Sono 3 milioni di persone che ogni anno

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1 Su persone che ogni anno emigrano dalla Serbia verso Occidente e la quota dei laureati è intorno al 10 percento. Ma il dato più preoccupante è che la gran parte dei laureati migranti è costituita da tecnici e ingegneri. La classe politica è debole e non si occupa del futuro dei giovani. Il danno economico per la Serbia è quindi duplice: sul fronte della spesa per l istruzione e sul fronte del mancato sviluppo. Secondo alcune stime si tratta di molti miliardi di dollari. E le prospettive... Cervelli in fuga dalla Serbia TENDENZE di Sanja Lucic Sono 3 milioni di persone che ogni anno migrano dai Paesi poveri verso le nazioni maggiormente sviluppate. I dati vengono forniti dal Population Reference Bureau che si occupa delle migrazioni a livello globale e che mette al primo posto come cause delle migrazioni i motivi economici e le guerre. Si stima che oggi nel mondo vi siano tra 185 e 192 milioni di migranti, ovvero circa il 3% della popolazione globale. Il fenomeno non colpisce solo i Paesi poveri, anzi spesso dai Paesi considerati sviluppati i cittadini si spostano altrove, alla ricerca di migliori condizioni di vita, come emergeva anche dall inchiesta pubblicata su east n.12. In Europa quasi 60 milioni di persone percorrono ogni anno la strada della migrazione. Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) sostiene che è proprio l Europa il continente con il maggior flusso migratorio: le destinazioni più ambite sono Germania, Francia e Gran Bretagna. Al secondo posto si trova l Asia, con 50 milioni di migranti, seguita dagli Stati Uniti. I Balcani contribuiscono ogni anno con migliaia di esseri umani a questi movimenti. La maggioranza proviene dall ex Jugoslavia, colpita negli anni Novanta dalla guerra. Dalla sola Serbia si stima siano migrate tra le 300 e le persone. Il 10% era costituito da individui laureati e altamente qualificati; una vera e propria fuga di cervelli. Il problema è stato molto discusso negli ultimi anni in Serbia, anche perché il fenomeno appare in continua crescita, e quindi allarmante. La Serbia ha attualmente abitanti, con un calo del 2,3% rispetto al 1991; nella zona centrale del Paese. Circa persone comprese tra i 19 e i 30 anni sono disoccupati. In questi ultimi dieci anni i cittadini serbi che risiedono all estero sono aumentati del 36,5%: la fuga di cervelli e di manodopera è da anni identificato come un problema rilevante nei Paesi sorti dalla disgregazione della ex-jugoslavia. Il dato complessivo ci dice che circa 2 milioni di serbi risiedono all estero (vedere l intervista con Marko Lopusina). L istituto per la Politica ed Economia Corbis 203

2 CERVELLI IN FUGA DALLA SERBIA Grazia Neri_AFP Internazionale di Belgrado (IIPE) ha condotto una corposa ricerca sul periodo L indagine ha riguardato scienziati e ricercatori, al massimo quarantenni, e studenti all ultimo anno di università. Il risultato è stato sorprendente: oggi molte più persone rispetto a dieci anni fa vogliono lasciare la Serbia. Un dato che sembra contraddittorio visti i cambiamenti politici in direzione della democrazia seguiti agli eventi drammatici vissuti dal Paese durante i primi anni Novanta. Secondo la ricerca dell Istituto per l Economia e Politica Internazionale, tra le motivazioni che hanno contribuito a non invertire la tendenza vi è l estrema lentezza delle riforme, che ha fatto crollare le speranze di cambiamenti veloci e favorevoli per creare nuovi posti di lavoro e aumentare gli stipendi dopo il Ecco perché, invece di diminuire, il brain drain ha continuato a crescere: alla fine del 2003 più di persone avevano lasciato la Serbia diretti verso i Paesi dell Unione Europea, preferendola a mete più tradizionali come Stati Uniti, Canada e Australia. I dati confermano che le facoltà universitarie di Ingegneria Elettrotecnica, Ingegneria Meccanica e Veterinaria sono le più colpite dal fenomeno: il 50% dei laureati di queste _A partire dagli anni 90 oltre persone altamente qualificate hanno lasciato la Serbia diretti in prevalenza verso i Paesi dell Unione Europea alla ricerca di situazioni lavorative più soddisfacenti facoltà è andato all'estero. Più ridotta il 33% la percentuale di matematici, biologi e chimici. Pochi gli studenti provenienti dalle facoltà di Arte, Economia e Giurisprudenza che progettano un futuro altrove. L Italia è una delle mete preferite dai giovani serbi. I dati ISTAT del 2006 parlano di individui provenienti dalla Serbia e dal Montenegro. Nelle università italiane, sul totale dei studenti iscritti alle varie facoltà, quasi il 5% non è di nazionalità italiana. A fronte di un incremento complessivo del numero di iscritti nelle facoltà italiane (8,6%) gli studenti stranieri iscritti nel 2006 è stato pari al 65,9%: un vero e proprio boom. In quasi tutte le università italiane la nazione più rappresentata è l'abania, con una quota del 24,9%, seguita da studenti provenienti da Grecia, Romania, Camerun e Serbia. Viene così confermato che l area dei Balcani, dal 1990 a oggi, è stata la principale esportatrice di studenti verso le università italiane. Dalla 204

3 TENDENZE Contrasto/Anzenberger _Gli studenti migliori, già durante gli studi, si preparano a lasciare il Paese una volta laureati, trovando vari seminari, master post-laurea e specializzazioni all estero. Il brain drain è destinato a crescere Serbia sono arrivati giovani ad alto tasso di scolarità. L Università di Belgrado, una delle quattro università del Paese, dalla sua fondazione nel 1838, ha laureato studenti di cui hanno conseguito un master, un dottorato e studenti si sono specializzati in altre materie. L Unione Studentesca dalla Serbia (SUS) ha svolto nel 2006 un sondaggio tra gli studenti di tutte le università circa le loro aspettative per il futuro. L inchiesta ha rivelato che gli studenti migliori, cioè con una media superiore a 8,5/decimi, già durante gli studi si preparano a lasciare il Paese una volta laureati, trovando vari seminari, master post laurea e specializzazioni all estero. Il principale motivo di questa decisione è la mancanza di fiducia nei cambiamenti della Serbia. Molti altri dati sono scoraggianti: il 18% dei giovani tra 18 e 27 anni ha già deciso di trasferirsi all estero. Il fenomeno appare molto grave se si considera che diversi studi mostrano che nei Paesi avanzati l aumento del capitale umano è responsabile di una importante fetta della crescita economica. Negli Stati Uniti un terzo della crescita nel reddito pro-capite fino a oggi è dovuto alla maggiore istruzione. Quanto costa il brain drain La Serbia a partire dalla metà degli anni 90 ha quindi perso un ingente capitale umano con oltre persone altamente qualificate che hanno lasciato il Paese. I laureati sono la quota di forza lavoro che promuove la ricerca, l innovazione e l imprenditoria. La costante perdita di cervelli può avere quindi conseguenze gravi per la crescita del Paese: diminuisce il potenziale per le riforme e per i cambiamenti, cioè i giovani, che sono i soggetti migliori per creare una società di qualità, basata su un buon livello d istruzione, sulle conoscenze che potrebbero portare il Paese fuori dal buio. C è anche un calcolo economico: con la fuga di cervelli il Paese perde il capitale che i cittadini serbi hanno investito nell istruzione, attraverso le tasse: un capitale stimato in quasi 12 miliardi di dollari. La classe politica è debole e non si occupa del futuro dei giovani, quelli che essendo qualificati 205

4 CERVELLI IN FUGA DALLA SERBIA sarebbero anche i promotori dei cambiamenti. I giovani se ne vanno perché non hanno un lavoro anche se si sono laureati. Come se non bastasse, c'è poi il problema dello stipendio, troppo basso per riuscire a coprire i costi della vita, una casa propria od anche in affitto. Ma c'è anche il cruccio di non avere scarse possibilità di avanzamenti in carriera. I dati dell istituto per la Politica ed Economia Internazionale di Belgrado fotografano le motivazioni al cambiamento: Maggiori possibilità di lavoro 9,49% Avanzamenti di carriera 23,26% Maggiori possibilità di ulteriori titoli accademici 9,96% Risoluzione dei problemi legati all abitazione 11,63% Altri motivi 19,41% Alcuni mesi fa in Serbia è uscito il libro, ormai bestseller, dell'economista Mile Davidovic Come andare e rimanere all estero. Il libro che come recita lo slogan pubblicitario per soli 600 dinari potrebbe cambiarvi la vita contiene informazioni sui 40 Paesi che più interessano i serbi. La svolta? Fra dieci anni Negli ultimi 10 anni, come detto, la Serbia ha esportato quasi il 16% della propria popolazione, la percentuale più alta tra tutti i paesi in transizione. Il 60% di queste persone ha trovato impiego negli Stati Uniti, il 30% in Europa. Il professor Vlastimir Matejic, docente all'università di Belgrado, si occupa del fenomeno del brain drain e sostiene che i giovani scienziati non pensano di tornare se non hanno la prospettiva di guadagnare uno stipendio di almeno euro, cifra apparentemente irraggiungibile in un Paese dove il salario medio è di 250 euro al mese. Il professor Matejic calcola che se i cervelli in fuga fossero rimasti in Serbia avrebbero portato al Paese un guadagno di 10 miliardi di dollari. La Serbia, afferma, sarà un posto interessante per viverci tra 10 o 15 anni e solo dopo il 2010 ci si potrà aspettare un freno al fenomeno della fuga dei cervelli. Il governo di Belgrado ha investito 55 milioni di euro per lo sviluppo dell istruzione, indebitandosi con la Banca europea per gli investimenti per altri 25 milioni di euro. Decisione in qualche modo obbligata visto che Bruxelles chiede investimenti nella scuola per facilitare l avvicinamento della Serbia al consesso europeo. È una situazione paradossale: il governo serbo finanzia l istruzione di giovani scienziati e laureati (si stima che ogni laureato costi tra 100 e 300 mila euro, inclusa la casa, l assicurazione medica ecc.) che andranno poi a produrre ricchezza all estero. Quale nuova politica Manca una politica nazionale che miri al rientro di questo contingente. La Serbia avrebbe tutto l interesse a mostrare più attenzione verso i suoi studenti all estero, Lopusina: migranti da sempre Marko Lopusina, giornalista e scrittore, parla dei suoi concittadini che vivono all'estero nel libro La storia illustrata della diaspora serba. E ricorda che le migrazioni del popolo serbo fanno parte della storia da sempre. Il processo di apertura della Jugoslavia comunista durante gli anni Sessanta e la sua collaborazione con i Paesi dell Europa Occidentale, bisognosi di manodopera qualificata ma a basso costo, ha prodotto massicce migrazioni. In questo modo, d altronde, la ex Jugoslavia gestiva anche così il problema della disoccupazione. Da allora a oggi, per fare qualche esempio, più di calciatori, giocatori di basket e altri sportivi sono andati a vivere all estero. Oggi le nazioni con il maggior numero di serbi sono Canada, USA e Australia: in

5 TENDENZE perché sono persone istruite, il loro contributo è prezioso, potrebbero fornire contenuti scientifici e tecnologici provenienti dai Paesi più sviluppati. Oggi le conoscenze sono merce preziosa, sottolinea Vladimir Grecic che sta per pubblicare la ricerca Nuove strategie di utilizzo delle menti dalla diaspora. Il testo propone una collaborazione tra il Paese d origine e i migranti. Si tratta di collegare tra loro scienziati di varie materie che, tramite internet, si possono aiutare a vicenda. Per ora il progetto riguarda soprattutto alcuni scienziati serbi negli Stati Uniti e in Germania. Insomma un network internazionale con i migliori cervelli emigrati all estero, vogliosi di aiutare la loro patria con soluzioni, suggerimenti, consigli, alle varie istituzioni. Di tanto in tanto potrebbero condividere la loro conoscenza con lezioni in università e nelle aziende. Il programma potrebbe poi completarsi includendo offerte economiche in grado di allettare il ritorno dei talenti. Il futuro per la Serbia potrebbe, infatti, essere interessante: secondo la Banca Mondiale la nazione balcanica continua a migliorare le condizioni per il business salendo dal 92 al 68 posto della graduatoria di 175 Paesi, come scritto nel rapporto 2007 business. In questa classifica solo la Slovenia, fra le ex Repubbliche jugoslave, batte la Serbia. L agenzia per gli investimenti esteri in Serbia (Siepa) sottolinea che il Paese vive una crescita economica continua, che l'economia è stabile, che c è la fiducia degli investitori trainata da una manodopera competitiva, migliore e una più diffusa conoscenza della lingua inglese rispetto a Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria e Ungheria. Anche l imposizione fiscale sull'utile aziendale, da sempre un interessante driver degli investimenti, segna un punto a favore della Serbia figurando con il tasso d imposta 10% più basso d Europa (Ungheria 16%, Polonia 19%, Bulgaria 19,5%, Croatia 20%, Repubblica Ceca 28%). Nel lungo periodo tutto ciò potrebbe non solo portare sempre più investitori esteri a Belgrado, ma anche spingere i talenti serbi a tornare in patria. Vladimir Grecic, vicedirettore dell IIPE, sottolinea che instaurare e migliorare la collaborazione fra gli esperti serbi all'estero è un compito prioritario. Perché a decidere il trend della fuga dei cervelli nel futuro sarà la legge della domanda e dell'offerta: il bisogno delle nazioni straniere di importare intelligenze e la capacità delle autorità di Belgrado di sviluppare la scienza e l economia per migliorare la società serba. totale, negli ultimi 10 anni, persone. Solo in Canada sono emigrati 430 manager, scienziati, ingegneri e matematici, 480 laureati in scienze sociali e circa 600 medici e infermiere. Come chiamarla se non fuga dei cervelli, spiega Marko Lopusina. In quale Paese c è il maggior numero dei serbi secondo le sue ricerche? Negli USA, dove siamo presenti da 200 anni: siamo circa E in Europa? In Germania: quasi Di che cosa si occupano i serbi all'estero? Per la maggior parte sono operai. Il 10% sono imprenditori. Il 5% si può definire benestante. Quanti di loro sono laureati? Dei 2 milioni e mezzo di serbi all'estero intorno ai sono laureati. Hanno piani per tornare in Serbia? Tutti sono andati via per tornare una volta diventati ricchi. Solo che questo percorso verso la ricchezza dura da 200 anni in USA e Australia, addirittura da quattro secoli in Russia e Ungheria. Quanti serbi vivono in Italia? I dati in mio possesso dicono intorno a