A.T.I. n.1 Ambito Territoriale Integrato n 1 per la Gestione Integrata dei Rifiuti Valtiberina Umbra Eugubino Gualdese

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1 A.T.I. n.1 Ambito Territoriale Integrato n 1 per la Gestione Integrata dei Rifiuti Valtiberina Umbra Eugubino Gualdese PIANO DI AMBITO AI SENSI DELLA L.R. 11/2009 DOCUMENTO PRELIMINARE per l avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica Relazione di sintesi 1

2 SOMMARIO 1. DEFINIZIONE SINTETICA DEL DOCUMENTO PRELIMINARE E INQUADRAMENTO NORMATIVO IN MATERIA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 2. OBIETTIVI DEL PRGR DELLA REGIONE UMBRIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE PREVISIONI RIFERITE ALL A.T.I. N.1 3. LA GESTIONE DEI RIFIUTI A LIVELLO DI A.T.I.: RICOGNIZIONE DELLO STATO DI FATTO 4. POSSIBILITA DI OTTIMIZZAZIONE TECNICO GESTIONALE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI. 5. DEFINIZIONE PRELIMINARE DEI CONTENUTI ED OBIETTIVI DEL PIANO DI AMBITO. 6. DETTAGLIO DELLE INFORMAZIONI AMBIENTALI DA INCLUDERE NEL RAPPORTO AMBIENTALE IN FUNZIONE DELL ANALISI PRELIMINARE DI CONTESTO AMBIENATLE 7. PROPOSTA DI INDICE DEL RAPPORTO AMBIENTALE 2

3 1. DEFINIZIONE SINTETICA DEL DOCUMENTO PRELIMINARE E INQUADRAMENTO NORMATIVO IN MATERIA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un procedimento che si propone lo scopo di effettuare una valutazione ex ante delle conseguenze ambientali di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. L applicazione della VAS è finalizzata ad integrare in modo sistematico nel processo di programmazione le considerazioni di carattere sociale ed economico con un adeguata considerazione del possibile degrado ambientale. La VAS è introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE, che prevede la sua applicazione per piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente. Individuazione dei soggetti per l applicazione della procedura di VAS In base alle definizioni di cui all art. 5 della Parte seconda del D. Lgs. 152/2006 come sostituita dal D. Lgs. 4/2008, ai fini dello svolgimento della procedura VAS sono individuati i seguenti soggetti : - proponente : è il soggetto pubblico o privato che elabora il piano o programma; - autorità procedente: è la pubblica amministrazione che elabora il piano o programma, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano o programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano o programma; - autorità competente: è la pubblica amministrazione cui compete l adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità, l elaborazione del parere motivato. La Giunta regionale, Servizio Valutazioni Ambientali: Vas, Via E Sviluppo Sostenibile della Direzione ambiente, territorio e infrastrutture è l autorità competente per le procedure VAS su piani e programmi la cui approvazione compete alla regione o agli enti locali. - soggetti competenti in materia ambientale: le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull ambiente dovuti all attuazione dei piani e programmi. ( Regione, Province, Comuni, ASL, ARPA, ATO, Comunità montane, Soprintendenze, ecc.) - pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni, o i gruppi di tali persone; - pubblico interessato: il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse; In ogni caso, l autorità competente ad esprimere la Valutazione ambientale strategica è diversa da quella che procede alla formazione e approvazione del piano o programma. L autorità competente 3

4 può avvalersi durante il processo di VAS dell Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA Umbria) quale soggetto competente in materia ambientale per le finalità di cui all art. 13 e all art. 18 del decreto. SCOPO DEL DOCUMENTO PRELIMINARE E SUOI CONTENUTI La Regione Umbria a seguito dell approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti ha approvato con DGR n.1229 del 07/09/2009 le Linee guida per la redazione dei Piani d Ambito (L.R. 11/2009). In tale documento al punto 8 sono state individuate le linee guida per lo svolgimento della procedura di VAS dei Piani d Ambito. Le linee guida richiamate definiscono scopo e contenuti del Documento preliminare. Tale documento dà l avvio alla procedura di VAS in quanto sulla base dello stesso l Autorità competente procede a pronunciarsi in merito alla verifica di assoggettabilità ai sensi dell art.12 del D.Lgs.152/2006. Il Documento preliminare è redatto dall Autorità procedente e deve comprendere una descrizione del piano e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull ambiente derivanti dall attuazione dello stesso. Il Documento preliminare inoltre assolve anche alla funzione di documento utile alle verifiche di coerenza del complesso delle previsioni pianificatorie nell ambito dell attività di coordinamento effettuato dalla Regione Umbria con particolare riferimento alla modulazione dei flussi relativi agli impianti a valenza sovra-ambito. Alla luce delle indicazioni redatte dai competenti uffici regionali il Documento preliminare deve essere così articolato: 1. Definizione sintetica del Documento preliminare e inquadramento normativo in materia di Valutazione Ambientale Strategica 2. Indicazione degli obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Umbria con particolare riferimento alle previsioni riferite al contesto territoriale in esame 3. Sintetica ricognizione dello stato di fatto della gestione dei rifiuti a livello di ATI a. Livelli di produzione di rifiuti urbani ed assimilati b. Livelli di erogazione dei servizi e risultati conseguiti in termini di recupero c. Articolazione del sistema impiantistico; capacità recettive e potenzialità residue degli impianti di: i. pretrattamento di rifiuto indifferenziato, ii. trattamento finalizzato al recupero, iii. smaltimento finale 4

5 4. Valutazione preliminare delle possibilità di ottimizzazione tecnico gestionale degli impianti esistenti: a. incrementi potenzialità; b. integrazione delle funzioni di stabilizzazione / compostaggio qualità; c. ampliamenti discariche esistenti. 5. Definizione preliminare dei contenuti ed obiettivi del Piano d Ambito (da articolare per ciascuno degli anni di vigenza della pianificazione in modo da evidenziare periodi di particolare criticità) a. livelli attesi di produzione di rifiuti urbani ed assimilati b. obiettivi di recupero e individuazione delle prioritarie azioni (sviluppo servizi, fabbisogno strutture) c. individuazione interventi necessari al conseguimento dell autonomia gestionale del trattamento e smaltimento nella fase transitoria d. individuazione preliminare dei fabbisogni di trattamento e smaltimento nella fase a regime 6. Dettaglio delle informazioni ambientali da includere nel Rapporto Ambientale in funzione dell analisi preliminare di contesto ambientale 7. Proposta d indice del Rapporto Ambientale Allegato I Elenco delle Autorità da consultare. Allegato II Questionario per la consultazione preliminare delle Autorità Ambientali 2. OBIETTIVI DEL PRGR DELLA REGIONE UMBRIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE PREVISIONI RIFERITE ALL A.T.I. N.1 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI Il sistema che si intende sviluppare per la gestione dei rifiuti prodotti all interno dell ambito territoriale integrato si basa sulle indicazioni introdotte nella dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (di seguito PRGR). Gli obiettivi della pianificazione regionale da esso introdotti sono i seguenti (Fonte: PRGR punto 5.1 p pubbl. BUR n.26 del 10/06/2009): Contenimento della produzione Sulla base delle tendenze in atto, si ritiene opportuno prevedere l attuazione di interventi finalizzati alla riduzione dei rifiuti, che possano contrastare le dinamiche di attuale crescita. 5

6 Il Piano si pone obiettivi di contenimento o almeno di rallentamento dei trend di crescita recentemente registrati. Per garantire il prioritario obiettivo del contenimento della produzione di rifiuti il Piano Regionale individua gli interventi volti sia alla promozione di modelli comportamentali degli utenti tesi ad aumentare la consapevolezza rispetto al problema della riduzione dei rifiuti alla fonte, che alla promozione di buone pratiche da parte del mondo della produzione. Anche sulla base di esperienze già condotte nell ambito del panorama nazionale in fase attuative si promuoveranno iniziative rivolte sia agli Enti Pubblici (es Green Public Procurement per la promozione di acquisiti verdi) sia iniziative volte al mondo produttivo (es. intese stipulate con CONAI o Consorzi recupero per la promozione di accordi finalizzati al contenimento della produzione di rifiuti da imballaggi). Occorre rilevare che un contenimento reale nella produzione di RSU si otterrà dalla corretta applicazione della normativa inerente la Assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani provenienti dalle attività produttive e di servizi, oltre all introduzione della TIA in tutto il territorio dell ATI. Recupero materia Devono essere conseguiti obiettivi di recupero, tramite raccolta differenziata, più elevati rispetto a quanto oggi registrato; il Piano è fortemente incentrato su tale aspetto individuando i criteri e le modalità organizzative da proporre ai Gestori per garantire l implementazione di servizi volti al conseguimento di elevati obiettivi di recupero. Le previsioni di Piano sono allineate alle più recenti indicazioni normative; sono proposte modalità organizzative diversificate nel contesto regionale in funzione delle caratteristiche territoriali di riferimento. Per agevolare le azioni finalizzate al conseguimento degli obiettivi la Regione, in fase attuativa, eserciterà una forte azione di stimolo verso i Comuni ed i Soggetti gestori. La necessità di profondi interventi di riorganizzazione dei servizi impone infatti la rapida attivazione di strumenti di sostegno per lo sviluppo dei servizi di raccolta differenziata. Tali strumenti potranno essere sia di tipo tecnico, sia di tipo economico ed amministrativo (esempio la regolamentazione delle modalità di accesso agli impianti di trattamento del rifiuto residuo con tariffe modulate in funzione dei livelli di recupero conseguiti. Potenziamento del sistema impiantistico La definizione del sistema impiantistico di trattamento e smaltimento rifiuti sarà sviluppata nel nuovo Piano Regionale nel rispetto degli obiettivi definiti dagli strumenti legislativi, con riferimento in particolare al passaggio dal sistema discariche al ciclo integrato dei rifiuti, attraverso investimenti sull utilizzo delle migliori e più innovative tecnologie sperimentate in Italia e in Europa per raggiungere un alto e qualificato livello di qualità ambientale, economica e sociale in Umbria. 6

7 La definizione del sistema impiantistico nella configurazione a regime dovrà contemplare la presenza di impianti che consentano la chiusura del ciclo di gestione ; dovrà pertanto essere promossa la realizzazione di impianti che garantiscano innanzitutto il recupero di materia e di energia. Il Piano individua le tipologie di trattamento ammissibili lasciando aperta la possibilità di realizzazioni di impianti caratterizzati da contenuto innovativo purché questi rispondano ai necessari requisiti di affidabilità tecnico gestionale, di economicità e di tutela ambientale. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL RIFIUTO Lo Scenario descritto nel PRGR prevede il conseguimento di un obiettivo del 65% di raccolta differenziata al 2012; tali livelli di raccolta differenziata dei rifiuti particolarmente spinti richiedono: la riorganizzazione dei servizi per un importante orientamento a forme di raccolta a carattere domiciliare o con carattere di forte vicinanza all utenza; un significativo impegno sui temi della partecipazione dei cittadini attraverso azioni mirate di comunicazione ambientale; un importante sviluppo dei sistemi di tariffazione dei servizi alle utenze di tipo puntuale, che costituiscono un importante stimolo e riconoscimento per gli utenti verso l adozione di comportamenti virtuosi, a fronte dei servizi ad essi proposti. In coerenza con quanto sopra esposto, il Piano Regionale individua specifiche linee di indirizzo per la riorganizzazione dei servizi, basati anche su valutazioni attinenti le caratteristiche delle diverse aree del territorio regionale, e, per far fronte agli investimenti aggiuntivi richiesti, prevede un impegno da parte della Regione a sostenere con importanti risorse economiche la riorganizzazione dei servizi. Come introdotto in precedenza, il modello domiciliare di raccolta verrà assunto come riferimento per aumentare le percentuali di raccolta differenziata a livello d Ambito. In particolare verranno applicati due modelli di raccolta che hanno consentito di ottenere buoni risultati nelle realtà nazionali e regionali cui sono stati applicati: modello d area vasta, caratterizzato da frequenze di raccolta medio-basse e da contenitori per la raccolta grandi, con la raccolta dell umido di prossimità; modello d intensità, in cui si applica una raccolta porta a porta integrata secco-umido con frequenze necessariamente elevate e contenitori più piccoli come volume. STAZIONI ECOLOGICHE-CENTRI DI RACCOLTA Nel contesto dell impiantistica a supporto del sistema di raccolta e del potenziamento della differenziazione alla fonte del rifiuto, un ruolo di fondamentale importanza è rivestito dalla rete delle stazioni ecologiche, o centri di raccolta (nel seguito, per semplicità si userà la sola terminologia di stazione ecologica), per la raccolta differenziata; si tratta di strutture già esistenti sul territorio, e 7

8 per le quali verranno valutate le esigenze di nuove realizzazioni o di adeguamento e potenziamento delle esistenti. La presenza di una stazione ecologica sul territorio di un Comune può essere ritenuta non indispensabile, purchè siano presenti e ben accessibili strutture di questo tipo in Comuni vicini. L intera popolazione dovrà pertanto risultare adeguatamente servita dalla rete territoriale di queste strutture. PIATTAFORMA DI TRATTAMENTO E VALORIZZAZIONE DEL RIFIUTI SECCO DA RACCOLTA DIFFERENZIATA Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti prevede come impiantistica a supporto dei servizi di raccolta basati su una raccolta differenziata spinta l integrazione di un sistema di strutture su due livelli articolato come segue: a) un primo livello diffuso sul territorio (indicativamente con presenze in ogni singolo Comune o comunque con accessibilità ravvicinata per gli utenti di ogni Comune) costituito da stazioni ecologiche regolate dal disposto di cui al D.M. 8/4/2008; b) un secondo livello costituito da strutture aventi bacino territoriale di utenza più vasto (che possono opportunamente essere denominate piattaforme, per distinguerle dalle prime), nelle quali possano essere abbinate le stesse funzioni svolte dalle stazioni ecologiche/centri di raccolta ad attività di primo trattamento e lavorazione per il successivo avvio a recupero delle frazioni differenziate. Tali piattaforme devono quindi essere considerate a tutti gli effetti come impianti effettuanti attività di gestione rifiuti e e come tali soggetti a specifica autorizzazione ai sensi degli artt. 208 e 210 del D.Lgs. 152/2006. Questi ultimi impianti risultano essenziali al fine di poter gestire correttamente il flusso sempre più crescente di rifiuto secco da raccolta differenziata, ottimizzando la fase di stoccaggio e trasporto, oltre che per garantire la massima valorizzazione economica dei materiali avviati a recupero e, quindi, contenere i costi di gestione del sistema di raccolta. STRUTTURE LOGISTICHE DI SUPPORTO DEI SERVIZI In modo analogo a quanto previsto per i rifiuti provenienti da raccolta differenziata, a supporto innanzitutto dei servizi dedicati al rifiuto indifferenziato residuo, vista l esigenza di accentrare in un numero limitato di siti le fasi di trattamento e smaltimento, viene prevista la presenza di stazioni di trasferenza, che consentano di ottimizzare la movimentazione dei rifiuti dai luoghi di produzione a quelli di trattamento. IMPIANTO DI TRATTAMENTO DEL RIFIUTO INDIFFERENZIATO Il Piano Regionale individua i diversi livelli di autosufficienza che devono essere conseguiti nella gestione dei rifiuti. In particolare, la fase di smaltimento finale dei rifiuti ha carattere sovra ATI 8

9 (discarica e termovalorizzazione); mentre ciascun ATI deve garantire l autosufficienza impiantistica per tutte le fasi del ciclo a monte dello stesso. L impianto di trattamento del rifiuto indifferenziato di conseguenza rientra nella tipologia di impianti che debbono, secondo le previsioni del PRGR, essere inclusi nella dotazione impiantistica di ciascun ATI. Di seguito si riporta quanto previsto dal Piano Regionale che in linea di massima costituirà lo schema di riferimento per la tipologia di impianto di selezione che consentirà di garantire l autosufficienza dell ATI n. 1. Si precisa che la definizione tecnica dell impianto sarà oggetto di successivo studio che individuerà gli elementi essenziali del processo anche alla luce delle nuove tecnologie di trattamento che possono rendersi disponibili. In linea di massima l impianto di trattamento sarà di tipo meccanicobiologico e articolato su due fasi ben differenziate: così come dettagliato nel Piano Regionale. il trattamento meccanico (pre e eventuale post trattamento del rifiuto): il rifiuto viene vagliato, in un primo stadio del trattamento, per separare le diverse frazioni merceologiche e eventualmente raffinato, in coda al processo di trattamento, per raggiungere gli obiettivi processistici o le performances di prodotto; il trattamento biologico: il rifiuto è sottoposto a un processo biologico volto a conseguire la mineralizzazione delle componenti organiche maggiormente degradabili (stabilizzazione) e la igienizzazione per pastorizzazione del prodotto. IMPIANTO DI STABILIZZAZIONE DELLA FRAZIONE ORGANICA Anche la stabilizzazione della frazione organica costituisce un processo di trattamento del rifiuto che è posto a monte dello smaltimento finale e pertanto, secondo le previsioni di piano, tale impianto costituisce dotazione impiantistica necessaria all interno di ciascun ATI. In tali impianti la frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata ed il sottovaglio ottenuto dalla selezione del rifiuto indifferenziato, anch esso caratterizzato da un elevato contenuto di materia organica, sono separatamente sottoposti a trattamenti biologici di stabilizzazione mirati alla produzione finale di F.O.S. e di compost/ammendante, la prima destinata ad utilizzo come materiale di copertura per la discarica ed il secondo per utilizzazione agronomica e florovivaistica. Per stabilizzazione si intende la decomposizione microbica della frazione organica dei rifiuti operata in condizioni controllate per la produzione di un materiale sufficientemente stabilizzato da poter essere manipolato senza dar origine a elevati carichi odorigeni e liquidi di percolato. L impianto di stabilizzazione rappresenta quindi il naturale complemento del sistema di trattamento della frazione organica, in quanto permette la diminuzione dei volumi avviati allo smaltimento finale ed il contenimento delle emissioni olfattive e degli effluenti liquidi di percolato. 9

10 TRATTAMENTO TERMICO Nell ambito del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani definito dal Piano Regionale, si prevede la valorizzazione delle opportunità di recupero energetico dei rifiuti, attraverso processi di assoluta garanzia dal punto di vista delle prestazioni ambientali associate. Le valutazioni condotte nell ambito delle attività di studio del Piano Regionale e gli indirizzi assunti dalla Regione Umbria con la D.C.R. n. 256 del 29/7/08 portano ad individuare il trattamento termico di rifiuti trattati di derivazione urbana come componente essenziale della piena e ottimale chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti urbani, a valle di quanto già prioritariamente previsto in termini di contenimento della produzione di rifiuti, sviluppo delle raccolte differenziate e comunque pretrattamento del rifiuto residuale. All impiantistica di trattamento termico regionale si prevede in particolare siano conferiti il sovvallo secco in uscita dagli impianti di pretrattamento del rifiuto indifferenziato e gli scarti provenienti dalle operazioni di recupero delle raccolte differenziate (quantificati questi ultimi indicativamente pari al 10% del totale delle differenziate). Per quanto attiene il trattamento termico ed il conseguente recupero energetico, il Piano individua quale migliore opzione il trattamento della sola componente secca dei rifiuti urbani. La dotazione impiantistica è così prevista: un nuovo impianto a servizio degli ATI 1, 2 e 3; l utilizzo di impianti esistenti per l ATI 4. SMALTIMENTO IN DISCARICA Gli indirizzi strategici e normativi per la gestione dei rifiuti definiti dall Unione Europea e ripresi nella normativa nazionale (D.Lgs. 22/97 e D.Lgs. 152/06) individuano puntualmente le priorità cui attenersi nella gestione dei rifiuti, ovvero la cosiddetta gerarchia dei rifiuti, dalla quale si evidenzia chiaramente come lo smaltimento in discarica deve rappresentare solo il terminale residuale di un sistema impiantistico costituito dall integrazione delle diverse tipologie di trattamento. Nell ambito del Piano Regionale, il ruolo attribuito allo smaltimento in discarica risulta notevolmente ridimensionato rispetto alla situazione attuale. Lo smaltimento in discarica di rifiuti urbani o di derivazione urbana è infatti limitato, nello Scenario di Piano, a rifiuti residuali da altri processi di trattamento, non più opportunamente valorizzabili come materia o energia. Fino alla piena messa a regime del sistema, prevista con l avvio dell impiantistica di trattamento termico all inizio del 2013, risultano destinati a discarica in particolare i seguenti flussi: - sovvallo secco da selezione; - frazione organica stabilizzata (salvo opportunità di avvio a destini alternativi, quali impiego in ripristini ambientali); 10

11 - scarti dalle attività di recupero delle raccolte differenziate; - spazzamento stradale (limitatamente alla quota degli scarti del processo di recupero, a partire dalla data di attivazione di impiantistica dedicata regionale). Con la piena messa a regime del sistema, ovvero dal 2013, risultano destinati a discarica i seguenti flussi: - frazione organica stabilizzata (salvo opportunità di avvio a destini alternativi, quali impiego in ripristini ambientali); - spazzamento stradale (limitatamente alla quota degli scarti del processo di recupero); - scorie dal trattamento termico (limitatamente alla quota degli scarti del processo di recupero). Per ciò che riguarda le due discariche poste all interno dell ATI 1, nell ambito di una razionalizzazione del sistema di smaltimento, le previsioni del PRGR sono le seguenti: discarica di Colognola (Comune di Gubbio): previsione di completamento senza ulteriori ampliamenti; discarica di Belladanza (Comune di Città di Castello): è individuata come discarica strategica a carattere sovra ATI di interesse regionale e quindi destinata ad ampliamento volumetrico. 11

12 3. LA GESTIONE DEI RIFIUTI A LIVELLO DI A.T.I.: RICOGNIZIONE DELLO STATO DI FATTO LIVELLI DI PRODUZIONE DEI RIFIUTI Nel presente paragrafo si riportano i dati relativi alla produzione dei rifiuti urbani e alla raccolta differenziata relativamente agli anni , rendicontati dalla Regione Umbria che, con l ausilio di ARPA Umbria, ha provveduto alla raccolta delle informazioni inerenti la gestione dei rifiuti in Umbria presso le amministrazioni comunali mediante l applicativo OR.S.O.. Produzione di rifiuti ATI n.1: Alta valle del Tevere, Eugubino, Gualdese N. Comune Popolazione Totale Produzione 2007 (t) Produzione 2008 (t) Diff. (%) Kg/ ab.*anno 2007 Kg/ ab.*anno Città di Castello , Citerna , Costacciaro , Fossato di Vico , Gualdo Tadino , Gubbio , Lisciano Niccone , M. S. M. Tiberina , Montone , Pietralunga , San Giustino , Scheggia e 12 Pascelupo , Sigillo , Umbertide , Totale A.T.I. n , TOTALE UMBRIA , Spazzamento stradale ATI n.1 N. Comune Quantitativo Quantitativo anno 2008 (t) anno 2007 (t) Diff (%) 1 Città di Castello ,07 2 Citerna ,27 3 Costacciaro 0 0 0,00 4 Fossato di Vico ,00 5 Gualdo Tadino ,17 6 Gubbio 0 0 0,00 7 Lisciano Niccone 0 0 0,00 8 M. S. M. Tiberina 0 0 0,00 9 Montone 0 0 0,00 10 Pietralunga 0 0 0,00 11 San Giustino ,73 12

13 Scheggia e 12 Pascelupo 0 0 0,00 13 Sigillo ,00 14 Umbertide ,11 Totale A.T.I. n ,56 TOTALE UMBRIA ,36 La produzione di rifiuti da raccolta differenziata relativa all anno 2008 è la seguente: Raccolta differenziata ATI n.1 Anno 2008 N. Comune RD Rifiuti urbani (t) RD RUP (t) TOTALE RD 2008 (t) TOTALE R.U (t) R.D 2008 (%) Diff (%) 1 Città di Castello ,39-1,24 2 Citerna ,68-2,06 3 Costacciaro ,04 5,30 4 Fossato di Vico ,94 6,91 5 Gualdo Tadino ,28 7,76 6 Gubbio ,11 11,07 7 Lisciano Niccone ,83 5,96 8 M. S. M. Tiberina ,68-13,99 9 Montone ,09-2,65 10 Pietralunga ,81-2,00 11 San Giustino ,78 1,69 12 Scheggia e Pascelupo ,10-6,87 13 Sigillo ,82 8,97 14 Umbertide ,35 2,59 Totale A.T.I. n ,51 3,46 TOTALE UMBRIA ,82 +1,51 A livello di Ambito, il dato medio attesta il livello di raccolta differenziata al 31,51%, con un increemnto rispetto a quanto riscontrato nel 2007, il cui dato era stato però calcolato coi criteri di cui alla D.G.R. 1541/2001, del 3,46%. EROGAZIONE DEI SERVIZI I dati utilizzati nella descrizione di questi servizi, raccolti presso i Comuni appartenenti all ATO 1 e presso le Aziende che sul territorio si occupano di Igiene Urbana, sono aggiornati al Dall analisi dei dati rilevati e relativi allo stato del servizio si evince una situazione estremamente variabile nel territorio. Nei 13 Comuni che compongono l Ambito Territoriale Ottimale, il servizio di raccolta, nelle sue componenti essenziali, appare frammentato in una realtà composita, in cui a servizi di igiene urbana completamente affidati ad un unica Azienda che opera anche a livello extra-comunale, si affiancano servizi operati in totale autonomia dal Comune medesimo. Le 13

14 aziende ad oggi operanti nel settore sono SO.GE.PU., ESA e GE.SE.NU. cui sono affidati servizi di raccolta ed igiene urbana ed attività di gestione di impianti di proprietà di terzi. I dati del 2008 relativi al servizio di raccolta dei RSU, mostrano una situazione non unifirme a livello di Ambito, sia in termini di mezzi ed attrezzature impiegate che in termini di frequenza di espletazione IL SISTEMA DI RECUPERO E SMALTIMENTO L Ambito Territoriale Integrato, dal punto di vista impiantistico, si rivela piuttosto carente. Nell area infatti non esistono impianti specifici per il trattamento e/o il recupero dei rifiuti da raccolta differenziata ed indifferenziata. Lo smaltimento della frazione indifferenziata Come ricordato precedentemente, sul territorio dell A.T.I. non esistono strutture per il trattamento del rifiuto indifferenziato, ma solo stazioni di trasferenza per lo stoccaggio ed il successivo trasporto verso l impianto di trattamento di Ponte Rio nonché di due discariche adibite allo stoccaggio definitivo. L A.T.I. dispone infatti di due discariche (una a Belladanza, località nel Comune di Città di Castello, e l altra a Colognola, nel Comune di Gubbio) e di tre stazioni di trasferenza per la raccolta del RU indifferenziato (site in loc. Belladanza, Gubbio e Gualdo Tadino). La gestione del rifiuto indifferenziato viene effettuata in base a quanto previsto con l accordo di rimodulazione dei flussi di rifiuti solidi urbani dell ATO n 1 che prevede il conferimento del rifiut o indifferenziato prodotto nell ATI 1 all impianto di Ponte Rio sito nel Comune di Perugia. La discarica di Gubbio, sita in località Colognola ed ormai prossima al completamento della volumetria disponibile, accoglie esclusivamente i rifiuti provenienti dal Comune di Gubbio, e rifiuti speciali. All interno del sito è presente anche la stazione di trasferenza di Gubbio. L altra discarica, volumetricamente più importante, è quella di Belladanza. La discarica per rifiuti non pericolosi, di proprietà del Comune di Città di Castello e gestita da Sogepu spa, accoglie i sovvalli provenienti dall impianto di selezione del rifiuto urbano di Ponte Rio (in base a quanto previsto dall accordo di rimodulazione sopra citato), ingombranti non recuperabili, rifiuto da spezzamento stradale, fanghi prodotti da impianti di depurazione delle acque reflue urbane operanti nel contesto dell Ambito e quantitativi definiti di rifiuti speciali non pericolosi. Anche tale impianto è però ormai molto vicino alla saturazione delle volumetrie disponibili. All interno della struttura è presente un impianto per la captazione e la produzione di energia elettrica sfruttando il biogas prodotto dai rifiuti, una stazione di trasferenza che raccoglie i rifiuti provenienti dai comuni serviti dall Azienda e li invia all impianto di selezione di Ponterio (PG), nonché un isola ecologica. Come detto in precedenza, entrambe le discariche sono prossime all esaurimento delle volumetrie autorizzate ed al 31/12/2009 si prevede che resteranno ancora disponibili mc per la discarica di Belladanza e mc per quella di Colognola. 14

15 Il recupero delle frazioni differenziate Per quanto riguarda il recupero e lo smaltimento della frazione differenziata dei rifiuti la situazione dell ATI 1 è piuttosto articolata. Si evidenzia infatti una certa polverizzazione del servizio, che per alcune frazioni è affidata a ditte autorizzate diverse che lo conferiscono poi ai Consorzi di recupero o allo smaltimento finale. 4. POSSIBILITA DI OTTIMIZZAZIONE TECNICO GESTIONALE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI. Come detto nel precedente paragrafo, nell A.T.I. n.1 della Regione Umbria vi è una palese carenza di impianti per il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Ad oggi infatti non sono stati realizzati impianti per il trattamento ed il recupero e sono presenti soltanto due discariche per rifiuti non pericolosi, Belladanza e Colognola, ormai prossime al raggiungimento delle volumetrie autorizzate, che comunque nel corso degli ultimi 20 anni hanno garantito il corretto smaltimento dei rifiuti del territorio. Per la discarica di Colognola, il Piano Regionale per la gestione dei rifiuti ne prevede il completamento sulla base delle vigenti autorizzazioni, senza ulteriori ampliamenti in superficie e volume pertanto risulta pleonastica la valutazione su eventuali possibilità di potenziamento del sito. Viceversa, lo stesso Piano prevede che l articolazione del sistema impiantistico regionale a regime porta a definire la necessità di tre discariche strategiche sul territorio regionale; tali impianti sono individuati nella discarica di Belladanza nel Comune di Città di Castello, nella discarica di Borgogiglione nel Comune di Magione e nella discarica delle Crete nel Comune di Orvieto. In tale ottica l attuale sito della discarica di Belladanza presenta la possibilità di un incremento di potenzialità pari a circa metri cubi senza necessità di ulteriore consumo di suolo in quanto tale volumetria può essere ricavata all interno della recinzione dell attuale impianto. 15

16 5. DEFINIZIONE PRELIMINARE DEI CONTENUTI ED OBIETTIVI DEL PIANO DI AMBITO. CONTENUTO DEL PIANO D AMBITO Il Piano d Ambito costituisce lo strumento attuativo primario del Piano Regionale, rappresentandone l evoluzione nell ambito di un processo orientato a una sua applicazione condivisa e partecipe, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti interessati, in primis gli Enti Locali. Il Piano d Ambito, da adottare da parte dell ATI ai sensi del c.3 dell art.48 della L.R.11/2009, contiene: a) le modalità organizzative per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata di ogni singolo comune, al fine di conseguire gli obiettivi previsti dalla programmazione regionale nell intero territorio di ciascun ATI. Tali modalità sono diversamente articolate in funzione delle caratteristiche insediative e delle dinamiche di produzione dei rifiuti; b) le modalità per la progressiva estensione dei servizi di tariffazione di cui all articolo 42 nel rispetto del regolamento di cui all articolo 238, comma 6 del d.lgs. 152/2006; c) i corrispettivi dei servizi riferiti alle diverse attività fornite dall ATI (raccolta, spazzamento, ecc.); d) i criteri per l assimilazione dei rifiuti nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Giunta regionale; e) gli studi di fattibilità degli impianti previsti per soddisfare i fabbisogni di trattamento e smaltimento alla luce delle indicazioni del Piano regionale, incluse le stazioni di trasferimento e gli impianti a supporto delle raccolte differenziate. Per gli impianti previsti sono definiti i tempi e i relativi costi per la loro realizzazione e gestione; gli studi di fattibilità individuano le caratteristiche delle opere in termini di: localizzazioni (incluse le verifiche dell insussistenza di vincoli e criteri ostativi), dimensioni e potenzialità, tecnologie e stime dei costi di realizzazione e gestione; f) le quote di rifiuti speciali non recuperabili che possono essere conferite a discarica tenendo conto delle specifiche indicazioni fornite dal Piano regionale; g) la stima dei fabbisogni di trattamento e smaltimento di rifiuti inerti in modo da garantire la tendenziale autosufficienza della gestione di tale flusso sulla base delle previsioni del Piano regionale; ai fini della stima di nuovi impianti sono considerate le eventuali iniziative già presenti sul territorio; le iniziative di gestione dei rifiuti inerti saranno comunque escluse dalle attività oggetto di affidamento. h) l individuazione, nel rispetto del Piano regionale delle aree ove localizzare gli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani nonché, considerata la rilevanza pubblica che assume la corretta gestione dei rifiuti inerti, delle aree ove localizzare gli impianti di iniziativa pubblica necessari al soddisfacimento dei fabbisogni; i) le attività e le risorse finanziarie previste per le attività di informazione e comunicazione di cui all articolo 25, comma 3; 16

17 j) il piano finanziario che deve indicare, in particolare, le risorse disponibili, quelle da reperire, nonché i proventi derivanti dall applicazione della tariffa per la gestione dei rifiuti di cui all articolo 42 per il periodo considerato; k) le modalità di assegnazione dei contributi e di irrogazione delle sanzioni di cui all articolo 21 ai comuni in funzione dei risultati di raccolta differenziata conseguiti. Ai fini dell affidamento dei servizi (art.16 della L.R. 11 del 13 maggio 2009) il Piano d Ambito deve individuare: gli impianti e le altre dotazioni patrimoniale di proprietà degli enti locali da conferire in comodato ai soggetti affidatari; gli impianti e le altre dotazioni patrimoniale di proprietà di soggetti diversi dagli enti locali che, secondo le previsioni del Piano d Ambito, dovranno essere autorizzati dall ATI all erogazione dei servizi funzionali alla gestione. Livelli attesi di produzione di rifiuti urbani ed assimilati Per la stima dei livelli di produzione di rifiuti attesi nel periodo si è preso a riferimento lo scenario previsto dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, che prevede: A) il contenimento della produzione di rifiuti (stabilizzazione sui livelli di produzione pro-capite del 2006) con un incremento in termini complessivi legato al solo sviluppo demografico; B) Il conseguimento dell obiettivo di raccolta differenziata del 65% al 2012 a livello regionale, secondo una progressiva crescita degli attuali livelli di raccolta differenziata. In esso si assume in particolare che a partire dalla situazione attuale si giunga al conseguimento del 45% e del 50% di RD rispettivamente nel 2009 e 2010, ovvero con 1 anno di ritardo rispetto alle scadenze di legge, per arrivare quindi al 60% e 65% di RD nel 2011 e 2012, nel pieno rispetto delle tempistiche di legge. Lo scenario evolutivo è descritto nella seguente tabella. Produzione di rifiuti e raccolta differenziata Fonte: Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, pag DATO ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 ANNO 2013 PRODUZIONE

18 TOTALE RIFIUTI (Ton/anno) RACCOLTA DIFFERENZIATA 50% 60% 64,6% 64,6% Considerato che lo spazzamento stradale rappresenta una aliquota pari al 2,5 % della produzione totale del rifiuto (Fonte: Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, pag. 205), dai dati riportati in precedenza sono stati ricavati i flussi di rifiuti attesi a livello di A.T.I. n.1, schematizzati nella seguente tabella. Produzione di rifiuti a livello di A.T.I. n.1 Fonte: Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, pag DATO ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 ANNO 2013 PRODUZIONE TOTALE RIFIUTI (Ton/anno) RACCOLTA DIFFERENZIATA (Ton/anno) RIFIUTO INDIFFERENZIATO (Ton/anno) SPAZZAMENTO STRADALE (Ton/anno) Interventi per la prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti Sulla base delle iniziative già intraprese a livello regionale e delle previsioni della pianificazione in merito alle possibilità di intervento in materia di riduzione della produzione di rifiuti, si formuleranno proposte di intervento volte in via esemplificativa ai seguenti ambiti: riduzione dei consumi di merci a perdere qualora esse siano sostituibili, a parità di prestazioni, da prodotti utilizzabili più volte; sostegno a forme di consumo e di distribuzione delle merci che intrinsecamente minimizzino la generazione di rifiuto; sostegno alla diffusione e all impiego di prodotti che intrinsecamente minimizzano la generazione di rifiuti; riduzione dell immissione di rifiuti verdi ed organici attraverso la valorizzazione dell autocompostaggio; riduzione della formazione dei rifiuti e della pericolosità degli stessi attraverso l introduzione di tecnologie pulite nei cicli produttivi. In particolare il Piano d Ambito concentrerà la propria azione sulla promozione e diffusione della pratica dell autocompostaggio e sulla sensibilizzazione dei Comuni ad una adeguata 18

19 regolamentazione delle modalità di assimilazione dei rifiuti, attraverso la redazione di un regolamento tipo nel rispetto delle linee guida regionali. Obiettivi di recupero ed individuazione delle prioritarie azioni Per consentire il conseguimento degli obiettivi introdotti dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti si intendono intraprendere nel contesto di ambito le seguenti iniziative: Modifica dell attuale sistema di raccolta del rifiuto, considerando il modello domiciliare di raccolta come riferimento, per aumentare le percentuali di raccolta differenziata sul territorio; Favorire la partecipazione dei cittadini attraverso azioni mirate di comunicazione ambientale; Sviluppo di sistemi di tariffazione dei servizi alle utenze di tipo puntuale, che costituiscono un importante stimolo e riconoscimento per gli utenti verso l adozione di comportamenti virtuosi, a fronte dei servizi ad essi proposti. Potenziamento del sistema impiantistico di gestione e trattamento dei rifiuti. Riorganizzazione dei flussi di rifiuti nel contesto di ambito. Nella presente relazione verranno approfonditi gli aspetti relativi al primo dei punti precedentemente elencati, mentre gli altri verranno approfonditi in ulteriori specifiche elaborazioni. In riferimento ai Comuni dell ATI n.1 si può concludere che il modello ad area vasta risulta applicabile a Costacciaro, Fossato di Vico, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo, mentre per gli altri è ipotizzabile l adozione di un modello misto, con zone caratterizzate dall applicazione del modello ad intensità (centri storici e zone a maggiore densità abitativa) ed aree in cui verrà adottato il modello ad area vasta (periferie, zone a bassa densità abitativa). Nella seguente tabella sono riportate le classificazione territoriali introdotte per i diversi Comuni dell A.T.I. n.1 della Regione Umbria. Raccolta del rifiuto Classificazioni territoriali ZONA PIANURA COMUNI Città di Castello, Gualdo Tadino, Gubbio San Giustino, Umbertide AREA INTENSIVA (%) AREA VASTA (%) 81,6% 18,4% 19

20 APPENNINO Citerna, Costacciaro, Fossato di Vico, Montone, Monte S.M. Tiberina, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Lisciano Niccone 70,9% 29,1% Al fine di organizzare all interno dell ambito un sistema di raccolta e gestione dei rifiuti che tenga conto delle diverse esigenze e caratteristiche delle due zone, per ciascuna di esse si propone l attuazione di uno specifico modello. Inoltre in ciascuna zona si intende fare distinzione tra le utenze domestiche e quelle non domestiche (utenze commerciali), viste le diverse esigenze che caratterizzano le due tipologie di utenze, come riportato nella seguenti tabelle. Interventi necessari al conseguimento dell autonomia gestionale e dei fabbisogni di trattamento e smaltimento. Le previsioni di sviluppo del sistema impiantistico sono state delineate a partire dai seguenti indirizzi previsti dal Piano Regionale di Gestione dei rifuti: massimizzare le opportunità di recupero di materia dai rifiuti, attraverso lo sviluppo di impiantistica in grado di valorizzare i flussi provenienti dalle raccolte differenziate o altri flussi avviabili ad impianti dedicati; garantire il pretrattamento dei rifiuti non intercettati dalle raccolte differenziate, al fine di assicurare un miglior controllo delle fasi di smaltimento finale e una riduzione degli impatti ambientali ad esse associati; favorire la valorizzazione del rifiuto, privilegiando tecnologie che consentono di ottenere recupero energetico attraverso processi di assoluta garanzia dal punto di vista delle prestazioni ambientali associate; minimizzare le necessità di smaltimento in discarica; sviluppare un impiantistica di trattamento rifiuti aggiuntiva sul territorio in grado di assicurare i fabbisogni non soddisfatti dagli impianti esistenti; realizzare un sistema impiantistico finalizzato al futuro conseguimento dell autosufficienza di trattamento all interno di ogni ATI, in relazione in particolare al fabbisogno di pretrattamento del rifiuto indifferenziato e della frazione organica del rifiuto da raccolta differenziata. Per consentire il conseguimento degli obiettivi introdotti dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti si intendono intraprendere nel contesto di ambito le seguenti iniziative: Realizzazione di due piattaforme per i rifiuti da raccolta differenziata con la funzione principale di supporto logistico ai servizi di raccolta sul territorio. Realizzazione di una piattaforma dotata di impianto di selezione e trattamento delle frazioni secche a servizio dell intero ambito; Riorganizzazione ed eventuale potenziamento delle stazioni ecologiche/centri di raccolta; 20

21 Riorganizzazione delle strutture logistiche a supporto dei servizi di raccolta dei rifiuti indifferenziati; Realizzazione di un centro integrato di trattamento e valorizzazione del rifiuto prodotto nell A.T.I. n.1 costituito da un impianto di pretrattamento dei rifiuti urbani indifferenziati ed un impianto per il trattamento separato delle frazioni organiche da raccolta differenziata; Potenziamento della discarica per rifiuti non pericolosi sita in località Belladanza; Riorganizzazione dei flussi di rifiuto nel contesto di ambito. Nell ambito della gestione dei servizi di raccolta, elemento non trascurabile è rappresentato dalle percorrenze che gli automezzi di raccolta devono effettuare per arrivare a conferire all impianto di riferimento. Per poter gestire al meglio un flusso sempre più crescente di rifiuto da raccolta differenziata, si intende provvedere, all interno di ciascun bacino di utenza in cui è possibile suddividere l ATI n.1, alla realizzazione di una piattaforma per rifiuti da raccolta differenziata in cui depositare in maniera separata le varie tipologie di rifiuto intercettate nei Comuni del bacino stesso, compresi quelli derivanti dalle stazioni ecologiche. Tali piattaforme devono rivestire soprattutto una funzione logistica in quanto devono essere funzionali al sistema di raccolta e consentire quindi la minimizzazione dei percorsi. All interno di ciascuna piattaforma, sui rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate, verranno principalmente effettuate le seguenti attività: stoccaggio per frazioni omogenee eventuale pressatura per le frazioni secche (carta, plastica); operazioni di trasbordo e/o trasferimento agli impianti dedicati di trattamento. I rifiuti così raggruppati verranno trasportati agli impianti di trattamento e recupero e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati. A livello di Ambito si provvederà quindi alla realizzazione di due piattaforme di trattamento, una nell area dell alto Tevere e l altra nell Eugubino-Gualdese. Verrà poi realizzata una ulteriore piattaforma dotata di un impianto specifico per la selezione di alcune frazioni merceologiche del rifiuto da raccolta differenziata prodotto e livello di ambito, in particolare carta e plastica, e pertanto sarà dotata di idonee linee di trattamento per tali materiali. Le frazioni organiche da raccolta differenziata stoccate nelle piattaforme saranno inviate centro integrato di trattamento e valorizzazione del rifiuto prodotto nell A.T.I. n.1. Il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e delle frazioni organiche da raccolta differenziata sarà effettuato presso un unico centro integrato di trattamento e valorizzazione del rifiuto. Tale impianto sarà costituito da un impianto di trattamento meccanico-biologico per il rifiuto indifferenziato ed un impianto per il trattamento della frazione organica e del verde da raccolta differenziata. Il processo di selezione/stabilizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati consta di due fasi ben distinte: 21

22 il trattamento meccanico (pre e eventuale post trattamento del rifiuto): il rifiuto viene vagliato, in un primo stadio del trattamento, per separare le diverse frazioni merceologiche e eventualmente raffinato, in coda al processo di trattamento, per raggiungere gli obiettivi processistici o le performances di prodotto; il trattamento biologico: il rifiuto è sottoposto a un processo biologico volto a conseguire la mineralizzazione delle componenti organiche maggiormente degradabili (stabilizzazione) e la igienizzazione per pastorizzazione del prodotto. L impianto di selezione consentirà il pretrattamento del rifiuto indifferenziato con la produzione di sovvallo, da inviare, previa pressatura, all impianto di trattamento termico che verrà realizzato nell A.T.I. n.2, di metalli da inviare a recupero e di sottovaglio da inviare a trattamento biologico. Gestione dei flussi di rifiuti nella fase transitoria Nella fase transitoria, in attesa della realizzazione dei nuovi impianti di trattamento, la gestione dei rifiuti potrà avvenire utilizzando gli impianti attualmente esistenti secondo le modalità attualmente in essere. I soli rifiuti prodotti dallo spazzamento meccanico, i fanghi di depurazione ed i rifiuti speciali prodotti all interno dell Ambito potranno essere conferiti nelle discariche per rifiuti non pericolosi di Belladanza e Colognola, le cui capacità residue risultano appena sufficienti a garantirne il deposito durante la fase transitoria che durerà presumibilmente sino a tutto il Gestione dei flussi di rifiuti nella fase a regime La realizzazione del sistema impiantistico di recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti comporterà a livello di Ambito una sostanziale variazione dei flussi dei rifiuti rispetto a quanto previsto per la fase di transizione. I rifiuti indifferenziati prodotti nel bacino di utenza dell area Eugubino-Gualdese e dell Altotevere, continueranno ad essere conferiti presso le stazioni di trasferenza esistenti per ottimizzare i trasporti; saranno poi conferiti presso il centro integrato di trattamento e valorizzazione del rifiuto. Si precisa che, in base alla localizzazione scelta per il centro integrato di trattamento e valorizzazione, si valuterà la necessità o meno di mantenere operative tutte le stazioni di trasferenza esistenti. I flussi di rifiuti da raccolta differenziata, sia quelli intercettati dal servizio di raccolta che quelli raccolti presso le stazioni ecologiche/centri di raccolta, conferiti presso le due piattaforme realizzate nell ambito, saranno così ripartiti: le frazioni organiche saranno conferite presso il centro integrato di trattamento e valorizzazione del rifiuto prodotto nell A.T.I. n.1; alcune delle frazioni secche, in particolare carta e plastica, saranno conferite presso la piattaforma dotata di specifico impianto per la selezione. Dalla selezione si otterranno scarti destinati a trattamento termico e materiali destinati a recupero presso impianti autorizzati; la restanti frazioni saranno conferite presso impianti di trattamento e recupero autorizzati. 22

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