Policy Liquidità e Funding (Delibera del CdA n. 10 del 05/05/2016)

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1 Policy Liquidità e Funding (Delibera del CdA n. 10 del 05/05/2016) Delibera CdA Revisione 05/05/2016 Prima versione documento

2 Indice 1. PREMESSA E DEFINIZIONI Premessa Definizioni POLICY Obiettivi Modello organizzativo Ruoli e responsabilità Processo di gestione della liquidità Definizione degli indirizzi strategici Gestione della liquidità e del funding Controlli Informativa al Consiglio di Amministrazione Approvazione e aggiornamento della policy di liquidità e funding Strumenti di misurazione e monitoraggio Liquidità operativa livello di misurazione e monitoraggio livello di misurazione e monitoraggio livello di misurazione e monitoraggio Liquidità strutturale e funding Misurazione prospettica del rischio di liquidità e funding Struttura dei limiti giornalieri e indicatori RAF per il rischio di liquidità e funding Limiti giornalieri Indicatori RAF per il rischio di liquidità e funding CONTINGENCY FUNDING AND RECOVERY PLAN Tipologie di tensione e Indicatori di preallarme Indicatori di Natura Sistemica Indicatori di Natura Specifica Stato di Allerta Modello Organizzativo Strategie di intervento Stato di Crisi Modello Organizzativo Strategie di intervento Stime di back-up liquidity SISTEMA DI PREZZI DI TRASFERIMENTO INTERNO DI FONDI FLUSSI INFORMATIVI Reportistica, metodologie e metriche Schema di sintesi dei flussi informativi

3 1. PREMESSA E DEFINIZIONI 1.1. Premessa Il presente documento si propone l obiettivo di definire le linee guida per la gestione della liquidità e del funding della Banca. La Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 della Banca d Italia in materia di governo e gestione del rischio di liquidità degli intermediari bancari, coerentemente con quanto stabilito dalla Direttiva 2013/36/EU del 26 giugno 2013 (CRDIV), dal Regolamento UE 575/2013 (CRR) e dal Regolamento Delegato della Commissione n. 61/2015/UE del 10 Ottobre 2014 (RD), dispone alle banche di formalizzare le politiche di governo del rischio di liquidità e funding e di dotarsi di un efficace processo di gestione dello stesso, in coerenza con le caratteristiche, le dimensioni e la complessità delle attività svolte. La Banca, nella redazione della presente policy, ha tenuto conto delle indicazioni fornite recentemente dall EBA 1 nell ambito della predisposizione dei processi interni di valutazione dei rischi che impattano sulla liquidità e sul funding (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process, ILAAP). Il recepimento del disposto normativo sopra citato ha introdotto un framework costituito da due nuovi requisiti minimi per gli intermediari: - Liquidity Coverage ratio (LCR), volto ad assicurare che le banche mantengano un livello adeguato di attività liquide di elevata qualità non vincolate che possano essere facilmente e immediatamente convertite in contanti nei mercati privati per soddisfare il fabbisogno di liquidità delle banche stesse nell arco di 30 giorni di calendario in uno scenario di stress di liquidità - Net Stable Funding ratio (NSFR), volto a promuovere un sistema bancario più solido prevedendo che le banche mantengano un profilo di provvista stabile in relazione alla composizione del loro attivo e delle loro operazioni fuori bilancio. Dei due nuovi requisiti minimi solo LCR è già entrato in vigore come requisito minimo vincolante, a partire dal 1 ottobre EBA/CP/2016/28 - Draft Guidelines on stress testing and supervisory stress testing - Consultation Paper - 18 December 2015, EBA/GL/2014/13 Orientamenti sulle procedure e sulle metodologie comuni per il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) - 19 dicembre 2014, Lettera Aspettative di vigilanza su ICAAP e ILAAP e raccolta armonizzata delle relative informazioni - DANIÈLE NOUY / Presidente del Consiglio di vigilanza - Francoforte sul Meno, 8 gennaio

4 Coerentemente con quanto previsto dalla disciplina prudenziale e dal Risk Appetite Framework della Banca, il presente documento descrive: un modello organizzativo, nel quale ruoli e responsabilità sono assegnati alle funzioni organizzative coinvolte, tenuto conto delle caratteristiche e delle complessità operative della Banca; le politiche di gestione della liquidità operativa (entro i dodici mesi) e strutturale (oltre i dodici mesi) con l indicazione dei modelli e metriche che possono essere utilizzati per la misurazione, la gestione e il controllo del rischio di liquidità e funding, nonché per l esecuzione di stress test; il Contingency Funding and Recovery Plan (CFRP) che identifica gli indicatori di supporto all individuazione di possibili situazioni di tensione (specifici o sistemici), descrive i processi organizzativi e gli interventi volti a ristabilire la condizione di normalità della gestione della liquidità e funding; il sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi (FTP) Definizioni Si definisce rischio di liquidità e funding la possibilità che la Banca non sia in grado di fare fronte ai propri impegni di pagamento per l'incapacità sia di smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk) sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk) - a causa del fenomeno della trasformazione delle scadenze. Nell ambito del rischio di liquidità e funding si ricomprende quindi anche il rischio di fronteggiare i propri impegni di pagamento a costi non di mercato, incorrendo in perdite in conto capitale in caso di smobilizzo di attività ovvero (e talora in modo concomitante) sostenendo un elevato costo della provvista. Si definisce gestione della liquidità l insieme delle attività e degli strumenti diretti a perseguire l equilibrio di breve e medio/lungo periodo tra i flussi di fondi in entrata e in uscita attraverso il coordinamento delle scadenze. Si definiscono Attività Liquide di Alta Qualità (HQLA) le attività non vincolate che devono essere facilmente liquidabili sui mercati anche in periodi di tensione e stanziabili presso una banca centrale e con le caratteristiche previste dal Framework di Basilea 3. Si definiscono Attività Prontamente Monetizzabili (APM) le attività non vincolate che sono stanziabili presso la Banca Centrale Europea o facilmente liquidabili sui mercati finanziari. Il Contingency Funding and Recovery Plan (CFRP) definisce le strategie di intervento in ipotesi di tensione di liquidità, prevedendo le procedure per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza. La liquidità è gestita sia in ottica di breve termine (cd. liquidità operativa), sia di medio-lungo termine (cd. liquidità strutturale). 3

5 Il rischio di liquidità operativa si manifesta nel breve termine e fa riferimento alla situazione in cui la Banca per effetto di un improvvisa tensione di liquidità, determinata da ragioni che riguardano in maniera specifica la Banca stessa o da ragioni di mercato, non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento. Tali situazioni possono mettere a rischio la continuità aziendale, degenerando, come estrema conseguenza, in una situazione di insolvibilità della Banca. Il controllo del profilo di medio-lungo termine della Banca, invece, risponde all obiettivo di garantire la gestione ottimale, da un punto di vista strategico, della trasformazione delle scadenze tra raccolta ed impieghi. Al fine di misurare tale profilo di rischio risulta infatti fondamentale valutare l adeguatezza del profilo di funding, inclusi i disallineamenti (mismatch) contrattuali e comportamentali nel medio e lungo termine, in relazione all appetito per il rischio, le concentrazioni eccessive delle fonti di finanziamento, i livelli eccessivi di forme di raccolta instabile a sostegno di attività a lungo termine che potrebbero portare ad un aumento inaccettabile del costo di finanziamento. 4

6 2. POLICY 2.1. Obiettivi L obiettivo della Banca è di essere in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento in ogni momento, indipendentemente dalle situazioni di mercato, coerentemente con il profilo di rischio individuato dal Processo RAF e nel rispetto della normativa di riferimento. La policy di liquidità e funding si propone di definire le linee guida e le regole interne affinché la Banca possa mantenere e gestire un livello di liquidità appropriato anche nell ambito del processo di autovalutazione di adeguatezza attuale, prospettica e in condizioni di stress (ILAAP). La presente policy è strutturata su due livelli, tra loro connessi, che rispondono a finalità specifiche: 1. gestione della liquidità operativa (breve termine fino a 12 mesi); 2. gestione della liquidità strutturale e funding (medio/lungo termine oltre 12 mesi). La policy di liquidità e funding è volta a disciplinare le attività di gestione in condizioni normali, mentre il Contingency Funding and Recovery Plan regola il processo, i ruoli e le responsabilità nel caso di situazioni di tensione di liquidità. La policy di liquidità e funding si articola in 4 parti: 1. Individuazione di compiti e responsabilità da assegnare alle funzioni aziendali coinvolte nel processo di gestione della liquidità; 2. Definizione dei processi operativi legati allo svolgimento delle attività; 3. Determinazione degli strumenti di misurazione e monitoraggio; 4. Definizione di Limiti Giornalieri e Processo RAF per liquidità e funding Modello organizzativo Le banche formalizzano le politiche di governo del rischio di liquidità e funding e si dotano di un efficace processo di gestione dello stesso, in coerenza con le caratteristiche, le dimensioni e la complessità delle attività svolte. La responsabilità primaria è rimessa, secondo le rispettive competenze, agli organi aziendali i quali devono essere pienamente consapevoli del livello di esposizione della banca al rischio di liquidità e funding. La presente sezione fornisce indicazioni specifiche in merito ai compiti degli organi e funzioni aziendali in materia di governo e gestione del rischio di liquidità e funding. 5

7 La struttura organizzativa preposta alla gestione del rischio di liquidità prevede che la gestione operativa della posizione di liquidità della banca è affidata alla Direzione, che si avvale dei flussi informativi periodici aziendali. Le attività di controllo sono effettuate dall Ufficio Controllo Rischi e Compliance. Le risultanze dei controlli e le analisi di stress sono portate periodicamente a conoscenza del Consiglio di Amministrazione e del Comitato di Direzione o del Comitato Finanza. Il Comitato di Direzione, o in alternativa il Comitato Finanza, esamina l andamento della liquidità con cadenza trimestrale. Il Comitato di Direzione è composto dalla: Direzione Generale; Responsabile del Servizio Crediti; Responsabile dei Servizi Bancari e d Investimento; Responsabile del Ufficio Servizi Accentrati e Sistemi di Pagamento Risk Manager. Il Comitato Finanza è composto dalla: Direzione Generale; Responsabile dei Servizi Bancari e d Investimento; Risk Manager; Addetti Ufficio Titoli; Un addetto al servizio amministrazione che si occupa di back office titoli. La Direzione Generale ha facoltà di coinvolgere nelle sedute del Comitato Rischi ulteriori Funzioni aziendali o Referenti esterni in base ai temi trattati Ruoli e responsabilità Gli organi e le funzioni aziendali preposte a garantire la corretta applicazione della policy di liquidità e funding sono: Consiglio di Amministrazione; Direttore Generale; Collegio Sindacale; Comitato di Direzione; Funzione Risk Management; Funzione Tesoreria; Funzione Pianificazione e Controllo di Gestione; Internal Audit. 6

8 Il Consiglio di Amministrazione definisce il RAF per il rischio di liquidità e funding definisce le linee di indirizzo e le soglie di tolleranza per la gestione del rischio di liquidità, approvando i limiti e gli indicatori di attenzione per l attivazione dei piani di emergenza; approva le strategie per la gestione della liquidità in ottica attuale e prospettica e le aggiorna quando ritenuto necessario; approva la policy di liquidità e funding e le sue revisioni periodiche effettuate con cadenza almeno annuale; approva le metodologie per l analisi e il presidio dell esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding, nonché le principali ipotesi sottostanti agli scenari di stress; approva il CFRP; approva il piano di funding in coerenza con il piano operativo / strategico. Il Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione le strategie per la gestione della liquidità e funding in coerenza con il RAF; propone al Consiglio di Amministrazione le metodologie per l analisi e il presidio dell esposizione della Banca al rischio di Liquidità propone al Consiglio di Amministrazione i limiti e gli indicatori di attenzione per la gestione della liquidità propone al Consiglio di Amministrazione il piano di funding; effettua, nell ambito delle proprie deleghe operative, le operazioni necessarie per la gestione della liquidità e funding, avvalendosi dell Ufficio Titoli; comunica le politiche di liquidità e funding, a seguito della definizione delle stesse da parte del Consiglio di Amministrazione, alle funzioni aziendali coinvolte nel processo di gestione della liquidità; impartisce le istruzioni operative per la gestione della liquidità coerentemente con quanto disposto dal Consiglio di Amministrazione ; rendiconta con cadenza almeno trimestrale al Consiglio di Amministrazione circa la posizione di liquidità operativa e strutturale della Banca; rende al Consiglio di Amministrazione informazioni tempestive in caso di deterioramento della situazione di liquidità della Banca secondo quanto previsto dal CFRP. Il Collegio Sindacale: vigila sull adeguatezza e sulla rispondenza del processo di gestione del rischio di liquidità e funding ai requisiti stabiliti dalla normativa. 7

9 Il Comitato di Direzione, oppure il Comitato Finanza, supporta il Direttore Generale nelle seguenti attività: definizione e proposta al Consiglio di Amministrazione della Policy per la gestione della liquidità, della sua revisione ed eventuale aggiornamento con cadenza almeno annuale; monitoraggio con cadenza trimestrale della posizione di liquidità della Cassa Rurale, analisi dell evoluzione futura in relazione a possibili diversi scenari; in particolare coadiuva nel monitoraggio delle scadenze di attività e passività a breve, del livello di liquidità monetaria detenuto, delle linee di credito ricevute e del portafoglio di titoli APM; individuazione degli strumenti più adatti per soddisfare le esigenze di funding; valutazione del grado di esposizione della banca al rischio di liquidità e adeguatezza del profilo di liquidità sia operativa che strutturale; rendicontazione almeno trimestrale degli esiti delle analisi svolte al Consiglio di Amministrazione; definizione delle linee guida per la gestione della liquidità operativa a favore degli uffici interessati dalla movimentazione dei flussi finanziari; definizione periodica del piano di funding e delle linee guida per la gestione della liquidità strutturale coerenti con lo stesso; Il Comitato di Direzione, o il Comitato Finanza, analizza la posizione di liquidità operativa e strutturale della Banca, i risultati degli stress test, l adeguatezza delle riserve di liquidità e il livello della concentrazione della raccolta, le cause degli sconfinamenti dei limiti operativi nonché del raggiungimento di un esposizione al rischio di liquidità prossima o superiore alle soglie di tolleranza definite. Il Comitato di Direzione, come il Comitato Finanza, si riunisce con cadenza almeno trimestrale. La Direzione Generale ha facoltà di coinvolgere nei comitati referenti esterni in base ai temi trattati. La Funzione Risk Management: propone al Consiglio di Amministrazione le metodologie per l analisi e il presidio dell esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding, nonché le principali ipotesi sottostanti agli scenari di stress; propone al Consiglio di Amministrazione il RAF per il rischio di liquidità e funding; propone al Consiglio di Amministrazione la policy per la gestione della liquidità e funding, e la sua revisione con cadenza almeno annuale; valuta il grado di esposizione della banca al rischio di liquidità e funding e l adeguatezza del profilo di liquidità attuale e prospettico (ILAAP); effettua il monitoraggio periodico previsto dal processo RAF attivando, nel caso, le procedure di escalation; monitora l andamento degli indicatori ILAAP definiti nella presente policy; effettua le analisi di stress con la frequenza stabilita dalla presente policy; propone modelli per la misurazione del rischio di liquidità, anche strutturando appropriati scenari di stress; 8

10 rendiconta almeno trimestralmente gli esiti delle analisi svolte al Consiglio di Amministrazione; valuta la proposta di piano di funding della funzione di Pianificazione e Controllo di Gestione e la sua coerenza con il RAF; effettua con cadenza almeno semestrale una stima di back-up liquidity ; riferisce al Comitato di Direzione le risultanze dei controlli, monitoraggi ed analisi effettuate. La Funzione Tesoreria: è svolta dal Servizio di amministrazione, con il coordinamento della Direzione, e la eventuale collaborazione dell Ufficio Titoli; effettua la gestione della liquidità e funding sulla base delle indicazioni della Direzione Generale e di quanto prescrive la presente policy, in particolare: o monitorando le scadenze di attività e passività a breve, il saldo detenuto sui conti di corrispondenza, le linee di credito ricevute, il portafoglio di titoli APM; o gestendo e monitorando le operazioni di rifinanziamento sotto il profilo delle scadenze e della gestione del collaterale; o operando sui mercati e utilizzando forme di investimento/finanziamento a breve; o individuando gli strumenti più adatti per soddisfare le esigenze di funding e concorrendo a determinare, di concerto con la Direzione la proposta di piano di funding da analizzare in Comitato di Direzione, o nel Comitato Finanza; provvede al monitoraggio giornaliero della posizione di liquidità; provvede alla produzione della reportistica inerente la gestione della liquidità giornaliera mettendola a disposizione dell Ufficio Funzioni aziendali di controllo. L Internal Audit verifica il modello operativo per la gestione della liquidità e l effettiva applicazione dello stesso. Valuta la funzionalità e l affidabilità del complessivo sistema dei controlli che presiede alla gestione del rischio di liquidità e sottopone al Consiglio di Amministrazione, Direttore Generale e Collegio Sindacale, con cadenza almeno annuale, l esito dei controlli svolti Processo di gestione della liquidità Il processo di gestione della liquidità e funding è composto dalle seguenti fasi: Definizione degli indirizzi strategici: nella quale vengono definite la strategia, il RAF, il piano di funding e le metodologie di analisi e di stress test in logica attuale e prospettica; Gestione della liquidità e del funding in cui sono svolte delle attività operative per la gestione del rischio di liquidità e funding sia su un orizzonte di breve periodo (entro i 12 mesi) che di medio-lungo periodo (superiore ai 12 mesi) in ottica attuale e prospettica; Controlli: finalizzati alla valutazione del grado di esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding, al presidio del RAF, e ai monitoraggi previsti nel CFRP; 9

11 Informativa al Consiglio di Amministrazione: tali attività sono finalizzate a garantire la consapevolezza circa la situazione complessiva di esposizione al rischio di liquidità e funding della Banca. Approvazione e aggiornamento della policy di liquidità e funding Definizione degli indirizzi strategici La funzione Risk Management concorre a predisporre la proposta della policy di liquidità e funding e delle periodiche revisioni; le metodologie per l analisi e il presidio dell esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding; la proposta del RAF per il rischio di liquidità e funding. La funzione Risk Management per l espletamento di quanto sopra citato può avvalersi della collaborazione del Servizio Amministrazione. La funzione aziendale di controllo predispone la proposta di piano di funding, con la collaborazione del Servizio Amministrazione. La Funzione Risk Management verifica la coerenza del piano di funding con il RAF. Il Direttore Generale definisce le linee guida del processo di gestione del rischio di liquidità e funding, ne cura l attuazione nel rispetto del RAF e propone il piano di funding. Il Consiglio di Amministrazione approva i documenti per la gestione della liquidità, le metodologie per l analisi e il presidio dell esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding ivi compresi gli stress test. Approva il RAF per il rischio di liquidità e funding. Il Direttore Generale provvede a comunicare prontamente le decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione alle funzioni organizzative coinvolte nel processo di gestione della liquidità, impartendo loro coerenti istruzioni operative Gestione della liquidità e del funding Il Servizio amministrazione pone in essere le azioni individuate dalla Direzione nella gestione della liquidità operativa, la liquidità strutturale e il funding della Banca, in coerenza con gli indirizzi espressi dal Consiglio di Amministrazione e con le linee di attuazione definite dalla Direzione Generale, provvedendo ad effettuare le opportune operazioni al fine di garantire le risorse necessarie a far fronte agli impegni di pagamento. In particolare, tra le attività per la gestione della liquidità a breve termine, il Servizio di Amministrazione: verifica la presenza di liquidità infra giornaliera e a breve necessaria all operatività della Banca e, nel caso in cui non sia sufficiente, provvede ad effettuare le necessarie 10

12 operazioni per ottenerla, tra le quali attivare gli Istituti Centrali di Categoria e/o il mercato interbancario, sentita la Direzione; monitora il portafoglio titoli di proprietà, i titoli rifinanziabili disponibili e i margini disponibili sulle linee di credito concesse alla banca; provvede a valutare l investimento delle eventuali eccedenze di liquidità sul mercato monetario; monitora le operazioni di rifinanziamento sotto il profilo delle scadenze e della gestione del collaterale. Il Servizio amministrazione analizza la posizione di liquidità strutturale della Banca secondo i seguenti principi: coordinamento delle durate e delle masse di raccolta oltre il breve termine in coerenza con il piano di funding; coordinamento del fabbisogno di raccolta a medio/lungo termine con la necessità di minimizzarne il costo e diversificare le fonti e gli strumenti utilizzati; contenimento dei fenomeni di concentrazione in termini di controparte e di tipologia di strumento. La Direzione dispone le operazioni di gestione della liquidità operativa e strutturale nel rispetto delle deleghe e delle procedure di autorizzazione previste con il supporto operativo del Servizio Amministrazione e dell Ufficio Titoli. La reportistica elaborata dal Servizio Amministrazione viene messa a disposizione della funzione di Risk Management e della Direzione Generale Controlli La funzione Risk Management valuta il grado di esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding in chiave attuale e prospettica nell ambito del processo ILAAP. La funzione Risk Management monitora gli indicatori regolamentari e gestionali ed effettua con frequenza almeno trimestrale gli stress test; presidia il RAF attivando prontamente, in caso di superamento, le procedure di escalation; effettua i monitoraggi previsti dal CFRP. Per l attività di monitoraggio la funzione Risk Management utilizza tempestivamente la reportistica messa a disposizione dal Servizio Amministrazione, le analisi fornite nell ambito del servizio di Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca e di ogni altra analisi disponibile Informativa al Consiglio di Amministrazione L informativa al Consiglio di Amministrazione è finalizzata a garantire la continua consapevolezza circa la situazione complessiva di esposizione attuale e prospettica al rischio di liquidità e funding della Banca. 11

13 Il Consiglio di Amministrazione riceve informazioni tempestive almeno in merito a: i) livello, evoluzione e natura delle attività vincolate e fonti costitutive del vincolo, quali operazioni di finanziamento garantite o altre transazioni; ii) ammontare evoluzione e qualità creditizia delle attività non vincolate ma vincolabili, con un indicazione del volume di attività potenzialmente vincolabili; iii) ammontare, evoluzione e natura delle attività vincolate calcolate in scenari di stress (quota potenziale di attività vincolate). La Direzione Generale informa con cadenza almeno trimestrale il Consiglio di Amministrazione circa la posizione complessiva di liquidità e di funding della Banca includendo anche le risultanze delle prove di stress. In caso di violazione del RAF il Direttore Generale fornisce informazioni tempestive al Consiglio di Amministrazione e propone un piano di rientro accompagnato dal parere formulato dalla funzione Risk Management secondo le procedure di escalation previste. Periodicamente l Internal Audit verifica l adeguatezza del modello operativo e la coerenza dei comportamenti al fine di verificare il presidio dei rischi del processo Approvazione e aggiornamento della policy di liquidità e funding L approvazione del presente documento è di competenza del CdA della Banca, in qualità di organo con funzione di supervisione strategica. Nel rispetto del modello organizzativo adottato, la funzione di Risk Management collabora con il Servizio Amministrazione alla predisposizione e all aggiornamento del presente documento, presentando le relative proposte al Direttore Generale. La policy di liquidità e funding e i relativi aggiornamenti, previa verifica di conformità da parte della funzione di Compliance, sono sottoposti dal Direttore Generale al CdA ai fini dell approvazione. La funzione di Risk Management, in collaborazione/coordinamento con le suddette funzioni aziendali, cura l aggiornamento del presente documento, con cadenza annuale e in particolare quando le seguenti circostanze lo rendano opportuno: modifica della normativa di riferimento; significativo cambiamento del contesto economico di riferimento, in particolare delle condizioni dei mercati della raccolta; presenza di criticità nella gestione della liquidità della Banca; modifica dell assetto organizzativo della Banca; sviluppo di nuove metodologie (ad esempio, di misurazione del rischio di liquidità) riconosciute e diffuse sul mercato. 12

14 2.4. Strumenti di misurazione e monitoraggio Liquidità operativa Il mantenimento nel breve periodo di un equilibrio tra flussi di cassa in entrata e in uscita rappresenta un requisito necessario per contenere il rischio di liquidità. La gestione efficace della liquidità richiede il monitoraggio continuativo e tempestivo della situazione finanziaria della Banca attraverso la verifica della capacità di far fronte in qualsiasi momento ai propri impegni di pagamento e la strutturazione di un adeguato processo di comunicazione delle informazioni rilevanti circa i fabbisogni di natura creditizia e a quelli legati ad operatività non avvisata. La Banca è tenuta a rispettare i requisiti regolamentari previsti dalla normativa di vigilanza vigente. La Banca ha strutturato il monitoraggio della situazione di liquidità operativa sui seguenti livelli: il 1 livello prevede il presidio infra giornaliero e a breve della posizione finanziaria netta della Banca, delle masse liquide e liquidabili e delle fonti di approvvigionamento. In questo ambito, la Banca provvede al controllo delle operazioni di rifinanziamento del portafoglio titoli con riferimento: alla gestione delle scadenze dei finanziamenti collateralizzati e del portafoglio titoli; al monitoraggio del valore liquidabile delle attività costituite a garanzia ai fini del controllo della eventuale integrazione delle garanzie (cd. marginatura del collaterale). il 2 livello prevede l utilizzo di report per la valutazione della robustezza delle riserve di liquidità e la determinazione degli indicatori di attenzione in chiave gestionale (report elaborati sulla base dello strumento maturity ladder); il 3 livello prevede il rispetto del requisito minimo regolamentare LCR e la valutazione periodica di scenari di stress (idiosincratico, di mercato e combinato) livello di misurazione e monitoraggio Al fine di evidenziare la capienza delle riserve liquide nei confronti degli eventuali fabbisogni netti da finanziare, la Banca verifica: la situazione di liquidità prospettica nei successivi 7 giorni; le Attività Prontamente Monetizzabili e i margini disponibili sulle linee di credito ricevute; le scadenze dei finanziamenti collateralizzati e il valore del collaterale vincolato a garanzia. ogni altra informazione utile al fine della stima dei fabbisogni di liquidità. 13

15 livello di misurazione e monitoraggio La Banca valuta la robustezza delle riserve di liquidità attraverso indicatori di copertura in chiave gestionale che mettono a confronto le APM con i deflussi netti di cassa stimati sull orizzonte temporale di 1, 3, 6, 12 mesi. Inoltre la Banca analizza il proprio orizzonte di sopravvivenza. In tale attività la Banca si avvale della reportistica fornita dal servizio di Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca (a titolo esemplificativo ma non esaustivo Liquidità Operativa Gestionale, Analisi APM, ecc.) e di ogni altra analisi disponibile livello di misurazione e monitoraggio La Banca verifica il rispetto del requisito minimo regolamentare LCR con cadenza mensile. La Banca valuta se effettuare ulteriori analisi di stress per ricomprendere fenomeni che dovessero essere ritenuti non adeguatamente rappresentati nelle ipotesi del LCR riconducendoli a scenari di tipo idiosincratico, di mercato o combinato. Una crisi idiosincratica si esplica in tensioni acute di liquidità che, ad esempio, possono essere causate da: un peggioramento della percezione del rischio reputazionale della Banca, anche per manifestazioni acute del rischio operativo; un significativo deterioramento delle esposizioni creditizie della Banca (ad es. a seguito del default di alcune principali controparti); Una crisi di mercato consiste in un improvvisa instabilità sul mercato monetario e dei capitali e può, ad esempio, essere causata da: recessione economica di largo spettro; crollo della fiducia tra Banche; calo significativo o inasprimento improvviso delle condizioni dell'offerta di credito (credit crunch); crollo delle quotazioni sui mercati regolamentati (market crash); problemi improvvisi nel sistema dei pagamenti. I risultati delle prove di stress forniscono un supporto: per strutturare o modificare il grado di liquidabilità degli asset della Banca; all individuazione di ulteriori criteri per l appropriata composizione delle attività e delle passività della Banca; per la definizione e la revisione periodica dei sistemi di attenuazione del rischio di liquidità, in primis la policy di liquidità e funding, il RAF e il CFRP. Nei casi in cui la Banca non rispetti il requisito minimo dell LCR oppure è ragionevolmente prevedibile che ciò accada, la stessa ne deve dare immediatamente notifica all Autorità di vigilanza e inoltrare a quest ultima, senza indugio, un piano per il tempestivo ripristino del rispetto del requisito minimo. 14

16 Liquidità strutturale e funding La gestione della liquidità strutturale e del funding è volta ad assicurare l equilibrio finanziario della struttura per scadenze con orizzonte temporale superiore ai 12 mesi, attraverso il mantenimento di un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio-lungo termine, finalizzato ad evitare tensioni sulle fonti a breve termine. La Banca dovrà essere in grado di contenere fenomeni di concentrazione in termini di controparte e tipologia di strumento di raccolta. Per il controllo del rischio di liquidità strutturale e funding la Banca assume a riferimento anche il modello introdotto dal documento BIS di ottobre 2014 Basel III: the net stable funding ratio finalizzato a misurare gli eventuali squilibri strutturali nella composizione delle attività e passività di bilancio. In tale attività la Banca si avvale della reportistica fornita dal servizio di Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca (a titolo esemplificativo ma non esaustivo, Report NSFR, Report Impieghi Raccolta, Report Concentrazione della raccolta, Report Trasformazione delle scadenze, ecc.) e di ogni altra analisi disponibile Misurazione prospettica del rischio di liquidità e funding Nell ambito del processo interno di autovalutazione del rischio di liquidità e funding (ILAAP), la Banca effettua una stima dell esposizione prospettica al rischio. I risultati della valutazione sono formalizzati all interno del Resoconto annuale ILAAP Struttura dei limiti giornalieri e indicatori RAF per il rischio di liquidità e funding La struttura dei limiti giornalieri e degli indicatori RAF è definita in modo tale da consentire alla Banca di disporre di un quantitativo di liquidità adeguato per la copertura dei fabbisogni operativi e per garantire il rispetto della normativa in materia Limiti giornalieri Il Servizio di amministrazione monitora quotidianamente: il saldo liquido prospettico giornaliero a 7 giorni dei conti correnti di corrispondenza; l importo delle Attività Prontamente Monetizzabili al netto di eventuali vincoli o impegni. L ammontare delle APM nette deve coprire l eventuale saldo prospettico giornaliero negativo sull orizzonte di analisi. 15

17 In caso contrario il Servizio di Amministrazione verifica la copertura dell importo eccedente le APM tramite il margine disponibile delle linee di credito, eventualmente garantita da titoli, ottenute da altri Istituti. In caso di incapacità di copertura dell eventuale saldo prospettico negativo, il Servizio di Amministrazione informa tempestivamente la funzione Risk Management e la Direzione Generale. La Direzione Generale si attiva prontamente per effettuare un monitoraggio più profondo e per avviare i contatti utili al reperimento delle risorse necessarie. La reportistica elaborata dal Servizio di Amministrazione con l evidenza della natura della copertura dell eventuale saldo prospettico negativo viene messa a disposizione della funzione Risk Management e della Direzione Generale Indicatori RAF per il rischio di liquidità e funding. La funzione di Risk Management verifica periodicamente il rispetto del RAF e attiva se necessario le procedure di escalation ivi previste. La funzione di Risk Management monitora i valori di attenzione previsti dalla Policy, e riepilogati nel Report ILAAP - Indicatori ILAAP, al fine di completare il quadro di lettura nelle condizioni generali di liquidità dell Istituto, la loro evoluzione nel tempo e il confronto con operatori simili per dimensione e complessità operativa. 16

18 3. CONTINGENCY FUNDING AND RECOVERY PLAN Il Contingency Funding and Recovery Plan (CFRP) definisce le strategie di intervento in ipotesi di tensione di liquidità, prevedendo le procedure per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza. In particolare il piano contiene le seguenti informazioni: - identificazione delle diverse tipologie di tensione di liquidità (di natura sistemica o idiosincratica) e definizione del quadro di indicatori di preallarme; - individuazione delle competenze e delle responsabilità di organi e funzioni aziendali in situazioni di emergenza chiamate ad attivare la strategia di risposta agli eventi di tensione; - identificazione delle azioni da intraprendere e predisposizione anticipata delle misure operative necessarie per assicurare il pronto ripianamento di eventuali carenze di liquidità in presenza di scenari avversi; - stime di back-up liquidity che, in presenza di scenari avversi, siano in grado di determinare con sufficiente attendibilità l ammontare massimo drenabile dalle diverse fonti di finanziamento. Il CFRP in presenza di risultati di prove di stress che indichino un esposizione al rischio di liquidità prossima o superiore a quella corrispondente alla soglia di capacity (RAF) impone l immediato riferimento agli organi deputati a valutare, deliberare e/o adottare le conseguenti azioni correttive Tipologie di tensione e Indicatori di preallarme Il CFRP è configurato sulla base di tre stati caratterizzati da crescenti livelli di intensità del rischio di liquidità: Stato di Normalità Stato di Allerta; Stato di Crisi. I fattori di rischio che possono determinare il progressivo deterioramento della posizione di liquidità della banca possono essere di natura sistemica o specifica. Il CFRP si basa su un articolato sistema di indicatori di preallarme da monitorare in via continuativa. Tali indicatori (per una più dettagliata descrizione si veda la sezione dedicata ai Flussi Informativi) sono suddivisi tra indicatori di Natura Sistemica e di Natura Specifica Indicatori di Natura Sistemica Gruppo Indicatori Indicatore di Preallarme Valore soglia dell Indicatore Variazione giornaliera Eonia (bps) 20 Gruppo 1 Variazione settimanale Euribor 1M (bps) 20 Variazione settimanale Euribor 3M (bps) 20 Variazione settimanale Euribor 6M (bps) 20 17

19 Variazione giornaliera Spread Euribor 1M Eonia Swap 1M (bps) 10 Gruppo 2 Variazione giornaliera Spread Euribor 3M Eonia Swap 3M (bps) 10 Variazione giornaliera Spread Euribor 6M Eonia Swap 6M (bps) 10 Gruppo 3 Variazione giornaliera volume complessivo Rifinanziamento BCE +20% Gruppo 4 Variazione giornaliera volumi mercato ON unsecured -30% Variazione giornaliera volumi mercato secured (repo) -20% Variazione mensile spread BTP Bund 5Y (bps) 50 Gruppo 5 Variazione mensile spread BTP Bund 10Y (bps) 70 Variazione mensile credit spread rating BBB (bps) 20 Per ciascuno dei gruppi di indicatori, se almeno un indicatore manifesta un segnale di tensione, viene considerato in situazione di anomalia l intero gruppo di indicatori del quale il singolo indicatore fa parte. STATO DELLA BANCA Normalità Allerta Crisi DESCRIZIONE Quando 0, 1 o 2 gruppi di indicatori sono in situazione di anomalia Quando 3 o 4 gruppi di indicatori sono in situazione di anomalia Quando tutti i gruppi di indicatori sono in situazione di anomalia Gli indicatori vengono monitorati giornalmente dalla funzione Risk Management che provvede a informare tempestivamente la Direzione Generale nel caso in cui vengano riscontrate della anomalie. La Banca utilizza per il monitoraggio degli indicatori di natura sistemica le informazioni fornite da Cassa Centrale Banca Indicatori di Natura Specifica TIPO INDICATORE Posizionamento Indicatore LCR Non rinnovo/revoca/riduzione fidi ottenuti da parte di Istituti Centrali di categoria o altre banche Perdita inattesa di raccolta diretta Perdita inattesa di clienti rilevanti Consistente Aumento delle Sofferenze Lorde L attribuzione dello Stato della Banca avviene in base al numero di indicatori che evidenziano anomalia seconda la seguente tabella: STATO DELLA BANCA Normalità Allerta Crisi DESCRIZIONE Quando 0, 1 o 2 indicatore evidenzia una situazione anomala Quando 3 o 4 indicatori evidenziano una situazione anomala Quando tutti gli indicatori evidenziano una situazione anomala 18

20 Gli indicatori vengono monitorati settimanalmente, previa elaborazione dal Servizio Amministrazione, dalla funzione Risk Management che informa la Direzione Generale e la funzione Tesoreria nel caso in cui vengano rilevate delle anomalie Stato di Allerta Modello Organizzativo La Funzione Risk Management, quando gli indicatori di natura specifica o sistemica segnalano lo stato di allerta informa il Direttore Generale. L immediato coinvolgimento del Direttore Generale ha lo scopo di assicurare il presidio ed il coordinamento delle strategie di intervento finalizzate al rientro ad uno stato di normalità. A tal fine il Direttore Generale: analizza la situazione e le evidenze degli indicatori di preallarme; valuta se dichiarare lo stato di allerta e, in caso affermativo: o propone le strategie di intervento; o quantifica i costi degli interventi individuati; o informa al primo consiglio utile il Consiglio di Amministrazione della situazione in essere; o informa le altre funzioni organizzative coinvolte nel processo. Nell attuare le strategie di intervento il Direttore Generale opera nei limiti delle proprie deleghe operative. Nel caso in cui gli interventi da realizzare non rientrino nelle deleghe operative conferitegli, il Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione le azioni da intraprendere. Successivamente all approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, il Direttore Generale, con il supporto delle funzioni aziendali competenti, realizza gli interventi deliberati. La Banca dispone di sistemi e controlli interni che garantiscano che la abbia l effettivo controllo operativo per poter monetizzare le APM necessarie in qualsiasi momento durante il periodo di stress pari a 30 gg 2. Nel caso in cui gli interventi intrapresi siano stati sufficienti a ristabilire una condizione operativa normale, viene concluso lo stato di allerta dal Direttore Generale che ne dà comunicazione al Consiglio di Amministrazione, alla funzione Risk Management, oltre che alle funzioni organizzative direttamente coinvolte nel processo. Qualora, invece, lo stato di allerta sia peggiorato e gli interventi realizzati non siano stati sufficienti ad assicurare la gestione dei rischi specifici e/o sistemici, si attiva la procedura per la gestione dello stato di crisi. 2 Regolamento Delegato (UE) 2015/61 art. 8.3 b. 19

21 Strategie di intervento Di seguito si riportano, a titolo indicativo, alcune azioni che possono essere intraprese. Tipologia Strategia Descrizione Tensione Sistemica Strategie per generare liquidità: Strategie per trattenere liquidità: utilizzare pienamente gli strumenti di rifinanziamento presso l Autorità di Politica Monetaria utilizzare le linee di credito ordinarie, concesse dagli Istituti di Credito Centrali/altre Controparti individuare ulteriori controparti che possano finanziare la Banca X X Tensione Specifica bloccare le linee revocabili concesse X X ritardare l erogazione di finanziamenti X X sospendere temporaneamente o in via permanente, se possibile, i finanziamenti da erogare aumentare i tassi sulla raccolta (attirare nuovi fondi) e/o i tassi sui rinnovi delle operazioni di impiego (moderare la richiesta di finanziamenti) X X X 3.3. Stato di Crisi Modello Organizzativo La funzione Risk Management, quando: gli indicatori di natura specifica o sistemica segnalano lo stato di crisi ovvero lo stato di allerta sia peggiorato e gli interventi realizzati non siano stati sufficienti ad assicurare la gestione dei rischi specifici e/o sistemici, informa il Direttore Generale che, a sua volta, convoca il Gruppo Gestione Crisi, composto dal Consiglio di Amministrazione, dalla Direzione Generale e dalla funzione di Risk Management, allo scopo di assicurare il presidio, la definizione ed il coordinamento delle strategie di intervento finalizzate al superamento della crisi. A tal fine il Gruppo Gestione Crisi: analizza la situazione e le evidenze degli indicatori di preallarme nonché la reportistica per il monitoraggio della liquidità operativa; valuta se dichiarare lo stato di crisi e, in caso affermativo: o propone le strategie di intervento; o quantifica i costi degli interventi individuati; o informa le altre funzioni organizzative coinvolte nel processo 20

22 o coordina il processo di comunicazione con l Autorità di Vigilanza e verso l esterno (media, clienti, ecc.); Qualora il Gruppo Gestione Crisi non dichiari lo stato di crisi si attivano comunque le procedure organizzative dello stato di allerta. Il Gruppo Gestione Crisi revoca lo stato di crisi una volta superata l emergenza e valuta se avviare le procedure organizzative previste per lo stato di allerta oppure se prevedere direttamente la gestione normale della liquidità. -Il Servizio di Amministrazione, in collaborazione con la funzione Risk Management, svolge almeno con frequenza annuale una simulazione di una o più strategie di intervento previste per lo stato di crisi, al fine di verificare il corretto funzionamento degli strumenti e la velocità di attivazione Strategie di intervento Di seguito si riportano, a titolo indicativo alcune azioni che il Gruppo Gestione Crisi può intraprendere. Le strategie per fronteggiare la crisi sono di volta in volta individuate. Tipologia Strategia Descrizione Tensione Sistemica Tensione Specifica utilizzare pienamente gli strumenti di rifinanziamento presso l Autorità di Politica Monetaria X X Strategie per generare liquidità: Strategie per trattenere liquidità: utilizzare tutte le linee di credito disponibili presso gli Istituti di Credito Centrali/altre Controparti richiedere il temporaneo ampliamento delle linee di credito agli Istituti Centrali di Categoria smobilizzare altri asset aziendali, a partire da quelli maggiormente liquidi bloccare le linee revocabili concesse X X ritardare l erogazione di finanziamenti X X sospendere temporaneamente o in via permanente, se possibile, i finanziamenti da erogare e l analisi di istruttoria sui finanziamenti già richiesti aumentare i tassi sulla raccolta (attirare nuovi fondi) e/o i tassi sui rinnovi delle operazioni di impiego (moderare la richiesta di finanziamenti) X X X X X X X 21

23 3.4. Stime di back-up liquidity L analisi di liquidabilità dell attivo ha per oggetto il livello di liquidabilità delle attività aziendali e consente di valutare, oltre alle riserve di liquidità, anche le altre poste utilizzabili dalla Banca per far fronte a fabbisogni di liquidità imprevisti. La funzione Risk Management effettua, con cadenza almeno semestrale, una stima dell ammontare massimo di liquidità ottenibile in presenza di scenari avversi. Tale attività considera: - l ammontare dei crediti banche (esigibili nell orizzonte temporale considerato) e delle Attività Prontamente Monetizzabili; - i margini disponibili sulle linee di credito garantite e sulle linee di credito irrevocabili, ricevute dagli Istituti di Categoria. - altre attività liquidabili nell orizzonte temporale considerato (Titoli non APM, revoca linee di credito concesse alla clientela, ecc) tenendo conto del potenziale aumento della quota di attività vincolate (encumbered assets) derivante da situazioni di tensione rilevanti, ossia da shock plausibili benché improbabili, alla svalutazione delle attività costituite in pegno e all aumento dei requisiti di margine 3 La Banca effettua tale tipo di analisi relativamente all orizzonte temporale di 30 giorni. L analisi effettuata dalla funzione Risk Management e le relative stime di back-up liquidity vengono comunicate alla Direzione Generale. 3 Circ. 285/2013, Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 3, Allegato A, par

24 4. SISTEMA DI PREZZI DI TRASFERIMENTO INTERNO DI FONDI Il sistema dei prezzi di trasferimento interno (FTP) rappresenta un elemento critico nella gestione complessiva della banca. I prezzi di trasferimento interno dei fondi (cd. tassi interni di trasferimento TIT), incidendo sulle modalità di attribuzione della redditività all interno delle diverse unità aziendali/filiali, sono in grado di indirizzare gli incentivi delle stesse a perseguire una gestione del rischio di liquidità - e di altri rischi - prudente e consapevole, nonché coerente con le politiche aziendali. La Banca, che rientra nella classe 3 ICAAP, adotta, in attuazione del principio di proporzionalità, sistemi che consentono di identificare le componenti di costo della liquidità, mediante l utilizzo del report Analisi della Forbice Creditizia, elaborato dall Ufficio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. In tale report, la Banca ha informazioni in merito al costo delle diverse forme di raccolta diretta, analizzato sia in ottica temporale che sistemica (confronto geografico e dimensionale). 23

25 5. FLUSSI INFORMATIVI 5.1. Reportistica, metodologie e metriche A supporto dell attività di analisi e monitoraggio dell esposizione dell Istituto al rischio di liquidità, viene utilizzata la seguente reportistica: Messa a disposizione da Cassa Centrale Banca nell ambito del Servizio di Consulenza Direzionale cui la CR/BCC aderisce: 1. Report Gestione della Liquidità Liquidità Gestionale; 2. Report Gestione della Liquidità Time to Survival; 3. Report Gestione della Liquidità Analisi Portafoglio Titoli e dettaglio APM; 4. Report Gestione della Liquidità Concentrazione della Raccolta; 5. Report Gestione della Liquidità Analisi dei Prestiti Obbligazionari in Scadenza entro 1 anno; 6. Report Gestione della Liquidità Report di Trasformazione delle Scadenze; 7. Report Gestione della Liquidità Report Impieghi Raccolta; 8. Report ILAAP LCR Regolamentare; 9. Report ILAAP LCR Regolamentare - Scenario di Stress; 10. Report ILAAP NSFR; 11. Report ILAAP Indicatori ILAAP; 12. Report Indicatori di Crisi Sistemica; 13. Report ALM - Analisi della Forbice Creditizia. Prodotti internamente dagli uffici della Cassa Rurale secondo le attribuzioni della presente Policy: 1. Report Indicatori di Crisi Specifica; 2. Report giornaliero saldi liquidi conti banche per orizzonte di sette giorni + APM + Margini linee di credito ricevute; 3. Report Tesoreria aziendale nello specifico ci si riferisce alla somma delle disponibilità liquide depositate presso le banche corrispondenti ed al portafoglio titoli di proprietà; 4. Report mensile con dinamica principali masse patrimoniali (raccolta ed impieghi). 24

26 REPORTS ELABORATI DAL SERVIZIO CONSULENZA DIREZIONALE DI CASSA CENTRALE BANCA Liquidità Gestionale Il Report ha come obiettivo l analisi dell evoluzione della liquidità aziendale, classificando i flussi di attivo della banca in base alla loro scadenza e le passività mediante specifiche ipotesi previsionali di modello indicate nel report e personalizzabili dalla banca. La finalità è quella di evidenziare eventuali squilibri sull orizzonte di valutazione dei successivi 12 mesi che rendano necessari interventi di rimodulazione del piano di funding o di smobilizzo di assets dell attivo. Il report mette in evidenza anche la quantificazione delle Attività Prontamente Monetizzabili (APM) a disposizione dell Istituto, determinate secondo le seguenti definizioni: Attività Prontamente Monetizzabili di Alta Qualità - titoli emessi da Stati appartenenti all Area EMU espressi in Euro, non strutturati e accettati come garanzia per le operazioni di rifinanziamento presso la BCE; Attività Prontamente Monetizzabili di Secondo Livello - titoli non governativi espressi in Euro accettati come garanzia per le operazioni di rifinanziamento presso la BCE; Attività Prontamente Monetizzabili impegnate in Pool di collateral ma non utilizzate; Azioni, Sicav e Fondi. I titoli oggetto di quantificazione vengono computati al valore di mercato ultimo disponibile (di fine mese) e al netto dello scarto di garanzia applicato dalla BCE in occasione delle operazioni di rifinanziamento garantite dai titoli stessi. I titoli vengono considerati al netto di qualsiasi gravame che ne impedisca la piena e tempestiva disponibilità, come ad esempio Operazioni di Rifinanziamento Portafoglio Titoli, Pronti contro Termine, pegni etc. ad eccezione dei titoli impegnati in Pool di collateral ma non utilizzati. Le Attività Prontamente Monetizzabili complessive sono quindi costituite dalla sommatoria delle Attività Prontamente Monetizzabili di Alta Qualità disponibili, dalle Attività Prontamente Monetizzabili di Secondo Livello disponibili, Margine su c/pool collateral non utilizzato nonché da Cassa, Azioni, Sicav e Fondi. Al fine di permettere un analisi compiuta del grado di rilevanza del rischio di liquidità gestionale il report provvede a mettere in evidenza le seguenti informazioni, utilizzate di seguito per il calcolo degli indicatori di sintesi: Sbilancio progressivo cumulato a 1 mese: calcolato mediante la somma dei gap di liquidità relativi alle fasce contigue a vista e fino a 1 mese. Esso mette in evidenza il potenziale fabbisogno di liquidità a 1 mese dell Istituto nel quadro di tensione modellizzato dal report; Sbilancio progressivo cumulato a 3 mesi: calcolato mediante la somma dei gap di liquidità relativi alle fasce contigue a vista, fino a 1 mese, 1-2 mesi e 2-3 mesi; Sbilancio progressivo cumulato a 6 mesi: calcolato mediante la somma dei gap di liquidità relativi alle fasce contigue a vista, fino a 1 mese, 1-2 mesi, 2-3 mesi, 4-5 mesi e 5-6 mesi; Sbilancio progressivo cumulato a 12 mesi: calcolato mediante la somma dei gap di liquidità relativi alle fasce contigue a vista, fino a 1 mese, 1-2 mesi, 2-3 mesi, 4-5 mesi, 5-6 mesi, 6-9 mesi e 9-12 mesi. 25

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