Ezio Lotti FEDERAZIONE ITALIANA VELA AREA METODOLOGICA CORSO ASPIRANTE ISTRUTTORE 1 LIVELLO
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1 Ezio Lotti FIV FEDERAZIONE ITALIANA VELA CORSO ASPIRANTE ISTRUTTORE 1 LIVELLO AREA METODOLOGICA competenze dell allenatore leadership e stili di conduzione fasi dell apprendimento del gesto tecnico errore, correzione,feedback principi metodologici per un corretto processo di insegnamento_apprendimento osservazione e valutazione 1 MODULO Cagliari 22 marzo 2017
2 COMPETENZE DELL ISTRUTTORE (ALLENATORE) CONOSCERE TECNICA E TATTICA CONOSCERE METODOLOGIA ALLENAMENTO (medicina / fisiologia / biomeccanica /ecc.) SAPER COMUNICARE SAPER INTERAGIRE (altri allenatori/federazione/atleti/dirigenti genitori/organi tecnici/società/giornalisti/scuola) SAPER MOTIVARE OCCORRE AVERE UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO VERSO: LA FORMAZIONE L AGGIORNAMENTO IL SIGNIFICATO DELLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE E DELLE ESPERIENZE ALTRUI SAPER PROGRAMMARE SAPER OSSERVARE SAPER VALUTARE SAPER CORREGGERE (feedback) STILE D INSEGNAMENTO
3 LA LEADERSHIP* PUÒ ESSERE DEFINITA COME IL COMPORTAMENTO FINALIZZATO AD INDIRIZZARE E SODDISFARE LE MOTIVAZIONI DEI COMPONENTI DEL GRUPPO, INDUCENDOLI A FARE PROPRIE LE MODALITÀ DI AZIONE ORIENTATE AL RAGGIUNGIMENTO DELL OBIETTIVO COMUNE * To Lead = condurre/guidare LA LEADERSHIP È, QUINDI, UN PROCESSO CHE INFLUENZA IL MODO DI LAVORARE CON LE PERSONE E ATTRAVERSO LE PERSONE PER REALIZZARE I LORO OBIETTIVI E QUELLI DEL GRUPPO IN CUI SONO INSERITE
4 IN UN GRUPPO LA LEADERSHIP DELL ALLENATORE PIÙ SODDISFACENTE E PRODUTTIVA E QUELLA AUTOREVOLE (DEMOCRATICA) CHE PROVOCA MENO AGGRESSIVITA MENO TENSIONE MENO RIGIDITA NEI RAPPORTI Nessun appiattimento, ma scambio anche vivace di opinioni fra i componenti In questo modo si agevola la crescita del gruppo ed una compattezza estrema verso l esterno
5 STILI DI CONDUZIONE (LEADERSHIP) AUTOREVOLE (che favorisce la partecipazione dei (DEMOCRATICO) membri stimolandone il contributo) DÀ PIÙ INFORMAZIONI CHE ORDINI BASA LA PROPRIA ATTIVITÀ SULLA COMPETENZA NON TEME I CONFLITTI, LE CRITICHE, GLI INSUCCESSI SPICCATA COSCIENZA DI GRUPPO, CON DISCUSSIONI E DECISIONI CONGIUNTE RICERCA CONTATTI PERSONALIZZATI RITIENE L ERRORE POSSIBILE VINCOLA REGOLE,RUOLI,TEMPI E MODI AGLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE ASSEGNA MERITI E COLPE CON COERENZA E CON CRITERI OGGETTIVI,VALIDI PER TUTTI PROVOCA MENO AGGRESSIVITÀ, TENSIONE,RIGIDITÀ NEI RAPPORTI PROGRAMMA IN MANIERA FLESSIBILE IL LAVORO
6 AUTORITARIO (DIRETTIVO) STILI DI CONDUZIONE (LEADERSHIP) (che accentra le decisioni e riduce la partecipazione attiva degli altri) TIENE IL GRUPPO A DISTANZA (CONTATTI FORMALI) FISSA REGOLE, RUOLI, TEMPI E MODI TEME I CONFLITTI, LE CRITICHE, GLI INSUCCESSI ATTRIBUISCE SPESSO AGLI ALTRI O ALL ESTERNO LE CAUSE DI OGNI INSUCCESSO DIRIGE CON GRANDE FERMEZZA AGISCE CON ORDINI E COMANDI, MA NON INFORMA BASA TUTTO SULL AUTORITÀ PIÙ CHE SULLA COMPETENZA TENDE A COLPEVOLIZZARE CHI SBAGLIA TENDE A PROGRAMMARE RIGIDAMENTE IL LAVORO UTILIZZA PREMI O PUNIZIONI PER RIBADIRE IL PROPRIO RUOLO
7 dall alto in basso della scala sociale L ESEMPIO è la più bella forma di AUTORITA
8 COSTRUIRSI UNA FILOSOFIA PERSONALE (l insieme di principi, idee, convinzioni essenziali sui quali fondare la propria attività di allenatore) SINCERITÀ no!! a falsità/doppiezza/ intrigo/ipocrisia SERENITÀ forza d animo nei momenti difficili (es: sconfitte) GENEROSITÀ SOLIDARIETÀ OBIETTIVITÀ valutazioni senza influenze esterne UMILTÀ saper ascoltare mettersi in discussione riconoscere i propri errori CORAGGIO responsabilità/decisioni COERENZA fra quello che si dice e quello che si fa GIUSTIZIA scegliere i migliori i corretti i lavoratori i sinceri EMPATIA (la capacità di mettersi in maniera immediata nello stato d animo o nella situazione di un altra persona) porsi nei panni degli atleti, riconoscerne le emozioni ed i punti di vista, non giudicare, ma parlarne con loro
9 L APPRENDIMENTO È UN PROCESSO ATTRAVERSO IL QUALE SI ORIGINA UNA MODIFICAZIONE RELATIVAMENTE STABILE DEL COMPORTAMENTO DI UN INDIVIDUO CONSEGUENTE ALL ESPERIENZA, ALL ESERCIZIO, ALL OSSERVAZIONE, ALLE SITUAZIONI AMBIENTALI AFFRONTATE PIÙ SEMPLICEMENTE, È LA CAPACITÀ DI METTERE A PROFITTO L ESPERIENZA
10 FORME di APPRENDIMENTO per IMITAZIONE (più facile) modelli dotati di prestigio azioni che hanno avuto successo azioni che capiscono per CONDIZIONAMENTO: si basa sul rinforzo positivo (ricompensa) o negativo (punizione) per COMPRENSIONE si apprende attraverso il ragionamento, avendo la capacità di cogliere i nessi logici e significativi del gesto tecnico per INTUIZIONE (rapidissimo) L APPRENDIMENTO È UN ATTO PERSONALE LA MOTIVAZIONE NE È L ELEMENTO BASILARE IL FEEDBACK È ESSENZIALE PER CHI IMPARA per PROVE ed ERRORI molto tempo per stabilizzare è in genere la procedura per l acquisizione delle abilità sportive
11 FASI PROCESSO APPRENDIMENTO MOTORIO (Kurt Meinel) 1 LO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE GREZZA (la 1^ fase comprende il processo di apprendimento che va dalla comprensione del compito di movimento all esecuzione, seppure approssimativa, del movimento) 2 LO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE FINE (la 2^ fase comprende il processo di apprendimento che va dallo stadio della coordinazione grezza a quello della coordinazione fine) 3 LA STABILIZZAZIONE DELLA COORDINAZIONE FINE E LO SVILUPPO DELLA POSSIBILITA DI VARIAZIONE ( MAESTRIA ) (la 3^ fase comprende il processo di apprendimento che va dallo stadio della coordinazione fine al momento in cui l allievo può eseguire il movimento con sicurezza ed usarlo sempre efficacemente anche in condizioni difficili e inusuali. Raggiunge di conseguenza lo stadio della stabilizzazione (automatizzazione) e della disponibilità variabile)
12 CONSIGLI METODOLOGICO-DIDATTICI ATTENTA VALUTAZIONE DEL LIVELLO MOTORIO INIZIALE CAPIRE LE ASPETTATIVE E INCORAGGIARE LA VOGLIA DI APPRENDERE DEI GIOVANI (MOTIVAZIONE) ESERCIZI BEN STRUTTURATI E PERTINENTI AGLI OBIETTIVI ESERCIZI SPIEGATI IN MODO PRECISO E COMPRENSIBILE ATTREZZI ADEGUATI E ADATTATI AL LIVELLO MOTORIO E DI SVILUPPO INDICAZIONI UNICHE SULL ESECUZIONE DEL MOVIMENTO CONDIZIONI IDEALI: a) ALLIEVO NON STANCO b) MASSIMA CONCENTRAZIONE c) ESERCITAZIONI FACILITATE d) ATMOSFERA LUDICA e) ASSISTENZA ATTIVA DA PARTE DELL ISTRUTTORE COMPIERE SUBITO I PRIMI TENTATIVI CONCRETI ED ESERCITARSI NELL ESECUZIONE
13 ERRORE TECNICO: ogni deviazione o differenza rispetto al modello o alle indicazioni da seguire tale da ridurre il rendimento di un gesto sportivo (Carbonaro-Gulinelli 1991) CAUSE DELL ERRORE CARENZA DI PREPARAZIONE CONDIZIONALE E/O COORDINATIVA CARENZA DI ESPERIENZE STATO EMOTIVO NON ADEGUATO (TIMORE AVVERSARI / TIMORE INFORTUNI / PAURA DEL GIUDIZIO) LACUNE NEL PROCESSO DI ASSIMILAZIONE DELLA TECNICA INADEGUATEZZA DELLO STATO FISICO ATTUALE (AFFATICAMENTO) METODOLOGIE DI INSEGNAMENTO O PROPOSTE DIDATTICHE ERRATE
14 significa soprattutto scegliere bene verso cosa indirizzare il punto focale dell attenzione dell atleta (Madella) Correggere PRINCIPI METODOLOGICI Prendere in considerazione e correggere sempre un elemento per volta [ non sommergere gli atleti con un eccesso di informazioni (feedback)] Dare la priorità alla correzione degli errori principali e poi passare agli altri Rendere la correzione più efficace usando sussidi didattici (video, specchi, ecc )
15 IL FEEDBACK per feedback si intendono tutte quelle informazioni che, nella coordinazione dell atto motorio, forniscono messaggi relativi all esecuzione del movimento sia in termini di risultato che di parametri esecutivi per feedback dell allenatore si intende la risposta informativa dell allenatore ai comportamenti motori degli atleti [Quando fornisce indicazioni per migliorare la prestazione, suggerisce correzioni degli errori, attira l attenzione dell atleta su un determinato particolare o parte del corpo, l allenatore sta fornendo dei feedback (obiettivi: rinforzo/informazioni)] (Madella)
16 TIPI DI FEEDBACK DESCRITTIVO (es.: avevi le braccia flesse! ) PRESCRITTIVO (es.: devi saltare di più! ) INTERROGATIVO (es.: come avevi le gambe durante il salto? ) VALUTATIVO approvazione/disapprovazione (es.: bravo! molto bene ) GENERICO rivolto a tutto il gruppo SPECIFICO rivolto al singolo individuo
17 TIPI DI FEEDBACK NEGATIVO (es.: durante il salto non piegare le gambe! ) POSITIVO (es.: durante il salto stendi le gambe! ) LACONICO (es.: le gambe ) VERBALE percepito attraverso l udito NON VERBALE percepito attraverso la vista (es.: gesti / dimostrazione)
18 METODO Individua le strategie più efficaci perchè gli allievi possano raggiungere gli obiettivi prefissati: il modo di organizzare ed attuare le complesse procedure di insegnamento_apprendimento; il modo di dire e fare una cosa; il modo di operare e procedere in una azione Ha la funzione di creare le condizioni ideali per sviluppare il processo di apprendimento
19 PRINCIPI METODOLOGICI sono principi che, a seconda della loro corretta applicazione, potranno favorire od inibire i processi di acquisizione di competenze e di abilità motorie negli allievi
20 Principi metodologici Principio dell adeguamento al grado di sviluppo degli allievi (sia dal punto di vista biologico che psicologico) I carichi di allenamento devono essere programmati tenendo conto dell età biologica e non cronologica Sfruttare le fasi sensibili * * Per fasi sensibili si intendono periodi del processo di sviluppo dei ragazzi nei quali le diverse capacità motorie presentano una specifica attitudine, una sensibilità particolare, una reazione più intensa, verso determinati stimoli esterni che producono lo sviluppo di definite capacità e l acquisizione ed il perfezionamento delle abilità motorie
21 Principi metodologici Principio della individualizzazione I contenuti ed i mezzi della seduta di allenamento devono tener conto della maturità motoria raggiunta, delle esperienze precedenti, delle abilità possedute e dello sviluppo delle capacità cognitive di ciascun allievo Principio della stabilità I risultati vanno consolidati, stabilizzati (automatizzati) attraverso ripetizioni sistematiche Principio della consapevolezza Ruolo attivo, partecipe, consapevole, responsabile degli allievi in modo che tutte le azioni diventino coscienti (partecipazione nella elaborazione degli obiettivi e nello svolgimento della seduta di allenamento)
22 SCELTA dei METODI METODI INDUTTIVI / DEDUTTIVI: LA PARTICOLARE STRUTTURA LOGICA E MENTALE CON CUI UN PROBLEMA VIENE IMPOSTATO E RISOLTO Induttivi (si risale dal particolare al generale) Libera esplorazione Scoperta guidata Risoluzione problemi COME INSEGNARE? Deduttivi (dal generale si può ricavare il particolare) Prescrittivo Misto Assegnazione compiti NON ESISTE UNA RICETTA UNICA (DISCORSO LEGATO AD ALLIEVI, DIVERSE SITUAZIONI E CONTESTI, OBIETTIVI, CONTENUTI E MEZZI) NESSUN METODO IN ASSOLUTO È DA PREFERIRE E PREVARICHERÀ GLI ALTRI FORSE È QUESTA LA VERA, UNICA, CORRETTA SCELTA METODOLOGICA
23 UN INSEGNAMENTO EFFICACE È RESO POSSIBILE DALLA CAPACITÀ DI UN ALLENATORE DI CREARE UN CLIMA MOTIVANTE, ENTUSIASTA, PARTECIPATIVO
24 LA VALUTAZIONE È PARTE INTEGRANTE DELLA PROGRAMMAZIONE E SVOLGE UN RUOLO DETERMINANTE NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO MOTORIO L OSSERVAZIONE E LA MISURAZIONE SONO I MEDIATORI DELLA VALUTAZIONE
25 VALUTAZIONE : ACQUISIZIONE DI ELEMENTI CHE CONSENTONO DI VERIFICARE L EFFICACIA DI UN INTERVENTO ISTRUTTIVO ED IL PROGRESSO DELL ALLIEVO Le abilità tecnico-tattiche dei propri atleti NEL CORSO DELLA SUA ATTIVITÀ L ALLENATORE È CHIAMATO CONTINUAMENTE A VALUTARE Le motivazioni e gli stati d animo degli allievi Il proprio comportamento e le situazioni in cui opera La qualità della prestazione in rapporto ai propri modelli di riferimento ed alle aspettative Rileva eventuali differenze e decide se intervenire o meno per modificare l esercizio, o la situazione, o per correggere eventuali errori
26 FASI DELLA VALUTAZIONE LA VALUTAZIONE SI REALIZZA IN TRE MOMENTI RILEVAZIONE E ANNOTAZIONE DEI RISULTATI DI PROVE COSTRUITE INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI, DEI DATI RACCOLTI E REGISTRATI GRAZIE ALLE PROVE REGOLAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE (SI SELEZIONANO NUOVI OBIETTIVI AL POSTO DI QUELLI RAGGIUNTI, O SI MODIFICANO INVECE QUELLI MAGARI TROPPO AMBIZIOSI NON RAGGIUNTI ECC )
27 L OSSERVAZIONE registra informazioni per mezzo di una interpretazione attiva e selettiva della realtà e si esplica come annotazione di comportamenti, abilità motorie, risposte a stimoli precisi nella loro intensità, durata, frequenza, qualità Tali registrazioni devono poi essere collegate e interpretate nel corso del tempo e dello sviluppo dell individuo al fine di selezionare obiettivi adeguati nei quali l atleta possa accrescere il livello delle proprie prestazioni
28 TIPI di OSSERVAZIONE OCCASIONALE (NATURALE) che tutti utilizziamo sempre quando un fenomeno ci interessa o ci colpisce particolarmente. E compiuta in modo non consapevole, è soggettiva e asistematica, quindi scarsamente rigorosa SISTEMATICA si pone obiettivi precisi, cerca la massima attendibilità, rispetta una periodicità stabilita, registra per iscritto i dati raccolti, si avvale di strumenti quali Test Schede e Griglie di Valutazione Scale
29 OGGETTI DI OSSERVAZIONE OGNI ATLETA NEI SUOI COMPORTAMENTI orientati agli obiettivi da raggiungere IL GRUPPO con le sue interazioni SE STESSO COME ALLENATORE nei comportamenti verbali e non verbali e nelle decisioni assunte IL CONTESTO SITUAZIONALE in cui si opera
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