PROVINCIA DI TORINO VARIANTE STRUTTURALE 12 DI ADEGUAMENTO AL PAI - AREA MOVICENTRO. IL SINDACO (Gianfranco Visca)
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1 PROVINCIA DI TORINO VARIANTE STRUTTURALE 12 DI ADEGUAMENTO AL PAI - AREA MOVICENTRO IL SINDACO (Gianfranco Visca) Arch. Giovanni ALIFREDI Dott. Geol. Marco INNOCENTI via P. Belli Torino corso Piave n Pinerolo (TO) Responsabile del servizio Arch. Claudia Azzini Progetto Preliminare : : Data: FEBBRAIO 2015
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3 PREMESSA In data con DGR n viene approvata la variante strutturale dell PRGC di Trofarello, adeguato al Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del PRGC della città di Trofarello. Con il provvedimento di approvazione, la Giunta Regionale ai sensi degli art. 15 e 17 della Legge Regionale 56/77 introduce ex officio una modifica alla carta di sintesi per quanto riguarda una parte dell'area Movicentro. Una scelta cautelativa posta per una carenza di approfondimenti di carattere idraulico sul rio Rigolfo che costeggia ad ovest, verso il territorio agricolo, il lotto in oggetto. Tale modifica, che consiste nel passaggio di una porzione di territorio dalla Classe II alla Classe IIIa, di fatto rende non attuabili le previsioni urbanistiche relative all area del MOVIcentro contenute nello strumento urbanistico generale e nel P.I.P approvato con D.C.C. n. 70 del L opportunità di non ritardare l approvazione della variante di adeguamento al PAI, che interessava tutto il territorio (in attesa di redigere studi idraulici specifici sul rio Rigolfo), ha indotto l Amministrazione comunale a procedere, rimandando a tempi successivi la specificazione del dissesto e dei relativi condizionamenti all utilizzazione urbanistica di parte dell area MOVIcentro. Non è però mai venuta meno la consapevolezza dell importanza che quest area riveste per la città a più livelli: per l area industriale, per il nodo di interscambio, per il centro abitato. La presente variante si configura come la volontà di ribadire le previsioni urbanistiche e di sviluppo dei Piani, generale ed esecutivo, in virtù di studi di dettaglio che rilevano condizioni di moderata pericolosità geomorfologica superabili attraverso l adozione di accorgimenti tecnici da realizzarsi localmente. Non si propongono quindi nuovi contenuti urbanistici per le aree interessate, ma una diversa classificazione del grado di utilizzazione urbanistica che permetta l attuarsi, seppur in modo condizionato delle previsioni del Piano Regolatore. A seguito dell adozione del Progetto Preliminare con D.G.C. n. 102 del , ai sensi della LR 1/2007, e della conclusione della II Conferenza di Pianificazione, sono stati redatti gli elaborati definitivi della presente variante, accogliendo quanto espresso dai pareri degli enti (vedi paragrafo: Le modifiche al PRGC introdotte dalla variante pag. 15). Durante il periodo di pubblicazione non sono state presentate osservazioni al progetto preliminare. 2
4 Un disegno per la città In questo paragrafo si illustra come l'attuazione delle previsioni urbanistiche contenute nei Piani siano un tassello importante nelle strategie e politiche territoriali del Comune e che si inseriscono in modo coerente all'interno di progettualità e programmi di scala sovracomunale che interessano l'area metropolitana. L'ambito urbano Il territorio urbanizzato di Trofarello ha una struttura consolidata, segnata da due importanti infrastrutture: corso Torino e la ferrovia. A monte del corso, asse viario di importanza sovralocale, troviamo la residenza collinare, tra il corso e la ferrovia la residenza ad alta densità, oltre ferrovia l industria. I sedimi della ferrovia hanno sempre rappresentato il margine della città abitata, quasi di protezione dall ambiente duro delle attività produttive. E, forse non casualmente, le aree a ridosso dell infrastruttura sia a monte che a valle, sembrano aree di margine, non pianificate, sotto utilizzate, in cui le attività, anche pubbliche hanno fatto fatica a connotare l ambiente urbano. Su questa incoerenza urbana l Amministrazione ha costruito negli ultimi anni un programma di riqualificazione, di sviluppo, che interessa l intera città. L opportunità di ripensare a questo ambito come nodo strategico per Trofarello trova evidenza con il progetto del nodo interscambio ferro gomma: il MOVIcentro. Da subito il progetto, nato nell ambito della realizzazione di un sistema di mobilità metropolitano che prevedesse nodi di interscambio sulle principali linee ferroviarie di ingresso a Torino, assume un ruolo strategico per Trofarello: la riqualificazione della stazione e dell area adiacente, l integrazione delle funzioni produttive con le funzioni urbane, la permeabilità pedonale dei sedimi ferroviari, sono tra gli obiettivi urbani del progetto volto anche alla riqualificazione urbana e funzionale delle aree sottoutilizzate. L importanza e l urgenza di tale programma porta l Amministrazione comunale ad anticipare i contenuti del redigendo PRG (variante generale) attraverso 3
5 una variante D.C.C. n 8 02/03/2002 e Piano per gli Insediamenti Produttivi (approvato con D.C.C. n. 70 del 13/12/2004). 4
6 Contenuti della variante La presente variante è volta alla modifica della classificazione di idoneità all'utilizzazione urbanistica di un lotto libero intercluso tra l'area industriale di Trofarello e il sedime della ferrovia; si tratta di un area strategica per completare il MOVIcentro e per dare attuazione ai programmi di riqualificazione urbana di cui il nodo di interscambio è baricentro, non solo geografico. Illustrazione 1: foto aerea dell'area In questo senso l area in questione assume un ruolo centrale a più livelli urbani: 1) è fondamentale per completare le potenzialità del MOVIcentro; 2) può diventare il luogo delle funzioni dell area produttiva che ha iniziato un percorso di rinnovamento che ha come riferimento il concetto di Area Produttiva Ecologicamente e socialmente Attrezzata; 3) è strategica per dare una nuova centralità urbana all area della stazione e creare un nuovo polo di servizi e attività. 5
7 L'area oggetto della variante L'area ha un'estensione di circa mq. E' un lotto pianeggiante, che confina a nord con il sedime ferroviario, a est con il parcheggio del MOVIcentro, a sud con l'area industriale e a ovest con un area agricola del comune di Moncalieri. Sul confine comunale scorre il rio Rigolfo, corso d'acqua causa del dissesto. Da un punto di vista ambientale l'area non presenta particolari elementi di pregio e neanche fa parte di particolari sistemi naturali o agricoli: di fatto risulta un ambito agricolo intercluso in un area urbanizzata, senza legami di interdipendenza con il territorio rurale del confinante comune di Moncalieri, anche se la "Carta di capacità d'uso dei suoli", strumento che classifica e differenzia la qualità delle terre a 6
8 seconda delle potenzialità produttive delle diverse tipologie pedologiche, inserisce il lotto in questione in classe II -Suoli con alcune moderate limitazioni che riducono la produzione delle colture agrarie (per altro è evidente che tale cartografia non sia aggiornata comprendendo in tale classi anche le aree già urbanizzate). Illustrazione 2: capacità d'uso dei suoli L'assetto normativo dell'area Il Piano Regolatore vigente (approvato il con DGR n ) individua l'area come zona D1, aree destinate ad impianti industriali e artigianali e Sr35, area destinata a servizi pubblici. La destinazione produttiva era già prevista nel precedente strumento urbanistico del
9 Figura 1 - Estratto Prgc vigente Il piano regolatore recepisce i contenuti del PIP, Piano delle aree per Insediamenti Produttivi del Movicentro, che destina l'area a parcheggi pubblici e funzioni al servizio delle imprese, attività terziarie, direzionali, commerciali e ricettive, funzionali al completamento del nodo di interscambio per un totale di mq di S.u.l.. Nel recepimento dei contenuti del PIP, il PRGC vigente disegna la zonazione dello strumento esecutivo dettagliando la divisione delle destinazioni d uso all interno dell area in oggetto (parcheggi pubblici e zona D) 8
10 Figura 2 - PIP vigente A seguito dell adeguamento al PAI, che classifica l area in classe IIIA e congela di fatto l attuabilità del Piano, gli strumenti urbanistici mantengono le previsioni di sviluppo per due ragioni: in quanto le modifiche imposte ex officio in via cautelativa, derivavano dalla carenza di studi idraulici che dimostrassero l'effettivo grado di dissesto (per un approfondimento si rimanda la Relazione Geologica allegata redatta dal dott. geol. Marco Innocenti), le importanti funzioni urbanistiche sopra richiamate non potevano essere semplicemente stralciate senza una diversa riflessione sull intero comparto. Tali considerazioni hanno portato l'amministrazione Comunale a promuovere studi tecnici di tipo geologico ed idraulico finalizzati a verificare gli effettivi stati del dissesto e la residua possibilità di utilizzare le suddette aree per le destinazioni previste dal PRG. 9
11 CITTÀ DI TROFARELLO - Variante di adeguamento al PAI - area MOVIcentro Figura 3 - Estratto Carta di sintesi vigente Tali studi, sintetizzati nell'allegata relazione geologica, mettono in evidenza come le previsioni urbanistiche dei piani urbanistici, generale ed esecutivo, sono sostanzialmente coerenti con lo stato di dissesto idrogeologico in atto se vengono prese delle misure cautelative e realizzate delle opere di riassetto. 10
12 Figura 4 - Estratto della nuova Carta di Sintesi La sovrapposizione del PRGC vigente con la nuova carta di sintesi mette in evidenza come l area D, dove sono previsti interventi di nuova costruzione, sia solo in modo limitato interna alle aree inedificabili (IIIB3). Tale limitazione non modifica le previsioni urbanistiche complessive, ma inevitabilmente ha delle ricadute sul disegno del PIP, che dovrà essere aggiornato a seguito dell approvazione della presente Variante di adeguamento al PAI. 11
13 Figura 5 - Sovrapposizione Carta di sintesi e zonazione PRGC Il Piano per Insediamenti Produttivi vigente L area oggetto di variante interessa una porzione interna al P.I.P. Movicentro. Il P.I.P. Movicentro si sviluppa su di un area a cavallo della ferrovia di circa 18 ha con diverse funzioni: - attività artigianali, terziarie e di servizio; - la formazione dei sedimi viabili e pedonali pubblici; - aree per attrezzature, servizi pubblici e d interesse pubblico. Le capacità insediative sono distribuite attraverso l individuazione di sagome di edifici: A - S.u.l. mq
14 B - S.u.l. mq C - Caserma carabinieri (s.u.l. non definita) D - S.u.l. mq E - Casa della salute (s.u.l. non definita) S possibilità di sopraelevazione edifici esistenti Le quantità definite per gli ambiti A, B e C possono essere modificate accorpandole o scindendole nei limiti della quantità complessiva (mq ). Complessivamente la nuova edificazione dovrà rispettare gli indici urbanistici riferiti alla superficie territoriale di mq. compresa nel P.I.P. (esclusa l area ferroviaria ed ENEL): Rapporto di cop. terr. 0,20 Indice di utilizzo terr. 0,30 Nei singoli edifici sono ammesse le seguenti destinazioni d uso: A - esercizi di vicinato, esercizi commerciali di media e grande dimensione, ristoranti, attività per lo spettacolo ed il tempo libero, attività direzionali, attività di servizio alle imprese, attività turistico ricettive, attività espositive, fiere e congressi, attività collegate al traffico viario e ferroviario e al deposito delle merci, rivolte alle imprese ed alle famiglie (autotrasportatori, spedizionieri, corrieri, etc.), attrezzature pubbliche al servizio degli insediamenti produttivi B- attività produttive, attività direzionali, impianti di distribuzione del carburante, attrezzature pubbliche al servizio degli insediamenti produttivi. C Caserma dei Carabinieri D - attività di servizio sociale, igienico-sanitario, tecnologico, erogato attraverso impianti pubblici e privati di interesse generale (depurazione, trasformazione, captazione, informazione, etc.); attività collegate al traffico viario e ferroviario e al deposito delle merci, rivolte alle imprese ed alle famiglie (autotrasportatori, spedizionieri, corrieri, etc.). E Casa della Salute S - Edificio Croce Rossa (esistente) 13
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16 Le modifiche al PRGC introdotte dalla variante Come già accennato i contenuti del Piano Regolatore nell area in questione sono confermati. Sono però introdotte delle misure cautelative di salvaguardia dai rischi idrogeologici. In sintesi le modifiche sono: - Il divieto di sviluppare le capacità insediative della zona D1 in aree che ricadono in classe IIIB3. - La specificazione per la zona Sr35 della destinazione a verde pubblico inedificabile per tutte le aree in classe IIIa. In queste aree non sarà più possibile realizzare parcheggi pubblici come previsto dal PIP. - L integrazione delle norme di salvaguardia idrogeologica per la classe IIIb3 (nel PRGC vigente non era individuata tale casistica). - La previsione di un opera di riassetto territoriale. Tale opera consiste nella realizzazione di un argine secondo quanto descritto nella documentazione idrogeologica. Rispetto al progetto preliminare, a seguito dell accoglimento dei pareri degli Enti pervenuti nella II Conferenza di Pianificazione, è stato modificato la parte delle NTA che riguardano la Classe IIIb3. Nel progetto preliminare era prevista la possibilità di realizzare a seguito della realizzazione e del collaudo delle opere di riassetto territoriale bassi fabbricati e pertinenze (box, tettoie e opere minori). Tale previsione è stata stralciata nel presente progetto definitivo. 15
17 Figura 6 - disegno nuovo argine in terra In sintesi si può affermare che le limitazioni urbanistiche hanno pochi effetti sulle previsioni della zona produttiva D1 in quanto le modeste porzioni interessate dalla classe IIIB3 non compromettono in modo sostanziale le capacità insediative attribuite dal Piano. Per quanto riguarda le aree a servizi Sr35 viene modificata la possibilità di realizzare parcheggi anche a raso nelle aree in classe IIIA. Ciò determina la necessità di inserire anche la destinazione a verde pubblico oltre a quelle previste di parcheggi e attrezzature di interesse comune. Questa modifica non influisce sulla verifica dei standard urbanistici ai sensi dell art. 21 della LUR, in quanto le superfici a servizi rimane invariata e il Piano Regolatore calcola in modo complessivo la dotazione di aree a servizi senza differenziare le tipologie di servizi. E chiaro che a seguito dell approvazione di questa variante al Piano Regolatore sarà necessario procedere con un aggiornamento dello strumento urbanistico esecutivo. 16
18 Modifiche ai documenti di PRGC L unico documento di PRGC modificato dalla presente variante sono le Norme Tecniche di Attuazione, integrate degli aspetti di salvaguardia introdotti dagli approfondimenti idrogeologici. Le norme tecniche di attuazione modificate (sono sottolineate le parti aggiunte) Art. 70. Individuazione e caratteristiche delle classi di pericolosità geologica e di idoneità all'utilizzazione urbanistica. 1. Per l'applicazione delle norme appartenenti al presente Capo VII, vengono richiamati come parte integrante gli elaborati dell'indagine geomorfologica (Allegato Tecnico 2.1.). 2. Al fine di garantire il rispetto delle disposizioni, di cui al precedente comma, fra le Tavole di Piano è riportata la Tavola del Progetto in scala 1: 5.000, relativa al territorio comunale, in cui sono indicate cromaticamente le seguenti categorie di rischio idrogeologico con le relative limitazioni agli interventi consentiti: - Classe I: aree prive di limitazioni. - Classe IIA: utilizzazione urbanistica subordinata alla realizzazione di interventi tecnici locali a protezione del rischio di dissesti superficiali. - Classe IIB: utilizzazione urbanistica subordinata alla realizzazione di interventi tecnici locali a protezione delle esondazioni della rete idrografica superficiale. I locali interrati sono ammessi esclusivamente ove sia specificatamente rilevato un franco minimo di mt. 1,00 tra la quota di pavimento più bassa ed il livello di massima escursione della falda minima. E comunque prescritta la predisposizione di opportuni strumenti per il recapito in fognatura delle eventuali acque affluenti in detti locali. Ogni impianto tecnologico dovrà essere sopraelevato di almeno 50 cm. dal piano campagna preesistente alla trasformazione. Messa in opera di opportuni accorgimenti tecnici per la protezione di eventuali esondazioni, accorgimenti che non dovranno incidere negativamente sull uso delle aree limitrofe. - Classe IIIA: aree inedificate le cui condizioni di rischio le rendono inidonee all insediamento. Tali aree dovranno essere inserite nel Piano di Protezione Civile Comunale. E consentita la realizzazione di OO.PP. con le procedure dell art. 31 L.R. 56/77. All interno di detta classe sono individuate alla tav tre specifiche aree utilizzabili ai fini urbanistici, a seguito dell adeguamento della sezione d alveo del Rio Sauglio in corrispondenza di ponti e attraversamenti. La porzione della zona Sr35 che ricade in classe IIIA e comunque le porzioni di area interne al nuovo argine sono destinate a verde pubblico inedificabile. 17
19 - Classe IIIB2: sono ammessi interventi del tipo a), b), c), d) dei precedenti artt. 19, 20, 22, 24, esclusivamente sugli edifici esistenti, anche con modesti ampliamenti che non generino un significativo carico antropico. Ogni impianto tecnologico dovrà essere sopraelevato di almeno 100 cm. dal piano campagna preesistente alla trasformazione. - Classe IIIB3: La fattibilità e gli aspetti prescrittivi specifici dovranno essere individuati nel rispetto di quanto previsto dal D.M. 14/01/ Norme Tecniche per le Costruzioni e Circ.LL.PP. 02/02/2009 n. 617 (c.f.r. Relazione Geologica, Relazione Sismica, Relazione Geotecnica); a livello progettuale dovranno essere indicati nel dettaglio gli accorgimenti tecnici e le soluzioni da adottarsi in sede esecutiva (es. modalità di drenaggio e corretto smaltimento delle acque di inondazione che potrebbero interessare il settore, sistemi di impermeabilizzazione, ecc.). In ogni caso dovrà essere garantito un sistema di regimazione e smaltimento delle acque meteoriche; non sono ammessi interventi di nuova costruzione; - Classe IIIB4: Sono consentiti gli interventi previsti dal P.A.I. per le aree ricadenti in fascia B. Valgono tutti gli aspetti prescrittivi già elencati per la classe IIb. Ogni impianto tecnologico dovrà essere sopraelevato di almeno 100 cm. dal piano campagna preesistente alla trasformazione. Tali aree dovranno essere inserite nel Piano di Protezione Civile Comunale unitamente a quelle della classe IIIb2. 3. Qualsiasi intervento di nuova edificazione e di ampliamento con occupazione di suolo riguardante aree poste in classe II di idoneità all utilizzazione urbanistica, situate in prossimità dei settori perifluviali dei corsi d acqua appartenenti alla rete idrografica minore di competenza del Settore scrivente, ivi compreso tutti i rii non classificati e/o aventi sedime non demaniale, dovranno essere suffragati, a livello di singolo permesso di costruire, oltre che da uno studio di fattibilità condotto secondo quanto previsto dal DM , anche da uno specifico studio idraulico del/i corso/i d acqua eventualmente interessato/i, da effettuarsi secondo metodologia approfondita in condizioni di moto uniforme, vario o permanete a seconda dei casi, verificando, con opportuna cautela, la capacità di attraversamento, di intubamenti e/o di altre criticità idrauliche che potrebbero costituire pregiudizio per le possibilità edificatorie della zona prescelta. 4. Ai fini delle possibilità edificatorie delle aree di cui al punto precedente, a seguito degli approfondimenti e delle verifiche idrauliche da effettuarsi a scala locale secondo la metodologia e le indicazioni di cui sopra, tenuto conto, altresì, della presenza, soprattutto in prossimità delle aree abitate, di eventuali criticità per le quali necessitano interventi di difesa e/o opere più estensive di riassetto idraulico, occorre preventivamente prevedere, in ogni caso, l esecuzione di opportuni ed adeguati lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico minore insistente nel contorno delle aree medesime, provvedendo, altresì, alla realizzazione, ove necessario, di appropriate opere di regimazione delle acque superficiali finalizzate alla riorganizzazione ed alla corretta officiosità idraulica della rete idrica interessata, 18
20 garantendo, in ogni caso, lo smaltimento delle acque meteoriche scolanti dal/i bacino/i afferente/i. 5. Le fasce di rispetto dei corsi d acqua corrispondenti alla classe IIIa (IIIb per l edificato) sono da intendersi di assoluta inedificabilità. 6. Qualora risultassero delle differenze tra l andamento dei corsi d acqua demaniali, così come riportati sulle mappe catastali, rispetto all attuale percorso planimetrico, resta inteso che le fasce di rispetto, ai sensi del R.D. n. 523/1904, si applicheranno all alveo attivo delimitato dai cigli superiori di sponda, rimanendo di proprietà demaniale l alveo eventualmente abbandonato ai sensi e per gli effetti della L. n. 37/1994, nonché in ragione dell art. 32, comma 3, titolo II delle N.d.A. del P.A.I. 7. L eliminazione e/o la riduzione della pericolosità attraverso l esecuzione di interventi di riassetto territoriale, che consentano la realizzazione di nuove opere e nuove costruzioni nelle aree ricadenti in classe IIIb, potrà avvenire solo a seguito di collaudo e di relativa emissione di apposita certificazione attestante che gli interventi eseguiti abbiano raggiunto l obiettivo di minimizzazione del rischio, ai fini della fruibilità urbanistica, delle aree interessate da eventuali previsioni di Piano, in accordo e nel pieno rispetto dei contenuti di cui ai paragrafi 7.6 e 7.10 della N.T.E./99 della Circolare P.G.R. n. 7/LAP/ Le norme associate ai dissesti in argomento devono essere in ogni caso conformi ai Disposti degli artt. 9, 13, 18 bis, 23, 50 e 51 delle N.d.A. del P.A.I. 9. Tutte le aree soggette a dissesti di varia natura inserite nelle sottoclassi IIIb dovranno essere considerate inedificabili sino alla realizzazione degli interventi di riassetto necessari all eliminazione dei pericoli di natura geologica presenti, oppure, nel caso di interventi già realizzati, sino alla verifica della loro efficienza/efficacia. 10.Le aree ubicate all interno delle fasce di rispetto dei corsi d acqua individuate ai sensi dell art. 29 della L.R. 56/77 dovranno considerarsi ascrivibili alla classe IIIa e nelle stesse non potranno essere realizzati nuovi interventi edilizi, compresi box, pertinenze e simili. 11.Tutti i corsi d acqua, sia pubblici che privati, non dovranno essere confinati in manufatti tubolari o scatolari di varia forma e sezione, subire restringimenti d alveo e rettifiche del loro naturale percorso; è fatto inoltre divieto assoluto di edificare al di sopra dei corsi d acqua intubati. 12.Gli eventuali innalzamenti artificiali del piano campagna potranno essere realizzati qualora compatibili con la piena di riferimento: non dovranno, inoltre, provocare innalzamenti anomali del livello idrico nel corso di fenomeni di piena, tali da provocare maggiori danni nelle aree adiacenti. Estratto dal quadro sinottico delle aree a Servizi pubblici allegato alle NTA (sono sottolineate le parti aggiunte) 19
21 DISTR. SIGLA LOCALIZZAZ. DESTINAZ. SUP. AREE DI AREE AREE VINCOLI, INDICI, NOTE mq PROPR. A IN SUE COMUNE VINCOLO DR2 Sr 35 Movicentro C,P,V La porzione della zona Sr35 che ricade in classe IIIA e comunque le porzioni di area interne al nuovo argine sono destinate a verde pubblico non edificabile. 20
22 Procedura urbanistica regionale Con l approvazione da parte della Regione Piemonte della Legge n. 1/2007 è stata introdotta una nuova procedura per la formazione ed approvazione delle Varianti Strutturali al PRGC, purché non si configurino quali varianti generali. Tale procedura comprende esplicitamente anche le varianti di adeguamento al Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) ai sensi dell art. 18 delle Norme di Attuazione allegate al Piano medesimo. Con la nuova legge regionale è introdotto il principio di pianificazione concertata tra Regione, Province, Comuni, che si svolge nell ambito di un procedimento similare alle conferenze dei servizi, che in questo caso sono denominate appunto conferenze di pianificazione. Tale principio viene ripreso e ampliato con la nuova L.U.R. n.3/2013 che modifica ed integra la LR 56/77. Poiché la procedura della presente variante è iniziata prima dell entrata in vigore della LR 3/13, l Amministrazione ha scelto di proseguire l iter di approvazione seguendo le modalità procedurali previste della LR 1/2007. Primo atto di questa procedura, è stata l approvazione del Documento Programmatico, strumento mediante il quale l Amministrazione Comunale ha definito gli obiettivi e finalità della variante medesima. Tale variante, per caratteristiche e contenuti, ricade nel campo di applicazione della L.R. 1/2007 tra i casi contemplati dal combinato disposto dei commi 2 e 3, laddove le varianti non riguardano l intero territorio comunale o che non modificano l intero impianto strutturale del piano regolatore, urbanistico o normativo, o quelle di esclusivo adeguamento al Piano Stralcio per l assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume Po, di seguito denominato PAI, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2001 o quelle direttamente conseguenti all attuazione del PAI. L iter di approvazione della variante urbanistica seguirà pertanto i dettami stabiliti dalla legge regionale ed in particolare le fasi e gli adempimenti previsti dal Regolamento regionale 5 marzo 2007 n. 2/R recante per l appunto la Disciplina delle Conferenze di pianificazione previste dall articolo 31 bis della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 /Tutela ed uso del suolo), come inserito dall articolo 2 della legge regionale 26 gennaio 2007 n.1 Coerenza con le previsioni di pianificazione territoriale sovraordinata La presente variante, non introducendo nuovi contenuti urbanistici alla strumentazione vigente risulta coerente con la pianificazione territoriale provinciale e regionale. Non solo ma la conferma della volontà di attuare il nodo intermodale è in linea con politiche e programmi che hanno interesse sovralocale. Interesse che ha determinato l'investimento da parte della Regione di finanziamenti volti alla realizzazione del MOVIcentro. 21
23 Studio di compatibilità ambientale, assoggettamento a V.A.S., compatibilità al Piano di zonizzazione acustica Con la DGR 9 giugno 2008 n la Regione Piemonte ha approvato gli indirizzi operativi per l applicazione delle procedure in materia di V.A.S. di piani e programmi, prevedendo, precisamente al punto 6 dell Allegato II, l esclusione dal processo di valutazione ambientale delle varianti obbligatorie di adeguamento a norme e piani sovra ordinati. ivi comprese le Varianti di esclusivo adeguamento al P.A.I. A seguito della suddetta deliberazione, la variante in esame risulterebbe quindi esclusa dal processo di valutativo ai sensi della parte II del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. La variante non modificando la zonazione e le destinazioni d uso previste dal piano vigente è coerente con il Piano di zonizzazione acustica. 22
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