Rassegna Stampa. Domenica 6 Lunedì 7 settembre 2009 TREVISO

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1 Rassegna Stampa Domenica 6 Lunedì 7 settembre 2009 TREVISO

2 Domenica 6 settembre, pag. 20 Prosecco, prezzo bloccato per tre anni Accordo tra 15 cantine e 11 produttori. «Stabilità per programmare gli investimenti» Fissati i valori di 95 euro all ettolitro per il Doc e di 140 euro per il Docg di Fabio Poloni Prosecco Doc 95 euro all ettolitro, Docg 140. Per i prossimi tre anni, sarà il prezzo bloccato dell oro con le bollicine di Marca nella vendita dai produttori agli imbottigliatori. Lo stabilisce un accordo sottoscritto da tutte le 15 cantine sociali della provincia e da 11 etichette «big». Ci sono Carpenè, Mionetto, Serena, La Gioiosa, Maschio. Dall altra parte, tutte le cantine sociali che raccolgono i piccoli produttori. Obiettivo dell intesa: dare stabilità a un mercato che vale oro e che ha bisogno di una attenta programmazione, a partire dagli investimenti. Quest anno poi, con la prima vendemmia della nuova era Docg, l esigenza di evitare scossoni ai prezzi era ancora più sentita. «Cambiando il disciplinare di produzione - spiega Valerio Fuson, direttore tecnico della Gioiosa, uno degli imbottigliatori che ha sottoscritto l accordo - vengono modificate le rese per ettaro, e questo influisce sulle quantità prodotte. E necessario limitare le oscillazioni di prezzo per dare stabilità a un mercato che va difeso». Da qui l accordo sul tasso fisso : gli imbottigliatori, per i prossimi tre anni, pagheranno il Prosecco sfuso alle cantine 95 euro per il Doc e 140 per il Docg, il nuovo superiore a denominazione di origine controllata e garantita. «Solo in caso di eventi eccezionali - spiega Fuson - è previsto un meccanismo di aggiustamento del prezzo. Non è stato facile mettere d accordo tutti, è stato un grande risultato: segno di maturità, di volontà di gestire bene il futuro del Prosecco». Nel breve il rischio era - come detto - quello di un impennata del prezzo. Già dalle prossime vendemmie, però, poteva scattare il pericolo contrario: con i nuovi vigneti e con i nuovi disciplinari a regime, i prezzi sarebbero potuti scendere in picchiata. Ieri, intanto, i dati emersi dal Forum Spumanti di Valdobbiadene hanno detto una cosa chiara: le bollicine non sono in crisi. L export di spumante italiano è aumentato del 13% nei primi 4 mesi di quest anno, mentre le importazioni sono diminuite del 50%. E questo a fronte della crisi dello Champagne, che in Francia ha registrato una caduta del 44%. «Richiamo gli istituti di credito al dovere di dare una mano ai nostri produttori - dice Zaia - anche le banche devono assumersi il rischio di impresa». Nel 2008 i vini spumanti hanno registrato un incremento dell export del 14%, pari a 1,3 milioni di ettolitri, la migliore performance degli ultimi dieci anni. E in termini di valore è

3 il miglior risultato di sempre, con 444 milioni di euro ed una progressione dell 11% su base annua. «Non solo, contemporaneamente sono diminuite le importazioni di spumanti, specie dalla Francia: ciò significa che gli italiani preferiscono lo spumante e il Prosecco al cugino francese, lo Champagne». Anche i numeri del Prosecco sono eccellenti: la produzione del 2008 è di 160 milioni di bottiglie, per un valore al consumo superiore ai 650 milioni di euro. E inoltre un vino che ha un forte appeal all estero, visto che oltre il 40% della produzione (70 milioni di bottiglie) viene esportato». E prossimo un vertice italo-sloveno, a Roma. E a questo appuntamento ci sarà anche Zaia. «Stiamo lavorando a livello internazionale perché il nome Prosecco rimanga di uso esclusivo delle zone di produzione italiane. Chiederemo agli amici sloveni che loro usino la denominazione Glera». (ha collaborato Francesco dal Mas)

4 Domenica 6 settembre, pag. 20

5 Domenica 6 settembre, pag. 7 edizione NAZIONALE «Il nome Prosecco indichi solo vino italiano» Il ministro Zaia: «Chiederò al governo sloveno di utilizzare per i loro vitigni la denominazione Glera» Valdobbiadene «Il nome Prosecco deve rappresentare solo il vino italiano. In un prossimo incontro con il governo sloveno - ha affermato ieri il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia, intervenuto al Forum Spumanti d Italia a Valdobbiadene, nel Trevigiano - chiederemo il favore di cancellare dai loro registri dei vitigni il nome Prosecco per introdurre quello di "Glera". Quindi - ha concluso - l'uso esclusivo del nome Prosecco a quel punto sarà solo per le produzioni italiane e per le zone a denominazione». «La grande madre di tutte le battaglie ha detto ancora il ministro è quella dell identità dei prodotti. La stiamo combattendo in Italia, in Europa e in sede di Wto. Il cittadino consumatore, in Italia e in qualsiasi altra parte del mondo, ha diritto di sapere nome e cognome dei produttori e la storia che ha condotto quel prodotto fino al bancone dove lui lo acquista. Siamo contrari e resteremo fieri oppositori di tutte le politiche che tendono ad annullare le differenze per proporre ai cittadini un consumo indifferenziato che, qualche volta, mette anche a repentaglio la sua salute». «Per quanto riguarda spumanti e prosecco ha continuato Zaia siamo qui a riaffermare la leadership mondiale della produzione italiana in un mercato sempre più difficile. Mai come ora, le istituzioni devono collaborare attivamente con i produttori per acquisire nel mondo spazi nuovi, incrementare i consumi e affermare la forza del prodotto italiano. Gli ultimi dati sulle esportazioni ci dicono che siamo sulla buona strada: nel 2008 i vini spumanti hanno registrato un incremento dell export del 14 per cento, pari a 1,3 milioni di ettolitri, la migliore performance degli ultimi dieci anni in termini quantitativi. E in termini di valore è il miglior risultato di sempre, con 444 milioni di euro ed una progressione dell 11 per cento su base annua. Non solo, contemporaneamente sono diminuite notevolmente le importazioni di vini spumanti, specie dalla Francia: ciò significa che gli italiani ormai preferiscono lo spumante e il prosecco al cugino francese, lo Champagne». Anche i numeri del Prosecco, in particolare, sono eccellenti: la produzione del 2008 è di 160 milioni di bottiglie, per un valore al consumo superiore ai 650 milioni di euro. È inoltre un vino che

6 ha un forte appeal all estero, visto che oltre il 40 per cento della produzione (70 milioni di bottiglie) viene esportato. «Proprio per questo stiamo lavorando, come detto, a livello internazionale - ha detto il ministro per le Politiche agricole - perché il nome "Prosecco" rimanga di uso esclusivo delle zone di produzione italiane. Sono convinto che la recente Docg sia un elemento di forte positività che, anche grazie alla capacità e alla creatività dei nostri produttori, ci aiuterà a imporre un pezzo importante del Made in Italy nel mondo». In conclusione il ministro è tornato anche ad esprimere il suo punto di vista sull accostamento fra vino e incidenti stradali: «Il vigneto Italia è sotto attacco: mi impegno personalmente a far passare nell'opinione pubblica quel principio di verità secondo il quale la responsabilità del vino negli incidenti stradali è davvero residuale». Zaia infine ha richiamato gli istituti di credito a sostenere l'azione dei produttori affermando che anche le banche devono assumersi il rischio d impresa e sollecitato le istituzioni stimolandole alla collaborazione per l acquisizione di nuovi spazi nel mondo.

7 Lunedì 7 settembre, pag. 9 Lettera a Muraro e Galan in cui Confagricoltura, Coldiretti e Cia chiedono di ritirare e riformulare l avviso pubblico Commissione caccia, gli agricoltori: illegittimo il bando Anche le tre associazioni dell agricoltura chiedono al presidente della Provincia Leonardo Muraro di ritirare il bando per la formazione della commissione venatoria che ha suscitato le ire di Enalcaccia, con tanto di minaccia di ricorso al Tar. Nel mirino la nuova regola che prevede l indicazione di una rosa di sei nomi anziché una candidatura secca, da parte di ogni associazione di categoria, con facoltà di scelta all interno dei sei nomi lasciata alla Provincia. Ma Confagricoltura, Coldiretti e e Cia contestano anche la richiesta che i loro rappresentanti (ed esclusivamente i loro) siano in possesso della laurea in scienze agrarie e scienze forestali oppure di diploma di perito agrario o diploma di agrotecnico. «La richiesta di designare almeno sei candidati, senza distinzione tra effettivi e supplenti, lasciando all amministrazione provinciale la discrezionalità di scegliere tra questi i membri ritenuti più titolati a ricoprire i ruoli di componente effettivo e supplente della commissione - scrivono le tre associazioni in una lettera del 24 agosto scorso a Muraro e al presidente della Regione Giancarlo Galan -, appare fortemente limitativa del ruolo di rappresentanza dell organizzazione e comunque non supportata dal dettato della norma». E ancora: «La richiesta del titolo di studio per i componenti del settore agricolo oltre ad essere illegittima in quanto crea una inspiegabile discriminazione rispetto alle componenti venatorie e ambientalistiche della Commissione, non trova alcune conforto giuridico nel dettato della legge regionale». Per queste e altre motivazioni le tre associazioni degli agricoltori chiedono pertanto che l amministrazione provinciale «riformuli l avviso pubblico in questione eliminando le anomalie sopra evidenziate, riservandoci, in caso contrario, ogni azione e ragione nelle competenti sedi».

8 Domenica 6 settembre, pag. 16 «Commissione venatoria al Tar» Il presidente Enalcaccia Saldan: selezione bluff, pronto ricorso contro Muraro Contestati i nuovi criteri dell avviso pubblico, si lamentano anche le associazioni dell agricoltura di Alessandro Zago «Nella nuova commissione venatoria provinciale la Lega vuole mettere solo persone di suo gradimento. Di gradimento dell assessore alla Caccia Mirco Lorenzon e del dirigente di settore Paolo Pagnani, già noto per la faccenda delle licenze di caccia facili date al leghista Gobbo e allo stesso presidente della Provincia Leonardo Muraro. In commissione vogliono dei signorsì, che rispettino gli ordini di scuderia. Ma se la giunta non fa un passo indietro, noi la fermeremo con un ricorso al Tar». Nuova commissione venatoria provinciale: il presidente dell Enalcaccia Pietro Saldan spara la bordata sui vertici di via Battisti. E sua la lettera spedita giovedì a Muraro e, per conoscenza, al governatore del Veneto Galan contro il nuovo sistema di reclutamento dei membri della commissione venatoria adottato dall ultimo bando di via Battisti, scaduto venerdì. E ieri si è appreso che il 24 agosto anche le associazioni dell agricoltura, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, avevano scritto a Muraro e Galan lamentandosi per i criteri di selezione introdotti e chiedendo di riformulare l avviso pubblico. Un sistema di reclutamento che ha fatto gridare allo scandalo anche Stefano Dall Agata di Sinistra Democratica. Il motivo? E presto detto: fino allo scorso anno, ognuna delle associazioni venatorie e ambientalistiche locali potevano proporre un solo candidato alla carica di consigliere per la commissione, l uomo più fidato e preparato, e quindi la sua elezione era certa. Da quest anno, invece, la Provincia (che ha ricevuto la delega in materia dalla Regione) ha preteso che ogni associazione presentasse una rosa di ben sei candidati, dalla quale scegliere appunto un solo nome. «Che certamente sarà il più gradito a Muraro e Lorenzon - insiste Saldan - scartando così il nome preferito dall associazione. E così la nuova commissione sarà più manovrabile. E la Lega continuerà a fare quello che vuole. Muraro vuole addomesticare la struttura. Se la Provincia non riformulerà il bando, ricorreremo al Tar». A partecipare alla composizione della commissione sono ben sette associazioni venatorie, più tre associazioni ambientalistiche, le tre associazioni agricole, Coldiretti in testa, più un esperto della zona faunistica alpina.

9 Il presidente Muraro replica piccato: «Mettere la sordina alla commissione? E l esatto contrario: questa volta chiediamo ai candidati anche gli appropriati titoli di studio proprio perché vogliamo scegliere le persone più capaci. L Enalcaccia vuole fare ricorso al Tar? Pazienza: il 60% dei ricorsi in cui la Provincia viene coinvolta riguardano questioni di caccia». SI PARTE IL 20 SETTEMBRE Nella Marca doppiette puntate La stagione venatoria quest anno aprirà i battenti domenica 20 settembre. Ma i primi colpi di doppietta si sono sentiti già dal 2 settembre, per il cosiddetto «pre-caccia», timido inizio di stagione che riguarda solo pochissime specie cacciabili. Nella Marca trevigiana le doppiette quest anno saranno 8.250, in calo quindi rispetto alle dello scorsa stagione, che già aveva perso 100 cacciatori. Le specie cacciabili, a pieno regime, in tutto sono 32: una ventina di specie volatili, più i mammiferi volpe, coniglio e lepre, e altre 9 specie di ungulati. Pure quest anno non mancheranno certo le polemiche di rito, anche se nel 2008 il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla questione più accesa, quella relativa ai corridoi di caccia: il Consiglio di Stato, contro la Provincia di Treviso, ha dato ragione alla Regione nel non aumentarne ancora il numero a disposizione dei cacciatori. (a.z.)

10 Domenica 6 settembre, pag. 7 Arde il Piave: l incendio è doloso In fiamme ieri pomeriggio una vasta area dell alveo a Covolo: vigili del fuoco mobilitati Pederobba Un incendio di vaste proporzioni ha distrutto ieri, a partire dalle 16, una zona del greto del Piave nei pressi di via Francesco Baracca, a Covolo di Pederobba. L'incendio, quasi sicuramente di origine dolosa ha costretto diversi gruppi di vigili del fuoco ad intervenire rapidamente sul posto allertati dai residenti del posto preoccupati dalle alte ed improvvise fiamme che si erano propagate, favorite dal vento favorevole in brevissimo tempo, nella zona che va da via Barche a via Francesco Baracca. «Ho visto per caso, guardando da una finestra della mia abitazione, alzarsi delle fiamme e ho subito chiamato aiuto. L'intervento dei vigili del fuoco di Montebelluna è stato immediato e il loro lavoro davvero da elogiare. Purtroppo le fiamme si erano sparse un pò dappertutto e sedarle non è stata un'impresa tra le più semplici», la testimonianza di una residente. In soccorso alla squadra dei vigili del fuoco di Montebelluna sono arrivati i volontari di Asolo, la squadra anticendi di Miane e la Guardia Forestale con diversi agenti. Le fiamme sono state spente ben oltre le ed ingenti sono i danni subiti dalla macchia di vegetazione che ha interessato non solo arbusti ma diverse piante che trovano il loro habitat naturale proprio nelle grave del Piave. Il denso fumo creatosi ha causato diversi problemi ai residenti che tuttavia non hanno avuto problemi alle loro abitazioni. Accedere sul posto dell'incendio per le squadre di pronto intervento non è stata un'impresa molto semplice viste le strade molto strette. I vigili tuttavia sono riusciti a limitare le conseguenze con un grande lavoro. E spetterà loro chiarire le cause di questo danno ambientale che ha distrutto un'area molto vasta ed al momento non ancora quantificabile. L'atto doloso comunque è quello maggiormente attentedibile, anche se non è da escludere il fatto accindentale, come un mozzicone di sigaretta lasciato cadere sbadatamente. Luciano Beltramini

11 Domenica 6 settembre, pag. 17 ZAIA «Zero alcol alla guida? Passeranno sul mio cadavere» Il ministro lancia la proposta: fumo vietato in auto Se fosse per lui, Luca Zaia, ministro dell agricoltura, il fumo in macchina sarebbe vietato, come in treno. A costo di fare un dispiacere a sua moglie, fumatrice. Zaia difende invece i due bicchieri di vino per chi si pone alla guida di un autovettura. E invita i poliziotti piuttosto che i carabinieri o gli agenti municipali a verificare non solo la condizione alcolica di chi fermano, ma anche quanti farmaci assumono o quante sigarette si sono fatti. Lotta senza quartiere a chi teorizza la riduzione da 0,5 mg/l a zero del tasso alcolico nel sangue per poter guidare. «Una misura di questo tipo non sarà mai fatta finché io sarò ministro. Dovranno passare sul mio corpo», asserisce il ministro davanti ai produttori di spumante e di prosecco, riuniti a Villa dei Cedri a Valdobbiadene. «Non ho mai visto uno ubriacarsi col Brunello» insiste. E con il Prosecco? «Tantomeno» aggiunge. Ma applausi dalla sala non gli arrivano. Ecco perché Zaia lancia quasi un monito ai presenti. «Anche vopi produttori dovete farvi sentire. Questa non dev essere solo una mia battaglia». Poi spiega, a chi sembra non aver ancora compreso: «Io sono chiamato a difendere da un lato la produzione e dall altro la verità. Il 98% degli incidenti stradali è provocato da cause diverse all alcolismo». «Quindi - prosegue - abiamo l onere e l obbligo di ricordare come l assunzione di farmaci, volume d autoradio e fumo durante la guida, piuttosto che le ore di sonno non trascorse, l uso di cinture di sicurezza e di telefoni, siano altrettanti elementi di pericolo di cui non si tiene conto». Zaia fa saperne di aver parlato con il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, che «ha capito». Lo 0,5, dunque, non si tocca. Il ministro racconta di aver incontrato in queste settimane numerosi ristoratori, i quali l hanno informato - «allarmati» - che dalle tavole è già sparito il vino passito, ma anche le grappe. (Francesco Dal Mas)

12 Domenica 6 settembre, pag. 26 Usl 7, un bevitore su tre è a rischio Sondaggio-shock: bene gli scrrening, ma si esagera con l alcol CONEGLIANO. Il 29 % dei residenti nell Ulss 7 sono bevitori a rischio e il 16, 5 % si mette al volante dopo aver bevuto due unità alcoliche nell ora precedente. Bene invece sul fronte degli screening. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal report «Passi», un sondaggio sui fattori di rischio comportamentali nell Usl 7. La raccolta, l analisi e la diffusione dei dati a livello locale sta fornendo informazioni utili per la costruzione dei profili di salute e per la programmazione di interventi di prevenzione mirati. Da aprile 2007, è partita la rilevazione dei dati in tutta Italia. Un campione di residenti tra 18 e 69 anni viene estratto dagli elenchi delle anagrafi sanitarie e viene intervistato telefonicamente dalle assistenti sanitarie del Dipartimento di Prevenzione. Nell Usl 7 sono state effettuate 339 interviste (169 uomini e 170 donne). Il 20 % è risultato iperteso, il 29,5 % con il colesterolo alto. Per quanto riguarda lo screening il 95 % delle donne ha fatto una mammografia negli ultimi due anni (la media italiana è del 68 %, quella veneta dell 82 %) e il 91 % ha fatto il pap test. Per quanto riguarda l alcol il 77,2 % ha bevuto almeno un unità alcolica nell ultimo mese e il 29 % sono bevitori a rischio (bevitori fuori pasto o forti bevitori). In Italia i bevitori si attestano al 61% circa, in Veneto sono il 70%, mentre quelli a rischio sono il 15,7% in Italia e il 24,5% in Veneto. Il 25 % dei residente nell Ulss 7 sono fumatori, il 21, 6 % sono ex fumatori. Il 30 % è in sovrappeso, obeso il 6,5 %. Il 18, 2 % degli intervistati non svolge attività fisica né al lavoro né nel tempo libero. (Salima Barzanti)

13 Domenica 6 settembre, pag. 26 Influenza A, i due pazienti restano in isolamento In attesa dell esito delle analisi, l Usl 7 adotta tutte le precauzioni CONEGLIANO. Sono stazionarie le condizioni dei due giovani pazienti ricoverati con sospetta influenza A-H1N1. Restano quindi ricoverati in ospedale, il più giovane in isolamento respiratorio nel reparto di Pneumologia. Entrambi sono sfebbrati. Sono i primi due pazienti con diagnosi di sospetta influenza A-H1N1 ad essere ricoverati in ospedale nell Usl 7. I due giovani hanno iniziato ad accusare i sintomi di un influenza fuori stagione, con tosse, mal di gola e febbre, uno la scorsa settimana, l altro a metà di quella appena passata. La febbre però è salita fino a 39 gradi e dopo alcuni giorni non è scesa. I due sono così stati ricoverati, con la diagnosi di sospetta influenza da virus A-H1N1. Il più giovane dei due pazienti si trova ancora ricoverato in Pneumologia in una stanza a isolamento respiratorio con sei ricambi d aria a pressione negativa. In queste camere ci sono in pratica precauzioni simili a quelle adottare in un reparto di infettivologia, con infermieri e medici che utilizzano la mascherina. L isolamento respiratorio è una precauzione in più rispetto al protocollo nel caso di sospetta influenza A-H1N1. L altro paziente che è sospettato di aver contratto il virus presenta anche altre patologie. Si attendono per uno dei prossimi giorni i risultati delle analisi su prelievi e tamponi già inviati al laboratorio di Padova. Sul fronte del monitoraggio dell espansione dell influenza, a seconda delle segnalazioni di medici di base di casi sospetti con sintomi lievi, il servizio igiene dell Usl 7 procede con prelievi a campione al domicilio. Tra novembre e gennaio ci saranno le vaccinazioni. (sa.b.)

14 Domenica 6 settembre, pag. 28 L APPELLO La cantina sociale di Oderzo «Sostenere l agricoltura» ODERZO. «E necessario sostenere l economia agricola, in questo momento di crisi e recessione, uno dei pochi settori a sostenere il Pil nazionale e ad incrementare fortemente anche le esportazioni all estero»: lo sostiene Luigi Vanzella, direttore della cantina sociale di Oderzo. «Il mondo agricolo tanto vituperato, non viene riconosciuto quanto dovrebbe essere - dice Vanzella - ci si vergogna di questo mondo, che tanto ha dato da mangiare a tanta gente, che è andata a scuola, si è laureata ed ora ricopre anche incarichi di prestigio. Non per il nostro caso siamo una realtà di tutto rispetto, essendo il punto di riferimento di molti cittadini di Oderzo, con un punto vendita che conta oltre clienti sparsi nel circondario, senza contare le esportazioni». (a.v.)

15 Domenica 6 settembre, pag. 4 Colf e badanti Immigrate disposte a pagare anche cinquemila euro per comperarsi un datore di lavoro Ora spunta il prestanome pagato Dalla Cisl un altro allarme sull utilizzo improprio della sanatoria «Una volta c era il mercato degli schiavi, adesso siamo al mercato dei padroni». La battuta di Franco Marcuzzo, responsabile dell Anolf, l associazione che nell ambito della Cisl si occupa di immigrazione, è amara ma veritiera. La legge che regolarizza colf e badanti ha creato una nuova domanda occupazionale : accanto a coloro che cercano un assistente o una collaboratrice domestica, si stanno moltiplicando, sul fronte opposto, le assistenti e le collaboratrici clandestine che cercano un datore di lavoro. O meglio, un prestanome compiacente che dichiari di averle alle proprie dipendenze, mentre, di fatto, lavorano da tutt altra parte. E pur di trovarne uno sono disposte a comprarselo. Troppo ghiotta, del resto, l opportunità di ottenere il permesso di soggiorno. C è persino un tariffario: dai tre ai cinquemila euro per farsi assumere. Con questa cifra si coprono le spese per le pratiche della sanatoria (il famoso forfait di 500 euro), i contributi previdenziali da versare all Inps per un certo periodo (una volta emersa, infatti, la colf o la badante deve essere assoggettata ad un regolare contratto) e rimane pure una quota per ricompensare il disturbo (vogliamo chiamarla remunerazione del rischio?) di chi figura come datore di lavoro. «Proprio perché possono permettersi di pagare, si tratta di persone che hanno già un altra occupazione spiega Marcuzzo -. Dove lavorano, però, evidentemente non sono in condizione di metterle in regola o non vogliono farlo e perciò questi soggetti sono alla disperata ricerca di qualcuno che, almeno sulla carta, li assuma». Sono magari badanti impiegate in famiglie che non intendono accollarsi il sovrapprezzo per retribuirle in chiaro, o addirittura extracomunitarie che fanno un mestiere del tutto diverso. All associazione sono già stati segnalati alcuni casi: «Cominciano a rilevare il fenomeno con insistenza crescente. Certo, per ora i numeri sono limitati, ma siamo solo a pochi giorni dall avvio della regolarizzazione (c è tempo fino al 30 settembre, ndr): alla fine, la cosa rischia di assumere proporzioni notevoli. E, allo stato attuale, abbiamo segnali di episodi individuali, ma non è escluso che ci sia chi potrebbe approfittarne in modo organizzato». I tanti stranieri presentatisi in questi giorni agli sportelli avevano già generato nei sindacati, che sono tra i principali punti di riferimento

16 per l istruttoria delle pratiche, il sospetto di assunzioni fittizie, al solo scopo di ottenere il permesso di soggiorno. Ora i timori si allargano a queste forme di compravendita. L Anolf, in collaborazione con le organizzazioni degli immigrati, ha programmato in questo periodo campagne di sensibilizzazione e riunioni informative con gli extracomunitari: «Spieghiamo che la legalità conviene a tutti, che, oggi ancor più di prima, chi lavora da clandestino è ricattabile, così come chi assume clandestini è ricattabile ribadisce Marcuzzo -. Purtroppo però ci sono condizioni oggettive perché la clandestinità non diminuisca. Le famiglie che finora non erano in grado di mettere in regola la badante del nonno, non lo diventano improvvisamente perchè è stata varata la sanatoria». Mattia Zanardo

17 Domenica 6 settembre, pag. 17 Due casi già segnalati. «Reato penale, intervenire prima che diventi un sistema» Regolarizzarsi costa Badanti, la Cisl denuncia: mercato di false assunzioni «Se mi regolarizzi ti do cinquemila euro». A fare la proposta è una badante. A riceverla, una famiglia che con la donna non c entra nulla. In pratica, un mercato clandestico delle regolarizzazioni. La denuncia parte dall Anolf Cisl. «Quello dei cinquemila euro è il caso più eclatante - dice il responsabile Anolf, Franco Marcuzzo - ma non è l unico. In un altra situazione, l offerta era di tremila euro. Bisgona intervenire prima che nasca un vero e proprio mercato clandestino tra domanda e offerta». Per far passare la voglia ai furbetti, pronti ad accettare la ricompensa pur di fingersi datori di lavoro, «basta ricordare - dice Marcuzzo - che stiamo parlando di un reato penale». La Cisl, intanto, mette a disposizione le proprie strutture per la consulenza sulle regolarizzazioni a norma. (f.p.)

18 Domenica 6 settembre, pag. 23 Vallà ricostruita senza aiuti Il sindaco: «Tre mesi dal tornado ma nulla da Regione e Governo» RIESE. «Ricostruzione ultimata entro l inverno». Ma a tre mesi dal disastro di Vallà, ancora nessuna traccia degli aiuti promessi dal governo. «Ci attiveremo assieme al presidente della Provincia», annuncia il sindaco Gianluigi Contarin. Sono passati tre mesi dal pomeriggio del 6 giugno in cui una tromba d aria ha devastato la piccola frazione riesina. Ed è ormai tempo di bilanci per il sindaco Gianluigi Contarin, che con impegno straordinario ha gestito ogni fase dell emergenza. «La ricostruzione procede bene - spiega - entro l inverno sarà completata, almeno per quanto riguarda le abitazioni». Per le altre strutture, case non abitate o aziende, ci vorrà un po di più. A Vallà nessuno ha atteso gli aiuti, tutti si sono rimboccati le maniche per ricostruire ciò che il tornado aveva distrutto. «Purtroppo a 90 giorni di distanza dall evento - osserva Contarin - stiamo ancora aspettando una visita dei nostri amministratori. In particolare del nostro governatore Giancarlo Galan, che non ha ancora risposto al nostro invito a venire a vedere di persona quanto successo in quel pomeriggio. Chi fa politica dovrebbe dimostrare di essere vicino ai cittadini nel momento del bisogno e non solo quando servono i voti». A Vallà aspettavano anche la visita di Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile, quello che ha in mano i cordoni della borsa del fondo a cui attingere per aiutare Vallà nelle spese per la ricostruzione, ma neanche lui si è visto. Rimane ancora una questione aperta quella degli aiuti. Il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, all indomani del disastro metteva a disposizione un milione di euro per l emergenza. Una cifra importante, ma che basterà a malapena a coprire gli interessi per i mutui che i cittadini andranno a richiedere per pagare la ricostruzione. L assessore regionale Elena Donazzan prometteva un altro milione di euro di aiuti, che non è ancora arrivato. L entità dello stanziamento del fondo nazionale della Protezione civile, promesso dal governo, non è ancora stato stabilita. Nel frattempo numerose sono stati gli eventi di solidarietà, a Riese e nei paesi vicini. «Finora sono state raccolti 130 mila euro di offerte per la ricostruzione - riferisce il sindaco Gianluigi Contarin - una cifra destinata a crescere». Ma che da sola non basterà. I danni per il comune di Riese arrivano a poco più di 27 milioni di euro. (Daniele Quarello)

19 Domenica 6 settembre, pag. 25 Raccolte 500 firme per riaprire l A28 Un gruppo costituito su Facebook sta facendo il pieno di adesioni da tutti i paesi GODEGA. Il popolo di Facebook si mobilità contro la chiusura dell A28: in poche ore il gruppo creato su internet per chiedere la riapertura ha già raccolto oltre 500 adesioni. Piovono critiche contro il Comune di Godega ed i pianzanesi. Ed è polemica anche all interno della Lega, con l ex consigliere provinciale leghista Antonio Tovenati che si fa promotore di una raccolta firme per la riapertura. Il gruppo su Facebook è stato fondato da due giovani della zona, Daniele Marchioni e Vania Mazzer, ed ha avuto centinaia di consensi. «Sono di Pianzano e sono tra quelli che hanno continuato ad essere «pro autostrada» - afferma Tania Spadotto - era comodissima, si andava a Sacile in un secondo per esempio. Invece di lamentarsi per il traffico, perché non sollecitare i vigili affinché controllino il passaggio dei Tir?». «Io abito lungo la Pontebbana e sono anni che respiro lo smog di un traffico nettamente maggiore - scrive Enrico Scarpis, che risiede a San Fior - le elementari di San Fior fino a pochi anni fa erano lungo la statale e non mi sembra che i bambini abbiano riportato danni». Ed intanto sul fronte politico scoppia la polemica contro la Lega Nord: «La Lega è impegnata su questioni ideologiche e lontane dei cittadini e non riesce a dialogare neppure al suo interno per risolvere i problemi del nostro territorio - denuncia Giovanni Tonella, portavoce del Partito Democratico - la questione della chiusura dell A28, inevitabile dal punto di vista giuridico, è grave come conseguenze sul traffico e va risolta al più presto possibile. E l ennesimo monumento all incapacità di governo della Lega». Ma anche all interno del Carroccio vi sono pareri discordanti. L ex consigliere provinciale leghista Antonio Tovenati propone una raccolta di firme contro il ricorso presentato dal sindaco di Godega Alessandro Bonet, anche lui in quota Lega. «In questi giorni ho sentito i commenti della gente, tutti sono increduli, si va a danneggiare un sistema viario che porterà inevitabili conseguenze negative sul territorio - spiega Tovenati, in passato assessore di Mareno - propongo una raccolta immediata di firme da subito per la riapertura del casello di Pianzano da inviare al Consiglio di Stato e alla società autostrade». Dopo le firme raccolte lo scorso anno dal comitato di Pianzano per chiedere la chiusura dello svincolo autostradale, automobilisti e residenti del Coneglianese sono pronti a passare al contrattacco. Mentre l autostrada potrà riaprire al termine dei lavori con il congiungimento all A27 a San Vendemiano previsto tra quattro mesi, Autovie Venete ha annunciato che il casello di Pianzano rimarrà chiuso sino al 2011, finchè non verrà costruita la bretella di collegamento con la Pontebbana. Diego Bortolotto

20 Lunedì 7 settembre, pag. 12 La lotta dei Comitati si allarga: due gazebi per raccogliere firme contro il traforo VITTORIO VENETO - Continua la lotta contro il traforo di sant Augusta del Coordinamento comitati spontanei di Vittorio Veneto, che ha organizzato due punti di informazione e di raccolta firme per i cittadini. Un gazebo è già attivo presso il distributore Agip di Aldo Zanette in Località Costa di Vittorio Veneto, è disponibile molto materiale illustrativo ed alcuni volontari dei Comitati sono presenti per rispondere alle domande dei cittadini. Il Gazebo è aperto tutti i giorni in orario di servizio dell'esercizio. A partire dalla fine di settembre, per tutto il mese di ottobre, novembre e dicembre, lungo il Viale della Vittoria sarà attivo, inoltre, un banchetto informativo in tema di viabilità. Il Coordinamento Comitati Spontanei (CCS) è nato con lo scopo di unire in una sol voce tutti i comitati spontanei per la salvaguardia ambientale sorti in città nel corso degli ultimi anni, proponendosi quale interlocutore unico dell'amministrazione comunale e provinciale. Con questa sottoscrizione il Coordinamento vuole chiedere all'amministrazione di avviare un tavolo di confronto sulla scelta per la Tangenziale Est: un unico tunnel dalla S.S.51 (loc.savassa) al Poligono di Costa, anzichè l'attuale progetto di Traforo di S. Augusta, quest'ultimo considerato non rispondente alla necessità di convogliare il traffico fuori centro storico e di avere una circonvallazione Est, oltre che essere un'opera ad elevato impatto ambientale.

21 Lunedì 7 settembre, pag. 19

22 Lunedì 7 settembre, pag. 9 edizione NAZIONALE lettere dei lettori L agricoltura sta morendo nel più assoluto silenzio E stagione di raccolta per il mais da granella. Possiamo iniziare a fare i conti con la realtà dei dati che è ancora piu triste delle già grigie previsioni: i mais di classe media non superano nella zona del delta del Po gli qli di granella secca per ettaro: non si arriva nemmeno a mille euro per ettaro di Plv (il ricavo) se lo vendessimo essiccato e conservabile in questi giorni, dato che il prezzo del cereale sta continuamente ribassando. Chi puo lo consegnerà in conto deposito presso le strutture attrezzate alla essiccazione ed alla conservazione in vista di vendite future sperando in prezzi di realizzo piu alti degli attuali, ma ben sapendo che Consorzi e Cooperative ancora detengono per conto dei conferitori merce della precedente raccolta. Abbiamo ben consapevolezza che il rischio d impresa nel nostro mestiere passi anche da una stagione avversa che consegnerà ai metereologi l estate 2009 come una delle più calde e siccitose degli ultimi 50 anni; sappiamo anche di doverci misurare con le capacità produttive di stati agricoli emergenti, da poco nostri compagni di viaggio in questa accozzaglia comunitaria che sembra stata pensata per distruggere la nostra agricoltura. Avevamo dubbi forti circa la possibilità (attualmente ancora negata da noi mentre è consentita ad esempio in Spagna ed Inghilterra) di impiegare in tempi ragionevoli sementi geneticamente modificate che invece potrebbero permetterci di raggiungere livelli produttivi simili se non superiori agli attuali ma con costi di produzione nettamente più bassi, e quindi consentire un discreto o quanto meno positivo risultato economico, ma quello che a molti risulta oggi inspiegabile è come tutto ciò possa avvenire nella indifferenza più totale. Non stanno meglio dei maiscoltori nemmeno i produttori di frutta: mele e pesche non vengono nemmeno raccolte per via del prezzo talmente basso da non giustificarne la raccolta: al negozio il prezzo al kg di mele e pesche è a livelli stratosferici: volte, anche 20, più alto del prezzo in campo. I coltivatori di meloni sono in perdita di migliaia di euro/ettaro. Gli allevatori convivono con una realtà talmente drammatica da essere ormai una tragedia: mezza minerale al bar costa come 5 litri di latte alla stalla, ma sappiamo bene che il costo al dettaglio per il latte è 5 volte tanto quello pagato all allevatore. Sarebbe una vittoria sociale se il consumatore finale potesse almeno lui beneficiare di questa situazione, potendo disporre di alimenti a prezzi bassi, ma qui se ci fermiamo un attimo a riflettere tocchiamo la dura realtà quotidiana. Ma le leggi che regolano la nostra agricoltura valgono solo per noi. Dovrebbero valere anche per

23 chi vuol venire a vendere da noi il suo prodotto, oppure si decida, ma lo si faccia in fretta, se anche noi possiamo essere liberi di produrre alle condizioni degli Stati che poi esportano da noi i loro prodotti agricoli. Alla situazione attuale, se l operaio non arriva alla terza settimana del mese, si sappia che gli agricoltori non possono nemmeno contare sul benché minimo guadagno. Lavorare per perdere denaro non va affatto bene e soprattutto non può durare a lungo. Siamo imprenditori, certo, siamo disposti ad accollarci i rischi delle nostre imprese, ma qui ormai non c è più posto per il nostro tipo di impresa ed il nostro tipo di prodotto. L attenzione in questi mesi è rivolta altrove. Troppo lontano dal mondo agricolo e dai suoi bisogni. Di questo passo avremo gli stendardi regionali esposti in bella mostra vicini al tricolore, forse vivremo in una società in cui viene garantito ai ragazzi di studiare anche il dialetto della loro terra, vivremo da poveri in casa nostra felici di aver dato un tetto a chi è più sfortunato di noi, ci saremo dati regole e leggi su tutto, ma non avremo più nessuno che coltiva le nostre terre e mangeremo pane rigorosamente made in UE ma proveniente da farine di grani ucraini, uzbeki, turchi e siriani. Anche il Marocco ci vende del grano duro. Che non è affatto detto sia prodotto lì. Chissà da dove viene. Le nostre industrie molitorie lo acquistano perché costa meno del nostro. Bene. Prendiamone atto. È la legge del mercato. Ma allora che sia un mercato con regole certe ed uguali per tutti: perché in Spagna si coltiva mais ogm? e in Inghilterra? Sono Paesi che hanno libertà di commercio con l Italia : dove và a finire quella granella? Perché vi è libertà di alimentare i nostri bovini con mangimi che contengono farina di soia o.g.m. mentre in Italia la coltivazione di soia o.g.m. è proibita? Perché non si apre all ogm o non lo si vieta in modo chiaro? Non c è piu reddito in campagna, ormai. Siamo stati portati pian piano alla impossibilità di produrre se non sottostando a regole, norme e disciplinari che ci permettono ogni giorno di immettere sul mercato prodotti sani, genuini e controllati. Ci siamo autoregolamentati e normati per dare ai nostri prodotti di eccellenza i marchi di qualità e di produzione che identifichino la provenienza e siano garanzia per il consumatore. Ma questo costa molto e ci mette fuori mercato. È la follia più totale. E questo accade nella indifferenza generale. Nel silenzio più assoluto. Mi spiace dover evidenziare che quella che il Ministro Zaia chiama la multinazionale dei contadini per la maggior parte diventerà una multinazionale di anziani, anzi vecchi, pensionati che hanno visto i loro figli nel giro di pochi anni abbandonare le terre di famiglia e spingersi in cerca di altre occupazioni. Pasqualino Simeoni Agricoltore Porto Viro

24 Lunedì 7 settembre, pag. 16 edizione di VENEZIA CAORLE Progetto sperimentale di Veneto Agricoltura A Vallevecchia i trattori funzionano a olio di colza Caorle È partita nell azienda pilota dimostrativa Vallevecchia di Veneto Agricoltura la sperimentazione sull olio di colza. Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra l azienda regionale e il sindaco di Caorle Marco Sarto sul futuro dell oasi naturalistica, Veneto Agricoltura ha fatto sapere di aver collaudato con successo un Lamborghini 230, il primo dei trattori dell azienda ad essere appositamente modificato per renderlo idoneo al funzionamento con olio di colza puro. Il secondo, che diventerà l ammiraglia dell azienda, sarà un Fendt già predisposto con la doppia alimentazione. Il progetto Energy crops, che rientra nell azione strategica Bioenergia di Veneto Agricoltura per lo sviluppo delle diverse filiere bioenergetiche sul territorio regionale, prevede la realizzazione di una filiera corta e chiusa dell olio vegetale puro che possa essere d esempio per le aziende agricole del Veneto. Filiera corta e chiusa significa produrre, trasformare e usare il combustibile ottenuto direttamente in azienda: lo scorso autunno sono state seminate a Vallevecchia otto varietà di colza su una superficie totale di 24 ettari, con una resa di circa tre tonnellate ad ettaro. L azienda si sta inoltre dotando di un sistema completo di spremitura a freddo e filtrazione dei semi raccolti per la produzione dell olio. Del parco trattori operanti a Vallevecchia, i due mezzi funzionanti con l olio di colza, che svolgono la maggior parte del lavoro in azienda, saranno completamente autonomi grazie al solo raccolto di questa stagione. A metà novembre, inoltre, Veneto Agricoltura organizzerà una giornata dimostrativa rivolta agli operatori del settore sulla filiera di questo biocarburante amico dell ambiente. T.Inf.

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