Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione. ESAME DELLA RELAZIONE n. 105 del Relatori Consiglieri Riccardo De Corato e Silvia Fossati

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1 Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione ESAME DELLA RELAZIONE n. 105 del 2017 RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 6 NOVEMBRE 2015, N. 34 LEGGE DI RICONOSCIMENTO, TUTELA E PROMOZIONE DEL DIRITTO AL CIBO Relatori Consiglieri Riccardo De Corato e Silvia Fossati 1. L ambito di competenza del Comitato 2. Le principali informazioni emerse 3. Le osservazioni e le proposte del Comitato Approvato all unanimità nella seduta del 26 ottobre 2017

2 1. L ambito di competenza del Comitato Nell ambito della funzione consiliare di controllo dell attuazione delle leggi e valutazione degli effetti delle politiche regionali, il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione esamina le relazioni con le quali la Giunta regionale o altri soggetti rispondono ad obblighi informativi nei confronti del Consiglio previsti da leggi regionali (art. 109, comma 1, lett. c) Reg.). L esame di queste relazioni è specifico oggetto di iniziative di collaborazione con le commissioni consiliari e la Giunta regionale (art. 109, comma 2, lett. a) Reg.). Questo documento riporta l esito dell esame condotto dal Comitato Paritetico, nelle sedute del 12 e del 26 ottobre 2017, sulla Relazione n.105 che la Giunta regionale ha inviato al Consiglio nel giugno 2017, in merito all attuazione della legge regionale 34/2015 in tema di riconoscimento, tutela e promozione del diritto al cibo che, all art.8 (Clausola valutativa), attribuisce un mandato alla Giunta affinché informi il Consiglio sull attuazione e sugli esiti dell intervento regionale. La l.r. 34/2015: obiettivi e misure in sintesi Contrastare la povertà introduzione di provvedimenti regionali che garantiscano a tutti i mezzi per alimentarsi sostegno alle organizzazioni pubbliche e private che operano per combattere la povertà Ridurre lo spreco alimentare promozione e sostegno di programmi e corsi di educazione alimentare e di economia/ecologia domestica sensibilizzazione e formazione degli addetti pubblici e privati che gestiscono il cibo introduzione di criteri premiali nei bandi regionali per le imprese che garantiscono i più ridotti volumi di spreco introduzione di premialità per le Amministrazioni locali che adottano il modello regionale per i propri bandi Ridistribuire le eccedenze alimentari sostegno alle iniziative delle organizzazioni pubbliche e private che recuperano le eccedenze e le ridistribuiscono ai cittadini bisognosi introduzione di criteri premiali nei bandi regionali per le imprese che garantiscono la ridistribuzione gratuita delle eccedenze alimentari e riducono gli sprechi privilegiando alimenti prodotti in prossimità al luogo di consumo introduzione di premialità per le Amministrazioni locali che adottano il modello regionale per i propri bandi promozione di reti per ottimizzare invenduti e non raccolti Favorire una sana e corretta alimentazione promozione e sostegno di programmi e corsi di educazione alimentare La Consulta regionale per la promozione del diritto al cibo è un organismo con numerose competenze, tra queste, facilitare l integrazione tra politiche e programmi regionali e il coordinamento interistituzionale, contribuire a definire obiettivi e strategie, commissionare e divulgare studi e ricerche, promuovere corsi scolastici e professionali. 2. Le principali informazioni emerse La relazione esaminata è la prima trasmessa al Consiglio dall approvazione della l.r. n. 34/2015 e contiene informazioni su: povertà e spreco alimentare in Italia e in Lombardia; attuazione della legge regionale 34/2015; iniziative regionali per il diritto al cibo derivanti da altre norme; come migliorare l azione regionale. 2

3 In sintesi, dalla relazione emergono le informazioni riportate di seguito. 1. POVERTÀ E SPRECO ALIMENTARE a. La possibilità per tutte le persone di accedere fisicamente, economicamente e socialmente ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che permettono una vita sana e attiva definisce il concetto di food security: la sicurezza alimentare, nei paesi avanzati, è minata principalmente da problemi di accessibilità economica e in parte da un non corretto utilizzo del cibo. b. La povertà alimentare, cioè l incapacità delle persone di accedere ad alimenti sufficienti, può essere misurata attraverso alcuni indicatori, tra questi: la deprivazione materiale grave e l incapacità di permettersi un pasto con carne o pesce (o equivalente vegetariano) ogni due giorni; questo stato nel 2014 ricomprende oltre il 13% delle persone residenti in Lombardia (ISTAT); il numero di indigenti sostenuti attraverso le risorse dell AGEA, l Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura che gestisce gli aiuti alimentari provenienti dall Unione Europea a sette grandi enti caritativi italiani che si occupano di distribuirli ai più bisognosi; il numero di assistiti nella nostra regione è aumentato del 26% tra il 2010 e il 2013; la povertà alimentare assoluta, calcolata su dati Istat, indica il numero dei nuclei familiari che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta e allo stesso tempo hanno una spesa alimentare inferiore alla soglia assoluta riferita alla componente alimentare; questo problema interessa il 5,3% delle famiglie lombarde (230 mila nuclei familiari). c. Alla povertà alimentare si affiancano i problemi dello spreco e delle eccedenze alimentari: le stime più recenti della Commissione Europea (dati 2012) ci dicono che ogni anno nei Paesi membri 88 milioni di tonnellate di alimenti diventano rifiuti, equivalenti approssimativamente al 20% circa del cibo pro-capite prodotto; il valore di questi sprechi corrisponderebbe a circa 143 miliardi di euro; in Italia sprechiamo annualmente il 92,5% delle 6 milioni di tonnellate di eccedenze (utilizzabili per il consumo umano), generate per svariati motivi lungo la filiera agroalimentare, per un controvalore stimato in oltre 12 miliardi di euro; circa il 55% dello spreco è riconducibile al consumo domestico mentre il 45% è attribuibile ad altri attori economici della filiera. 2. L INTERVENTO REGIONALE E LA SUA ATTUAZIONE a. La legge regionale di riconoscimento, tutela e promozione del diritto al cibo, introdotta nel 2015, completa il percorso che Regione Lombardia ha iniziato nel 2006 con la l.r. 25 in tema di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari ai fini della solidarietà sociale. La l.r. 34/2015 prevede misure per contrastare la povertà, ridurre lo spreco, ridistribuire le eccedenze e favorire una sana e corretta alimentazione. Il legislatore individua come obiettivo di lungo periodo la riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2025 e prevede l istituzione della Consulta regionale per la promozione del diritto al cibo quale organismo di supporto ai policy maker per definire strategie e integrare e coordinare le politiche regionali. 3

4 b. L implementazione della l.r. 34/2015 risulta ancora in fase di avvio. Durante il primo anno e mezzo di attuazione sono solo due le azioni riconducibili alle misure previste dalla legge regionale: l istituzione, ad aprile 2017, della Consulta regionale per la promozione del diritto al cibo; l introduzione, nell implementazione 2016 del Piano triennale di interventi contro la povertà attraverso la promozione dell attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentaria fini di solidarietà sociale, della possibilità, per gli enti che si occupano di recupero e distribuzione, di accedere ai contributi regionali in forma associata; possono ora partecipare alle previste manifestazioni di interesse anche realtà piccole che mettendosi in rete fra loro raggiungono la copertura territoriale sufficiente per accedere alle risorse regionali. c. Alle azioni strettamente riconducibili alla l.r. 34/2015 si sono però affiancate altre iniziative regionali che attuano norme di settore e che coinvolgono diverse competenze e le seguenti Direzioni Generali: Agricoltura, Ambiente, energia e sviluppo sostenibile; Sviluppo economico, Welfare, Reddito di autonomia e inclusione sociale. d. La DG Agricoltura attua un programma di iniziative che promuovono i prodotti agroalimentari e l educazione alimentare; i percorsi di educazione Agro-Alimentare per la scuola, le fattorie didattiche e gli orti di Lombardia sono alcuni dei progetti finanziati. e. La DG Ambiente ha sviluppato azioni per contrastare lo spreco alimentare attraverso la riduzione della produzione dei rifiuti, in attuazione del Piano Regionale di Prevenzione dei Rifiuti. Tra le varie iniziative finanziate abbiamo: i percorsi formativi per le scuole contro lo spreco alimentare, la prevenzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo sostenibile; un progetto sperimentale per costituire reti territoriali virtuose contro lo spreco alimentare che coinvolge Regione, Fondazione Lombardia per l Ambiente, Federdistribuzione, 8 aziende della grande distribuzione, 16 Comuni lombardi, 13 enti non profit, le Associazioni dei consumatori e utenti. f. La DG Sviluppo Economico, pur non avendo risorse specifiche dedicate all ambito del diritto al cibo, ha attivato alcuni progetti di sensibilizzazione sul tema dello spreco, soprattutto in collaborazione con le associazioni dei consumatori. g. La DG Welfare collabora col Tavolo tecnico di lavoro sul progetto spreco alimentare, istituito dalla DG Ambiente e si occupa dell elaborazione delle Linee guida igienico-sanitarie regionali per il recupero del cibo ai fini di solidarietà sociale che forniscono indicazioni utili a meglio comprendere le disposizioni e le norme del settore. h. La DG Reddito di autonomia si occupa dell attuazione della già citata l.r. 25/2006, Politiche regionali di intervento contro la povertà attraverso la promozione dell'attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale. Questa Direzione Generale segue dunque il sistema di accreditamento degli enti non profit che si occupano della raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari, dei quali Regione si avvale per attuare il Piano di interventi contro la povertà attraverso al promozione dell attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale. Il Piano , che aveva una dotazione finanziaria di euro, prevede numerose iniziative, tra queste il sostegno e la formazione delle strutture caritative che operano sul territorio e iniziative di sensibilizzazione e comunicazione per aziende e cittadini. Sono stati accreditati e finanziati tre Enti: la Fondazione Banco Alimentare Onlus, la Cooperativa IES - Impresa Etica Sociale e il Centro di raccolta solidale per il diritto al cibo, in partnership con il 4

5 progetto Alleanza contro la povertà. Inoltre, tra la fine del 2016 e l inizio del 2017, la Fondazione Banco Alimentare Onlus e la Fondazione Caritas Ambrosiana Onlus, hanno aperto 2 nuovi Empori Solidali con il contributo assegnato da Regione Lombardia. A seguito degli interventi attuati dagli Enti accreditati sono stati assistiti in forma diretta e indiretta circa 290 mila individui. 3. CRITICITÀ E SPUNTI DI RIFLESSIONE PER MIGLIORARE L AZIONE REGIONALE a. La principale criticità evidenziata in questo primo periodo di implementazione della l.r. 34/2015 ha riguardato l assenza di coordinamento e integrazione delle politiche regionali per il diritto al cibo, considerando soprattutto la presenza di percorsi e progetti già in essere indipendentemente dall introduzione della legge regionale dedicata. Le interviste effettuate ai soggetti interessati dell attuazione delle norme regionali che contengono misure per contrastare lo spreco o la povertà alimentare hanno infatti evidenziato l assenza di coordinamento tra interventi e soggetti della Regione e, soprattutto, la mancanza di una chiara identificazione della DG capofila sulle politiche per il diritto al cibo. In questo senso ha inciso anche il ritardo nella costituzione della Consulta, istituita un anno e mezzo dopo l approvazione della legge, che rappresenta un organismo fondamentale per l integrazione tra politiche e programmi regionali e il coordinamento interistituzionale. b. Nel suo complesso l azione regionale si è concentrata principalmente sulla dimensione dello spreco e sulle attività educative nelle scuole, mentre minore attenzione è stata dedicata all ambito della povertà alimentare. Gli interventi regionali hanno comunque avuto come punto di forza l orientamento al coinvolgimento e allo sviluppo di partnership con attori, privati e non profit, già impegnati in questo ambito di policy che possono garantire contributi originali e innovativi. c. La relazione propone alcuni spunti di riflessione per migliorare l attuazione delle politiche promosse dalla l.r.34/2015. In primis, è importante che la Consulta regionale avvii i suoi lavori operando in maniera sistematica e continuativa così da garantire il necessario confronto tra idee e proposte degli attori coinvolti e il coordinamento e l integrazione degli interventi. d. Riferimenti utili per iniziative future possono anche essere tratti dall approfondimento delle esperienze che altre regioni hanno avviato, ad esempio, il sostegno e la messa in rete degli empori solidali (Emilia Romagna e Veneto). e. Infine, un opportunità interessante per lo sviluppo delle politiche regionali per il diritto al cibo viene dalla Legge nazionale 166/2016, Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, che promuove un modello di consumo e di produzione sostenibile per la domanda e l offerta di generi alimentari e introduce misure di semplificazione burocratica per le donazioni dei diversi comparti della filiera agroalimentare oltre che meccanismi premiali per imprese e Enti locali che incentivano forme di economia circolare. 3. Le osservazioni e le proposte del Comitato Esaminati i contenuti della REL 105/2017 il Comitato Paritetico innanzitutto apprezza la struttura della relazione che parte dall identificazione del problema su cui si vuole intervenire, con definizioni e dati di contesto, passando poi alla descrizione dell intervento regionale e alla 5

6 restituzione di informazioni sullo stato di attuazione delle politiche regionali per il diritto al cibo, concludendo con alcuni suggerimenti per migliorare l azione futura. Riguardo ai contenuti, sono apprezzabili da un lato lo sforzo compiuto per restituire una visione organica delle azioni regionali per il diritto al cibo, dall altro lato il fatto che tra le modalità utilizzate per rispondere al mandato informativo sia stata prevista la raccolta del punto di vista di alcuni dei soggetti coinvolti nell attuazione degli interventi. Il Comitato auspica dunque che questa impostazione generale, di struttura e di metodo, venga mantenuta anche per le prossime rendicontazioni. Tuttavia, in un ottica di miglioramento continuo delle rendicontazioni al Consiglio, il CPCV ricorda che le informazioni restituite sugli interventi realizzati dovranno, nelle future relazioni, essere dettagliate e ricomprendere la descrizione dell iniziativa, gli obiettivi e i risultati attesi (dove definiti) e il grado di raggiungimento degli stessi, i soggetti coinvolti, i destinatari e le loro caratteristiche, le risorse stanziate e assegnate, le eventuali criticità riscontrate e le soluzioni messe in atto per farvi fronte. Inoltre, il Comitato ritiene utile che nella prossima rendicontazione venga dato conto al Consiglio dell attuazione del Piano di azioni contro la povertà attraverso la promozione delle attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale , di cui alla DGR 6973/2017 che contiene espresso richiamo alla l.r.34/2015 (oltre che alla l.r.25/2006 e alla legge statale 166/2016 già citate al precedente paragrafo) e del grado di raggiungimento dei risultati previsti nel Piano stesso. In conclusione dell esame svolto, il Comitato Paritetico determina di: 1. trasmettere gli esiti dell esame condotto alla VIII Commissione consiliare, quale contributo alla trattazione che verrà svolta in quella sede; alle Commissioni III, IV e VI, segnalando in particolare le informazioni presentate al capitolo 5 della Rel.105/2017 e sintetizzate al paragrafo 2 di questo documento; 2. segnalare alla VIII Commissione l opportunità di formulare una Risoluzione che, come previsto dall art.8, comma 4, formuli indirizzi vincolanti rispetto alla implementazione delle misure e del livello di integrazione degli interventi, che tenga anche in considerazione le osservazioni espresse in questo documento e gli spunti di riflessione presentati nella Relazione al capitolo 6 -Come migliorare l attuazione della L.R. 34/ trasmettere questo documento agli Assessori regionali competenti affinché nella prossima rendicontazione possano essere tenute in conto le osservazioni espresse. f.to Il Presidente Riccardo De Corato f.to Il Vice Presidente Carlo Borghetti Copia informatica di documento analogico 6

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