GDL PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO DI SISTEMAZIONE DEI BACINI INTERESSATI DAGLI EVENTI LLUVIONALI DEL 2006 AREA ANCONA NORD

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2 1 PREMESSA La presente relazione, con riferimento agli interventi in oggetto, descrive gli aspetti relativi alla gestione delle materie, sia derivanti dagli scavi previsti che dai materiali necessari per la rea lizzazione delle opere in terra (argini di ritenuta delle vasche di espansione). In particolare vengono analizzati il bilancio delle terre e la loro gestione con particolare riferimento a quanto previsto dall'art. 186 del D.Lgs 152/ BILANCIO DELLE TERRE In sintesi il progetto prevede, nell'ambito dei bacini del Fosso San Sebastiano e del Fosso Cannetacci affluenti di destra del fiume Esino due distinte aree di intervento: 1. area 1 - Fosso San Sebastiano; 2. area 2 Fosso Cannetacci; In ciascuna area viene prevista la realizzazione di un invaso costituito da una casse di espansione: Si prevede, dunque, la realizzazione di arginature di contenimento e di organi di regolazione idraulica delle casse ( bocca tarata in corrispondenza dell'alveo del fosso, realizzata con scatolare di cemento armato che attraversa l'arginatura e sfioratore superficiale). Le arginature sono previste in terra compattata con un nucleo centrale costituito da terreni ricadenti nelle classi A4, A6, A7-6 (CNR-UNI 10006), uno strato impermeabile di argilla sul paramento di monte collegato ad un diaframma verticale della profondità di 2m realizzato con miscele bentonitiche e la ricopertura con uno strato di terreno vegetale (Fig. l ). Figura 1 Sezione tipo PROGETTO DEFINITVO 1 di 6

3 Per la realizzazione degli argini si prevedono i fabbisogni riportati analiticamente nella tabella seguente (Tab. I). Terreno per nucleo 1M, A6, A7-6 CNR UNI FABBISOGNI PER IN TERR A (mc) TAB. 1 Terreno vegetale per rivestimento impermeabilizzazione Fosso S. Sebastiano cassa S Fosso S. Cannetacci cassa C , ,27 867,05 TOTALI GE N , , ,19 Dal punto di vista litostratigrafico le aree oggetto degli interventi sono poste nell'ambito di zone pressoché subpianeggianti, di pianura alluvionale, passanti lateralmente ai depositi di versante; lo spessore dei depositi alluvionali è compreso tra 8m e 25m. Gli scavi previsti per la realizzazione dei cassonetti degli argini e per l'ammorsamento delle opere di regolazione idraulica delle casse interesseranno, pertanto, esclusivamente il terreno vegetale ed agrario superficiale ed i depositi alluvionali fino ad una profondità di circa 5m dal piano di campagna. Marginalmente potranno essere interessati anche i depositi detritici di versante in corrispondenza delle chiusure laterali degli argini. I depositi alluvionali, come evidenziato dalla campagna geognostica allo scopo realizzata, sono costituiti in superficie da terreni prevalentemente fini e/o finissimi (limi argillo si, limi sabbiosi e sabbie limose) con rari livelli ghiaiosi. La caratterizzazione geotecnica eseguita su campioni prelevati nel corso dei sondaggi ha permesso di evidenziare che i terreni dei depositi alluvionali, a profondità comprese tra 2m e 15m, ricadono prevalentemente nella classe A6 e secondariamente nelle classi A4 e A7-6, secondo la classificazione HRB-AASHTO e UNI-CNR Tale classificazione è compatibile con il loro impiego per la formazione del nucleo. In sede esecutiva occorrerà, comunque, verificare che i terreni ricadenti nelle classi suddette abbiano un contenuto minimo di sabbia pari al 15% e un indice di plasticità inferiore a 25. Per la posa in opera degli argini e delle traverse sono previsti scavi a profondità comprese tra 0,50m e 2,00m circa per un volume complessivo di circa ,61 mc, come analiticamente illustrato nella tabella 2. Le valutazioni effettuate in relazione alle caratteristiche litotecniche dei terreni hanno permesso di stimare come riutilizzabile il 95% circa dei materiali di risulta degli scavi. Questi ultimi potranno coprire integralmente il fabbisogno del terreno vegetale necessario per la ricopertura degli argini (9.840,47 mc) Tab. 2. PROGETTO DEFINITVO 2 di 6

4 Il materiali provenienti dagli scavi è stato considerato, in via presuntiva, non riutilizzabile (circa 9.736,34 mc) nel caso durante gli scavi siano rinvenuti materiali di natura antropica o potenzialmente inquinati tali materiali, se rinvenuti, verranno conferiti a discarica autorizzata (Tab. 2). Allo stato attuale delle conoscenze, le indagini geognostiche ed i sopralluoghi realizzati non hanno evidenziato quantità significative di materiali antropici, fatta eccezione per sporadici frammenti di laterizi rinvenuti in rari casi nell'ambito della porzione più superficiale di terreno. risulta da scavi di sbancamento MATERIALI DISPONIBILI IN SITO (mc) risulta da scavi risulta da scavi riutilizzabile riutilizzabile per per rivestimento nucleo risulta da scavi eventualmente non idoneo da conferire in discarica Fosso S. Sebastiano cassa S , , ,47 Fosso S. Cannetacci cassa C , , ,87 TOTALE , , ,34 Il bilancio delle terre evidenzia, quindi, attraverso il recupero dei materiali di risulta degli scavi, una necessità di approvvigionamento di circa ,98 mc, di cui circa ,79 mc per il nucleo dell' (limi argilloso-sabbiosi) e circa 3.369,19 mc di argille per l'impermeabilizzazione dello stesso (Tab. 3). Per il soddisfacimento di tale fabbisogno è stata presa in considerazione esclusivamente la possibilità di approvvigionamento da cave di argille e sabbie esterne già autorizzate. MATERIALE DA REPERIRE IN CAVE ESTERNE (mc) Terreno per nucleo 1M, A6, A7-6 CNR UNI Terreno vegetale per rivestimento impermeabilizzazione Fosso S. Sebastiano cassa S Fosso S. Cannetacci cassa C , ,05 TOTALI GE N , ,19 A tale proposito è stata effettuata una ricerca nell'ambito delle cave di "Argille e aggregati argillosi e sabbiosi" autorizzate nelle vicinanze dell'area oggetto di intervento (fonte P.R.A.E.) e con adeguate capacità volumetriche potenziali; le cave individuate sono le seguenti: PROGETTO DEFINITVO 3 di 6

5 1. cava in località Monte Refe - Polverigi (AN); L'ubicazione di questa cava è riportata nello stralcio di fig. 2 casse cava CASSA S2 FABBISOGN I PER IN TERRA (mc) Terreno per Terreno nucleo vegetale imper per meabilizza (A4, rivestimento zione A6, A7-6 CNR-UNI 10006) risulta da scavi di sbanca - mento SINTE SI BILANCIO MATERIE MATERIALI DISPONIBILI IN SITO (mc) Materiale di risulta risulta da da scavi scavi riutilizzabi riutilizzabile per le per rivestimento nucleo risulta da scavii eventualmente non idoneo da conferire in discarica MATERIALI DA REPERIRE DA CAVE ESTERNE (mc) Terreno per nucleo (M, A6, A7-6 CNR- UNI 10006) impermeabilizzazione , , , CASSA C , ,27 867, , , , ,81 867,05 TOTALE , , , , , , , ,19 PARZIALE 9 TOTALE , , ,98 GEN. PROGETTO DEFINITVO 4 di 6

6 3 GESTIONE TERRE DA SCAVO - NORMATIVA DI RIFERIMENTO La gestione delle terre da scavo fa riferimento alle vigenti normative che sono di seguito riportate: - D. Lgs. n.152 del 03/04/2006; - D. Lgs. n. 205 del 03/12/2010; - Legge n.13 del 27/02/2009, - L.R. n. 24/2009; - D.G. R. Marche n.886 del 20/06/ " Linee guida e indicazioni per l'utilizzo di terre derivanti da operazioni di scavo ai sensi dell'art. 186 del D. Lgs. 03/04/2006 n. 152". Il progetto, come sopra già esposto, prevede il riutilizzo di almeno il 45% dei materiali di risulta degli scavi, valutati complessivamente in circa 9840,47 mc. Questi, saranno riutilizzati per il ricopri mento degli argini con terreno vegetale. Per la realizzazione degli argini sarà, quindi, necessario reperire da cave esterne materiali idonei, che ammontano complessivamente a circa ,98 mc. Sulla base di quanto sopra esposto risulta pertanto evidente che le terre provenienti dagli scavi saranno interamente riutilizzate nei medesimi siti di produzione, fatta eccezione eventualmente per modesti quantitativi, ove localmente si riscontrino anomalie che non le rendano utilizzabili (presenza percentualmente rilevante di sostanze di provenienza antropica e/o potenzialmente inquinanti). Pertanto, sulla base della normativa vigente (artt. 185 e 186 del D.Lgs. 03/04/06 n.152 e succ. integrazioni), in questo caso non è necessario redigere elaborati progettuali specifici sulle terre da scavo così come riportato nelle linee guida della Regione Marche (paragrafo 6, D.G.R. n.884/2011). Non sarà dunque necessario procedere alla caratterizzazione urbanistica dei siti, all'analisi storica dettagliata delle attività umane svolte negli stessi, né caratterizzare le terre dal punto di vista merceologico e chimico-fisico per verificare la loro compatibilità, anche sulla base dei parametri riportati nelle tabelle allegate al D.Lgs. n.152 del 03/04/06 (tab.l Titolo V parte quarta; art. 186 comma 1 lettera c). Nelle linee guida regionali è infatti testualmente riportato, al punto 8, comma 3 ("semplificazioni procedurali") quanto segue: "... nel caso di scavi connessi con l'esecuzione di opere ed interventi in cui sia certo che il suolo non contaminato e l'altro materiale escavato nel corso di attività di costruzione sarà riutilizzato al/o stato naturale al solo fine del riempimento nel corso della costruzione del/a medesima opera o intervento e nello stesso sito in cui è stato scavato, l'indagine ambientale e l'elaborato progettuale (mod. A) previsti dal punto 6, nonché la documentazione di cui al punto 7 non sono necessari. In tal caso il soggetto richiedente avente titolo, deve presentare all'autorità competente al rilascio delle eventuali autorizzazioni di carattere ambientale o dei titoli abilitativi a carattere urbanistico edilizio, una dichiarazione a cura del Progettista, o comunque di tecnico competente incaricato (mod. E), con la quale si attesti che: gli scavi non interessano aree comprese nell'anagrafe dei siti da bonificare o nell'elenco dei siti potenzialmente inquinati o sottoposti a procedure di bonifica e comunque non sono state interessate da attività o eventi di potenziale contaminazione ambientale; PROGETTO DEFINITVO 5 di 6

7 il Progettista delle predette opere o interventi, sulla base degli studi geologici e stratigrafici, dell'analisi storica delle attività umane svolte nel sito, della verifica delle fonti di pressione ambientale, non rilevi autonomamente l'esigenza di attivare specifica indagine ambientale". Inoltre al punto 8, comma 2, si riporta: "... nel caso di scavi, movimentazioni e prelievi di terre". connessi con l'esecuzione delle opere e degli interventi di sistemazione idraulica e forestale realizzati da soggetto attuatore pubblico, l'indagine ambientale e l'elaborato progettuale (mod. A) previsti dal punto 6.1, nonché fa documentazione di cui al punto 7, non sono necessari, purché siano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: gli scavi non interessino aree comprese nell'anagrafe dei siti da bonificare o nell'elenco dei siti potenzialmente inquinati o sottoposti a procedure di bonifica e comunque non sono state interessate da attività o eventi di potenziale contaminazione ambientale; - l'autorità competente all'esecuzione delle predette opere o interventi non rilevi autonomamente l'esigenza di attivare specifica indagine ambientale". Anche in questo caso deve essere allegata al p'rogetto la dichiarazione con la quale si attesta che le terre da scavo provengono da aree che non sono state interessate da attività o eventi di potenziale contaminazione ambientale (Mod. E). Pertanto, sulla base di quanto sopra riportato, per il riutilizzo delle terre da scavo in sito non dovranno essere a nostro avviso attivate particolari procedure sulla base delle seguenti motivazioni: essendo stata localmente accertata attraverso i sondaggi geognostici la natura litologica e fisica dei terreni da escavare ed avendo escluso la possibile presenza di sostanze chimiche pericolose o di materiali inerti in quantità significative (sono presenti solo sporadici frammenti di laterizi in alcune porzioni di materiale di terreno superficiale derivante dal rimaneggiamento di materiali di scarto operati durante le pratiche agricole), non si ritiene necessaria l'esecuzione di specifiche analisi chimiche su campioni; - i siti dove saranno realizzati gli interventi sono classificabili per la loro totalità come aree agricole non interessate storicamente, né da insediamenti civili, né industriali; - le aree di pertinenza progettuale non sono classificate dal "Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate" della Regione Marche (allo l) tra le aree segna late e nessuno dei siti inquinati o potenzialmente inquinati ricade all'interno delle aree in questione o in prossimità delle stesse; - gli interventi previsti permettono sulla base di quanto sopra di adottare la procedura semplificata per le terre da scavo riportata nelle linee guida regionali, essendo interventi di sistemazione idraulica realizzati da soggetto attuatore pubblico (punto 8 comma 2) ed essendo previsto il completo riutilizzo in sito delle terre da scavo (punto 8 comma 3), Si precisa, infine, nel caso fossero localmente rinvenuti in corso d'opera materiali di natura antropica e/o potenzialmente inquinanti in quantità significative, essi dovranno essere trattati alla stregua di rifiuti e dunque separati e trasportati in una discarica autorizzata per il loro smalti mento; considerando tali evenienze si è ipotizzato cautelativamente, nei calcoli del bilancio materie, il non riutilizzo di una porzione del materiale proveniente dagli scavi, per una quantità complessiva pari a circa 9.200,00 mc. PROGETTO DEFINITVO 6 di 6

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