Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 187
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- Romano Ugo Bossi
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1 Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 187 "Attuazione della direttiva 97/43/Euratom in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche" Art Definizioni 1. Ai fini del presente decreto si intende per: a) aspetti pratici: le azioni connesse ad una qualsiasi delle esposizioni di cui all'articolo 1, comma 2, quale la manovra e l'impiego di attrezzature radiologiche, e la valutazione di parametri tecnici e fisici, comprese le dosi di radiazione, la calibrazione e la manutenzione dell'attrezzatura, la preparazione e la somministrazione di radiofarmaci e lo sviluppo di pellicole; b) attività radiodiagnostiche complementari: attività di ausilio dirette al medico chirurgo specialista o all'odontoiatria per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina, purché contestuali, integrate e indilazionabili, rispetto all'espletamento della procedura specialistica; c) autorità competente: l'autorità indicata nei singoli articoli; d) controllo della qualità: rientra nella garanzia della qualità. Una serie di operazioni (programmazione, coordinamento, attuazione) intese a mantenere o a migliorare la qualità. Esso comprende il monitoraggio, la valutazione e il mantenimento ai livelli richiesti di tutte le caratteristiche operative delle attrezzature che possono essere definite, misurate e controllate; e) detrimento individuale per la salute: gli effetti negativi clinicamente osservabili che si manifestano nelle persone o nei loro discendenti e la cui comparsa è immediata o tardiva e, in quest'ultimo caso, probabile ma non certa; f) dose al paziente: la dose somministrata ai pazienti o ad altra persona sottoposta ad esposizioni mediche; g) dosimetria dei pazienti: la dosimetria relativa ai pazienti o ad altre persone sottoposte ad esposizioni mediche; h) esercente: il soggetto che, secondo il tipo e l'organizzazione dell'impresa, ha la responsabilità dell'impresa stessa ovvero dell'unità produttiva, intesa come stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale; i) esperto in fisica medica: una persona esperta nella fisica o nella tecnologia delle radiazioni applicata alle esposizioni che rientrano nel campo di applicazione del presente decreto legislativo, con una formazione ai sensi dell'articolo 7, comma 5, e che, se del caso, agisce o consiglia sulla dosimetria dei pazienti, sullo sviluppo e l'impiego di tecniche e attrezzature complesse, sull'ottimizzazione, sulla garanzia di qualità, compreso il controllo della qualità, e su altri problemi riguardanti la radioprotezione relativa alle esposizioni che rientrano nel campo di applicazione della presente direttiva; l) esposizione: l'essere esposti a radiazioni ionizzanti; m) garanzia della qualità: le azioni programmate e sistematiche intese ad accertare con adeguata affidabilità che un impianto, un sistema, un componente o un procedimento funzionerà in maniera soddisfacente conformemente agli standard stabiliti; n) impianto radiologico: impianto contenente attrezzature radiologiche; o) ispezione: l'ispezione è il controllo da parte di un'autorità competente per verificare la conformità con le disposizioni vigenti sulla protezione radiologica per procedure medico radiologiche, attrezzature utilizzate o impianti radiologici; p) livelli diagnostici di riferimento: livelli di dose nelle pratiche radiodiagnostiche mediche o, nel caso della medicina nucleare diagnostica, livelli di attività, per esami tipici per gruppi di pazienti di corporatura standard o fantocci standard per tipi di attrezzatura ampiamente definiti. Tali livelli non dovrebbero essere superati per procedimenti standard, in condizioni di applicazioni corrette e normali riguardo all'intervento diagnostico e tecnico;
2 q) pratica: un'attività umana che può aumentare l'esposizione degli individui alle radiazioni ionizzanti; r) prescrivente: il medico chirurgo o l'odontoiatra, iscritti nei rispettivi albi; s) procedure medico-legali: procedimenti effettuati a fini assicurativi o legali, anche senza indicazione clinica; t) procedura medico-radiologica: qualunque procedimento concernente le esposizioni mediche; u) radiazioni ionizzanti o radiazioni: radiazioni costituite da particelle aventi capacita' di determinare direttamente o indirettamente la formazione di ioni o da onde elettromagnetiche aventi una lunghezza d'onda pari o inferiore a 100 nanometri; v) radiologico: attinente alla radiodiagnostica e ai procedimenti radioterapeutici nonché alla radiologia interventistica o ad altre procedure che implichino l'uso di radiazioni ionizzanti; z) radiodiagnostico: attinente alla radiologia diagnostica medica, alla radiologia odontoiatrica e alla medicina nucleare diagnostica in vivo. Art. 4 - Principio di ottimizzazione 1. Tutte le dosi dovute a esposizioni mediche per scopi radiologici di cui all'articolo 1, comma 2, ad eccezione delle procedure radioterapeutiche, devono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile e compatibile con il raggiungimento dell'informazione diagnostica richiesta, tenendo conto di fattori economici e sociali; il principio di ottimizzazione riguarda la scelta delle attrezzature, la produzione adeguata di un'informazione diagnostica appropriata o del risultato terapeutico, la delega degli aspetti pratici, nonché i programmi per la garanzia di qualità, inclusi il controllo della qualità, l'esame e la valutazione delle dosi o delle attività somministrate al paziente. 3. Ai fini dell'ottimizzazione dell'esecuzione degli esami radiodiagnostici si deve tenere conto dei livelli diagnostici di riferimento (LDR) secondo le linee guida indicate nell'allegato II. 5. Le attività dell'esperto in fisica medica sono quelle dirette prevalentemente alla valutazione preventiva, ottimizzazione e verifica delle dosi impartite nelle esposizioni mediche, nonché ai controlli di qualità degli impianti radiologici. L'esercizio di tali attività è consentito ai laureati in fisica in possesso del diploma di specializzazione in fisica sanitaria o ad esso equipollente ai sensi del citato decreto 30 gennaio L'esercizio è consentito, altresì, ai laureati in fisica, chimica ed ingegneria, privi di specializzazione, che, alla data di entrata in vigore del presente decreto, abbiano svolto, in strutture del servizio sanitario nazionale o in strutture accreditate, cinque anni di servizio nella disciplina di fisica sanitaria o nelle discipline equipollenti così come definiti nel citato decreto 30 gennaio Il controllo di qualità di cui all'articolo 8, comma 2, lettera a), può essere svolto dal tecnico sanitario di radiologia medica. Art Attrezzature 1. Le regioni nell'ambito del sistema previsto dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche, per evitare l'inutile proliferazione di attrezzature radiologiche, provvedono affinché: a) tutte le attrezzature radiologiche in uso siano tenute sotto stretta sorveglianza per quanto riguarda la radioprotezione e solo strutture autorizzate intraprendano pratiche mediche comportanti esposizioni; b) l'esercente tenga un inventario aggiornato delle attrezzature radiologiche; c) le autorizzazioni vengano concesse sulla base dei criteri di pianificazione sanitaria regionale, tenuto conto degli aspetti economici e sociali e della necessita' di evitare la inutile proliferazione di attrezzature radiologiche. 1. Il responsabile dell'impianto radiologico, avvalendosi dell'esperto in fisica medica, provvede:
3 a) a che siano intrapresi adeguati programmi di garanzia della qualità, compreso il controllo di qualità, nonché di valutazione della dose o dell'attività somministrata ai pazienti; b) a che siano effettuate prove di accettazione prima dell'entrata in uso delle attrezzature radiologiche e quindi prove di funzionamento sia a intervalli regolari che dopo ogni intervento rilevante di manutenzione. In base ai risultati delle prove il responsabile dell'impianto esprime il giudizio di idoneità all'uso clinico delle attrezzature. 3. Il responsabile dell'impianto radiologico, avvalendosi dell'incaricato dell'esecuzione dei controlli di qualità, predispone il protocollo di esecuzione delle prove necessarie ad esprimere il proprio giudizio di idoneità. 4. Il Ministero della sanità, sentito il Consiglio superiore di sanità e tenendo conto dell'evoluzione tecnico-scientifica, nonché degli orientamenti dell'unione europea e internazionali, elabora e diffonde linee guida concernenti i criteri specifici di accettabilità dell'attrezzatura, al fine di indicare quando e' necessario un adeguato intervento correttivo, che includa eventualmente l'ipotesi di mettere l'attrezzatura fuori servizio. In sede di prima applicazione si applica quanto previsto dall'allegato V. 5. Il responsabile dell'impianto radiologico, quando accerta il verificarsi delle ipotesi indicate nei criteri di cui al comma 4, segnala all'esercente la necessita' di adottare gli opportuni interventi correttivi ovvero quelli opportuni per ovviare agli inconvenienti, compreso quello di mettere fuori servizio le attrezzature. 9. I dati relativi ai programmi, ai controlli e alle prove di cui al comma 2 sono registrati e conservati per almeno cinque anni, a cura del responsabile dell'impianto radiologico, anche su supporto informatico; in tale caso, deve essere garantita la permanenza delle registrazioni, anche mediante la duplicazione del supporto. Art Pratiche speciali L'esercente e il responsabile dell'impianto radiologico, nell'ambito delle rispettive competenze e tenuto conto dei principi di giustificazione e ottimizzazione e assicurandosi, in modo particolare, che siano state rispettate le disposizioni di cui all'articolo 8, comma 1, lettera a), 2 e 4, utilizzano attrezzature radiologiche e tecniche e adeguate attrezzature ausiliarie per le esposizioni mediche che riguardano: a) bambini; b) programmi di screening; c) procedure comportanti alte dosi per il paziente, quali la radiologia interventistica, la tomografia computerizzata o la radioterapia. Art Esposizioni potenziali 1. Il responsabile dell'impianto radiologico adotta tutte le misure ragionevolmente attuabili, tenendo conto dei fattori economici e sociali, per ridurre la probabilità e l'entità di dosi, accidentali o non intenzionali, ai pazienti nel corso di pratiche radiologiche. 2. Le istruzioni per il funzionamento e i protocolli scritti di cui all'articolo 6, comma 1, nonché quanto previsto dai programmi di garanzia della qualità di cui all'articolo 8, comma 2, ed i criteri di cui all'articolo 8, comma 4, dovranno essere redatti, ai fini della prevenzione degli incidenti, tenendo conto dei rischi potenziali sulla base degli incidenti avvenuti in pratiche mediche aventi caratteristiche analoghe, nonché delle raccomandazioni e delle esperienze internazionali in materia.
4 ALLEGATO II Livelli diagnostici di riferimento: linea guida 1. Definizione e scopo Scopo di queste Linee Guida è la definizione di livelli diagnostici da usare come riferimento (LDR) nei programmi di assicurazione di qualità in radiodiagnostica e in medicina nucleare. I LDR vanno intesi come strumenti di lavoro per ottimizzare le prestazioni. Sono grandezze (tempi, CTDI, attività ecc.) facilmente misurabili e tipiche per ogni procedura diagnostica. I LDR, avendo valore di standard, non si riferiscono a misure di dose assorbita dal singolo paziente e non devono essere utilizzati al di fuori di programmi di miglioramento della qualità in radiodiagnostica. 2. Compiti delle strutture di radiodiagnostica e di diagnostica medico-nucleare. Il responsabile dell impianto radiologico è tenuto, per le prestazioni per le quali sono stati definiti i LDR e per ogni apparecchiatura e procedura definita, a promuovere, con periodicità biennale la verifica dei livelli diagnostici nelle varie procedure utilizzate e ad annotarne il risultato. I protocolli di riferimento per questo documento sono:? ITISAN 95/12? PROTOCOLLO EUROPEO? ANPEQ STRUMENTAZIONE USATA MISURATORE DI KV E TEMPO DI ESPOSIZIONE PER TUBI MAMMOGRAFICI MOD. PMX-M ELSE. MISURATORE DI KV E TEMPO DI ESPOSIZIONE PER TUBI RX CONVENZIONALE MOD. RX GAMMEX DOSIMETRO MOD. SOLIDOSE 400 CON RILEVATORE R100 E ADI 8/D CALIBRATO PER R100 ELSE. DISPOSITIVO MANUALE PIII ELSE (METODO PIN HOLE) FOTOMETRO LUXOMETRO MOD. L100 CONTATTO SCHERMO-PELLICOLA MOD. FF 32 R/M FANTOCCIO SOLIDO MAMMOGRAFICO MOD. TOR MAX SENSITOMETRO DENSITOMETRO IN UN UNICO STRUMENTO MOD. DUOLIGHT A TERMOMETRO DIGITALE PORTATILE CAMERA TRASPARENTE MOD. 841 GAMMEX CAMERA IONIZZAZIONE MOD. 471 VICTOREEN FANTOCCIO PER MISURA CAMPO LUCE RAGGI
5 APPARECCHI CONVENZIONALI PROTOCOLLI ADOTTATI ALTA TENSIONE: PRECISIONE Obiettivo: controllare se il valore della tensione applicata al tubo sia o meno ripetibile. Descrizione operativa: con l ausilio del multimetro si eseguono cinque esposizioni consecutive con un opportuno valore del range d uso dell apparecchio Valore limite: coefficiente di variazione non superiore a 0.1 ALTA TENSIONE: ACCURATEZZA Obiettivo: valutare la rispondenza tra i kv misurati e quelli impostati Descrizione operativa: con l ausilio del multimetro si eseguono tre esposizioni impostando tre diversi valori di tensione scelti tra quelli più utilizzati. Valore limite:il valore della tensione non deve differire più del 10% rispetto a quello impostato DOSE IN ARIA: PRECISIONE Obiettivo: valutare l eventuale variazione di dose in corrispondenza ad un medesimo carico Descrizione operativa: con camera a ionizzazione trasparente o con dosimetro e rilevatore allo stato solido di misura la dose corrispondente a cinque esposizioni consecutive ottenute con lo stesso carico. Registrazione del valor medio e calcolo del coefficiente di variazione. Valore limite: il coefficiente di variazione deve essere minore di mgy LINEARITA DELLA DOSE Obiettivo: valutare se all aumentare dei mas aumenta linearmente anche la dose corrispondente. Descrizione operativa: con camera a ionizzazione trasparente o con dosimetro e rilevatore allo stato solido di misura la dose corrispondente a tre esposizioni consecutive ottenute. Valore limite: verifica della formula indicata punto norma CEI normativa CEI TEMPORIZZATORE: ACCURATEZZA Obiettivo: si controlla se il tempo d esposizione sia o meno ripetibile Descrizione operativa: con il multimetro si eseguono tre misurazioni con il medesimo valore di tempo impostato. Valore limite: lo scarto fra il valore di tempo indicato dal temporizzatore e quello misurato non deve superare il 10%.
6 FILTRAZIONE TOTALE E SRATO EMIVALENTE SEV Obiettivo: valutare la qualità del fascio erogato dal tubo radiogeno. Descrizione operativa: con l ausilio del dosimetro con rilevatore allo stato solido che consente il calcolo automatico del SEV, si eseguono le esposizioni necessarie. Si eseguono le misure impostando un valore di tensione pari ad 80 kv Valore limite: Ad 80 kv il SEV deve essere almeno 2.3 mm di Al. DIMENSIONE MACCHIA FOCALE RISOLUZIONE SPAZIALE Obiettivo: La prova permette di verificare se le dimensioni delle macchie focali corrispondono a quelle nominali. Descrizione operativa: esistono diversi metodi di misura, noi utilizziamo il dispositivo PMIII che utilizza fondamentalmente il metodo pin-hole Valore limite:si fa riferimemto alla tabella 6 delle norme CEI 65-1 Periodicità: biennale MINIMA APERTURA SISTEMA DI DIAFRAMMAZIONE Obiettivo: controllo limitatori posti sulla finestra d uscita del fascio Descrizione operativa: esporre una cassetta con i collimatori completamente chiusi ad una distanza pari ad un metro. Valore limite: le dimensioni del campo non devono superare i 5 cm. ALLINEAMENTO Obiettivo: è una verifica della perpendicolarità fra l asse del fascio e il piano del ricettore di immagine. Descrizione operativa: si esegue una radiografia di un oggetto test con reperi radiopachi alle basi e si valuta lo scostamento fra i due centri. Valore limite: i due scostamenti devono essere rispettivamente entro il % e il 2% della distanza fuoco recettore di immagine. CORRISPONDENZA CAMPO LUMINOSO CAMPO DI RADIAZIONE X Obiettivo: verificare la corretta apertura dei diaframmi Descrizione operativa: radiografia di opportuno oggetto test delimitato da reperi radiopachi in corrispondenza dei bordi del centratore. Valore limite: valutazione e misura dei disallineamenti. CORRISPONDENZA CAMPO RADIAZIONE X COLLIMAZIONE AUTOMATICA Obiettivo: verifica che il campo investito dal fascio X sia coincidente con quello indicato dal campo luminoso. Descrizione operativa: misura dei disallineamenti per confronto di due immagini sovrapposte una nel porta lastre e una di dimensioni superiori sul piano d appoggio.
7 Valore limite: la somma dei disallineamenti lungo ogni asse non deve essere superiore al 3% della distanza fuoco - piano COSTANZA DELLA RISPOSTA DELL ESPOSIMETRO AUTOMATICO Obiettivo: il test permette di valutare se vi sia o meno compensazione al variare della tensione applicata o allo spessore del fantoccio. Descrizione operativa: Valore limite: Periodicità RADIAZIONE DI FUGA Obiettivo: determinare se vi sia un eccessiva radiazione di fuga in una particolare direzione. Descrizione operativa: si eseguono più esposizioni intorno alla cuffia, a collimatori completamente chiusi, impostando il massimo valore di tensione con il più alto carico di dissipazione compatibile. Valore limite: inferiore ad 1 mgy/h ad um metro dal fuoco. RADIAZIONI INDESIDERATE Obiettivo: prevenzione delle radiazioni non volute o eccessive. Descrizione operativa: presenza del dispositivo che segnala il funzionamento dell apparecchio e del tubo preselezionato, presenza del dispositivo atto ad interrompere l emissione della radiazione, efficienza del degli interruttori di posa e del tipo uomo presente. Valore limite: verifica visiva e funzionale.
8 APPARECCHIATURE PER MAMMOGRAFIA PROTOCOLLI ADOTTATI RIPETIBILITÀ DELLA TENSIONE AL TUBO: Obiettivo: con questo test si valuta se eseguendo più esposizioni ad una data tensione il valore dei Kv effettivo è sempre lo stesso. Descrizione operativa: fissata la tensione utilizzata di norma si pone lo stumento per la misura dei kv sul piano d appoggio della mammella e si annotano i valori forniti dallo strumento. Valore limite: il coefficiente di variazione deve essere inferiore a 0,02. ACCURATEZZA DELLA TENSIONE AL TUBO Obiettivo: questo test valuta se esiste rispondenza tra il valore dei Kv impostato e quello misurato. Descrizione operativa: dopo aver posto il rilevatore sul piano d appoggio della mammella si eseguono diverse esposizioni variando di un Kv il valore di tensione applicata mantenendosi nel range d uso dell apparecchio. Valore limite: lo scarto tra il valore impostato e quello effettivo deve essere inferiore a 1 Kv. SPESSORE EMIVALENTE (SEV) Obiettivo: questa misura permette di individuare il parametro che caratterizza la qualità del fascio X, in quanto a parità di materiale più il SEV è elevato maggiormente energetica è la radiazione. Descrizione operativa: dopo aver impostato un opportuno valore di tensione (28 kv) e un adeguato carico anodico, si pone il compressore circa a metà della distanza fuoco camera. Si pone il rilevatore sul piano d appoggio della mammella a 6 cm dalla parete toracica. Si eseguono diverse esposizioni, due senza filtro alcuno e due per ogni spessore di Al poggiato sul compressore. Lo strumento in dotazione permette il calcolo automatico del SEV. Valore limite: SEV superiore a 0.3 mm Al a 28 Kv. Protocollo di riferimento: ITISA RISOLUZIONE SPAZIALE Obiettivo: questo test valuta il potere di risoluzione dell apparecchio cioè la capacità offerta di discriminare piccoli dettagli vicini tra loro Descrizione operativa si espone il fantoccio in dotazione in cui sono inserite due mire una parallela e l altra perpendicolare al fascio X, e con lente d ingrandimento si valuta il massimo numero di paia di linee, radio-opaca e radio-trasparente distinguibili. Valore limite: in entrambe le direzioni la risoluzione deve essere superiore a 14 coppie di linee/mm. Protocollo di riferimento: ITISAN
9 RENDIMENTO DEL TUBO Obiettivo: valuta quanti µgy vengono emessi per ogni mas. Descrizione operativa: si espone il rilevatore senza piastra di compressione sill asse del fascio, nel punto di riferimento in modo che il centro del rilevatore si trovi a 4.5 cm sul piano d appoggio della mammella e a 6 cm dalla parete toracica. Viene impostato un valore di mas tale da ottenere nel caso vi fosse il fantoccio una d.o. pari ad uno. Si annota il valore dell esposizione ottenuto. Valore limite: superiore a 30µGy/mAs Protocollo di riferimento: ITISAN ANPEQ DOSE DI INGRESSO IN ARIA Obiettivo: con questo test si valuta la dose in ingresso alla mammella. Descrizione operativa: si effettua la radiografia del fantoccio di plexi con spessore di 4.5 mm individuando il valore di mas necessari a produrre una d.o. pari ad uno, noto il valore dei mas la dose in aria si ottiene moltiplicandolo per il rendimento del tubo precedentemente misurato. Valore limite: la dose deve essere inferiore a 12 mgy.. Protocollo di riferimento: ITISAN DOSE GHIANDOLARE MEDIA Obiettivo: questo valore consente di valutare la dose ghiandolare per una mammella standard conoscendo la dose in ingresso secondo la relazione: Dg= Da g Il fattore g,dipende dalla qualità del fascio, quindi dal SEV, e converte la dose in aria in ingresso ad un fantoccio in plexi con spessore di 45 mm in dose ghiandolare media per l organo standard. Valore limite: non superare i 3 mgy per mammella standard. Protocollo di riferimento: ITISAN MISURA DELLA MACCHIA FOCALE Obiettivo: questa prova permette di verificare se le dimensioni della fuoco grande e fino sono corrispondenti a quelle nominali, dichiarate dalla casa costruttrice. Descrizione operativa: esistono diversi metodi di misura esistono diversi metodi di misura, noi utilizziamo il dispositivo PMIII che utilizza fondamentalmente il metodo pin-hole Valori limite: si fa riferimento ai limiti indicati nella tabella 6 delle norne CEI 62-1 Periodicità: il test va eseguito all accettazione o quando si sospetta un deterioramento del fuoco. COMPENSAZIONE AL VARIARE DELLA TENSIONE Obiettivo: controllare se al variare della tensione nel range di utilizzo si ottiene la stessa d.o. sui radiogrammi. Descrizione operativa: la misura della compensazione per la tensione del tubo si ottiene misurando le densità ottiche a 6 cm di distanza dalla parete toracica di pellicole, ottenute radiografando,con il compressore inserito, a 26, 28 e 30 kv un fantoccio in plexi di 4 cm di spessore. Valori limite: tutte le variazioni di densità ottica devono essere comprese entro il 20%. Periodicità: semestrale Protocollo di riferimento: ITISAN - ANPEQ
10 COMPENSAZIONE AL VARIARE DELLO SPESSORE Obiettivo: controllare se al variare dello spessore del fantoccio si ottiene la stessa d.o. sui radiogrammi. Descrizione operativa: Si espongono alla tensione di 28 kv spessori di 20, 40 e 60 mm di plexi, con compressore inserito, e si misura la densità ottica delle pellicole ottenute. Valore limite: le variazioni di d.o. devono essere comprese entro il 20% rispetto a quella ottenuta radiografando lo spessore di 40 mm. Periodicità: semestrale Protocollo di riferimento: ITISAN - ANPEQ SENSITOMETRIA Obiettivo: la prova permette di verificare indirettamente, attraverso l analisi della curva sensitometrica le condizioni di lavoro della sviluppatrice. Descrizione operativa: lo stumento in dotazione ci calcola direttamente i risultati della curva sensitometrica permettendo una rapida acquisizione dei valori di densità o. di base + velo, densità o. massima, sensibilità, contrasto, velocità relativa e gradiente medio. I Valori limite: base + velo 0.2DO, gradiente medio >2.6, altri valori ± 10% del valore medio di riferimento. Periodicità: settimanale quotidiana nel caso di funzionamento non ottimale. Protocollo di riferimento: ITISAN - ANPEQ APPARECCHI CON I.B. PROTOCOLLI ADOTTATI Per i tubi funzionanti in RX Scopia, oltre alle prove previste per le apparecchiature convenzionali vengono effettuate le seguenti misure: RATEO DI DOSE IN ARIA Obiettivo: questo test permette di valutare la dose ricevuta dal paziente nel corso dell esame Il test si articola in due parti: 1)Rateo di dose all ingresso dell I.B.: Descrizione operativa: il fascio viene filtrato da uno spessore pari a mm 1.5 di Cu per simulare il paziente, il rilevatore viene posto il più possibile vicino al ricettore di immagine. Si registra l intensità di dose fornita dallo strumento per almeno tre misure. Valore limite: dell ordine di 1µGy/s nelle condizioni di kv 1mA 25 cm (IEC ) 2)Rateo di dose alla superficie del paziente: Descrizione operativa: si pone il rilevatore sulla superficie di un fantoccio di 20 cm di H2O e si registrano tre misure. Valore limite :<100 mgy/min sul lato rivolto verso il tubo inclusa la radiaz. retrodiffusa del pz. (IEC ) CORRISPONDENZA TRA CAMPO DI IRRADIAZIONE E CAMPO DI IMMAGINE Obiettivo: Il test permette di verificare se il campo irradiato sia completamente contenuto nel video. Descrizione operativa: si espone l oggetto test e si osserva sul video l immagine ottenuta.
11 Valore limite: il campo di radiazione non deve superare la dimensione della diagonale della superficie di formazione dell immagine di più di 20 mm MINIME DISTANZE FUOCO PELLE Obiettivo: controllare che la DFP sia quella ottimale. Descrizione operativa: si misura la DFP minima utilizzabile. Valore limite: apparecchi mobili:> 30 cm altri :> 38 cm inoltre le DFP non devono essere mai inferiori a: - cm 200 per applicazioni di chirurgia - cm 300 altre applicazioni Protocollo di riferimento:anpeq ESPOSIMETRO AUTOMATICO Obiettivo: Controllare se vi sia o meno compensazione al variare dello spessore del fantoccio. Descrizione operativa: registrare i valori corrispondenti allo spessore del fantoccio. Valore limite: non esiste Protocollo di riferimento:anpeq SCALA DEI GRIGI Obiettivo: verificare la capacità del sistema di distinguere strutture che, sullo schermo compaiono con tonalità di grigio poco differenti tra loro. Descrizione operativa: dopo aver posto il cuneo a gradini più vicino possibile all I.B. si filtra il fascio con filtro di un mm di Cu, si collima il più possibile sino a valutare sul monitor il massimo numero di gradini distinguibili. Si annotano i valori di tensione e di corrente. Valore limite: il numero di gradini distinguibile non deve variare nel tempo. I parametri devono risultare costanti entro i limiti indicati (IEC ) kv±5%, ma±20%. RISOLUZIONE SPAZIALE Obiettivo: valutare i dettagli distinguibili sul video Descrizione operativa: si osserva con il fascio filtrato da una lama di Cu di 1 mm una mira con frequenza di lp/mm adeguata Valore limite: la risoluzione consigliata è 1.2 pl/mm per le apparecchiature nuove, superiore a 0.9 lp/mm per le altre. Nella proca di mantenimento la deviazione rispetto al valore di riferimento non deve essere superiore al 20 % nel numero di coppie di linee.. TEMPORIZZATORE Obiettivo: La segnalazione del raggiungimento di 5 minuti di scopia. Descrizione operativa: si eroga per 5 minuti e si valuta il corretto funzionamento del timer. Controllare se esiste un dispositivo che intervenga automaticamente al superamento di un tempo di scopia integrato non superiore a 10 minuti. Protocollo di riferimento: AAPM - ANPEQ
12 RADIAZIONI INDESIDERATE Obiettivo: prevenire radiazioni non volute o eccessive. Descrizione operativa: verifica funzionale e visiva. Valore limite: presenza indicazione stato di funzionamento e del tubo preselezionato; verifica esistenza ed efficienza degli interruttori di posa. TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA PROTOCOLLI ADOTTATI UNIFORMITA DEL CAMPO Obiettivo: Verificare l uniformità spaziale dei numeri T.C. in un mezzo uniforme. E un metodo per determinare l accuratezza del processo di ricostruzione. Descrizione operativa: Con l ausilio del fantoccio dedicato si fa una scansione della sezione corrispondente al mezzo omogeneo e si misura il valore del numero CT all interno di regioni d interesse individuate al centro ed ai bordi a Valore limite: la differenza tra il numero TAC medio della regione d interesse centrale e delle regioni d interesse di interesse esterne non dovrebbe variare di oltre 2 unità Hounsfield da quelle dei valori di riferimento. Periodicità: trimestrale. RUMORE Obiettivo: Valutare l accuratezza con cui il sistema valuta il livello del rumore nelle immagini in condizioni equivalenti a quelle cliniche. Il rumore statistico è espresso dalla variabilità dei numeri TC relativi ad un oggetto omogeneo e viene valutato mediante la misura della deviazione standard del valore dei numeri TC al centro dell immagine della sezione contenente acqua. Descrizione operativa: Si centra il fantoccio in corrispondenza del mezzo uniforme e si seleziona la regione di interesse al centro del campo d esame e si determina il numero TC medio e la deviazione standard dei pixel della ROI. Valore limite: Il valore del rumore non dovrebbe differire dal valore di riferimento di oltre 0.2 unità Hounsfield Periodicità: trimestrale. SPESSORE DELLO STRATO Obiettivo: Determinare la reale larghezza della slice. Descrizione operativa: Dopo aver acquisito l immagine si valuta la larghezza dello spessore mediante metodiche automatiche che utilizzano la visualizzazione del profilo dei numeri TC. Valore limite: la differenza tra il valore misurato e quello di riferimento non deve differire per più di di ± 1 mm mentre per spessori 2mm di ± 50%. Periodicità: trimestrale.
13 LINEARITA Obiettivo: Valutare l indice di linearità definito come il coefficiente di correlazione lineare della retta determinata dai numeri TC in funzione dei corrispondenti coefficienti di attenuazione lineare dei vari materiali. Descrizione operativa: Dopo aver acquisito l immagine del fantoccio si selezionano regioni d interesse circolari posizionate su ciascuno degli inserti e sull acqua e si determina il numero TC medio. Valore limite: la variazione del coefficiente di correlazione lineare calcolata nel test non deve differire per più del ± 2% del valore di riferimento. Periodicità: trimestrale RISOLUZIONE SPAZIALE Obiettivo: Valutare la più piccola sezione del più piccolo dettaglio che può essere distinto in zone ad alta differenza di densità. Descrizione operativa: selezionare la slice in modo che tutti gli inserti della risoluzione spaziale siano visibili. Valore limite: Periodicità: trimestrale Protocollo di riferimento: AAPM RISOLUZIONE DI CONTRASTO Obiettivo: rappresenta la capacità del sistema di discriminare dal fondo oggetti test caratterizzati da piccole differenze di densità valutabili sulla base della differenza dei numeri TAC degli oggetti stessi. Descrizione operativa: si acquisisce l immagine di un fantoccio test con inserti a basso contrasto. Si misurano le densità H di zone omogenee all interno dei dischi e la densità H di una zona omogenea di acqua. Si calcola il livello effettivo del contrasto come segue: C% = (H disco H acqua)/10. Determinare il diametro del più piccolo inserto visibile nei dischi e moltiplicare il valore del contrasto per il più piccolo inserto visibile onde ottenere il limite di rilevabilità a basso contrasto. Valore limite: non espressamente riportato. Periodicità: trimestrale
14 APPARECCHIATURE DENTALI PROTOCOLLI ADOTTATI VERIFICA DELLA TENSIONE NOMINALE (PRECISIONE) Obiettivo: controllare la rispondenza tra il valore nominale della tensione e quello effettivo. Descrizione operativa: dirigendo il cono distanziatore verso il rilevatore si eseguono cinque misure di tensione mantenendo lo stesso tempo di esposizione. Valore limite: il valore misurato deve essere compreso tra 50 e 70 kv; il coefficiente di variazione non deve essere superiore a 0.1. CEI par ACCURATEZZA DELLA TENSIONE Obiettivo: verificare la corrispondenza tra il valore misurato e quello impostato. Descrizione operativa: dirigendo il cono distanziatore verso il multimetro si eseguono tre misure di tensione scelte tra quelle abitualmente utilizzate. Valore limite: la tensione misurata non deve differire più del 10% da quella nominale.. DOSE IN ARIA E SUA RIPRODUCIBILITA Obiettivo: controllare se eseguendo più esposizioni consecutive il valore della dose resta invariato. Descrizione operativa: si dirige il cono distanziatore verso il rilevatore e si eseguono cinque esposizioni a valori di kv e mas normalmente impiegati. Si calcola il valor medio ed il coefficiente di variazione. Valore limite: valor medio: ad un metro dal fuoco mgy/mas; coeff. di variaz.: inferiore a 0.1. ( CE N. 91- CEI par IEC ) STRATO EMIVALENTE (SEV) Obiettivo: valutare la qualità del fascio erogato dal tubo radiogeno. Descrizione operativa: : con l ausilio del dosimetro con rilevatore allo stato solido che consente il calcolo automatico del SEV, si eseguono le esposizioni necessarie facendo in modo che i filtri coprano per l intero il campo di irradiazione. Valore limite: in accordo con la rab. 20 delle norne CEI PRECISIONE DEL TEMPORIZZATORE Obiettivo: valutare se il tempo impostato è riproducibile. Descrizione operativa: si eseguono tre esposizioni consecutive di un tempo abitualmente utilizzato nel range d uso dell apparecchio. Valore limite: il coefficiente di variazione deve essere non superiore a 0.1. ACCURATEZZA DEL TEMPORIZZATORE Obiettivo: Si valuta la rispondenza tra il valore del tempo impostato e quello effettivo. Descrizione operativa: eseguire tre esposizioni con il valore di tempo più utilizzato.
15 Valore limite :lo scarto tra tempo impostato e quello misurato non deve superare il 20%... DIAMETRO DEL FASCIO ALL USCITA DEL COLLIMATORE Obiettivo: valutare il diametro utile del fascio. Descrizione operativa: si esegue una radiografia esponendo la cassetta ortogonalmente rispetto all asse del fascio mantenendola a contatto con il collimatore Valore limite: il diametro del fascio utile all uscita del collimatore.. RADIAZIONE DI FUGA Obiettivo: valutare un eventuale radiazione di fuga e la sua intensità. Descrizione operativa: eseguire più esposizioni in varie direzioni. Valore limite: inferiore a 0.25 mgy/h. RADIAZIONI INDESIDERATE Obiettivo: prevenire radiazioni non volute o eccessive. Descrizione operativa: verifica funzionale e visiva. Valore limite: presenza del dispositivo che segnala il funzionamento dell apparecchio e del tubo preselezionato, presenza del dispositivo atto ad interrompere l emissione della radiazione, efficienza del degli interruttori di posa e del tipo uomo presente. MISURA DELLA MACCHIA FOCALE (SUPERFICIE D INCIDENZA DEL FASCIO) Obiettivo: verificare se le dimensioni nominali del fuoco, fornite dalla ditta costruttrice, corrispondano a quelle effettive. Descrizione operativa: : esistono diversi metodi di misura, noi utilizziamo il dispositivo PMIII che utilizza fondamentalmente il metodo pin-hole Valore limite: ci si riferisce alla tab. 6 delle norme CEI 62-1 Periodicità: al collaudo e verifica di stato. MINIMA DISTANZA FUOCO-PELLE Obiettivo: verificare che la distanza tra il fuoco ed il paziente non sia inferiore a certi limiti. Descrizione operativa: misurare la distanza tra il fuoco e la fine del collimatore. Valore limite: apparecchi fino a 60 kv: DFP> 10 cm apparecchi con tensioni> a 60 kv: DFP> 20 cm Periodicità: al collaudo e verifica di stato.
16 GIUDIZIO FISICO - MEDICO APPARECCHIATURA: IL FISICO SPECIALISTA ESITO DEI CONTROLLI IL MEDICO SPECIALISTA GIUDIZIO SULLA QUALITA TECNICA DELLA PRESTAZIONE DIAGNOSTICA CONCLUSIONI IL RESPONSABILE DELLE APPARECCHIATURE GIUDIZIO SULL ACCETTABILITA DELL APPARECCHIATURA
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