Economia del Lavoro. Capitolo 8 2 Borjas. La mobilità del lavoro
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- Mauro Renzi
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1 Economia del Lavoro Capitolo 8 2 Borjas La mobilità del lavoro - 1 US paese molto mobile: tra il 2003 e il 2004, il 2,8% della popolazione si è trasferita tra nello stesso stato e un altro 2,6% tra stati diversi. Molti studi hanno tentato di determinare se la dimensione e la direzione di questi flussi migratori sono coerenti con la nozione che i lavoratori migrano in cerca di migliori opportunità d occupazione. Mettono in relazione il % di migrazione tra due regioni alle variabili come salari e % di disoccupazione e a misure dei costi della migrazione 2 1
2 Italia: la mobilità interna è stata sempre collegata ai differenziali di opportunità lavorative che il Nord offriva ai lavoratori del Mezzogiorno. I livelli di mobilità in Italia anche nei periodi dei grandi flussi migratori verso il Nord sono sempre stati molto inferiori che negli US: erano 0,32% negli anni Sessanta e sono scesi a 0,2% negli anni Novanta. 3 L impatto delle variabili specifiche delle regioni sulla migrazione La probabilità della migrazione è sensibile al differenziale di reddito tra la destinazione e la provenienza: 10 punti % del differenziale salariale tra gli stati di destinazione e provenienza probabilità di migrazione di 7 punti % circa => correlazione positiva tra condizioni di occupazione e probabilità di migrazione. 10 punti % del % di crescita dell occupazione nello stato di origine probabilità di migrazione del 2% circa => correlazione negativa condizioni di occupazione paese di origine e probabilità di migrazione. 4 2
3 Un (raddoppio) della distanza il % di migrazione del 50% circa => correlazione negativa probabilità di migrazione e distanza=misura dei costi della migrazione. CONCL.: i lavoratori si trasferiscono nelle regioni in cui massimizzano il PV dei guadagni di tutta la vita. California: periodo post - bellico, attirò molti lavoratori dagli altri stati. Dal 1990 al 1993 (ridimensionamento industria della difesa) l occupazione di posti di lavoro => % disoccupazione al 9,1% (vs. % nazionale del 7,0%): direzione di flusso migratorio vs. resto del paese subì un inversione di tendenza trasformando la California in fonte di immigrati interni, piuttosto che destinazione. 5 Italia: nel secondo dopoguerra ha avuto una grande emigrazione da Sud e Nord Est verso il più industrializzato Nord Ovest, che è al del reddito e della ricchezza delle aree di origine: Nel 1961 il reddito pro capite al Nord Ovest era 136 e 67 nel Sud e Isole (media nazionale 100); nel 1971 il differenziale scese a 128 a Nord Ovest e 73 a Sud e nelle Isole mentre nel 1980 il differenziale di reddito arrivò a meno del 60%... Sempre molto elevato! 6 3
4 Infatti il dibattito italiano sulla migrazione interna non si è concentrato solo sui flussi attesi Sud Nord (facilmente spiegabili dati i differenziali di opportunità lavorative), ma sulla sua nonostante persistessero differenziali di reddito e di opportunità lavorative: % disoccupazione al Sud era doppio di quello del Nord. Domanda: come mai i lavoratori del Sud non emigrano più né all estero né all interno? 7 1. trasferimenti di reddito, lavori nel settore informale, diverso costo delle abitazioni ed esternalità familiari permettono una più elevata qualità della vita che scoraggia la mobilità anche in presenza di consistenti differenziali salariali 2. cambiamento nella composizione del flusso di lavoratori dal Sud al Nord, ora qualificati, mentre in precedenza si trattava solo di lavoratori manuali. 8 4
5 L impatto delle caratteristiche del lavoratore sulla migrazione Oltre ai redditi medi negli stati di provenienza e di destinazione giocano un ruolo importante nelle decisioni di migrazione anche le caratteristiche demografiche dei lavoratori: età e istruzione L immigrazione è molto comune tra i lavoratori più giovani e più istruiti. Fig. 8.1: 1. Relazione età-probabilità di migrare in un dato anno Probabilità di migrare nella vita lavorativa dal 7% dei laureati a vent anni all 1% per i laureati cinquantenni. anziani non si trasferiscono: l immigrazione è un investimento in k umano, che non recupererebbero. 9 L impatto delle caratteristiche del lavoratore sulla migrazione Fig. 8.1: 2. Relazione istruzione-probabilità di migrare in un dato anno Esiste una correlazione positiva tra il grado d istruzione del lavoratore e la probabilità di migrare: i laureati si trasferiscono più dei diplomati, forse per la maggior facilità degli istruiti a conoscere le opportunità di mercati del lavoro alternativi, riducendo i costi della migrazione; la regione geografica che costituisce il mercato del lavoro per i lavoratori istruiti è più grande di quella dei lavoratori meno istruiti (e.g. professori universitari vendono loro competenze in mkt nazionale o anche 10 internazionale). 5
6 La migrazione geografica migliora la qualità dell incontro tra lavoratori e imprese: i dati dicono che i lavoratori guadagnano molto dalla migrazione, un aumento di salario del 10% la migrazione interna riduce anche il differenziale salariale tra regioni e migliora l efficienza del mercato del lavoro, i salari tra aree convergono in parte proprio a causa dei flussi migratori interni. 11 La probabilità di migrare tra gli stati nel periodo per età e grado d istruzione Relazione Età e probabilità che un lavoratore emigri in un dato anno:la probabilità diminuisce nella vita lavorativa. Il 7% dei laureati a vent anni si trasferisce da uno stato all altro ma la probabilità va all 1% per i laureati cinquantenni. I lavoratori più anziani non si trasferiscono: l immigrazione è un investimento in capitale umano, non recuperano l investimento, diminuiscono i guadagni netti della migrazione e si abbassa la possibilità di emigrare. Esiste una correlazione positiva tra il grado d istruzione del lavoratore e la probabilità di migrare. i laureati si trasferiscono più dei diplomati forse per la maggior facilità degli istruiti a conoscere 12 le opportunità di mercati del lavoro alternativi, riducendo i costi della migrazione. 6
7 Ritorni e migrazione ripetuta Il lavoratori appena emigrati sono più disposti a ritornare indietro = flussi di emigrati di ritorno Negli US la probabilità che un immigrato ritorni indietro entro un anno = 13% circa e che si trasferisca in un altra località = 15%. Due fattori possono generare flussi di ritorni e di migrazione ripetuta: pla decisione di migrare era un errore pil lavoratore si trova peggio di quel che si aspettava e cerca di correggere questi errori. => Ritorni e migrazione ripetuta potrebbero essere 13 il percorso della carriera che max.zza il PV dei guadagni nel ciclo di vita, anche senza incertezza sul lavoro. Gli individui che si trasferiscono molto lontano probabilmente hanno informazioni imprecise sulle reali condizioni economiche della destinazione, aumentando la probabilità che il trasferimento originale sia un errore e renda più probabile i ritorni e la migrazione ripetuta. Anche le persone molto istruite sono più disposte a intraprendere una migrazione ripetuta (coerente con l hip. che le competenze acquisite in una particolare località possono essere vendute in modo redditizio in un altra). 14 7
8 Perché esiste così poca migrazione? In Europa, ove il % di mobilità interna sia all interno dei paesi sia tra i paesi europei è molto limitata. In Italia, dopo l elevata mobilità internazionale e nazionale, la mobilità interna è limitatissima nonostante alti differenziali di salari attesi, ossia di reddito per la probabilità di trovare lavoro: In Italia il 94% dei lavoratori non cambia regione di residenza nonostante il differenziale di PIL pro capite tra il Sud e le altre aree del paese raggiunga il 60%. 15 In Europa, dopo iniziale convergenza della crescita e dei differenziali di reddito pro capite che spiegano la riduzione della migrazione interna, il persistere di differenziali non è accompagnato da corrispondenti movimenti di lavoratori. La domanda vale anche per gli US che sono, rispetto all Europa, un paese molto mobile (nel 2002 la mobilità tra stati Europei dei residenti era -0.1%, tra stati negli US 3.1%), ma dove il volume della migrazione interna non è sufficiente a rendere completamente uguali i salari tra le regioni (solo metà del divario tra due regioni sparisce dopo 30 anni). 16 8
9 Il modello del k umano risponde: i costi della migrazione devono essere molto alti. Nel 2003 il guadagno medio annuale di un lavoratore a Porto Rico era $ e $ negli Stati Uniti. I Portoricani sono cittadini US per nascita, non esistono restrizioni legali che limitano l entrata negli Stati Uniti. Il divario di reddito ha indotto circa una quarto della popolazione di Porto Rico a migrare negli Stati Uniti negli ultimi 50 anni. Ma il 75% dei portoricani ha scelto di non emigrare. 17 Sia w PR il salario a Porto Rico e w US negli Stati Uniti. Per semplicità, facciamo l hip. che questi salari siano costanti nel corso della vita. Se le somme delle equazioni hanno molti termini (il lavoratore continua a vivere in teoria per sempre), possiamo scrivere il PV scontato come: 1( ) rw PV PR r PR e 1( ) rw PV US r US 18 9
10 Secondo il modello del k umano un lavoratore è indifferente tra trasferirsi e rimanere se i guadagni scontati del trasferimento sono uguali ai costi di migrazione: 1( r)( wus w PR ) M r quanto grande deve essere M per rendere il lavoratore indifferente Riarrangiamo l equazione dividendo entrambe le parti per w PR e definendo π = M/w PR : la variabile π dà la quota di un salario del lavoratore di Porto Rico che 19 è spesa per i costi della migrazione. Possiamo riscrivere l equazione come: 1( r )( w w ) r w US PR PR Il rapporto (w US w PR )/w PR 1,2 circa: un lavoratore può aumentare il suo reddito del 120% emigrando negli US. Se r= 5%, la parte sinistra dell equazione=25: i costi della migrazione per uno che è indifferente tra migrare negli Stati Uniti o rimanere a Porto Rico sono 25 volte il suo salario
11 Quali sono questi costi? Il portoricano marginale attribuisce un utilità elevata ai piacevoli aspetti sociali e culturali di rimanere nel luogo di nascita. I costi della migrazione sono probabilmente più elevati nella migrazione internazionale (restrizioni legali e differenze più grandi di lingua e cultura). Sebbene la migrazione interna aumenti l efficienza del mercato, è probabile che i guadagni siano limitati: i differenziali salariali regionali persistono perché il flusso di immigrati non è sufficientemente ampio
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