OPERE DI SOSTEGNO ANALISI DI STABILITÀ DEL PENDIO
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- Franca Borrelli
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1 Assessorat de l agriculture et des ressources naturelles Assessorato agricoltura e risorse naturali OPERE DI SOSTEGNO ANALISI DI STABILITÀ DEL PENDIO Département des ressources naturelles et du corps forestier Forêts et sentiers Dipartimento risorse naturali e corpo forestale Forestazione e sentieristica Quart (Ao) 127/A, lieu-dit Amérique téléphone télécopie Quart (Ao) loc. Amérique, 127/A telefono telefax l. bianchetti@regione.vda.it s-sentieristica@regione.vda.it risorse_naturali@pec.regione.vda.it C.F
2 1. Premessa La presente relazione descrive la verifica di stabilità globale condotta considerando il complesso operaterreno come un pendio. Data la particolare configurazione del pendio, caratterizzato da acclività marcata e sovrapposizione altimetrica di più opere di sostegno, si è proceduto alla verifica di concerto con lo Studio Geologico PETRA con il quale sono state individuate e concordate le modalità operative e di analisi più appropriate al sito in esame. Per l esecuzione della verifica di stabilità è stato utilizzato il codice di calcolo SLOPE della GEOSTRU, specifico per l'analisi di stabilità dei pendii in terreni sciolti o rocciosi secondo le indicazioni fornite dalla vigente normativa, la cui licenza è intestata allo studio geologico suddetto. Il software verifica, anche in condizioni sismiche, la stabilità del pendio con i metodi tradizionali della geotecnica (Equilibrio limite) mentre analizza ed esamina gli spostamenti e la rottura progressiva del pendio con il metodo ad Elementi Discreti. Analisi stabilità pendio 1
3 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Di seguito si riporta un estratto delle NTC 2008 con i paragrafi che interessano la stabilità del pendio in cui viene spiegato il metodo utilizzato dal software per le verifiche. 6 PROGETTAZIONE GEOTECNICA 6.3 STABILITÀ DEI PENDII NATURALI Le presenti norme si applicano allo studio delle condizioni di stabilità dei pendii naturali e al progetto, alla esecuzione e al controllo degli interventi di stabilizzazione VERIFICHE DI SICUREZZA Le verifiche di sicurezza devono essere effettuate con metodi che tengano conto della forma e posizione della superficie di scorrimento, dell assetto strutturale, dei parametri geotecnici e del regime delle pressioni interstiziali. Nel caso di pendii in frana le verifiche di sicurezza devono essere eseguite lungo le superfici di scorrimento che meglio approssimano quella/e riconosciuta/e con le indagini. Negli altri casi, la verifica di sicurezza deve essere eseguita lungo superfici di scorrimento cinematicamente possibili, in numero sufficiente per ricercare la superficie critica alla quale corrisponde il grado di sicurezza più basso. Quando sussistano condizioni tali da non consentire una agevole valutazione delle pressioni interstiziali, le verifiche di sicurezza devono essere eseguite assumendo le condizioni più sfavorevoli che ragionevolmente si possono prevedere. Il livello di sicurezza è espresso, in generale, come rapporto tra resistenza al taglio disponibile, presa con il suo valore caratteristico, e sforzo di taglio mobilitato lungo la superficie di scorrimento effettiva o potenziale. Il grado di sicurezza ritenuto accettabile dal progettista deve essere giustificato sulla base del livello di conoscenze raggiunto, dell affidabilità dei dati disponibili e del modello di calcolo adottato in relazione alla complessità geologica e geotecnica, nonché sulla base delle conseguenze di un eventuale frana INTERVENTI DI STABILIZZAZIONE La scelta delle più idonee tipologie degli interventi di stabilizzazione deve essere effettuata solo dopo aver individuato le cause promotrici della frana e dipende, oltre che da queste, da forma e posizione della superficie di scorrimento. La valutazione dell incremento di sicurezza indotto dagli interventi di stabilizzazione lungo la superficie di scorrimento critica deve essere accompagnata da valutazioni del grado di sicurezza lungo superfici di scorrimento alternative a quella critica. Il progetto degli interventi di stabilizzazione deve comprendere la descrizione completa dell intervento, l influenza delle modalità costruttive sulle condizioni di stabilità, il piano di monitoraggio e un significativo piano di gestione e controllo nel tempo della funzionalità e dell efficacia dei provvedimenti adottati. In ogni caso devono essere definiti l entità del miglioramento delle condizioni di sicurezza del pendio e i criteri per verificarne il raggiungimento. 6.8 OPERE DI MATERIALI SCIOLTI E FRONTI DI SCAVO Le presenti norme si applicano ai manufatti di materiali sciolti, quali rilevati, argini di difesa per fiumi, canali e litorali, rinfianchi, rinterri, terrapieni e colmate. Le norme si applicano, inoltre, alle opere e alle parti di opere di materiali sciolti con specifiche funzioni di drenaggio, filtro, sciolti sono oggetto di normativa specifica CRITERI GENERALI DI PROGETTO Il progetto di un manufatto di materiali sciolti deve tenere conto dei requisiti prestazionali richiesti e delle caratteristiche dei terreni di fondazione. Esso deve comprendere la scelta dei materiali da costruzione e la loro modalità di posa in opera. Analisi stabilità pendio 2
4 I criteri per la scelta dei materiali da costruzione devono essere definiti in relazione alle funzioni dell opera, tenendo presenti i problemi di selezione, coltivazione delle cave, trasporto, trattamento e posa in opera, nel rispetto dei vincoli imposti dalla vigente legislazione. Nel progetto devono essere indicate le prescrizioni relative alla qualificazione dei materiali e alla posa in opera precisando tempi e modalità di costruzione, in particolare lo spessore massimo degli strati in funzione dei materiali. Sono altresì da precisare i controlli da eseguire durante la costruzione e i limiti di accettabilità dei materiali, del grado di compattazione da raggiungere e della deformabilità degli strati VERIFICHE DI SICUREZZA (SLU) La verifica di stabilità globale dell'insieme terreno-opera deve essere effettuata secondo la combinazione 2 dell'approccio progettuale 1: Combinazione 2: (A2+M2+R2) tenendo conto dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I e 6.2.II e 6.8.I delle NTC2008. Coefficiente R2 γ R 1,10 Tabella 6.8.I - Coefficienti parziali per le verifiche di sicurezza di opere di materiali sciolti e di fronti di scavo. 7 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE Stabilità dei pendii La realizzazione di strutture o infrastrutture su versanti o in prossimità del piede o della sommità di pendii naturali richiede la preventiva verifica delle condizioni di stabilità, affinché prima, durante e dopo il sisma la resistenza del sistema sia superiore alle azioni ovvero gli spostamenti permanenti indotti dal sisma siano di entità tale da non pregiudicare le condizioni di sicurezza o di funzionalità delle strutture o infrastrutture medesime Azione sismica L azione sismica di progetto da assumere nelle analisi di stabilità deve essere determinata in accordo ai criteri esposti nel Nel caso di pendii con inclinazione maggiore di 15 e altezza maggiore di 30 m, l azione sismica di progetto deve essere opportunamente incrementata o attraverso un coefficiente di amplificazione topografica (vedi e 3.2.3) o in base ai risultati di una specifica analisi bidimensionale della risposta sismica locale, con la quale si valutano anche gli effetti di amplificazione stratigrafica. In generale l amplificazione tende a decrescere sotto la superficie del pendio. Pertanto, gli effetti topografici tendono a essere massimi lungo le creste di dorsali e rilievi, ma si riducono sensibilmente in frane con superfici di scorrimento profonde. In tali situazioni, nelle analisi pseudostatiche gli effetti di amplificazione topografica possono essere trascurati (ST =1) Metodi di analisi L analisi delle condizioni di stabilità dei pendii in condizioni sismiche può essere eseguita mediante metodi pseudostatici, metodi degli spostamenti e metodi di analisi dinamica. Nelle analisi, si deve tenere conto dei comportamenti di tipo fragile, che si manifestano nei terreni a grana fina sovraconsolidati e nei terreni a grana grossa addensati con una riduzione della resistenza al taglio al crescere delle deformazioni. Inoltre, si deve tener conto dei possibili incrementi di pressione interstiziale indotti in condizioni sismiche nei terreni saturi. Nei metodi pseudostatici l azione sismica è rappresentata da un azione statica equivalente, costante nello spazio e nel tempo, proporzionale al peso W del volume di terreno potenzialmente instabile. Tale forza dipende dalle caratteristiche del moto sismico atteso nel volume di terreno potenzialmente instabile e dalla capacità di tale volume di subire spostamenti senza significative riduzioni di resistenza. Nelle verifiche allo stato limite ultimo, in mancanza di studi specifici, le componenti orizzontale e verticale di tale forza possono esprimersi come F h = k h W ed F v = k v W, con k h e k v rispettivamente pari ai coefficienti sismici orizzontale e verticale: Analisi stabilità pendio 3
5 dove β S a max g coefficiente di riduzione dell accelerazione massima attesa al sito; accelerazione orizzontale massima attesa al sito; accelerazione di gravità. In assenza di analisi specifiche della risposta sismica locale, l accelerazione massima attesa al sito può essere valutata con la relazione: dove S a g coefficiente che comprende l effetto dell amplificazione stratigrafica (S S ) e dell amplificazione topografica (S T ), di cui al ; accelerazione orizzontale massima attesa su sito di riferimento rigido. I valori di β S sono riportati nella Tab I. Categoria di sottosuolo A B, C, D, E β S β S 0,2<a g (g) 0,4 0,30 0,28 0,1<a g (g) 0,2 0,27 0,24 a g (g) 0,1 0,20 0,20 Tabella 7.11.I Coefficienti di riduzione dell accelerazione massima attesa al sito. Le analisi del comportamento dei pendii in condizioni sismiche possono essere svolte anche mediante il metodo degli spostamenti, in cui la massa di terreno potenzialmente in frana viene assimilata ad un corpo rigido che può muoversi rispetto al terreno stabile lungo una superficie di scorrimento. Il metodo permette la valutazione dello spostamento permanente indotto dal sismanella massa di terreno potenzialmente instabile. L applicazione del metodo richiede che l azione sismica di progetto sia rappresentata mediante storie temporali delle accelerazioni. Gli accelerogrammi impiegati nelle analisi, in numero non inferiore a 5, devono essere rappresentativi della sismicità del sito e la loro scelta deve essere adeguatamente giustificata (vedi ). Analisi stabilità pendio 4
6 3. RELAZIONE DI CALCOLO Definizione Per pendio s intende una porzione di versante naturale il cui profilo originario è stato modificato da interventi artificiali rilevanti rispetto alla stabilità. Per frana s intende una situazione di instabilità che interessa versanti naturali e coinvolgono volumi considerevoli di terreno. Metodo equilibrio limite (LEM) Il metodo dell'equilibrio limite consiste nello studiare l'equilibrio di un corpo rigido, costituito dal pendio e da una superficie di scorrimento di forma qualsiasi (linea retta, arco di cerchio, spirale logaritmica); da tale equilibrio vengono calcolate le tensioni da taglio ( ) e confrontate con la resistenza disponibile ( f ), valutata secondo il criterio di rottura di Coulomb, da tale confronto ne scaturisce la prima indicazione sulla stabilità attraverso il coefficiente di sicurezza: F f Tra i metodi dell'equilibrio limite alcuni considerano l'equilibrio globale del corpo rigido (Culman), altri a causa della non omogeneità dividono il corpo in conci considerando l'equilibrio di ciascuno (Fellenius, Bishop, Janbu ecc.). Di seguito vengono discussi i metodi dell'equilibrio limite dei conci. Metodo dei conci La massa interessata dallo scivolamento viene suddivisa in un numero conveniente di conci. Se il numero dei conci è pari a n, il problema presenta le seguenti incognite: n valori delle forze normali N i agenti sulla base di ciascun concio; n valori delle forze di taglio alla base del concio T i ; (n-1) forze normali E i agenti sull'interfaccia dei conci; (n-1) forze tangenziali X i agenti sull'interfaccia dei conci; n valori della coordinata a che individua il punto di applicazione delle E i ; (n-1) valori della coordinata che individua il punto di applicazione delle X i ; una incognita costituita dal fattore di sicurezza F. Complessivamente le incognite sono (6n-2). Mentre le equazioni a disposizione sono: equazioni di equilibrio dei momenti n; Analisi stabilità pendio 5
7 equazioni di equilibrio alla traslazione verticale n; equazioni di equilibrio alla traslazione orizzontale n; equazioni relative al criterio di rottura n. Totale numero di equazioni 4n. Il problema è staticamente indeterminato ed il grado di indeterminazione è pari a : i 6n 2 4n 2n 2 Il grado di indeterminazione si riduce ulteriormente a (n-2) in quanto si fa l'assunzione che N i sia applicato nel punto medio della striscia. Ciò equivale ad ipotizzare che le tensioni normali totali siano uniformemente distribuite. I diversi metodi che si basano sulla teoria dell'equilibrio limite si differenziano per il modo in cui vengono eliminate le (n-2) indeterminazioni. Metodo di Bishop (1955) Con tale metodo non viene trascurato nessun contributo di forze agenti sui blocchi e fu il primo a descrivere i problemi legati ai metodi convenzionali. Le equazioni usate per risolvere il problema sono: F y 0, M 0 0 Criterio di rottura ci bi F = sec i Wi ui bi Xi tan i 1 tan i tan i / F Wi sin i I valori di F e di X per ogni elemento che soddisfano questa equazione danno una soluzione rigorosa al problema. Come prima approssimazione conviene porre X = 0 ed iterare per il calcolo del fattore di sicurezza, tale procedimento è noto come metodo di Bishop ordinario, gli errori commessi rispetto al metodo completo sono di circa 1 %. Ricerca della superficie di scorrimento critica In presenza di mezzi omogenei non si hanno a disposizione metodi per individuare la superficie di scorrimento critica ed occorre esaminarne un numero elevato di potenziali superfici. Nel caso vengano ipotizzate superfici di forma circolare, la ricerca diventa più semplice, in quanto dopo aver posizionato una maglia dei centri costituita da m righe e n colonne saranno esaminate tutte le superfici aventi per centro il generico nodo della maglia m n e raggio variabile in un determinato range di valori tale da esaminare superfici cinematicamente ammissibili. Analisi stabilità pendio 6
8 Inquadramento del pendio La verifica di stabilità globale è stata condotta considerando il complesso opera-terreno come un pendio. La verifica è stata condotta in corrispondenza della sezione del pendio più gravosa, laddove la pista poderale in progetto compie più tornanti per superare il dislivello esistente tra le località Barliard e Chevrière. Nel seguito è riportata, sullo sviluppo di progetto del tracciato, la sezione considerata per la verifica a stabilità del pendio. Sulla sezione sono indicate, con i numeri da 1 a 5, le posizioni considerate per la verifica. Analisi stabilità pendio 7
9 2,5 3 5 Sezione Tornanti 4 4,5 3 1,2 2 1,57 1
10 Data la particolare configurazione del pendio, caratterizzato da acclività marcata e sovrapposizione altimetrica di più opere di sostegno, si è proceduto alla verifica del pendio operando sia a livello locale sia a livello globale. le analisi a livello locale sono state condotte individuando: settore basso : la porzione di pendio comprendente la posizione 1 e la posizione 2; settore intermedio : la porzione comprendente la posizione 2, la 3 e la 4. settore alto : rappresenta la verifica di dettaglio della posizione 4. Nelle verifiche locali non è stata considerata la posizione 5 in quanto su tale settore non sono previste opere di sostegno ma esclusivamente delle opere di scavo e reinterro per riprofilare l attuale piano stradale. L analisi a livello globale ha considerato la porzione di pendio compreso tra la posizione 1 e la posizione 5. Per l esecuzione delle verifiche, si è proceduto a considerare il carico verticale dovuto al traffico veicolare posizionato in maniera da individuare la soluzione più cautelativa. Il carico è stato pertanto considerato contemporaneamente agente sulla posizione 2, la 3, la 4 e la 5 in tutti gli scenari così come non è invece stato considerato in posizione 1. Fa eccezione la verifica locale settore intermedio, nella quale oltre all assenza di carico veicolare in posizione 1, si è assunto l assenza di carico anche in posizione 3. La verifica di stabilità permette di verificare che il pendio, considerato come struttura opera-terreno, risulti al sicuro da fenomeni d instabilità che in genere si sviluppano su superfici di scorrimento assimilabili a circonferenze. Sono state ipotizzate varie superfici di scorrimento in modo da interessare tutta la parte di terreno potenzialmente soggetta ad instabilità. Sono state escluse le superfici che intercettano il muro, Per ognuna di esse sono state calcolate le forze motrici e le forze resistenti. Il calcolo è stato effettuato secondo il metodo classico di Bishop, suddividendo il complesso terreno-muro incluso nel cerchio in esame in settori verticali sufficientemente piccoli, e calcolando le forze resistenti per attrito e coesione alla base, che si oppongono alla forza di scorrimento del settore. Il coefficiente di sicurezza è dato dal rapporto fra le forze resistenti e quelle motrici. Tale valore è stato calcolato per tutte le combinazioni di carico previste dall'approccio 1 Combinazione 2 (A2+M2+R2) e il rapporto più gravoso, in relazione al corrispondente coefficiente R2, è stato riportato come Coefficiente di Sicurezza per Stabilità Globale. Data la complessità del sito di intervento, in accordo con quanto previsto al capitolo verifiche di sicurezza delle NTC 2008, si è ritenuto opportuno di aumentare il grado di sicurezza previsto da normativa considerando come accettabile un coefficiente di sicurezza maggiore di 1,1. Per ogni scenario di verifica, si è proceduto dapprima all analisi delle soluzioni progettuali proposte, quindi, poiché l esito non è risultato positivo per tutte le verifiche, alle varianti ipotizzate. Nel seguito si riporta una tabella riassuntiva degli scenari previsti e delle verifiche condotte, rimandando l approfondimento dei risultati al capitolo 4 della presente relazione. Posizione Sovraccarchi Verifica Settore Posizione FS V1 Basso ,11 X X X X V2 Intermedio A ,13 X X V3 Intermedio B 4 1,15 X X X X V4 Intero pendio 1 5 1,23 X X X X Analisi stabilità pendio 8
11 Analisi di stabilità dei pendii con: BISHOP (1955) ======================================================================== Lat./Long. 45,862266/7, Normativa NTC 2008 Numero di strati 1,0 Numero dei conci 10,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,1 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Parametri geotecnici da usare. Angolo di attrito: Picco Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare ======================================================================== Maglia dei Centri ======================================================================== Ascissa vertice sinistro inferiore xi -8,24 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 52,64 m Ascissa vertice destro superiore xs 37,79 m Ordinata vertice destro superiore ys 102,81 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 10,0 Numero di celle lungo y 10,0 ======================================================================== Coefficienti sismici [N.T.C.] ======================================================================== Dati generali Tipo opera: 2 - Opere ordinarie Classe d'uso: Classe II Vita nominale: 50,0 [anni] Vita di riferimento: 50,0 [anni] Parametri sismici su sito di riferimento Categoria sottosuolo: D Categoria topografica: T2 S.L. Stato limite TR Tempo ritorno [anni] ag [m/s²] F0 [-] TC* [sec] S.L.O. 30,0 0,35 2,42 0,21 S.L.D. 50,0 0,45 2,42 0,24 S.L.V. 475,0 1,17 2,49 0,29 S.L.C. 975,0 1,49 2,51 0,29 Coefficienti sismici orizzontali e verticali Opera: Stabilità dei pendii e Fondazioni S.L. Stato limite amax [m/s²] beta [-] kh [-] kv [sec] S.L.O. 0,756 0,2 0,0154 0,0077 S.L.D. 0,972 0,2 0,0198 0,0099 S.L.V. 2,5272 0,24 0,0619 0,0309 S.L.C. 3,2184 0,24 0,0788 0,0394 Coefficiente azione sismica orizzontale 0,0788 Analisi stabilità pendio 9
12 Coefficiente azione sismica verticale 0,0394 Le nuove norme tecniche per le costruzioni (D.M. 14/01/2008) prevedono per le verifiche di stabilità dei pendii che debbano essere soddisfatte le verifiche allo stato limite di salvaguardia della vita SLV (paragrafo 7.1). Nel caso in esame il pendio presenta una configurazione molto articolata conseguente alla pendenza del versante ed ai numerosi cambi di pendenza dovuti alla sovrapposizione a diverse quote della strada e delle relative opere di sostegno. Considerato quindi che tale geometria individua una sezione topografica particolarmente critica per la verifica della stabilità globale del versante, si è scelto di utilizzare i coefficienti sismici più cautelativi corrispondenti allo stato limite di prevenzione del collasso SLC. Vertici profilo Nr X y 1 0,0 0,0 2 8,35 3,8 3 12,6 3,8 4 18,25 9, ,19 11, ,73 11, ,73 14, ,76 14, ,26 14, ,52 17, ,54 17, ,56 17, ,18 17, ,18 20, ,67 24, ,19 24, ,19 28, ,65 28, ,81 28, ,31 35, ,58 35, ,94 39, ,77 44,35 Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno ======================================================================== Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No ======================================================================= = Stratigrafia Analisi stabilità pendio 10
13 Strato Coesione (kg/cm²) Coesione non drenata (kg/cm²) Angolo resistenza al taglio ( ) Peso unità di volume (t/m³) Peso saturo (t/m³) ,00 1, Litologia Muri di sostegno - Caratteristiche geometriche Sono stati inseriti dei muri di sostegno aventi l unico scopo di simulare il peso delle opere previste. Nelle immagini sono state differenziate le opere murarie (colore viola) dalle scogliere (colore verde). N x y Base mensola a valle Base mensola a monte Altezza muro Spessore testa Spessore base Peso specifico (t/m³) 1 49,19 24,54 0,3 0,9 4,3 0,5 2,25 2,4 2 23,73 11,83 0,3 0,5 2,2 0,7 1, ,03 17,33 0,3 0,5 4,5 0,5 1,7 2,4 4 14,41 3,82 0,3 0,5 4,5 0,5 1,7 2 Carichi distribuiti I carichi sono stati posizionati su tutti i tratti di strada ma considerati nel calcolo solo laddove agivano da forze destabilizzanti. N xi yi xf yf 1 23,9 14,1 26,4 14,1 0,2 2 36,5 17, , ,2 3 49,21 28,89 51,71 28,89 0, ,93 69,5 35,9433 0,2 Carico esterno (kg/cm²) Analisi stabilità pendio 11
14 4. RISULTATI ANALISI PENDIO La verifica è stata effettuata per step successivi vincolando le superfici di scorrimento in determinati tratti (visibili nelle immagini in corrispondenza al tratteggio verticale) ANALISI EFFETTUATA CONSIDERANDO LE SUPERFICI DI SCORRIMENTO CHE INTERESSANO LA PARTE BASSA DEL PENDIO In questo caso non è stato considerato il carico aggiuntivo nel tratto posto a quota inferiore di strada in quanto rappresenterebbe una forza stabilizzante. Al contrario in tutti gli altri settori è invece stato cautelativamente considerato anche se si tratta di una condizione poco probabile. Il fattore di sicurezza minimo individuato è pari a 1,11. Fs minimo individuato 1,11 Ascissa centro superficie 8,81 m Ordinata centro superficie 22,93 m Raggio superficie 20,49 m Analisi stabilità pendio 12
15 ANALISI EFFETTUATA CONSIDERANDO LE SUPERFICI DI SCORRIMENTO CHE INTERESSANO LA PARTE INTERMEDIA DEL PENDIO (A) In tale tratto non sono stati considerati i carichi 1 e 2 in quanto rappresentano forze stabilizzanti per il terreno. Sono dunque stati presi in considerazione il numero 3e il 4 (vd. Tabella carichi). Il fattore di sicurezza minimo individuato è pari a 1,13 Fs minimo individuato 1,13 Ascissa centro superficie 33,58 m Ordinata centro superficie 39,86 m Raggio superficie 24,35 m Analisi stabilità pendio 13
16 ANALISI EFFETTUATA CONSIDERANDO LE SUPERFICI DI SCORRIMENTO CHE INTERESSANO LA PARTE INTERMEDIA DEL PENDIO (B) In tale tratto non sono stati considerati i carichi 1 e 2 in quanto rappresentano forze stabilizzanti per il terreno. Sono dunque stati presi in considerazione il numero 3 e il 4 (vd. Tabella carichi). Il fattore di sicurezza minimo individuato è pari a 1,15 Fs minimo individuato 1,15 Ascissa centro superficie 44,86 m Ordinata centro superficie 28,71 m Raggio superficie 7,18 m Analisi stabilità pendio 14
17 ANALISI EFFETTUATA CONSIDERANDO SUPERFICI DI SCORRIMENTO CHE INTERESSANO L INTERO PENDIO Considerando l intero pendio è stato omesso nel calcolo il carico nel settore più basso in quanto agente da forza stabilizzante. Gli altri carichi sono invece stati presi in considerazione. Il fattore minimo di sicurezza individuato è pari a 1,23 Fs minimo individuato 1,23 Ascissa centro superficie 24,72 m Ordinata centro superficie 53,42 m Raggio superficie 42,58 m Aosta, novembre 2014 Il Tecnico incaricato Ing. Hugonin Bruno Analisi stabilità pendio 15
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