Milano, idee per il governo Linee guida per l elaborazione di un programma per il cambiamento

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1 Milano, idee per il governo Linee guida per l elaborazione di un programma per il cambiamento - Relazioni dei forum tematici del Cantiere per Milano - Milano, 21 dicembre 2005

2 Milano, idee per il governo Linee guida per l elaborazione di un programma per il cambiamento Il 24 giugno 2005 è nato il Cantiere per Milano, l alleanza tra i partiti dell Unione, le persone, le associazioni, i movimenti, i comitati che si battono per il cambiamento della nostra città. Di seguito si riportano, oltre alla dichiarazione d intenti che ha portato alla promozione del Cantiere, le relazioni dei diversi forum tematici che si sono messi al lavoro da settembre ad oggi. Tali elaborazioni, frutto del confronto tra numerose esperienze dalle storie diverse, saranno la base per la costruzione del vero e proprio programma per il governo che il candidato Sindaco presenterà dopo le primarie del 29 di gennaio. Si tratta dunque di un lavoro aperto frutto di un intenso scambio di punti di vista che potrà proseguire anche nei prossimi mesi nel nome della partecipazione dei soggetti e del protagonismo di tutta la Milano possibile. Si tratta, infine, di una buona base di partenza per la nuova stagione politica di cui Milano ha davvero bisogno. 2

3 Documento d intenti Vogliamo cambiare Milano A Milano occorre attuare un modello di sviluppo, capace di coniugare in modo nuovo coesione sociale ed eccellenza: sicurezza, crescita economica, uso compatibile del territorio, salvaguardia del welfare, investimento sulle innovazioni, lotta al disagio, in un programma strategico di lungo termine. Noi vogliamo innanzitutto che Milano sia riconosciuta in tutti i campi capitale dell innovazione, emblema del futuro. Dalla straordinaria concentrazione di sedi universitarie, passando per la storica vocazione creativa in tutti i campi, per giungere infine alla sua naturale posizione di cerniera con l Europa, Milano deve rappresentare per l Italia intera quel punto di riferimento per il futuro che oggi manca. In quest ottica vogliamo affrontare radicalmente il diritto alla mobilità e il diritto ad un ambiente sano ponendolo al suo giusto livello, quello dell area metropolitana, perché è soprattutto lo squilibrio della mobilità con un area vasta di cui Milano è il centro, la causa dell eccesso di traffico, di inquinamento e della cattiva qualità della vita. Le merci, le persone, i mezzi e i servizi non possono unicamente gravitare su Milano, in quest area. Solo dentro questa cornice, Milano può tornare ad essere una delle grandi città europee e internazionali della cultura, per la sua tradizione in questo campo, per le numerosissime eccellenze in ognuna delle diverse forme della cultura e dell arte, per una tendenza positiva alla collaborazione tra impresa privata ed enti culturali pubblici, per la presenza di realtà associative finora poco valorizzate, per la rete di piccole e medie imprese culturali diffuse e all avanguardia. Importanza centrale in questo progetto va data al diritto al lavoro. Il lavoro va valorizzato, investendo sulla formazione, sulla specializzazione, sulla crescita delle imprese private e pubbliche. Va combattuta la precarietà. Milano deve investire sulle sue vocazioni; attività di ricerca, creatività, innovazione, comunicazione, promuovendo il nuovo, favorendo gli scambi, unendo gli sforzi, valorizzando le opportunità, sostenendo la collaborazione tra imprese e università. Prima del resto del Paese, Milano deve raggiungere gli obiettivi di Lisbona, a partire dall occupazione femminile. Università e Centri di ricerca, Scuola e Formazione sono certamente nodi strategici del progetto di rilancio per Milano: diritto allo studio, qualità dei servizi, partecipazione di utenti e dei docenti, formazione professionale ed educazione permanente, integrazione degli stranieri sono solo alcuni degli obiettivi prioritari che ci poniamo in questo campo. Anche per questo è con i giovani di questa città che va sancito un patto di solidarietà, capace di costruire le condizioni per il loro futuro e di sconfiggere l orizzonte della precarietà. Casa, scuola, università, cultura, servizi, diritto all autogestione, spazi ad uso sociale saranno gli elementi di questo patto. La città pubblica è anche in questo senso una risorsa. Pensiamo al settore pubblico ed alle aziende comunali non come ad un patrimonio obsoleto da svendere per miopi esigenze di cassa. Energia, trasporti, ambiente, acqua rappresentano una grande risorsa per realizzare gli interessi fondamentali dei cittadini e che possa costituire un fattore d impulso significativo dell economia locale. 3

4 Milano invecchia, la popolazione continua a diminuire, se ne vanno le giovani coppie costrette altrove dai costi proibitivi, aumenta la popolazione universitaria che non si traduce poi in nuovi giovani residenti. La qualità del welfare locale diventa allora un altra delle chiavi di sviluppo della città: non più solo strumento per accompagnare lo sviluppo economico in modo armonico, senza lacerazioni sociali com è stato nel passato, ma strumento di sviluppo esso stesso in grado di fermare l abbandono e di attirare nuovi residenti. Un obiettivo ambizioso : restituire Tempo a donne, uomini e famiglie, con nuove politiche degli orari e di conciliazione tra tempo per il lavoro, per la cura, per sé. Si devono investire risorse pubbliche e private per la risoluzione del problema casa. In un momento in cui gli affitti sono alle stelle, l acquisto degli appartamenti proibitivo ed i bilanci delle famiglie precari, il Comune deve svolgere un ruolo attivo, investendo e favorendo l investimento per realizzare edilizia pubblica, edilizia convenzionata, edilizia a canone moderato, per rispondere alle esigenze drammatiche di tanti e per calmierare il mercato. Vogliamo valorizzare le nostre periferie, che non meritano il degrado in cui sono lasciate. Rilanciare attività, lavoro, cultura, spettacolo, sport, significa riportare vita, rapporti sociali, convivialità, sicurezza, fiducia. Significa far rivivere i quartieri popolari, anche attraverso una capillare rete di servizi di prossimità. Tra le questioni cruciali si pone il tema dell immigrazione, e dell integrazione di questo fenomeno nel tessuto sociale. L immigrazione è una grande opportunità, che però può generare problemi di convivenza. Occorre proporre e attuare, in questa città, un progetto politico serio d integrazione che operi per la convivenza secondo regole certe e democratiche che tengano conto delle esigenze di tutti, e che sono l unica garanzia di un incontro fondato sulla valorizzazione delle diverse culture, sul rispetto delle regole e sulla salvaguardia della legalità. Riteniamo che Milano possa guardare con speranza al suo futuro solo con la partecipazione attiva di tutti i milanesi. Dobbiamo chiudere definitivamente il ciclo dell antipolitica. La vera forza di una città sta nel livello di condivisione del progetto civile tra i cittadini. Anche per questo si devono ridare ai Consigli di zona ampi poteri e risorse. Il nostro modello di riferimento sono le Municipalità così come sono state realizzate in altri grandi comuni. Dare loro poteri effettivi significa ripristinare una grande possibilità di partecipazione dei cittadini sui problemi specifici e ottimizzare il lavoro della macchina comunale. 4

5 Idee per il governo 1 LO SVILUPPO DI QUALITA Lavoro, territorio, ambiente, casa e cultura per il rilancio di Milano Premessa Le problematiche connesse ai temi che sono stati approfonditi in tale Forum, in larga misura, richiedono, per poter essere affrontate adeguatamente una dimensione più vasta del solo Comune di Milano e pongono il tema della costruzione di un governo dell area metropolitana. Sarà questo un processo che richiederà del tempo per essere portato a compimento, nel frattempo sarà necessario sviluppare una collaborazione fattiva ed una sinergia nel conseguimento degli obiettivi tra il Comune di Milano, la Provincia ed i Comuni della cintura metropolitana, cosa che negli anni passati non è mai stata messa in atto dal centrodestra, neppure quando governava il comune, la Provincia e la Regione. Ed il bilancio di 10 anni di governo di Milano da parte Casa delle Libertà ( più cinque della lega nord) è disastroso, l immagine di Milano è quella di una città in crisi di identità, di sviluppo, di prospettive, con una qualità ambientale e della vita che è andata progressivamente peggiorando in questi anni, anche se permangono forti potenzialità e risorse, nel tessuto sociale, culturale ed economico per un rilancio della nostra città. Il Sindaco Albertini, pur avendo assunto, in alcuni casi, anche poteri speciali, non è riuscito, non diciamo a risolvere, ma nemmeno migliorare la situazione rispetto ai gravi problemi che affliggono la nostra città. Per questo è necessaria una profonda discontinuità nelle politiche e negli indirizzi, attuati in questi anni, dalla giunta comunale, la situazione di Milano richiede un profondo cambiamento, richiede un progetto nuovo per la città ed il suo futuro, un progetto che la destra non ha mai saputo, o voluto, proporre. Nel quadro di questo progetto dovremo pensare Milano come città di città, Milano deve essere trasformata in modo tale che ogni sua parte acquisisca gli elementi qualitativi che fanno di un agglomerato urbano una vera e propria città, superando il concetto stesso di periferia. Per ottenere ciò è necessario che la città centrale ceda quantità significative di attività pregiate ma congestionanti da trasferire in aree attualmente periferiche, ma non come cattedrali nel deserto di periferie abbandonate alle varie forme di degrado: la realizzazione di nuovi poli deve essere guidata da una idea progettuale che crei all intorno nuova qualità urbana e armonizzi i nuovi edifici e le nuove attività con quanto di positivo può esserci nel tessuto urbano preesistente ( verde ed altri elementi naturali/artificiali superstiti da tutelare, beni culturali da recuperare e riusare a fini sociali, vecchi quartieri a buona qualità edilizia eventualmente da riqualificare ecc.). Siano tutelati, recuperati e riusati a fini sociali e culturali gli edifici e i luoghi storici di ogni epoca che testimoniano la memoria storica e creano identità, si creino nuovi edifici e luoghi che qualifichino e caratterizzino gli agglomerati privi di qualsiasi elemento di bellezza e di identità. 5

6 Si pone, perciò, in termini generali il problema del necessario ruolo del governo della città per promuovere uno sviluppo di qualità, ecosostenibile, uno sviluppo fondato sull innovazione, che tenga in conto la limitazione delle risorse( di spazio, di impatto ambientale, di tollerabilità umana). Le grandi risorse di sapere e di capacità delle Università e della ricerca, del mondo del lavoro e delle imprese devono concorrere ad indirizzare lo sviluppo sociale ed economico della nostra città verso un innovazione di prodotti e di servizi. Pensare un nuovo sviluppo ecosostenibile per la nostra città ci pone di fronte ad alcuni grandi nodi che ne sono alla base, acqua, energia, rifiuti, trasporti/mobilità, su questi settori strategici che ne possono indirizzare lo sviluppo futuro operano aziende come Amsa, Aem, Atm, ex Acquedotto ora in MM, MM stessa, le ex municipalizzate per capirci, che in questi anni hanno vissuto processi di privatizzazione discutibili, questi processi vanno ridefiniti ed inseriti in una logica complessiva che possa rilanciare un ruolo di indirizzo pubblico in questi settori chiave. Va ribadito che tutto ciò andrà inserito in una dimensione metropolitana la sola possibile per poter operare efficacemente nella direzione di uno sviluppo ecosostenibile. Neppure va dimenticato che alcune di queste aziende sono state per molti anni, ed in parte sono ancora, fonti di entrate economiche importanti per il Comune entrate che hanno permesso di finanziare quel welfare milanese che è stato in passato un elemento di vanto per la nostra città. In conclusione di questa premessa vogliamo sottolineare che sia per gli aspetti sopra accennati che per le questioni che affronteremo in seguito l Unione dovrà caratterizzare la propria differenza dal centrodestra nell impegno ad attivare un meccanismo di partecipazione e condivisione delle scelte da parte dei cittadini, dei lavoratori e dei soggetti sociali interessati. Si tratterà, in sostanza, di costruire un modo nuovo di governare la città attraverso strumenti di partecipazione diretta dei cittadini. Il lavoro Il tema dello sviluppo ecocompatibile e di qualità non può non incrociare quello del lavoro. In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo dilagare di forme di lavoro sempre più precarie, che coinvolgono ormai la maggior parte delle occasioni di lavoro che si creano nella nostra città. Per i giovani, anche laureati nelle migliori università, la prospettiva più frequente è quella di un lavoro sottopagato, senza garanzie, che impedisce loro di rendersi autonomi dalla famiglia e costruirsi una propria prospettiva di vita. L Unione al governo di Milano si propone di utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso per contrastare questa tendenza alla precarietà selvaggia, favorendo la creazione di posti di lavoro stabili con stipendi dignitosi. 6

7 Questo impegno vale in particolare per i lavoratori che direttamente dipendono dal Comune, ma anche di quelle aziende in cui il Comune esercita un potere di indirizzo delle scelte. Occorre capovolgere il rapporto instaurato da Albertini in questi anni e puntare al miglioramento della qualità dei servizi attraverso il miglioramento della qualità del lavoro. Bisogna recuperare le risorse ed individuare gli strumenti per consentire al Comune di assumere personale a tempo indeterminato e ridurre la prassi dei salari d ingresso, che falcidiano stipendi che già non bastano ad arrivare alla fine del mese. Ma il Comune può anche esercitare altre funzioni a sostegno del lavoro di qualità, in primo luogo definendo dei criteri adeguati, nella assegnazione degli appalti, che non siano solo il minor costo. Può anche contribuire ad esercitare un adeguato controllo sulle condizioni di lavoro per garantire la sicurezza e la legalità. Lavoro di qualità si crea, anche, se c è un ambiente che favorisce ed aiuta lo sviluppo, la competitività territoriale dipende anche dalla qualità dell ambiente urbano, dalla vivacità culturale del tessuto sociale della città, dal rapporto che si crea tra le università, i centri di ricerca ed il complesso delle attività culturali ed economiche della città. Il Comune può esercitare una funzione diretta o indiretta in tale direzione, comunque importante, a questo scopo si deve pensare alla costituzione di un assessorato al lavoro ed alle attività produttive, che attualmente non esiste, ma sarebbe indicativo di una reale assunzione di responsabilità e di operatività su questo tema, che invece la giunta uscente ha completamente delegato al mercato. Tale assessorato ed in generale la politica comunale potrebbero sostenere, nella direzione di uno sviluppo ecocompatibile e di qualità i vari settori produttivi della nostra città, da quelli più forti e presenti, come per esempio il credito e la finanza, il commercio, l editoria ecc., a quelli che richiederebbero investimenti per favorirne un ulteriore sviluppo, come quello del turismo, o quello della cultura che va considerata anche come un fattore di crescita economica e di creazione di posti di lavoro, senza rinunciare al rilancio di nuove forme di attività produttiva che si indirizzino verso l innovazione dei prodotti e le fasce alte della produzione. Il territorio Abbiamo già detto che la qualità dell ambiente urbano è un fattore importante della competitività territoriale, ma gli interventi di rinnovamento e di modernizzazione necessari dovranno avvenire mantenedo il carattere ( l anima) di Milano, conservando la memoria ed i luoghi della memoria come solida base su cui costruire il futuro. Per valutare i progetti urbanistici, quindi, diversamente da quanto è avvenuto finora, andranno considerati non solo i criteri di convenienza economica, ma anche dei criteri estetici, dei criteri di bellezza nell assetto urbanistico e negli interventi che verranno operati sul territorio, andranno anche valutati l impatto ambientale e le conseguenze sulla mobilità. Una particolare attenzione andrà dedicata a questi ultimi due aspetti, visto lo stato attuale della nostra città per quanto riguarda l inquinamento ed il congestionamento in cui viviamo, per modificare questa situazione si dovrà recuperare territorio ai bisogni collettivi ( verde, 7

8 piste ciclabili, servizi, edilizia popolare ecc.), a questo scopo si potranno anche utilizzare aree che possono essere liberate decentrando alcune funzioni (carcere,caserme,palazzo di giustizia ecc.) o aree inutilizzate ( scali ferroviari ). In una logica di città policentrica si dovranno prevedere aree pedonalizzate distribuite su tutta la città ( non solo nel centro o nei luoghi di pregio) per costruire spazi di socialità e di qualità urbana anche nelle periferie. Se questo è l orientamento è evidente che lo sviluppo dei poli urbanistici non può essere delegato ai soli privati, pena i problemi di qualità ambientale e della vita che si sono evidenziati nei grandi progetti che si sono posti in atto in questi anni, o che si prevedono per l immediato futuro, che si dovranno correggere. In particolare si dovranno verificare i progetti avviati dall attuale giunta sulle aree industriali dismesse, con la revisione di quelli non ancora definitivamente approvati, come il polo urbano della Fiera e l area Garibaldi-Repubblica, con l obiettivo di una riconfigurazione delle volumetrie edificabili al fine di ottenere aree a verde realmente fruibili e dove possibile l incremento delle quote di servizi, dell edilizia pubblica, di quella convenzionata e delle abitazioni per gli studenti, con eventuale spostamento fuori città di alcune funzioni previste negli attuali progetti. Per governare positivamente questi processi ci dovremo dotare di un nuovo Piano di Governo del Territorio ( PGT ) per correggere gli errori fatti dalla attuale giunta, limitare gli effetti della speculazione fondiaria, contrastare la tendenza indiscriminata all addensamento del costruito, all aumento delle altezze degli edifici ed al peggioramento della qualità architettonica degli interventi, accompagnato da una seria Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Questo modello andrà applicato anche per le aree ferroviarie e demaniali ancora da dismettere ( che potranno essere utilizzate in parte per migliorare la distribuzione delle merci in città ) in cui le volumetrie edificabili non dovranno dipendere da esigenze finanziarie delle ferrovie o del demanio. La riqualificazione urbanistica della nostra città non può prescindere da un forte incremento delle aree dedicate al verde, il verde non è solo bello, ma è necessario alla nostra vita ed in città è indispensabile. Tale incremento può essere realizzato utilizzando aree demaniali, aree vincolate dal Piano Regolatore e aree dismesse. Inoltre da est ad ovest si potrebbe realizzare un anello verde, attorno alla città, mediante l allargamento dei parchi di cintura (il parco di Trenno, il parco Nord, il parco Lambro e il Parco Forlanini, realizzando la cintura verde Milano Ovest connettendo Bosco in città, parco della Cave, Cascina di Prezzano e parco dei Fontanili e considerando le aree agricole del parco sud, che vanno mantenute e tutelate nella loro destinazione produttiva, prevedendone modalità di fruizione pubblica, per esempio con percorsi ciclopedonabili). Per quanto riguarda le aree agricole ancora presenti nel territorio comunale occorre assumere un forte impegno verso l agricoltura in città da considerare come un valore non solo per la produzione di alimenti ma anche come integrazione e scambio fra le culture urbane e la cultura rurale. L agricoltura che si apre alla città in funzione didattica, di educazione ambientale, di mantenimento di un territorio ordinato e aperto alla fruizione pubblica e di equilibrio ambientale. 8

9 L ambiente L incremento del verde darebbe inoltre un contributo alla riduzione dell inquinamento atmosferico che fa di Milano una delle città più inquinate, anche in conseguenza della sua collocazione nella pianura padana che ha delle caratteristiche geografiche e climatiche che contribuiscono ad aggravare il problema. Dobbiamo perciò espellere dalla città i combustibili più inquinanti ( cominciando dai sistemi di riscaldamento ) sostituendoli con il metano, o dove è possibile con le energie rinnovabili, si deve costruire e ristrutturare gli stabili utilizzando le tecnologie che permettono risparmio energetico. Qualità ambientale non significa, però, solo aria più pulita ma anche acqua. L acqua è un bene prezioso ed un diritto fondamentale, la sua qualità è fondamentale per gli esseri umani e non può quindi essere privatizzata. Si deve completare il sistema di depurazione delle acque della città, affrontando e risolvendo il problema dello smaltimento dei fanghi che la destra in questi 10 anni di governo non ha saputo risolvere. Bisogna iniziare a progettare una rete fognaria differenziata tra acque bianche e acque a forte contaminazione. Va mantenuto il ruolo pubblico del Consorzio delle Acque Potabili che con l ex Acquedotto di Milano dovranno collocarsi in una prospettiva di integrazione nell area metropolitana. Anche la questione dei rifiuti richiede forti interventi. Milano negli ultimi anni ha fatto sostanziali passi indietro nella gestione dei suoi rifiuti portando alla termodistruzioni percentuali significative di materiali che potevano andare alla raccolta differenziata. Occorre, perciò, ricominciare la raccolta differenziata dell umido in tutta la città, con l obiettivo di produrre comppost di qualità. Si dovrà perseguire una politica di sinergie tra pubblico e privato nel campo del riciclaggio delle materie seconde. Si dovrà ristrutturare la fiscalità comunale, in particolare sui rifiuti, per promuovere comportamenti ambientalmente virtuosi e penalizzare quelli dannosi. Andrà elaborato un programma pluriennale di riduzione progressiva dei rifiuti e degli imballaggi, che faciliti l obiettivo generale di rendere Milano autosufficiente nello smaltimento dei suoi rifiuti, evitando la costruzione di altri termovalorizzatori. La mobilità Il traffico nella nostra città è giunto ad un livello di congestione non più sostenibile, sia sul piano dell inquinamento e della salute che su quello della qualità della vita. Affrontare questo problema implica confrontarsi con una dinamica che non solo travalica l area cittadina ma per molti versi va anche oltre la stessa area metropolitana. Ogni giorno nella nostra città arrivano centinaia di migliaia di persone per i più svariati motivi ( non solo per lavoro ) ed ogni sera escono dalla città. Questo flusso, che si somma alla mobilità interna, non può essere gestito con grandi opere infrastrutturali che tendono a portare le autostrade in città e neppure costruendo superstrade interne all area cittadina che la taglino da un lato all altro. 9

10 Questo è stato l indirizzo della giunta attuale sui grandi assi viabilistici, come le gronde nord e sud. Questa ipotesi è fallita e non ha futuro, non si può continuare a rincorrere il continuo aumento dei flussi automobilistici cercando disperatamente di fluidificarli. E necessario costruire le condizioni affinchè una quota sempre maggiore di traffico privato si sposti verso il trasporto pubblico ( in primo luogo su ferro). Saranno necessari investimenti, e vista la scala del problema le risorse andranno reperite anche dal coinvolgimento della Provincia e della Regione, ma è necessaria prima di tutto una volontà politica che fino ad ora non c è stata. Gli investimenti devono servire per sviluppare le linee di trasporto pubbliche, in primo luogo verso l esterno della città verso i comuni della provincia, in particolare le linee delle metropolitane,a raccordare il trasporto ferroviario ( il passante, che deve essere completato e sviluppato ) con le linee ATM, devono servire per costruire corsie protette e rinnovare i mezzi del trasporto di superficie, secondo criteri diversi da quelli attuati sino ad ora con mezzi sempre più enormi e lenti e di conseguenza sempre meno frequenti ( in molti casi i tempi di attesa sono superiori ai tempi di viaggio! ). E necessario reperire le risorse per completare i progetti esistenti ed in parte già finanziati, in particolare la linea 5 che andrebbe prolungata fino a Monza. Ma per essere efficaci e determinare un consistente spostamento di utenza verso il trasporto pubblico è necessario operare anche in relazione al tema dei costi. Rendendo gratuiti i posteggi di raccordo con le metropolitane e le linee di trasporto di superficie ( e dove non ci sono devono essere costruiti o ampliati se insufficienti ). Operando una riduzione del costo del biglietto ( in primo luogo estendendo la tariffa urbana almeno all area metropolitana ),ma soprattutto agendo sugli abbonamenti, in particolare quelli annuali, abbattendone i costi ed attuando una adeguata campagna promozionale anche attraverso accordi con le aziende per facilitare e diluire i pagamenti. Sarà anche da valutare un prolungamento dell orario di circolazione dei mezzi pubblici. Le minori entrate sarebbero compensate dall incremento dell utenza e dal possibile conseguente aumento delle entrate pubblicitarie. Per quanto riguarda la mobilità interna alla città occorre incentivare lo sviluppo del traffico su due ruote, in particolare quello ciclistico. L Unione si deve allora impegnare in un arco di tempo adeguato ( che può anche andare oltre una singola tornata amministrativa) al fine costruire un vero sistema di piste ciclabili che permetta, una volta completato, di spostarsi da ogni punto della città ad un altro in corsia riservata, con una propria adeguata segnaletica e sistema semaforico ( prendendo ad esempio città europee molto avanzate su questo terreno, come Amsterdam). Gli investimenti e lo sviluppo del trasporto pubblico, unitamente al crescere di forme di mobilità alternative come quella su due ruote, il car sharing ecc. potranno consentire di riproporre la chiusura del centro storico alle auto private, evitando che si ripresentino le problematiche emerse in esperienze passate. 10

11 Per quanto riguarda i parcheggi per residenti dovranno essere favoriti i progetti a basso impatto. La loro localizzazione dovrà rispettare le caratteristiche storiche dei luoghi la presenza di monumenti e la tutela delle aree a verde. Altri strumenti di intervento possono essere misure di una migliore gestione della mobilità come una riorganizzazione degli orari della città ( per es. scuole ed uffici ), la diffusione dei mobility manager, sistemi informatizzati di controllo e regolazione del traffico. Una attenzione particolare va dedicata al traffico commerciale e delle merci, anche per il notevole impatto che ha nel complesso della mobilità nella nostra città. E necessario estendere il divieto orario di ingresso dei grandi camion dall attuale cerchia della circonvallazione esterna spostandolo verso la tangenziale, a questo scopo si potrebbero utilizzare parti di aree dismesse periferiche per allestire spazi per la intermodalità, distribuiti su tutta la cerchia della città in modo che non assumano dimensioni esagerate. Sarà inoltre necessario un piano con scadenze temporali definite entro cui gli attuali mezzi di movimentazione delle merci dovranno essere sostituiti da mezzi ecologici. L obiettivo generale che riteniamo si possa conseguire con questo complesso di interventi può essere sintetizzato dal concetto di muovere al meglio possibile le persone e non le auto. La casa La questione della casa a Milano sta assumendo sempre più i connotati di una vera e propria emergenza sociale. Questo mentre la speculazione edilizia e l edificazione quasi selvaggia di questi ultimi anni hanno permesso il crescere esponenziale di grandi fortune, senza che la città nel suo complesso ne abbia avuto neppure un minimo giovamento. I problemi riguardano sia il mercato immobiliare che quello degli affitti, in entrambi è necessario rilanciare un ruolo del pubblico. E necessaria una riqualificazione dei quartieri e delle abitazioni di edilizia popolare, con interventi che siano discussi con gli inquilini attraverso adeguate forme di partecipazione. Vista la svendita attuata del patrimonio pubblico saranno necessari nuovi interventi di edificazione popolare pubblica, che andranno collocati in primo luogo sulle aree dismesse senza toccare gli standard a verde, ma andrà, comunque, data prima priorità alla ristrutturazione e riqualificazione degli stabili esistenti. Attraverso misure di tassazione selettiva ( per es. l ICI) andrà posta in atto una politica di forte pressione per l utilizzo dello sfitto. Va bloccata la vendita delle case popolari in tutta la città, con particolare attenzione alle zone semicentrali perché il centro non deve essere area abitativa esclusiva per soli ricchi ( come è quasi ormai completamente avvenuto). Proponiamo che, oltre alla già prevista istituzione dell Assessorato alla Casa, si crei una Agenzia Comunale per la casa per trovare alloggi in affitto a famiglie o singoli in condizioni di disagio, con canoni di affitto sostenibili per le fasce più deboli e per dare risposta al grave problema degli sfratti. 11

12 Andranno costituiti appositi insediamenti abitativi in affitto per rispondere alle esigenze di studenti e lavoratori non residenti a Milano, ma che per motivi di studio e di lavoro devono vivere per alcuni anni nella nostra città. Infine andranno inserite nel Regolamento Edilizio norme per la bio-edilizia e per l incentivazione all inserimento dei pannelli solari sui tetti dei centri commerciali e dei capannoni industriali. Gli interventi edilizi andranno resi pubblici, le DIA dovranno essere esaminate dai Consigli di Zona che devono avere voce in capitolo per l utilizzo degli oneri di urbanizzazione. La cultura, le culture La vita culturale di una città e l accessibilità alla sua fruizione da parte di tutti i cittadini sono uno dei requisiti della qualità urbana e possono diventare un fattore importante di crescita, promozione e coesione sociale e il complesso delle attività culturali possono costituire un elemento importante di crescita e sviluppo anche economico e sociale. In questo campo la situazione attuale di Milano è contraddittoria, accanto alle esperienza di eccellenza di livello internazionale ed al fiorire di vitalità diffuse nel territorio, vi sono ancora o forse dovremmo dire nuovamente - ampie fasce della popolazione che, per motivi diversi, hanno poche o nessuna possibilità di entrare in contatto con i luoghi di produzione e di offerta culturale. D altra parte, ormai da molti anni, si è offuscato il ruolo di riferimento che Milano ha avuto in passato in questo settore su scala nazionale. Questo anche perché è venuto meno il ruolo di sostegno e di promozione della cultura che le istituzioni pubbliche hanno svolto storicamente nella nostra città. Di ciò ha risentito anche la qualità dell offerta culturale : a Milano emergono anche produzioni culturali innovative e d avanguardia ma, come la gran parte delle esperienze diffuse nel territorio, in particolare quelle giovanili, ma non solo, non sono adeguatamente valorizzate e non trovano sbocchi per crescere ed in molti casi neppure spazi per potersi esprimere. Ed anche in relazione ai punti di eccellenza la politica culturale della giunta uscente è stata deficitaria, è mancata una politica di indirizzo generale e gli interventi spesso faraonici hanno portato in molti casi ad uno sperpero enorme di risorse ( vedi il caso eclatante degli Arcimboldi) senza una forte regia complessiva. La gestione delle risorse per la cultura dovrà essere allora molto accorta ed equamente ripartita tra quella che è stata considerata per anni la cultura alta ed i punti di eccellenza da un lato ed il sostegno alle iniziative culturali diffuse nel territorio, in particolare nelle periferie, che in una prospettiva di città multicentrica, devono diventare luoghi di produzione e di fruizione culturale. Da questo punto di vista si dovrà prevedere un ruolo importante dei consigli di zona ( o delle future municipalità ) in una simile direzione. Milano può tornare ad essere una città di riferimento dell arte contemporanea, come seppe essere negli anni 60, ma occorre che si metta in atto una politica culturale da parte delle istituzioni pubbliche che sappia mobilitare in questa direzione risorse sia pubbliche che private. 12

13 Vi è un settore in cui Milano svolge attualmente un ruolo di primo piano ed è quello dell editoria, ma questa leadership si esprime solo sul terreno della produzione, si registra, invece, una grave assenza di iniziative che la sappiano adeguatamente valorizzare sul piano della fruizione e del consumo. E inoltre andata spegnendosi l importanza attribuita al centro di produzione Rai di Milano, che bisognerebbe rilanciare e sviluppare anche in considerazione del fatto che la nostra città svolge in questo settore una posizione di primo piano nel quadro nazionale. Andrà riservata una particolare attenzione anche alla cultura scientifica, tenendo conto che Milano ha una altissima tradizione relativa allo sviluppo del pensiero scientifico, in particolare il Comune dovrà svolgere una importante funzione nel favorire la messa in rete delle risorse presenti sul territorio, a partire dalle università e dai centri di ricerca. Un ruolo preciso il Comune lo svolge in relazione alle biblioteche di quartiere che in questi anni hanno vissuto momenti difficili ed in alcuni casi sono state chiuse o sopravvivono con difficoltà, questo sevizio importante deve essere invece potenziato e sviluppato, anche in termini innovativi, prevedendo un allungamento dell orario di apertura serale. Altrettanto diretta è la responsabilità del Comune per quanto riguarda le scuole civiche, che le amministrazioni di Albertini hanno snobbato e tentato di ridimensionare, mentre sono una risorsa culturale storica ed importante per il futuro della nostra città ed andranno rilanciate. Infine la nostra città deve cogliere in modo molto più coraggioso la grande opportunità offerta dall incontro tra culture diverse nell era della globalizzazione. Come si afferma in altre relazioni va infatti valorizzata l idea della Città aperta e accogliente capace di riconoscere il valore portato dalla circolazione su scala internazionale di linguaggi, storie, parole, tradizioni e segni diversi. Due proposte concrete per concludere: Costruire un luogo dove si praticano le culture attive ( potrebbe essere recuperato il progetto della Fabbrica del vapore ). Luogo in cui si deposita la memoria storica dell antropologia del teatro e si delineano le radici culturali del teatro popolare e sociale. Luogo in cui si possono rintracciare le identità culturali e collettive dei popoli e della loro evoluzione, creando memoria, stratificazione, connessione tra le radici del passato e l esperienza creativa del presente, cultura interattiva forte della sua storia che sa creare scambio anche con altre culture. Istituire una nuova figura da inserire nell organizzazione civica: il narratore o la narratrice storico/a della città di Milano; una persona di cultura che raccolga la memoria collettiva, l antropologia della città, i luoghi della memoria e che tenga il diario della città che cresce e accompagni la sua crescita connettendo ed armonizzando le evoluzioni culturali e strutturali della vita della città e dei suoi cittadini. 13

14 Idee per il governo 2 Le persone al centro della buona politica Welfare, diritti, opportunità Premessa. Due punti fermi per progettare il nuovo welfare Se volessimo riassumere brevemente, in un elaborato che fa semplicemente riferimento ai principi attraverso cui costruire un buon programma per il governo della città, l idea di welfare che abbiamo a cuore, potremmo allora dire che pensiamo ad un moderno stato sociale municipale fondato su due direttrici : 1) la riaffermazione del ruolo del pubblico e dell urgenza di una regia pubblica forte nelle politiche dirette alla persona, in un sistema che sappia valorizzare il privato sociale nell interesse della comunità e nel tempo delle trasformazioni del lavoro e dei mutamenti che hanno coinvolto, anche radicalmente, l organizzazione della produzione 2) l estensione dei diritti di cittadinanza in relazione ad una società che cambia rispetto alla sua composizione sociale, culturale, etnica e in relazione agli stili di vita, ai tempi e alle abitudini delle persone Le note che seguono muovono da queste considerazioni irrinunciabili. 14

15 1.INTRODUZIONE Il welfare locale, nella sua accezione più generale, come qualità del vivere urbano e condizione di benessere e sicurezza per i cittadini, è il filo rosso che lega le diverse proposte che compongono le linee programmatiche per Milano: occupazione, formazione, cultura, casa, qualità dell ambiente, mobilità, politiche ridistributive nelle imposte locali e così via. A partire da questa considerazione di principio affermiamo gli obiettivi generali a cui fa riferimento la nostra proposta politica, quella riferibile alle necessità di far emergere una città solidale, accogliente, aperta, in cui nessuno si senta solo e in cui si liberino nuove opportunità e si valorizzino i meriti e i talenti. Rispetto al tema delle politiche sociali, dei servizi, del sistema di interventi che si rivolgono più direttamente alle persone, Milano ha bisogno di conoscere una stagione completamente nuova. La destra lascia infatti sul campo le conseguenze dettate dall arretramento del fare pubblico, dalla progressiva diminuzione della spesa sociale, da una cultura fondata sul primato del mercato come un unico agente e soggetto in grado di determinare scelte e priorità attraverso una concezione distorta della sussidiarietà che delega totalmente al privato e al privato sociale anche la programmazione degli interventi. Il Comune deve riconquistare quindi anche in questo campo la governance del sistema, la regia, cioè, di un progetto per il benessere dei cittadini In altre parole si deve riaffermare la forza delle politiche pubbliche o, per meglio dire, delle politiche ad alto interesse pubblico - nell ambito del quale il privato sociale veda riconosciuto il suo ruolo - come la base per la ridefinizione di un moderno welfare delle opportunità e delle nuove garanzie, dopo gli anni dell ideologia mercantile e liberista di cui la destra si è fatta portatrice. Inoltre nella competizione tra le grande aree urbane e la loro capacità di attrarre talenti e capitali, la qualità del welfare locale diventa una delle chiavi di sviluppo della città: non più o non solo strumento per accompagnare lo sviluppo economico in modo armonico, senza lacerazioni sociali (come è accaduto in passato negli anni dei governi del riformismo ambrosiano) ma come strumento di sviluppo esso stesso perché la città conosca una nuova capacità attrattiva. 2.NUOVI BISOGNI, NUOVI DIRITTI Svariati indicatori dimostrano, da tempo, quanto si sia modificata la società italiana e, spesso come punta dell iceberg, la società milanese. Sono emerse nuove e differenziate povertà, sono andati modificandosi gli stili di vita, vi è stata una rottura delle abitudini e dei comportamenti. A Milano prima e più marcatamente delle altre realtà urbane italiane abbiamo registrato le trasformazioni demografiche e sociali che hanno cambiato il volto della tradizionale famiglia italiana: una situazione plurale e complessa ( famiglie mononucleari, monogenitoriali, coppie di fatto, single, reti relazionali allargate ecc.) che ci fa rifuggire dal riferimento ad un modello astratto e ideologico, come è quello della destra; qui registriamo con maggiore evidenza le nuove fatiche del vivere in famiglia e del fare famiglia. 15

16 La politica non può e non deve registrare tutto ciò rimanendo ferma e immobile. Al contrario essa deve proporre una visione in grado di coniugare il principio dell inclusione sociale ( perché nessuno si senta escluso o rimanga indietro ), con l innovazione nel campo dell offerta e la capacità di soddisfare le nuove domande di cittadinanza. Il punto di vista della piena cittadinanza e delle Pari Opportunità per tutte e tutti è per noi centrale e non solo per motivi valoriali, a cui pure teniamo. Garantire Pari Diritti e Pari Opportunità, sconfiggere le discriminazioni è un vero e proprio fine del buongoverno. Ciò deve tradursi in azioni che garantiscano nel tempo il riconoscimento della piena cittadinanza per chiunque. Per fare questo, oltre ad interventi mirati si deve puntare all istituzione di una figura, come il garante delle pari opportunità che istruisca un processo trasversale ai diversi settori di intervento. Milano, per il suo futuro, non può infatti permettersi di rinunciare ai talenti e alle risorse rappresentati dalle donne; analogamente non può più permettersi cittadinanze parziali, derivanti da discriminazioni ad esempio in base all orientamento sessuale o addirittura negare i diritti di cittadinanza agli immigrati che vi vivono e vi lavorano da anni. Affermare il principio di una rinnovata centralità delle politiche sociali vuol dire infine interrompere la compressione della spesa sociale. A partire dalla definizione del Bilancio comunale rifiutiamo drasticamente qualsiasi ipotesi di ulteriore limitazione delle risorse messe a disposizione delle persone e della cittadinanza, invertendo drasticamente la rotta, anche in termini qualitativi. 3. MILANO: UN NUOVO WELFARE DA COSTRUIRE La situazione attuale, infatti, è anche il risultato di 10 anni di politica promossa a livello comunale e regionale sia sul fronte dei servizi sociali che su quelli sanitari. Le scelte fatte (spesso puramente ideologiche ) hanno segnato l abbandono dell universalismo meneghino verso uno stato sociale che, anche a livello locale, tenderebbe ad occuparsi solo dei poveri o dei casi a conclamato bisogno, secondo le direttrici che richiamiamo schematicamente : l arretramento progressivo della presenza del pubblico a favore del privato in modo indiscriminato; un rapporto con il terzo settore di pura delega o supplenza, senza una regia del Comune; la monetizzazione come progressiva sostituzione delle prestazioni e della presa in carico sostenuta dal principio della libertà di scelta ( che rispetto a certe problematiche sociali assume connotati grotteschi); la delega alla famiglia, che viene considerata soggetto erogatore di prestazioni pubbliche e che dunque viene lasciata sola con tutto il peso della presa in carico (l esempio più doloroso sono gli anziani non autosufficienti lasciati alla responsabilità delle famiglie cui si offrono pochi soldi invece di servizi). Questa impostazione, evidente nella sanità, ma presente anche nei servizi alla persona, vuole l Ente pubblico solo come soggetto pagatore di prestazioni che il cittadino o la famiglia acquisterebbero liberamente sul mercato in cui agiscono soggetti di natura diversa, posti tutti sullo stesso piano. Si è così verificato : 16

17 il progressivo impoverimento della qualità della vita nelle periferie : dai luoghi dell aggregazione, all offerta culturale, alla rete dei servizi educativi e socio-sanitari. Per questi ultimi, in particolare, si registra una progressiva contrazione quantitativa e qualitativa che colpisce soprattutto quelli dedicati alla prevenzione o all intervento integrato socio-sanitario ( CPS per pazienti psichiatrici, Sert per le dipendenze, Consultori per donne e bambini, CSE per adulti disabili, servizi per il disagio degli adolescenti ecc.); la penalizzazione nel settore della sanità dei servizi di territorio anche in relazione ad un aumento della spesa sanitaria tutta a favore della ospedalizzazione o comunque del ricovero; la separazione sempre più netta tra sanitario e sociale, soprattutto a Milano a scapito degli intervento unitari verso la persona ; la perdita di qualità nei servizi educativi per la prima infanzia ( classi a 27 alla materna, nidi in spazi di risulta ecc.); la mancanza di programmazione rispetto ai bisogni emergenti, questione particolarmente evidente nel caso del fenomeno dell immigrazione. - Oggi, infatti, il Comune per l accoglienza fa meno di quanto facesse alla fine degli anni 80, quando il fenomeno era di ben altre dimensioni ed anche dal punto di vista delle risorse la scelta appare chiara : non un Euro in più di quanto arrivi dai trasferimenti nazionali e regionali (spesa quindi obbligatoria). In questo modo si lasciano esplodere i problemi per poi affrontarli secondo le lenti distorcenti dell emergenza -. Tutto ciò si accompagna ad un risultato allarmante : siamo infatti di fronte ad un aumento dei casi di solitudine, di bisogno e di povertà conclamata. (Solo nel settore Minori, ad esempio, per la prima volta si registrano al Comune di Milano liste d attesa di bambini segnalati, anche dal Tribunale dei minori, di cui il Comune non riesce a occuparsi.) 4. CAMBIARE ROTTA: RIPARTIRE DALLE PERSONE, DAI DIRITTI, DAI BISOGNI Se il quadro è quello descritto e se vanno definiti interventi innovativi, quali obiettivi sono prioritari? L invecchiamento della popolazione (aumento anziani-diminuzione nascite) si accompagna al fenomeno della fuga delle giovani coppie per i costi della casa e della vita in generale a Milano. La popolazione universitaria è numerosa, ma non si traduce in una popolazione giovane che poi si ferma e scommette su di un proprio progetto di vita milanese. Il familismo assistenzialista non ha fatto aumentare le nascite, non ha fermato la fuga dalla città, non ha aiutato i giovani a metter su famiglia. La qualità del welfare locale diventa allora, come abbiamo detto, una delle chiavi per rilanciare l attrattività e quindi lo sviluppo della città. Per cambiare rotta e invertire la tendenza occorre che il Comune assuma questo obiettivo e lo traduca in progetto attraverso il pieno coinvolgimento delle numerose realtà del volontariato e del privato sociale. Ciò significa ripartire dalle persone e dalla quotidianità, dai loro bisogni e dai loro diritti riletti in chiave universalistica. 17

18 Questa affermazione, impegnativa se capace di orientare una buona politica amministrativa, comporta delle conseguenze coerenti: perseguire l unicità degli interventi e quindi l integrazione tra servizi e tra culture professionali, recuperando una filosofia che aveva conosciuto punte di eccellenza e che sembra essersi smarrita scommettere sulla vicinanza e sull accesso ai servizi: non per tutti e non per tutto si può pensare che siano i cittadini a muoversi nella metropoli, occorre andare verso di loro anche con un forte decentramento delle presenze sul territorio e attraverso gli strumenti dati dall innovazione tecnologica puntare alla ricomposizione tra sociale e sanitario, in un contesto nel quale il Comune ha colpevolmente perso la parola su quello che avviene nella sanità milanese e non solo negli ospedali ( chiusure, razionalizzazioni ecc) va ricordato peraltro che la separazione fa aumentare la spesa nei due comparti - promuovere l attenzione alle famiglie, non come riferimento astratto, ma come concreta rete di relazioni intorno alla persona riconoscere il diritto alle diverse forme di convivenza introducendo strumenti ad esempio il registro delle Unioni civili e l Ufficio comunale per le tematiche legate all orientamento sessuale e di identità di genere che, come avviene in numerose metropoli europee, diano concretezza alla piena estensione dei diritti di cittadinanza nel quadro di una esplicita lotta alle discriminazioni di fronte ai progetti di vita sviluppare un nuovo piano dei tempi e degli orari nella dimensione metropolitana perché la città sia viva e vivibile secondo le necessità, i desideri e i bisogni di una cittadinanza complessa e diversificata sostenere la formazione durante tutto l arco della vita, come strumento di arricchimento, inclusione e promozione sociale considerare l offerta di spazi aggregativi, di luoghi e di occasioni di produzione e fruizione culturale, dedicati anche al tempo libero o alla pratica sportiva a pieno titolo una delle dimensioni del welfare locale 5.ALCUNE PROPOSTE PER UNA NUOVA POLITICA 5.1 Una città di cittadine e cittadini Le donne rappresentano una straordinaria ricchezza per Milano: presenti più che in tutt Italia nel mercato del lavoro, nelle organizzazioni di volontariato e di partecipazione civile, subiscono però ancora discriminazioni. A partire dai luoghi della politica e del potere, è evidente la sproporzione della rappresentanza delle donne ( 52% dei cittadini). Portatrici di talenti, creatività e valori, spesso vedono chiuse le opportunità di emergere. Ed è donna anche la nuova povertà (anziane sole, donne sole con figli), la precarietà nel lavoro, l insicurezza metropolitana. Così come ancora le donne sono le principali vittime di maltrattamenti ed abusi. Si può dire senza tema di essere contraddetti che l amministrazione di destra non solo non ha fatto nulla, ma ha chiuso quello che c era. Invece la nostra politica per le pari opportunità necessariamente trasversale a tutte le politiche comunali - deve accompagnarsi in questa fase ad una azione di discriminazioni positive, insomma di politiche attive che aiutino le donne a superare questo gap. Forniamo alcuni primi esempi di buone pratiche da mettere in campo : 18

19 - realizzare il Centro donna in tutti i quartieri. Un luogo ed un servizio, aperto alle associazioni femminili, che svolga funzioni di: informazione, orientamento, accompagnamento. Rivolto alla generalità delle donne per i problemi legati alla formazione, al lavoro, all accesso ai servizi, ma anche particolarmente attento ai problemi del disagio e a tutte le problematiche relazionali; luogo di incontro ed elaborazione culturale - attivare interventi affinchè i consultori siano presenti ogni abitanti, vengano adeguatamente finanziati e ritornino ad essere luoghi di prevenzione primaria per la salute sessuale e riproduttiva e per la contraccezione, centri polivalenti per il benessere delle donne (italiane e migranti) nelle varie fasi della loro vita biologica e psicologica (adolescenza, maturità, menopausa) al fine di sostenerle nelle loro scelte, quali che esse siano, anche nei primi tempi di vita di figlie e figli - perseguire il sostegno alla conciliazione tra cura e lavoro: attivazione di un fondo straordinario di cui possano usufruire donne e uomini impegnati nella cura dei bambini o degli anziani non autosufficienti oppure aziende che concordino progetti di conciliazione di tempi ed orari - concepire servizi per la prima infanzia ( 0-3 anni) per tutti i bambini in età. Il Nido o i servizi alternativi coprono oggi il 15 % della domanda potenziale ( il 30 considerando i costosi servizi privati) e accedervi è diventata una specie di lotteria a premi. L estensione a tutti, pur realizzata gradualmente, vuol dire comprendere che per le milanesi e i milanesi questi servizi si pongono con le stesse caratteristiche di bisogno insieme sociale e culturale con cui si pose alla fine degli anni 60 l esigenza di generalizzare la scuola materna. Un azione quindi che, insieme alle altre, sarà un potente sostegno alla scelta di maternità e paternità - sostenere politiche di rete e di comunità: non si tratta, come sostiene la destra, quando parla strumentalmente di care Community di limitarsi a sburocratizzare gli interventi. E un obiettivo su cui investire anche con nuove professionalità. In una realtà come quella milanese, dove la più grande povertà è la solitudine, si tratta di ricostruire reti. Prima di tutto promuovendo, aiutando e accompagnando le diverse forme di self-help, da quelle più strutturate (associazioni di persone che condividono un problema: famiglie di disabili, alcolisti anonimi ecc.) a quelle più informali ( banche del tempo, scambio di prestazioni ecc.). A questo proposito proponiamo di rivisitare l esperienza fiorentina dell Assessorato alle piccole cose, attento alle piccole emergenze della quotidianità normalmente escluse dall intervento delle istituzioni Di fronte ad un bisogno, ad una persona in difficoltà costruire una comunità d intervento significa attivare intorno al care-giver ( normalmente una donna) la rete di interventi e relazioni necessarie ( servizi diversi, volontariato ecc.): questa modalità richiede che il pubblico sia più presente e più qualificato, non meno presente, come sostiene la destra. 5.2 Una nuova generazione per Milano Per quel che concerne la sfera delle politiche giovanili si deve con molto più coraggio insistere sulle misure che favoriscano l autonomia e il protagonismo di una nuova generazione. Di fronte ai processi di precarizzazione del lavoro che sono sotto i nostri occhi, il potenziamento dell offerta formativa deve caratterizzare e condizionare il sistema complessivo delle politiche. A livello comunale si deve agire di concerto con gli altri Enti 19

20 a cominciare dalla Provincia nel nome del pieno successo scolastico e formativo anche nell ottica del riconoscimento del diritto al sapere come l occasione messa a disposizione delle ragazze e dei ragazzi di crescere sperimentando su di sé ed investendo nella propria carica culturale e creativa. Dalla qualità degli ambienti e dei luoghi dell apprendimento per fare un esempio molto semplice e concreto si può e si deve leggere la qualità dell azione politica di chi governa. In un quadro di ragionamento simile si collocano tutte le misure in grado di sostenere la nuova generazione nel proprio itinerario di vita, in relazione alla qualità dello studio, del lavoro, rispetto all utilizzo degli spazi sociali a partire da un recupero dei Centri di Aggregazione Giovanile e da una maggiore presenza sul territorio, specialmente in alcune zone della periferia, dei luoghi della socialità - e alle forme di autorappresentazione, in particolare nel campo della creatività artistica e scientifico-tecnologica. Effettuare una simile scommessa significa riconoscere il diritto all autogestione degli spazi ad esempio per incentivare l offerta e la produzione culturale e artistica giovanile e come grande opportunità per vivere bene, garantendo coesione sociale nei quartieri e contrastando la solitudine secondo regole chiare e trasparenti che incentivino le ragazze e i ragazzi ad appropriarsi positivamente della propria città e a rendersi parte integrante e riconosciuta anche attraverso forme che riconoscano la rappresentanza della vita civile, culturale e sociale della comunità. Il che deve anche voler dire sperimentare in forme totalmente inesplorate nella realtà milanese, modalità di accesso al credito agevolato rispetto alle quali l Ente Locale svolga la funzione del garante nei confronti del sistema bancario e come viene affermato in altra parte dei materiali programmatici investire in politiche sulle questioni abitative che consentano di incentivare forme di affitto calmierato capaci di affrontare la domanda giovanile. Inoltre si deve andare nella direzione di introdurre modalità ad es. come avviene in diverse città italiane attraverso la Carta Giovani- in grado di consentire una drastica riduzione dei costi per quel che riguarda la fruizione dell offerta culturale, i trasporti, i servizi etc. secondo il principio che la città ha un buon futuro solo se sa scommettere sulle energie creative e la passione di una nuova generazione di milanesi. Ragazze e ragazzi, fino ad oggi percepiti come meri clienti ai quali la politica deve rivolgersi con molto più coraggio favorendone il protagonismo, la partecipazione e l autonomia. 5.3 Bambini e ragazzi: cittadini di serie A Per noi ragionare delle politiche per l infanzia non vuol dire occuparsi solo dei minori a rischio. I limiti dell approccio tradizionale sono evidenti: aumentano i casi segnalati dal tribunale, il comune ha liste di attesa, aumenta il maltrattamento e l abuso. Riteniamo urgente dare il senso di un cambio di mentalità prima che di politiche. Una rivoluzione che passi attraverso iniziative forti anche dal punto di vista simbolico, come ad esempio l istituzione di un assessorato all infanzia e all adolescenza. Partiamo infatti dal presupposto che il benessere dei bambini e dei ragazzi è indicatore/vettore del benessere generale e assumiamo quindi come obiettivo irrinunciabile la tutela e la promozione dei diritti dell infanzia e la qualità dei percorsi di vita 20

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