Progetto Riqualificazione ambientale del comprensorio Agro-Forestale di Staffarda. PSR , misura 3.2.3, azione 1), tipologia b)
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- Taddeo Corti
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1 Progetto Riqualificazione ambientale del comprensorio Agro-Forestale di Staffarda. PSR , misura 3.2.3, azione 1), tipologia b) Il progetto è stato finalizzato alla conservazione di alcune specie di chirotteri e anfibi di particolare interesse conservazionistico, ma gli interventi realizzati hanno ricaduta positiva sulle complessive biocenosi dell area. Azioni per i chirotteri all interno dell Abbazia di Staffarda Una parte delle azioni ha riguardato la colonia riproduttiva di vespertilio maggiore (Myotis myotis) e vespertilio di Blyth (Myotis blythii) dell Abbazia di Staffarda. L abbazia è esterna ai confini del Parco del Po Cuneese, ciononostante il Parco ha responsabilità sulla conservazione della colonia: gli esemplari in attività notturna si portano a distanze rilevanti dal sito di rifugio, transitando ed alimentandosi anche nel Parco, di cui rappresentano una delle componenti faunistiche di maggior pregio. Il progetto si è conseguentemente occupato di monitoraggio e tutela della colonia anche nel suo sito di rifugio: con un lavoro di revisione dei dati pregressi (i più recenti dei quali datavano al 2009) e acquisizione di nuove informazioni, le conoscenze sulla colonia sono state aggiornate al 2014 e sono stati messi in atto interventi gestionali. Alcuni degli aspetti considerati: consistenza della colonia, microclima del rifugio, presenza della colonia e fruizione antropica. Esemplare appena uscito dal rifugio riproduttivo di Staffarda (foto F. Bettaglio)
2 Consistenza della colonia Il numero degli esemplari di età 1 anno è il parametro che viene utilizzato per valutare la consistenza della colonia e per le valutazioni di trend, come prevede un protocollo standardizzato a livello regionale e nazionale. Due volte all anno, fra la fine di maggio e il 20 giugno, gli esemplari vengono ripresi mentre escono dal rifugio, la sera, per andare a caccia di prede; la registrazione viene avviata all uscita del primo esemplare e prosegue fino a quando si valuta che la fase di dispersione all esterno sia ultimata, ossia quando il passaggio di esemplari attraverso l accesso risulta estremamente rarefatto. Al totale degli esemplari che hanno lasciato effettivamente il rifugio, ricavabile dal filmato sottraendo dal numero degli esemplari usciti il numero di quelli rientrati, viene quindi aggiunto il numero dei pochi esemplari che vengono rilevati entrando nel rifugio al termine delle riprese, determinato a vista o, nel caso di gruppi posati, da foto. L ingresso notturno nel rifugio consente anche di accertare la presenza/assenza di piccoli nati nell anno e, dal loro aspetto e dalle dimensioni, di stimare le date di parto. Il metodo consente di contare con precisione tutti gli esemplari che sono presenti nel sito alla data del censimento, ma il valore è di solito inferiore a quello dell intera colonia, poiché gli esemplari all occorrenza possono transitoriamente utilizzare rifugi alternativi. Fra il 2004 e il 2014, i numeri rilevati nel sito di Staffarda sono risultati variare un minimo di 1034 e un massimo di 1402 esemplari di età 1 anno (valor medio 1242). Sono state registrate variazioni cospicue in anni consecutivi (ad es.: un anno con un massimo di esemplari, seguito da un anno con minimo e poi nuovamente un massimo), che fanno pensare a momentanei spostamenti di esemplari più che a reali incrementi o decrementi demografici. Dalla prosecuzione delle attività di rilevamento deriveranno maggiori elementi per valutare i dati raccolti, tanto più che dal 2015 i dati potranno in parte essere acquisiti a distanza, grazie alla webcam collocata davanti all accesso del sito di rifugio. Gruppi di neonati e alcuni esemplari adulti fotografati nel rifugio dopo la sciamatura serale
3 Microclima del rifugio Poiché i fattori climatici possono condizionare la presenza degli esemplari, è stata avviata un attività di caratterizzazione delle condizioni di temperatura e umidità del rifugio mediante data logger collocati nel sito. I dati raccolti nel 2013 e 2014 evidenziano analogia col microclima di grotta: nel sito l umidità relativa è costantemente prossima al 100% e ridottissima l escursione termica giornaliera (prevalentemente < 1 C), mentre sono maggiori, rispetto a quanto riportato in letteratura per i rifugi di grotta, la temperatura media (fra metà aprile e metà ottobre pari a 18,5 C) e l escursione termica stagionale (15,4 C). Temperatura rilevata nel rifugio negli anni 2013 e 2014 Presenza della colonia e fruizione antropica Ai tempi del primo sopralluogo chirotterologico, nel 1990, il rifugio della colonia era accessibile ai visitatori dell abbazia e sottoposto a un intenso disturbo: c era chi entrava nel locale e tirava contro i pipistrelli le pigne raccolte nel giardino del chiostro, col risultato che i piccoli cadevano a terra e morivano. Il guano, accumulatosi in gran quantità sotto la colonia, era fonte di cattivo odore e suscitava ostilità nei confronti dei pipistrelli, così come il fatto che, per andare e venire dal rifugio, essi transitassero all interno di altri locali (laboratorio dei monaci) del complesso monumentale. Negli anni successivi tali problemi sono stati risolti grazie ad interventi concordati con la proprietà e realizzati in collaborazione da Stazione Teriologica Piemontese, WWF, Ente Parco Laghi di Avigliana (Centro Regionale Chirotteri) ed Ente Parco Po Cuneese. Si è impedito l'ingresso del pubblico nel vano-rifugio e modificato l accesso dei pipistrelli in modo che essi transitino direttamente fra il sito e l esterno. E stato realizzato un circuito con telecamere con illuminatori infrarossi, poste internamente al rifugio, e monitor
4 esterno, che permette ai visitatori dell abbazia di osservare i pipistrelli senza disturbarli. Sotto la colonia sono stati disposti dei teli per la raccolta del guano e si provvede alla sua periodica rimozione. Nel 2013 e 2014 le attività di rimozione del guano, la manutenzione e il potenziamento dell impianto per osservare i pipistrelli nell abbazia, cui è stata aggiunta la webcam per l osservazione degli esemplari che transitano attraverso l accesso del rifugio, nonché alcuni ulteriori interventi per preservare il sito e informare/sensibilizzare il pubblico sono stati effettuati grazie al progetto PSR. Indagine sulla dispersione serale dei chirotteri dell Abbazia di Staffarda e ripristino di siepi e filari arborei Il progetto PSR ha consentito di ripristinare filari arborei, siepi e zone umide, ispirandosi a criteri di restauro ambientale e di recupero di naturalità. Alberi e arbusti utilizzati appartengono a specie proprie della flora del luogo e di elevato valore ecologico, ossia idonee ad arricchire le comunità biologiche dell area offrendo opportunità di sviluppo, rifugio, riproduzione e alimentazione a moltissime altre specie. Le siepi, se realizzate con criteri naturalistici, possono accogliere un elevato numero di specie
5 L area di Staffarda come si presentava nel 1954 (in alto) e le modificazioni intercorse da allora ad oggi (in basso: campiture perimetrate in verde = formazioni forestali e di arboricoltura da legno presenti attualmente e nel 1954; campiture verdi = formazioni forestali e di arboricoltura da legno presenti nel 1954 e oggi assenti; campiture perimetrate in giallo = formazioni forestali e di arboricoltura da legno presenti attualmente e assenti nel 1954; linee rosse = filari arborei/siepi presenti attualmente e nel 1954; linee arancione = filari arborei/siepi presenti nel 1954 e oggi assenti). Per decidere dove fosse meglio procedere alle piantagioni è stata effettuata un indagine sulle rotte utilizzate dagli esemplari della colonia di Myotis myotis e M. blythii dell Abbazia di Staffarda nella dispersione serale dal sito di rifugio diurno verso le aree di alimentazione notturna. Siepi con adeguato
6 sviluppo verticale e filari arborei possono infatti agevolare gli spostamenti dei chirotteri: per varie ragioni (protezione dai predatori, dagli agenti atmosferici e da sorgenti di luce artificiale, opportunità di rifugio e alimentari) i pipistrelli preferiscono volare costeggiando tali strutture verticali piuttosto che affrontare gli spazi aperti. I dati sono stati acquisiti ricorrendo alla tecnica bioacustica, cioè registrando e quindi analizzando le emissioni acustiche degli esemplari in attività notturna, rilevate presso punti d ascolto con metodologia standardizzata. Ubicazione dei punti d ascolto, individuati sulla base di caratteristiche del paesaggio (presenza di siepi/filari arborei o loro relitti) favorevoli per gli spostamenti dei chirotteri. Nel cerchio il rifugio riproduttivo della colonia. Durante 36 ore di rilevamento, sono state registrate 2523 sequenze di segnali di ecolocalizzazione (ultrasuoni emessi per identificare acusticamente le caratteristiche dell ambiente circostante), ciascuna delle quali corrispondente al passaggio di un chirottero nel raggio d azione del bat detector. 587 sequenze sono risultate attribuibili al genere Myotis, comprendente le specie della colonia dell abbazia. I dati raccolti suggeriscono che gli esemplari della colonia si disperdano per il foraggiamento notturno a raggiera, privilegiando tuttavia le rotte che intercettano i punti d ascolto C, E ed F e utilizzando scarsamente la rotta passante per il punto A. Tale modalità di dispersione appare condizionata dall attuale disposizione di siepi/filari arborei e dalla presenza/assenza di sorgenti luminose artificiali: la rotta per il punto A, meno
7 preferita, comporta il passaggio in un lungo tratto aperto e nei pressi di lampioni, connotazioni entrambe sfavorevoli per i grandi Myotis; le altre rotte sono caratterizzate da filari arborei relativamente più completi e quelle che passano per i punti C, D, E ed F possono essere raggiunte dagli esemplari che fuoriescono dal lato est del complesso monumentale evitando di transitare presso le luci artificiali esterne. Da quanto rilevato si deduce che una frazione importante degli esemplari attraversa la strada provinciale 589, caratterizzata da traffico elevato, esponendosi al rischio di mortalità per collisione con i veicoli transitanti. Per ridurre la mortalità da collisione, da un lato, e per agevolare gli spostamenti verso le potenziali aree di foraggiamento collocate ad ovest, si è dunque scelto di dare priorità agli interventi di ripristino di siepi e filari arborei in direzione sud e ovest. Nella parte ovest dell area sono inoltre stati concentrati gli interventi di ripristino di zone umide previsti nell ambito del progetto PSR; gli stagni maggiori realizzati sono potenzialmente attrattivi per tutti i chirotteri dell area (tutte le specie frequentano i bacini di acque tranquille per bere e gran parte di esse anche per cacciare). Grazie all indagine bioacustica condotta, la complessiva chirotterofauna dell area di Staffarda è oggi meglio conosciuta e si è più consapevoli del suo valore conservazionistico. Accanto a specie comuni come il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), in assoluto il più contattato e anche il chirottero più comune nel vicino contesto alpino, è stata verificata la presenza di specie molto più rare e minacciate, fra le quali il barbastello (Barbastella barbastellus). Barbastello (sn) e Pipistrello nano (dx)
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