La mastite è un processo infiammatorio a carico della ghiandola mammaria che interessa: il parenchima ghiandolare
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1 LE MASTITI
2 La mastite è un processo infiammatorio a carico della ghiandola mammaria che interessa: il parenchima ghiandolare i dotti galattofori l interstizio
3 La mastite nella PECORA può essere: Ø Sub-clinica Ø Clinicamente manifesta ACUTA CRONICA Focale Diffusa Generalmente è sostenuta da infezioni batteriche ma anche da virus e miceti
4 La mastite nella BOVINA può essere: Ø Sub-clinica Ø Clinicamente manifesta CATARRALE PARENCHIMATOSA ACUTA CRONICA ACUTA CRONICA Generalmente sono sostenute da infezioni batteriche ma anche da virus e miceti
5 Importanza dovuta a: IMPATTO ECONOMICO Modificazioni e diminuzione della produzione lattea (con influenza diretta sulla trasformabilità del latte) Mortalità e morbilità Costo dei trattamenti SANITA ANIMALE Possibile presenza nel latte di patogeni per l uomo
6 Le mastiti costituiscono pertanto un problema: per la regolamentazione D.E. 92/46 e 94/71 GENETICO resistenza alle mastiti come criterio di selezione
7 MASTITI CLINICHE Costituiscono il 5% circa delle mastiti nei focolai sporadici; Raggiungono il 50% in caso di epizozie o enzozie; La prevalenza può superare il 50%; È possibile una persistenza elevata per le possibili cronicizzazioni, con incarceramento dei germi negli ascessi.
8 PATOGENESI I germi penetrano nella mammella per via ascendente: CAPEZZOLO DOTTI ALVEOLI
9 determinando così un processo infiammatorio caratterizzato da: PROLIFERAZIONE GRANULOMATOSA DOTTI GALATTOFORI PROLIFERAZIONE CONNETTIVALE INTER E INTRALOBULARE DANNO ALVEOLARE SEQUESTRI E ASCESSI Fra le varie forme di mastite catarrale non esistono diversità istopatologiche, ma solo di ordine quantitativo e la evidenziabilità clinica dipende dalla entità delle lesioni infiammatorie
10 Gli agenti eziologici primariamente coinvolti nelle forme acute sono: Stafilococcus epidermidis 24,6% E. coli 11% Pseudomonas aeruginosa 8% S. aureus 7% Arcanobacterium pyogenes 3% Enterobacter cloacae 3% Streptococcus spp. 3% Pseudomonas putida 1% Bacillus spp. 1% Klebsiella pneumoniae 1% G + 1% Senza isolamento 35,6%
11 MASTITE CATARRALE Forma acuta Forma cronica LA MASTITE CATARRALE ACUTA E SPESSO LA RIACUTIZZAZIONE DELLA FORMA CRONICA LA MASTITE CATARRALE CRONICA DECORRE GENERALMENTE DA UNA MASTITE SUBCLINICA INGRESSO DI GERMI PER VIA DIATELICA, PRINCIPALE AGENTE STAFILOCOCCUS AUREUS
12 MASTITE CATARRALE CRONICA No ripercussioni sulle condizioni generali dell animale Generalmente colpito un solo quarto che si presenta: all ISPEZIONE - atrofico alla PALPAZIONE - anelastico - assente la fine granulazione del parenchima - presenza di cordoni o di noduli - Granulìa diffusa allo sbocco dei dotti galattofori. SECRETO MAMMARIO nettamente ridotto, possibile presenza di zaffi di fibrina PROGNOSI: la mastite catarrale cronica non si risolve con la guarigione
13 MASTITE CATARRALE ACUTA Possibile ripercussione sistemica, rialzo febbrile nelle prime 24 ore Generalmente colpiti 2 quarti che si presentano: all ISPEZIONE aumentati di volume alla PALPAZIONE consistenza pastosa e anelastica, aumento della temperatura e leggera dolenzia, presenza di noduli di origine alveolare. Linfonodi sopramammari aumentati di volume. SECRETO MAMMARIO ridotto, di aspetto variabile, possibile presenza di zaffi di fibrina o zaffi purulenti. Evoluzione guarigione cronicizzazione
14 MASTITE PARENCHIMATOSA Forma acuta (più frequente) Forma cronica Nella forma acuta esordio improvviso, ripercussioni sistemiche agente eziologico arriva per via ematica coinvolgimento di più quarti alimentazione ad alto contenuto proteico e basso tenore energetico (acidosi ruminale cronica/enterite)
15 Sintomatologia: depressione del sensorio atonia dei prestomaci temperatura febbrile (41-42 C) quarti mammari aumentati di volume,caldi e dolenti attivazione linfonodale (++ soprammammari, + precrurali) arresto della produzione lattea, secreto mammario sieroso/sieroemorragico Segni di collasso cardio-circolatorio PROGNOSI RISERVATA, se l animale sopravvive sviluppa forma cronica
16 Gli agenti eziologici primariamente coinvolti nelle forme croniche sono: S. AUREUS STREPTOCOCCHI beta-emolitici STREPTOCOCCUS AGALACTIAE COAGULASI NEGATIVI STAFILOCOCCHI ARCANOBACTERIUM PYOGENES PSEUDOMONAS spp. PASTEURELLA spp. SENZA ISOLAMENTO (33,3%)
17 MASTITE SUB-CLINICA Caratterizzata da AUMENTO DEL CONTENUTO CELLULARE nel secreto e dalla PRESENZA DI GERMI mastidogeni Più frequente (rapporto mastite acuta/sub-clinica è di 1/20 1/30) L incidenza misurata con la conta cellulare individuale è pari al 20-30% La persistenza è in genere elevata, perché l autoeliminazione degli stafilococchi è limitata (negli animali in lattazione il 45-50% delle infezioni sub-cliniche dura da 3 a 4 mesi)
18 DIAGNOSI Conteggio differenziale quali-quantitativo Isolamento batteriologico Determinazione nel secreto di: q ph q NAG-asi q Alfa-1-antitripsina
19 Gli agenti eziologici prevalentemente coinvolti sono: Staphilococcus aureus 17,2% Staphilococcus epidermidis 14,2% Staphilococcus capitis 12,8% Bacillus spp. 29,9% Coliformi 4,3% Micorcoccus spp. 2,6% Streptococcus spp. 1,9% Corinebatteri, Aracnobatteri 1,5 % Pseudomonas 0,7% N.B. Staphilococcus spp. 59,1% del tot.
20 DIAGNOSI DI MASTITE ESAME CLINICO ESAME BATTERIOLOGICO CONTE CELLULARI INDIVIDUALI (CCI) CALIFORNIA MASTITIS TEST (CMT)
21 SERBATOI DI GERMI E FATTORI ASSOCIATI Serbatoi primari di stafilococchi (spt. coagulasipositivi) sono le infezioni intrammarie o la cute dei capezzoli sia sani che infetti S. agalactiae, M. haemolytica e altri riconoscono reservoir animali; il secondo in particolare può ritrovarsi a livello di naso-faringe e tonsille, ma anche a livello di ambiente Nell ambiente ritroviamo anche enterobatteri ed enterococchi (nella lettiera) e P. aeruginosa nell acqua
22 A. fumigatus è presente nei foraggi o nella paglia ammuffita nella lettiera e nell aria S. uberis e A. pyogenes si trovano nella mammelle infette, nella lettiera e nell ambiente
23 Fattori di PERSISTENZA dei germi NELLA MAMMELLA: Mancanza di diagnosi precoce delle mastiti Mancata eliminazione delle infezioni SEDE EXTRAMAMMARIA: Rinnovo e mantenimento del materiale per la mungitura Struttura, ambiente e utilizzo dei locali (superficie e volume per animale, aerazione, umidità, lettiere, pulizia, separazione delle partorienti)
24 FATTORI AMBIENTALI DI SUSCETTIBILITA Fattori della recettività! Intervengono primariamente sulle difese poste in atto a livello di capezzolo Materiali e tecniche di mungitura e/o l allattamento sono i parametri principali (es. manicotti di mungitura possono causare traumi alla mammella; gli agnelli le cui madri producono poco latte possono causare lesioni ai capezzoli) Le iniezioni intramammaria se traumatiche possono compromettere l integrità delle difese del canale mammario
25 Fattori della sensibilità! Intervengono sulle difese cellulari e umorali La ritenzione del latte per scorretta mungitura favorisce l instaurarsi di infezioni persistenti, bloccando l eliminazione meccanica dei germi in particolare, l attività dei neutrofili. Un alimentazione particolarmente ricca di azoto sembrerebbe predisporre alle infezioni, mentre le carenze di vitamina A e betacarotene, o di vitamina E e selenio possono facilitare la manifestazione clinica di una infezione preesistente
26 DISSEMINAZIONE E PENETRAZIONE DEI GERMI PRINCIPALI FATTORI DI DISSEMINAZIONE: - Durante la MUNGITURA - Durante l ALLATTAMENTO (attraverso la tettarella o per trasmissione buccale) La COLONIZZAZIONE della mammella avviene principalmente per VIA ASCENDENTE
27 PROFILASSI DIRETTA - gestione igienico-sanitaria dell allevamento - igiene sala mungitura - sepsi mammella - separazione animali con mastite clinica - controllo cellule somatiche sui singoli animali almeno 1 volta l anno
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