I PRIMI PALAZZI ( A.C.)

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1 LA CIVILTÀ MINOICA PROF. VINCENZO BARRA

2 Indice 1 LA RISCOPERTA I PRIMI PALAZZI ( A.C.) I SECONDI PALAZZI ( A.C.) BIBLIOGRAFIA di 11

3 1 La riscoperta Nel centro del Mediterraneo orientale sorge Creta, grande isola dalla forma allungata. Nel XIX secolo Creta era stata quasi del tutto dimenticata dagli europei, che la visitano di passaggio sulla via che porta ad Atene ed in Oriente. Oltre che per le meraviglie della natura e dei paesaggi pittoreschi, dunque, ben poco rimaneva se non i resoconti degli antichi autori. Inoltre l isola, pur essedo la Grecia indipendente dal 1830, rimase parte dell Impero ottomano fino al Ad ogni modo nella seconda metà dell Ottocento i principali istituti di ricerca europei avevano già iniziato i propri scavi nella terra che l archeologo italiano Paolo Orsi definiva nel 1890 «terra famosa nell Antichità ma sconosciuta per gli archeologi». L interesse per l isola fino ad allora trascurata divenne sempre più vivo fino al principio del Novecento, soprattutto in conseguenza alle clamorose scoperte di Heinrich Schlienmann prima a Troia nel 1870 e poi a Micene nel 1874, in seguito alle quali gli archeologi pensano di trovare le vestigia della Creta dalle novanta città narrata da Omero nel Libro XIX dell Odissea. Gli scavi in grande scala, però, erano scoraggiati dai cretesi che, finché durava l occupazione ottomana temevano che i turchi si sarebbero impadroniti dei reperti e dei tesori scoperti. Solo dopo l ultima rivolta indipendentista e l autonomia conquista nel 1898 la situazione si sarebbe effettivamente sbloccata, e nel 1900 inizieranno gli scavi a Cnosso, la capitale omerica dell isola. Il 23 marzo del 1900 Evans avrebbe iniziato quegli scavi che in soli sei anni avrebbero portato ala luce i resti di un enorme palazzo di 3mila metri quadrati e avrebbero cambiato la storia dell archeologia e della preistoria greca: Gli scavi di Evans sono una avvenimento capitale nella storia dell archeologia: ci rivelano una civiltà ancora più ricca e progredita di quella che ci era stata svelata dalle scoperte di Schlienmann e danno il colpo 3 di 11

4 di grazia a tutte le teorie che attribuiscono ai fenici un ruolo predominante tra le antichissime civiltà dell arcipelago. 1 Evans pensava, ad ogni modo, di portare alla luce il palazzo miceneo di Cnosso, sulla scorta delle scoperte grandiose sul continente. Inizialmente le scoperte archeologiche sembrano confermarlo in questa convinzione, ma ben presto egli dovette cambiare idea e ricredersi: il palazzo di Cnosso non era miceneo perché aveva dei caratteri profondamente diversi. Innanzitutto il palazzo non era fortificato, non aveva nulla della austera aria marziale dei palazzi di Micene o di Pilo; inoltre non si trovavano tombe di eroi o guerrieri; anche la ceramica era diversa. Si rese perciò conto di trovarsi davanti ad un'altra cultura, una civiltà autoctona, precedente e indipendente solamente in seguito sconfitta ed assimilata dai Micenei. Evans decise di chiamare quella nuova civiltà, che capì essere del tutto originale, minoica, dal nome del mitico re Minosse, antico re di Creta secondo la tradizione classica e costruttore del grande labirinto. 1 Salomon Reinach, di 11

5 2 I primi palazzi ( a.c.) Già nel Neolitico vi erano a creta dei centri urbani di discreta importanza, ma un momento decisivo fu il Bronzo Medio, tra il 2200 e il 2000 a.c. Fu allora, infatti che si passò dai grossi villaggi fondati su una economia agricola e sull allevamento, ad una società urbana vera e propria, con una architettura pianificata e con al centro la struttura che chiamiamo il palazzo, cioè un imponente edificio a pianta geometrica che sorgeva nel cuore della città. Ancora oggi non sappiamo chi fu a ideare i palazzi né se essi furono il frutto di una evoluzione tutta locale o piuttosto della influenza delle città del Vicino Oriente. Il palazzo era caratterizzato fin dalla sua prima comparsa dall essere una struttura particolarmente complessa, con una serie di vani e ambienti che si articolano intorno al cortile centrale, a pianta rettangolare. Esso si distribuisce su più piani a cui si accede attraverso grandi scale di pietra, ed i piani più bassi sono illuminati attraverso dei pozzi luce. La costruzione è imponente, con pavimenti lastricati e grandi stanze con colonne e porte massicce. Alcune alle del palazzo sono adibite ad abitazione, altre a magazzini, con sale di rappresentanza e di ricevimento sontuosamente decorate, altre ancora a botteghe artigiane. Il palazzo, dunque, è quasi una città nella città, economicamente indipendente. Del sistema politico sappiamo molto poco, ma si intende bene come sia dal punto di vista economico che amministrativo il sistema di governo del palazzo doveva essere fortemente centralizzato e burocratizzato, a giudicare anche dai copiosi archivi reperiti e dai magazzini con le merci inventariate e dotate di sigilli. I sigilli servono anche per controllare l entrata e l uscita dal palazzo delle merci ed anche le persone sono accuratamente censite. 5 di 11

6 Gli artigiani specializzati vivono con le loro famiglie tra le mura del palazzo, dove anche hanno le botteghe e lavorano, con il compito di fornire di beni di lusso la classe dirigente del palazzo. Le donne godono di un rispetto di una autonomia e di una indipendenza del tutto inedite nelle civiltà antiche, e che non avranno né presso i Micenei né presso i Greci dell età storica. Quello dei palazzi è un mondo complesso e sofisticato, in cui, come nelle grandi civiltà orientali, si conosce la scrittura, su supporti di pietra o di argilla, composta da segni sillabici e geroglifici: la cosiddetta Lineare A. Sfortunatamente, però, questa scrittura è rimasta non decifrata, perché non appartiene a nessuno dei ceppi delle lingue indoeuropee o semitiche conosciute, ma sulla scorta di quanto appreso dagli scritti successivi micenei in Lineare B, si suppone che ragionevolmente che siano per la maggior parte documenti di contabilità e amministrativi. Politicamente, Creta era divisa in regioni governate ognuna da un palazzo, ma non sappiamo se vi fosse un unico re ( minos da cui il re Minosse della tradizione) oppure se vi fossero più figure di monarca. Ad ogni modo l assenza di fortificazioni fa risaltare come la società minoica avesse risolto i problemi di potere e di spartizione di risorse e del territorio, e la lunga pace di cui godette si dovette rivelare uno dei più importanti fattori di prosperità e di benessere. Dediti fondamentalmente al commercio, e probabilmente anche alla pirateria come attestato dalla tradizione fin dai tempi omerici, i Minoici furono abilissimi marinai. Essi furono spinti dalla assenza di metalli sull isola a procurarsene nei paesi vicini, in modo particolare per cercare il rame. Motivi economici dunque li spinsero a colonizzare il Peloponneso, la Laconia, l Attica e fino in Beozia, mentre sono ben documentati i contatti con le civiltà orientali mesopotamiche ed egiziane. Improvvisamente, verso il 1700 a.c., i palazzi cretesi furono rasi al suolo da un terremoto o da disordini interni, dato che in questo momento storico alcuni palazzi avevano iniziato a 6 di 11

7 fortificarsi. Il periodo di distruzione, comunque, non durò a lungo e presto sarebbero stati costruite altre costruzioni palaziali ancora più grandiose e sarebbe iniziata l era dei secondi palazzi. 7 di 11

8 3 I secondi palazzi ( a.c.) L epoca dei secondi palazzi fu quella dell apogeo della civiltà minoica, caratterizzata dal rinnovato clima pacifico (sulle raffigurazioni il tema della guerra è completamente assente, così come mancano le tombe di guerrieri), dalla grande ricchezza e prosperità e dalla crescita della popolazione. Venne implementato il commercio marittimo e le merci cretesi erano esportate in quasi tutto il Mar Egeo, mentre la colonizzazione si ampliò fino a comprendere anche l isola di Rodi e le coste dell Asia Minore. L isola di Creta era governata da quattro grandi palazzi: quello di Festo nell interno, quello di Mallia sulla costa nord-orientale, quello di Zakro a sud est dell isola, e quello di Cnosso che è il principale, essendo più grande di almeno il doppio rispetto agli altri palazzi. Ad ogni modo in questo periodo sorgono ricche dimore ed abitazioni, una sorta di palazzi minori, anche al di fuori delle zone dei quattro grandi palazzi, nelle zone rurali e non solo in quelle urbanizzate. L organizzazione politica, come per il periodo precedente, non è nota anche se è probabile, vista l importanza del palazzo di Cnosso, che questa città godesse di un certo predominio nell isola e sugli altri palazzi. I contatti con le potenze orientali si intensificarono, così come i commerci e la colonizzazione. I Greci parlarono di vera e propria talassocrazia minoica, cioè di dominio marittimo esercitato dai cretesi, un dominio non solo e non tanto commerciale ma un controllo militare vero e proprio delle vie del Mare Egeo e delle terre che vi si affacciavano. La religione è un punto altrettanto oscuro e controverso, dato la mancanza di documenti scritti per noi intellegibili. Le cerimonie spesso raffigurate negli affreschi rimangono per noi di scarso significato perché mancano gli elementi per comprenderle profondamente. Si è ipotizzata 8 di 11

9 l esistenza di una divinità femminile a capo del pantheon cretese, ma la questione non può essere ancora risolta con certezza. Questo perché mancano raffigurazioni esplicite di divinità, ed anche nella religione i Minoici raffigurano sempre il punto di vista degli uomini e non quello degli dei come accadrà invece in Grecia. E tuttavia certo che i cretesi veneravano i luoghi naturali, facendo di grotte, sorgenti e monti dei veri santuari. Alcuni luoghi di culto sono riconoscibili anche nell ambiente urbano, all interno dei palazzi, con decorazioni di asce e doppie corna e raffigurazioni di serpenti. Così come pare accertato che in questi luoghi di culto si sacrificassero animali e, nei momenti di peggior crisi, anche esseri umani. Verso il 1450 un ondata di distruzione si abbatte su Creta e ne distrugge irrimediabilmente tutti i palazzi ed i siti tranne quello di Cnosso. Restano un mistero le circostanze che provocarono l immane sciagura, in seguito alla quale l evoluta e raffinata civiltà minoica fu travolta e distrutta. Sino a pochi anni fa si pensava che l esplosione del vulcano dell isola di Tera, che ne fece sprofondare in mare la parte centrale, potesse essere la spiegazione della crisi e della fine della civiltà cretese. Tanto più che le ceneri di quella esplosione vulcanica, che dovette essere realmente spaventosa, sono state trovate persino nel delta del Nilo in Egitto. Dopo accurata indagine, però, si è scoperto che questa eruzione si verificò nel XVI o XVII secolo, e quindi non può avere nulla a che fare con la scomparsa dei Minoici. I dati archeologici, invece, testimoniano come molti dei siti distrutti furono rioccupati subito dopo dai Micenei, come Ceo, Mileto e Rodi. Altri siti invece, come a Citera, furono ripopolati dai Micenei solo cento anni dopo la distruzione dei Minoici. Gli indizi archeologici, comunque, ci suggeriscono che si può essere trattato di una vera invasione dei Micenei, che conquistarono Creta ad eccezione di Cnosso, che forse ne aveva sollecitato l intervento nel paese. Infatti il palazzo di Cnosso fu l unico a sopravvivere, fin quando nel 1375 a. C. fu abbandonato forse a seguito di un terremoto. Questo avvenimento segnò il passaggio ad una isola di Creta divenuta oramai 9 di 11

10 completamente micenea: da questo momento la civiltà presente a Creta sarà identica in tutto a quella esistente sul continente greco, e gli storici considerano la stessa Creta come facente parte della civiltà micenea. 10 di 11

11 Bibliografia AYMARD AUBOYER, L Oriente e la Grecia antica, Edizioni Casini, Firenze 1955 LORENZO BRACCESI, Guida allo studio della storia greca, Laterza, Roma-Bari 2005 GIUSTO MONACO, MARIO CASERTANO, GIANFRANCO NUZZO, L attività letteraria nell antica Grecia, Palumbo, Firenze 1992 CLAUDE MOSSÉ, ANNIE SCHNAPP GOURBEILLON, Storia dei Greci, Carocci, 1997 DOMENICO MUSTI, Introduzione alla storia greca, Laterza, Roma-Bari di 11