Rapporto Famiglie in Rosso

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1 Rapporto Famiglie in Rosso Regione Lazio Assessorato Tutela dei Consumatori e Semplificazione Amministrativa Programma 2009 Utenti e Consumatori realizzato con i fondi della Regione Lazio

2 INDICE Prefazione 1 PARTE Capitolo I - Povertà e indebitamento Paragrafo I - La povertà in Italia Paragrafo II L indebitamento: il fenomeno e la sua estensione in Italia Paragrafo III- Le province più indebitate Capitolo II - Lazio: crisi, consumi e indebitamento Paragrafo I I consumi e il peso della crisi nel Lazio Paragrafo II - L indebitamento delle famiglie: Regione Lazio, Roma e Provincia di Roma Paragrafo III Il mercato dei mutui nel Lazio CAPITOLO III Il mutuo e le difficoltà connesse Paragrafo I Piano Famiglie, i dati dell ABI Paragrafo II Il Piano Famiglie e il Fondo di Solidarietà: due opportunità per le famiglie in crisi CAPITOLO IV L usura e forme di tutela Bibliografia

3 2 PARTE L Indagine conoscitiva sulla conoscenza degli strumenti creditizi e finanziari Paragrafo I L indagine e il profilo degli intervistati Paragrafo II L alfabetizzazione finanziaria Paragrafo III La conoscenza dei servizi di inclusione finanziaria, dell home banking e degli strumenti di gestione del budget Paragrafo IV Il ricorso al credito al consumo e alle finanziarie Conclusioni Allegato 1 Questionario d indagine

4 PREFAZIONE Il Movimento Consumatori Roma (di seguito MC Roma), attivo sul territorio regionale dal 2000, ha tra i suoi scopi statutari quello di tutelare e difendere i diritti e gli interessi dei consumatori anche in quanto risparmiatori e contribuenti. I rapporti con gli istituti di credito, le finanziarie e le compagnie assicuratrici sono quindi da sempre al centro delle attività di informazione e consulenza realizzate a favore degli utenti dal MC Roma. Soprattutto negli ultimi anni l Associazione ha registrato una progressiva esigenza di consulenza e assistenza nell ambito delle tematiche finanziarie, purtroppo molto spesso dovute a problemi di sovraesposizione finanziaria. Il sovraindebitamento è quindi uno dei problemi più dibattuti degli ultimi anni ed in particolar modo per le famiglie italiane che sono costrette tutti i mesi a fare i conti con mutui, rate di finanziamenti per acquisti più o meno necessari, saldi di carte di credito. Il credito al consumo é un fenomeno ormai diffuso. Molti consumatori che vi ricorrono, soprattutto per l acquisto di beni di consumo quali piccoli elettrodomestici e prodotti tecnologici, spesso non prestano però attenzione ai tassi applicati. La non consapevolezza del reale costo dei finanziamenti contratti e la mancanza di controllo nella gestione dei redditi familiari, uniti ai messaggi pubblicitari e promozionali che incoraggiano il consumo e l acquisto, spesso spingono il cittadino a livelli di spesa eccessivi, superiori alle effettive possibilità economiche della famiglia. Il Rapporto Famiglie in Rosso realizzato nell ambito del progetto SOS Famiglie in Rosso finanziato dalla Regione Lazio, intende quindi approfondire il fenomeno dell indebitamento delle famiglie attraverso la raccolta e l analisi dei più recenti dati pubblicati in materia. Per avere un quadro quanto più completo e variegato si prendono quindi in considerazione molteplici parametri che descrivono ciascuno un aspetto della condizione economica delle famiglie italiane e laziali: dai dati sulla povertà relativa, a quelli relativi al ricorso al credito al consumo e al mutuo, dall analisi della spesa e della propensione all acquisto, al tasso di insolvenza fino ai numeri relativi all usura. Il nucleo familiare, come emerge chiaramente dai dati riportati nel Rapporto, è quindi un soggetto economico a tutti gli effetti e come tale dovrebbe essere guidato, al pari di un azienda, nella gestione delle proprie risorse finanziarie. Una programmazione, seppure minima, dei flussi di risorse in entrata e in uscita potrebbe infatti evitare che la famiglia cada in una situazione di sovraesposizione finanziaria e che diventi quindi incapace di assolvere ai debiti contratti. A questo scopo acquistano importanza gli interventi di educazione finanziari, che possono fornire alle famiglie ed i giovani gli strumenti conoscitivi per amministrare con maggior attenzione le risorse disponibili ed utilizzare con maggior consapevolezza gli strumenti finanziari a loro disposizione. Per avere un quadro del grado di conoscenza dei cittadini dei principali strumenti finanziari è stato quindi svolto un sondaggio a campione, somministrando un breve questionario d indagine ai cittadini che si sono rivolti a Movimento Consumatori Roma per ricevere informazioni e assistenza, anche su questioni diverse da quelle bancarie. La rilevazione, pur non essendo statisticamente rappresentativa, costituisce un punto di partenza utile per capire il grado di preparazione dei cittadini sul tema ed orientare eventuali interventi di educazione finanziaria, sia da parte delle associazioni dei consumatori che delle istituzioni pubbliche e degli istituti bancari.

5 1 PARTE - CAPITOLO I Povertà e indebitamento Paragrafo I La povertà in Italia Secondo l ultimo rapporto Istat, Noi Italia, nel 2009 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 10,8% delle famiglie residenti; si tratta di 7,8 milioni di individui poveri, il 13,1% della popolazione residente. Mentre la povertà assoluta coinvolge il 4,7% delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui. Una famiglia viene definita povera in termini relativi se la sua spesa per consumi è pari o al di sotto della linea di povertà relativa: per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona e, nel 2009, è risultata di 983,01 euro mensili. La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza) vengono classificate come assolutamente povere. Nel 2009, per una famiglia di due componenti adulti (18-59 anni) di un piccolo comune la soglia di povertà assoluta è pari a 956,73 euro, se residente nel Nord, e a 742,81 euro, se nel Mezzogiorno; scende a 892,38 euro e 687,50 euro rispettivamente qualora uno dei due componenti abbia più di 74 anni. L intensità della povertà indica, in termini percentuali, quanto la spesa media mensile delle famiglie classificate come povere sia al di sotto della linea di povertà. Il panorama regionale che emerge dall indagine Istat, mette in evidenza il forte svantaggio dell'italia meridionale e insulare, con valori di incidenza più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà relativa sono il 22,7% di quelle residenti (contro il 4,9 del Nord e il 5,9 del Centro) e quelle in povertà assoluta ne rappresentano il 7,7% (contro il 3,6 e il 2,7 rispettivamente). Situazioni gravi per la povertà relativa, si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (24,2 per cento), in Campania e in Basilicata (25,1); la situazione peggiore è quella della Calabria dove oltre un quarto delle famiglie è povera (27,4). All opposto, nel resto del paese si registrano incidenze di povertà relativa decisamente più contenute: l Emilia-Romagna rappresenta la regione con la più bassa incidenza (pari al 4,1 per cento), seguita dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Liguria, con valori inferiori al 5 per cento. Nel Mezzogiorno, inoltre, alla più ampia diffusione della povertà si associa anche una maggiore gravità del fenomeno, le famiglie povere sono di più e hanno livelli di spesa mediamente molto più bassi di quelli delle famiglie povere del Centro-Nord. L intensità della povertà relativa è, infatti, pari al 22,5 per cento (contro il 17,5 del Nord e il 17,4 del Centro) e quella di povertà assoluta al 18,8 per cento (contro rispettivamente il 15,1 e il 18,3).

6 Un quarto delle famiglie con cinque o più componenti (il 24,9%) risulta in condizione di povertà relativa; l incidenza raggiunge il 37,1% per le famiglie residenti nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, tipologie familiari tra le quali l incidenza di povertà è pari rispettivamente al 24,9% e al 18,2% (36,0% e 33,3% nel Mezzogiorno). Se all interno della famiglia sono presenti più figli minori, il disagio economico aumenta: l incidenza di povertà, pari al 15,2% tra le coppie con due figli e al 24,9% tra quelle con almeno tre, sale al 17,2% e al 26,1%, rispettivamente, se i figli sono minori. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente diffuso nel Mezzogiorno, dove oltre un terzo (il 36,7%) delle famiglie con tre o più figli minori è povero. La povertà tra le famiglie con almeno un anziano è superiore alla media (12,4%), soprattutto se gli anziani sono due o più (15,1%). Tale evidenza è più marcata nel Nord e nel Centro. Se il livello d istruzione della persona di riferimento è basso (nessun titolo o licenza elementare) l incidenza di povertà è elevata (17,6%) ed è quasi quattro volte superiore a quella osservata tra le famiglie con a capo una persona che ha conseguito almeno la licenza media superiore (4,8%). Similmente, la diffusione della povertà tra le famiglie con a capo un operaio o assimilato (14,9%) è decisamente superiore all incidenza osservata tra le famiglie di lavoratori autonomi (6,2%) e, in particolare, di imprenditori e liberi professionisti (2,7%). Nel Mezzogiorno quest ultime famiglie sono le uniche a mostrare un incidenza inferiore alla media nazionale (6,8%). La difficoltà a trovare un occupazione o un occupazione qualificata determina livelli di povertà decisamente elevati: è povero il 26,7% (ben il 38,7% nel Mezzogiorno) delle famiglie con a capo una persona in cerca di lavoro. Le situazioni più difficili appaiono, inoltre, quelle delle famiglie in cui non vi sono né occupati né ritirati dal lavoro (il 42% è povero): si tratta di anziani soli senza una storia lavorativa pregressa e di persone escluse dal mercato del lavoro che vivono in coppia con figli o che sono genitori soli. Italia Paragrafo II L indebitamento: il fenomeno e la sua estensione in A differenza degli altri Paesi europei, lo scorso anno le buste paga e le pensioni nel nostro Paese sono state più leggere. La conseguenza di questa situazione è sotto gli occhi di tutti: calano i consumi, aumenta la soglia di povertà delle famiglie come documentato dall Istituto di Statistica (vedi introduzione) e molte per poter arrivare a fine mese sono costrette a ricorrere a forme di indebitamento. Il terzo Report curato dall Associazione Bancaria Italia (ABI) in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali fornisce in materia dati aggiornati al secondo trimestre del Nel periodo preso in considerazione, l incidenza del debito finanziario complessivo delle famiglie consumatrici sul loro reddito disponibile è stata pari al 47% nella media italiana, contro il 46% di marzo 2010, il 43% di giugno 2009 e del 34% dello stesso mese del Le famiglie del Centro sono quelle con il maggior grado d indebitamento (50%), seguite da quelle del Mezzogiorno e del Nord (46%). L indebitamento delle famiglie è cresciuto, nell ultimo anno, di 4/5 punti percentuali nel Centro-Sud e di 3 punti nel Nord. Tra le tipologie di debito contratte significativa è risultata la crescita dei mutui per l acquisto di abitazioni che hanno visto segnare un incremento del 4,7% rispetto a un anno prima (9,5% nel giugno del 2009), attestandosi nel

7 complesso su un ammontare di circa 250 miliardi di euro. L area geografica più dinamica è stata il Mezzogiorno, con una crescita su base annua del 6,5%, seguita dal Centro (5,2%)e dal Nord (3,9%). In termini cumulati, dal giugno 2005 al corrispettivo periodo del 2010 l incremento delle consistenze di mutui si è attestato a quasi il 50% per il totale nazionale, con le regioni del Mezzogiorno a evidenziare il maggior dinamismo. Decisamente meno vivace è risultata la dinamica del credito al consumo, erogato sia da banche che da finanziarie, in crescita dello 0,9% rispetto ad un anno prima (10,3% nel giugno del 2009),con un ammontare, al secondo trimestre del 2010, pari a circa 112 miliardi di euro. L area geografica più dinamica in tale segmento di mercato è stata il Mezzogiorno, con una crescita su base annua dell 1,3%, seguita dal Nord (0,6%). In termini cumulati, dal giugno 2005 al corrispettivo mese del 2010 l incremento delle consistenze del credito al consumo si attestato a circa il 70% per il totale nazionale; anche in tal caso le regioni più dinamiche sono state quelle del Mezzogiorno. Il Report trimestrale di dicembre 2010, evidenzia come i finanziamenti per acquisto di abitazioni continuino a crescere su tassi relativamente sostenuti in quanto favoriti, da un lato, dall effetto di calmieramento della crisi sui prezzi degli immobili e, dall altro, dal basso livello dei tassi d interesse. Una riprova di queste tendenze è offerta dall indice di accessibilità all abitazione (housing affordability index) che mostra da circa due anni un progressivo miglioramento, evidenziando quindi una maggiore possibilità per le famiglie di poter acquistare una casa. Sulla base dei dati più recenti si valuta che nel secondo trimestre del 2010 l housing affordability index si è attestato, nel dato medio italiano, al 5,5% (dato provvisorio; 4,3% un anno prima), un valore che segnala quindi la possibilità per

8 la famiglia media italiana di poter accedere all acquisto di una casa. A partire dalla seconda metà del 2009 si registra un significativo miglioramento dell indice riconducibile alla discesa dei tassi di interesse. Quando si passa a esaminare l indice di affordability per le famiglie con capo giovane e senza una casa di proprietà si osserva che l indice di accessiblità risulta più basso di quello medio nazionale e, soprattutto, ha assunto un segno negativo negli ultimi 4 anni: i dati dell ultimo biennio mostrano che vi sono stati comunque, anche per questo specifico segmento di popolazione, significativi progressi con un miglioramento di circa 4 punti ascrivibile, anche in questo caso, alla marcata riduzione dei tassi di interesse. Altro indicatore di vulnerabilità finanziaria riportato nel Report è l incidenza della rata per l acquisto di abitazioni sul reddito disponibile delle famiglie. Si osserva che nel secondo trimestre del 2010 questo indice è stato pari a 5,2 punti percentuali nella media nazionale, in aumento dai 4,2 punti di un anno prima. Nel dettaglio territoriale si riscontra che l area con il livello più basso è il Mezzogiorno (3,7), seguita dal Centro (5,7) e dal Nord (5,8). Pur essendosi registrata l interruzione della tendenza al calo del rapporto rata/reddito l incidenza della rata del mutuo per acquisto di abitazioni sul reddito disponibile si mantiene ancora al di sotto dei picchi registrati nella prima metà del Paragrafo III Le province più indebitate Il fenomeno dell indebitamento non ha confini territoriali interessando trasversalmente tutte le città. Tuttavia, una rilevazione della CGIA di Mestre, ha evidenziato che le città che si sono più indebitate nell'ultimo anno sono quelle che registrano anche i livelli di reddito più elevati ma non è da escludere che tra questi vi siano anche delle famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli. Secondo la rilevazione - che ha preso in considerazione i debiti derivanti dall accensione di mutui per l acquisto della casa, dai prestiti per l acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili - rispetto al dicembre 2008, l indebitamento medio nazionale delle famiglie consumatrici è cresciuto in termini assoluti di 863 euro. Cercando di individuare le zone più colpite dal fenomeno, si può affermare sulla base dell indagine della CGIA che a livello provinciale le «sofferenze» maggiori sono a carico delle famiglie di Roma ( euro), seguite da quelle di Lodi ( euro) e da quelle di Milano ( euro). Al quarto posto troviamo Trento ( euro), di seguito Prato ( euro), Como ( euro) e via via tutte le altre. A vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari sono le famiglie sarde, in particolare quelle residenti nelle provincie di Carbonia-Iglesias (7.486 euro), Medio Campidano (7.431 euro) e, infine, Ogliastra (5.784 euro). Il record della crescita del debito delle famiglie avvenuta tra il 1ø gennaio 2002 (data dell introduzione dell euro) e il 31 dicembre 2009, invece, appartiene alla provincia di Caserta, che in questi 8 anni è stato del +137,4%. Seguono Chieti, con un aumento del 132,1%, Taranto, con +131,3 %, Napoli, con +129,7% e Piacenza, con +129,5%. Chiude la classifica la provincia di Verbano-Cusio- Ossola, con un +45,2%. Sempre in questo periodo la crescita dell indebitamento medio delle famiglie italiane è quasi raddoppiata: l incremento è stato del +91,7%. Nello stesso arco temporale, invece, l inflazione a livello nazionale è cresciuta del 16,6%. Cgia infine rileva che, rispetto al 31 dicembre 2008, sono solo due le province che hanno visto diminuire il livello di indebitamento delle famiglie: Parma (-137 euro rispetto all anno prima) e Verbano-Cusio-Ossola (-461 euro).

9 CAPITOLO II Lazio: crisi, consumi e indebitamento Paragrafo I I consumi e il peso della crisi nel Lazio Dopo aver analizzato il fenomeno dell indebitamento e la sua dimensione nel contesto nazionale, il paragrafo che segue vuole approfondire la condizione economica delle famiglie laziali partendo dalla disponibilità economica delle stesse. Nel 2009 il reddito pro capite nel Lazio si attesta a Euro (-0,5% rispetto al 2008). Roma conferma il primato nel reddito pro capite ( Euro). Il Rapporto 2010 sullo stato delle Province del Lazio realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con l UPI Lazio, fotografa l impatto della crisi nella Regione. E emerso che le famiglie del Lazio indicano complessivamente la soglia di euro quale disponibilità economica necessaria per una vita dignitosa. Tale valore sale significativamente nel campione del Comune di Roma, dove raggiunge i euro, attestandosi intorno ai duemila euro nei comuni medio-piccoli. Vicino al valore di Roma quello dei comuni con più di 50 mila abitanti (2.779 euro), anche in presenza di nuclei familiari di maggiori dimensioni. La soglia del benessere raggiunge i euro tra le coppie con figli, scendendo progressivamente tra le famiglie monogenitoriali (2.661 euro), tra le coppie senza figli (2.386 euro) e tra le persone sole (1.605 euro). Se soltanto il 7,8% delle famiglie del Lazio dispone di un reddito superiore alla soglia del benessere e un ampia maggioranza (il 55,2%) si colloca nel ceto medio, disponendo di reddito vicino o leggermente inferiore a quello necessario per un adeguato livello di benessere, oltre un terzo (il 37%) si colloca nell area del rischio di povertà, con un reddito molto inferiore al necessario. Sono gli anziani a presentare la maggiore fragilità economica, collocandosi nel 41,7% dei casi sotto il livello di benessere; analogamente tale condizione colpisce il 47,2% dei nuclei monogenitoriali e il 45% delle persone sole, scendendo al 37% tra le coppie con figli ed al 29,7% tra quelle senza figli. Particolarmente critica la situazione delle famiglie con un unico percettore di reddito, che nel 50,5% dei casi dispongono di risorse molto inferiori al necessario; tale valore scende al 27,2% nei nuclei con due percettori e al 26,5% in quelli con tre o più percettori di reddito. È nei piccoli comuni (fino a 15 mila abitanti e mila) che la fascia del rischio di povertà risulta più ampia, attestandosi rispettivamente sul 49,1% e sul 47%, a fronte del 24,8% nei comuni di mila abitanti e del 32,7% nella Capitale. La principale causa addotta dal campione per spiegare la diminuzione del livello di benessere del proprio nucleo familiare è l aumento del costo della vita (61,5% delle indicazioni). Tale valutazione sembra essere riconducibile alla sostanziale stagnazione/riduzione dei redditi citata quale terza causa (26,2%), dopo le minori opportunità di lavoro (32,5%) e la riduzione del reddito; seguono gli eventi privati/familiari (14,9%), i forti ritardi nei pagamenti (6,4%) e la svalutazione del patrimonio (4,9%). Tra i cittadini dei piccoli comuni raccoglie maggiori citazioni la riduzione delle opportunità di lavoro (41,1%), meno avvertita dal campione del comune di Roma (23%) dove, invece, si rilevano maggiori criticità nel dover affrontare eventi privati e familiari (24,8% delle citazioni). Interessante, al riguardo, la prospettiva dei giovani (18-24 anni), che indicano le minori opportunità lavorative quale principale causa di

10 impoverimento (62,1% delle citazioni), coerentemente con il forte incremento della disoccupazione giovanile nella regione (+30,6% i disoccupati tra gli under 25 nel Lazio nel 2009). La crisi ha avuto un peso anche nelle dinamiche di consumo dei beni durevoli: secondo l Osservatorio di Findomestic Banca, nel 2009, la spesa complessiva per l acquisto di beni durevoli si è attestata a milioni di Euro (-6,0% rispetto ai Euro del 2008). Tuttavia si tratta di un dato positivo rispetto alla media italiana (-7,5%) ed infatti se prendiamo ad esempio il dato sulle immatricolazioni, le famiglie del Lazio hanno acquistato nel 2009 più auto rispetto alla media nazionale (+13,9% le immatricolazioni contro una media italiana di +8,4%). In difficoltà il settore dei motoveicoli, che fa registrare un calo del 10,9% nelle immatricolazioni (contro un flessione media in Italia del 5%). Anche nei capitoli di spesa legati all elettronica (elettrodomestici bruni e informatica) il Lazio ha presentato un andamento migliore della media nazionale, in buona parte imputabile al passaggio al digitale terrestre di questa regione. Ciononostante, la classifica dei sacrifici di fronte alla recessione è molto chiara: si comprimono le spese per i mobili, l abbigliamento, i viaggi e le vacanze, il tempo libero e le collaborazioni famigliari, ma non si fanno tagli su istruzione, spese alimentari e mediche. La famiglia è diventata una vera e propria mini azienda in cui si reagisce alla recessione in funzione di quanto si è stati colpiti, quasi sempre con una stretta sui costi, senza però dimenticare il morale e quindi con la concessione talvolta di beni consolatori: le gite, le vacanze brevi, qualche ristorante, un gelato, il DVD a nolo anziché il cinema Se si esaminano le preoccupazioni di fronte alla crisi occorre segnalare che la criminalità e il mantenimento del posto di lavoro svettano per importanza, soprattutto fra le donne e le persone con i livello di reddito e di istruzione più bassi: certamente le categorie più fragili. Per la prima volta quest anno emerge una nuova paura: quella per l individualismo esacerbato che si colloca al terzo posto fra le preoccupazioni maggiori. Nel Lazio si rilevano divari importanti, in termini di reddito per abitante, Roma e le altre province laziali: se nella capitale nel 2009 si è registrato un reddito pro capite pari a Euro (-0,6% rispetto al 2008), a Viterbo si è registrato un valore inferiore di quasi Euro ( Euro, -0,4%% rispetto all anno precedente). Seguono Latina ( Euro, con una contrazione dello 0,4% rispetto ai Euro del 2008), Rieti ( Euro, con una crescita dello 0,2%) e Frosinone ( Euro, +0,6% rispetto al 2008).I mobili rappresentano la terza voce di spesa per le famiglie nel Lazio, dopo le auto nuove e quelle usate: Roma nel 2009 in questo settore ha fatto registrare volumi complessivi pari a milioni di Euro (-7,6% rispetto al 2008) mentre Latina si è attestata a quota 142 milioni di Euro (-7,4%), seguita da Frosinone (con 140 milioni di Euro di spesa, a fronte di una contrazione pari al 6,3% rispetto al 2008), Viterbo (81 milioni di Euro, -7,0%) e Rieti (43 milioni di Euro, -6,8%). I circa 351 milioni di Euro impiegati nell acquisto di elettrodomestici bianchi e piccoli acquistati nel Lazio sono stati suddivisi tra i 274 milioni di Euro impiegati a Roma (che fa registrare una contrazione del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell anno passato), i 27 milioni di Latina (-5,0%), i 26 milioni di Frosinone (- 4,0%), i 16 milioni di Viterbo (-6,8%) e gli 8 di Rieti (-10,4%). Per quanto riguarda l acquisto di elettrodomestici bruni, è sempre la capitale a far registrare i consumi più elevati con 275 milioni di Euro (+0,4% rispetto al 2008), seguita da Latina (29 milioni di euro spesi nel 2009, con una contrazione dell 1,3% rispetto all anno precedente), Frosinone (28 milioni di Euro, -0,5% rispetto al 2008), Viterbo (15 milioni di Euro, -3,1%) e Rieti (7 milioni di Euro, -7,3%).

11 Anche nel comparto informatica per le famiglie è Roma a far registrare i consumi più elevati con 101 milioni di euro spesi nel 2009 (+0,4% rispetto all anno precedente). Al secondo posto Latina che, con 11 milioni di Euro, cresce dell 1,5% rispetto al 2008, seguita poi da Frosinone (11 milioni di Euro nel 2009, +2,3% rispetto all anno precedente), Viterbo (6 milioni di Euro, +3,2%) e Rieti (3 milioni di Euro, +3,8%). Paragrafo II L indebitamento delle famiglie: Regione Lazio, Roma e Provincia di Roma L aumento delle difficoltà finanziarie ha come diretta conseguenza l aumento dell indebitamento: molte famiglie, infatti di fronte al perdurare della crisi economica si sono trovate nella condizione di dover ricorrere a prestiti bancari. Infatti nel 2009 sono cresciuti ancora gli impieghi bancari delle famiglie del Lazio (+6,7% e +4,8% in Italia) trainati dai finanziamenti per l acquisto di un abitazione (+6,2%) e dalle diffuse situazioni di difficoltà. L incremento dei prestiti concessi alle famiglie risulta più alto a Frosinone (+8,1%), seguita da Viterbo (+7,6%), Latina (+7,2%), Rieti (+6,7%) e Roma (+6,5%). In valori assoluti il primato dell indebitamento medio per famiglia si rileva a Roma (24,4 mila euro; 19,6 mila in Italia) con scarti consistenti rispetto a Viterbo (17,8 mila), Latina (16,1 mila), Rieti (14,5 mila) e Frosinone (12,2 mila), riconducibili in larga misura al diverso costo delle abitazioni. La quota di indebitamento determinata dall acquisto di un abitazione risulta infatti particolarmente elevata a Roma (64,7%), scendendo al 44,8% a Latina, al 39,3% a Viterbo, al 39% a Rieti e al 38,1% a Frosinone. L accresciuta difficoltà delle famiglie trova conferma, anche, nella dinamica del tasso di insolvenza, salito tra il 2008 e il 2009 nel Lazio dal 2,3% al 3,2% (dal 2,4% al 3,2% in Italia). L aumento delle sofferenze interessa l intero territorio regionale e raggiunge valori più alti, come avvenuto per le imprese, a Frosinone (con un tasso di insolvenza pari al 4%), seguita da Latina (3,9%) e, con scarti più ampi, da Viterbo (3,3%), Rieti (3,2%) e Roma (3,1%). Se prendiamo in considerazione la Provincia di Roma oggetto di un indagine curata dall Università Roma Tre per conto dell Assessorato alle Politiche del Personale, alla Tutela dei consumatori e lotta all Usura - il 29,52% del campione ha dichiarato di essersi indebitato negli ultimi 12 mesi. La Tabella 8 ci indica la distribuzione per fasce di reddito netto dichiarato delle famiglie che hanno contratto un debito. L indebitamento appare molto elevato per le classi di reddito molto basse e nella classe di reddito medio.

12 L analisi dei motivi per cui ci si è indebitati ci aiuta a qualificare questo dato aggregato. Nella Tabella 9 possiamo vedere diverse motivazioni dell indebitamento. Il 5,33% ha finanziato l acquisto di una abitazione e un altro 5,15% ha ristrutturato l abitazione principale; tuttavia appare significativo che il 22,86% si è indebitato per far fronte a spese diverse. Le risposte specifiche indicate mostrano che le famiglie si sono indebitate non solo per l acquisto di beni durevoli, auto o elettrodomestici, ma anche per far fronte a spese considerevoli ma ordinarie (pagamenti inps, imposte arretrate, spese condominiali e simili). La terza colonna della Tabella 9 mostra la stessa distribuzione all interno del sottocampione rappresentativo delle famiglie maggiormente colpite dalla crisi. Questi nuclei familiari hanno fatto maggiormente ricorso all indebitamento (il 39,92% ha contratto un debito) e, in modo particolare al finanziamento con debito di consumi e spese correnti (il 35,29%). La Tabella 10 ci indica la distribuzione delle famiglie per livelli di reddito netto dichiarato e motivo dell indebitamento. L indebitamento finalizzato all acquisto di beni di consumo ha una maggior frequenza non solo nelle classi di reddito molto basse, quelle che generalmente presentano una propensione al consumo maggiore dell unità, (il 45,45% delle famiglie con meno di 700 euro dichiara di essersi indebitato per finanziare spese correnti) ma anche nelle classi di reddito medio basse o medie (per le classi di reddito successive infatti questa

13 percentuale risulta par al 25,00, al 18,68 al 23,88 percento delle famiglie intervistate). Questo dato sembra indicare il tentativo di difendere standard di consumo acquisiti nel passato anche a fronte delle riduzioni di reddito. In questo senso appare significativo come l indebitamento per consumi particolarmente elevato anche nella fascia di reddito L elevata reticenza alla risposta per classi di reddito basse, infine, sembra suggerire che l indebitamento delle classi più basse possa essere persino superiore di quanto dichiarato. Nella Tabella 11, infine, riportiamo la distribuzione delle famiglie per professione del capofamiglia e motivo dell indebitamento. Alcune caratteristiche vanno evidenziate: in primo luogo si nota l elevato indebitamento per finanziare i consumi dei disoccupati che, evidentemente, cercano di mantenere, almeno in parte, il livello di consumi acquisiti. La considerevole incidenza dell indebitamento per i lavoratori autonomi dipende, in parte, dal fatto che nel questionario non abbiamo distinto, per semplicità divenuta eccessiva semplificazione, tra credito al consumo e ricorso al credito per la propria attività lavorativa. Tuttavia è anche vero che tra coloro che non hanno perso lavoro, i lavoratori autonomi risultano più penalizzati; dunque anche per costoro è plausibile assumere che abbiano cercato di mantenere, almeno in parte, il livello di consumi acquisiti. L indebitamento per l acquisto di abitazioni cresce con il livello del reddito (cfr, Tab. 10) e della condizione professionale (Tab. 11). La Tabella 12 infine ci mostra la distribuzione delle famiglie per comune di residenza (Roma o altro Comune della Provincia) e motivo dell indebitamento. Il fenomeno dell indebitamento al consumo sembra avere le stesse dimensioni

14 mentre sembra emergere una prevalenza dell indebitamento per l acquisto dell abitazione in città e delle ristrutturazione, invece, nei comuni della Provincia. L eventuale fonte del finanziamento del debito Un altro aspetto rilevante evidenziato dall indagine curata dall Università Roma Tre per conto dell Assessorato alle Politiche del Personale, alla Tutela dei consumatori e lotta all Usura riguarda l eventuale fonte del finanziamento del debito delle famiglie. Al campione è stata posta la domanda: Se ha necessità di un finanziamento a chi si rivolge? ; con modalità di risposta che prevedevano oltre a Banche e Finanziarie anche le voci Parenti e amici e Altro. La Tabella 13 mostra i risultati. Il 46,86 percento del campione ha indicato le modalità Parenti e amici o Altro. E opportuno chiarire che gli intervistati hanno espresso più una possibile modalità che non un ricorso effettivamente avvenuto a queste fonti di finanziamento. Colpisce, tuttavia l elevata frequenza con cui è stata scelta la modalità Parenti ed Amici 40% circa e, con un certo allarme, possiamo anche registrare la presenza di un 7,62% di famiglie che ha indicato una inquietante modalità Altro. L elevata attitudine verso forme di finanziamento non istituzionali, e la scarsa attitudine verso il ricorso alle Finanziarie indica da un lato un possibile margine di allargamento del mercato del credito e dall altra la probabile necessità di modifiche delle normative che rendano i consumatori più sicuri nel ricorrere a banche e finanziarie, paradossalmente percepite come più pericolose o meno accessibili delle Altre forme di finanziamento.

15 Paragrafo III Il mercato dei mutui nel Lazio Come si diceva nel precedente capitolo, il contratto di mutuo per l acquisto della prima casa è la tipologia di debito più diffusa, certamente a livello nazionale, ma anche nel Lazio stando all ultima rilevazione dell Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. Il mercato dei prestiti per l acquisto delle abitazioni destinato a famiglie consumatrici nel Lazio, infatti, presenta nel terzo trimestre 2010 un aumento (+23%) rispetto allo stesso trimestre del Si tratta del secondo miglior incremento regionale trimestrale in Italia, preceduto solo da Friuli Venezia Giulia (+27%) e a pari merito con la regione Basilicata. Si conferma cosi l importante trend di ripresa della regione che già si era evidenziato nei trimestri passati. Si tratta infatti del terzo aumento trimestrale consecutivo in doppia cifra. Il ciclo è iniziato nel I trim Il dato è sempre influenzato dal mercato dei mutui di sostituzione. La variazione registrata traina l intera macroarea Centrale (+11%) che nel trimestre è quella che ha fatto rilevare il miglior incremento. Nel Lazio sono stati erogati ben milioni di Euro (311 mln in più rispetto al terzo trimestre 2009). I volumi rappresentano il 13,3% del totale erogato nel trimestre in Italia. (12,1% il peso nel secondo trimestre 2010). Solo la Lombardia ha erogato volumi maggiori. Analizzando i dati aggregati dei primi 9 mesi dell anno, rispetto all analogo periodo 2009, la regione ha fatto registrare un ottimo incremento delle erogazioni, pari al 29%. Cresce ancora l importo di mutuo medio della regione giunto a ridosso di euro ( euro nel primo semestre 2010). Il ticket medio del Lazio si conferma nettamente superiore all importo medio nazionale pari a euro. Nel terzo trimestre 2010 a livello provinciale si registrano solo incrementi delle erogazioni: Latina (+29%), Roma (+24%), Rieti (+18%), Frosinone (+14%) e Viterbo (+10%). La capitale ha registrato un notevole aumento delle erogazioni pari a +277 milioni di euro, che ha dato forza all andamento positivo dei volumi erogati in regione (Roma rappresenta l 88% dei volumi erogati nel Lazio). La provincia di Roma supera così quella di Milano e si attesta con milioni di Euro come miglior provincia d Italia dal punto di vista dei volumi assoluti erogati (11,7% delle erogazioni nazionali contro 10,2% del III trimestre dello scorso anno). Per capire l entità della variazione, si pensi che la sola provincia di Roma ha erogato nel trimestre più della regione Veneto, la 3 regione per erogazioni (1.317 milioni di euro). EROGAZIONI TRIMESTRALI NEL LAZIO PRESTITI PER L'ACQUISTO DI ABITAZIONI A FAMIGLIE CONSUMATRICI % 26% 16% 15% 10% 19% -4% 0% -1% 13% -6% -3% -4% -7% -13% -22% -27% 31% 33% 23% 3% -9% -15% 40% 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% EROGAZIONI MUTUI TRIMESTRALI VARIAZIONE SU TRIMESTRE ANNO PRECEDENTE

16 CAPITOLO III Il mutuo e le difficoltà connesse Paragrafo I Piano Famiglie, i dati dell ABI Se è vero che tra le varie tipologie di debito che le famiglie si trovano costrette a contrarre, il mutuo per l acquisto di abitazione continua a fare la parte del leone è anche vero che in questo settore cresce il tasso di insolvenza. Secondo gli ultimi dati disponibili lo studio 'The rise of risk-based pricing of mortgage interest rates in Italy' pubblicato sul sito web della Banca d'italia - nel 2007, il 5% delle famiglie non riusciva a pagare le rate del mutuo casa. Trattandosi di un dato relativo al 2007, e quindi ad un periodo antecedente alla grave e generalizzata crisi economica degli ultimi anni, l impossibilità o l estrema difficoltà di pagare le rate dei mutui sottoscritti è attualmente ben più estesa e coinvolge secondo quanto riportato dall Eurispes nel Rapporto Italia 2010 il 23,3% della famiglie italiane. Da un confronto operato con l Europa, emerge che il tasso d'insolvenza sulle rate del mutuo è inferiore in Francia o in Gran Bretagna, dove oscilla tra il 2% e il 3%, mentre è sostanzialmente identico a quello italiano in Spagna. In Olanda, invece, il tasso di insolvenza è soltanto del 1,1%. Più aggiornati, seppur diversi, sono i dati forniti nella seconda metà del mese di gennaio 2011 dall Associazione Bancaria Italiana (ABI) relativi al numero di famiglie che hanno beneficiato delle opportunità previste dal Piano famiglie, l Accordo sottoscritto tra ABI e 12 Associazioni dei Consumatori che consente la sospensione delle rate del mutuo a famiglie che vengano a trovarsi in una situazione di disagio. Tra febbraio e novembre 2010, le banche hanno sospeso mutui per 4,4 miliardi di euro a oltre 35mila famiglie. La misura è stata applicata a contratti di mutuo. La liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 245 milioni di euro. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media euro in più. Nel dettaglio, la soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l'intera rata (88% dei casi). La causa prevalente, che ha determinato la necessità di ricorrere alla sospensione sia nelle posizioni "in bonis" che in quelle con ritardo nei pagamenti, è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (rispettivamente 44,3% e 45,3%). Dal punto di vista "territoriale", il maggior numero di domande ammesse è al Nord con il 53,3%, segue il Centro (25,2%), infine Sud e Isole (21,5%). Paragrafo II Il Piano Famiglie e il Fondo di Solidarietà: due opportunità per le famiglie in crisi Per aiutare le famiglie che si trovano ad affrontare il periodo di crisi e le connesse difficoltà ad onorare il mutuo contratto, il 18 dicembre 2009 il Direttore generale dell ABI, Giovanni Sabatini, e i rappresentanti di 13 Associazioni dei consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori) siglavano l accordo per la sospensione del rimborso dei mutui nei confronti dei nuclei familiari in difficoltà a seguito della

17 crisi. L accordo rientra tra le iniziative del Piano Famiglie ABI, volto a favorire la sostenibilità del mercato dei crediti retail. La misura, unica nel mercato europeo dei mutui, rappresenta una soluzione analoga a quella attivata per le Pmi con l Avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese nei confronti del sistema creditizio. In sintesi, l Accordo, che è diretto ad offrire uno strumento immediato di aiuto alle famiglie, prevede: - la sospensione del rimborso dei mutui per almeno 12 mesi, anche nei confronti dei clienti con ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi; - per i mutui di importo fino a euro accesi per l acquisto, costruzione o ristrutturazione dell abitazione principale; - nei confronti dei clienti con un reddito imponibile fino a euro annui; - che hanno subito o subiscono nel biennio 2009 e 2010 eventi particolarmente negativi (morte, perdita dell occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza, ingresso in cassa integrazione). L iniziativa costituiva la misura minima alla quale le banche associate sono invitate ad aderire, ferma restando la piena libertà di ciascuna banca di offrire al cliente in sede di adesione al Piano condizioni migliori rispetto a quanto previsto dall Accordo. Ad oggi hanno offerto condizioni migliorative 172 banche, rappresentative del 64% del mercato. L Accordo è entrato in vigore il 1 febbraio 2010, data a partire dalla quale i clienti hanno iniziato a fare la richiesta per attivare la sospensione del rimborso. Con un nuovo accordo siglato il 26 gennaio 2011, ABI e Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori hanno deciso di prorogare al 31 luglio 2011 la data per la presentazione delle domande per la sospensione delle rate dei mutui. Ma il Piano Famiglie non è l unica opportunità per i nuclei in difficoltà. A partire dal 15 novembre 2010 è possibile presentare la domanda di accesso al Fondo di solidarietà per i mutui per l acquisto della prima casa. Il Fondo, previsto dall'art.2, comma 475 e seguenti, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nasce con l'obiettivo di far fronte alle crescenti difficoltà che i nuclei familiari incontrano nell'assolvere agli obblighi derivanti da mutui contratti per l'acquisto della prima casa, soprattutto nel caso di insorgenza di eventi e circostanze eccezionali ed impreviste, destinate ad incidere negativamente sul reddito complessivo del nucleo familiare. Il regolamento di attuazione (Decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 7 giugno 2010, n.132, pubblicato nella G.U. del 18 agosto 2010, n.192 e in vigore dal 2 settembre) prevede che, a fronte della sospensione del pagamento delle rate del mutuo acceso per l'acquisto della prima casa, il Fondo rimborsa all'istituto di credito interessato i costi sostenuti dal beneficiario per eventuali oneri notarili anticipati dalla banca stessa, e gli oneri finanziari pari alla quota interessi delle rate per le quali ha effetto la sospensione del pagamento da parte del mutuatario, corrispondenti esclusivamente al "parametro di riferimento" del tasso di interesse applicato ai mutui e, pertanto, al netto della componente di maggiorazione (spread) sommata a tale parametro. Per parametro di riferimento si intende, l'euribor nel caso dei mutui a tasso variabile o bilanciato, il tasso IRS in euro per ciò che attiene i mutui a tasso fisso, mentre per i mutui con opzione di scelta di tasso (fisso o variabile), il parametro di indicizzazione corrisponde a quello vigente al momento della presentazione della richiesta di sospensione.

18 La sospensione del pagamento delle rate può essere richiesta per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo di diciotto mesi nel corso dell esecuzione del contratto. I beneficiari, per poter accedere alle agevolazioni, alla data di presentazione della domanda, devono essere in possesso di tutti e tre i seguenti requisiti: - essere proprietari dell'immobile oggetto del contratto di mutuo; - avere un mutuo di importo erogato non superiore a euro, in ammortamento da almeno un anno; - avere un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a euro. In caso di mutuo cointestato è sufficiente che i tre requisiti sussistano in capo anche soltanto ad uno dei mutuatari. In tal caso la sospensione verrà accordata per l importo dell intera rata, fermo restando che alla richiesta di ammissione al beneficio dovranno dare il proprio consenso anche gli altri mutuatari. L'immobile, inoltre, non deve rientrare nelle categorie catastali A/1 (Abitazioni di tipo signorile), A/8 (Abitazioni in ville) e A/9 (Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici), non deve avere le caratteristiche di lusso indicate nel decreto del Ministero dei lavori pubblici in data 2 agosto 1969 e deve costituire l'abitazione principale del beneficiario alla data di presentazione della domanda. L'agevolazione potrà essere richiesta qualora, successivamente alla stipula del mutuo, si verifichi uno dei seguenti eventi, tali da determinare la temporanea impossibilità del beneficiario a provvedere al pagamento delle rate alla loro scadenza naturale: 1. perdita del posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato o termine del contratto di lavoro parasubordinato o assimilato, con assenza non inferiore a tre mesi di un nuovo rapporto di lavoro; 2. morte o insorgenza di condizioni di non autosufficienza di uno dei componenti il nucleo familiare, nel caso in cui questi sia percettore di reddito per almeno il 30% del reddito imponibile complessivo del nucleo familiare domiciliato nell'abitazione del beneficiario; 3. pagamento di spese mediche o di assistenza domiciliare documentate per un importo non inferiore a euro annui; 4. pagamento di spese per interventi edilizi di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione o di adeguamento funzionale dell'immobile oggetto del mutuo, sostenute per opere necessarie e indifferibili per un importo, direttamente gravante sul nucleo familiare domiciliato nell'abitazione del beneficiario, non inferiore a euro; 5. aumento della rata del mutuo, regolato a tasso variabile, rispetto alla scadenza immediatamente precedente, direttamente derivante dalle fluttuazioni dei tassi di interesse, di almeno il 25% in caso di rate semestrali e di almeno il 20% in caso di rate mensili. Al fondo del Governo hanno fino ad ora fatto domanda tremila consumatori e cinquecento di questi hanno già ottenuto la sospensione dei pagamenti, mentre altre domande sono in corso di attivazione.

19 CAPITOLO IV L usura e forme di tutela Dall'indebitamento all'usura il passo è breve. La crescita dell usura su tutto il territorio nazionale è strettamente correlata alla crisi che sta colpendo in modo intenso imprese e famiglie e rappresenta un ulteriore indicatore di sofferenza delle famiglie. L Eurispes nel Rapporto Italia 2011 utilizza due metodologie per quantificare il fenomeno: uno fondato sui dati ufficiali relativi al numero di denunce l altro al numero di richieste di assistenza ed aiuto rivolte agli osservatori privilegiati. Il motivo di tale scelta risiede nella convinzione che i soli dati ufficiali sottostimano le reali dimensioni del problema. Quanto alla prima fonte, secondo l ultima relazione del Ministero dell Interno sulla criminalità in Italia, i reati di usura denunciati nel corso del 2008 sono stati 375. A livello regionale la Campania mantiene il primato assoluto per numero di reati di usura con 87 denunce nel 2008; seguono la Lombardia (44 reati denunciati), la Puglia (38) e la Sicilia (33). Tra le province, nel 2008 in cima alla classifica si pone Napoli (50 denunce) seguita da Torino (21), Roma (19), Bari e Milano (17). Prendendo in considerazione il numero di richieste di assistenza ed aiuto rivolte agli operatori privilegiati si ha, invece, una fotografia ben diversa: dal 2007 al 2009 i commercianti coinvolti in rapporti usurai sono stati oltre 200mila (fonte Rapporto SOS Impresa). La differenza tra il dato ufficiale e le reali dimensioni del problema è altrettanto evidente se si guarda alla diffusione del fenomeno tra le famiglie italiane. Nella rilevazione effettuata dall Eurispes per il Rapporto Italia 2010, è stato, infatti, chiesto ai cittadini se fossero a conoscenza o meno di persone che si sono rivolte agli usurai per ottenere prestiti. Circa un quarto degli intervistati (25% del totale) ha dichiarato di conoscere persone che si sono rivolte agli usurai con: una percentuale superiore alla media nazionale nelle regioni del Sud e del Centro Italia (rispettivamente 30,7% e 29,11% degli intervistati); una percentuale in linea con il dato medio nazionale in Sicilia e in Sardegna (25% degli intervistati) una percentuale inferiore al dato medio nazionale nel Nord Ovest e Nord Est (rispettivamente 24,8% e 15,2% degli intervistati); la percentuale di intervistati che ha dichiarato di conoscere persone che si sono rivolte agli usurai per ottenere prestiti aumenta, inoltre, in funzione della classe di età di appartenenza, passando dal 19,6% (18-24 anni), al 34,8% (45-64 anni), per poi ridursi drasticamente negli over 65 (21,7% degli intervistati). Il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura, istituito con leggi 108/96 e 44/99 e regolato con D.P.R. 455/99 e successive modifiche ed integrazioni, ha lo scopo di: concedere un indennizzo commisurato ai danni derivanti dagli eventi subiti, a favore delle vittime dell'estorsione esercenti un'attività economica imprenditoriale; concedere un mutuo decennale senza interessi per un ammontare commisurato al danno subito per la vicenda di usura, a favore delle vittime dell'usura esercenti un'attività comunque economica. L'organo essenziale del Fondo è il Comitato di Solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura che siede presso il Ministero degli interni presieduto dal Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.

20 Il Comitato delibera, alle condizioni previste dalla legge, i benefici economici di cui sopra. La delibera del Comitato viene tradotta in decreto dell'anzidetto Commissario Straordinario del Governo e viene quindi trasmesso alla Consap - Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura, che, in forza di atto concessorio con il Ministero dell'interno, provvede alla gestione del Fondo stesso e a dare esecuzione al decreto con le seguenti modalità: per i beneficiari vittime di estorsione: dispone il pagamento dell'elargizione mediante assegno circolare non trasferibile entro 30 giorni dal ricevimento del decreto che concede il beneficio; verifica la documentazione (che il beneficiario deve trasmettere alla Consap stessa) attestante il reimpiego dell'elargizione in attività economiche di tipo imprenditoriale; per i beneficiari vittime di usura: accende i conti correnti intestati ai beneficiari e vincolati all'ordine della Consap presso le banche convenzionate indicate dai beneficiari stessi; stipula i contratti di mutuo con i beneficiari presso le Prefetture competenti; ordina i pagamenti a favore dei creditori dei beneficiari indicati nei piani di investimento allegati ai contratti di mutuo, su richiesta scritta dei beneficiari stessi. Nel Lazio, invece, la Regione ha messo a punto tre strumenti per aiutare chi è vittima di usura ad uscire allo scoperto. Dal 17 gennaio 2011 è attivo il numero verde , che la Regione Lazio ha reso disponibile per offrire un supporto psicologico e avvicinare, anche in forma anonima, i cittadini caduti tra le mani degli strozzini. Un servizio di assistenza attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, al quale verranno ad affiancarsi un indirizzo - antiusura@regione.lazio.it - al quale potranno essere inviate domande e richieste riguardanti il problema dell'usura e una campagna di sensibilizzazione, mediante manifesti e cartelloni stradali, rivolta all'utilizzo del numero verde e degli alti servizi regionali di assistenza.

21 Bibliografia Rapporto Noi Italia, edizione 2010 a cura dell Istat Report trimestrale indicatori di indebitamento, vulnerabilità e patologia finanziaria delle famiglie italiane, ABI in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Indagine sull indebitamento delle famiglie, CGIA Mestre Rapporto2010 sullo stato delle province del Lazio, EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con l UPI Lazio XVII Edizione dell'osservatorio di Findomestic Banca I Consumi e i Consumatori nella Provincia di Roma. Rapporto 2010, Provincia di Roma Assessore alle Politiche del Personale, alla Tutela dei consumatori e lotta all'usura curato da A. Trezzini, A. Naccarato Dipartimento di Economia, Università di Roma Tre Indagine Povertà e indebitamento delle famiglie del Lazio, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr Rapporto SOS Impresa, XII edizione a cura di Confesercenti Rapporto Italia 2011, Eurispes Rapporto Italia 2010, Eurispes

22 2 PARTE L Indagine conoscitiva sulla conoscenza degli strumenti creditizi e finanziari Paragrafo I L indagine e il profilo degli intervistati Per analizzare il grado di conoscenza dei principali strumenti finanziari Movimento Consumatori Roma ha prodotto e somministrato un breve questionario d indagine, articolato in 21 domande semistrutturate (cfr. allegato 1). Il questionario, predisposto da un consulente esperto del settore bancario, è stato somministrato mediante autocompilazione, ad un campione di individui che si sono rivolti all associazione per ricevere una consulenza, anche su controversie diverse da quelle bancarie, nel periodo compreso tra il 1 settembre e il 30 novembre Le prime domande, dedicate alla definizione del profilo dell intervistato, sono relative a sesso, età, titolo di studio, stato civile, tipo di reddito, tipologia di impiego, disponibilità o meno di un conto in banca e canale preferito di rapporto con l istituto di credito. I restanti quesiti, alcuni a risposta multipla, sono invece focalizzati sulla conoscenza degli strumenti finanziari, dei servizi per l inclusione finanziaria e dei metodi utilizzati per la gestione del bilancio familiare. La maggior parte degli intervistati ha un'età compresa tra i 26 e i 45 anni, seguita dalle persone appartenenti alla fascia di età Del tutto marginali le due fasce estreme e oltre i 65 anni. Per quanto riguarda l aspetto occupazionale la maggior parte del campione risulta essere lavoratore dipendente. Per quanto riguarda il grado di istruzione si è registrato un livello medio-alto: il 43% degli intervistati ha conseguito un diploma di scuola media superiore, il 34% ha un titolo laurea o una qualifica post laurea. In riferimento al nucleo di appartenenza, quasi la metà delle persone intervistate appartiene ad una famiglia monoreddito. La realtà monoreddituale, e le condizioni lavorative precarie, se unite ad una cattiva gestione del budget, possono risultare un fattore di vulnerabilità finanziaria e causa di indebitamento. La maggioranza degli intervistati ha un conto in banca, e di questi, il 33% predilige il rapporto diretto con gli istituti bancari e dichiara di recarsi allo sportello almeno una volta al mese. Un numero considerevole di persone dunque ha ancora bisogno di rivolgersi al "proprio operatore di fiducia" e di recarsi nella sede dove i soldi sono fisicamente disponibili. Preferiscono i canali non fisici il 20% degli intervistati, che quindi sceglie di fare le operazione via internet e seguire online i movimenti del proprio conto.

23 Paragrafo II L alfabetizzazione finanziaria Per cercare di capire quanto il cittadino medio sia preparato nei confronti di mezzi, nozioni e terminologia finanziaria, si è chiesto all intervistato di scegliere, tra le opzioni proposte, gli strumenti finanziari di cui ha conoscenza. Per quanto riguarda gli strumenti di investimento, sono risultati maggiormente noti le azioni, le obbligazioni e i titoli di stato. Solo l'8% ha invece sentito parlare di strumenti derivati che, proprio perché sono contratti il cui prezzo deriva dal valore sul mercato di altri beni, sono spesso particolarmente insidiosi per i consumatori. Un numero considerevole di intervistati, ben il 35%, dichiara di non conoscere neanche uno degli strumenti proposti nel questionario, segno evidente della presenza di una lacuna informativa nel settore delle forme di investimento. Questo dato sembra quindi essere in linea con quanto già emerso a seguito dei disastrosi scandali finanziari Parmalat e Cirio, la cui vendita ai risparmiatori delle azioni, nel momento in cui era già in corso il crollo finanziario delle aziende, è stato sicuramente facilitato dalla mancanza di una solida cultura finanziaria (tavola 1). Tavola 1 Più conosciute dagli utenti sono invece le forme di finanziamento. La quasi totalità degli intervistati, ben l'83%, conosce infatti il mutuo che si conferma quindi la forma di finanziamento più nota e utilizzata. Negli ultimi cinque anni infatti, dal 2005 al 2010, si è verificato a livello nazionale un incremento totale delle consistenze di mutui del 50% (Terzo Report ABI). Al mutuo succedono i prestiti personali, indicati dal 64% degli intervistati. Risulta invece poco conosciuta l'ipoteca. Soltanto la metà di coloro che conoscono il mutuo, conosce anche il diritto dell'istituto di credito che fornisce il mutuo, di rivalersi sull'immobile in caso di mancato adempimento agli oneri di debito.

24 In questo ambito comunque, al contrario di quanto emerge nel settore degli investimenti, soltanto una esigua parte di persone, il 9%, dichiara di non conoscere nessuna forma di finanziamento tra quelle proposte (Tavola 2). Tavola 2 Per quanto riguarda i mezzi di pagamento, quasi tutti gli intervistati ne conoscono diverse tipologie. Ai primi posti si collocano assegni, carte di credito e bonifici, rispettivamente con il 91%, l 83% e l 81% delle preferenze. Meno note all utente risultano invece essere le carte definite di debito probabilmente perché normalmente assimilate e confuse dall utente con le più comuni carte di credito. Sembrano invece aver conquistato l attenzione dei consumatori, nonostante la loro introduzione relativamente recente, le carte prepagate che risultano essere conosciute dal 61% degli intervistati. Questo strumento infatti, non essendo legato ad un conto corrente, è ormai particolarmente diffuso tra alcune categorie di utenti, quali giovani e persone senza reddito fisso, o come strumento di pagamento privilegiato in caso di acquisti via internet e viaggi all estero. Tavola 3

25 Paragrafo III La conoscenza dei servizi di inclusione finanziaria, dell home banking e degli strumenti di gestione del budget La seconda parte del questionario è stata invece dedicata ad approfondire la conoscenza da parte del cittadino di alcuni strumenti utili a facilitare il rapporto con le banche, ridurre i costi dei servizi e gestire con responsabilità il proprio budget familiare. Alcune domande hanno quindi riguardato la conoscenza dei servizi per l'inclusione finanziaria, quali ad esempio il servizio bancario di base e il conto corrente semplice, servizi predisposti appositamente per soddisfare, a costi contenuti e prefissati, le esigenze finanziarie di base dei cittadini. Questi strumenti consentono, infatti, di fruire di un numero ben preciso di servizi e di effettuare un numero determinato di operazione al costo di un canone annuo omnicomprensivo, senza alcuna spesa aggiuntiva. Come evidenziato nelle tavole sotto riportate, sebbene questi strumenti rappresentino un'opportunità di "inclusione finanziaria" per i cittadini, soprattutto per coloro che difficilmente riescono ad avere altre offerte dalle banche, soltanto il 23% degli intervistati conosce il servizio bancario di base e solo il 50% il conto corrente semplice. Questo dato conferma quindi l esistenza di una lacuna informativa da parte dei cittadini che potrebbe invece essere colmata con attività di informazione da parte degli stessi istituti bancari. Tavola 4 Tavola 5 Il ricorso ai servizi online può comportare per il consumatore un risparmio in termini di costi e di tempo. Per questo è stato chiesto agli intervistati di esprimere la propria conoscenza dei termini internet banking e home banking, funzionalità proprie delle banche online nonché canale aggiuntivo ormai

26 affiancato a quello tradizionale dello sportello dalla maggior parte degli istituti di credito. In questo caso il 71% degli intervistati ha risposto positivamente. Se il dato viene rapportato al numero di volte che le persone dichiarano di recarsi fisicamente in banca, si può dedurre che un numero consistente di individui sta affiancando al canale fisico, quello online, anche se quest'ultimo non lo sostituisce ancora completamente. La diffusione dei canali informatici pone ovviamente accanto alla questione del risparmio anche un problema di sicurezza derivante dagli ormai numerosi rischi di frodi e furti di identità presenti in rete. In questo ambito quindi una buona informazione finanziaria dovrebbe includere anche i consigli e le accortezza per proteggere il proprio conto dalle insidie e dalle minacce del web. Tavola 6 Una corretta pianificazione delle entrate e delle uscite è una accortezza importante per salvaguardare le proprie risorse economiche. Tener nota delle spese sostenute può infatti dare un'idea chiara di quelle che sono le voci di costo che più incidono sul proprio budget, di quelle necessarie e di quelle superflue sulle quali è possibile apportare dei tagli. Uno strumento utile a tal fine è quello di monitorare il proprio bilancio domestico attraverso l'utilizzo di supporti informatici, come un semplice foglio excel. Al campione analizzato è stato quindi domandato quale tipo di strumento utilizzasse per gestire il proprio budget. Il dato che emerge è complessivamente positivo. Il 42 % degli intervistati infatti afferma di utilizzare strumenti cartacei o supporti informatici. La restante metà è invece divisa tra un 38% che tiene, dei flussi in entrata e in uscita, un conteggio puramente mentale e un 20% che dichiara di non occuparsi minimamente della questione (Tavola 7). La spaccatura a metà del campione analizzato evidenzia l esistenza dell ampio margine di miglioramento che si potrebbe ottenere attraverso la realizzazione di interventi di informazione nei confronti dei cittadini sui vantaggi che si possono trarre dal tenere sotto controllo il bilancio familiare, inserendo le spese divise per categoria tramite un supporto informatico o cartaceo.

27 Tavola 7 Alquanto positivo è anche il dato relativo allo stato del bilancio familiare alla fine del mese. Come è illustrato dalla tavola qui di seguito riportata la percentuale di intervistati che dichiara di avere un bilancio in attivo o in pareggio è infatti complessivamente il 58%. Sono invece in difficoltà a coprire le spese mensili il 28% degli intervistati che afferma quindi di avere il conto in rosso. Dato significativo, spia di una certa leggerezza nell affrontare il tema della gestione delle risorse finanziare, è la presenza di una quota non trascurabile di intervistati, il 14%, che afferma di non sapere e di non occuparsi della questione. Tavola 8

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