Le forme di mercato Il mercato del lavoro
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- Gregorio Zamboni
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1 Le forme di mercato Il mercato del lavoro Lezioni Le forme di mercato ed il loro rapporto con la macroeconomia 2. La scelta della concorrenza imperfetta 3. La rappresentazione del mercato del lavoro attraverso i dati statistici 4. La determinazione del salario e l offerta di lavoro 5. La determinazione dei prezzi e la domanda di lavoro 6. L equilibrio del mercato del lavoro 7. Statica comparata nel mercato del lavoro (c) Prof. AnnaMaria Variato
2 Benché i modelli macroeconomici non possano essere strettamente microfondati, non è possibile prescindere da quanto accade nei singoli mercati La struttura di mercato è un fattore determinante nella caratterizzazione degli aspetti microeconomici Per lungo tempo la struttura di mercato di riferimento è stata la concorrenza perfetta, ma la visione attualmente ritenuta più plausibile è quella che vede un prevalere della concorrenza imperfetta (o monopolistica) sulle altre possibili strutture teoriche di mercato. (c) Prof. AnnaMaria Variato
3 Concorrenza perfetta Price-taker Prodotto omogeneo Impresa rappresentativa No barriere all entrata No esternalità No costi di transazione Concorrenza imperfetta Concorrenza monopolistica Oligopolio Monopolio Una o più delle caratteristiche della concorrenza perfetta vengono violate Assenza di potere di mercato Potere di mercato La realtà macroeconomica è caratterizzata dalla coesistenza delle varie forme di mercato La teoria macroeconomica, per giungere alla formulazione di modelli trattabili, in particolare di modelli nei quali l aggregazione sia possibile, deve operare una semplificazione In altri termini, la semplificazione in merito alle strutture di mercato è il prezzo da pagare per mantenere esplicito il legame fra micro e macro (c) Prof. AnnaMaria Variato
4 2. Perché preferire la concorrenza imperfetta: 1. Il legame fra costi e prezzi viene reso esplicito (quindi sono le imprese ad aggiustare i prezzi) 2. È possibile studiare l impatto su occupazione e produzione determinato da variazioni della domanda aggregata, evidenziando gli aspetti problematici connessi alla presenza di comportamenti atomistici ed alla necessità di coordinazione di tali comportamenti 3. Diviene evidente che esiste un divario fra costi-benefici individuali e costi-benefici collettivi, quindi si evidenzia che il rapporto fra micro e macroeconomia implica esternalità (dunque si giustifica la complementarietà fra le due discipline) 4. L adozione di questa ipotesi consente di studiare modelli con implicazioni alternative a quelle neoclassiche e dunque costituisce uno degli elementi per costruire un paradigma non neoclassico (c) Prof. AnnaMaria Variato
5 3. Statistica e mondo del lavoro Spesso troviamo sulla stampa queste notizie. Ci siamo mai chiesti come vengono prodotti questi numeri, perché si arriva a certe conclusioni? 3. Statistica e mondo del lavoro Il Sistema statistico nazionale (Sistan) segue idealmente il percorso lavorativo di un individuo: Entrata nel mondo del lavoro Caratteristiche del lavoro Eventi del lavoro Uscita dal mondo del lavoro (c) Prof. AnnaMaria Variato
6 Le statistiche sul mondo del lavoro Forze di lavoro (occupati, disoccupati, etc.); ammortizzatori sociali (CIG, etc.); avviamenti e cessazioni; retribuzioni contrattuali/di fatto; occupazione nelle grandi imprese; inserimento professionale dei laureati; posti vacanti nelle imprese; ore lavorate; fabbisogni professionali e formativi delle imprese; lavoro irregolare; conflitti di lavoro; infortuni e malattie professionali; etc. L indagine sulle forze di lavoro La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro è la principale fonte statistica sul mondo del lavoro. Dal 1959 fornisce le stime ufficiali a livello aggregato degli occupati e delle persone in cerca di lavoro. Le definizioni dei principali aggregati corrispondono a quelle adottate in sede Eurostat (l ufficio statistico dell Unione europea). (c) Prof. AnnaMaria Variato
7 L indagine sulle forze di lavoro L Unione europea ha fissato delle regole stringenti per l esecuzione dell indagine sulle forze di lavoro A seguito dell emanazione dei regolamenti comunitari, nel 2004 l indagine sulle forze di lavoro ha subito una profonda riorganizzazione della rilevazione, ad esempio: 1) passaggio da 4 rilevazioni trimestrali ad una indagine continua; 2) disegno di campionamento; 3) operazioni sul campo; 4) operazioni di acquisizione, elaborazione e rilascio dei dati. Altre informazioni sul mondo del lavoro Cosa misuriamo? L indagine sulle forze di lavoro ci dice quanti residenti in Italia lavorano e dove. Posso sapere quanti posti di lavoro ci sono in Italia? (c) Prof. AnnaMaria Variato
8 Altre informazioni sul mondo del lavoro Le indagini sulle imprese L archivio statistico sulle imprese attive (ASIA) raccoglie informazioni dalle imprese. Nasce dal linkage di archivi amministrativi (CCIAA, INPS, ecc.) Viene aggiornato annualmente con informazioni su addetti, unità locali e attività economica, su un campione di imprese. Altre informazioni sul mondo del lavoro L Istat non è l unico produttore di informazione statistica (c) Prof. AnnaMaria Variato
9 Altre informazioni sul mondo del lavoro L Istat non è l unico produttore di informazione statistica Altre informazioni sul mondo del lavoro Il sito dell Eurostat consente delle comparazioni internazionali (c) Prof. AnnaMaria Variato
10 Un linguaggio comune Le definizioni Nel corso degli anni si è sviluppato a livello nazionale e internazionale l'uso di glossari e classificazioni comuni, al fine di agevolare la comparabilità delle informazioni statistiche prodotte da organismi diversi e in diverse aree tematiche. Un linguaggio comune Le definizioni (c) Prof. AnnaMaria Variato
11 Un linguaggio comune Chi è occupato? La persona di 15 anni e più che dichiara: - di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa (occupato dichiarato); - di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa). Chi è in cerca di occupazione? La persona di 15 anni e più che dichiara: - una condizione professionale diversa da quella di occupato; - di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; - di essere alla ricerca di un lavoro; - di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento; - di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto. Un linguaggio comune Chi è occupato? (c) Prof. AnnaMaria Variato
12 Un linguaggio comune Chi è in cerca di occupazione? Un linguaggio comune Non forze di lavoro Le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinga, studente, ritirato dal lavoro) e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di averlo cercato ma non con le modalità già definite per le persone in cerca di occupazione. Le non forze di lavoro comprendono, inoltre, gli inabili e i militari di leva o in servizio civile sostitutivo e la popolazione in età fino a 15 anni. (c) Prof. AnnaMaria Variato
13 Un linguaggio comune Nel questionario sulle forze di lavoro si utilizzano: 1) Classificazione delle professioni 2) Classificazione delle attività economiche (ATECO) 3) Classificazione del titolo di studio 4) Codici dei comuni, delle province e delle regioni 5) Classificazione degli stati esteri 6) Nomenclature of Territorial Units for Statistics - NUTS Un linguaggio comune Classificazione delle professioni A partire dal 2011 l'istat ha adottato la nuova classificazione delle professioni CP2011, frutto di un lavoro di aggiornamento della precedente versione (CP2001) e di adattamento alle novità introdotte dalla International Standard Classification of Occupations - Isco08. Classificazione delle attività economiche A partire dal 1 gennaio 2008 l'istat ha adottato la nuova classificazione Ateco 2007, che costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, Nace Rev.2, pubblicata sull'official Journal il 20 dicembre 2006 (Reg. (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006). La migrazione delle statistiche economiche alla nuova classificazione avviene secondo un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi dell'ue. (c) Prof. AnnaMaria Variato
14 Un linguaggio comune Gli indicatori Al fine di effettuare comparazioni tra fenomeni nel tempo, nello spazio o in situazioni diverse, si utilizzano degli indicatori o rapporti statistici. Popolazione civile Forze di Lavoro Popolazione di riferimento > 15 anni Tasso di attività Residenti senza appartenenti esercito Occupati + In cerca di occupazione Attivi + Inattivi Attivi/Popolazione di riferimento Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di inattività Occupati/Popolazione di riferimento In cerca di occupazione/forze di lavoro Inattivi/Popolazione di riferimento Popolazione civile residente (2008: 59, : 59,685) Popolazione di riferimento (>15 anni) (2008: 39, : 39,547) (37% - 36,5%) Forze di lavoro (2008: 25, : 25,663) Inattivi: (2008: 14, : 14,435 ) Non appartenenti alle forze lavoro: studenti, casalinghe, lavoratori scoraggiati (2008: 34, : 34,022 ) Occupati (2008: 23, : 22,408) In cerca occupazione (2008: 1,692 (6,7%) 2013: 3,113) (12,2%) (58,7%) (55,6%) Dati riferiti all Italia: anni 2008 e 2013, dati in milioni di individui fonte ISTAT (c) Prof. AnnaMaria Variato
15 Misurazione della disoccupazione Per giungere al calcolo della disoccupazione si deve procedere a misure statistiche che possono portare a una stima distorta del tasso effettivo di disoccupazione: I lavoratori part-time rientrano tra gli occupati (-) Individui che in realtà non vorrebbero lavorare (o hanno occupazione irregolare) si dichiarano disoccupati solo per percepire sussidi di disoccupazione (+) Effetto lavoratori scoraggiati (-) Effetto lavoratori incoraggiati (+) I flussi rilevanti nella dinamica del mercato del lavoro sono: 1) Flussi in entrata e uscita dall occupazione 2) Flussi in entrata e uscita dalla disoccupazione in relazione al numero totale dei disoccupati Occupazione 3) Flussi in entrata e uscita dalla forza lavoro Disoccupazione Fuori dalla forza lavoro (c) Prof. AnnaMaria Variato
16 Legame tra occupazione e disoccupazione Se l occupazione aumenta, diminuisce la disoccupazione? La risposta al quesito sembrerebbe a prima vista necessariamente affermativa, tuttavia occorre riflettere sul fatto che: la dinamica del tasso di disoccupazione è determinato da capacità di creazione di nuovi posti di lavoro dinamica della forza lavoro Se la forza lavoro cresce ad una velocità superiore a quella della creazione di nuovi posti di lavoro, il tasso di disoccupazione aumenta Dipende da fattori strutturali e dal livello della domanda aggregata Dipende da fattori demografici e sociali (natalità, immigrazione, tasso di partecipazione) Il concetto di piena occupazione La piena occupazione non implica un tasso di disoccupazione nullo La piena occupazione si associa infatti alla presenza di forme di disoccupazione di fatto ineliminabili dal sistema economico (anche se mutevoli nel tempo): Disoccupazione strutturale Disoccupazione frizionale Fattori istituzionali: possono ulteriormente influenzare l entità del tasso di disoccupazione Es. : Obsolescenza delle abilità del lavoratore per effetto del progresso tecnologico Es.: momentanea difficoltà a trovare un nuovo posto di lavoro (tempi per colloqui) (c) Prof. AnnaMaria Variato
17 Le informazioni sui livelli tuttavia non sono sufficienti a caratterizzare efficacemente l andamento del mercato. A questo scopo occorrono informazioni sui dati di flusso e sulle eventuali eterogeneità fra diverse tipologie di lavoratori (Vedi dati statistici) Il salario di riserva Il salario di riserva è il livello di salario che rende i lavoratori indifferenti tra lavorare e non lavorare. Generalmente, i lavoratori ricevono un salario superiore al proprio salario di riserva. (c) Prof. AnnaMaria Variato
18 4. La determinazione dei salari (offerta di lavoro) Meccanismi di fissazione del salario: contrattazione collettiva contrattazione bilaterale Livello del salario contrattato: superiore al salario di riserva funzione delle condizioni del mercato del lavoro Spiegazione di forza contrattuale dei lavoratori Il salario è inversamente correlato al tasso di disoccupazione Spiegazione da efficiency wages Il salario dipende dai tempi di apprendimento e dal costo associato alla eventuale negligenza sul lavoro Contrattazione Il potere contrattuale di un lavoratore dipende da due fattori: quanto costoso sarebbe sostituire il lavoratore nel caso di interruzione del rapporto lavorativo quanto difficile sarebbe per il lavoratore trovare un altro lavoro (c) Prof. AnnaMaria Variato
19 Due implicazioni: Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalla natura del lavoro e dalle competenze richieste. Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalle condizioni del mercato. Altre variabili che influenzano i salari Salario nominale aggregato Livello atteso dei prezzi Perché i lavoratori sono interessati al salario reale, ma al momento della contrattazione il livello dei prezzi non è ancora noto Tasso di disoccupazione Elevata disoccupazione erode il potere contrattuale dei lavoratori Vedi indennità di disoccupazione e cambiamenti strutturali (demografia ) (c) Prof. AnnaMaria Variato
20 5. La determinazione dei prezzi (domanda di lavoro) I prezzi dipendono dai costi che a loro volta dipendono dalla funzione di produzione, ovvero dalla relazione che lega gli input impiegati al livello dell output In questo contesto utilizzeremo una funzione di produzione semplificata (valida soprattutto per considerazioni di breve periodo) Y = AN con A=1 da cui: Y=N Il costo marginale del lavoro è funzione del salario nominale Per la massimizzazione del profitto: Quando i mercati sono perfettamente concorrenziali: Y N W P 1 ossia: P = W Quando i mercati sono imperfettamente concorrenziali vale la regola del mark-up: P = (1 + )W 1 W P 1 (c) Prof. AnnaMaria Variato
21 Il tasso naturale di disoccupazione Equazione dei salari (WS) Ipotesi: P e =P Equazione dei salari W=PF(u,z) L equazione dei salari evidenzia una relazione negativa tra il livello del salario reale e il tasso di disoccupazione. La determinazione dell equilibrio sul mercato del lavoro si ottiene ponendo a sistema l equazione dei salari e l equazione dei prezzi: W P 1 (1 ) W F( u, z) P N.B. Per l equilibrio il salario reale derivante dalla determinazione dei salari deve essere uguale a quello derivante dalla determinazione dei prezzi (c) Prof. AnnaMaria Variato
22 W/P Rappresentazione grafica dell equilibrio del mercato del lavoro (sistema di riferimento: tasso di disoccupazione salario reale) 1 (1 ) PS Equazione prezzi WS Equazione salari u n u Effetto di un aumento del sussidio di disoccupazione W/P A parità di altre condizioni i lavoratori hanno un salario di riserva più elevato e quindi contrattano per un salario più elevato 1 (1 ) PS WS WS u n u n u (c) Prof. AnnaMaria Variato
23 Effetti di una riduzione del mark-up W/P La diminuzione del potere contrattuale delle imprese riduce la disoccupazione 1 (1 ') 1 (1 ) PS PS u n u n WS u Una volta che sia determinato il tasso di disoccupazione naturale è possibile determinare il livello di produzione ad esso compatibile (o reddito naturale): u n U n L N 1 L L N L da cui: N = L(1 - u n ) (c) Prof. AnnaMaria Variato
24 Data la funzione di produzione utilizzata: Y = N Y n = L(1 - u n ) Quindi: Y n 1 F 1, z L 1 u n 1 Yn L Il livello di produzione implicito dalla condizione di equilibrio naturale dipende da condizioni di contrattazione dei salari e dei prezzi Che fine hanno fatto tutte le determinanti del reddito studiate fino ad ora? Quale ruolo gioca a questo punto la domanda aggregata? L equilibrio del mercato del lavoro proposto ora è simile a quello che si otterrebbe confrontando curve di domanda e di offerta di lavoro nozionali (riferite a schema salario/domanda e offerta)? Nella misura in cui l equazione dei salari venga espressa in funzione del livello di occupazione piuttosto che del tasso di disoccupazione essa sarebbe molto simile alla curva di offerta di lavoro nozionale; analogamente l equazione dei prezzi corrisponderebbe ad una equazione di domanda di lavoro nell ipotesi di rendimenti costanti del lavoro invece che decrescenti come d uso L equazione del salario (offerta di lavoro) non deriva da considerazioni meramente microeconomiche, bensì dal processo di contrattazione; allo stesso modo la domanda di lavoro standard non tiene conto del grado di concorrenza prevalente nel mercato che invece influenza l equazione dei prezzi (c) Prof. AnnaMaria Variato
25 Alcune importanti lezioni derivanti da Keynes 1. A proposito del rapporto fra micro e macroeconomia Le conclusioni classiche sono intese [ ] come applicabili all intero mercato del lavoro e non significano semplicemente che un singolo individuo possa trovare un occupazione accettando un taglio dei salari che il suo collega rifiuta. [ ] Secondo gli studiosi della scuola Classica la contrattazione fra imprenditori e lavoratori determina il salario reale; [ ] in altri termini essi sono convinti che i prezzi dipendano dalla quantità di moneta Teoria Generale p Sulla determinazione del salario reale Se il livello generale dei prezzi è determinato dal funzionamento del sistema e non solo dall operare della teoria quantitativa della moneta Anche il salario reale (dato dal rapporto fra salario nominale e livello generale dei prezzi) è una variabile che viene influenzata dalle condizioni del sistema e non solo da ciò che avviene nel mercato del lavoro. (c) Prof. AnnaMaria Variato
26 3. Sull oggetto della contrattazione dei lavoratori I lavoratori stipulano (entro limiti) salari monetari e non salari reali. Entro limiti significa che la validità dell assunto di salari monetari dati è analiticamente e storicamente determinato. Il fatto che i salari siano dati non significa che siano rigidi 4. Sulla flessibilità del salario Nell esperienza reale l unità di salario non cambia in modo continuo in termini di moneta in risposta ad ogni piccolo cambiamento della domanda, ma in modo discontinuo. Questi punti di discontinuità sono determinati dalla psicologia dei lavoratori e dalle politiche degli imprenditori e dei sindacati (c) Prof. AnnaMaria Variato
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