,30 nella biblioteca dell' ospedale di Cecina, sesto incontro: la dottoressa Giovanna Poliseno, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Cecina, parlerà de "La realtà ospedaliera nella sanità che cambia". La relatrice farà una panoramica dei cambiamenti intervenuti nel quadro normativo sanitario nel contesto nazionale e regionale, con particolare riferimento alla ricerca per la valutazione del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero secondo la prospettiva del cittadino. Il corso, che terminerà il 6 marzo e prevede altri tre incontri, è aperto non solo ai volontari o aspiranti volontari ma anche ai cittadini interessati agli argomenti trattati che possono partecipare liberamente. Per ulteriori informazioni è a disposizione il numero e l' indirizzo di posta elettronica avo.cecina@gmail.com. (g.b. ) 6

9 Pagina 20 Il Tirreno (ed. Grosseto) «Noi infermieri fuori dalle scelte» Nessuna consultazione sull' accorpamento delle Asl, la protesta dell' Ipasvi. GROSSETO La riforma del sistema sanitario toscano voluta dal governatore Enrico Rossi fa discutere a ogni livello. Negli ultimi giorni, prendendo spunto anche dai disagi che già si vivono negli ospedali grossetani, è stato uno stillicidio di interventi, sollecitazioni, critiche. Primari, sindacati, politici, cittadini e operatori delle aziende sanitarie temono per il futuro di un settore dove, comunque, la Toscana continua ad eccellere nel panorama nazionale. Tanto più che i contenuti della riforma, per stessa ammissione dell' assessore Marroni, devono ancora essere mesi a punto. L' ultimo intervento, ma solo in ordine di tempo, è quello di Nicola Draoli, presidente del collegio Ipasvi, la sigla di categoria degli infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d' infanzia. Draoli ha partecipato ieri, a Firenze, a un incontro regionale promosso dalla comunità infermieristica (ordini, dirigenza e sindacati). All' ordine del giorno la delibera di accorpamento delle asl locali. «Siamo preoccupati, inutile negarlo, perché le professioni non mediche vengono ancora una volta sostanzialmente ignorate, a partire dal coinvolgimento nella fase di stesura del testo della riforma». «Eppure prosegue Draoli gli infermieri in Toscana sono oltre 27 mila e rappresentano la forza professionale più cospicua e maggiormente presente in tutto il servizio socio sanitario; una categoria che grazie alla continua specializzazione universitaria (quando riconosciuta e valorizzata) garantisce e potrebbe farlo ancora di più la sostenibilità del sistema sanitario». Secondo Draoli ma così la pensano anche la maggior parte dei medici, anche i primari «la delibera che riforma il sistema sanitario toscano difetta di chiarezza e progettualità sui servizi territoriali, sulla prevenzione, sull' educazione alla salute e sulla riabilitazione, che dovrebbero essere i punti salienti di un riordino degli ospedali così come paventato». «Sono spariti i poli formativi di area vasta sono ancora parole del presidente di Ipasvi che erano previsti da un' altra normativa regionale e in particolare gli infermieri grossetani sono preoccupati che tutto ciò si rifletta in modo ancor più sfavorevole rispetto al passato sui territori particolarmente vasti, disomogenei, marginali». Caratteristiche che identificano la Maremma e il suo entroterra. Gli infermieri hanno chiesto un incontro, a breve, al governatore Rossi, garantendo collaborazione, «ma il dubbio conclude Draoli è se la politica è pronta ad ascoltarci. Sarebbe un peccato disperdere in questa fase il bagaglio professionale degli infermieri e la loro quotidiana esperienza al fianco dei cittadini». Gabriele Baldanzi. Continua > 7

10 Pagina 20 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) 8

11 Pagina 20 Il Tirreno (ed. Grosseto) Cardiologi in arrivo a Pitigliano e Orbetello L' Asl ha già avviato la procedura di assunzione: graduatoria approvata, tra due mesi i nuovi medici saranno in serviziosanità»allarme PER LA RIFORMA. di Ivana Agostini wgrosseto «Agli ospedali di Orbetello e Pitigliano è già avviata la procedura per l' assunzione dei cardiologi». È quanto dice la Asl in risposta al sindaco di Orbetello, Monica Paffetti che aveva evidenziato la mancata sostituzione dei cardiologi al nosocomio lagunare. «Si prevedono continua la Asl tempi tecnici di due mesi per completare l' iter». Oltre alla mancanza della cardiologia il sindaco Paffetti aveva sottolineato la mancanza del primario del reparto di chirurgia e anche per questo sembra le cose stiano procedendo. «Prosegue dice l' azienda sanitaria locale anche il concorso per il direttore della chirurgia del presidio lagunare. Entro due mesi al massimo spiegano dalla Asl saranno assunti i cardiologi per la Asl 9 che andranno a ricoprire i posti vacanti. La graduatoria è già stata approvata, occorrono proseguono solo i tempi tecnici per espletare le procedure». Il direttore generale della Asl 9, Daniele Testi, in questo modo, sgombra il campo dai timori sul futuro della sezione di cardiologia dell' ospedale di Orbetello e di Pitigliano, rispondendo alla domanda posta in occasione della Conferenza dei sindaci del 30 gennaio scorso. In quella sede, infatti, era mancato il tempo per fornire le necessarie spiegazioni. «Al momento in cui l' organico si è ridotto spiega Testi ci siamo immediatamente attivati per cercare professionisti in sostituzione della cardiologa andata in maternità e dell' altro medico trasferito, ricorrendo anche a un bando per incarico libero professionale che purtroppo è andato deserto; ora dice sempre il dirigente la graduatoria è stata approvata e procederemo alle assunzioni, con i tempi tecnici che occorrono. In ogni caso, in questi mesi, è stato fatto il massimo sforzo per mantenere inalterato il livello delle prestazioni ai cittadini». I cardiologi, dunque, all' ospedale di Orbetello e Pitigliano arriveranno, basterà solo aspettare i tempi necessari per l' espletamento delle procedure. «Se si sono verificati disservizi dice Testi ce ne scusiamo ma purtroppo situazioni come queste capitano e possono capitare ancora, all' interno di una macchina amministrativa complessa come un' azienda sanitaria di queste dimensioni». Testi parla inoltre della cardiologia del San Giovnani di Dio. «L' iter del concorso sostiene sta andando avanti e ci adopereremo affinché l' ente di supporto tecnico amministrativo regionale mantenga i tempi previsti. Nel frattempo conclude il direttore generale il reparto ha un responsabile temporaneamente incaricato, che sta portando avanti in maniera ottimale l' attività chirurgica». Continua > 9

12 Pagina 20 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) Problemi, quelli indicati dal sindaco di Orbetello di cui la Asl si sarebbe già fatta carico, dunque, per arrivare a una soluzione in modo da sopperire, quanto prima alla carenza di organico presente in questo momento che però non sembrerebbe aver penalizzato più di tanto le prestazioni sanitarie del San Giovanni di Dio. 10

13 Pagina 20 Il Tirreno (ed. Grosseto) Sel e Pd chiedono chiarezza e nessuna disparità tra gli utenti area vasta: le reazioni. Anche Marco Sabatini (leader di Sel) dice la sua sul tema della riforma della sanità toscana. «Già da tempo è in atto il tentativo di convincere i cittadini che la centralizzazione riduce i costi e migliora i servizi afferma l' ex vice presidente della Provincia ma purtroppo abbiamo capito che non è così. La Asl 9 risulta la migliore delle aziende toscane sul piano gestionale, non vorremmo però che i nostri medici siano costretti a diventare dei meri burocrati perché i conti devono tornare. L' attività di risanamento a livello regionale era necessaria, visto anche buchi clamorosi come quello della Asl di Massa, ma dopo un grande sforzo gestionale adesso non ci si può anche piegare, senza batter ciglio, ai tagli imposti dal Governo Renzi». Il riferimento del coordinatore di Sel va alla tutela delle attività territoriali extra ospedaliere, alla costruzione di un sistema per le cure primarie, al potenziamento del servizio di assistenza domiciliare, passando attraverso una maggiore attenzione alla salute mentale, le case della salute, l' ospedale di comunità. La situazione, invece, è ben diversa. «Oggi per gli utenti maremmani è difficile usufruire della sanità pubblica prosegue Sabatini e in particolare di una assistenza appropriata. Il ricovero, per esempio, è diventato impossibile, indipendentemente da dove abiti (Grosseto, Orbetello o Massa Marittima) e dagli anni che hai. Ogni cento accessi al Pronto soccorso vengono ricoverati undici utenti». L' accorpamento delle Asl al quale sta lavorando la Regione, secondo Sabatini, non porterà nulla di buono, ma anzi rischia di creare ulteriori disparità. «I cittadini di Grosseto domani non avranno le stesse possibilità di Arezzo o Siena conclude Sabatini e con questa riforma ci rimetterà la nostra comunità e il diritto alla cura sarà nelle mani dei burocrati». Preoccupata anche sui tempi a disposizione per portare avanti le nuove scelte il consigliere regionale del Pd Lucia Matergi. «Il tempismo non è una virtù che si attaglia alla materia legislativa regionale, almeno in fatto di politiche sanitarie scrive Per quanto il Piano sociosanitario regionale ha avuto una gestazione lunghissima, sul cui cammino si sono intersecati cambi di assessori e spending review, arrivando all' approvazione in aula solo nello scorso autunno, al contrario il percorso sul riordino istituzionale della sanità toscana prevede tempi bruciati e tappe forzate, se la proposta di legge che lo riguarda deve approdare in aula prima della fine di questa legislatura». E il territorio maremmano e Continua > 11

14 Pagina 20 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) amiatino, superato il momento della rivendicazione della sede della nuova Asl di area vasta «si interroga giustamente su un futuro che si presenta incerto aggiunge vista l' estrema sintesi che caratterizza il testo di legge. Si tratta per ora di definire un quadro generale di riferimento, i cui tratti salienti sono la riduzione delle Asl e l' accentramento in tre aree vaste, o meglio in seno alla giunta regionale». 12

15 Pagina 36 Il Tirreno (ed. Grosseto) Ambulatorio al freddo da un mese A Selvena termosifoni ko. Un volontario della Croce rossa: «Qui non c' è neanche il defibrillatore» di Fiora Bonelli wcastell' AZZARA L' ambulatorio di Selvena (Castell' Azzara) è senza riscaldamento da più di un mese e la gronda perde acqua. Nessuno ripara nulla e nessuno dà il via ai termosifoni. La denuncia di una situazione ormai insostenibile arriva da Lauro Giuliani di Selvena, che quell' ambulatorio lo apre, da volontario, tutte le mattine e che fa anche il volontario della Croce Rossa Italiana. «Sono d' accordo col sindaco Fosco Fortunati dice Giuliani quando dice che siamo paesi di serie C. Qui la mattina tanti anziani in attesa di visita infreddoliti perché il riscaldamento non c' è. La gronda dell' acqua è rotta e nessuno la ripara". Giuliani aggiunge anche altro, dando man forte al sindaco Fortunati che tempo fa si era espresso in modo polemico nei confronti dei servizi sanitari di cui il suo paese ancora non fruisce. «Il defibrillatore ad esempio dice Giuliani è essenziale da noi a Selvena, può salvare una vita ma non ce l' abbiamo. Ci devono essere strumenti e volontari che lo sanno usare e ce ne vorrebbero due, uno qui e uno a Castell' Azzara. Invito tanti a frequentare il corso per imparare ad usarlo. Può sempre tornare utile. E faccio un appello prosegue Giuliani per acquistarlo potremmo pensare anche a una colletta o all' impegno del comune. Ci sono tanti modi per averlo a disposizione». Dal canto suo il sindaco Fortunati commenta: "L' ambulatorio è dell' Asl dal 1983 ma se i cittadini di Selvena me lo avessero detto avrei potuto fare da intermediario con l' azienda per sollecitare la messa in funzione del riscaldamento. Io non ne sapevo nulla e magari non ne sa nulla neppure l' azienda». E a proposito della carenza di servizi sanitari, conclude: «Bisogna sedersi attorno a un tavolo con l' Asl 9 e intervenire di conseguenza, perché il diritto alla salute di Castell' Azzara e Selvena sia garantito a tutti gli effetti». 13

16 Pagina 21 Il Tirreno (ed. Lucca) La Cisl canta vittoria per i 14 infermieri assolti LUCCA La Cisl Fp esprime soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda riguardante i 14 infermieri «ingiustamente colpevolizzati e penalizzati dalla Asl perché operavano a favore della Onlus Don Baroni. Fin dall' inizio Cisl Fp ha sostenuto la regolarità della cosa prevista dalla convenzione Asl Don Baroni, tanto che, per far valere questa tesi ha consigliati i propri iscritti a rivolgersi allo studio legale Gori Ottolini Da Ponte a Quarto, convenzionato con Cisl Fp. Grazie all' ottimo lavoro dell' avvocato Ilaria Ottolini si è giunti alla positiva conclusione», conclude il comunicato dell' organizzazione sindacale. 14

17 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Asl, quaranta esuberi e altri dieci milioni di tagli Lo Stato dà meno soldi e anche la Regione riduce i trasferimenti Riduzione di personale medico e primari. Salvi (per ora) infermieri e Oss. MASSA Per il 2015 il segno su questo non c' è dubbio è il meno. Anche all' Asl: 40 dipendenti in meno, 10 milioni in meno. E la rivoluzione delle rivoluzioni arriverà il 1 gennaio del 2016: tre grandi aziende di area vasta per un risparmio stimato di 300 milioni di euro. È la ricetta Toscana ai tagli (o ridotti trasferimenti) decisi da Roma. Dallo Stato arriveranno 400 milioni in meno e alla giunta tocca correre ai ripari. Nel 2016, quindi, il cambiamento storico, ma le svolte epocali non sono mai fulmini a ciel sereno e il contraccolpo dei ridotti trasferimenti statali si fa sentire anche nel Roma ha meno soldi e meno ne dà alle Regioni: Firenze, quindi, stringe i cordoni della borsa e alla sanità apuana per arrivare alla morale della favola toccano 10 milioni in meno rispetto al 2014: da 354 milioni di euro a 344. «Proprio ora... che stavamo riprendendo ossigeno» è l' unico commento che si lascia sfuggire Maria Teresa De Lauretis, direttrice generale dell' Asl. Sì perché sotto le Apuane causa maxi buco i conti della serva l' azienda sanitaria li ha già dovuti fare. Adesso tocca rimettersi a contare gli spiccioli: riduzioni, rimodulazione di contratti e questo l' elemento clou un' altra sforbiciata ai dipendenti. Centoventi le persone che tra il 2015 e il 2016, grazie agli "scivoli" pre Fornero se ne vanno in pensione, solo un' ottantina, invece, i dipendenti che verranno riassunti. Calcolo da prima elementare: 40 persone in meno. Meno medici, meno primari e meno amministrativi. Tagliare in altri settori è escluso: «Non ci sarà alcuna riduzione parola della direttrice generale su infermieri e operatori socio sanitari». Salvi anche i tecnici di radiologia. Su tutti gli altri settori, invece, incombono le lame della forbice: «Su richiesta della Regione Toscana spiega l' Asl apuana è stato effettuato un censimento dei dipendenti aventi diritto ad essere collocati in pensione secondo la normativa pre Fornero. Sono 93 quelli che hanno i requisiti nel 2015, mentre altri 30 raggiungono i medesimi requisiti nel È comunque da escludere ribadisce la direzione la possibilità di dichiarare esuberi nel personale infermieristico ed Oss; pertanto saranno coinvolti tutti gli altri profili professionali, compresi i dirigenti medici e taluni direttori di struttura complessa». Tagli, quindi, ma partendo dall' alto. Un piano dettagliato ancora no c' è, né è stato presentata una bozza alle organizzazioni sindacali. Non c' è il piano perchè la direzione sanitaria spera ancora che qualche soldo in più da Firenze arrivi: «Stando alla delibera regionale che assegna le risorse è la sintesi di Maria Teresa De Lauretis abbiamo 10 milioni in meno rispetto allo scorso anno, ma l' importo complessivo Continua > 15

18 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Massa Carrara) non è ancora definito, non escludiamo quindi che il taglio possa essere ridotto». Certo è che agli uffici dell' Asl tocca mettersi al lavoro per garantire lo stesso standard se possibile migliorarlo con risorse ridotte: «Ridefiniremo gli obbiettivi di spesa per farmacia, dispositivi e presidi. Dovremo anche intervenire sugli affitti, dismettendo alcune sedi, come abbiamo già fatto per il Sert in Lunigiana». Ritocchi e turn over pesantemente ridotto: 120 se ne vanno. E solo 80 entrano. Chiara Sillicani RIPRODUZIONE RISERVATA. 16

19 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Cartella clinica addio In corsia arrivano i tablet Maria Teresa De Lauretis, direttrice generale dell' Asl, illustra il nuovo ospedale: rete wi fi, camere per due, niente reparti. E alta tecnologia per la diagnostica. MASSA Lavori e collaudi conclusi al nuovo ospedale delle Apuane per novembre 2015: nessuna possibilità di rinviare la data di inaugurazione del tanto atteso, quanto discusso, nosocomio che rivoluzionerà tutta la sanità apuana. Maria Teresa De Lauretis, direttrice generale dell' azienda sanitaria locale e il direttore sanitario Maurizio Dal Maso, indicano tutto ciò che cambierà tra pochi mesi. Dottoressa De Lauretis come cambierà la sanità con l' apertura del Noa? «A novembre verrà aperto il nuovo ospedale per acuti in cui saranno trasferiti tutti i professionisti e le specialità oggi divise tra i presidi di Massa, Carrara e, in parte, Montepepe (la ginecologia e il materno infantile). Finalmente i medici potranno lavorare insieme in un corpo unico e anche i pazienti saranno curati in un' unica struttura senza doversi spostare da un ospedale all' altro. Ci saranno un blocco operatorio e una rianimazione unica, le degenze saranno vicine e l' organizzazione sarà per intensità di cure. Cambierà il percorso assistenziale per il paziente: non ci saranno più reparti divisi per specialità, ma un' area medica e un' area chirurgica. La carta scomparirà e sarà sostituita dai tablet per la registrazione delle cartelle cliniche: tutta la struttura su viale Mattei sarà, infatti, coperta da rete wi fi. Le camere di degenza la direttrice passa ai dettagli avranno un bagno ciascuna e saranno più piccole delle attuali, in grado di accogliere due (non più tre o quattro) letti, tutte dotate di aria condizionata. Prevista anche un' ampia area commerciale, dedicata al ristoro e ai negozi». I reparti, come li conosciamo oggi, saranno completamente smantellati? «I reparti di degenza sì. L' ospedale di Massa sarà chiuso definitivamente e a Carrara rimarrà solo un presidio di attività diurno e polispecialistico di alta specialità con la radioterapia, la diagnostica pesante, l' anatomia patologia che ora è ospitata a Massa (in un sede in affitto), la chirurgia oculistica ambulatoria, la chirurgia "minore" e l' oncologia ambulatoriale. Anche la pediatria, l' ostetricia e la ginecologia da Montepepe saranno trasferito al Noa (Nuovo ospedale della Apuane). Solo i bambini a cui è stata diagnosticata una malformazione cardiaca in fase prenatale, potranno nascere presso la Fondazione Monasterio che rimarrà nella attuale sede di Montepepe». Continua > 17

20 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Dottor Dal Maso come cambierà la degenza per i pazienti? «Nel Noa ci saranno due linee da seguire, quella per l' urgenza (pronto soccorso) e quella dell' elezione (per gli interventi programmati). Per i pazienti non ci saranno grossi cambiamenti: saranno i professionisti delle varie specializzazioni a dare tutte le risposte al malato. I cittadini avranno garantita la continuità assistenziale in un' unica struttura e così anche il tempo di ricovero sarà adeguato alle necessità e alle specifiche esigenze. Non ci saranno funzioni replicate. Esempio: un malato che ha una patologia chirurgica e dovrà essere operato, in un unico "contenitore" avrà a disposizione quello che gli serve: in un piano dell' ospedale sarà accolta l' area chirurgica (blocco operatorio, terapie intensive e subintensive), in un altro quella medica e in un altro ancora (il primo) saranno ospitati mamme e bambini nel materno infantile. Il paziente, grazie anche alla cartella clinica informatizzata, sarà preso in carico completamente. E gli verrà indicato tutto il percorso da seguire senza che debba prenotare da solo ogni visita o controllo». Ci sarà, finalmente, un pronto soccorso pediatrico? «Il pronto soccorso, la pediatria e il materno infantile sarà tutto in unico ospedale e non ci sarà più lo spostamento tra un ospedale e l' altro e i bimbi avranno una corsia preferenziale». Recentemente si è parlato molto di malasanità soprattutto dopo il caso della pinza dimenticata nell' addome di un paziente. Renderete ancora più rigidi i protocolli di sicurezza? «C' è stato un errore, ma siamo comunque al di sotto della media rispetto agli altri ospedali d' Italia. Saranno fatte radiografie di controllo alla fine degli interventi per un' ulteriore verifica». Le liste di attesa per le visite specialistiche si ridurranno? «Nel Noa c' è una maggiore offerta diagnostica, due Tac e una nuova risonanza. Nel percorso di screening non ci sono lunghe attese. Per avere una prima visita, fuori da uno screening, cercheremo di fare meglio anche se la nostra azienda sta lavorando molto bene». Sara Lavorini. 18

21 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Conto alla rovescia per la fine lavori La direttrice: siamo in leggerissimo ritardo, ma ci riallineeremo presto. MASSA Maria Teresa De Lauretis, direttrice generale dell' Asl apuana, è ottimista: il nuovo ospedele su viale Mattei aprirà i battenti quando stabilito. A novembre. Certo ammette qualche piccolo ritardo c' è: il tempo non ha aiutato e le piogge hanno rallentato i cantieri. Ma assicura davvero di poco. La fine lavori è prevista per il 15 marzo quando le ruspe dovrebbero fare retromarcia e in viale Mattei dovrebbero arrivare i collaudatori, quelli che verificano che tutto (ma proprio tutto) sia funzionante ed efficiente. Bene ecco il live ritardo per qualche giorno, forse qualche settimana i primi collaudi si intrecceranno con gli ultimi lavori: «Qualche piccola opera spiega la direttrice sarà terminata quando i collaudi avranno già preso il via. Chiaramente eviteremo che le due cose si sovrappongono nella medesima area dello stabile». Insomma per capirci i collaudi inizieranno solo dove tutti gli interventi edili e di impiantistica sono conclusi. «In tempi brevi parola della De Lauretis riusciremo a riallinearci». La fase delicatissima dei collaudi proseguirà per sei mesi: nel caso vengano rilevati malfunzionamenti anche minimi toccherà richiamare le ditte. Controlli dettagliati, quindi, fino a metà settembre. Poi il via alla fase C, quella del trasloco che dovrebbe proseguire per un paio di mesi: operazione complessa. Non tanto per il trasferimento del materiale (gran parte della mobilia sarà acquistata ex novo), quanto per lo spostamento delle attrezzature e questa la parte più ardua dei pazienti. Impegno importante per il personale che lascerà le vecchie sede per la nuova. Poi si aprirà la vera sfida e non solo sul fronte dei servizi ospedalieri. Il nuovo ospedale della Apuane è, infatti, un ospedale per acuti. Tradotto: tutte le patologie croniche devono trovare risposta nel territorio e nella sanità distrettuale. Un nodo centrale diventano, quindi, le Case Salute: già attive in Lunigiana, a Carrara e Montignoso, a Massa (dovrebbe sorgere in via Bassa Tambura) va al rallentatore. Ma, per confermare che gli apuani possono dormire sonni tranquilli, Maria Teresa De Lauretis si affida ai dati: «Il primo segnale quando e se i cittadini non trovano risposte sul territorio spiega è il numero di accessi al pronto soccorso. Certo, anche noi abbiamo avuto dei picchi, legati alle festività, ma in media il numero di chi si rivolge al pronto soccorso è inferiore alla media regionale». Insomma, i distretti e i medici di base in prima fila le risposte le danno. Adesso non rimane che aspettare il 15 marzo poi puntare dritti al taglio del nastro e all' inaugurazione del nuovo ospedale. (C.S. Continua > 19

22 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Massa Carrara) ) RIPRODUZIONE RISERVATA. 20

23 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Dal 2016 arrivano le maxi aziende di area vasta La nuova legge regionale che governerà la sanità toscana, e che dovrebbe entrare in vigore entro il 1 gennaio 2016, ha un punto nodale: la revisione del modello gestionale che verrà accentrato in tre grandi Usl su base di area vasta: Toscana Centro con Prato, Firenze, Empoli e Pistoia; Toscana nord ovest con Lucca, Massa Carrara, Versilia, Livorno e Pisa e Toscana sud est con Siena, Arezzo e Grosseto. L' obiettivo è risparmiare almeno 300 milioni (su 400 di tagli statali) accorpando funzioni e tagliando sui dirigenti. Le Asl passeranno da 12 a 3 e il primo passo per arrivare alle fusioni sarà l' azzeramento degli attuali vertici amministrativi. La riforma se garantisce sui territori la funzionalità dei diversi dipartimenti sanitari, punta a diminuire sensibilmente il numero dei dirigenti medici affidando la responsabile del comando di un dipartimento a un unico soggetto. 21

24 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Di GIORGI E LA SANITÁ. «Bisogna unire i distretti di Val di Cornia e Val di Cecina» PIOMBINO Si dice d' accordo ad «alzare il livello del dibattito sulla sanità» l' assessore Margherita Di Giorgi, che interviene nel dibattito aperto sia dalle minoranze (Fabrizio Callaioli per Rifondazione e Francesco Ferrari per Forza Italia) che dagli alleati (Spirito libero). «Ben vengano le richieste di ampia discussione dice Di Giorgi Ci sembra opportuno ribadire, e non è certo un mistero, che la sanità toscana vanti il riconoscimento di avere uno dei servizi sanitari migliori d' Italia. E' evidente che l' intervento di una legge di riordino come si prevede nella proposta di legge 77/2014 impone di creare le giuste e sicure condizioni per rispondere a un ospedale qualificato e a un territorio che guardi oltre il distretto della Val di Cornia. Noi riteniamo che questa sicurezza sarà possibile solo se riusciremo a mettere da subito insieme i due distretti della Val di Cornia e della Val di Cecina che, uniti, comprendono un bacino di circa 155 mila abitanti. Unendo i due distretti in un unico ambito territoriale, gli ospedali di Piombino e di Cecina possono rappresentare un nucleo ospedaliero diversificato ma di livello anche specialistico. Avremo in tal modo una rete distrettuale forte e una rete ospedaliera di livello specialistico. In questo contesto, con questo nuovo scenario, la Società della salute può rappresentare il fulcro principale per la gestione economica finanziaria della nostra sanità». «La nostra visione della sanità prosegue Di Giorgi essendo questo territorio caratterizzato da un ambiente che spazia dal mare alle colline, non può non guardare con interesse, oltre che all' isola d' Elba, anche alla zona delle colline metallifere. In questa fase riteniamo pertanto sia doverosa e utile una discussione sul riordino del servizio sanitario regionale, come richiesto da alcune forze politiche presenti in consiglio comunale». 22

25 Pagina 12 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) «Tagli indiscriminati la riforma non va» I sindacati dei medici: a casa dipendenti, rischio collasso. di Ilaria Bonuccelli Sulla carta, nel 2015 la riforma del sistema sanitario dovrebbe far risparmiare alla Regione 2,7 milioni solo di stipendi di direttori e dirigenti vari. Con «i tagli dei doppioni» e i pre pensionamenti, la cifra dovrebbe lievitare. Non fino a pareggiare il taglio del fondo sanitario nazionale probabilmente intorno a 200 milioni ma ad alleggerirlo. Eppure, per i sindacati dei medici tutti meno che la Cgil la riforma della Regione Toscana fa acqua. Non perché riduca da 12 a 3 le Asl. E neppure perché preveda una fase di commissariamento «anche se dieci mesi sono troppi». La riforma dicono concentra troppo potere nelle mani di troppo pochi: i 3 direttori generali delle Asl di Area vasta; crea «commistione» fra la gestione delle aziende sanitarie e la gestione delle aziende ospedaliere universitarie; prevede un taglio «lineare» di personale, persone, «senza tener conto di qualifiche ed esigenze sanitarie». Ce n' è abbastanza per chiedere alla Regione un "tavolo di garanzia sull' occupazione". Per Morano Grechi, segretario regionale del Cima, sindacato dei medici ospedalieri, perfino per invitare la Regione a rimandare la riforma a dopo il voto amministrativo di maggio. Sulla sanità scaricati tutti i tagli L' attacco, insomma, è frontale, anche se la legge ancora non è approvata: dovrebbe andare in aula entro 4 5 settimane. Prima della fine della legislatura, assicura Marco Remaschi, presidente della commissione Sanità che anche ieri ha ricevuto ordini professionali di tutte (o quasi) le categorie della sanità e i sindacati del settore. Settimane durante le quali la legge può ancora essere modificata «perché il rischio riporta il comunicato sindacale è che il collocamento del governo e della gestione delle strutture sanitarie in luoghi lontani dai territori dove nascono i bisogni dei cittadini e si esercita la professione porti a un eccesso di pianificazione e a una burocratizzazione del sistema. Così si affiderebbero le scelte di fondo sulla distribuzione delle risorse a tecnocrati di nomina regionale e a "poteri forti" autorefenziali». Questo perché insistono i sindacati la Toscana, a differenza di altre regioni, «ha deciso di far pagare alla Sanità tutti i risparmi di spesa richiesti dal governo centrale». A Firenze pensano, invece, che l' ostilità sia legata al fatto che qualcuno «dovrà rinunciare a posizioni di potere». Perché è indubbio che a comandare, se la legge passerà, saranno sempre meno. Arrivano i commissari d' area Non appena la legge sarà approvata, si avrà un assaggio dei tagli. Secondo la proposta approvata il 22 dicembre dalla giunta, la rivoluzione dovrebbe scattare il 1º marzo o nella data scelta dall' aula quando approverà il testo. Continua > 23

26 Pagina 12 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) La riforma, dunque, prevede come primo passo che decadano i comitati di Area vasta: al loro posto il presidente della Regione nomina un commissario di area vasta sentito il rettore dell' università locale e i sindaci del territorio. I sindacati contestano che i qualche caso potranno essere anche un «centinaio» e che il loro parere non avrà alcun peso. Il commissario dovrà anche istituire 9 dipartimenti interaziendali (chirurgia, emergenza, medicina diagnostica per immagini e così via) in via sperimentale, coordinando i dipartimenti delle Asl e quelli delle aziende universitarie ospedaliere. Proprio quello che i sindacati non vogliono perché «la separazione tra formazione e assistenza deve restare. Oltretutto queste prerogative di programmazione appartengono all' assessore alla Sanità». Commissari delle Asl Appena approvata la legge, si prevede anche l' azzeramento dei direttori generali, sanitari e amministrativi di ciascuna Asl. Il presidente della Regione li sostituisce con 3 commissari per le 3 Asl costituende con funzioni di direttore generale: il loro compito è curare il processo di fusione; il presidente della Regione nomina anche 12 vicecommissari, uno per ciascuna Asl ancora esistente, con compiti di gestione ordinaria delle aziende. Restano in carica i direttori generali delle aziende ospedaliere universitarie per favorire l' integrazione con le Asl di area vasta. Le tre nuove Asl La proposta di legge, infatti, prevede che siano istituite 3 Asl, attive come soggetti autonomi dal 1º gennaio 2016: Toscana centro per fusione di Asl Firenze, Prato, Pistoia e Asl Empoli (circa 1,5 milioni di abitanti); azienda Toscana nord ovest per fusione delle Asl Lucca, Massa Carrara, Versilia, Pisa e Livorno (circa 1,1 milione abitanti); azienda Toscana sud est mediante fusione delle Asl di Siena, Arezzo e Grosseto (circa 800mila abitanti). A ciascuna Asl si relazionerà, pur restando indipendente, l' azienda ospedaliera universitaria di riferimento (Firenze, Pisa e Siena). L' azienda ospedaliero universitaria Meyer parteciperà alla riorganizzazione del settore pediatrico ospedaliero a livello regionale; la fondazione Monasterio per la ricerca si relazionerà all' Asl Toscana Nord ovest. Direttori di area vasta e di Asl A regime, ciascuna area vasta sarà retta da un direttore nominato dal presidente della Regione (avrà lo stipendio di un direttore generale). Il direttore si occuperà della «programmazione operativa» dell' area vasta, con l' aiuto di un comitato operativo composto dai direttori generali delle Asl del territorio e dal direttore dell' Estar, il centro unico di acquisti e servizi regionale. Ciascuna area vasta sarà organizzata in dipartimenti «per garantire l' omogeneità dei servizi, la qualità e l' appropriatezza delle cure». Le critiche Questa organizzazione, però, non convince del tutto i sindacati. Non piacciono i dipartimenti interaziendali. Lo spiega con chiarezza Morando Grechi: «Il calcolo delle persone da mandare via è stato effettuato con un processo inverso a quello necessario. Invece di partire dall' esame dei servizi doppione, dall' esame della situazione di ciascuna Asl, la Regione si è limitata a verificare quali dipendenti corrispondessero ai requisiti di legge per il prepensionamento, per età e contributi versati: ma non si considera che se togliamo di mezzo tutte le professionalità, oltretutto bloccando per due anni il turn over, collassiamo il sistema. Per questo vogliamo che la Regione ci garantisca un tavolo di confronto per individuare criteri che scongiurino i pensionamenti lineari. Altrimenti questa riforma conclude Grechi manderà in tilt un sistema sanitario che funziona». 24

27 Pagina 12 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) l' assessore marroni. «Via i reparti doppioni e sul personale concertiamo» FIRENZE «Non accorperemo reparti che si trovano a 20 o 30 chilometri di distanza». Luigi Marroni, assessore regionale alla Sanità si prepara a difendere in aula la riforma che dovrebbe essere votata entro marzo. Assessore, i sindacati dei medici attaccano la riforma. «Si tratta di una riforma strutturale, imposta dalla riduzione dei trasferimenti statali. L' abbiamo voluta per evitare di lesinare per un decennio sui servizi sanitari: oltre all' accorpamento delle Asl comporta maggiore pianificazione e razionalizzazione dell' offerta». Ma i medici contestano proprio il rischio di accorpamento fra Asl e aziende ospedaliere universitarie. «La proposta originaria, formulata con un emendamento alla legge di Stabilità, era questa. Ma il governo non l' ha accolta. Essendo in contrasto con le leggi dello Stato, non è possibile attuarla. Quindi le aziende universitarie mantengono la loro autonomia dalle Asl: la pianificazione congiunta che noi vogliamo ottenere attraverso i dipartimenti interaziendali di area vasta non vuol dire gestione congiunta. Solo più coordinamento». A cosa serve? «A razionalizzare, recuperare risorse, senza tagliare servizi». Però ci saranno tagli al personale: 1200 persone si dice. «Io non ho mai dato cifre. La legge, però, ci consente di prepensionare a condizioni in vigore prima della riforma Fornero chi ha determinati requisiti. Su questo è aperta la concertazione: i sindacati non solo partecipano, ma hanno un mese per presentare controdeduzioni alle proposte. Di sicuro posso garantire che i pensionamenti non saranno lineari». E la riorganizzazione nelle Asl? «Sono certi gli accorpamenti fra Asl ma non metteremo insieme, ad esempio, le chirurgie che si trovano a chilometri di distanza. Diverso è se una stessa azienda ospedaliera universitaria ha chirurgia 1,2 e 3. A che cosa servono? Comunque la riorganizzazione, nei dettagli, è rimandata a una nuova legge che verrà approvata dopo questa prima riforma di massima. Ci stiamo già lavorando». Ma la porterà in aula la prossima giunta, dopo il voto di maggio. La scadenza, fissata per l' approvazione, è il 30 settembre.(i.b. ) Continua > 25

28 Pagina 12 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) 26

29 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Due medici denunciati per peculato Secondo l' accusa utilizzavano materiale sanitario sottratto al San Jacopo per la loro attività nella clinica privata San PaoloL' INCHIESTA»BLITZ DELLA POLIZIA DOPO UNA SEGNALAZIONE. PISTOIA Le indagini erano state avviate circa due mesi fa, quando la direzione sanitaria dell' ospedale San Jacopo segnalò alla Questura la sparizione di materiale di medicazione, kit per le sale operatorie, garze, addirittura alcuni camici. E la settimana scorsa la Squadra mobile ha individuato i presunti responsabili degli ammanchi: due medici in servizio al nosocomio, denunciati all' autorità giudiziaria perché gravemente indiziati di peculato. Ma non solo: nei successivi accertamenti nella clinica privata dove i due professionisti svolgevano attività medica dopo il turno con la Asl 3, il centro chirurgico San Paolo di Bonelle, sono stati rinvenuti anche piccoli quantitativi di medicinali scaduti. Di qui la denuncia del direttore sanitario del centro in base all' articolo 443 del codice penale che punisce la detenzione o somministrazione di farmaci guasti o imperfetti. Dopo la segnalazione della Asl3, la Squadra mobile aveva attivato un servizio di osservazione per cercare di individuare il personale coinvolto nei furti. E alla fine di gennaio ha fermato un dottore all' uscita del San Jacopo dopo il turno di notte: con sé aveva una busta con materiale sanitario di proprietà dell' ospedale, del valore di un centinaio di euro. Poiché il medico si stava recando nella clinica privata San Paolo di Bonelle dove svolge una seconda attività lavorativa, il controllo è stato esteso anche a questa struttura. Nell' occasione gli agenti si sono avvalsi della collaborazione di personale dell' Asl 3 addetto alle ispezioni dei presidi sanitari, e dei carabinieri del Nas di Firenze. Durante il controllo è stato rinvenuto altro materiale dell' ospedale (per un valore di circa 900 euro) in uso all' altro medico denunciato, anch' egli in servizio nella struttura pubblica e che lavorava anche nella clinica privata. Da segnalare che diversa è, invece, la versione del San Paolo, secondo cui "il centro chirurgico ha avuto nei giorni scorsi controlli di routine che hanno dato esito negativo". In parallelo sono scattati gli accertamenti del Nas nella clinica che portavano alla contestazione di vari illeciti amministrativi e penali a carico del direttore sanitario poiché venivano rinvenuti nei pressi delle sale chirurgiche confezioni di specialità medicinali e dispositivi medici scaduti di validità da pochi giorni. Il direttore dell' Asl3, Roberto Abati, tiene a sottolineare che «la quasi totalità del nostro personale si comporta correttamente. L' attività di controllo che l' azienda pone in essere è costante ed ha anche il Continua > 27

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