TECNICA, PROFESSIONE E SOCIETÀ

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1 TECNICA, PROFESSIONE E SOCIETÀ ID_2/2017.indd 58 19/06/17 15:11

2 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO La situazione in Italia Fabio DEZI L e migrazioni sono fenomeni sociali antichi che risalgono agli albori dell umanità e consistono in spostamenti verso aree diverse da quelle di origine. Questo è causato dal diverso grado di benessere tra il paese di destinazione e quello di partenza in ragione dei cosiddetti elementi di attrazione -pull factor- (es. possibilità di lavoro o di istruzione) e di espulsione -push factor- (es. carestie o discriminazioni razziali). Appare evidente, pertanto, come le cause alla base dei flussi ID_2/2017.indd 59 migratori possano derivare sia da decisioni assunte in libertà dagli individui, sia da eventi contro la volontà degli stessi. Ad oggi, l Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che al mondo ci siano più di 244 milioni di migranti1. Di questi, circa 65,3 milioni risultano essere stati sfollati con la forza, quindi contro la propria volontà. Nello specifico 21,3 milioni sono classificati come rifugiati, 40,8 milioni come sfollati interni e 3,2 milioni come richiedenti asilo2. I rifugiati e 19/06/17 15:11

3 Rifugiati e richiedenti asilo in Italia un fenomeno che ha un forte impatto etico e sociale e che è accompagnato da false credenze, pregiudizi, incomprensioni e più in generale da una grave disinformazione. A tal fine si procederà con la definizione dei termini di rifugiato e richiedente asilo; si analizzeranno le principali statistiche italiane ed europee; si affronterà la normativa di settore con cenni in merito al sistema nazionale di protezione adottato dal 2001, per terminare con alcune considerazioni e riflessioni. Foto ONU i richiedenti asilo in linea di massima sono persone che abbandonano i loro paesi di origine o le loro aree di residenza a causa di lotte e guerre civili, per discriminazioni politiche, razziali, religiose o di genere. Gli sfollati interni sono coloro che sono costretti a spostarsi per conflitti o cause naturali all interno della propria nazione. Sicuramente, rispetto agli oltre 7 miliardi di abitanti del pianeta, tali numeri -gli sfollati con la forza- possono risultare esigui (appena il 9 per mille), ma appaiono inaccettabili per la comunità internazionale se considerati in termini di singoli esseri umani e alle sofferenze che tali individui si trovano ad affrontare. Nel presente articolo sarà analizzato il quadro giuridico internazionale e nazionale di riferimento in merito ai rifugiati e ai richiedenti asilo. Attraverso un breve excursus storico saranno evidenziate le correlate criticità di STATUS DI RIFUGIATO E DI RICHIEDENTE ASILO Per determinare se una persona soddisfa i requisiti per essere considerato rifugiato, ci si affida alla Convenzione di Ginevra del 1951, che fornisce la seguente definizione: chiunque, per causa di avvenimenti anteriori al 1 gennaio 1951 e nel giustificato timore d essere perseguitato per la sua razza, la sua 60

4 al di fuori dell Europa. Un emendamento del 1967 rimosse tali clausole dando così applicabilità generale della convenzione. Lo status di rifugiato, quindi, può essere determinato su base individuale o, in alcuni casi in cui una popolazione perseguitata fugga in massa, può essere attribuito anche in virtù dell appartenenza a un gruppo etnico. Alla fine degli anni Sessanta, dopo un periodo di decolonizzazione, insurrezioni e cambiamenti nei regimi in Africa, è stata redatta la Convenzione del Foto ONU religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure a chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori del suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi. Il contesto qui espresso è la presenza di una minaccia per la vita dell individuo, il quale deve già trovarsi al di fuori del proprio paese d origine, e non può tornare al sicuro nella patria natia. La definizione della Convenzione del 1951 presentava inizialmente alcuni inconvenienti per via di clausole di tempo e di luogo, che limitavano lo status di rifugiato alle persone interessate da eventi verificatisi prima del 1951, con l impossibilità di estensione ad accadimenti avvenuti 1969 dell OUA (Organizzazione dell Unità Africana), che ha aggiunto i seguenti concetti: Il termine rifugiato si applica anche a ogni persona che sia costretta a lasciare il paese d origine a causa di aggressione esterna, occupazione, dominio straniero o gravi turbamenti dell ordine pubblico, in tutto o in una parte del paese d origine o di cittadinanza. La Dichiarazione di Cartagena del 61

5 Rifugiati e richiedenti asilo in Italia 1984 ha ampliato ulteriormente l ambito di applicazione del termine di rifugiato ricomprendendo in esso tutte le vittime di violenza generalizzata, aggressione straniera, conflitti interni, violazione massiccia dei diritti dell uomo e altre circostanze che abbiano gravemente turbato l ordine pubblico. L altra categoria che sarà analizzata è quella dei richiedenti asilo, ovvero delle persone che hanno presentato domanda di protezione internazionale, la cui richiesta per lo status di rifugiato è pendente. DATI STATISTICI EUROPA E ITALIA 3 I rifugiati in Italia alla fine del 2015 erano , questa cifra colloca l Italia al 5 posto tra i Paesi europei, dopo Germania ( ), Francia ( ), Svezia ( ), Regno Unito ( ) e prima di Olanda (88.536), Svizzera (73.336) e Austria (72.598). Dai dati emerge che a differenza di quanto si pensa l Italia presenta cifre importanti ma comunque contenute rispetto ad altri paesi europei, in termini sia assoluti che relativi. In Svezia i rifugiati sono oltre 17 ogni 1000 abitanti, in Svizzera circa 9 ogni 1000, in Austria 8 ogni 1000, nei Paesi Bassi 5 ogni 1000, in Francia e Germania 4 ogni 1.000, nel Regno Unito e in Italia meno di 2 ogni 1000 abitanti. Relativamente alle richieste di asilo, nel 2015 l Italia ha ricevuto domande. Tra i paesi europei che hanno ricevuto il maggior numero nello stesso periodo: Germania ( ), Svezia ( ), Austria (80.057) Francia (63.057), Gran Bretagna (45.870), Svizzera (32.701) e Olanda (28.051). Questi 8 Paesi raggruppano più dell 80% di tutte le richieste d asilo presentate nei paesi europei. Per quanto riguarda la tendenza delle concessioni dello status di rifugiato e le richieste di asilo, si evidenzia che questa è in aumento ed è strettamente legato al numero di emergenze umanitarie in corso in Medio Oriente (Siria e Iraq) e a sud del Mediterraneo (in Libia e, più a sud, in Somalia, Mali, Nigeria e Sud Sudan). Con riferimento all Italia, si segnala che nel 2014 i rifugiati erano e i richiedenti asilo , 2013 i rifugiati erano e i richiedenti asilo , mentre nel 2012 i rifugiati ammontavano a e le domande di asilo sono state I dati ufficiali delle Nazioni Unite riferiti al 2016 sono in fase di elaborazione e saranno disponibili dal mese di giugno Le stime predisposte dallo European Asylum Support Office riportano, nei paesi 62

6 UE+ (i 28 Paesi UE+Norvegia e Svizzera) richieste di asilo 4. Il dato indica una flessione del 9% in riferimento al 2015 quando però fu raggiunto il picco più alto di domande mai ricevute (circa 1,4 milioni). Relativamente all Italia, nel 2016 sono state presentate domande di asilo e la Nigeria è la nazione più rappresentata,con 27mila richieste. A conclusione dell iter di valutazione, lo status di rifugiato è stato concesso per il 5% delle domande esaminate; al 14% è stata assegnata la protezione sussidiaria, al 21% quella umanitaria e nel 56% dei casi c'è stato il diniego 5. LA NORMATIVA EUROPEA E ITALIANA Nell ordinamento italiano la tutela dello straniero è garantita a livello costituzionale, l articolo 10 comma 3 sancisce che: lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Tuttavia, fino agli inizi degli anni 2000, con lo sviluppo di norme di diritto comunitario, nell ordinamento italiano la normativa in materia di asilo consisteva esclusivamente nella suddetta previsione costituzionale, nella citata Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status di rifugiato (ratificata e resa esecutiva in Italia con Legge n. 722/54) e nella Legge n. 39/90 contenente disposizioni sulle procedure di riconoscimento dello status di rifugiato, e nell art. 19, co. 1 del Testo unico immigrazione (D.lgs. n. 286/98) che vieta l allontanamento in caso di rischio di persecuzione. Tale situazione di stasi normativa rispecchiava il contesto geopolitico dell epoca che, basato sui noti blocchi contrapposti est-ovest, vedeva il fenomeno dei grossi flussi migratori e delle richieste di protezione umanitaria ben lontani dai confini europei e quindi non necessari di disciplina normativa ad hoc. Con la dissoluzione del blocco sovietico e i conseguenti movimenti di persone prima dall Europa dell est e poi dai territori dell ex-jugoslavia, tale problematica entrava immediatamente nell agenda politica degli stati europei, costretti ad affrontare migrazioni mai viste prima e che richiedevano l adozione di adeguate misure. Pertanto, a partire dal 2003, l Unione Europea incomincia a produrre fonti di diritto e a innovare i sistemi nazionali introducendo standard minimi comuni a tutti gli Stati membri per quanto riguarda i presupposti per il riconoscimento, il contenuto della protezione e le relative procedure, nonché un secondo livello di protezione internazionale, ossia la protezione sussidiaria 6. Ad oggi, il programma europeo di asilo si compone di un sistema integrato di norme. Tra le più importanti si riportano la Direttiva recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale, la Direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, la Direttiva recante norme sulla qualifica di beneficiario di protezione internazionale, il cosiddetto regolamento Dublino III. 63

7 IL PROCESSO STORICO Da un punto di vista temporale, possiamo individuare tre periodi normativi della storia repubblicana; - il primo, quello dal 1948 agli anni 90 del XX secolo, delineato esclusivamente dalla Costituzione e dalle norme di Diritto Internazionale, che tracciano i lineamenti generali della problematica demandando al legislatore la definizione di una normativa di settore, tuttavia mai disciplinata; - il secondo, che si sviluppa dal 1990 al 2002, che vede la produzione di normativa nazionale, accelerata dalle gravi crisi umanitarie del mediterraneo (guerre balcaniche, esodo albanese e migrazioni dal Nord-Africa). Nel 1990, con la L. 30/90 Norme urgenti in materia di asilo politico, d ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed apolidi già presenti nel territorio dello Stato, la c.d. Legge Martelli, l Italia si è finalmente dotata di una normativa che, seppur solo in parte, inizia a regolare la materia d asilo. Nel 1998 tale norma è stata poi sostituita dal D.lgs. 286/98 Testo unico sull immigrazione, la c.d. legge Turco-Napolitano, che, tuttavia, non ha apportato modifiche sostanziali in materia d asilo. Nel settembre del 2002, la normativa è stata nuovamente modificata con l entrata in vigore della L. 189/02 Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo, la c.d. legge Bossi-Fini, pienamente attuata solo con il DPR 303/2004 Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato. Quest ultima legge ha influito notevolmente sulla materia, anche attraverso la decentralizzazione della procedura di asilo e l istituzione di Commissioni Territoriali, che hanno il compito di esaminare le istanze di riconoscimento della protezione internazionale. Esse sono indirizzate e coordinate dalla Commissione Nazionale per il Diritto d Asilo, un tempo unica titolare delle funzioni loro conferite. Con tali strumenti 64

8 Rifugiati e richiedenti asilo in Italia normativi vengono istituiti i Centri Accoglienza Richiedenti Asilo (CARA), strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentirne l identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato; - la terza fase si sviluppa dal 2003 con l adozione della normativa europea: prende così forma in Italia la più importante riforma legislativa sull asilo dalla Legge Martelli. Nel 2005 viene recepita la direttiva comunitaria 2003/9 norme minime relative all accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri. Il D.lgs. 140/2005 di attuazione della direttiva stabilisce le norme sull accoglienza degli stranieri richiedenti il riconoscimento dello status di rifugiato nel territorio nazionale, in linea con gli standard europei e con il diritto internazionale dei rifugiati (in particolare, con la Convenzione di Ginevra). In seguito alla direttiva accoglienza, è stata la volta della cosiddetta direttiva qualifiche (CE/2004/83) e della direttiva procedure (CE/2005/85). La prima, recepita nel nostro ordinamento con il D.lgs. 251/2007, stabilisce i criteri che gli stati membri dell Unione devono utilizzare per decidere se un richiedente asilo ha diritto alla protezione internazionale e quale forma di protezione debba ricevere, se lo status di rifugiato o una forma di protezione sussidiaria. La seconda, attuata con il D.lgs. 25/2008, introduce norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato. I due decreti modificano in maniera sostanziale le normative sull asilo, abolendo, ad esempio, il trattenimento dei richiedenti asilo e introducendo l effetto sospensivo del ricorso contro il diniego della domanda d asilo e la possibilità, anche per coloro cui è stata concessa una protezione sussidiaria, di ottenere il ricongiungimento familiare 7. Negli ultimi anni, a seguito dei massicci flussi migratori, l UE ha rivisto il cosiddetto sistema Dublino con il regolamento 604/2013 del 26 giugno 2013 (Dublino III). L Italia, dal canto suo, ha ridisegnato, con il Decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, il processo di accoglienza per i richiedenti asilo attraverso l individuazione di procedure più chiare rispetto al passato e con un maggiore orientamento all individuo che richiede l assistenza internazionale. La norma prevede una fase di prima accoglienza nei centri di primo soccorso e assistenza nei luoghi maggiormente interessati da sbarchi massicci (hotspot). In tali luoghi si procede con lo screening sanitario, la pre-identificazione, il foto-segnalamento e l avvio delle procedure per l accoglienza o delle procedure di rimpatrio. LA GESTIONE DEI RIFUGIATI E DEI RICHIEDENTI ASILO A partire dall aprile del 2001, l UNHCR, il Ministero dell Interno e l Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) hanno ideato e messo in atto il Program- 65

9 Rifugiati e richiedenti asilo in Italia ma Nazionale Asilo (PNA), poi istituzionalizzato nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) 8 con la L.189/2002. Tra gli scopi del PNA e dello SPRAR è centrale la realizzazione di interventi di accoglienza integrata che prevedono servizi di assistenza, orientamento, informazione e accompagnamento. Questo è possibile grazie anche alla costituzione e allo sviluppo di reti locali, raccordate in un Sistema nazionale in grado di accompagnare i richiedenti asilo durante tutto l iter del riconoscimento della protezione internazionale nonché la predisposizione di interventi in supporto ai percorsi di inserimento socio-economico dei rifugiati. I progetti territoriali dello SPRAR sono caratterizzati da un protagonismo attivo condiviso da grandi città e da piccoli centri, da aree metropolitane e da cittadine di provincia. A differenza del panorama europeo, in Italia la realizzazione di tali progetti di dimensioni medio-piccole ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio, contribuisce, in linea di principio, a costruire e a rafforzare una cultura dell accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari. Tuttavia, tale sistema, per l assenza di adeguati fondi per la sua attuazione, non è attualmente in grado di garantire e assicurare l assistenza strutturata ai rifugiati e ai richiedenti asilo che si trovano spesso a vivere in gravi condizioni di disagio sociale. CONCLUSIONI E RIFLESSIONI Dal quadro delineato, si evidenziano in maniera palese le seguenti criticità: - quadro normativo internazionale da aggiornare: mentre il diritto internazionale definisce in modo molto specifico chi è un rifugiato, non fa altrettanto per quelle persone che si trovano in una situazione analoga, ma che non possono essere tecnicamente definite come rifugiati, anche se la loro condizione è molto simile in termini di trauma e implicazioni negative per la salute mentale e fisica; - mancanza di una politica comune di asilo in ambito UE: è oramai urgente un armonizzazione di base delle pratiche adottate nei singoli Stati in ordine all esame delle richieste asilo. Infatti, nonostante le normative comunitarie in materia, nella pratica dei diversi Paesi membri si assiste a una notevole differenziazione di metodi e, soprattutto, di risultati 9 ; - assenza di un quadro normativo nazionale organico e strutturato: nonostante i cambiamenti intervenuti, l Italia è l unico tra i paesi dell Unione Europea a non avere una legislazione che garantisca a quanti chiedono protezione l accesso a un sistema strutturato e funzionale di protezione, assistenza e integrazione. Le norme europee e nazionali nonché la giurisprudenza stratificatisi nel tempo hanno sviluppato un quadro disorganico di difficile interpretazione che crea difficoltà ai vari livelli: richiedenti asilo in primis, ma anche alle varie organiz- 66

10 zazioni governative coinvolte, alle associazioni di volontariato, alla stessa magistratura; - approccio culturale e politico errato: l attenzione nei dibattiti è sempre stata incentrata sull attraversamento illegale delle frontiere internazionali che hanno luogo senza l autorizzazione del Paese coinvolto e si fa sempre una grossa confusione con il fenomeno dell immigrazione nella sua accezione generale. Peraltro, nei confronti politici, sovente, si vogliono spesso ignorare le numerose cause che determinano il fenomeno dei rifugiati relegando il tutto a prese di posizione puramente ideologiche prive di fondamento scientifico e sociale 10. Serve quindi un nuovo approccio alla problematica dei rifugiati e dei richiedenti asilo. È necessario lo sviluppo di politiche e programmi efficaci che affrontino le questioni d interesse umanitario armonizzandole con lo specifico clima sociale, politico ed economico del paese ospitante. Di fatto, solo l integrazione culturale costituisce la soluzione definitiva affinché il supporto per le popolazioni di rifugiati e richiedenti asilo sia tempestivo, umanitario, sostenibile e duraturo. A tale riguardo, è urgente l effettiva incorporazione nella legislazione italiana ed europea del diritto al benessere, sancito dalla dichiarazione universale dei diritti dell uomo 11, che è funzionale a definire lo standard globale e a rivoluzionare anche il sistema di protezione dei rifugiati, determinando un nuovo approccio per l accoglimento delle richieste d asilo

11 Rifugiati e richiedenti asilo in Italia NOTE 1 Dato 2015, fonte: United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division, International Migration Report 2015, pag.1. 2 Dati 2015, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2015, pag Dati 2015, fonte: fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2014, Annex, Tab1; Dati 2014, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2014, Annex, Tab1: Dati 2013, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2013, pag. 41; Dati 2012, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2012, pag ultimo accesso 27 febbraio Dati Consiglio Italiano per i Rifugiati, organizzazione umanitaria indipendente costituitasi nel 1990 in Italia, su iniziativa delle Nazioni Unite, con l obiettivo di difendere i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo 6 La persona ammissibile alla protezione sussidiaria è il cittadino straniero che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, o, nel caso di un apolide, se ritornasse nel Paese nel quale aveva precedentemente la dimora abituale, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno come definito dal presente decreto e il quale non può o, a causa di tale rischio, non vuole avvalersi della protezione di detto Paese (art. 2, D.Lgs. n. 251/07 attuativo della Direttiva n. 2004/83/CE). 7 accesso del 27 febbraio accesso del 27 febbraio Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni -Piano strategico sull asilo- Un approccio integrato in materia di protezione nell Unione europea {SEC(2008) 2029} {SEC(2008) 2030} /* COM/2008/0360 def. */. 10 Il Presidente emerito Giorgio Napolitano in un intervento sul tema il 9 febbraio 2014 ha sintetizzato chiaramente quanto ancora c è da fare su un tema e sulla quale si giudica il grado di civiltà di una società moderna:...la mancanza di una politica comune europea per l asilo e l immigrazione è una carenza grave nelle politiche europee. Ma anche in Italia c è un buco legislativo che si è colmato soltanto con il recepimento delle direttive europee e c è una gran confusione tra asilo e immigrazione illegale Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, art. 25: Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all alimentazione, al vestiario, all abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. 12 Papa Francesco, Messaggio per la 100ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014 (5 agosto 2013): la realtà delle migrazioni, con le dimensioni che assume nella nostra epoca della globalizzazione, chiede di essere affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace, che esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarietà e compassione. È importante la collaborazione ai vari livelli, con l adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana. Papa Benedetto XVI ne ha tracciato le coordinate affermando che «tale politica va sviluppata a partire da una stretta collaborazione tra i Paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano; va accompagnata da adeguate normative internazionali in grado di armonizzare i diversi assetti legislativi, nella prospettiva di salvaguardare le esigenze e i diritti delle persone e delle famiglie emigrate e, al tempo stesso, quelli delle società di approdo degli stessi emigrati». Lavorare insieme per un mondo migliore richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilità e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili. Una buona sinergia può essere d incoraggiamento ai governanti per affrontare gli squilibri socio-economici e una globalizzazione senza regole, che sono tra le cause di migrazioni in cui le persone sono più vittime che protagonisti. Nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno, che è così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento d immigrazione e di emigrazione.... BIBLIOGRAFIA Golini Antonio (a cura di), Il futuro della popolazione del mondo, Il Mulino, Bologna, Golini Antonio, La popolazione del pianeta, Il Mulino, Bologna, Livi Bacci Massimo, Demografia del capitale umano, Il Mulino, Bologna, Livi Bacci Massimo, Storia minima della popolazione del mondo, Il Mulino, Bologna, Loschiavo Silvia, Lo status giuridico degli immigrati, rifugiati e richiedenti asilo dopo il Trattato di Lisbona, Abel Books, Roma, Motta Giovanna e Ricci Antonio, Emigrazione e Società, Edizioni Nuova Cultura, Roma, Petrovic Nadan, Rifugiati, profughi, sfollati. Breve storia del diritto d asilo in Italia dalla Costituzione ad oggi, Franco Angeli, Milano, Sartor Nicola, Invecchiamento, immigrazione, economia, Il Mulino, Bologna, Scevi Paola, Diritto delle Migrazioni. Profili penali, civili e amministrativi, Piacenza, Ministero dell Interno, guida per i richiedenti asilo, marzo Ricci Antonio, Main trends in the international migrations. Recent developments of the migration flows, in Italy and World-wide, in Andrea Carteny, Giuseppe Motta, Nationalism, Identities, European Enlargement, Cluj-Napoca Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati, Rapporto annuale, United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends United Nations Department of Economics and Social Affairs/Population Division, International migration reports Ministero dell Interno, Rapporto sull accoglienza di migranti e rifugiati in Italia, Aspetti, procedure e problemi, Roma, EASO, Overview of asylum trends for

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