PROTESI D ANCA NEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI LUGO

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1 GUIDA ALL INTERVENTO DI PROTESI D ANCA NEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI LUGO LA MALATTIA DELL ANCA QUANDO OPERARE? DIVERSI TIPI DI PROTESI PREPARAZIONE AL RICOVERO TEMPI DI RECUPERO STILE DI VITA DA ADOTTARE

2 GUIDA ALL INTERVENTO DI ARTROPROTESI D ANCA NEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI LUGO L intenzione è quella di fornire uno strumento a rapida consultazione contenente risposte semplici e contestualizzate alla maggior parte delle domande poste abitualmente dal paziente. LA NOSTRA EQUIPE Dirigenti Medici: CONTENUTI E PROPOSITI DELLA GUIDA Gabriele Zanotti (Direttore) Massimo Capucci Riccardo Casto Italo Dragoni Jaromir Elias Piero Golfera Carlo Lucaccini Roberto Marabini Massimo Paganelli Alessandro L. Soldati Maurizio Zucchi Coordinatori Infermieristici: Aurora Garavini (Degenza Ordinaria) Leonarda Giangrandi (Sala Operatoria) Angela Minguzzi (Degenza Breve) Antonia Venieri (Preospedalizzazione) Questo documento contiene informazioni generali sull intervento di sostituzione totale dell anca: artroprotesi d anca. Include indicazioni sulle aspettative di risultato e sul comportamento da tenere prima, durante il periodo di ricovero e dopo l intervento. Comprende notizie sull organizzazione della nostra struttura sanitaria ospedaliera allo scopo di favorire un adeguata preparazione utile per affrontare al meglio tutto il percorso di cura, conoscerne le tappe fondamentali e facilitare il conseguimento di un soddisfacente recupero funzionale. L Unità Operativa di Ortopedia del Presidio Ospedaliero Umberto I di Lugo di Romagna è situata al 1 piano del Padiglione A. La nostra struttura presenta da molti anni una specifica vocazione distintiva nell ambito della Chirurgia Protesica. Ogni anno vengono eseguiti mediamente oltre 400 interventi di sostituzione protesica articolare, nelle diverse sedi anatomiche (anca, ginocchio, spalla, caviglia). Dall inizio del 2012 è stato avviato un nuovo modello organizzativo, funzionale a questo elevato volume attività: i pazienti sottoposti a tale tipologia di intervento vengono accolti in un modulo specifico di degenza (settore protesico), dotato di 10 posti letto. L intenzione è di migliorare fattori riguardanti la comunicazione, l assistenza ed il senso di qualità percepita favorendo il confronto quotidiano e l interscambio delle esperienze di cura tra persone affette dalle stesse patologie, che affrontano quindi un percorso comune ed omogeneo, dalla fase di preparazione all intervento alla dimissione.

3 La malattia dell anca L articolazione dell anca è costituita da una sfera (rappresentata dalla testa del femore) libera di muoversi in una coppa situata nel bacino (acetabolo). La cartilagine che ricopre entrambe le superfici e la presenza del liquido sinoviale facilitano lo scorrimento tra le superfici e consentono alla testa del femore di muoversi ampiamente sui vari piani entro la cavità acetabolare, determinando quindi il movimento di tutto l arto inferiore. Un anca ammalata è abitualmente caratterizzata dall alterazione dei capi articolari che diventano di forma irregolare, con perdita parziale o totale della cartilagine. La coxartrosi primitiva (o artrosi dell anca) costituisce la più frequente indicazione all artroprotesi: è una patologia cronica degenerativa dell articolazione che conduce ad usura dei capi articolari. Si instaura gradualmente negli anni e si aggrava progressivamente fino a compromettere il movimento dell arto e la normale deambulazione. Altre affezioni in grado di rendere necessario questo intervento sono rappresentate dalle alterazioni articolari conseguenti a deformità congenite come la displasia dell anca, a patologie traumatiche, (fratture della testa femorale), infettive, reumatiche, o alla necrosi della testa del femore. Il primo sintomo che colpisce i soggetti affetti da tale patologia è il dolore, descritto tipicamente in regione inguinale e glutea; nelle fasi iniziali si manifesta ad episodi ricorrenti e tende ad attenuarsi con il movimento. La ridotta funzionalità articolare è un sintomo che colpisce successivamente i soggetti; diviene invalidante perché compromette gradualmente le normali attività (infilarsi le calze, allacciarsi le scarpe, ecc). Sono spesso presenti anche zoppia, accorciamento dell arto con atteggiamento dell anca in flessione e rotazione esterna. Il peggioramento dei sintomi è inevitabile in quanto consegue alla progressiva degenerazione e deformità dell articolazione, anche se la velocità di aggravamento risulta difficilmente prevedibile in quanto dipende da vari fattori quali il peso del paziente, l attività esercitata, il tipo di patologia specifica. L intervento di protesizzazione Nell artroplastica totale dell anca i segmenti ossei degenerati vengono sostituiti da elementi protesici in grado di ripristinare la funzione articolare. La protesi d anca è costituita abitualmente da due componenti con funzioni di sostegno (la coppa acetabolare e lo stelo femorale) e da 2 elementi deputati allo scorrimento reciproco (testa femorale ed inserto acetabolare). L intervento può essere eseguito con diverse modalità di anestesia e la sua durata nella maggior parte dei casi è di circa un ora. Dopo circa 6 settimane, il tessuto osseo circostante aderisce alle componenti metalliche della protesi integrandosi con esse grazie alla porosità del materiale utilizzato, portando alla fissazione definitiva dell impianto.

4 Quando operare? Nel recente passato gli stessi chirurghi ortopedici erano soliti consigliare ai loro pazienti di aspettare il più possibile prima di prendere in considerazione l intervento. Tale raccomandazione originava essenzialmente dall incertezza del risultato, dipendente dalla difficoltà tecnica dell intervento e dalla limitata affidabilità nel tempo dei materiali protesici. Nella pratica, a parte i non rari fallimenti precoci, i pazienti venivano informati che la durata massima prevedibile dell intervento era compresa tra i 10 e 15 anni. Si trattava in sostanza di un trattamento da eseguire in età molto avanzata. Durante l ultimo decennio molte condizioni sono cambiate e vari fattori hanno contribuito a modificare radicalmente in senso migliorativo le aspettative di successo di questo intervento, sia a breve che a lungo termine. Pur non essendo ovviamente possibile fornire certezze assolute di risultato, dopo diverse migliaia di impianti protesici effettuati nel nostro centro durante gli ultimi dieci anni è giusto riferire ai pazienti che l evoluzione odierna delle tecniche chirurgiche e dei materiali consente di affrontare con fiducia l intervento indipendentemente dall età, nel momento in cui la malattia giunge a determinare un significativo peggioramento della qualità di vita. Il dolore che obbliga alla frequente assunzione di farmaci antinfiammatori, la limitata funzionalità e la diminuita autonomia deambulatoria rappresentano i segni che devono indurre alla decisione il paziente, nella consapevolezza che oggi il trattamento chirurgico può risolvere completamente ed in modo duraturo tali problemi. Nello stesso modo l evoluzione delle tecniche nel campo delle revisioni e sostituzioni protesiche ha radicalmente migliorato i risultati dei reinterventi, per cui il primo intervento non è più considerato una decisione senza ritorno.

5 I diversi tipi di protesi, i nuovi materiali, le innovazioni nella tecnica chirurgica, i nostri orientamenti Le innovazioni tecnologiche che hanno concorso al miglioramento dei risultati dell intervento di artroprotesi d anca sono numerose: I nuovi materiali: presentano un usura inferiore durante la funzione articolare. Nel recente passato il materiale più frequentemente utilizzato nella zona di scorrimento articolare era rappresentato dal polietilene, materiale di derivazione plastica soggetto a consumo piuttosto rapido nel tempo. Il nostro centro protesico utilizza preferenzialmente la ceramica nelle superfici di scorrimento della protesi, nella convinzione che tale materiale rappresenti attualmente lo standard più elevato come tollerabilità e durata. La fissazione delle protesi: indipendentemente dall età del paziente utilizziamo costantemente da diversi anni protesi non cementate su entrambi i versanti articolari; l utilizzo del cemento acrilico rappresentava uno dei fattori che provocava il fallimento di un impianto protesico dopo un periodo prevedibile (10-15 anni), determinato da scollamento con fissurazioni del cemento stesso. Tra i nuovi materiali utilizzati nelle parti di sostegno delle protesi viene impiegato preferenzialmente il titanio a struttura trabecolare, la cui porosità determina una precoce adesione al tessuto osseo mediante un processo di integrazione che realizza la fissazione definitiva dell impianto. I nuovi tipi di protesi: i disegni delle componenti, specie sul versante femorale, hanno subito notevoli cambiamenti nel corso degli ultimi anni. Gli elementi di innovazione hanno riguardato: Modularità delle componenti: la possibilità di utilizzare protesi femorali costituite da più elementi assemblati tra loro ha reso più agevole il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi come la corretta lunghezza dell arto, la giusta tensione articolare, l ottimale orientamento reciproco tra le componenti. L impiego di colli femorali modulari, cioè amovibili, rende inoltre più agevole un eventuale secondo intervento rispetto alla necessità di sostituire uno stelo femorale monoblocco.

6 Teste femorali di grande diametro: il miglioramento dei processi di fabbricazione e lavorazione dei materiali rende oggi possibile l impiego di teste femorali di grandi dimensioni, che in alcuni casi si avvicinano alla testa femorale originale. Oltre a consentire maggiori gradi di movimento, tale possibilità ha reso assai rara la possibilità di una lussazione delle protesi, cioè la perdita dei rapporti articolari con separazione delle componenti. Protesi femorali di dimensioni ridotte: i moderni disegni degli steli femorali sono caratterizzati da ingombri decisamente inferiori rispetto al passato. L impiego di uno stelo femorale di piccole dimensioni determina una minore occupazione del canale femorale, consente minori resezioni ossee e rende sicuramente più facile un eventuale futuro reintervento. In alcuni casi è inoltre possibile conservare il collo femorale. La minore invasività dipende non tanto dalla lunghezza della cicatrice chirurgica, ma soprattutto dal rispetto dei tessuti profondi (muscoli, tendini, capsula articolare). I nostri orientamenti: impieghiamo diverse vie chirurgiche (anteriore, laterale, posteriore) a seconda di fattori variabili quali il tipo di patologia, la particolare conformazione anatomica, la massa corporea del paziente. L esperienza ci porta oggi ad affermare che non esiste nè una protesi né una via chirurgica di accesso adatta a tutti i pazienti e per tutte le patologie dell anca. Eseguiamo costantemente una pianificazione preoperatoria computerizzata allo scopo di scegliere la tipologia e la misura protesica piu adatta al singolo paziente. Poniamo estrema attenzione a tutti gli accorgimenti che concorrono a ridurre le perdite ematiche conseguenti all intervento : Valutazione preoperatoria per eventuali predepositi ematici. Sistemi avanzati di controllo e recupero del sanguinamento intraoperatorio. Recupero ematico post operatorio. Le tecniche chirurgiche a minore invasività: negli ultimi anni il miglioramento degli strumentari e l affinamento della tecnica individuale dei chirurghi ha reso l intervento decisamente meno cruento rispetto al passato. L insieme di tali misure ha reso molto meno probabile la necessità di dover ricorrere a trasfusioni dopo l intervento (meno del 30 % circa nella nostra casistica).

7 Le fasi di preparazione al ricovero ospedaliero IL PERCORSO DI CURA VISITA ORTOPEDICA (Accertamento diagnostico) PRENOTAZIONE AL TRATTAMENTO CHIRUGICO (Servizio di prenotazione e prericovero) TEMPO DI ATTESA (In base al grado di priorità assegnato) FASE DI PREPARAZIONE (Prericovero) FASE DI RICOVERO (Media: 5-7 gg) FASE DI RECUPERO FUNZIONALE Vengono descritti di seguito i vari passaggi che precedono il trattamento chirurgico e che sono direttamente coordinati dai vari settori della nostra struttura organizzativa. La prenotazione al trattamento chirurgico: viene effettuata dopo una visita eseguita da un medico della nostra equipe, con relativa compilazione dell apposita scheda nella quale viene definito il livello di priorità (urgenza) dell intervento, sulla base di precisi criteri clinici individuati dal Servizio Sanitario Regionale. Il tempo di attesa, variabile quindi in base al livello di gravità complessiva del caso clinico, viene comunicato nel momento in cui il paziente presenta il modulo di prenotazione presso l apposito Servizio di Prericovero. Il personale infermieristico del servizio fornisce informazioni che possono facilitare il percorso di cura e che comprendono consigli utili a favorire il rientro a domicilio: presidi e ausili da procurarsi (appoggi per la deambulazione, calze elastiche, ciclette), eventuali accorgimenti precauzionali da approntare presso le proprie abitazioni. La fase di preparazione all intervento, coordinata dal personale infermieristico del servizio di Prericovero, comprende: Organizzazione ed esecuzione degli esami clinici, strumentali e di laboratorio. Prenotazione ed esecuzione della visita anestesiologica durante la quale vengono valutati i singoli fattori di rischio e fornite informazioni sulla tecnica di anestesia più efficace e sicura nel caso specifico. Sono inoltre puntualizzati i comportamenti da osservare prima dell intervento riguardo le terapie farmacologiche eventualmente in corso. Pianificazione ed esecuzione della visita ortopedica preoperatoria, eseguita da un medico della nostra equipe: durante tale occasione vengono rivalutate le terapie in corso e discussi gli aspetti salienti del ricovero, dell intervento, e del percorso post-dimissione. Nella stessa occasione viene consegnata al paziente tutta la documentazione inerente al consenso informato sull intervento specifico, comprendente la descrizione delle principali possibili complicanze. Prima del ricovero in Ospedale viene eseguito un particolare studio radiografico computerizzato del bacino che permette di pianificare l intervento nel modo più preciso e accurato possibile, scegliendo la taglia e la tipologia delle componenti protesiche, allo scopo di rendere l intervento quanto possibile su misura per le diverse necessità. Tutta la modulistica utilizzata durante l intero percorso di cura è consultabile nel nostro sito web:

8 Dopo l intervento Il giorno prima dell intervento L obiettivo del trattamento rieducativo che si esegue durante il ricovero è rappresentato dal recupero di una buona articolarità e di un sufficiente controllo muscolare tale da permettere una deambulazione corretta per brevi tratti. Seguire con cura le indicazioni ricevute che riguardano le misure di igiene personale. NON mangiare né bere (neanche acqua) dalla mezzanotte che precede l intervento. Il giorno dell intervento Il ricovero può avvenire il giorno stesso o il giorno prima dell intervento. La mattina dell intervento viene effettuata la preparazione operatoria che comprende l identificazione di conferma del lato da operare e la profilassi antibiotica. Dopo l intervento vengono somministrati i farmaci contro il dolore mediante lo schema antalgico concordato con l anestesista e modulato sulla base di una precisa scala numerica di riferimento del dolore. Viene inoltre iniziata di routine la prevenzione farmacologica della malattia tromboembolica. È di estrema importanza iniziare a muovere la gamba operata subito dopo l intervento, allo scopo di ridurre l edema postoperatorio, prevenire rigidità articolari, stimolare la circolazione sanguigna, la funzione motoria e l attività muscolare. Il 1 giorno dopo l intervento viene rimosso il drenaggio chirurgico ed è consentito alzarsi dal letto in presenza di assistenza. Il 2 giorno si inizierà a camminare con l aiuto di appoggi (o del deambulatore) con l assistenza del fisioterapista che nei giorni a seguire coordinerà lo svolgimento del programma riabilitativo fornendo informazioni sugli esercizi utili per tonificare la muscolatura e sul modo più sicuro per assumere le diverse posture della vita quotidiana. La degenza media per l intervento di protesi d anca presso il nostro centro è di circa 5-6 giorni. Al termine del periodo di ricovero il paziente è normalmente in grado di camminare con gli appoggi antibrachiali ed ha eseguito in reparto i primi esercizi di salita e discesa delle scale.

9 Alla dimissione La lettera di dimissione indirizzata al medico curante garantisce la continuità terapeutica ed include le date di prenotazione per i successivi appuntamenti: rimozione punti di sutura, radiografie e visite di controllo programmate. La terapia farmacologica per la prevenzione della malattia tromboembolica viene proseguita per 5 settimane dopo l intervento. Dopo la dimissione il paziente deve proseguire la riabilitazione ripetendo più volte al giorno gli esercizi appresi durante il periodo di degenza ed illustrati in un apposito opuscolo consegnatogli dal fisioterapista. La ciclette rappresenta uno strumento molto efficace per migliorare la mobilità e la coordinazione dell anca, stimolando al tempo stesso il recupero del tono muscolare. Ne consigliamo un utilizzo quotidiano per circa 30 minuti, subito dopo la dimissione. Tempi di recupero Possono variare a seconda di vari fattori come l età, la massa corporea, la gravità della malattia dell anca e le patologie associate; si possono tuttavia mediamente schematizzare le seguenti tappe dopo l intervento: Per il primo mese: deambulazione con appoggi ciclette quotidiana esercizi di mobilizzazione dell arto e di rinforzo muscolare Dopo 30 giorni: abbandono graduale dei bastoni e delle calze elastiche prosegue la fase di potenziamento del tono muscolare eventuale idrochinesiterapia Dopo 2 mesi: ripresa delle normali occupazioni accovacciamento massimo La lussazione della protesi, ovverosia la separazione del rapporto di contatto tra le due componenti, è diventata nella nostra casistica una rarità assoluta. I tradizionali consigli sulle posizioni da evitare (accovacciamento massimo, accavallare le gambe, ruotare all interno il piede dell arto operato) rimangono valide precauzioni per i primi due mesi. Stile di vita da adottare Movimenti e attività da evitare accavallare le gambe ruotare all interno il piede dell arto operato Il recupero ed il mantenimento di un buon trofismo muscolare, unitamente alla conservazione di un equilibrato peso corporeo, rappresentano fattori molto importanti per un ottimale funzionamento dell impianto. L insieme dei progressi verificatisi per tale intervento consentono oggi al paziente con protesi d anca il recupero di una vita normale, che per i più giovani può includere anche determinate discipline sportive a basso impatto traumatico. Rimangono sconsigliate le attività che provocano elevate sollecitazione meccaniche sull impianto o che comportano rischi traumatici intrinseci di fratture dei segmenti ossei vicini alla protesi.

10 Dubbi più frequenti Quale tipo di anestesia mi consiglia? Il tempo operatorio medio di un intervento di protesi d anca è di circa un ora. Le procedure anestesiologiche possono essere diverse: sono praticabili differenti tecniche di anestesia generale (narcosi) e periferiche, le quali inducono un azione antidolorifica circoscritta all arto da operare (spinale, epidurale). Non esiste in assoluto la tecnica migliore per tutti i casi: la scelta tra le diverse opzioni viene effettuata durante la valutazione anestesiologica tenendo conto delle condizioni cliniche generali del paziente e delle diverse patologie eventualmente associate. Durante questa visita vengono anche considerati aspetti di natura psicologica ed al termine del colloquio si giunge ad una decisione concordata con il paziente e consigliata dal medico anestesista sulla base delle sue specifiche competenze professionali. Non vorrei le trasfusioni! Come già accennato in questa guida, il nostro centro di chirurgia protesica cerca di porre la massima attenzione ai diversi comportamenti che contribuiscono alla riduzione delle perdite ematiche, in tutte le fasi del percorso di cura: a. Valutazione preoperatoria dell indicazione ad eseguire procedure di predepositi ematici, cioè prelievi e conservazione di sangue dello stesso paziente utilizzabile per eventuali autotrasfusioni postoperatorie b. Impiego di tecniche chirurgiche orientate al contenimento delle perdite ematiche intraoperatorie: vie di accesso a minore invasività, sistemi avanzati di emostasi c. Eventuale recupero ematico postoperatorio L insieme di tali procedure ha consentito di ridurre al massimo la necessità di sottoporre il paziente a trasfusioni postoperatorie. Attualmente siamo riusciti a limitare questa eventualità ad una percentuale inferiore al 30% della nostra casistica, il che significa che le trasfusioni possono rendersi inevitabili nei pazienti più anziani, che presentano condizioni patologiche gravi o negli stati di anemia di base Non vorrei avere una gamba più lunga! Uno dei compiti dell intervento è rappresentato dal ripristino di una corretta lunghezza dell arto operato. L accurata pianificazione preoperatoria unitamente alla modularità delle moderne componenti protesiche permette oggi come si è detto di personalizzare al massimo l intervento in quanto è possibile intervenire su diversi parametri di regolazione della misura (testa e collo femorale). In alcuni casi tuttavia la persistenza di una differente lunghezza degli arti può dipendere da cause esterne all anca (deviazioni della colonna vertebrali, obliquità del bacino). In altri casi la decisione di accettare un certo allungamento dell arto rappresenta una scelta intraoperatoria obbligata, ad esempio quando si evidenzia un insufficiente tensione della muscolatura glutea, allo scopo di prevenire l instabilità della protesi (lussazione) Qual è la durata prevedibile di una protesi d anca? A differenza di quanto accadeva nel recente passato, non esistono attualmente limiti prevedibili di durata nel tempo di una protesi di nuova generazione correlati al consumo dei materiali oppure al fallimento dei sistemi di fissazione (cemento). La ceramica presenta un grado di usura pressochè trascurabile e come detto le componenti protesiche di sostegno non cementate vanno incontro ad un processo di integrazione diretta con il tessuto osseo. I rari casi di fallimento sono pertanto per lo più riferibili a complicanze dell intervento, oppure ad eventi traumatici secondari. Secondo i dati certificati dal Registro di Implantologia Protesica Ortopedica (R.I.P.O.), i nostri impianti protesici presentano una percentuale di sopravvivenza a 10 anni superiore al 95% Come posso aumentare la funzionalita e la sopravvivenza della protesi nel tempo? Siamo soliti ricordare al paziente che le protesi non hanno il motore! L intervento realizza la ricostruzione di un articolazione in grado di muoversi liberamente senza dolore mediante l inserimento di un giunto meccanico il cui funzionamento è in relazione diretta con la validità del tessuto muscolare. L efficienza reale, oltre che la stabilità percepita dal paziente

11 6 7 8 dipende quindi in larga parte dal suo impegno costante e continuativo rivolto al recupero ed al rinforzo della muscolatura glutea e della coscia. Viene inoltre ricordata l importanza del mantenimento di un adeguato peso corporeo. L eccesso ponderale (stato di obesità) determina aumenti di tipo esponenziale delle sollecitazioni di carico sull impianto e può favorire fallimenti meccanici, episodi di instabilità e perfino la rottura delle componenti protesiche Con quale frequenza devo controllare la mia protesi? Prescriviamo 3 controlli clinici e radiografici durante il primo anno, programmati rispettivamente ad un mese, 3 mesi e 6 mesi dopo l intervento. Ciò al fine di verificare il grado di recupero funzionale e di valutare la progressiva integrazione tra protesi e tessuto osseo. Dopo tale periodo in presenza di un buon decorso clinico non riteniamo necessario prestabilire ulteriori controlli. Consigliamo in ogni caso l esecuzione di una semplice radiografia ogni 2-3 anni, utile a verificare il mantenimento del risultato. Sulla base delle immagini radiografiche possono rendersi necessari controlli più frequenti al fine di valutare la progressione di eventuali allentamenti meccanici dell impianto. Sono allergico ai metalli! Quali sono i rischi? Le componenti protesiche di sostegno vengono fabbricate in titanio: sono quindi prive di elementi allergogeni quali il Nichel, il Cromo ed il Cobalto Il materiale da noi utilizzato per le componenti di scorrimento delle protesi è rappresentato dalla ceramica, sostanza anallergica per eccellenza. Non impieghiamo mai accoppiamenti di scorrimento di tipo metallico, in grado di liberare durante il movimento particelle ioniche potenzialmente dannose. Cosa sono le protesi di rivestimento? Sono componenti protesici femorali che ricoprono la testa del femore, la quale quindi viene conservata e rivestita in superficie. Realizzano accoppiamenti di scorrimento del 9 10 tipo metallo-metallo e sono quindi soggette a tutte le problematiche riferite in precedenza (allergie, malattie da liberazioni di ioni) La letteratura è concorde nell attribuire a tali sistemi tassi di fallimento decisamente superiori rispetto alle protesi a conformazione tradizionale, per cui negli ultimi anni vengono impiegate sempre meno frequentemente. Quali sono le complicanze più frequenti? Nella documentazione relativa al consenso informato per tale intervento vengono descritte in maniera analitica tutte le teoriche complicazioni possibili. Alcune di queste come si è detto sono divenute rarità assolute, come la lussazione della protesi. Assieme al miglioramento delle tecniche chirurgiche, i progressi farmacologici hanno contribuito a diminuire radicalmente la probabilità di comparsa della malattia tromboembolica e di complicanze di tipo infettivo. Nella nostra casistica l insieme di tali complicanze maggiori risulta inferiore all 1% Q Quali sono i risultati degli interventi di sostituzione (reimpianti) delle protesi nei casi di fallimento degli impianti? I progressi dei materiali e delle tecniche chirurgiche hanno prodotto miglioramenti decisivi negli esiti di tali procedure chirurgiche. L impiego di sistemi modulari facilita il trattamento per la possibilità di intervenire direttamente sulle componenti mobilizzate, senza la necessità di sostituire l intera protesi. La tempestività della diagnosi e del trattamento rappresentano importanti fattori che favoriscono il raggiungimento di risultati funzionali simili a quelli del primo intervento. Risulta pertanto fondamentale eseguire il nuovo intervento prima che lo stato di allentamento meccanico dell impianto determini gravi effetti di consumo sul tessuto osseo (osteolisi) Presso il nostro centro di chirurgia protesica eseguiamo ogni anno oltre 50 interventi di revisioni protesiche dell anca.

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13 Presidio Ospedaliero di Lugo LA NOSTRA EQUIPE (RIFERIMENTI) Dirigenti Medici: Gabriele Zanotti (Direttore) Massimo Capucci Riccardo Casto Italo Dragoni Jaromir Elias Piero Golfera Carlo Lucaccini Roberto Marabini Massimo Paganelli Alessandro L.Soldati Maurizio Zucchi Coordinatori Infermieristici: Aurora Garavini (Degenza Ordinaria) Leonarda Giangrandi (Sala Operatoria) Angela Minguzzi (Degenza Breve) Antonia Venieri (Preospedalizzazione) Telefoni e Fax: Servizio di preospedalizzazione e prenotazione al ricovero: (+39) / / Prenotazioni Visite in Libera Professione (Call Center): Da Cellulare Da Rete Fissa Segreteria: (+39) Degenza ordinaria (+39) Sito web: Mail: luhoortprog@ausl.ra.it (Prericovero) lu.ortopedia@ausl.ra.it (Unità operativa)

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