STUDIO IDROLOGICO IDRAULICO

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1 COMUNE DI CAPOLIVERI Provincia di Livorno STUDIO IDROLOGICO IDRAULICO a cura del dott. Ing. Filippo Ginanni Il Sindaco: Ruggero Barbetti I Progettisti: arch. Gianni Vivoli e arch. Sergio Seritti Collaborazione: arch. Rosa di Fazio Il Responsabile del Procedimento: arch. Fedrica Messina Il Garante della Comunicazione: dott.ssa Antonella Rossi Dicembre 2012

2 1. INQUADRAMENTO GENERALE DELLO STUDIO Il presente studio riguarda l analisi idrologica ed idraulica di tutti i corsi d acqua di rilievo che ricadono nel Comune di Capoliveri al fine primo di implementare l attuale quadro conoscitivo e secondo di verificare la fattibilità del nuovo strumento urbanistico comunale in relazione al rischio idraulico ed idrogeologico del territorio. Lo studio costituisce quindi un importante elemento conoscitivo che intende mettere in luce le vulnerabilità idrauliche-ambientali di cui è necessario tener conto all interno del redigendo Regolamento Urbanistico Comunale. Il territorio del Comune di Capoliveri è caratterizzato da un cospicuo reticolo idrografico, che, per quanto contraddistinto da corsi d acqua che dal crinale dei rilievi dell entroterra scendono con una ridotta lunghezza fino al mare, presenta altresì un elevato numero di torrenti e torrentelli, per lo più strettamente dipendenti dal regime pluviometrico dell isola. Quando si verificano situazioni eccezionali di eventi meteorici localizzati e di forte intensità si instaurano condizioni tali da indurre la formazione di portate di piena (liquide e solide) ad elevata criticità: non sono purtroppo rari i casi in cui forti piogge intense hanno portato in poche ore allo straripamento di alcuni corsi d acqua. Recente è ancora il ricordo delle alluvioni del 2002 che coinvolsero alcuni corsi d acqua del comune ed in generale di tutta l isola d Elba. Le condizioni di criticità di alcuni fossi inoltre sono dovute ad una cattiva o assente manutenzione degli alvei fluviali e da una urbanizzazione che in taluni casi ha costretto i torrenti a ristrette sedi, non sufficienti a smaltire le portate di piena. Da questa breve panoramica si può comprendere come l equilibrio meteorico-idraulico-ambientale, ovvero quell insieme di strette 1

3 correlazioni tra piogge, portate e rischio sul territorio, sia alquanto delicato e caratterizzato da diffuse criticità. Nello studio eseguito si sono riscontrate tre macro-casistiche di studio. La prima riguardante i corsi d acqua più rilevanti, con bacini estesi e alcune criticità localizzate. Trattasi di fossi per i quali sono già stati eseguiti progetti esecutivi di messa in sicurezza e/o riduzione del rischio idraulico, con tanto di studi idrologici, idraulici, geologici ed idrogeologici a scala di bacino, come previsto dal Piano di Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino Toscana Costa. In questa sede dunque si farà riferimento a tali studi già sottoposti all attenzione delle autorità idrauliche. In particolare trattasi dei fossi: Caubbio e Santa Maria nel bacino di Lacona, Valdana nel bacino di Lido, Pontimento e Pianuccio nel bacino di Morcone, Cavallacce e Conce nel bacino di Naregno. Su tutti questi fossi sono stati eseguiti interventi idraulici per la riduzione/eliminazione del rischio idraulico, con le dovute differenziazioni in termini di interventi e relativi risultati ottenuti o in corso di raggiungimento. La seconda riguarda invece due corsi d acqua di rilievo dal punto di vista idraulico analogamente a quelli sopra citati, ma per i quali gli studi, dopo aver affrontato la fase conoscitiva si sono fermati allo sviluppo di un progetto preliminare di messa in sicurezza. Trattasi dei fossi di Pareti e Innamorata, rispettivamente nei bacini omonimi. Su questi corsi d acqua non stati eseguiti interventi idraulici di mitigazione del rischio idraulico. L ultima categoria riguarda quelle situazioni idrauliche di ridotto rilievo idro-dinamico e con particolari caratterizzazioni morfologiche dei bacini. In particolare fa riferimento ad 8 corsi d acqua di esigue dimensioni per i quali la perimetrazione del rischio idraulico adottata nelle cartografie del PAI pare oltremodo cautelativa, senza tener 2

4 conto delle evidenti situazioni morfologiche che non potrebbero consentire l esondazione di tali corsi d acqua. Questi corsi d acqua sono stati oggetto di indagini idrologiche, idrauliche e quindi di rilievo morfologico, facendo riferimento non alla cartografia 1: impiegata nelle tavole del PAI ma con la maggiore scala di dettaglio 1: Lo studio così suddiviso ha permesso nella sua conclusione di descrivere il quadro conoscitivo del reticolo idrografico implementando quello di partenza e andando a valutare le criticità di ogni singolo torrente/bacino. 2. CORSI D ACQUA GIÀ OGGETTO DI PROGETTI ESECUTIVI ED INTERVENTI IDRAULICI L Isola d Elba è stata soggetta nel settembre 2002 a diffusi fenomeni alluvionali di alcuni corsi d acqua, tanto che all epoca il Ministero per l Ambiente riconobbe lo stato di calamità del territorio e stanziò finanziamenti anche al Comune di Capoliveri per lo studio e la messa in sicurezza di alcuni corsi d acqua. Nei successivi anni furono eseguiti studi idrologici ed idraulici per valutare lo stato di criticità dei corsi d acqua ed individuare gli interventi utili alla riduzione della pericolosità. I progetti furono presentati dal Comune in varie Conferenze dei Servizi, dove furono raccolti i pareri delle altre amministrazioni preposte alla tutela del territorio, tra cui le autorità idrauliche quali la Provincia di Livorno, l autorità di Bacino Toscana Costa, la Regione Toscana. In particolare furono presentati gli studi completi (progetto preliminare, definitivo ed esecutivo) per i seguenti corsi d acqua: Caubbio (Stagnolo), Santa Maria, Valdana, Pontimento, Conce e Cavallacce. 3

5 Gli studi, su richiesta dell Autorità di Bacino, furono integrati di analisi a scala di bacino per la stima degli apporti di materiale solido, in modo da indagare non solo la pericolosità idraulica connessa al deflusso delle acque meteoriche, ma anche le dinamiche di versante e di produzione di sedimenti all interno del bacino di referenza. A fronte di queste indagini furono avviati gli interventi di sistemazione idraulica, che oggi hanno portato al conseguimento della riduzione della pericolosità avendo adeguato i corsi d acqua al deflusso di portate di piena con tempo di ritorno di 200 anni. Proprio contestualmente alla stesura del Regolamento Urbanistico di cui il presente studio è parte del quadro conoscitivo, sono in fase di valutazione le comunicazioni di variazione della pericolosità idraulica a seguito dell esecuzione degli interventi. In particolare il Comune sta valutando quali effetti sono stati conseguiti, anche alla luce dei più cautelativi calcoli probabilistici verificati dall Autorità di Bacino ai fini della Protezione Civile. Infatti a seguito di recenti eventi meteorici di breve durata ma elevata intensità, che hanno causato in alcune zone del territorio elbano fenomeni esondativi significativi, l Autorità di Bacino ha fornito alle amministrazioni elbane nuovi dati delle Curve di possibilità pluviometriche che hanno incrementato di fatto i valori delle portate di piena attesi. Alla luce di queste ultime linee di studio è stato richiesto di rivalutare anche i progetti eseguiti od in corso di esecuzione per indicare gli effetti conseguiti anche con questi nuovi dati probabilistici. Questa complessa situazione tecnicoburocratica comporta l attuale fase di transizione per cui molte aree indicate nel Piano di Assetto Idrogeologico come aree a Pericolosità Idraulica Molto Elevata (PIME, ovvero dove il corso d acqua non riesce a smaltire portate con tempo di ritorno inferiori a 30 anni)) sono di fatto almeno diventate aree a Pericolosità Idraulica Elevata (PIE, ovvero dove il corso d acqua non è capace di smaltire portate con tempo di ritorno oltre 30 anni): ulteriori verifiche in base alle 4

6 nuove Curve di Possibilità Pluviometrica potranno completare la verifica degli effetti conseguiti e la successiva comunicazione della nuove perimetrazioni. Per questi motivi, nella cartografia del quadro conoscitivo del Regolamento Urbanistico, le aree prossime a questi fossi sono state indicate come aree PIE in fase di DEPerimentrazione (come descritte nell art delle N.T.A. del R.U.). Si specifica inoltre che la fascia di rispetto fluviale, individuata dal R.D. 523 del 1904 (10 m dai cigli di sponda/argine) è stata riportata in cartografia come area critica in PIME, per quanto gli interventi realizzati di adeguamento delle sezioni consentano il deflusso di portate con tempi di ritorno anche maggiori di 30 anni, ma in considerazione del vincolo di inedificabilità e di rispetto che comunque la cartografia PAI prescrive. Nello specifico, ad oggi dicembre 2012, si ha la seguente situazione. Il fosso Caubbio (Stagnolo) è stato messo in sicurezza nella parte di valle, dove si hanno basse pendenze, mentre nella parte del bacino di monte sono stati eseguiti interventi di sistemazione idraulica e di versante per la riduzione della pericolosità. Ad oggi dunque sono in fase di deperimetrazione le aree di valle le quali risultano sicuramente non più coinvolte per portate con tempo di ritorno fino a 30 anni (essendo state verificate per la portata duecentennale): resta da valutare l interazione delle dinamiche di bacino tra la parte di monte e quella di valle, alla luce delle nuove Curve di possibilità Pluviometrica. Dunque ad oggi le aree di valle, al di fuori della fascia di rispetto di 10 m dal ciglio sponda/argine, sono classificabili come aree a Pericolosità Idraulica Elevata in fase di deperimetrazione. Il fosso Santa Maria è stato oggetto d interventi idraulici ma resta ancora da realizzare l adeguamento del ponte sulla provinciale (vicino al litorale), di pertinenza della Provincia di Livorno. Dunque ancora non è possibile ritenere poste in sicurezza idraulica le aree prossime alla foce, mentre più a valle sono individuabili aree analoghe a quelle sopraccitate del fosso Caubbio, dove sicuramente è stato ridotto il 5

7 grado di pericolosità da PIME a PIE ma dove sono in corso di valutazione gli effetti delle nuove Curve di Possibilità Pluviometrica. Nel fosso Valdana sono stati eseguiti tutti gli interventi progettati nel tratto di alveo che ricade nel territorio comunale: l alveo è stato dimensionato per consentire il deflusso di portate con tempo di ritorno di 200 anni. Tenuto conto, come richiesto dall Autorità di Bacino, che nel tratto fuori dal territorio comunale non sono stati eseguiti interventi sul fosso Valdana, si può ritenere che le aree in prossimità degli interventi di sistemazione idraulica sono passate da PIME a PIE, tanto che sono in corso di ultimazione gli accertamenti per la comunicazione di modifica della perimetrazione. Nel bacino di Morcone sono stati eseguiti interventi sia sul fosso Pontimento che sul suo affluente principale, il fosso di Pianuccio. Gli interventi hanno riguardato anche opere sui versanti, per la trattenuta del materiale solido, oltre agli interventi di adeguamento per consentire il deflusso di portate con tempo di ritorno di 200 anni. Resta tuttavia da eseguire la sistemazione del tratto finale del corso d acqua, circa 50 m prima della foce, dove è presente una situazione di criticità idraulica costituita da un guado in alveo. In base a ciò si ha una riduzione del rischio idraulico da PIME a PIE, in attesa che siano completati gli interventi e possa essere comunicata la nuova perimetrazione. In località Naregno affluiscono due corsi d acqua, il fosso delle Cavallacce e quello delle Conce. Qui gli interventi di sistemazione idraulica che prevedevano l adeguamento degli alvei al deflusso delle portate duecentannali sono stati eseguiti e sono in fase di collaudo: dunque al momento è stato ridotta la pericolosità da PIME a PIE e si potrà procedere alla modifica della perimetrazione in analogia agli altri casi citati. 6

8 Si rimanda all allegato n.1 per le verifiche idrauliche sviluppate nello stato di progetto (realizzato) di ognuno dei citati corsi d acqua. 3. CORSI D ACQUA GIÀ OGGETTO DI PROGETTI PRELIMINARI In questa categoria rientrano due corsi d acqua, quello di Pareti e quello dell Innamorata. Sono entrambi fossi che non presentano condizioni di pericolosità elevate come i 6 precedentemente analizzati, ma che hanno alcune situazione localizzate di criticità. In entrambe le situazioni questo ha comportato un ampia perimetrazione sulle carte del PAI in classe PIME, in maniera cautelativa rispetto all effettivo rischio. Il Comune di Capoliveri quindi ha inteso effettuare studi idraulici al fine di valutare l effettivo rischio e individuare gli interventi necessari per la messa in sicurezza: da ciò sono nati i due progetti preliminari di messa in sicurezza, che in tale stato sono ad oggi rimasti. Dunque non sono stati eseguiti interventi di alcun tipo sui corsi d acqua, ma nonostante ciò, grazie ad una più approfondita analisi morfologica effettuata con una scala di dettaglio 5 volte maggiore rispetto a quella del PAI (studio in scala 1:2.000, PAI in scala 1:10.000), gli studi idraulici effettuati hanno portato all individuazione di una diversa perimetrazione idraulica, che ha convertito parte delle aree PIME in PIE. Infatti è stato verificato, attraverso simulazioni idrauliche a cui si rimanda nell allegato n.2, che gli alvei dei due fossi hanno sufficienti sezioni per consentire il deflusso di portate di piena con tempo di ritorno di 200 anni. Le simulazioni effettuate sulle sezioni rilevate del fosso di Pareti hanno per esempio mostrato come le portate di piena siano contenute 7

9 entro l alveo, lasciando anche adeguati franchi di sicurezza: risulta insufficiente solo il franco in prossimità del ponte in c.a. Sul fosso dell Innamorata si ha una situazione ancora migliore: i risultati mostrano che le portate di piena sono contenute entro l alveo, lasciando ovunque adeguati franchi di sicurezza. L accentuata pendenza e la consistente ampiezza della sezione d alveo fanno sì che la corrente, dovunque di tipo veloce, raggiunga velocità sostenute in grado di smaltire rapidamente il deflusso delle acque meteoriche. Le criticità dunque non si riscontrano sugli alvei principali ma nel reticolo idrografico minore, costituito dagli affluenti di entrambi i corsi d acqua che risultano in parte intubati ed in parte costretti a seguire percorsi innaturali. Nel bacino di Pareti è l affluente in destra idraulica che essendo coperto costituisce ed induce pericolosità idraulica. Nel bacino dell Innamorata è invece l ultimo affluente di valle in destra idraulica causa di rischio idraulico: questo impluvio riceve le acque del rispettivo bacino a monte dell abitato (di ridotta superficie) e subisce l intubamento prima di essere riportato a cielo aperto sul lato di monte della strada per Pareti e poco dopo è di nuovo coperto per permettere l accesso ad un area di parcheggio prima di proseguire a cielo aperto fino alla confluenza con il fosso principale. E evidente che una simile situazione non è da ritenersi in sicurezza idraulica, in particolar modo tenendo conto delle ridotte dimensioni delle tubazioni presenti e di quelle delle canalizzazioni, e quindi in questo caso il centro abitato è da considerarsi quasi interamente a rischio idraulico, peraltro in linea con la cartografia del PAI che presso l impluvio, in prossimità del centro abitato, amplia la fascia di vincolo idraulico oltre i m di rispetto previsti dal R.D. 523/1904. Tenuto conto che sul fosso di Pareti si ha un punto critico in prossimità del ponte in c.a. della sez. n. 5.2, si è considerata la dinamica di esondazione del corso d acqua per individuare le aree 8

10 inondabili. Data la morfologia dei luoghi che non permetterebbero uno straripamento in sinistra idraulica, si è considerato che le acque defluiscano in destra idraulica: seguendo le curve di livello si sono individuate le aree inondabili, riportate nella tavola di nuova perimetrazione idraulica allegata in scala 1:2000. Analogamente è stato fatto per l impluvio affluente in destra idraulica al fosso di Pareti: in questo caso si è considerato come punto di inizio straripamento il ponticello sulla strada per Calamita e da lì tutta la zona a valle. Grazie alla conformazione propria del territorio le acque di esondazione risultano avere percorsi obbligati che escludono il raggiungimento di diversi fabbricati e aree urbane. Per quanto riguarda il fosso dell Innamorata si è tenuto conto che l elemento critico per la sicurezza idraulica dell abitato è costituito dall impluvio affluente in destra idraulica al fosso principale, e si è dunque considerato come punto di inizio straripamento quello di confluenza e da lì tutta la zona a valle. Grazie alla conformazione propria del territorio le acque di esondazione risultano avere percorsi obbligati che interessano un importante area dell abitato sottostante (riportate nella tavola di nuova perimetrazione idraulica allegata in scala 1:2000). In generale, in entrambi i casi, nell individuazione dei percorsi di alluvionamento si è proceduto a favore di sicurezza operando scelte cautelative in caso di difficoltà di interpretazione dello stato dei luoghi e mantenendo comunque un margine di sicurezza di qualche metro. In conclusione la nuova perimetrazione riconosce un minor rischio idraulico (da PIME a PIE) ad aree che sono poste a sostenuta distanza dal corso d acqua, a quote ben maggiori di quelle d alveo e che non potrebbero essere interessate da fenomeni di alluvionamento in relazione ad eventi meteorici duecentennali. 9

11 4. CORSI D ACQUA MINORI CON PARTICOLARI CONDIZIONI OROGRAFICHE Lungo la costa che delimita il perimetro del territorio comunale si hanno numerosi corsi d acqua che riversano, durante eventi meteorici, le loro acque in mare. Il litorale è caratterizzato per lo più da costoni rocciosi che scendono più o meno ripidamente sul livello del mare. Poche sono le spiagge con significative estensioni di sabbia, limitate alle aree di pianura di Lacona, Lido, Naregno e Mola: nei restanti casi si hanno costoni rocciosi, collinari, interrotti solo dalla foce dei corsi d acqua presso i quali si depositano i sedimenti trasportati durante le piene. In particolare si sono individuati 8 piccoli bacini per i quali le caratteristiche orografiche dei tratti prossimi alla foce sono tali da non ritenere appropriata la perimetrazione ad alta pericolosità idraulica che li è stata attribuita nel PAI. Osservando la cartografia C.T.R. 1: infatti, dove le curve di livello sono rappresentate ogni 10 m, non è possibile percepire la ripidità dei versanti fianco fluviali che si hanno in prossimità delle foci oggetto di studio. Effettuando però un sopralluogo in tali zone è evidente che la maggior quota delle aree a fianco del letto fluviale non permetterebbe in alcuna situazione meteo-climatica il coinvolgimento di tali aree in fenomeni alluvionali. Dunque si è proceduto ad una verifica tecnica di quanto rilevato su campo: in primis per tali zone si è adottata la cartografia di maggior dettaglio in scala 1:2.000, in modo da poter rilevare la conformazione orografica più rispondente alla realtà; in secondo luogo si è sviluppata l analisi idrologica, idraulica ed idrogeologica per verificare che la consistenza idrodinamica dei corsi d acqua in oggetto fosse commisurata alle caratteristiche orografiche, ovvero in 10

12 grado di consentire il deflusso di portate di piena (liquide e solide) all interno dell alveo fluviale. In sostanza dunque le aree analizzate corrispondono a quelle situazioni in cui il corso d acqua, incassato tra rilievi più o meno acclivi, non è in grado di coinvolgere, nelle sue eventuali dinamiche di esondazione, le zone prossime all ambito fluviale in quanto caratterizzate da consistenti differenze di quota e anche in considerazione dello scarso rilievo idraulico delle portate di piena previste. Si riportano dunque in n. 7 tavole in scala 1:2.000 le 8 situazioni numerate da ovest verso est seguendo il verso antiorario lungo la costa del territorio comunale. Relativamente allo studio idraulico si riporta in allegato n. 3 l analisi idrogeologica-idraulica fino alla determinazione della portata di piena con tempo di ritorno di 200 anni e lo studio a scala di bacino per la determinazione degli afflussi di trasporto solido. 5. CONCLUSIONI E COMPLETAMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO L analisi svolta permette quindi di modificare l attuale quadro conoscitivo della pericolosità idraulica del territorio comunale. Attualmente infatti la cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico redatta dall Autorità di Bacino Toscana Costa individua nel Comune di Capoliveri tutte aree a Pericolosità Idraulica Molto Elevata, sia in corrispondenza della fascia di rispetto fluviale prevista dal R.D. 523/1904 e dunque estesa su tutto il reticolo idrografico, sia nelle pertinenze delle aree di esondazione dei corsi d acqua. Si vedano in merito le tavole Idr 1 e Idr 2 in scala 1:10000 che riportano la perimetrazione del PAI. 11

13 Attualmente quindi si passa dalle aree PIME (dove il rischio di esondazione vale per portate anche con bassi tempi di ritorno, inferiori a 30 anni), alle aree prive di pericolosità idraulica, ovvero in sicurezza idraulica. Ciò appare in generale oltremodo cautelativo e non corrispondente allo stato reale di pericolosità, tanto che le stesse NTA del PAI prevedono la possibilità per le amministrazioni locali di implementare il quadro conoscitivo attraverso lo svolgimento di studi idraulici ed idrogeologici. Proprio a fronte di studi di tale genere si sono potuti effettuare tre interventi di aggiornamento del quadro conoscitivo: - il primo riguarda le aree passate da PIME a PIE a seguito prima di studi idrologici ed idrogeologici e poi dai progetti esecutivi e dall esecuzione di interventi di messa in sicurezza idraulica: tali aree, per le quali sono in corso procedure di deperimetrazione, sono state indicate nella nuova cartografia con la sigla DEP, come previsto dall art delle NTA del R.U. - il secondo riguarda le aree passate da PIME a PIE a seguito di studi idrologici ed idrogeologici a scala di bacino (con seguenti progetti preliminari di messa in sicurezza) per i quali sono state riscontrate minori criticità rispetto al quadro del PAI, anche grazie all analisi con una scala di maggior dettaglio (1:2000) delle condizioni morfologiche-orografiche. - il terzo riguarda infine corsi d acqua minori le cui aree in prossimità della foce risultano non in PIME ma in PIE: anche in questo caso sono state eseguite analisi idrauliche per la determinazione delle portate con tempo di ritorno di 30 e 200 anni e si è approfondito la verifica delle condizioni di deflusso attraverso l implementazione della scala di indagine delle condizioni morfologiche, portata da 1:10000 a 1:2000. Si fa inoltre presente che a seguito dell indicazione di nuove Curve di Possibilità Pluviometrica da parte dell Autorità di Bacino, risultanti dall aggiornamento di studi probabilistici, le verifiche effettuate sono 12

14 state confrontate anche con quanto risultante dall impiego dei nuovi dati. Il nuovo quadro conoscitivo della pericolosità idraulica del Comune di Capoliveri è stata riportate nelle tavole in scala 1:10000 numerate Idr 3 ed Idr 4 6. VERIFICHE DI COMPATIBILITÀ CON LO STRUMENTO URBANISTICO Il nuovo strumento urbanistico comunale, il Regolamento Urbanistico, presenta modeste previsioni edificatorie e di trasformazione del territorio, andando a sfruttare per le prime aree già vocate a tale destinazione e andando in generale a valorizzare e preservare l ambiente ed i suoi elementi. In fase di redazione del Regolamento è stato illustrato il quadro conoscitivo risultante dagli studi eseguiti, indicando le varie pericolosità diffuse intorno al reticolo idrografico, in particolare in prossimità di alcuni litorali: ciò ha permesso di concepire uno strumento urbanistico che rispetta e non aggrava lo stato di pericolosità idraulica, ma anzi lo evidenzia fornendo elementi per individuare interventi utili alla mitigazione del rischio. In particolare nessuna nuova previsione edificatoria, anche a livello infrastrutturale, è stata inserita nelle aree PIME ad oggi perimetrate nel PAI e tantomeno in quelle PIE individuate nel quadro conoscitivo implementato. In conclusione quindi vi è ampia compatibilità tra le previsioni dello strumento urbanistico e la situazione di rischio idraulico. 13

15 ALLEGATI allegato 1 Verifiche idrauliche fossi oggetto di progetti esecutivi ed interventi allegato 2 Verifiche idrauliche fossi oggetto di studi preliminari (comprese 2 tavole in formato A3 in scala 1:2000) allegato 3 Studio idrologico idraulico fossi minori oggetto di indagini morfologiche di dettaglio (comprese 7 tavole in formato A3 in scala 1:2000) - tavola Idr 1 in scala 1: tavola Idr 2 in scala 1: tavola Idr 3 in scala 1: tavola Idr 4 in scala 1:

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