MONITORAGGIO DELLA LOTTA ALLA MOSCA OLEARIA

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1 CNO MOSCA :49 Pagina 1 PROGETTO TRIENNALE CNO 2080/05 (1 anno: 13/04/06 31/03/07) MONITORAGGIO DELLA LOTTA ALLA MOSCA OLEARIA Bactrocera oleae (Gmel) INDICAZIONI PROCEDURALI parte tecnica Maggio 2006

2 CNO MOSCA :49 Pagina 2 MONITORAGGIO DELLA LOTTA ALLA MOSCA OLEARIA Bactrocera oleae (Gmel) a cura del Settore Tecnico del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori S.c.ar.l Campagna finanziata con il contributo della Comunità Europea e dell Italia 2

3 CNO MOSCA :49 Pagina 3 SOMMARIO 1) Introduzione pag. 4 2) Biologia della Bactrocera oleae (Gmel) pag. 4 3) Condizioni climatico/agronomiche e sviluppo della Bactrocera oleae (Gmel) pag. 5 4) Organizzazione del lavoro pag. 6 5) Riepilogo sintetico delle fasi operative territoriali pag. 7 6) Individuazione del territorio pag. 8 7) Posizionamento trappole per il monitoraggio degli adulti ed individuazione delle piante per il monitoraggio delle forme larvali pag. 9 8) Ispezione delle trappole per il monitoraggio adulti pag. 9 9) Monitoraggio delle forme pre-immaginali per la determinazione del grado di infestazione pag ) Curve di volo pag ) Riconoscimento degli adulti e delle forme pre-immaginali pag. 11 1) Adulti pag. 11 2) Ovideposizione pag. 13 3) Uovo pag. 13 4) Forme larvali pag. 14 a) Larva di 1 a età pag. 15 b) Larva di 2 a età pag. 16 c) Larva di 3 a età pag. 16 5) Pupa pag ) Interventi chimici di natura preventiva sugli adulti e/o di natura curativa sulle forme pre-immaginali pag ) Interventi chimici preventivi di cattura massale degli adulti (mass-trapping) pag ) Interventi di natura biologica pag. 21 1) Il metodo della confusione sessuale pag. 21 2) Prodotti che riducono la possibilità di ovideporre pag. 22 3) Esche proteiche atossiche pag. 22 4) Biocidi naturali pag. 22 5) Parassiti naturali pag. 24 6) Piante utili pag. 24 7) Metodi alternativi pag ) Predisposizione del bollettino settimanale pag ) Documentazioni tecniche da inviare al C.N.O. s.c.ar.l pag ) Siti web consultati per l elaborazione di queste indicazioni procedurali pag ) Allegati pag. 27 3

4 CNO MOSCA :49 Pagina 4 1) INTRODUZIONE Le diverse esigenze dei produttori e dei consumatori, convergono oramai verso una produzione tendente sempre più ad una qualità totale. Negli ultimi anni, grazie anche alla crescente sensibilità del mondo della ricerca e della sperimentazione verso tali problematiche, sono aumentate le conoscenze sulle tecniche utilizzabili nella difesa delle colture, tra le quali l olivo. In tutta Italia sono stati realizzati programmi mirati (Reg. CE n 1257/99, Reg. CE n 528/99, Reg. CE n 2136/02, Reg CE 1334/02, Reg. CE 1331/04), finalizzati a dare agli olivicoltori indicazioni su quando e come intervenire contro le specie dannose ed in particolare verso la mosca delle olive Bactrocera oleae (Gmel). È proprio in accordo con queste precedenti esperienze che si riepilogano le presenti procedure per il monitoraggio. La tecnica sempre più diffusa sul territorio contro la mosca è quella basata su di una strategia di intervento che applichi i principi della lotta guidata ed integrata, con estensioni anche a quella biologica. Questo articolato approccio prevede l utilizzo di tutti i mezzi di difesa compatibili con le esigenze economiche, ecologiche e tossicologiche, dando priorità ai fattori naturali di limitazione della popolazione della mosca ed alle soglie economiche di danno legate alla sua densità. La condizione fondamentale che deve essere rispettata per garantire la riuscita di questa tecnica, è quella di prevederne la sua applicazione su grosse superfici olivetate, accorpate ed omogenee, con vocazionalità pedo-climatica e socio-economica. Inoltre sono necessarie puntuali azioni formative, informative ed applicative. 2) BIOLOGIA DELLA BACTROCERA OLEAE (GMEL) È un dittero tripetide delle dimensioni di 4-5 mm, diffuso in tutte le regioni olivicole, le cui forme larvali vivono esclusivamente a carico delle drupe dell olivo. Sono proprio i danni causati dall attività alimentare delle larve a compromettere seriamente la produzione ed in sostanza il prodotto finale. Sotto l aspetto quantitativo il danno maggiore non è tanto legato alla diminuzione della polpa causata direttamente dalle larve, quanto al marciume, cascola e disseccamento delle olive che ne consegue, soprattutto quello che si verifica in settembre-ottobre, che limita sensibilmente la produzione di olio, con rese inferiori. Sotto l aspetto qualitativo, l olio ottenuto da olive fortemente danneggiate mostra alterazioni di tipo analitico, presentando in particolare un aumento dei valori di acidità e di perossidi (irrancidimento) e spesso sapori di muffa. Per questo motivo è fondamentale, nella fasi precedenti la lavorazione delle olive, la separazione di quelle infestate da quelle sane. Gli stadi di sviluppo della mosca si susseguono durante la stagione favorevole, dando origine alle diverse generazioni. Gli adulti, che si nutrono di sostanze proteiche e zuccherine, depongono le uova (fino a 300 ad individuo) all interno delle drupe dell olivo in numero di 1 per frutto (eccezionalmente, in casi di altissime infestazioni, si sono osservate 2 uova per frutto), dopodiché si susseguono gli stadi larvali (larva di 1 a,2 a e 3 a età), a cui segue l impupamento, lo sfarfallamento, l accoppiamento e la nuova ovideposizione. Nella fase fenologica di indurimento del nocciolo delle drupe, le femmine depongono un uovo nella polpa dell oliva (da giugno al sud e da luglio nelle altre regioni). Da questo, dopo circa 4-5 giorni, si sviluppa una larva, dapprima molto piccola (di 1 a età), che però in altri 20 giorni circa si accresce nutrendosi della polpa del frutto ed arrivando così a scavare gallerie irregolari, sempre più grandi e profonde (di 2 a età). La 3 a ed ultima età larvale si completa scavando ulteriormente la polpa delle olive, andando poi a formare la cosiddetta camera di crescita o pupale e praticando infine un foro d uscita. A questo punto si ha l impupamento, con la successiva trasformazione in adulto. Le generazioni di solito sono tre ma, a seconda delle condizioni meteorologiche autunnali, se ne possono avere anche quattro. 4

5 CNO MOSCA :49 Pagina 5 La ovideposizione generalmente si arresta nei periodi caldo-asciutti di luglio ed agosto, per riprendere alla fine di questo mese e soprattutto in settembre-ottobre. La larva di 1 a età si sviluppa generalmente a partire dalla seconda metà di luglio ed ha un ciclo breve, circa giorni, dopodiché si susseguono le altre due o tre generazioni con una durata sempre maggiore mano a mano che le condizioni climatiche complessive variano, assumendo il carattere autunnale (in particolar modo la temperatura). Ciò comporta che le larve di 3 a età possono avere uno ciclo di sviluppo anche di giorni. Nelle regioni meridionali la mosca può svernare allo stadio di adulto, nascosta tra le foglie a terra o in altri punti riparati. Nelle regioni centro-settentrionali sverna invece allo stadio di pupa a pochi centimetri di profondità nel terreno, oppure nei magazzini o nei frantoi ove si rifugia negli anfratti dei pavimenti, da cui di norma però viene asportata con pulizie periodiche e di fine lavorazione delle olive. Può anche avvenire che passi l inverno, come larva, all interno delle drupe che permangono dopo la raccolta, o negli oliveti abbandonati ed in questa situazione, talvolta, anche in primavera inoltrata, al ritorno delle condizioni climatiche ideali, la mosca può iniziare il proprio ciclo dando il via al susseguirsi delle fasi generazionali prima dello sviluppo delle nuove drupe. Questo fatto comporta che, negli impianti a contatto con oliveti abbandonati, la soglia di attenzione dell olivicoltore dovrà essere maggiore. I fattori che maggiormente condizionano lo sviluppo e la dinamica della popolazione dell insetto, sono: l andamento climatico, l altitudine, la latitudine, l orientamento e le scelte agronomiche adottate per gli appezzamenti. La temperatura in particolare, come già accennato, assume un importanza determinante, condizionando la velocità e quindi la durata delle diverse fasi di sviluppo dell insetto. Le elevate temperature estive costituiscono poi dei fattori naturali di limitazione: sopra i 30 C si registra una forte mortalità delle larve (specie quelle di prima età) ed il riassorbimento delle uova all interno delle femmine. Comunque, in linea generale, le zone a più alto rischio d infestazione sono quelle meridionali e litoranee nelle quali l insetto, a causa delle condizioni climatiche più favorevoli, compie l intero ciclo di sviluppo, con la possibilità anche di accavallamento di più cicli generazionali. Nelle zone centro-settentrionali invece, dove le condizioni sono meno favorevoli e specialmente nelle fasce interne e dopo inverni molto freddi, il numero dei cicli generazionali diminuisce. Di norma quindi la mosca compie, a seconda delle regioni ed in funzione delle condizioni climatico-pedologicoagronomiche, da 3 a 6-7 cicli generazionali all anno (1-3 da aprile a giugno; 2-4 da luglio a novembre) e normalmente vengono attaccate prima le olive da mensa, che sono le più sviluppate, poi quelle da olio più grosse ed infine le altre. 3) CONDIZIONI CLIMATICO/AGRONOMICHE E SVILUPPO DELLA BACTROCERA OLEAE (GMEL) Come già ripetutamente accennato tutte le variabili climatiche ma in particolar modo la temperatura dell aria e la piovosità (anche loro piccole variazioni), condizionano sensibilmente la vitalità degli adulti e delle forme larvali della mosca. La conoscenza di come questi fattori limitino o favoriscano il suo sviluppo consente quindi di poter condurre una lotta più efficace, senza sprechi di insetticida e soprattutto riducendo sensibilmente l impatto ambientale complessivo degli interventi praticati. La mosca, in estrema sintesi, si sviluppa in maniera ottimale a temperature comprese, per i diversi stadi gene- 5

6 CNO MOSCA :49 Pagina 6 razionali, tra gli 8 ed i 32 C. In particolare però, possiamo specificare che: per gli adulti a valori inferiori ai 6 C la loro sopravvivenza diminuisce rapidamente, fino ad ucciderli nel volgere di pochi minuti attorno a -9, -10 C. In questo intervallo di temperature rimangono pressoché immobili e non si alimentano; tra i 7-15 C sono in grado di camminare e di alimentarsi ma non di volare; a C il volo diventa spontaneo e abbastanza frequente. Possono avvenire accoppiamenti ed ovideposizioni (anche in dicembre-gennaio) ma solo a C queste attività interessano tutti gli adulti; dai 17 ai 25 C circa risultano più frequenti i voli spontanei; dai 25 C la mortalità è via via crescente e risulta particolarmente elevata oltre i 37 C, fino a divenire totale, nel volgere di pochi minuti, al di sopra dei 43 C. In questa fascia di temperature, la disponibilità di acqua aumenta la loro possibilità di sopravvivenza; fino a circa 35 C il volo, comunque, permane per lunghi periodi. La sua frequenza diminuisce in presenza di vento, cielo coperto e pioggia, mentre aumenta se cibo ed acqua sono scarsi; per gli stadi pre-immaginali (uova, larve e pupe) a 25 C la durata degli stadi è minima e questa si allunga progressivamente a temperature inferiori, fino a raggiungere, con 10 C, valori di circa sei volte superiori; a 38 C e con un umidità del 22% si hanno valori di mortalità larvale, ma anche delle pupe e degli adulti, del 90% circa. In sostanza, la percentuale di mortalità larvale aumenta con la temperatura e con il diminuire dell umidità relativa. Inoltre, una scarsa piovosità nel periodo estivo e la lignificazione del nocciolo determinano una minore turgidità delle drupe, provocando conseguentemente un elevata mortalità degli stadi pre-immaginali. In aggiunta a quanto detto, occorre specificare che anche i diversi tipi di interventi agronomici praticati incidono sul grado di infestazione riscontrabile, agendo sinergicamente con i fattori climatici. In particolare: un eccessiva concimazione azotata, l irrigazione e la presenza di terreni freschi e profondi, sono fattori che influiscono positivamente, favorendo lo sviluppo della mosca. 4) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO L intera azione sarà svolta sotto le direttive ed il coordinamento centrale del C.N.O. s.c.ar.l.. Per organizzare e realizzare le attività di monitoraggio della Bactrocera oleae (Gmel) si dovrà prevedere l utilizzo sul territorio di specifiche e qualificate figure professionali, così riassumibili: tecnici junior, il cui numero varierà in funzione dell area complessiva oggetto del rilevamento. Ciascuno di essi dovrà, indicativamente, operare su un numero di sottozone variabile da Questi dovranno: monitorare, valutare e verificare il grado di infestazione presente durante tutto il periodo previsto; compilare le apposite schede di rilevamento, sia su supporto informatico che cartaceo; consegnare tutta la documentazione al tecnico senior di riferimento affinché questi, dopo l opportuna elaborazione, prepari e diffonda il bollettino settimanale; 6

7 CNO MOSCA :49 Pagina 7 collaborare con il C.N.O. s.c.ar.l. per tutte le attività legate al monitoraggio; tecnici senior, il cui numero varierà in funzione delle province complessivamente oggetto del rilevamento. Ciascuno di essi dovrà, indicativamente, coordinare l attività dei tecnici junior operanti nell ambito della provincia di propria competenza. Questi dovranno: organizzare, coordinare e rispondere delle attività di rilevamento dei tecnici junior; elaborare i dati relativi al monitoraggio, finalizzandoli all emissione del bollettino settimanale; organizzare la diffusione del bollettino settimanale; verificare settimanalmente, a campione, i dati forniti dai tecnici junior al fine di accertarne la rispondenza e l affidabilità. Tale verifica dovrà essere opportunamente organizzata e documentata in modo da poter dimostrare, alla fine di ciascun ciclo annuale, l avvenuto controllo di tutto il territorio oggetto del rilevamento; collaborare con il C.N.O. s.c.ar.l. per tutte le attività legate al monitoraggio. 5) RIEPILOGO SINTETICO DELLE FASI OPERATIVE TERRITORIALI Al fine di organizzare nel miglior modo possibile l intervento di lotta più idoneo da applicare, occorrerà prevedere il monitoraggio costante delle variazioni a carico dei seguenti fattori: parametri climatici nel periodo primaverile-estivo; fasi fenologiche delle piante ed in particolar modo delle drupe; sviluppo degli adulti sulle piante; sviluppo delle forme larvali nelle drupe; susseguirsi dei diversi cicli generazionali. Tutto ciò potrà essere realizzato applicando la seguente schematizzazione procedurale: individuazione del territorio e delle aziende oggetto del monitoraggio; posizionamento delle trappole sugli alberi per il rilevamento degli adulti ed individuazione delle piante da cui prelevare le drupe al fine di monitorare le forme larvali presenti e quindi determinare il grado di infestazione reale; ispezione periodica delle trappole e delle drupe; utilizzo dei dati raccolti durante ogni singola ispezione per elaborare la rappresentazione grafica detta curva di volo ; pianificazione degli interventi chimici di natura preventiva, a carico degli adulti e/o di natura curativa, a carico delle forme larvali; pianificazione degli eventuali interventi chimici preventivi di cattura massale (mass-trapping), a carico degli adulti; pianificazione degli eventuali interventi di natura biologica ; predisposizione del bollettino settimanale; rendicontazione tecnica del lavoro svolto, da inviare al C.N.O. s.c.ar.l.; raccolta ed eliminazione, tramite lo smaltimento controllato in discarica, delle trappole e di tutti i materiali utilizzati. 7

8 CNO MOSCA :49 Pagina 8 6) INDIVIDUAZIONE DEL TERRITORIO Il primo passo consisterà nell individuazione di specifiche zone omogenee d intervento (Zn). Queste andranno selezionate in funzione di alcuni parametri, tra i quali: la posizione geografica (può essere utile distinguerle per provincia); la posizione altimetrica, minima e massima; l esposizione prevalente; le vie d accesso. L individuazione di queste zone (Zn) dovrà essere rappresentata su un idonea cartografia, sulla quale si dovranno indicare, per ciascuna di esse, le delimitazioni dei confini e le superfici in ettari complessivamente coperte dagli interventi. Successivamente, ciascuna zona omogenea d intervento (Zn) individuata come sopra detto, dovrà essere a sua volta distinta in diverse sottozone omogenee d intervento (SZn). Ciascuna di queste dovrà avere una forma il più regolare possibile, una superficie media di circa 1 ettaro e la sua omogeneità andrà valutata in funzione di alcuni specifici parametri, tra i quali: la posizione geografica; le caratteristiche pedo-climatiche; la posizione altimetrica, minima e massima; l esposizione prevalente; la tipologia varietale; l età delle piante; il tipo di impianto; la situazione produttiva generale; l uso dell irrigazione; le vie d accesso. Il numero delle sottozone (SZn) individuate per il 1 anno potranno variare, nel 2 e 3 anno di attività, qualora i dati rilevati e le caratteristiche riscontrate durante il monitoraggio mettano in evidenza o l esistenza di sottozone limitrofe omogenee tra loro o l esistenza di disomogeneità all interno di una singola sottozona. Ciascuna sottozona (SZn), nell ambito della propria zona d appartenenza (Zn), dovrà essere rappresentata su un idonea cartografia, sulla quale si dovranno indicare, per ciascuna di esse, le delimitazioni dei confini e le superfici in ettari complessivamente coperte daglis interventi. È necessario anche procedere, nelle rappresentazioni cartografiche, all individuazione delle singole aziende, ricadenti nella zona (Zn) e/o nella sottozona (SZn), che risultino destinatarie degli interventi di monitoraggio. Questo al fine di poter facilmente visualizzare anche la posizione delle trappole dislocate e delle piante da cui si preleveranno le olive per i campionamenti. Sarà necessario predisporre specifici schemi riepilogativi nei quali dovranno essere riportate le informazioni sulle zone interessate dall attività del monitoraggio e l organizzazione conseguentemente predisposta. Si propone, a puro titolo indicativo, lo Schema riepilogo del comprensorio (vedi allegato 1). Tale documentazione integrerà quella cartografica su indicata. 8

9 CNO MOSCA :49 Pagina 9 7) POSIZIONAMENTO DELLE TRAPPOLE PER IL MONITORAGGIO DEGLI ADULTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PIANTE PER IL MONITORAGGIO DELLE FORME LARVALI Possono essere utilizzate sia trappole cromotropiche che feromoniche, da posizionare all interno di ciascuna sottozona in numero di 3 per ettaro. Come già detto nel precedente capitolo, la loro collocazione dovrà risultare dal supporto cartografico e le caratteristiche dovranno essere riportate in un apposito Schema della sottozona (vedi allegato 2). Le trappole cromotropiche sono in materiale plastico colorato, preferibilmente di giallo, la cui superficie è ricoperta da una sostanza vischiosa tipo Temocid. Queste, attraendo gli insetti in base al colore, consentono la cattura sia dei maschi che delle femmine; sono adeguatamente selettive, agevoli e razionali. Le feromoniche invece, se pur strutturalmente simili alle precedenti, fondano la loro capacità attrattiva sull emissione del feromone specifico diffuso dalle femmine e di conseguenza le trappole attraggono selettivamente solo i maschi della specie. In virtù di questa caratteristica, rispetto all altro tipo di trappola, risulta semplificata la conta degli insetti catturati. La sostanza feromonica è innocua per l uomo e per gli animali ma gli specifici erogatori necessitano della conservazione in frigorifero o in ambiente fresco per mantenerne inalterata la capacità attrattiva. Queste trappole vanno posizionate sugli alberi in modo tale da risultare tangenti alla chioma, su rami con olive, all altezza di 2 metri circa dal suolo, con esposizione sud sud-ovest, in linea con il vento predominante e a non meno di 30 metri l una dall altra. Le trappole, dopo ogni conta settimanale, dovranno essere ripulite dagli insetti catturati e dovranno essere sostituite ogni 3 settimane o ogni qualvolta risulti impossibile pulirle o risulti ridotta la loro capacità adesiva. Nel caso di trappole feromoniche, l erogatore necessiterà di sostituzione ogni 30/40 giorni. Le trappole andranno posizionate in loco a partire dalla fine del mese di giugno, in considerazione che il periodo complessivo del monitoraggio va dal mese di luglio al mese di ottobre/novembre e dovranno essere comunque opportunamente gestite fino all avvenuta raccolta del prodotto o al sopraggiungere delle condizioni climatiche avverse allo sviluppo dell insetto (principalmente l arrivo delle basse temperature). I materiali di risulta, come anche i contenitori ed i sacchetti, andranno poi opportunamente eliminati tramite lo smaltimento controllato in discarica. Successivamente al posizionamento delle trappole necessarie al monitoraggio degli adulti occorrerà individuare, lungo le diagonali dell area di ciascuna sottozona, quelle piante da cui poter effettuare, al momento debito, il rilievo delle forme larvali. Questo verrà attuato tramite il campionamento delle drupe e sarà finalizzato alla determinazione del reale grado di infestazione. Le piante scelte per lo scopo verranno opportunamente segnate con vernice o con nastro di segnalazione. Il loro numero dovrà essere pari a circa il 5-10% di quelle presenti nella sottozona e comunque non dovrà risultare complessivamente inferiore a 10. Per la loro scelta si dovranno privilegiare quelle che, per caratteristiche varietali o specifiche, risultino maggiormente attaccabili dalla mosca e quelle che siano della varietà più diffusa negli oliveti della sottozona oggetto del monitoraggio e che ne rispecchino le caratteristiche peculiari (esposizione, quantità di olive sulla pianta, ampiezza e densità della chioma, ecc.). 8) ISPEZIONE DELLE TRAPPOLE PER IL MONITORAGGIO ADULTI Al fine di determinare la presenza degli adulti (femmine con e senza uova, e/o maschi), le trappole andranno ispezionate settimanalmente, sempre lo stesso giorno. Andranno poi contati gli insetti intrappolati ed i dati raccolti dovranno essere registrati in un apposito Schema catture adulti (vedi allegato 3), anche nel caso in cui 9

10 CNO MOSCA :49 Pagina 10 non risultino catture. Le trappole dovranno poi essere ripulite, liberandole dagli insetti e ripristinate. Qualora risultassero nella sottozona una media di catture di almeno adulti a settimana con le trappole cromotropiche o di adulti con quelle feromoniche, si dovrà procedere contemporaneamente anche al prelievo di campioni di olive, al fine di determinare il reale grado d infestazione presente. 9) MONITORAGGIO DELLE FORME PRE-IMMAGINALI PER LA DETERMINAZIONE DEL GRADO DI INFESTAZIONE Anche il rilievo dell infestazione deve essere eseguito settimanalmente, sempre lo stesso giorno. Si procederà, in base ai dati relativi alle catture degli adulti (come sopra indicato) ed a cominciare dalla fase fenologica di indurimento del nocciolo della drupa, al prelievo di campioni di olive raccolti da quegli alberi che in precedenza erano stati appositamente individuati per tale scopo ed opportunamente segnalati. In particolare, per ciascuna sottozona, dovrà essere prelevato un campione settimanale costituito da circa 100 olive, le quale dovranno essere raccolte in numero non superiore a 10 per pianta. Il prelievo dovrà essere casuale, effettuato su diverse esposizioni ed altezze e le drupe dovranno essere raccolte, nel tempo, sempre dalle stesse piante. I campioni di olive dovranno quindi essere portati lo stesso giorno del prelievo e con un frigo portatile al laboratorio, dove saranno analizzati utilizzando un binoculare e le altre normali attrezzature e materiali di consumo (microscopi stereoscopici, personal computer, stampanti, fotocopiatrici, fax, attrezzature varie). Le analisi di questi campioni consisteranno nella determinazione del numero di olive (espresso anche in percentuale) che presentano o meno le diverse forme pre-immaginali della mosca (uova, larve di 1 a, 2 a e 3 a età, pupe). Con questi dati sarà quindi possibile, al momento del prelievo e per ciascuna delle sottozone da cui sono stati presi i campioni, distinguere e definire l infestazione in: attiva: quando si riscontrerà la presenza di uova e/o larve di 1 a e 2 a età. Queste presenze attesteranno l inizio dello sviluppo generazionale della mosca e conseguentemente daranno indicazioni sugli interventi necessari da predisporre (posizionamento mirato di nuove trappole, trattamenti, ecc.); dannosa: quando si riscontrerà la presenza di larve di 3 a età e/o di pupe e/o del foro di uscita. Con queste informazioni sarà possibile valutare la fase di sviluppo raggiunta dalla mosca, il danno apportato alle olive nonché quello conseguente sulla produzione di olio. Sarà opportuno prevedere inoltre la determinazione del grado di infestazione su specifici campioni prelevati alla raccolta del prodotto. In tal modo si disporrà di un riscontro a fine campagna, utile al momento del conferimento delle olive al frantoio. Anche nel caso delle forme pre-immaginali, tutti i dati raccolti dovranno essere registrati in un apposito Schema infestazione (vedi allegato 4) e ciò andrà fatto anche nel caso in cui non risultino olive danneggiate. 10) CURVE DI VOLO I dati raccolti sulla presenza settimanale di adulti catturati con le trappole (numero medio totale) e di forme preimmaginali presenti nelle olive (percentuale dell infestazione attiva), potranno essere inseriti in uno specifico 10

11 CNO MOSCA :49 Pagina 11 grafico che renda immediatamente visibile il variare, nel tempo, del grado di infestazione presente in ciascuna sottozona oggetto del monitoraggio. Si otterrà così uno strumento in grado di evidenziare il superamento della soglia d intervento, oltre la quale si renderà necessario attivare le opportune azioni di contenimento dello sviluppo dell insetto. Si riporta, a puro titolo indicativo, la seguente schematizzazione: È da segnalare inoltre anche l esistenza di un modello statistico di previsione messo a punto nell Alto Lazio per la cultivar Canino ed oggetto di verifica in Istria, in Basilicata ed in Sicilia. Con questo modello, conoscendo il numero medio di femmine/trappola/settimana riscontrato con trappole cromotropiche gialle e la temperatura media della settimana in cui sono state catturate, è possibile determinare un indice di pericolosità (Z) che, nel caso superi 0,10, impone l effettuazione tempestiva di trattamenti adulticidi (preventivi) con esche proteiche avvelenate. 11) RICONOSCIMENTO DEGLI ADULTI E DELLE FORME PRE-IMMAGINALI 1) Adulti L insetto adulto ha una lunghezza di circa 4-5 mm. Le due ali sono trasparenti (traslucide), con nervature scure e due macchie anch esse scure, una verso la parte più esterna ed una più diffusa all apice. La testa, grande circa 1/6 del corpo, è marrone (castano-giallastro, più chiaro dell addome), con antenne corte ed occhi molto pronunciati, di colore verde metallico. Il torace, grande circa 1/3 del corpo, è marrone (castano-giallastro), con piastre nere dorsali (linee longitudinali scure). L addome, grande circa la metà del corpo, è marrone (castano-giallastro), con piastre latero-dorsali più scure. Nei maschi è di forma tondeggiante mentre nelle femmine è più allungato, cuoriforme, di dimensioni maggiori di quello del maschio e termina con l ovopositore, nero e leggermente conico, lungo circa 1 mm. 11

12 CNO MOSCA :49 Pagina 12 Bactrocera oleae (Gmel) maschio femmina maschio e femmina femmina 12

13 CNO MOSCA :49 Pagina 13 2) Ovideposizione La femmina, per deporre l uovo, pratica una ferita trasversale sulla drupa, ben visibile anche ad occhio nudo. Le olive punte dalla mosca si riconoscono, specialmente fino a quando rimangono verdi, poiché presentano delle cicatrici brunastre triangolari. La puntura sterile è riconoscibile dal fatto che al suo interno non è rinvenibile l uovo. Nella pratica esplorativa può succedere che, notando la puntura ed andando a cercare con il bisturi l uovo, questo venga affettato e distrutto, rischiando di attribuire erroneamente la qualifica di puntura sterile ad un inizio d infestazione caratterizzato invece dalla presenza dell uovo. In questi casi, attraverso un osservazione più attenta, è comunque sempre possibile rinvenirne i resti e quindi nello specifico Schema infestazione (vedi allegato 4) si dovrà attribuire la qualifica di uovo. Se in una drupa vi sono più di una puntura sterile, nella qualifica se ne riporterà una sola; se in una drupa si riscontrano sia una puntura sterile e sia una fertile (con uovo o con larva di 1 a età, ecc.), andrà segnalata invece solo la presenza dello stadio di sviluppo più evoluto riscontrato. 3) Uovo L uovo è lungo circa 0,7 mm e presenta una leggera prominenza nella parte posteriore. Viene deposto singolarmente, sotto l epicarpo della drupa, ad una profondità di circa 2-3 mm. Il periodo di incubazione è di 2-4 giorni in estate e giorni in inverno. 13

14 CNO MOSCA :49 Pagina 14 Il riscontro dell infestazione si ha quando è rilevabile la presenza dell uovo (vivo o morto), immediatamente sotto la ferita provocata dall ovopositore della femmina. Se nell oliva viene rilevato un uovo e una forma larvale viva (L1v, L2v, L3v), andrà segnalata solo la presenza dello stadio di sviluppo più evoluto riscontrato. 4) Forme larvali La larva matura si presenta bianca o di color avorio (il suo variare è in funzione del colore del cibo che essa assume nutrendosi della polpa della drupa), senza zampe (apoda), a forma conica ed è lunga 7-8 mm. Essa vive e si sviluppa all interno delle drupe. La larva attraversa tre fasi di sviluppo prima di trasformarsi in pupa ed il riconoscimento avviene in funzione sia delle forme e dimensioni del loro apparato boccale e sia della presenza e forma dell organo respiratorio esterno (stigmi protoracici). Apparato boccale: St. 1 = larva di 1 a età St. 2 = larva di 2 a età St. 3 = larva di 3 a età Stigmi protoracici (organo respiratorio esterno): St. 2 = larva di 2 a età St. 3 = larva di 3 a età Lo stato larvale complessivo dura circa 2 settimane ma può variare in funzione della temperatura. Negli stadi larvali è possibile distinguere le seguenti forme: Larva di 1 a, 2 a, 3 a età viva (L1v, L2v, L3v) Larva di 1 a,2 a,3 a età morta (L1m, L2m,L3m) 14

15 CNO MOSCA :49 Pagina 15 a) Larva di 1 a età Larva di 1 a età viva (L1v) La larva di 1 a età, dal punto di vista morfologico, si caratterizza per la specifica forma e dimensione dell apparato boccale e per l assenza degli stigmi protoracici (organo respiratorio esterno). Apparato boccale della larva di 1 a età La larva di 1 a età scava una galleria superficiale nella drupa e questa superficialità può essere un altro elemento per distinguerla da quelle di 2 a e 3 a età. In presenza di larve di 1 a età occorre prestare molta attenzione nell utilizzo del bisturi per sezionare la drupa poiché più il frutto si arricchisce in olio, più problematico sarà seguire l andamento della piccola galleria scavata dall insetto. Tale difficoltà è ugualmente riscontrabile, ed anzi si aggrava ulteriormente, nel caso della presenza dei due successivi stadi di sviluppo larvale. Per essi infatti, il periodo di crescita (settembre-ottobre) coincide con quello in cui si verifica l incremento della componente olio all interno della drupa. Dopo avere esplorato la drupa con il bisturi e nel caso in cui non fosse stata ritrovata alcuna larva di 1 a età ma solo gallerie superficiali e fresche, occorrerà attribuire comunque all infestazione la qualifica di L1 viva. Se in una drupa vi sono più di una larva di 1 a età, nella qualifica se ne riporterà una sola; se in una drupa si riscontrano sia una L1 viva e sia stadi più sviluppati (L2, L3 vive), andrà segnalata invece solo la presenza dello stadio più evoluto riscontrato. Larva di 1 a età morta (L1m) Il caldo estivo può provocare la morte delle giovani larve di 1 a età (L1) appena queste fuoriescono dall uovo. Le loro gallerie scavate nella drupa, anche se piccole, rimangono comunque evidenti ed al loro interno è rinvenibile il guscio dell uovo completamente svuotato e secco, a conferma dell avvenuta fuoriuscita della larva. Si possono riscontrare anche dei casi in cui la larva scavi solo per un brevissimo tratto la polpa della drupa poi, a causa del caldo o per effetto dei trattamenti effettuati, muoia e non se ne ritrovino più i resti. Anche in queste situazioni la galleria rimane evidente ma alcune volte essa si può presentare quasi completamente cicatrizzata. 15

16 CNO MOSCA :49 Pagina 16 b) Larva di 2 a età Larva di 2 a età viva (L2v) La larva di 2 a età, dal punto di vista morfologico, si caratterizza per la specifica forma e dimensione maggiore dell apparato boccale, nonché per la presenza e la forma degli stigmi protoracici (organo respiratorio esterno). Apparato boccale e stigmi protoracici della larva di 2 a età Questa larva, durante la sua vita, scava nella drupa una galleria che si presenta più profonda e circonvoluta rispetto a quella della precedente età, e difficilmente arriva a toccare il nocciolo della drupa. Anche le caratteristiche di questa galleria sono un altro elemento distintivo rispetto alla L1v ed alla L3v. Per una corretta attribuzione della qualifica si consiglia di prendere in considerazione prima le caratteristiche della galleria e solo successivamente, in caso di dubbio o per conferma, quelle morfo-anatomiche della larva. Larva di 2 a età morta (L2m) Anche in questo caso, soprattutto nelle sue prime fasi di sviluppo, le cause di morte delle L2 sono riconducibili all effetto delle elevate temperature estive ed alle conseguenze dei trattamenti insetticidi. Nel caso in cui la morte sia avvenuta per effetto del caldo, la larva si presenta di colore marrone-scuro. La qualifica di L2m deve essere attribuita anche nel caso in cui sia rilevata la presenza della sola galleria cicatrizzata. c) Larva di 3 a età Larva di 3 a età viva (L3v) La larva di 3 a età, dal punto di vista morfologico, è caratterizzata dalla forma e dalle dimensioni ancora maggiori dell apparato boccale, nonché dalla presenza e forma degli stigmi protoracici (organo respiratorio esterno). 16

17 CNO MOSCA :49 Pagina 17 Apparato boccale e stigmi protoracici della larva di 3 a età Questo tipo di larva scava nella drupa una galleria che è sempre più profonda e grande rispetto a quelle praticate dalle precedenti forme e che, nella maggior parte dei casi, raggiunge il nocciolo. Tale galleria si riconosce inoltre per la presenza della cosiddetta camera di crescita. Larva di 3 a età morta (L3m) È importante sottolineare che la L3 è quella che viene parassitizzata dagli antagonisti naturali quali: l Eupelmus urozonus, il Pnigalio mediterraneus, l Eurytoma martelli e l Opius concolor 5) Pupa Il pupario è ellittico, lungo 3,5-4,5 mm e largo 1,5-2 mm. Questo stadio pre-immaginale ha una durata che può variare dai giorni ai 3 mesi e ciò dipende della temperatura ambientale riscontrata, che può andare rispettivamente dai 25 ai 7 C ed anche meno. Le olive danneggiate sono riconoscibili dal vistoso foro di uscita, dal parziale appassimento apicale della drupa, dalle caverne interne e dalla marcescenza della polpa. Inoltre, se le olive sono prossime alla maturazione, queste cadono in anticipo. L infestazione si caratterizza dalla presenza della pupa viva o morta. Se nella drupa è presente sia la pupa che il foro d uscita, si segnalerà solo la presenza di quest ultimo. 17

18 CNO MOSCA :49 Pagina 18 12) INTERVENTI CHIMICI DI NATURA PREVENTIVA SUGLI ADULTI E/O DI NATURA CURATIVA SULLE FORME PRE-IMMAGINALI Settimanalmente, in base all andamento dell infestazione (curve di volo) e dei dati raccolti dalle postazioni agrometereologiche sui principali parametri climatici (temperature, precipitazioni, umidità relativa, ventosità), sarà possibile pianificare il tipo di intervento da effettuare. Come condotta generale, nel caso vengano previsti interventi di natura chimica, si dovranno prescrivere prodotti con caratteristiche tali da non lasciare residui nell olio, attenendosi alle dosi minime indicate nelle etichette e ponendo la massima attenzione nel controllo sulle modalità della loro distribuzione. Per contenere lo sviluppo della Bactrocera oleae (Gmel) è possibile prevedere due diverse metodologie d intervento, entrambe ispirate all applicazione di criteri di lotta guidata: il metodo adulticida (preventivo); il metodo larvicida (curativo). Il metodo adulticida (preventivo) ha come obiettivo l uccisione degli adulti, in modo da prevenire gli accoppiamenti e la conseguente ovideposizione. Questo metodo si uniforma ai seguenti principi generali: si distribuiranno delle esche proteiche, addizionate con un prodotto insetticida, solo nel momento in cui gli sfarfallamenti degli adulti raggiungeranno una determinata soglia che corrisponderà, da un punto di vista economico, al momento in cui il danno previsto per la produzione sarà superiore al costo del trattamento; l esca proteica, essendo un attrattivo specifico per i ditteri, consentirà di abbattere la popolazione della mosca, senza danneggiare eccessivamente la restante entomofauna (parassiti e predatori); l utilizzo di questo metodo preventivo consentirà l uso di una quantità ridotta di insetticida che potrà essere anche di 10 volte inferiore a quella distribuita utilizzando altre metodologie d intervento, con una conseguente e generale riduzione dell impatto ambientale (minore inquinamento dell ecosistema e ridotta presenza/assenza di residui tossici nell oliva e nell olio); le femmine adulte verranno uccise prima che abbiano avuto la possibilità di deporre le uova nelle drupe, evitando così in tal modo anche i danni causati dall azione meccanica dell ovopositore sull oliva; tale metodologia, per esprimere la sua massima efficacia ed efficienza, dovrà essere applicata su vaste superfici (comprensori) o in oliveti sufficientemente isolati. In linea generale potranno essere prese a riferimento le seguenti soglie di intervento, superate le quali occorrerà intervenire: 3-5 femmine fertili / trappola / settimana; oppure 4-5% di olive con punture fertili (presenza di uovo e/o di giovani larve). Resta inteso che, in relazione alle previsioni di produzione ed all andamento stagionale riscontrato, i tecnici senior potranno opportunamente adeguate queste soglie, dandone immediata comunicazione ai tecnici junior. Nel momento in cui la soglia di intervento sia stata considerata raggiunta, si potrà procedere al trattamento adulticida (preventivo), applicato nel rispetto delle seguenti modalità: si procederà alla distribuzione di esche proteiche con addizionato un prodotto a base di Dimetoato o Deltametrina o Fenthion (2-3 trattamenti all anno su olive da olio, 3-4 su olive da tavola); 18

19 CNO MOSCA :49 Pagina 19 il trattamento dovrà essere effettuato a basso volume (500 cc/pianta ed in ogni caso con una dose totale massima di miscela sparsa pari a 2 ettolitri per ettaro); la miscela dovrà essere distribuita con l atomizzatore. Essa andrà localizzata su una parte della chioma delle piante, quella esposta a mezzogiorno, nel caso si operi su vaste superfici accorpate o su tutte le piante, nel caso si intervenga su piccoli appezzamenti contigui ad altri, ove non vengano realizzati trattamenti adulticidi; occorrerà tener presente che le esche proteiche hanno una durata d azione pari a circa 30 giorni; i trattamenti andranno comunque ripetuti nel caso in cui si verifichino piogge dilavanti (pari ad almeno 10 mm). Nei casi in cui gli interventi preventivi realizzati non abbiano consentito di ottenere i risultati attesi oppure non sia stato possibile effettuarli, si dovrà necessariamente intervenire con specifici trattamenti larvicidi (curativi). Il metodo larvicida (curativo) ha invece, a differenza del precedente, l obiettivo di uccidere le forme larvali presenti nella drupa, in modo tale da prevenire o limitare il danneggiamento della polpa e conseguentemente dell olio in essa contenuto. Anche per questa metodologia ci si baserà sull effettuazione dei trattamenti solo nel caso in cui venga superata una specifica soglia di intervento. Questo limite, nella fattispecie, è da intendersi almeno nel 10% di infestazione attiva riscontrata, che potrà essere aumentato al 15% nel caso di annate di scarica. Il trattamento, in base a questo metodo, potrà essere effettuato rispettando le seguenti indicazioni: si potranno utilizzare prodotti a base di Dimetoato, alla dose di 70 ml/hl (con formulato al 40% di principio attivo); il numero di trattamenti annui non potrà essere superiore a 3 (agosto, settembre e ottobre-novembre); dall ultimo trattamento effettuato e prima di procedere alla raccolta del prodotto, si dovrà rispettare un tempo di carenza pari almeno a 28 giorni; in alternativa all uso del Dimetoato, potranno essere usati i seguenti principi attivi: Deltametrina/Fenitrothion microincapsulato (max 2 trattamenti annui)/formothion/triclorfon/fosmet. 13) INTERVENTI CHIMICI PREVENTIVI DI CATTURA MASSALE DEGLI ADULTI (MASS- TRAPPING) Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il principio attivo utilizzato per eccellenza nei trattamenti chimici alla mosca dell olivo è il Dimeoato, per il quale però ci sembra doveroso segnalare alcuni inconvenienti ed aspetti problematici, tra i quali: l elevato impatto ambientale; la non selettività nei confronti dell entomofauna utile; l intervento effettuato molto spesso in ritardo rispetto all andamento dell infestazione realmente riscontrata e quindi la necessità di praticare almeno 2-3 distribuzioni a stagione, al fine di garantire un livello accettabile di copertura e di efficacia del prodotto utilizzato. Per queste ragioni è possibile ipotizzare l adozione di misure d intervento diverse, che siano in aggiunta o in sostituzione al semplice trattamento chimico come sopra descritto e da prevedersi soprattutto nei casi di infestazioni medio-basse e quando sia praticabile l intervento comprensoriale. In tal modo sarà possibile ridurre gli effetti negativi del Dimetoato sull ambiente, limitandone quindi il suo utilizzo ai soli casi di forti infestazioni o in presenza di particolari condizioni locali. Una di queste tecniche d intervento alternative, probabilmente la più importante, è quella della cosiddetta cattura massale o mass-trapping che, anche se vecchia come concezione, è stata resa innovativa dalla sperimentazione di nuovi, specifici dispositivi (Eco-Trap). Questa tecnica consente un estrema riduzione dell impat- 19

20 CNO MOSCA :49 Pagina 20 to sull ambiente, tutela maggiormente la salute del produttore e del consumatore, prevede l utilizzo di un principio insetticida stabilizzato, conferisce una maggiore durata al feromone, porta ad un aumento dei parassiti naturali, favorisce la salvaguarda l entomofauna utile, offre un controllo della popolazione della mosca paragonabile a quello ottenibile con i classici interventi adulticidi (preventivi) ed inoltre è un metodo consentito, e particolarmente interessante, per l agricoltura biologica. Occorre comunque tener presente che questa tecnica, soprattutto nei territori in cui non è già stata utilizzata, dovrà essere soggetta a sperimentazione, con una sua graduale introduzione ed eventuale estensione, nonché adattata alle singole realtà territoriali. In particolar modo, al fine di garantirne la perfetta riuscita, se ne dovrà prevedere l applicazione su ampie superfici olivetate ed accorpate, con vocazionalità pedo-climatica e socioeconomica, nonché con il supporto di puntuali azioni formative, informative ed applicative. Il mass-trapping o cattura massale, che come già detto è una tecnica di tipo adulticida (preventiva), si attua posizionando nell oliveto, sulla chioma delle piante, alcuni specifici dispositivi in grado di attrarre, catturare e uccidere gli adulti della Bactrocera oleae (Gmel). Ciascuno di questi dispositivi è costituito da un sacchetto, o in polietilene di colore verde o in cartone rivestito di carta speciale plastificata, trattato con 15 mg di un insetticida da contatto (Deltametrina). Questo sacchetto è delle dimensioni di 15x20 cm e contiene 70 gr di bicarbonato di ammonio. Inoltre è presente un dispenser di feromone sessuale: l 1,7-dioxaspiro-5,5undecano. I prodotti responsabili della capacità attrattiva sono: l ammoniaca prodotta dal sale di ammonio: questa attrae prevalentemente le femmine della mosca in quanto, essendo una sostanza che si genera anche naturalmente dal metabolismo della flora batterica presente sui frutti e sulle foglie dell olivo, rappresenta una fonte alimentare proteica. il feromone: attrae invece i maschi. È sufficientemente selettivo e non funge specificatamente da kairomone, ovvero non attrae contemporaneamente anche altre specie di insetti, entomofaghe della mosca. Per poter valutare la selettività del dispositivo, viene applicata su ciascun lato del sacchetto una striscia di plastica semirigida, trasparente, collata esternamente, delle dimensioni di 5x20 cm. Questa permette di rilevare periodicamente l entomofauna posatavisi e catturata. Il prodotto responsabile della capacità insetticida è invece: la Deltametrina: il dispositivo è strutturato in modo tale da evitare la dispersione di questa sostanza nell ambiente, sia ad opera del dilavamento che per l azione dei venti. Ogni dispositivo ha la durata di circa 2 mesi. Al fine di una corretta distribuzione di questi dispositivi occorrerà attenersi alle seguenti indicazioni: dovranno essere preferiti gli impianti grandi o isolati; le piante dovranno essere preferibilmente di media altezza e non adiacenti a zone non trattate con tale metodologia o abbandonate ed incolte; nel caso di oliveti omogenei e con piante di media grandezza si dovrà posizionare 1 dispositivo per ogni 2 piante; nel caso invece di oliveti omogenei ma con piante grandi o nel caso di olivi posti al confine con altri oliveti o con terreni incolti, si dovrà posizionare 1 dispositivo per ogni pianta; ciascun dispositivo verrà collocato nella parte mediana della chioma dell albero, in una zona ombreggiata e con l orientamento a sud sud-ovest. Inoltre, dovrà essere posizionato esternamente alla chioma, su un ramo con olive e facendo attenzione a che esso non venga in contatto con le foglie e gli altri rami; 20

21 CNO MOSCA :49 Pagina 21 nel posizionamento dei dispositivi, pur trattandosi di una tecnica a bassissimo impatto ambientale, si dovranno mettere in atto sempre le normali pratiche di protezione personale (uso di guanti di gomma, evitare il contatto con gli occhi e con la pelle, ecc.). Il periodo più idoneo per iniziare a collocare i dispositivi per il mass-trapping coinciderà con quello in cui verranno rilevate le presenze delle prime larve di 2 a età (generalmente tra luglio ed agosto). Nel prosieguo stagionale ed all apparire quindi anche delle larve di 3 a età, generalmente da fine agosto ai primi di settembre, sarà opportuno procedere ad una integrazione del numero di dispositivi complessivamente dislocati, passando quindi alla distribuzione massima, più capillare, di 1 per ogni pianta. Ciò ovviamente solo nel caso in cui questa densità non sia già stata predisposta fin dall inizio, in considerazione delle specifiche caratteristiche intrinseche dell oliveto (cfr. il precedente quarto punto). Anche per questo tipo di dispositivi, una volta terminata la fase della raccolta delle drupe, si dovrà procedere alla rimozione ed allo smaltimento controllato presso le discariche. 14) INTERVENTI DI NATURA BIOLOGICA Qualora si operi in un comprensorio nel quale siano presenti aziende olivicole in conversione o convertite all agricoltura biologica, è possibile procedere, sempre previa valutazione dei dati risultanti dalle curve di volo, ai cosiddetti interventi di lotta biologica. Questi sono di natura preventiva, attuati quando si rileva l incremento delle catture di adulti ed iniziano le ovideposizioni. Oltre all applicazione della metodologia del mass-trapping, vista in precedenza, è possibile utilizzare anche: 1) il metodo della confusione sessuale Questo consiste nel distribuire sull intera superficie oggetto dell intervento un elevato numero di specifici diffusori feromonici o dispenser (da 200 a ad ettaro), i quali emanano i feromoni delle femmine vergini (attrattivi sessuali) e saturano l aria circostante con queste sostanze. In tal modo i maschi vengono distratti e confusi, si impedisce loro di localizzare le femmine e conseguentemente si favoriscono gli accoppiamenti casuali. È una tecnica che, applicata da sola, esplica la sua massima potenzialità ed efficacia in presenza di basse infestazioni ma esiste la possibilità, in tutti gli altri casi, di aumentarne sinergicamente l effetto prevedendo in aggiunta anche dei trattamenti con biocidi naturali. Altri fattori che limitano l utilizzo di questa tecnica sono rappresentati da: le dimensioni e la forma dell area, che dovranno essere le più ampie ed uniformi possibili (non meno di 1-2 ettari). È preferibile che l applicazione di questo metodo interessi più aziende confinanti, al fine di delimitare un vera e propria superficie comprensoriale; le condizioni strutturali degli oliveti e climatiche dell area (altitudine, pendenza, altezza eccessiva degli alberi, ventosità, stress termici, ecc.). Anche in questi casi, per aumentare l efficacia dell intervento, potrebbe essere utile sfruttare l effetto sinergico dato dall uso contemporaneo di trattamenti a base di biocidi naturali. Prima di decidere comunque l applicazione di questo metodo occorrerà procedere ad un attenta analisi dei costi e dei benefici dell intervento, inquadrandola ovviamente nell ambito della specifica realtà socio-economica del territorio. 21

22 CNO MOSCA :49 Pagina 22 2) prodotti che riducono la possibilità di ovideporre Tra questi è possibile annoverare il silicato di sodio, che agisce attraverso la formazione di una patina rigida sulla superficie della drupa e il polisolfuro di bario, la poltiglia bordolese e lo zolfo, che rendono invece i frutti repellenti alle mosche. 3) esche proteiche atossiche In presenza di forti infestazioni è possibile utilizzare la classica tecnica di lotta adulticida (preventiva), di cui si è già parlato in precedenza, adattandola però ai criteri della lotta biologica attraverso la sostituzione del classico prodotto chimico di sintesi con dei biocidi naturali. Per aumentare la capacità attrattiva delle esche proteiche e quindi l efficacia del trattamento in generale, è possibile anche addizionare prodotti feromonici. 4) biocidi naturali Piretro: viene estratto dai capolini del Chrysanthemum cinerariaefolium, una composita perennante coltivata soprattutto in Kenia. È un insetticida di contatto ed agisce sul sistema nervoso dell insetto, determinandone in breve tempo la paralisi e la successiva morte. Si caratterizza per una bassa tossicità verso gli animali a sangue caldo, per un azione molto rapida ed una breve persistenza. È infatti un prodotto fotolabile che, per la sua facile degradabilità in presenza di luce, deve essere utilizzato nelle ore serali. Oltre che sui Tripidi, agisce anche su altri numerosi insetti: Afidi, Aleurodidi, Cicaline, Cimici, Mosca della frutta, Metcalfa e Minatori fogliari in genere (adulti). Ha un intervallo di sicurezza pari a 2 giorni. Rotenone (detto anche Derris): è un composto insetticida estratto dalle radici di alcune piante tropicali della famiglia delle leguminose. Agisce sia per contatto che per ingestione e presenta anche una residua azione insettifuga. Nei primi tre giorni dopo il trattamento esplica al massimo la sua azione insetticida mentre l azione repellente viene esercitata più a lungo, arrivando anche a coprire i 10 giorni successivi alla sua distribuzione. Come già detto, è un prodotto che agisce per contatto ma non venendo assorbito dai tessuti vegetali è necessario prestare la massima attenzione affinché la bagnatura della vegetazione sia sempre ben curata ed uniforme. Il composto si degrada rapidamente, inattivandosi in presenza di luce, per cui la permanenza nell ambiente è limitata nel tempo. Anche per questo prodotto si consiglia di trattare verso la fine della giornata. Rispetto al piretro, presenta uno spettro d azione molto più ampio, agisce in maniera più pronta e manifesta una persistenza maggiore. L intervallo di sicurezza è pari a 10 giorni. Azadiractina (olio di Neem): è un insetticida di origine vegetale, estratto dai semi dell albero del Neem (Azadiracta indica), pianta originaria dell India. Si caratterizza per un molteplice meccanismo di azione, infatti: è un regolatore di crescita, in quanto agisce come chitino-inibitore; è un repellente; è un fagodeterrente, in quanto diminuisce lo stimolo della nutrizione; è un riduttore della fecondità delle femmine e quindi della loro conseguente ovideposizione. Agisce sugli insetti prevalentemente per ingestione e solo secondariamente per contatto ed essendo un prodotto endoterapico, è in grado di penetrare e traslocare all interno della pianta, sia per via fogliare che radicale. Esercita la sua massima attività sugli stadi giovanili degli insetti, non ha effetto sulle uova e non ha nemmeno capacità abbattente sugli adulti. La sua azione non si esplica immediatamente e solo dopo un certo periodo di tempo è possibile verificare la 22

23 CNO MOSCA :49 Pagina 23 scomparsa degli insetti dalle piante infestate. Per aumentare la sua prontezza d azione può essere utile miscelarlo con insetticidi abbattenti quali il piretro. Nella preparazione della soluzione da distribuire si raccomanda di acidificare l acqua con aceto o con acido citrico e di effettuare il trattamento verso sera. Oltre che combattere la mosca dell olivo, può essere utilizzato anche contro: l Afide grigio del melo, la Minatrice serpentina degli agrumi, i Minatori fogliari in genere, la Dorifora della patata, le larve di lepidotteri, gli Aleurodidi ed altri Tripidi in genere. In virtù della sua sistemicità, soprattutto ascendente, può essere distribuito alle giovani piantine in vivaio con la fertirrigazione, sia per assicurare una protezione generale nella fase di post-trapianto e sia per controllare i nematodi galligeni. Presenta un intervallo di sicurezza pari a 3 giorni. Sapone di potassio: è costituito da una miscela di oli vegetali salificati con potassio, conosciuta con il nome di sapone molle di potassio. Agisce per contatto, sciogliendo le sostanze cerose che proteggono le pareti cellulari del parassita e quindi esponendo l insetto all azione dannosa degli agenti climatici. È efficace contro tutti gli insetti con addome molle, produttori di melata (afidi, aleurodidi, psille). Per garantire l efficacia del prodotto è necessario che esso venga irrorato durante giornate con tempo bello e nelle ore mattutine. Se la somministrazione avvenisse invece nelle ore serali, gli insetti colpiti non verrebbero danneggiati dai raggi del sole ed avrebbero, nel frattempo, la possibilità di ricostituire la propria protezione cerosa. Questo prodotto è in grado anche di disgregare i residui organici prodotti dagli insetti dannosi presenti sulla vegetazione (melate, fumaggini) e può essere usato come adesivante, in associazione con altri insetticidi di contatto (Piretro, Rotenone), aumentando la loro efficacia. L intervallo di sicurezza è di 3 giorni. Oli paraffinici: si tratta di sostanze oleose ad impiego estivo, caratterizzate da un alto grado di raffinazione, un elevata efficacia insetticida ed un alta selettività verso le colture, senza rischi quindi di fitotossicità e bruciatura delle foglie. Questi prodotti possono quindi essere utilizzati tranquillamente durante il periodo vegetativo, sia sui fruttiferi che sulle piante orticole. Gli oli paraffinici agiscono per contatto ed asfissia, poiché ricoprono il corpo dell insetto con una sottile pellicola, determinandone la morte per soffocamento. Sono prodotti che agiscono anche da repellenti riducendo, negli insetti, sia la capacità alimentare che l ovideposizione. Controllano soprattutto le Cocciniglie ma anche gli Acari, le Psille ed i Minatori fogliari in genere. Queste sostanze possono essere vantaggiosamente miscelate con insetticidi a basso impatto ambientale (Piretro e Bacillus thuringiensis), ottenendo così un sinergismo nella miscela e migliorando l efficacia del controllo degli insetti. Presentano un intervallo di sicurezza pari a 20 giorni. Oli vegetali: sono insetticidi a base di sostanze di origine vegetale ed animale, contenenti soprattutto acido oleico ed acidi grassi in genere e vengono utilizzati contro tutti i parassiti a corpo molle (Afidi, Aleurodidi, Acari, Psille, Cicaline, neanidi di Cocciniglie). Agiscono esclusivamente per contatto, non possedendo nè azione translaminare, nè residuale ed il prodotto, una volta che si è asciugato e disseccato, non esercita più alcuna attività insetticida. Come già accennato, questi composti agiscono solo sulle parti molli del parassita e cioè su quelle non ancora ispessite o fortemente chitinizzate. In questa situazione, quando le pareti cellulari del corpo non sono ancora protette, l insetticida ne provoca la loro rottura con conseguente fuoriuscita del contenuto cellulare e disidratazione e morte dei parassiti. Sono prodotti che possono essere associati, sviluppando così un azione sinergizzante, ad insetticidi con effetto abbattente (piretro). Possiedono un intervallo di sicurezza di 3 giorni. Naturalis: è un bio-insetticida, il cui principio attivo è il fungo Beauveria bassiana, ubiquitario, presente in natu- 23

24 CNO MOSCA :49 Pagina 24 ra ed agisce per contatto. Le sue spore, una volta che hanno ricoperto l insetto ed in presenza di elevata umidità relativa, germinano, penetrando all interno del corpo e provocandone la morte. A questa azione deve aggiungersi anche quella cosiddetta meccanica, che viene svolta dal tubetto germinativo delle spore le quali, perforando la cuticola dell insetto, creano una perdita di acqua, con conseguente sua disidratazione e morte. In considerazione della particolarità di questo bio-insetticida, un buon livello di umidità, nelle 24/48 ore successive al trattamento, è fondamentale per favorire la germinazione delle spore. In tal senso, è molto importante effettuare il trattamento verso sera, curando bene la bagnatura fogliare. Si è sperimentato che in caso di medio-basse infestazioni, al fine di raggiunge una buona efficacia dell intervento, debbano essere effettuati tre trattamenti, a cadenza settimanale. Nel caso in cui l infestazione sia invece forte, può essere utile abbinarlo con un insetticida ad azione abbattente (Piretro, Rotenone). Esso è attivo, oltre che sui tripidi, anche su Aleurodidi, Ragno rosso ed Afidi. Non deve essere rispettato alcun tempo di carenza. Rame: può essere usato sia in alternanza e sia ad integrazione dei biocidi naturali sopra descritti. Questo principio attivo, utilizzato per combattere specificatamente le infestazioni fungine, svolge però indirettamente la sua attività anche nei confronti delle forme larvali della mosca. 5) parassiti naturali I principali parassiti impiegati per controllare lo sviluppo della mosca dell olivo sono gli: Imenotteri calcidoidei ectofagi (Cyrtoptyx latipes, Prolasioptera berlesiana, Pnigalio mediterraneus, Euritoma martelli) ed ecto-endofagi (Eupelmus urozonus). Questi insetti parassitizzano le larve che si sviluppano tra agosto ed ottobre. La massima efficacia dell intervento si riscontra ovviamente in presenza di forti infestazioni di mosca. Imenotteri braconidi endofagi (Opius concolor). 6) piante utili Per il controllo delle popolazioni della mosca dell olivo possono essere utilizzati anche interventi colturali tendenti a sfruttare determinate caratteristiche di alcune piante. Tra queste vi è il giuggiolo, nei cui frutti si sviluppano le larve della Carpomya, insetto che è parassitizzato dall Opius concolor che a sua volta, come abbiamo visto, parassitizza anche la Bactrocera oleae. 7) metodi alternativi In ultimo, si ritiene di far cenno anche ad un altro metodo utilizzato che, seppur casalingo ed empirico, è ancora oggi efficace e diffuso soprattutto in alcune zone disagiate. Viene collocata su ogni albero una bottiglia di plastica nel cui fondo si trova della vinaccia e dello zucchero. Questa viene chiusa con il tappo e, nella parte in alto, viene praticato un foro di circa 0,5 cm di diametro. Da questo foro la mosca, attratta dalle sostanze zuccherine contenute nella bottiglia, penetra all interno dove, stordita, muore. 15) PREDISPOSIZIONE DEL BOLLETTINO SETTIMANALE Durante tutto il periodo di svolgimento dell attività di monitoraggio, con cadenza settimanale ed in seguito ai rilievi effettuati, si procederà alla elaborazione ed emissione di un apposito bollettino settimanale. Questo dovrà riportare, distinti per zone e sottozone: i dati più significativi dei rilievi effettuati; 24

25 CNO MOSCA :49 Pagina 25 indicazioni puntuali sui tipi di interventi da praticare (posizionamento di ulteriori trappole o dispositivi di masstrapping, trattamenti chimici/biologici/colturali, ecc.); le previsioni di massima sulla tendenziale evoluzione dell infestazione. I rilievi settimanali saranno effettuati dai tecnici junior a partire, preferibilmente, dal venerdì di ogni settimana, in modo tale da poter fornire al tecnico senior, entro le ore 10,00 del lunedì della settimana seguente, le apposite schede riepilogative adeguatamente compilate con tutti i dati richiesti. Il tecnico senior, entro le successive 24 ore, dovrà elaborare questi dati, con l eventuale aiuto di uno specifico software, nonché redigere ed avviare alla diffusione il bollettino settimanale, secondo le modalità locali ritenute più idonee. I destinatari del bollettino settimanale saranno i proprietari e/o coltivatori dei terreni interessati dal progetto e questo servirà loro per ricevere informazioni sulla situazione complessiva dell infestazione riscontrata a livello comprensoriale e sulle attività eventualmente da compiere per contrastarla. Prima di avviare tutte le attività di monitoraggio, al fine di poter meglio organizzare e controllare l azione relativa alla diffusione dei bollettini settimanali, si dovrà predisporre uno specifico schema in cui vengano riepilogate, per ciascuna zona e sottozona, tutte le modalità prescelte per la diffusione territoriale dei bollettini. Se ne propone, a puro titolo indicativo, uno Schema modalità diffusione del bollettino (vedi allegato 5). Successivamente, ma prima che venga però emanato il 1 bollettino, queste modalità di diffusione dovranno essere rese note e pubblicizzate nel comprensorio oggetto del monitoraggio, attraverso specifici comunicati stampa e radio-televisivi, l affissione di manifesti e la comunicazione agli Enti Locali ed agli altri organismi operanti nell ambito agricolo. 16) DOCUMENTAZIONI TECNICHE DA INVIARE AL C.N.O. s.c.ar.l. Al fine di consentire un adeguata organizzazione delle attività e per facilitare il conseguente controllo da parte del C.N.O. s.c.ar.l. sulle operazioni eseguite, ci si dovrà attenere alle seguenti disposizioni. Entro 10 giorni dalla data di ricezione delle presenti indicazioni procedurali dovranno pervenire al C.N.O. s.c.ar.l., da parte del tecnico senior, le seguenti documentazioni: un piano dettagliato delle attività previste per il monitoraggio della Bactrocera oleae (Gmel); Schema riepilogo del comprensorio (vedi allegato 1); i curricula dei tecnici e del personale coinvolto a vario titolo nell attività di monitoraggio della Bactrocera oleae, con allegate le fotocopie di entrambe i lati dei documenti di riconoscimento; Schema modalità diffusione del bollettino (vedi allegato 5); la corografia delle zone/sottozone. Tutta questa documentazione dovrà essere trasmessa, in formato cartaceo e su supporto informatico, al C.N.O. s.c.ar.l. - Via Piave, Roma c.a.: Settore Tecnico. Inoltre, a cadenza mensile, entro e non oltre il decimo giorno del mese successivo a quello di riferimento, il tecnico senior dovrà trasmettere al C.N.O. s.c.ar.l., con le modalità precedentemente esposte, la seguente documentazione rendicontativa, distinta per ciascuno dei tecnici junior incaricati: Schema della sottozona (vedi allegato 2); Schema catture adulti (vedi allegato 3); Schema infestazione (vedi allegato 4); una relazione tecnica mensile. 25

26 CNO MOSCA :49 Pagina 26 La mancata consegna della documentazione nei termini sopra descritti, comporterà la sospensione dall incarico. Le informazioni via via ricevute su supporto informatico potranno anche essere utilizzate dal C.N.O. s.c.ar.l. allo scopo di predisporre specifiche mappe tematiche e tabelle, eventualmente da pubblicare su supporto cartaceo e/o su sito web. Per tale attività un tecnico senior informatico centrale provvederà a creare, elaborare e gestire sia la banca dei dati raccolti che il sito stesso. Alla conclusione poi di ciascuna delle tre campagne di monitoraggio e comunque entro e non oltre rispettivamente al 28 febbraio del , la documentazione già predisposta ed inviata secondo le indicazioni sopra riportate, dovrà essere integrata e completata da: una specifica relazione conclusiva, dettagliata e documentata, sull attività svolta e sui risultati ottenuti. In tale relazione dovrà essere anche riportata e documentata l attività di controllo che i tecnici senior hanno effettuato, nel tempo, sul lavoro dei tecnici junior. La relazione dovrà essere redatta e firmata, sia dai tecnici senior che dai tecnici junior. Si precisa che tutti gli schemi dei modelli qui proposti in allegato dovranno necessariamente essere adattati alle esigenze dei singoli rilevamenti territoriali. Ciò dovrà però essere fatto comunque previo accordo con il C.N.O. s.c.ar.l.. 17) SITI WEB CONSULTATI PER L ELABORAZIONE DI QUESTE INDICAZIONI PROCEDURALI Olivicoltura%20Orticoltura%20nell area%20del%20pollino.pdf

27 CNO MOSCA :49 Pagina 27 18) ALLEGATI (qui proposti a puro titolo indicativo) allegato 1 27

28 CNO MOSCA :49 Pagina 28 allegato 2 28

29 CNO MOSCA :49 Pagina 29 allegato 3 29

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