Provincia di Forlì-Cesena

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1 Provincia di Forlì-Cesena Assessorato Qualificazione Ambientale e Politiche Energetiche BILANCIO AMBIENTALE DEL PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DELLA QUALITA DELL ARIA anno 2010 IV Report di monitoraggio 23 Novembre 2011

2 BILANCIO AMBIENTALE DEL PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DELLA QUALITA DELL ARIA ANNO 2010 IV Report Monitoraggio PROVINCIA DI FORLI -CESENA 23 Novembre

3 Documento elaborato da: Roberto Cimatti, Cristian Silvestroni, Daniela Valmori Provincia di Forlì-Cesena Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio Si ringraziano per il contributo alla realizzazione del Bilancio Ambientale: Forlì Cesena Bertinoro Cesenatico Forlimpopoli Gambettola Gatteo Longiano Meldola San Mauro Pascoli Savignano sul Rubicone ARPA Sezione Provinciale Forlì-Cesena AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica di Forlì AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena ATR Agenzia per la Mobilità AGESS Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio Provincia di Forlì-Cesena Servizio Infrastrutture Viarie, Mobilità, Trasporti e Gestione Strade Forlì Provincia di Forlì-Cesena Servizio Infrastrutture Viarie, Mobilità, Trasporti e Gestione Strade Cesena Provincia di Forlì-Cesena 2

4 INDICE PREMESSA 4 CAPITOLO 1. INQUADRAMENTO La normativa vigente sulla qualità dell aria Il Progetto del Bilancio ambientale del Piano Provinciale per la Qualità dell Aria Il modello di rendicontazione Funzione dello strumento e collegamento con il sistema di monitoraggio del Piano 12 CAPITOLO 2. LA QUALITÀ DELL ARIA IN PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA Introduzione alla dimensione provinciale Inquadramento generale a livello provinciale - quadro conoscitivo di stato Quadro dei contributi settoriali alle emissioni Andamento demografico Mobilità: parco veicolare Mobilità: carburante erogato Sistema insediativo: consumi energetici Sistema insediativo: controlli degli impianti termici Attività produttive: consumi energetici e produzione da rinnovabili Attività produttive: autorizzazioni e controlli alle emissioni Gli standard di riferimento della qualità dell aria La rete di monitoraggio della qualità dell aria La situazione a livello provinciale degli inquinanti critici (particolato fine PM 10, biossido di azoto, ozono) 33 CAPITOLO 3. LA STIMA DEGLI ESITI DEL PIANO Inquadramento metodologico Gli indicatori di esito del Piano 38 CAPITOLO 4. GLI INDICATORI DI REALIZZAZIONE Mobilità sostenibile Sistema insediativo Attività produttive, Logistica commerciale e delle aziende di servizi Informazione e comunicazione Interventi per il contenimento di fenomeni di inquinamento acuto Specificità locali 61 CAPITOLO 5. AZIONI MESSE IN CAMPO 63 CAPITOLO 6. CONCLUSIONI 65 ALLEGATO. SCHEDA RIEPILOGATIVA INTERVENTI REALIZZATI E RISORSE IMPIEGATE

5 Premessa La Provincia di Forlì-Cesena ha prodotto il rapporto di monitoraggio del grado di attuazione ed efficacia del Piano di Gestione della Qualità dell'aria già a partire dall'anno Questo rapporto, nelle sue edizioni 2007, 2008 e 2009, è stato presentato annualmente ai Comuni come previsto dalle norme del piano. Il presente Bilancio Ambientale nasce dall'invito della Regione a predisporre uno strumento di monitoraggio dei piani provinciali di risanamento della qualità dell'aria costruito con modalità sistematiche ed omogenee tra le varie realtà provinciali. Infatti quando nel 2010 si è presentata l'opportunità di partecipare come provincia pilota insieme a Modena e Reggio Emilia al gruppo di lavoro costituito dalla Regione e da ARPA Direzione Tecnica con lo scopo di predisporre specifiche Linee Guida per la redazione di un Bilancio Ambientale dei Piani provinciali di risanamento della qualità dell'aria, questa Amministrazione ha accettato consapevole che l'esperienza maturata nelle annualità precedenti potesse essere messa al servizio del progetto e che l'assistenza di ARPA e il confornto con le altre Province avrebbe potuto migliorare il sistema di monitoraggio del piano, la modalità di raccolta dei dati e soprattutto la sua successiva comunicazione. Dopo un primo anno di sperimentazione con i dati relativi al 2009, ora si produce questo Bilancio Ambientale che contiene dati aggiornati al 2010 e che costituisce anche il IV report di monitoraggio, segnando così il passaggio dal formato precedente a questo nuovo comune a tutte le Province della Regione. Le informazioni qualitative e quantitative necessarie per la realizzazione di questo documento sono state raccolte attraverso: tabelle-questionario personalizzate ed inviate ai Comuni della Zona A, ai vari Servizi dell Amministrazione Provinciale, ad ATR Agenzia per la mobilità, ARPA Sezione provinciale, AUSL di Forlì, AUSL di Cesena, ATO 8, AGESS Agenzia per l energia, ACER Azienda Casa Emilia-Romagna FC, HERA S.p.A.; rapporti annuali della rete di monitoraggio della Qualità dell Aria redatti dalla Sez. prov. FC di ARPA; consultazione di banche dati disponibili su internet (parco veicolare); richieste mirate (consumi carburanti, trasporto merci). I Comuni e gli enti/aziende interpellati hanno risposto alla richiesta di dati, anche se con difficoltà e con informazioni incomplete a causa delle tematiche trasversali toccate dal Piano. Tutte le informazioni puntuali raccolte dai questionari circa lo stato di avanzamento delle azioni sono riportate nella scheda riepilogativa allegata al presente Bilancio ed inviata in Regione per la trasmissione al Ministero e all U.E. (all interno della procedura di infrazione attivata a seguito dei superamenti rispetto a valori limite di qualità dell aria registrati negli anni precedenti nel territorio della Zona A e Agglomerato R11 della Provincia di Forlì-Cesena). Tale scheda raccoglie le informazioni relative alle quantità di interventi realizzati e le risorse economiche impiegate negli anni 2007, 2008, 2009 e

6 Capitolo 1. Inquadramento Il presente capitolo contiene un inquadramento generale del Progetto Regionale Bilancio ambientale del Piano Provinciale di Risanamento e Tutela della Qualità dell Aria, fornisce la panoramica della normativa vigente in tema di qualità dell aria a livello europeo, nazionale e regionale ed illustra il modello di rendicontazione che è stato sviluppato e sperimentato dalle Province. Include inoltre informazioni di carattere generale sulla funzione del Bilancio ambientale nel sistema di governance della Provincia di Forlì- Cesena sull allineamento con il sistema di monitoraggio del Piano Provinciale di Gestione della Qualità dell Aria. 1.1 La normativa vigente sulla qualità dell aria La normativa italiana di riferimento è stata aggiornata di recente con l introduzione del Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155, che, recependo la Direttiva 2008/50/CE, istituisce un nuovo quadro normativo unitario in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente. Unitario in quanto, abrogando i più noti provvedimenti in materia (D.Lgs 351/1999, D.Lgs 183/2004, D.Lgs 152/2007, Decreto Ministeriale 60/2002, DM 261/2002 e altri), va a semplificare la normativa e diventa punto di riferimento per i valori limite delle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici (tra cui biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, PM10 e PM2.5, arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene). I principi cardine su cui si fonda questo Decreto sono: - rispetto di standard qualitativi elevati ed omogenei per garantire un approccio uniforme su tutto il territorio; - acquisizione e trasmissione tempestiva delle informazioni; - zonizzazione del territorio nazionale su cui organizzare attività di valutazione della qualità dell aria; - utilizzo di una rete di monitoraggio con stazioni di misurazione conformi ed omogenee; - una pianificazione integrata e coerente. Il presente Decreto Legislativo, in relazione al precedente D.Lgs 351/1999, apporta alcuni aspetti innovativi. Uno di questi è la definizione della zonizzazione del territorio nazionale, cioè la suddivisione in agglomerati e zone individuate dalle Regioni e dalle Province Autonome con riferimento, oltre che ai confini amministrativi degli enti locali, alle caratteristiche orografiche, meteo-climatiche e di carico emissivo del territorio, per le zone, ed a specifiche sull assetto urbanistico e di densità di popolazione per gli agglomerati. Altro aspetto innovativo è rappresentato dall introduzione del PM2,5 tra gli inquinanti da rilevare, per il quale viene definita una azione specifica di controllo per assicurare il rispetto degli obblighi di concentrazione dell esposizione nonché il raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione. Specifica, inoltre, nell ambito della valutazione della qualità dell aria, casi speciali con relative azioni e provvedimenti da attuare nel caso di superamento del valore limite, livelli critici, soglie di allarme e valori obiettivo degli inquinanti atmosferici. La rete di monitoraggio, in funzione anche di questi nuovi rilievi, potrà subire una sorta di revisione. Il Dlgs n. 155/2010 all art. 9 prevede inoltre, in caso di superamento anche per un solo inquinante degli standard normativi (valori limite, valori obiettivo, livelli critici) che le Regioni provvedano, con apposita normativa e comunque in conformità al proprio ordinamento, ad adottare propri Piani o misure per la qualità dell aria, assicurando il coordinamento di tali piani e degli obiettivi stabiliti dagli stessi con gli altri strumenti di pianificazione settoriale e con gli strumenti di pianificazione degli enti locali. Allo stato attuale la Regione Emilia Romagna ha elaborato un nuovo progetto di zonizzazione e classificazione del territorio, che è oggetto di istruttoria tecnica da parte del Coordinamento ex art.20 D.Lgs 155/2010; a ciò farà seguito l adeguamento della rete di monitoraggio e degli altri strumenti informativi per la qualità dell aria. 5

7 Questo nuovo indirizzo legislativo del D.Lgs 155/2010, è entrato anche nella redazione del recente DOCUMENTO DI POLITICA ECONOMICO-FINANZIARIA , dove uno degli obiettivi specifici delle politiche orientate alla prevenzione e riduzione delle criticità ambientali, cioè quello del miglioramento della qualità dell aria, si intende realizzarlo attraverso i seguenti aspetti: la revisione degli indirizzi regionali in materia di gestione della qualità dell aria, individuando criteri di autorizzazione delle attività civili ed industriali con emissioni in atmosfera e semplificazione dei procedimenti; il potenziamento del sistema informativo, con la raccolta dei dati disponibili per l elaborazione degli indicatori di realizzazione delle azioni e stima degli esiti in termini di riduzione delle emissioni; l ottimizzazione del sistema di monitoraggio al fine di raggiungere una procedura efficiente ed efficace di raccolta dei dati a tutti i livelli: regionale, provinciale, comunale; l armonizzazione delle conoscenze e degli strumenti conoscitivi alle diverse scale istituzionali; l aggiornamento del quadro normativo regionale in relazione al D.Lgs 155/2010 che ha recepito la direttiva europea 2008/50, rivedendo il sistema di pianificazione delegato alle Province; il contributo alla definizione ed approvazione di un piano nazionale per la qualità dell aria, contenente misure nei settori dei trasporti, energia e agricoltura per la riduzione delle emissioni di PM10 e degli altri inquinanti per i quali siano stati attivati processi di richiesta di deroghe; il potenziamento del sistema dei controlli. Il Piano Provinciale di Gestione della Qualità dell Aria Provinciale oggetto di questo Bilancio Ambientale, fa invece riferimento alla normativa in vigore antecedente al Decreto di recepimento D.Lgs 155/2010. In particolare il Decreto Legislativo 351/1999, che ha recepito la Direttiva Europea 96/62/CE, ha stabilito il contesto su cui operare in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente e ha demandato a Direttive figlie, recepite con Decreto Ministeriale 60/2002 e con Decreto Legislativo 183/2004, la regolamentazione degli inquinanti atmosferici (biossido di zolfo, biossido di azoto, materiale particolato PTS, PM10, piombo, ozono, benzene, monossido di carbonio, idrocarburi policiclici aromatici IPA, cadmio, arsenico, nichel, mercurio). Il Decreto Ministeriale 261/2002 ha definito i criteri con i quali le Regioni dovevano adottare i Piani per il raggiungimento dei valori limite della qualità dell aria nelle zone e negli agglomerati dove questi valori superavano i termini stabiliti. La Regione Emilia Romagna con la Legge n. 3 del 21 aprile 1999, mantenendo comunque un ruolo di indirizzo per gli strumenti tecnici utilizzati, ha demandato alle singole Province il compito di individuare le zone del territorio di propria competenza in cui si presenta il rischio di superamento del valore limite e, contemporaneamente, di pianificare azioni per tutelarne la qualità dell aria. Sulla base dei criteri di zonizzazione fissati dal DM 261/2002 e tenuto conto dei valori limite di qualità dell aria stabiliti dal DM 60/2002 la Regione ha proposto una zonizzazione del proprio territorio per valutare e gestire la qualità dell aria. Sono state individuate le seguenti zone: - Zona A: territorio dove c è il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme. In questo caso è necessario predisporre i piani e programmi di risanamento. - Zona B: territorio dove i valori della qualità dell aria sono inferiori al valore limite. In questo caso è necessario adottare piani di mantenimento. - Agglomerati: porzione di Zona A dove è particolarmente elevato il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme. Per gli agglomerati occorre predisporre anche dei piani di azione a breve termine. 6

8 Quadro riassuntivo sui principali riferimenti normativi Normativa europea Direttiva 2008/50/CE Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa Normativa nazionale D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale parte quinta norme in materia di tutela dell aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 Attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa Normativa regionale Legge Regionale n. 3 del 21/04/1999 Riforma del sistema regionale e locale (art. 121 e 122, L.R. 3/99) DGR 804 del 15/05/2001 Approvazione linee di indirizzo per l espletamento delle funzioni degli Enti locali in materia di inquinamento atmosferico di cui agli art. 121 e 122 della L.R. 21 aprile 1999, n. 3 Riforma del sistema regionale e locale DGR 43 del 12/01/2004 Aggiornamenti delle Linee di indirizzo per l espletamento delle funzioni degli Enti locali in materia di inquinamento atmosferico (art. 121 e 122, L.R. 3/99) già emanate con atto di Giunta regionale 804/ Il Progetto del Bilancio ambientale del Piano Provinciale per la Qualità dell Aria A partire dal 2006, la Regione Emilia Romagna, con il supporto di Arpa, ha dato inizio all applicazione di strumenti di contabilità ambientale alla propria rete locale attraverso la realizzazione di un sistema di rendicontazione applicato all Accordo di Programma sulla Qualità dell Aria, espresso come Bilancio Ambientale (BA AQA). La metodologia, sperimentale nel 2006 e consolidata nel 2008, è stata applicata all Accordo di Programma , , con la finalità di rappresentare uno strumento di supporto agli amministratori per valutare periodicamente i risultati ottenuti, ma soprattutto per convenire gli ambiti di intervento e per programmare azioni migliorative. Il Bilancio Ambientale, infatti, può rappresentare un utile strumento: per la buona gestione interna dell ente, fornendo agli amministratori adeguate basi conoscitive per una gestione e pianificazione coordinata delle tematiche ambientali, e per individuare le priorità; per la comunicazione verso l esterno, attraverso il quale l Ente rendiconta le ricadute ambientali delle proprie attività e l adempimento degli impegni presi. Questo strumento mette di fatto in evidenza gli impegni e le politiche ambientali dell amministrazione e rendiconta attraverso indicatori fisici le politiche e le attività dell Ente. Durante la realizzazione dell ultimo BA AQA la Regione ha scelto di trasferire questa esperienza di indagine dal livello regionale al livello provinciale. Nel 2009, infatti, è iniziata la costruzione del Bilancio Ambientale dei Piani Provinciali di Risanamento della Qualità dell Aria per fornire alle amministrazioni provinciali una chiave di lettura locale comunque in grado di restituire, tramite un set di informazioni trasversali, il quadro di insieme a livello regionale. 7

9 Pertanto, il progetto ha come obiettivo generale quello di costruire un modello di Bilancio Ambientale, allineato al modello del BA AQA, che sia in grado di monitorare lo stato di attuazione e gli esiti dei Piani Provinciali e, contemporaneamente, di restituire un quadro generale regionale. In questo modo il modello risulta allineato con le Politiche di risposta dell Accordo di Programma regionale per la qualità dell Aria, con il BA AQA e con la rendicontazione della Regione all Unione Europea nell ambito della procedura di infrazione sulle PM10. Il Piano operativo del progetto è stato sviluppato secondo le seguenti macrofasi: Definizione del sistema di rendicontazione per i Piani; Individuazione di un set comune di indicatori chiave, per consentire agli amministratori provinciali di tenere monitorata l attuazione delle azioni previste dal Piano e fornire una base sintetica di dati per la programmazione; Implementazione e messa a regime del sistema presso le singole amministrazioni provinciali. Il sistema di rendicontazione dei nove Piani Provinciali deve risultare omogeneo. Per soddisfare questa esigenza il progetto è stato suddiviso in due sottoprogetti distinti: a) definizione del modello e del sistema di rendicontazione e sperimentazione su 3 Province Pilota; b) realizzazione dei BA Piani di tutte le Province. La definizione del modello di BA Piani è stata elaborata con la collaborazione di tre Province Pilota: Reggio Emilia, Modena e Forlì-Cesena, selezionate in base alle esperienze di monitoraggio del Piano realizzate e alla disponibilità di struttura organizzativo operativa interna alla Provincia (personale dedicato al progetto per incontri e raccolta dati). Il Gruppo di Lavoro, costituito dai rappresentanti delle 9 Province, da Arpa Emilia Romagna, dalla Regione - Servizio Risanamento Atmosferico, Acustico, Elettromagnetico e con la partecipazione del Servizio Mobilità della Regione per lo specifico settore di competenza, ha individuato un set comune di 24 indicatori, implementato poi a livello locale dall aggiunta di massimo 5 indicatori locali. Questi 24 indicatori comuni rappresentano un estratto dei 231 indicatori che l Unione Europea richiede alla Regione nell ambito della Procedura di infrazione 2008/2194 relativa ai superamenti dei limiti previsti per la concentrazione di PM10 e della Notifica di messa in mora inviata dalla Commissione europea all Italia per i superamenti di PM10. La conclusione del primo sottoprogetto, con la sperimentazione in Province Pilota, ha consentito di ottenere un modello semplificato per il BA dei Piani Provinciali di immediata comunicazione verso la cittadinanza. 1.3 Il modello di rendicontazione Oggi le amministrazioni pubbliche sono sempre più spesso chiamate a dar conto del proprio operato ai cittadini, dei risultati conseguiti con l uso delle risorse pubbliche, anche in campo ambientale. Questa domanda di informazione richiede che le amministrazioni pubbliche sviluppino la capacità di ricorrere a forme innovative di comunicazione delle proprie scelte di programmazione, delle modalità di attuazione e degli impatti delle proprie politiche di intervento, non solo in termini di risorse economicofinanziarie assorbite, ma soprattutto in termini di efficacia. I dati economico-finanziari, infatti, non leggono l attività e i risultati dell amministrazione in campo ambientale: quali sono le priorità e gli obiettivi di intervento, quali i livelli di prestazione attesi e realizzati e soprattutto gli effetti prodotti dalla azione dell Amministrazione. In campo ambientale, sono quindi stati sviluppati strumenti statistici in grado di fornire informazioni sull ambiente. Il modello più diffuso è quello degli indicatori di pressione settoriale o DPSIR (Determinanti- Pressione-Stato-Impatti-Risposte) elaborato dall OCSE. Per riuscire a rendicontare l efficacia delle politiche ambientali messe in campo è però necessario creare un sistema di indicatori che non si limitino a illustrare lo stato dell ambiente ma che rendano conto degli effetti prodotti. 8

10 Per Bilancio Ambientale negli ultimi anni si è inteso uno strumento di rendicontazione delle politiche ambientali. Non più dunque un sistema di raccolta e riordino di informazioni sull uso delle risorse naturali e sugli impatti generati dai processi per i quali tali risorse sono state utilizzate, ma un tentativo di ricostruire la catena del senso dell agire amministrativo. Si tratta infatti di creare un collegamento tra i dati di stato dell ambiente e le politiche di risposta messe in atto dagli Enti. Il modello di Bilancio Ambientale del Piano Provinciale di Gestione della Qualità dell Aria è stato costruito privilegiando la necessità di dotare gli amministratori di uno strumento strategico a supporto del coordinamento delle politiche e delle attività. La metodologia utilizzata per costruire il sistema di rendicontazione del Piano si basa quindi sull approccio cosiddetto di accountability : rendere conto rispetto agli obiettivi e alle azioni previste, spiegare attraverso informazioni e indicatori cosa è stato fatto, quali sono i risultati rispetto agli obiettivi, cercando il più possibile di identificare gli esiti raggiunti non limitandosi ad un monitoraggio delle attività realizzate. Accountability può essere quindi definita come l azione e l impegno di una organizzazione di dare conto delle attività e dei vantaggi realizzati per gli interlocutori e quindi di motivare le ragioni delle azioni e delle scelte effettuate. Accountability per le amministrazioni pubbliche indica la realizzazione di un sistema di responsabilità che renda chiare ed evidenti le relazioni esistenti tra decisioni, attività e parametri di controllo degli effetti (indicatori). Le basi teoriche e metodologiche dell accountability sono rintracciabili nei seguenti documenti: AA 1000 (2008): Standard per la rendicontazione sociale e ambientale. Rappresenta uno degli standard più completi e utilizzati sia in ambito privato sia in ambito pubblico. Lo standard prevede i principi di redazione e standard di processo. Lo standard di processo prevede cinque fasi di costruzione: pianificazione, sistema contabile, revisione e reporting, integrazione con gli strumenti di gestione, coinvolgimento degli stakeholder. CLEAR - City and Local Environmental Accountability and Reporting (2003): Metodologia per la redazione del Bilancio Ambientale negli Enti locali. Messo a punto tramite un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea con il Programma LIFE, è oggi lo standard per la costruzione del Bilancio Ambientale più diffuso in Italia. GRI (Global Reporting Initiative) (2006): linee guida per la redazione del Bilancio di Sostenibilità. E una delle linee guida più utilizzate dalle aziende private che pubblicano Bilanci di Sostenibilità. Riguarda sia i principi di redazione sia i contenuti del report. Se la Res è Pubblica (2005): ricerca svolta dal FORMEZ sugli strumenti di accountability per gli Enti locali. Approfondisce l applicazione del Bilancio di Sostenibilità e della tripla rendicontazione nelle Amministrazioni pubbliche e fornisce un quadro di riferimento sull utilizzo di questi strumenti. Particolarmente utile perché introduce i concetti della sostenibilità considerando le caratteristiche specifiche delle Amministrazioni pubbliche. Rendere Conto ai Cittadini (2004): manuale operativo proposto dal Programma Cantieri del Dipartimento della Funzione Pubblica. Contiene una rassegna dello stato dell arte della rendicontazione sociale nella pubblica Amministrazione, una selezione di casi di studio e una metodologia di riferimento per le Amministrazioni che vogliono utilizzare il Bilancio sociale. E una delle poche linee guida coerente con le metodologie internazionali e sviluppata in ambito pubblico. L approccio inoltre è stato fatto proprio dal Sistema delle Agenzie Ambientali che, con le Linee Guida per il Bilancio ambientale negli enti locali (2009), ha cercato di portare a sintesi le esperienze maturate dalle amministrazioni locali in questi anni in tema di bilancio e di contabilità ambientale, un quadro di riferimento metodologico adattabile alle diverse realtà locali. 9

11 Il modello di Bilancio Ambientale del Piano Provinciale di Gestione della Qualità dell Aria nasce dalla necessità di rendicontare gli impegni assunti dalla Provincia in termini di: esiti prodotti, per il risanamento della qualità dell aria e il contenimento dell inquinamento, come efficacia delle misure adottate; attività realizzate, a livello di monitoraggio dello stato di avanzamento nella realizzazione delle misure previste dal Piano Provinciale. Per tale motivo il modello si basa su una analisi e riclassificazione degli obiettivi e delle politiche di risposta sottese al Piano, sulla loro parametrizzazione in termini di indicatori di esito e di realizzazione e sulla valutazione generale propedeutica alla programmazione futura delle attività. Il modello è nato dal lavoro di confronto tra le esperienze regionali e provinciali ed è perfettamente allineato con: il Sistema Regionale (Bilancio Ambientale dell Accordo di Programma); i 9 Piani Provinciali di Tutela dell Aria approvati da tutte le Province della Regione Emilia Romagna; il sistema di rendicontazione da parte della Regione alla Unione Europea in riferimento alla procedura di infrazione 2008/2194 relativa ai superamenti dei limiti previsti per la concentrazione di particelle PM10. Figura 1: Il modello di rendicontazione Il modello di rendicontazione si sviluppa a partire dagli impegni strategici del Piano per la qualità dell aria e dai relativi ambiti di intervento previsti dal Piano stesso. Ad ogni ambito di intervento sono associate le relative politiche di risposta e ad esse le azioni previste dal Piano. Il modello di rendicontazione prevede un set di indicatori composto da: Indicatori di esito: misurano l efficacia delle azioni adottate per la tutela e il risanamento della qualità dell aria; Indicatori di realizzazione: sono i dati relativi alla realizzazione delle misure e azioni previste dal Piano Provinciale. 10

12 Figura 2: La struttura di rendicontazione Gli elementi essenziali del sistema di rendicontazione sono: Individuazione e definizione degli Ambiti di intervento Sono state individuate le macro-aree sulle quali il Piano, con i suoi obiettivi generali, si concentra per il risanamento e la tutela della qualità dell aria. Queste macro-aree sono definite Ambiti di intervento. Analisi e riclassificazione delle Politiche di risposta Sono stati analizzati i contenuti del Piano, a partire dai suoi obiettivi generali. Sono in seguito state riformulate le principali volontà pubbliche sottese ai diversi ambiti di intervento in modo tale da avere configurato un elenco di Politiche di risposta per il risanamento dell aria e per il contenimento delle emissioni. Valutazione dei risultati (indicatori di esito) E stato individuato un set di indicatori a partire dalle Politiche di Risposta esplicitate e rilevate dal Piano. Tali indicatori sono stati successivamente popolati in modo tale da fornire un primo quadro di riferimento sperimentale relativo agli esiti del Piano stesso. Monitoraggio delle attività svolte (indicatori di realizzazione) In questo caso la valutazione risponde ai criteri del monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività: si è trattato di capire a che livello di attuazione si trovano le singole e specifiche misure. La Figura seguente illustra i principali Ambiti di intervento rispetto alle criticità sull aria definite a livello regionale e provinciale e le corrispondenti politiche di risposta che sottendono le azioni previste nel Piano Provinciale di Risanamento e Tutela della Qualità dell Aria. 11

13 AMBITO DI INTERVENTO 1-MOBILITA' SOSTENIBILE 2-SISTEMA INSEDIATIVO 3-ATTIVITA PRODUTTIVE LOGISTICA COMMERCIALE E DELLE AZIENDE DI SERVIZI 4-INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE 5-INTERVENTI PER IL CONTENIMENTO DI FENOMENI DI INQUINAMENTO ACUTO 6-SPECIFICITA' LOCALI POLITICHE DI RISPOSTA Gestione della mobilità privata (pianificazione) Mobilità ciclo-pedonale Fluidificazione e regolazione della circolazione Interventi sulla qualità e quantità del parco veicolare Promozione e miglioramento del Trasporto Pubblico Locale Riduzione delle emissioni attraverso la trasformazione e sostituzione degli impianti Osservanza di norme di contenimento energetico Edilizia sostenibile (bioedilizia e fonti rinnovabili) Reti energetiche Miglioramento del rendimento energetico (pianificazione) Contenimento delle emissioni del sistema produttivo Contenimento delle emissioni del sistema agricolo e zootecnico Razionalizzazione e riduzione dell'impatto della logistica commerciale Contenimento delle emissioni dei mezzi commerciali Razionalizzazione e riduzione dell'impatto della logistica delle aziende di servizi Attività di informazione e comunicazione ai cittadini Educazione ambientale nelle scuole Iniziative di coinvolgimento diretto della cittadinanza Interventi di limitazione della circolazione Da compilare da parte di ogni Provincia Da compilare da parte di ogni Provincia Figura 3: Ambiti di intervento e politiche di risposta 1.4 Funzione dello strumento e collegamento con il sistema di monitoraggio del Piano Il Bilancio Ambientale è uno strumento con una duplice funzione: per la buona gestione interna dell Ente: fornisce agli amministratori adeguate basi conoscitive per una gestione e pianificazione coordinata delle tematiche ambientali e per individuare le priorità di intervento, per la comunicazione verso l esterno: attraverso il quale l Ente rendiconta le ricadute ambientali delle attività realizzate e l adempimento degli impegni presi. Per Bilancio Ambientale negli ultimi anni si è inteso uno strumento di rendicontazione delle politiche ambientali. Non più dunque un sistema di raccolta e riordino di informazioni sullo stato della qualità dell aria, ma un tentativo di ricostruire la catena del senso dell agire amministrativo. Si è trattato infatti di creare un collegamento tra i dati di stato dell ambiente e le politiche di risposta messe in atto dalla Provincia. Il Bilancio Ambientale si inserisce quindi all interno del sistema di governance della Provincia, come strumento a supporto degli amministratori per valutare ogni anno i risultati e convenire gli ambiti di miglioramento. In altri termini il Bilancio va utilizzato non solo come reportistica tecnica ma anche come strumento di policy making. Il presente Bilancio Ambientale va a sostituire la precedente modalità di valutazione del grado di attuazione del Piano di Gestione della Qualità dell'aria costituita dal Report di monitoraggio che era già stato predisposto annualmente con i dati del 2007, 2008 e 2009, secondo le indicazioni contenute nella Val.S.A.T. (Parte III del Piano). Il bilancio verrà inoltre utilizzato per fornire annualmente dati di sintesi in merito alle misure intraprese a favore del risanamento della qualità dell'aria alla Regione che saranno poi trasmessi al Ministero e all'u.e. 12

14 Capitolo 2. La qualità dell aria in Provincia di Forlì-Cesena 2.1 Introduzione alla dimensione provinciale Il Piano di Gestione della Qualità dell Aria, adottato con D.G.P. n. 7668/10 del 29/01/2007 ed approvato con D.G.P. n /175 del 24/09/2007, è lo strumento con il quale la Provincia di Forlì-Cesena, in base al dettato normativo del D.Lgs. n.351/99 e del D.Lgs n. 183/04, persegue i seguenti obiettivi: 1. conoscere e valutare lo stato della qualità dell aria ambiente sul territorio provinciale; 2. disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell aria ambiente e far sì che siano rese pubbliche; 3. mantenere la qualità dell aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi in relazione agli obiettivi stabiliti dalla normativa di settore al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l ambiente nel suo complesso. Gli inquinanti critici per cui si sono evidenziati superamenti o rischio di superamenti dei valori limite stabiliti dalle norme nei territori della Zona A e dell Agglomerato R11 della Provincia di Forlì-Cesena erano: PM 10, particolato fine valori limite di protezione della salute umana (in vigore dal 2005): media giornaliera da non superare più di 35 giorni per anno (valore max: 50 µg/m 3 ) media annuale (valore max dal 2005: 40 µg/m 3 ) NO 2, biossido di azoto valore limite di protezione della salute umana (in vigore dal 2010) media annuale (valore max : 50 µg/m 3 ) O 3, ozono valori bersaglio di protezione della salute umana e della vegetazione (in vigore dal 2010) valore bersaglio per la protezione della salute umana (120 µg/m 3 ); valore bersaglio per la protezione della vegetazione - AOT 40 ( (µg/m 3 ) h. Zonizzazione del territorio della Provincia di Forlì-Cesena (Delibera della Giunta Provinciale n /2004) 13

15 Comuni compresi Agglomerato R11 (arancione) Comuni compresi Zona A (giallo+arancione) Comuni compresi Zona B (verde) Provincia di Forlì- Cesena R11:Bertinoro (solo zona a valle della via Emilia), Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Gambettola, Longiano (solo zona a valle della via Emilia) Bertinoro, Cesena, Cesenatico, Forlì, Forlimpopoli, Gambettola, Gatteo, Longiano, Meldola, San Mauro Pascoli, Savignano sul Rubicone Bagno di Romagna, Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Galeata, Montiano, Mercato Saraceno, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Roncofreddo, Santa Sofia, Sarsina, Sogliano al Rubicone, Tredozio, Verghereto Il Piano di Risanamento ha quindi individuato per il territorio della Zona A della Provincia di Forlì-Cesena obiettivi di riduzione delle emissioni dei seguenti inquinanti in atmosfera: - PM 10 particolato fine primario e precursori della frazione di origine secondaria (in particolare NO X, NH 3 ); - NO X ossidi di azoto; - C.O.V. composti organici volatili (in quanto precursori insieme agli ossidi di azoto dell inquinante secondario ozono); ponendo attenzione a diminuire contestualmente la quantità di CO 2 (anidride carbonica) emessa dal territorio in armonia con gli impegni di Kyoto. In quanto inquinante esclusivamente secondario e poiché mostra una dinamica di formazione che coinvolge una scala spaziale ben più ampia di quella provinciale, l ozono O 3 non viene indicato come oggetto di riduzioni dirette delle emissioni. Si sottolinea comunque che è plausibile una sua diminuzione alla luce di una riduzione dei suoi precursori, NOx (ossidi di azoto) e C.O.V. (composti organici volatili) e per tanto la riduzione delle emissioni di C.O.V. emesse rappresenta una delle necessità da perseguire nell ambito del piano di risanamento. Sono state quindi individuate azioni, da attuare nei territori della Zona A e dell Agglomerato R11, per il conseguimento degli obiettivi di cui al punto precedente in grado di garantire il rispetto dei valori limite di qualità dell aria stabiliti dalle norme, operando una riduzione sui settori responsabili delle emissioni presenti sul territorio della Provincia di Forlì-Cesena. D altra parte viene definita una serie di misure che garantiscono il mantenimento della qualità dell aria nei territori della Zona B, dove non si registrano superamenti dei valori limite. Il piano definisce il Programma Generale delle azioni del Piano di Risanamento per la Zona A, del Piano di Azione per l Agglomerato R11 e del Piano di Mantenimento per la Zona B. Il Programma Generale trova maggior dettaglio operativo nei Programmi annuali e viene attuato tramite il coinvolgimento, mediante appositi strumenti quali accordi di programma e protocolli d intesa, di tutti gli attori pubblici e privati del territorio. I Programmi annuali sono approvati dalla Conferenza dei Sindaci entro il 10/09 di ogni anno. La Conferenza dei Sindaci è l organo a cui è demandato il coordinamento nell applicazione delle azioni, la verifica e la proposta di modifica del Piano nel rispetto dei principi e delle procedure fissate nel Piano medesimo. La Conferenza dei Sindaci è presieduta dal Presidente della Provincia o da suo delegato ed è 14

16 composta dai Sindaci dei Comuni di zona A. La Conferenza dei Sindaci è convocata annualmente entro il 30/06 di ogni anno per la stesura del Programma annuale e la verifica del Programma Generale delle azioni di risanamento. Potranno essere convocate riunioni allargate quando saranno discussi argomenti che riguardano tutti i Comuni (anche quelli della Zona B) o che coinvolgono Enti, soggetti privati ed Autorità diverse. Il monitoraggio del piano è lo strumento per la verifica dell efficacia delle azioni individuate nel Piano. Il monitoraggio del piano è svolto dal Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì- Cesena, avvalendosi del supporto specialistico di ARPA, attraverso la rete fissa di monitoraggio provinciale, le campagne di rilevamento mediante la strumentazione mobile, l analisi modellistica, la raccolta e l elaborazione degli indicatori relativi allo stato di avanzamento delle varie azioni raccolti dai Comuni e dalla Provincia medesima, e le analisi statistiche di carattere sanitario svolte d intesa con le AUSL di Forlì e di Cesena. Il Servizio Ambiente e Sicurezza del Territorio della Provincia di Forlì-Cesena, con l ausilio specialistico di ARPA e delle AUSL di Forlì e di Cesena e con il contributo degli altri Enti Locali del territorio, presenta annualmente, in occasione della verifica, una relazione alla Conferenza dei Sindaci che potrà proporre il mantenimento, la modifica, l eliminazione e la sostituzione delle misure applicate. 15

17 2.2 Inquadramento generale a livello provinciale - quadro conoscitivo di stato Quadro dei contributi settoriali alle emissioni L'inventario regionale delle emissioni in atmosfera, anno di riferimento 2007, è realizzato da ARPA Emilia- Romagna per conto della Regione, utilizzando il software INEMAR (Inventario Emissioni Aria), che consiste in un database realizzato per la costruzione dell'inventario delle emissioni in atmosfera, ovvero per stimare le emissioni dei diversi inquinanti, a livello comunale, per diversi tipi di attività (es. traffico, riscaldamento, industria e agricoltura) e per tipo di combustibile, secondo la classificazione internazionale adottata nell'ambito degli inventari EMEP-Corinair. Le emissioni totali stimate ammontano a circa t/anno di PM10 (polveri fini primarie), t/anno di NO X (ossidi di azoto), t/anno di C.O.V. (composti organici volatili non metanici), t/anno di NH 3 (ammoniaca), 300 t/anno di SO X (ossidi zolfo) e t/anno di CO (monossido di carbonio). Emissioni totali provinciali per macrosettore Corinair (t/anno) anno 2007 PM10 NOx C.O.V. NH 3 SOx CO CO2 eq (*) M1: Produzione Energia M2: Combustione non industriale M3: Combustione nell'industria M4: Processi produttivi M5: Estrazione/distribuzione comb M6: Uso solventi M7: Trasporto su strada M8: Altre sorgenti mobili M9: Tratt/smaltimento rifiuti M10: Agricoltura M11: Altre sorg emi/ assorb TOTALE (*) espressa in migliaia di t/anno Distribuzione % delle emissioni nei diversi macrosettori Provincia di Forlì-Cesena - Anno 2007 PM10 NOx C.O.V. NH3 SOx CO 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% M1: Produzione Energia M2: Combustione non industriale M3: Combustione nell'industria M4: Processi produttivi M5: Estrazione/distribuzione comb M6: Uso solventi M7: Trasporto su strada M8: Altre sorgenti mobili M9: Tratt/smaltimento rifiuti M10: Agricoltura M11: Altre sorg emi/ assorb 16

18 L'analisi del contributo dei diversi macrosettori evidenzia come quello dei trasporti abbia un peso preponderante rispetto agli altri settori solo per le emissioni di NO X, con una percentuale di circa il 80%. Nel caso del PM10, la distribuzione percentuale delle emissioni mostra come ci sia una parità di distribuzione tra il settore dei trasporti (35%) e del riscaldamento residenziale, commerciale e istituzionale (35%), quasi esclusivamente influenzato dalla combustione di legna, mentre le attività produttive, altre sorgenti mobili (quasi esclusivamente veicoli usati in agricoltura) e l'agricoltura (quasi esclusivamente allevamento) pesano circa il 10% ciascuna. Per quanto riguarda i composti organici volatili (C.O.V.), i macrosettori maggiormente responsabili risultano essere l'uso di solventi (35%) e il riscaldamento residenziale (35%). Le emissioni di NH 3 derivano quasi totalmente dal settore agricoltura ed in particolare il contributo sostanziale è relativo alle attività di allevamento. Il macrosettore del trattamento e smaltimento rifiuti (inceneritori e discariche) contribuisce solamente per lo 0.3 % alle emissioni di PM10 primario, 1.2% di NO X e 0.1% di C.O.V Andamento demografico I dati rilevano che al 01/01/2010 sono residenti in provincia di Forlì-Cesena persone, con un tasso di crescita medio in questi ultimi anni pari a circa 1% annuo. Popolazione residente nella Provincia di Forlì-Cesena registrata al 1 gennaio Totale popolazione provincia Zona A Zona B Mobilità: parco veicolare La percentuale di veicoli a basso impatto ambientale (metano e GPL) cresce ogni anno con un aumento notevole negli ultimi due anni, arrivando al 12%. La presenza di veicoli elettrici rimane invece stabile e caratterizzata da numeri bassissimi. Per quanto riguarda le auto si registra una crescita costante delle vetture diesel; anche l'alimentazione a metano e in particolare a GPL presenta un trend di crescita notevole negli ultimi anni grazie alle politiche di incentivazione del 2009 e 2010.La percentuale di EURO 0 è scesa al 9%. I veicoli commerciali sono quasi esclusivamente a gasolio anche se negli ultimi anni è divenuta apprezzabile la quota di commerciali leggeri alimentati a metano. Il parco dei veicoli commerciali è caratterizzato da un'elevata presenza di veicoli vecchi ed inquinanti (percentuale di EURO 0 pari a 17% per leggeri e ben 41% per i pesanti). 17

19 Autovetture per tipo di alimentazione - Provincia di Forlì-Cesena (Ind.prest.2 ValS.A.T.) n veicoli Gasolio Metano GPL Benzina Veicoli commerciali (leggeri e pesanti) per tipo di alimentazione - Provincia di Forlì-Cesena (Ind.prest.2 Val.S.A.T.) n. veicoli Metano GPL Gasolio Benzina Percentuale di veicoli a basso impatto ambientale (elettrico, metano, G.P.L) immatricolati nelle territorio provinciale (Ind.prest.10 Val.S.A.T.) Anno 2004 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 % veicoli a basso impatto ambientale 7,60 7,72 8,19 9,10 10,71 11,84 di cui % elettrico 0,01 0,02 0,03 0,03 0,03 0,03 di cui % gpl 4,48 4,16 4,23 4,70 5,81 6,78 di cui % metano 3,10 3,54 3,94 4,37 4,92 4,73 18

20 Veicoli elettrici immatricolati nel territorio provinciale (Ind.prest.10 Val.S.A.T.) n veicoli elettrici Anno 2004 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Classe ELETTRICI ELETTRICI ELETTRICI ELETTRICI ELETTRICI ELETTRICI Altri veicoli Autobus Autocarri trasporto merci Autoveicoli speciali / specifici Autovetture Motocarri e quadricicli trasporto merci Motocicli Motoveicoli e quadricicli speciali / specifici Rimorchi e semirimorchi speciali / specifici 0 0 Rimorchi e semirimorchi trasporto merci 0 0 Trattori stradali o motrici 0 0 Totale complessivo Fonte dei dati: Infostat@Aci.it Autovetture per tipo di emissioni EURO Provincia di Forlì-Cesena (Ind.prest.2 Val.S.A.T.) n. veicoli EURO 5 EURO 4 EURO 3 EURO 2 EURO 1 EURO BENZINA GPL METANO GASOLIO TOTALE Anno Anno Anno 2010 Anno 2004 Anno 2006 Anno 2008 Anno % autovetture Euro 0 34% 24% 15% 13% 11% 10% 9% % autovetture Euro 3, 4 e 5 14% 29% 43% 49% 59% 60% 65% 19

21 Veicoli Commerciali leggeri (<3,5 t) per tipo di emissione EURO Provincia di Forlì-Cesena (Ind.prest.2 Val.S.A.T.) n. veicoli EURO 5 EURO 4 EURO 3 EURO 2 EURO 1 EURO BENZINA GPL METANO GASOLIO Anno 2002 % veicoli commerciali leggeri Euro 0 49% 39% 21% 20% 19% 18% 17% % veicoli commerciali leggeri Euro 3, 4 e 5 13% 28% 39% 43% 46% 49% 53% Anno 2004 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Veicoli commerciali pesanti (> 3,5 t) per tipo di emissione EURO Provincia di Forlì-Cesena (Ind.prest.2 Val.S.A.T.) n. veicoli EURO 5 EURO 4 EURO 3 EURO 2 EURO 1 EURO BENZINA GASOLIO Anno 2002 Anno 2004 % veicoli commerciali pesanti Euro 0 70% 62% 58% 50% 47% 44% 41% % veicoli comm. pesanti Euro 3, 4 e 5 4% 12% 16% 21% 25% 28% 31% Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Fonte dei dati: per il parco veicolare al 2002, 2004, 2006, 2007, 2008, 2009 e Autoritratto Anno 2009 Anno

22 2.2.4 Mobilità: carburante erogato Carburante erogato per tipo in ambito provinciale (escluso rete autostrade) (Ind.prest.3 Val.S.A.T.) Litri/ Benzina Gasolio Gpl Metano (mc/1000) Tep Gpl Metano Benzina Gasolio Consumo pro-capite annuo di carburanti in ambito provinciale (escluso rete autostradale) 0,60 0,40 0,20 0, Tep/abitante 0,52 0,54 0,55 0,55 0,56 0,58 0,58 0,58 0,57 0,57 0,57 0,56 0,56 0,56 0,56 0,54 0,53 Descrizione: i dati riguardano l'insieme di impianti di distribuzione carburante situati sulla rete stradale, con esclusione di quelli situati sulla rete autostradale (Fonte dei dati: RER Monitoraggio sulla rete distributiva dei carburanti - dati al ) 21

23 Analizzando i quantitativi di carburanti venduti dalla rete di distribuzione stradale, si registra dal 2008 una riduzione dell'energia consumata per autotrazione. Il gasolio, responsabile di elevate emissioni di PM10, risulta il carburante più utilizzato ed ha segnato una battuta di arresto nel suo trend di crescita solamente in questi ultimi due anni. Il consumo di benzina sta regolarmente calando dall'anno Per quanto riguarda i carburanti a minor impatto ambientale, il metano sta crescendo con un tasso maggiore dal 2006 e il GPL, che dal 1997 al 2006 era in calo, torna a crescere in questi ultimi anni. Al 2009 metano e GPL soddisfano il 13% della richiesta energetica per autotrasporto a livello locale Sistema insediativo: consumi energetici Consumo pro capite di gas metano per civile domestico ( Forlì -capoluogo di provincia) (Ind.prest.24 Val.S.A.T.) metri cubi per abitante Fonte dei dati: Istat, Osservatorio ambientale sulle città Quantitativi di metano distribuiti ai settori civile domestico e terziario (milioni di metri cubi) Fonte dati: Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l'energia DGSAIE - su dati SNAM Rete Gas Consumo pro capite di energia elettrica per uso civile domestico (Provincia FC) (Ind.prest.25 Val.S.A.T.) 1,200 1,000 0,800 0,600 0,400 0,200 0, MWh/abitante 0,996 0,948 0,981 0,996 1,005 1,036 1,027 1,084 1,106 1,079 1,108 1,094 1,103 1,106 1,116 22

24 Consumi di energia elettrica per il settore civile domestico e terziario GWh 800,0 700,0 600,0 500,0 400,0 300,0 200,0 100, Terziario Domestico/Civile Fonte dati: Terna S.p.A. e Provincia diforlì-cesena statistica. I consumi di metano per riscaldamento variano in funzione delle condizioni climatiche annuali per cui non è possibile apprezzare eventuali variazioni dovute a politiche di efficientamento energetico del settore. I consumi elettrici per uso domestico pro-capite mostrano una costanza dal 2006 mentre per il settore terziario si registra una crescita costante Sistema insediativo: controlli degli impianti termici Per essere a norma le caldaie per riscaldamento devono essere in regola con i controlli degli impianti termici previsti dalla legge (la Delibera RER n. 156 del 4/03/08 stabilisce la periodicità della manutenzione ordinaria e analisi fumi). Il bollino Calore Pulito è un contrassegno adesivo che il manutentore appone sul rapporto tecnico di controllo della caldaia al momento della manutenzione in concomitanza dell'esame analisi fumi di combustione. Il bollino viene applicato ogni 2 anni. Le verifiche vengono invece svolte come controllo da AGESS per conto della Provincia e dei Comuni. Nei Comuni < abitanti sono presenti circa impianti, nel Forlì e nel Cesena , per un totale di circa impianti a livello provinciale. Numero di controlli effettuati sugli impianti termici ai sensi del D.P.R. 412/93 e della D.G.R. n. 387/2002 e s.m.i. (Ind.prest.28 Val.S.A.T.) Comuni < ab N bollini Calore pulito rilasciati N verifiche Forlì N bollini Calore pulito rilasciati ( Forlì) N verifiche Cesena N bollini Calore pulito rilasciati ( Cesena) N verifiche - iniziate nel

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