CORSI ATA INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI

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2 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Profilo (A) Argomenti (B) Ore frontali (C) Ore laboratoriali (D) (attribuite forfetariamente a seguito della produzione di un breve lavoro su ogni argomento Ore per elaborato conclusivo (E) (da scegliere tra una delle tematiche previste ) gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell autonomia 3 4 ASSISTENTE AMMINISTRATIVO i contratti, le procedure amministrativo-contabili e i 4 4 controlli 6 la gestione delle relazioni interne ed esterne 4 4 il coordinamento del personale. 3 4 Totale

3 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI I corsi sono organizzati sulla base degli obiettivi di cui al DM 821/2013, art. 3, comma 4 lett. a) [ L iniziativa, da destinarsi prioritariamente al personale ATA neoassunto, è indicata dall art. 3 dell Intesa 20 luglio 2004 che ne definisce le modalità organizzative ed è corrispondente al primo segmento formativo connesso alle attribuzione delle posizioni economiche..], nonché di quelli indicati dal DM 435/2015, art. 23, comma 1, lett. b) [ formazione del personale ATA destinatario dell'attribuzione delle posizioni economiche di cui agli artt. 50 e 62 del CCNL ed alla sequenza contrattuale del 25 luglio 2008 ]

4 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Per la gestione dei percorsi è stato allestito un apposito portale

5 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI OGGI, primo incontro: illustrererò i contenuti e le modalità di svolgimento del corso; distribuirò la scheda per la scelta dell argomento dell elaborato finale. I corsisti devono restituire la scheda compilata all IS da Vinci alla casella corsiata@isisdavinci.eu, prima del secondo incontro programmato attenzione 8 aprile 2016

6 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Ricevute le schede di scelta per gli elaborati finali, l Istituto capofila invia ad ogni esperto l elenco dei corsisti che hanno optato per la tematica di competenza.

7 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI A fine di non creare disparità tra i vari gruppi in formazione, è stata decisa la predisposizione, a cura di un nucleo editoriale di esperti, di esercitazioni uniche per le attività laboratoriali, differenziate per profilo professionale, tematica e grado di complessità del segmento formativo. Distribuirò l esercitazione alla fine del mio intervento. La consegna dei lavori deve avvenire entro e non oltre i 5 giorni successivi all incontro. attenzione

8 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Anche per la predisposizione degli elaborati finali verranno preparate tracce omogenee che l Istituto capofila invierà ad ogni corsista dopo aver ricevuto la relativa scheda di scelta.

9 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Le attività laboratoriali vengono svolte dai corsisti, eventualmente suddivisi in gruppi di lavoro con produzione di un unico elaborato condiviso, in aggiunta e al di fuori dell odierno momento formativo frontale.

10 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI L elaborato conclusivo viene svolto dai corsisti, eventualmente suddivisi in gruppi di lavoro con produzione di lavori individuali, al di fuori dei momenti formativi frontali con gli esperti e in aggiunta alle attività previste dai laboratori.

11 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Ogni corsista/gruppo di lavoro invia all esperto - alla casella di posta elettronica appositamente allestita espertiatatoscana@gmail.com - l attività laboratoriale predisposta indicando nell oggetto: la tematica, il nome dell esperto, il segmento e il nome/sede del corso di formazione Esempio: gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell autonomia - esperto Gabriella Bellafiore - 1 segmento corso AA IC GROSSETO IV.

12 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Sarà compito dell esperto, verificata la correttezza dei lavori, trasmettere gli elaborati all Istituto capofila IS L. da Vinci che provvederà al loro inserimento in piattaforma. L invio dei lavori all Istituto da parte dell esperto ha valore di convalida.

13 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Stessa procedura è seguita per gli elaborati conclusivi. In questo caso, come già detto, ogni corsista dovrà inviare all esperto di riferimento il proprio elaborato finale.

14 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Gli elaborati finali dovranno essere inviati all esperto di competenza entro e non oltre cinque giorni dalla conclusione delle attività frontali. Gli esperti provvederanno alla validazione ed invio dei lavori alla scuola capofila entro i cinque giorni successivi.

15 INDICAZIONI PER LA CONDUZIONE E GESTIONE DEI CORSI Per le attività laboratoriali e per l elaborato conclusivo, vengono assegnate forfetariamente ad ogni corsista le ore indicate alle colonne (D) ed (E) delle tabelle riportate al punto 1. Struttura dei corsi. I crediti vengono registrati dalla scuola capofila dopo la ricezione della convalida a cura dell esperto.

16 A norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 e del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n è stata attribuita personalità giuridica e autonomia alle istituzioni scolastiche

17 l art. 21 articola l autonomia in queste tre componenti: l autonomia organizzativa l autonomia didattica l autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo

18 L autonomia organizzativa La legge finalizza l autonomia organizzativa al miglioramento del servizio scolastico, al miglior utilizzo delle risorse umane e delle strutture, all'inserimento delle tecnologie e al coordinamento con il contesto territoriale.

19 L autonomia didattica L'autonomia didattica può essere intesa come la facoltà delle istituzioni scolastiche e dei docenti di progettare, mettere in atto e verificare percorsi formativi e ambienti di insegnamento/apprendimento, finalizzati al successo formativo degli allievi in uno specifico contesto territoriale.

20 Autonomia didattica e libertà di insegnamento L autonomia didattica non va confusa con la libertà di insegnamento. La libertà di insegnamento è insieme una garanzia costituzionale, di natura etico-sociale, individuale e inviolabile per il singolo docente ed è al contempo un assunzione di responsabilità e di coerenza culturale e professionale rispetto all arte o alla scienza che ciascuno insegna.

21 L autonomia di ricerca sperimentazione e sviluppo e gli enti di supporto La legge istitutiva attribuisce alle scuole anche l autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo, che, integrandosi con le prime due, realizza una triangolazione di condizioni e di compiti, efficace solo se le tre componenti interagiscono vicendevolmente.

22 Il Decreto del Presidente della Repubblica, 8 marzo 1999, n. 275 detta le disposizioni per la disciplina generale dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, individua le funzioni ad esse trasferite e provvede alla ricognizione delle disposizioni di legge abrogate.

23 L'intreccio fra autonomia organizzativa, autonomia didattica e autonomia di ricerca e innovazione è confermato dal Regolamento che accentua anzi la lettura dell'autonomia organizzativa e di quella di ricerca e sviluppo come strumenti di attuazione e supporto di quella didattica.

24 Tale regolamento, si applica alle istituzioni scolastiche a decorrere dal 1 settembre 2000.

25 Le risorse assegnate dallo Stato, costituenti la dotazione finanziaria di istituto sono utilizzate, a norma dell'articolo 21, comma 5, della legge n. 59 del 1997 e dell'articolo 6, comma 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie dell'istituzione interessata, come previste ed organizzate nel piano dell'offerta formativa (P.O.F.),

26 Per raggiungere questo fine, le scuole possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune"; in particolare: a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione degli spazi residui; c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati; d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.

27 Il Piano dell'offerta formativa è la carta d'identità della scuola: in esso vengono illustrate le linee distintive dell'istituto, l'ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività. Piano dell Offerta Formativa

28 Il sistema nazionale di istruzione e formazione è stato recentemente riformato dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107

29 Principali novità dal 1 settembre 2015: Piano triennale dell offerta formativa Entro il 30 ottobre dell anno scolastico precedente al triennio di riferimento ciascun Istituto elabora ed approva il P.O.F. di durata triennale (comma 12)

30 Offerta formativa deve contenere: Programmazione FORMAZIONE docenti e ATA Fabbisogno delle risorse: Organico docente e ATA, Infrastrutture, attrezzature e materiali Commi 12-14

31 Esiste quindi ed è formalizzato nel Piano triennale un legame diretto tra offerta formativa e risorse (organico e risorse materiali) Le Istituzioni scolastiche... Individuano il fabbisogno di posti dell organico dell autonomia in relazione all offerta formativa che intendono realizzare (comma 7)

32 L Offerta Formativa contiene: L attività di insegnamento L attività di potenziamento L attività di sostegno L attività di progettazione L attività di organizzazione L attività di coordinamento Comma 5

33 Per le scuole secondarie di 2 grado la legge 107 prevede: Insegnamenti opzionali per le classi 3^ 4^ 5^ anche utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità (comma 28) Indicazioni per lo svolgimento dell Alternanza scuola-lavoro (cl.3^-4^-5^) (commi 33-43)

34 Mentre sia per le scuole secondarie di 1 che per le scuole secondarie di 2 grado Percorsi sulle tecniche di primo soccorso (comma 10 ) anche in collaborazione con 118 e realtà territoriali

35 Piano Nazionale per la scuola digitale Sviluppo delle competenze digitali degli studenti Potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali Portale unico dei dati della scuola Formazione dei docenti per innovazione didattica e sviluppo della cultura digitale per l'insegnamento Formazione del personale amministrativo per l'innovazione digitale nell'amministrazione Potenziamento delle infrastrutture di rete Adozione di testi didattici in formato digitale Produzione e diffusione di materiali didattici, anche prodotti autonomamente dagli istituti scolastici (comma 58)

36 La legge 107 ribadisce quanto stabilito nel DPR 275/99: Autonomia didattica Autonomia organizzativa Quota di autonomia Flessibilità Articolazione del monte ore annuale di ciascuna disciplina Programmazione plurisettimanale e flessibile dell orario curricolare e delle singole discipline anche mediante articolazione del gruppo classe Entro il 20% del monte ore delle lezioni Aree di indirizzo scuole sec. 2 grado

37 Il Piano triennale dell offerta formativa può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre.

38 IL DS definisce gli indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestione e di amministrazione Il Collegio dei docenti elabora il Piano Il Consiglio di Istituto approva il Piano

39 Tra le altre azioni previste dalla legge 107 del 2015 Promozione di reti di scuole del medesimo ambito territoriale per utilizzo docenti, realizzazione di progetti, formazione, compiti amministrativi... (commi 70-72) Art. 7 DPR 275/1999 RETI DI SCULOLE: Le istituzioni scolastiche possono promuovere accordi di rete o aderire ad essi

40 Grazie per la vostra partecipazione Dott.ssa Gabriella Bellafiore

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