RAPPORTO AMBIENTALE SINTESI NON TECNICA

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1 Adottato con atto del Consiglio Comunale n. del, Approvato con atto del Consiglio Comunale n. del, Pubblicato sul B.U.R.L. N in data, RAPPORTO AMBIENTALE SINTESI NON TECNICA IL SINDACO IL SEGRETARIO Antonio Martone Dott. Antonio Russo VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: GEOPLANET (Dott. Maurizio Penati) (Dott.ssa Marialuisa Todeschini) PROGETTISTA : COLLABORATORI : Arch. Pierangelo Perego Geom. Sonia Manzoni Data : Ottobre 2012

2 INDICE FASE I IL DOCUMENTO DI SCOPING 1. Introduzione alla VAS 2. La struttura del rapporto ambientale 3. Rapporti con la pianificazione sovra-comunale del PTCP FASE II OPERATIVITÀ CON LA LEGISLAZIONE VIGENTE 1. Linee di riferimento per la valutazione ambientale strategica 2. La direttiva 2001/42/CE 3. La normativa nazionale 4. La valutazione ambientale strategica nella Regione Lombardia (art. 4 della L.R. n. 12/2005 s.m.i) FASE III IDENTIFICAZIONE IMPATTI 1. Obbiettivi e criteri di sostenibilità 2. La matrice obbiettivi-criteri di sostenibilità 3. Obbiettivi in relazione alle istanze pervenute FASE IV COMPONENTI ED INDAGINI TERRITORIALI 1. Indagine socio-economica 1.1 Lo stato di fatto 1.2 La popolazione 1.3 Attività economiche 1.4 Caratteri ambientali e qualità del suolo 1.5 Ambiti agricoli 1.6 L indagine sull ambiente atmosferico 1.7 Indagine sull ambiente idrico 1.8 Indagine dei rischi acustici ed elettromagnetici 1.9 Indagine sulla sensibilità geologica 1.10 Indagine sulle percezioni visive 1.11 Indagine sui vincoli normativi

3 1.12 Potenzialità di sviluppo complessivo del P.G.T Compatibilità della pianificazione comunale con il P.T.C.P.

4 SINTESI NON TECNICA del rapporto ambientale INDICE 1. La sintesi non tecnica 2. L approccio metodologico e tappe procedurali 3. Risultanze del rapporto ambientale 4. L analisi di sostenibilità degli obiettivi specifici 5. Lo scenario di piano ipotizzabile 6. Mitigazioni e compensazioni 7. Sistema di monitoraggio

5 1. LA SINTESI NON TECNICA La sintesi non tecnica del Rapporto ambientale viene redatta, a conclusione delle analisi valutative, per rendere accessibili a tutti i portatori d interesse le risultanze ottenute (ottemperando, tra l altro, alle prescrizioni dell allegato 1 della Direttiva 2001/42/Ce). Si procederà pertanto nel seguito a presentare il metodo di analisi e valutazione adottato, i risultati salienti ottenuti, la descrizione dello stato caratterizzanti del territorio locale e, infine, l esplorazione sintetica degli scenari di sviluppo e delle misure di mitigazione, compensazione e monitoraggio previste. 2. L APPROCCIO METODOLOGICO E TAPPE PROCEDURALI La valutazione ambientale strategica è stata approntata tenendo conto: della dimensione territoriale ridotta e della individuabilità di criticità ambientale; la possibilità di utilizzare banche dati già approntate e dagli enti sovracomunali, quali il Parco Regionale della Valle del Lambro e l Amministrazione Provinciale e di altri enti locali e di analisi eseguita dal precedente P.R.G. Tali opportunità hanno consentito di scegliere una tecnica analitico/sintetica che permette di sovrapporre alla cartografia comunale gli strati informativi riferiti ai differenti fenomeni da analizzare. 1) Esplorazione dei dati forniti dal Parco della Valle del Lambro, Provincia di Lecco e comuni limitrofi e documentazione agli atti; 2) Selezione degli indicatori per lo studio dei fenomeni ambientali; 3) Definizione dei bacini di alta media e bassa qualificazione dello stato ambientale caratterizzanti il sistema territoriale. Il territorio comunale è stato suddiviso in celle di superficie equivalente (25 25 m), al quale sono stati sovrapposti gli strati informativi al fine di determinare il grado di qualificazione generale dello stato ambientale. Sono stati analizzati quegli aspetti che possono caratterizzare la qualità del territorio e la qualità della vita dei cittadini. Ogni aspetto è stato valutato partendo da una scala di quotazione di tre livelli (alta media bassa), associando ad ogni livello un punteggio. 4) Definizione del grado di accettabilità delle istanze di trasformazione pervenute

6 Le istanze presentate dalla popolazione all avvio del procedimento di redazione del Piano di governo del territorio, sono state sottoposte a una verifica di compatibilità con la pianificazione sovraordinata dell Ente del Parco Regionale della Valle del Lambro, del P.T.C. della Provincia di Lecco. 5) Lo scenario di piano ipotizzabile È lo strumento di previsione e descrizione degli sviluppi futuri del territorio, sulla base delle analisi effettuate e delle scelte che lo caratterizzeranno. 6) Le misure di mitigazione e compensazione ed il sistema di monitoraggio. Sono proposte alcune misure di mitigazione o di compensazione degli impatti, ed è stata espressa una lista di possibili indicatori da utilizzare nel processo di monitoraggio e per controllare il raggiungimento dei risultati attesi sugli effetti non previsti. 3. RISULTANZE DEL RAPPORTO AMBIENTALE La descrizione dello stato ambientale desumibile dalle risultanze analitiche del rapporto ambientale dai risultati dell analisi effettuate, in particolare: carta ponderata dei caratteri ambientali (tav. n. D1.1); carta ponderata delle percezioni visive (tav. n. D1.2); carta ponderata dei rischi acustici (tav. n. D1.3); carta ponderata fasce di rispetto campielettromagnetici e luoghi sensibili (tav. n. D1.4); carta ponderata della componente geologica, idrogeologica, e sismica (tav. n. D1.5); carta ponderata vincoli ambientali e monumentali (tav. D1.6); carta ponderata qualità vincoli aree e beni rilevanti (tav. D1.7). A = bacino di assoluta qualificazione, caratterizzato da alta presenza di notevoli valori ambientali; B = bacino di alta qualificazione, caratterizzato dalla presenza di valori e rischi ambientali; C = bacino di media qualificazione, caratterizzato da una commistione di valori la cui azione antropica va attentamente valutata e compensata; D = bacino di qualificazione dove è ammessa l azione antropica. Si evince, dal Rapporto ambientale redatto per la Vas del Piano di governo del territorio comunale di Rogeno, la sussistenza di un territorio in generale di importanti ambiti di criticità quali:

7 1) Criticità dell ambiente atmosferico acustico ed elettromagnetico, lungo l asse della S.P. n. 47 e per la presenza della stessa, di infrastrutture e di attività produttive; 2) Il carico insediativo, in questi anni, è andato diffondendosi sul territorio comunale e l attività di monitoraggio deve verificare che l attività edilizia vada a riguardare aree già urbanizzate, dove la naturalità del suolo e del sottosuolo risulti già compromessa, favorendo operazioni di trasformazione e recupero del tessuto esistente, coinvolgendo per lo più le aree intercluse e comparto di completamento urbano; 3) Sistema lacustre e reticolo idrico di elevata naturalità. L elevata naturalità della costa del lago di Pusiano deve essere salvaguardata, così come il reticolo idrico e la presenza sul territorio comunale. 4. L ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEGLI OBIETTIVI SPECIFICI Gli obiettivi specifici di un processo di pianificazione territoriale orientato allo sviluppo sostenibile possono essere ricondotti alle seguenti aree tematiche: Obiettivi per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Tutelare e valorizzare gli ambiti e gli elementi costitutivi del paesaggio e i caratteri che ne definiscono l identità; Favorire la qualità paesistica e architettonica dei progetti, ponendo particolare cura al corretto inserimento delle trasformazioni nel contesto; Riqualificare la frangia urbana e recuperare un rapporto organico tra spazi aperti e spazio urbanizzato; Riqualificare e recuperare le aree degradate e gli elementi detrattori; Diffondere la consapevolezza e la conoscenza dei valori paesistici e la fruizione compatibile del paesaggio da parte dei cittadini. Obiettivi di difesa del suolo Prevenire il rischio idrogeologico; Tutelare, risanare e valorizzare, sotto il profilo della qualità e della quantità, le risorse idriche superficiali e sotterranee; Riqualificare i corsi d acqua superficiali ed i relativi ambiti; Migliorare la qualità dei suoli e prevenire i fenomeni di contaminazione, promuovendo altresì le operazioni di bonifica dei suoli contaminati. Obbiettivi per la tutela e sviluppo degli ecosistemi

8 Valorizzare e ricostruire le relazioni tra gli ambiti di valore ambientale e naturalistico di diverso ordine e grado; Salvaguardare la biodiversità (flora e fauna) e potenziare le unità ecosistemiche di particolare pregio; Salvaguardare i varchi per la connessione ecologica, evitando la saldatura dell urbanizzato e potenziare gli altri elementi costitutivi della rete ecologica; Riqualificare le zone periurbane ed extraurbane di appoggio alla struttura portante della rete ecologica; Rendere permeabili le interferenze delle infrastrutture lineari esistenti o programmate sulla rete ecologica. Obbiettivi di uso tutela e valorizzazione degli ambiti destinati agricoli Assicurare e preservare la disponibilità permanente del bene terra quale condizione fondamentale per fare agricoltura anche attraverso: 1) il mantenimento della consistenza, della compattezza e della continuità del territorio agricolo; 2) il miglioramento dei contesti territoriali periurbani e delle espansioni insediative; 3) l esclusione delle trasformazioni e del consumo di suolo per espansioni edilizie non destinate alla produzione agricola e per trasformazioni urbanistiche. Tutelare e valorizzare le diverse e concorrenti funzioni degli ambiti, quali quelle dell appropriata produzione, della tutela e della ricarica della falda e, in genere, delle risorse naturali, del sistema irriguo, dei fontanili e del reticolo idrico minore, della protezione del suolo, della funzione di matrice primaria del paesaggio rurale. Difendere e migliorare l equilibrio e la qualità ambientale degli ambiti ed il valore dei paesaggi agrari tipici anche attraverso: 1) il mantenimento di un rapporto equilibrato tra suolo urbanizzato e suolo filtrante e la distribuzione equilibrata di questo rapporto tra le diverse situazioni territoriali; 2) il mantenimento di una dimensione delle aree filtranti tale da poter svolgere una funzione ecologica e da garantire la continuità anche tra spazi di dimensione minore; 3) l utilizzazione degli ambiti agricoli come trama territoriale per la creazione di corridoi o reti ecologiche;

9 4) il mantenimento della continuità e della funzionalità delle reti ecologiche integrandole con reti paesaggistiche di utilizzo urbano; 5) il mantenimento e/o lo sviluppo di fattori di biodiversità mediante l inserimento di filari, di siepi e alberi nelle grandi aree della monocoltura; 6) la diversificazione delle produzioni agricole al fine di favorire la biodiversità e la complessità ambientale; 7) la conservazione di spazi aperti e di ventilazione tra le zone costruite, di percezione degli elementi di valore storico e culturale, di fruibilità degli spazi rurali per usi sociali e culturali compatibili, di accessibilità ai corsi d acqua o ad altre opere lineari e puntuali (come i fontanili), di visibilità dei margini naturali dei rilevati collinari e montani; 8) il mantenimento della continuità degli spazi aperti tra l edificato e dei paesaggi agrari tipici; 9) il mantenimento dell integrazione dei servizi tra territori agricoli e urbani e la rispettiva conoscenza; 10) l utilizzazione di pratiche agricole produttive e manutentive che non alterino e/o non banalizzino l assetto del paesaggio rurale e la funzionalità dei suoi elementi costitutivi; 11) la diversificazione delle produzioni agricole ed il mantenimento di forme di agricoltura di elevato significato storico-paesistico; 12) il potenziamento della fruibilità degli spazi rurali per usi sociali e culturali compatibili anche mediante l individuazione di percorsi turistici culturali ed enogastronomici e l attivazione di itinerari ciclo-pedonali o equestri. Tutelare la qualità delle acque anche attraverso il mantenimento della funzionalità e dell efficienza della rete irrigua. Migliorare la qualità delle attività e delle produzioni agricole anche attraverso: 1) l incentivazione dell agricoltura biologica, delle produzioni con tecniche agricole integrate di qualità, ivi compresa la coltivazione di prodotti tipici della tradizione locale; 2) la multifunzionalità dell attività agricola anche con specifiche organizzazioni di attrezzature e servizi, nonché con l alternanza di produzioni di nicchia soprattutto nelle aree di campagna urbana;

10 3) il sostegno delle attività produttive agricole attraverso gli strumenti di programmazione e le risorse finanziarie di settore derivanti da regolamenti comunitari, disposizioni nazionali, regionali e provinciali; 4) il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali nella prospettiva di consolidare il tessuto sociale, di radicare la permanenza dell attività agricola e di creare più occupazione anche mediante il sostegno allo sviluppo di microimprese e di attività artigianali che sfruttino le produzioni e le competenze tradizionali locali; 5) la valorizzazione delle produzioni tipiche e quelle di pregio promuovendo in particolare prodotti che abbinano la sicurezza e la qualità alimentare alla qualità del paesaggio, e incentivando nuova occupazione nelle attività agricole e tradizionali, finalizzate, oltre alla realizzazione di prodotti di qualità, anche allo sviluppo di iniziative ricreative e di servizi ambientali; 6) la produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali (es. biomasse, biogas ) anche per diversificare l economia rurale e offrire nuovi sbocchi ai prodotti agricoli e silvicoli. Obbiettivi per il sistema infrastrutturale della mobilità 1) Assicurare l integrazione e il coordinamento della programmazione delle infrastrutture e dei trasporti (persone e merci) con la pianificazione territoriale, prevedendo il contenimento di nuovi insediamenti lungo le infrastrutture per la mobilità, realizzando zone filtro tra le infrastrutture stesse e gli eventuali insediamenti e concentrando detti eventuali insediamenti nei punti di massima accessibilità, garantita anche dal servizio di trasporto pubblico; 2) Assicurare l integrazione e il coordinamento della programmazione delle infrastrutture e dei trasporti con le componenti paesistico-ambientali; 3) Limitare la necessità di spostamento casa/servizi/tempo libero, ponendo particolare attenzione al livello di accessibilità ai servizi; 4) Favorire il coordinamento e l integrazione delle varie modalità di trasporto, organizzando gerarchicamente i nodi del trasporto pubblico e le connessioni tra i differenti sistemi; 5) Razionalizzare e massimizzare la funzionalità del sistema viabilistico, al fine di favorire la riduzione della congestione ed il miglioramento delle condizioni di sicurezza ed ambientali;

11 6) Favorire la mobilità delle fasce deboli della popolazione; 7) Sostenere e sviluppare la mobilità ciclo-pedonale intercomunale, atta a favorire gli spostamenti casa-lavoro e del tempo libero. Obbiettivi per il sistema insediativi 1) Minimizzare l ulteriore consumo di suolo, ridurne l impermeabilizzazione complessiva e garantire la sostenibilità delle trasformazioni; 2) Favorire la densificazione del tessuto urbano consolidato, in particolare nei contesti di massima accessibilità, ed il riuso delle aree già urbanizzate. 3) Favorire il policentrismo in particolare verso i poli attrattori; 4) Contenere la dispersione delle attività produttive; 5) Favorire ed incentivare la qualificazione energetica e paesisticoambientale degli interventi. 5. LO SCENARIO DI PIANO IPOTIZZABILE Dall analisi svolta, le istanze che possono essere maggiormente accolte risultano quelle collocate negli ambiti di possibile trasformazione e rappresentate nella tav. n. A4.1. Seguono quelle comprese in ambiti con particolare rilevanza, alla compatibilizzazione che dovranno essere specificamente valutate e soggette a prescrizioni di salvaguardia territoriale e normativa. Particolare attenzione va riservata agli ambiti di rispetto e di assoluto rispetto. Riassumendo, sulla base degli orientamenti iniziali e degli elementi conoscitivi acquisiti in linea con gli obbiettivi, sia generali che specifici, lo scenario di piano e caratterizzato dai seguenti elementi portanti: 1) Individuazione degli obbiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni devono risultare ambientalmente sostenibili e coerenti con le indicazioni da concordare anche a livello sovra-comunale; 2) determinazione degli obbiettivi quantitativi e qualitativi di sviluppo complessivo indotto dal P.G.T. 3) Nella definizione di tali obbiettivi il Documento di Piano deve tener conto della riqualificazione dei vecchi nuclei, della minimizzazione del consumo di suolo in coerenza e congruenza con l utilizzazione ottimale delle risorse

12 territoriali, con particolare riguardo all assetto viabilistico che è caratterizzato dalla presenza sul territorio della S.P. n. 47; 4) determinazione di aree, in coerenza con i predetti obbiettivi di completamento per l edilizia residenziale e residenziale pubblica, nonché aree per le attività produttive a sostegno dell economia locale; 5) dimostrazione della compatibilità delle politiche di intervento proposte con le risorse economiche attivabili dall Amministrazione Comunale, anche in relazione agli effetti indotti sul territorio contiguo; 6) individuazione per le eventuali aree di trasformazione dei relativi criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica, storicomonumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica. Analisi di coerenza esterna Per quanto riguarda la coerenza esterna di un P.G.T. essa attiene ad una valutazione di convergenza a livello di fini/scopi e politiche/azioni con gli strumenti di governo del territorio a diversi livelli, in particolare con il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale della Valle del Lambro e con il P.T.C.P. Provinciale. 5.1 COMPATIBILITÀ CON GLI INDIRIZZI DEL P.T.C.P. La compatibilità è valutata in rapporto agli obbiettivi strategici fondamentali che fanno specifico riferimento alle indicazioni contenute nel sistema Paesistico- Ambientale, Storico-Culturale ed Urbanistico-Territoriale. In particolare: le trasformazioni territoriali vengono previste nel rispetto della compatibilità ecologica e paesaggistico-ambientale; non viene significativamente ad interferire con la rete ecologica provinciale; salvo aree marginali, viene confermata la valorizzazione del sistema policentrico, nonché favorito il recupero dei nuclei urbani; viene migliorata l'infrastrutturazione viabilistica, integrata con la mobilità della S.P. n. 47; salvaguardate le peculiarità Storico-Culturali e Paesistico-Ambientali, con particolare riferimento alle aree comprese nei centri storici e nel Parco Regionale della Valle del Lambro;

13 le scelte localizzative degli ambiti di sviluppo insediativi avvengono nel rispetto della tutela paesistico-ambientale; sugli ambiti di trasformazione insediativi vengono previsti i costi di infrastrutturazione primaria e di miglioramento dell'accessibilità; vengono individuati e confermati piani di ristrutturazione urbanistica che consentano il miglior riuso dei volumi esistenti; previsione di interventi infrastrutturali atti a garantire maggiori servizi; salvaguardia dei caratteri storici presenti, con specifico manuale di intervento nei vecchi nuclei; normativa del Piano delle Regole che salvaguardia la struttura morfologica dei suoli e gli elementi connotativi del paesaggio. 6. MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI APPLICABILI Per mitigazione s intendono tutte queste azioni, strumenti, dispositivi atti a ridurre o limitare gli impatti negativi di un attività su un territorio dato, mentre la compensazione interviene a indennizzare una forte situazione di svantaggio che non è possibile in alcun modo eliminare o quanto meno mitigare, riducendola; quindi, le misure di compensazione devono intervenire quando quelle di mitigazione non sono risultate in grado di eliminare l impatto. Se queste ultime sono ben concepite e realizzate possono ridurre al minimo, limitandolo fortemente, il ricorso alle misure compensative giacché vanno a ridurre gli effetti negativi che necessiterebbero di tali interventi. A differenza delle mitigazioni, che possono essere applicate in modo analogo in differenti contesti territoriali, le misure di compensazione devono adeguarsi sia alle criticità caratterizzanti dell ambito di inserimento, sia a specifici bisogni della collettività, al fine di risarcire effettivamente il danno generato. 7. SISTEMA DI MONITORAGGIO La tematica del monitoraggio è da ritenersi nuova, in quanto le esperienze di valutazione ambientale ad oggi esistenti affrontano il problema della valutazione dello strumento urbanistico, ma non il suo successivo monitoraggio, con gli aspetti e le opportunità ad esso correlabili.

14 Il monitoraggio di un piano ha come finalità principale di misurarne l efficacia degli obbiettivi al fine di proporre azioni correttive, e permettere quindi ai decisori di adeguarlo in tempo reale alle dinamiche di evoluzione del territorio. In una logica di piano-processo il monitoraggio è pertanto la base informativa necessaria per un piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. Un programma di monitoraggio può in realtà avere diverse altre finalità, rapportate alle attività di attuazione, di aggiornamento e di comunicazione e coinvolgimento. In linea generale si possono immaginare le seguenti possibili finalità alla base della decisione di organizzare il monitoraggio di un piano: informare sull evoluzione dello stato del territorio; verificare periodicamente il corretto dimensionamento rispetto all evoluzione dei fabbisogni; verificare lo stato di attuazione delle indicazioni del piano; valutare il grado di efficacia degli obbiettivi di piano; attivare per tempo azioni correttive; fornire elementi per l avvio di un percorso di aggiornamento del piano; definire un sistema di indicatori territoriali di riferimento per il Parco. Il monitoraggio non ha solo finalità tecniche, ma anzi presenta rilevanti potenzialità per le informazioni che può fornire ai decisori, e per la comunicazione ad un pubblico più vasto, di non addetti ai lavori, attraverso la pubblicazione di un report che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in forma discorsiva, ma generalmente basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori. La tabella che segue illustra, in via esemplificativa, un possibile elenco di indicatori per il monitoraggio del Piano di Governo del Territorio del Comune di Rogeno.

15 Tema Prioritario Indicatore Indicatore di Approfondimento Tessuto Urbano numero di interventi di Consolidato recupero sul patrimonio Ambiti di trasformazione Tessuto Agricolo e di Interesse Naturalistico Interventi edilizi; popolazione esistente; Attuazione ambiti; Abitanti insediabili; Servizi pubblici realizzati con l attuazione degli ambiti; Perequazione urbanistica. Paesaggio; Agricoltura; Agriturismo. Mobilità Strade di collegamento vallivo; Strade locali: Aree di sosta. Spazio pubblico e collettivo Piano servizi. dei storico-architettonico; numero di interventi di recupero sul patrimonio edilizio consolidato; numero di titoli abilitativi per nuove costruzioni nel tessuto consolidato; popolazione residente Numero di convenzioni sottoscritte per l attuazione degli ambiti; Numero di abitanti insediabili Quantità dei servizi pubblici realizzati con l attuazione degli ambiti di trasformazione Volumi passati in capo all amministrazione per l attuazione perequazione urbanistica. della Numero interventi di riqualificazione paesaggistica attuati (con valutazione qualitativa); Estensione di nuove fasce arboree (siepi, filari, ecc.); Numero di nuove Aziende agricole; Numero di ampliamento di aziende agricole esistenti; Numero aziende che offrono un servizio di agriturismo; Numero di strade di collegamento sovracomunale; Numero di strade a carattere locale; Numero di parcheggi realizzati; Verifica di attuazione del piano dei servizi. Tempi di effettuazione Annuale Annuale Annuale Annuale Triennale Annuale Triennale Annuale Biennali Triennali Biennali Annuale Annuali Annuali Annuali Annuali Annuali

16 LE DETERMINAZIONI DI PIANO RELAZIONE DI DIMENSIONAMENTO DEL P.G.T. 1 La determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del Piano di Governo del Territorio Come prescrive la normativa vigente, il Documento di Piano deve definire gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del Piano comunale di governo del territorio, considerando non solo le nuove trasformazioni che interessano il territorio comunale ma anche le porosità derivanti dalla mancata attuazione dello strumento urbanistico pre vigente. Le ipotesi illustrate ci consentono di individuare, le conformità alle indicazioni espresse dall'amministrazione Comunale, le aree di trasformazione e le più opportune mitigazioni e/o limiti identificati all'interno del Rapporto ambientale della Valutazione Ambientale Strategica. 1.1 Le analisi avviate per la determinazione degli obiettivi Il documento di piano di Rogeno si caratterizza per una serie di approfondimenti analitici che, a differente titolo, interessano le analisi effettuate sul tessuto urbano; così, le scelte strategiche desunte dagli strumenti vigenti, gli elementi qualificanti desunti dal documento strategico dell'amministrazione, i provvedimenti di riqualificazione del tessuto residenziale rappresentano i temi nodali in grado di offrire esplicite soluzioni al governo del territorio locale. La struttura sulla quale si è fondato l'impalcato del Documento di piano si articola in differenti fonti: 1. censimento; 2. le istanze presentate a seguito dell'avvio del procedimento del Piano di Governo del Territorio; 3. le informazioni fornite dall'ufficio comunale; 4. le banche dei dati territoriali regionali; 5. gli indirizzi dell'amministrazione Comunale; 6. il Vigente Piano Regolatore Generale; 7. il Vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale; 8. il Vigente Piano Territoriale di Coordinamento del Parco della Valle del Lambro.

17 1.2 Ipotesi di piano Dall'analisi finora effettuata del territorio di Rogeno è stato possibile ipotizzare tre scenari di sviluppo locale qui meglio identificati: Ipotesi 0: non si prevede l'utilizzo di nuovo suolo agricolo ma si ammette esclusivamente la saturazione delle porosità urbane presenti sul territorio di piani esecutivi in corso di realizzazione e convenzionati. Ipotesi 1: si conferma l'intenzione di conservare inalterato il suolo agricolo considerando esclusivamente la riqualificazione dell'edificato esistente, in aggiunta alla saturazione delle porosità urbane di P.E. già convenzionati e quelli già previsti nella precedente pianificazione e non ancora attuati e nel recupero dell'edificato esistente. Ipotesi 2: si applica una strategia di sviluppo sostenibile accettando soltanto le istanze che hanno superato il filtro della VAS

18 FASE I IL DOCUMENTO DI SCOPING 1. PREMESSA INTRODUTTIVA ALLA VAS La valutazione Ambientale Strategica (VAS) è da intendersi come una verifica che dovrà essere continuamente monitorata nella attuazione di un piano. L'importanza della valutazione ambientale strategica, all'interno dei processi di governo del territorio, è contenuta nell'art. 4 della L.R. Lombarda 12/2005: al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile e assicurare un livello di protezione dell'ambiente [...] gli enti locali [...] provvedono ala valutazione ambientale degli effetti derivanti dall'attuazione dei piani e programmi [...] definendo un sistema di indicatori di qualità e [...] assicurando in ogni caso [...] l'utilizzazione di sistema informativo territoriale ; oltre alla valutazione di piani e programmi, includendo col c.2 dell'art. 4 anche le varianti agli stessi, precisando che la valutazione ambientale è effettuata durante la fase preparatoria del piano[...] e anteriormente alla sua adozione[...]. La Valutazione Ambientale Strategica, pertanto, orienta la sostenibilità delle scelte urbanistiche, l'attuazione dei relativi programmi. 2. LA STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE Il rapporto ambientale nella procedura di VAS descrive i metodi di analisi, i dati e le informazioni, analizzando il sistema ambientale comunale. Le parti che costituiscono il rapporto ambientale sono: 1. descrizione delle finalità e struttura del lavoro svolto; 2. aspetti e riferimenti normativi per lo strumento approntato; 3. descrizione delle analisi svolte nell'ambito del Rapporto Ambientale; 4. analisi delle istanze presentate dalla popolazione e loro valutazione di sostenibilità ambientale riguardo al loro grado di accoglimento nel Piano di Governo del Territorio. 3. RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE SOVRA-COMUNALE DEL P.T.C.P. QUADRO STRATEGICO COL PTCP Il Comune di Rogeno, unitamente ai Comuni del comparto confinanti, appartiene ed un ambito territoriale strategico della Brianza Lecchese. Tale progetto è interessato dai seguenti Progetto di Territorio:

19 - Distretto culturale ed Ecomuseo dei Monti e dei Laghi Briantei (PVA); - Attivazione del polo produttivo del Circondario Oggionese nella forma di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata; - Riqualificazione e potenziamento della direttrice ferroviaria Lecco Molteno Monza e Lecco Molteno Como; - Riqualificazione, messa in sicurezza e tutela paesaggistica della SS 36; Essi assumono la forma di: - Progetti di Valorizzazione Ambientale (PVA art. 11NdA); - Progetti di Riqualificazione Urbana e Innovazione Territoriale (PRINT art. 12 NdA); Il territorio del Comune di Rogeno, con quello dei Comuni limitrofi può essere inserito nei progetti: - Principali Corridoi Ecologici (Scheda Progetto n. 2 PTCP); - Luoghi Pariniani (Scheda Progetto n. 11 PTCP); - Riqualificazione delle Linee Ferroviarie : Riqualificazione della Linea Milano- Monza-Molteno-Lecco e Lecco-Albiate-Camerlata-Como (Scheda Progetto n. 17/c PTCP); - Riqualificazione delle Linee Ferroviarie Servizio Ferroviario Integrato nell Area Metropolitana di Lecco (Scheda Progetto n. 17/a PTCP); - Riqualificazione delle Linee Ferroviarie : Riqualificazione della Linea Como- Lecco (Scheda Progetto n. 17/d PTCP); - Centro di interscambio di Lecco e di Molteno (Scheda Progetto n. 18 PTCP); - Viabilità di Progetto Miglioramento Connessione Lecco Como (SP ex S.S. 639) (Scheda Progetto n. 19/c PTCP); - Percorsi Ciclopedonali (Scheda Progetto n. 20/a e 20/c PTCP); SISTEMA INSEDIATIVO Lo stesso si atterrà alle seguenti indicazioni di massima. Ambiti di trasformazione Schede di sintesi con evidenziazione cartografica dell area di riferimento, destinazioni d uso previste, indici urbanistici, eventuali misure di mitigazione e compensazione ambientale.

20 Il dimensionamento degli ambiti di trasformazione sarà effettuato anche sulla base dell effettiva disponibilità di dotazione idrica iniziale (disponibilità idrica/ab.). Soglie di sovra-comunalità È stata verificata la coerenza delle previsioni di Piano con le soglie di sovracomunalità di cui all art. 68 Interventi di rilevanza sovra-comunale del PTCP vigente. Sistema produttivo e commerciale Le eventuali previsioni di interesse produttivo e commerciale verranno verificate la coerenza delle previsioni con le Condizioni di compatibilità localizzativa degli insediamenti produttivi, ai sensi dell art. 27 delle NdA del PTCP. Per l eventuale localizzazione di nuovi insediamenti commerciali si fa riferimento all art. 37 delle NdA del PTCP Attività distributive: medie e grandi strutture di vendita, che definisce anche le soglie di sovra-comunalità, oltre ai criteri contenuti nel Piano di settore provinciale per il commercio. Risparmio energetico Verrà adottato un regolamento edilizio in cui si valuterà di subordinare i nuovi interventi all adozione di norme di risparmio energetico, come previsto dall art.66 delle NdA Disposizioni Comunali per l incentivazione del Risparmio Energetico e dell edilizia sostenibile e nelle Linee Guida per lo sviluppo sostenibile negli strumenti di governo del territorio del PTCP. TUTELA DEI BENI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI Il territorio è caratterizzato dalla presenza di zone di notevole interesse pubblico particolarmente rilevanti dal punto di vista delle qualità paesistiche, ambientali e di testimonianze storiche per cui sono operativi i vincoli di tutela paesistica-ambientale ex Lege 1497/39 e L.N. 431/85 ( D.Lgs. 42/2004 art. 136 e art. 142 ). Il territorio comunale è interessato da un ambito S.I.C. dove il Parco Regionale del Parco della Valle del Lambro ha adottato un Piano di Gestione. Pertanto, sono stati verificati i contenuti del Quadro di riferimento paesaggistico provinciale e indirizzi di tutela del PTCP.

21 VALUTAZIONE DI INCIDENZA Il Comune di Rogeno è interessato dal Parco Regionale della Valle del Lambro e dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT Lago di Pusiano, per il quale è stato predisposto lo Studio per la Valutazione di Incidenza (VIC) del dott. agronomo Giampaolo Guzzetti. RETE ECOLOGICA La Rete Ecologica Regionale (DGR n: 8/10962 del ) individua gli elementi di primo e secondo livello della RER quali varchi da tenere e frammentare. A tal fine si terrà conto anche del PTCP per quanto concerne lo Scenario sistema ambientale ed il relativo Quadro Strategico.l SISTEMA DELLA MOBILITA Viabilità Al fine di preservare le visuali libere di significative estensioni, sono state valutate pause ed intervalli nell edificazioni e l estensione di adeguate fasce di rispetto paesaggistico. Eventuali sistemazioni viabilistiche delle strade provinciali, quali le rotatorie ed i nuovi accessi, verranno particolarmente verificati con il Settore Viabilità e Protezione Civile Trasporti della Provincia di Lecco. Rete ciclabile Vengono osservate le indicazioni contenute nel Piano della rete ciclabile provinciale e del Consorzio Parco Valle del Lambro. AMBITI AGRICOLI Il territorio comunale rientrando nei Sistemi rurali definiti nel PTCP osserverà i criteri per l individuazione delle aree agricole nei PGT di cui all art. 57 delle NdA. Inolre si osserveranno le specifiche indicazioni contenute nelle NTA del PTC del Parco Valle del Lambro. PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE Vengono riportate le superfici boscate così come illustrate nel piano di indirizzo forestali (PIF) approvato dall Amministrazione Provinciale e come individuate e riportate nella cartografia del Consorzio del Parco Regionale della Valle del Lambro, previa analisi di maggior dettaglio. Nello strumento

22 urbanistico comunale sono delimitate le superfici a bosco ed eventualmente indicate le prescrizioni per le trasformazioni delle stesse.

23 FASE II OPERATIVITA' CON LA LEGISLAZIONE VIGENTE 1. LINEE DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA La procedura di valutazione ambientale strategica rappresenta in base alla politica europea sull ambiente un percorso di conoscenza approfondita dei contesti locali, che indaga gli elementi qualificanti e/o dequalificanti di un luogo, considerandone anche le peculiarità connotative. La procedura valutativa prevede l'attività analitiche svolte su tutte le componenti ambientali, al fine di assicurare una attività di pianificazione e scelte di sviluppo coerenti con gli obbiettivi di conservazione e tutela delle risorse territoriali. La procedura valutativa deve quindi diventare supporto consuetudinario alla pianificazione territoriale e alle decisioni, integrandola ai procedimenti amministrativi in essere, il suo carattere strategico è evidenziato dal fatto che viene effettuata e pertanto utilizzata sia durante la fase preliminare della redazione del piano o programma, sia prima della sua adozione. La potenzialità, offerta dalla valutazione in più momenti, permette alla VAS di intervenire in corso d'opera nella redazione dei piani agevolando (incentivando) la ricalibratura degli orientamenti e decisioni che mostrano incongruità con il principio dello sviluppo sostenibile; in sintesi: 1) la valutazione preliminare comporta la descrizione quantitativa dello stato ambientale in base agli obbiettivi del piano o programma e alle azioni attivabili per il loro conseguimento; 2) la valutazione in itinere comporta l'analisi delle prime risultanze; 3) la valutazione ex post comporta l'analisi di efficacia ed efficienza delle assunzioni per mitigare e/o compensare gli impatti. 2. LA DIRETTIVA 2001/42/CE La valutazione ambientale strategica (VAS), introdotta dalla Direttiva 01/142/CEE, ha l'obbiettivo di: garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto della elaborazione e dell'adozione di piani di programmi e, susseguentemente, definisce l'ambito di applicazione della procedura valutativa sui piani e programmi che possano suscitare effetti significativi sull'ambiente, lasciando agli Stati

24 membri una qualche dose di flessibilità nella scelta delle procedure e metodi da utilizzare. La VAS allora è uno strumento di garanzia per una nuova configurazione dei piani e programmi nell'ottica dello sviluppo durevole e sostenibile, con l'obbiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente assoggettando a procedura di VAS gli elaborati che gli stati e gli enti locali indicano nelle disposizioni legislative, regolamentative e amministrative. Tra gli obblighi sono inseriti: 1) la precisazione del momento di valutazione durante la fase preparatoria del piano; 2) la redazione del Rapporto Ambientale come documento delle conoscenze sul sistema ambientale desunte dalle tecniche analitiche adottate e dal livello di dettaglio del piano. 3. LA NORMATIVA NAZIONALE Le disposizioni nazionali che richiamano i contenuti della Direttiva comunitaria sono comprese nel D. Lgs. 152/2006, per la parte riguardante la Valutazione ambientale strategica. L'analisi deve individuare, descrivere e valutare i possibili impatti ambientali significativi che si verificherebbero all'attuazione del piano, e che, per evitare operazioni di duplicazione delle informazioni, è possibile utilizzare ai fini delle analisi previa verifica di pertinenza approfondimenti e informazioni ottenuti da studi eseguiti nell'ambito di altri livelli decisionali. 4. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DELLA REGIONE LOMBARDIA (ART. 4 DELLA L.R. N. 12/2005 S.M.I.) La disposizione comunitaria ha effetto sull'ordinamento regionale, e la regione Lombardia ha dato attuazione alla Direttiva sulla VAS introducendola nella legislazione in materia di governo del territorio, i riferimenti normativi a livello regionale sono pertanto rappresentati: dall'art.4 della Legge per il governo del territorio 11 marzo 2005, n.12; e dagli indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi emanati dalla Direzione Generale Territorio e Urbanistica, Unità Organizzativa Pianificazione Territoriale. L'inserimento più interessante e innovativo portato dalla normativa regionale riguarda l'utilizzo delle informazioni predisposte dalle banche dati e dalle basi geografiche che costituiscono il Sistema informativo territoriale regionale (art.3

25 Strumenti per il coordinamento e l'integrazione delle informazioni), inoltre, la valutazione deve evidenziare la congruità degli obbiettivi e scelte rispetto ai criteri di sostenibilità, valutandone le interazioni con gli altri piani e progetti; il suo valore aggiunto è rappresentato dall'assunzione del concetto di VAS come processo continuo che s'estende lungo tutto il percorso di attività del piano programma. La VAS deve intrinsecamente portare la capacità di integrare le conoscenze dei differenti settori scientifici, e la scelta operata dalla regione Lombardia è stata quella di fondarsi a livello metodologico sul progetto Enplan, con un'opportuna scelta di non limitare l'ambito d'attivazione delle procedure valutative alla sola pianificazione del territorio, ma estendendola anche agli elaborati per settori agricolo, forestale,della pesca, energetico,industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque,delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della Direttiva 85/337/CE [e quelli] per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e7 della Direttiva92/43/CE ;a tali fattispecie si aggiungono i casi in cui il piano o programma interessi l'uso di ridotte aree a livello locale o modifiche minori, e altre tipologie di piani che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti : qui la Direttiva affida agli Stati membri la decisione se assoggettare o meno a valutazione, e la regione Lombardia ha scelto in questo senso di applicare la verifica di esclusione, ossia una valutazione preliminare a cui i piani e i programmi sono sottoposti per decidere se necessitano di VAS, da effettuarsi durante una conferenza di verifica a cui partecipano l'autorità procedente, quella valutante e gli enti territoriali interessati. Dunque, secondo gli indirizzi regionali la VAS rappresenta un processo comprensivo dei seguenti momenti: 1) l'elaborazione di un Rapporto ambientale, documento redatto da chi propone il piano dove vengono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o programma potrebbero generare sull'ambiente, e le eventuali alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale; 2) l'effettuazione di consultazioni che prevedono il coinvolgimento di autorità e pubblico per fornire un parere sulla proposta di piano o programma e sul

26 Rapporto ambientale che l'accompagna, prima della sua adozione e dell'avvio della successiva procedura di approvazione; 3) la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni dell'iter decisionale; 4) la pubblicità delle informazioni e delle motivazioni sulla decisione; 5) l'attività di monitoraggio e controllo delle esternalità ambientali, determinate dall'attuazione dei piani e programmi, con l'obbiettivo di formare un quadro di conoscenze per valutarle individuando le evenienze negative e ponendo così in grado il decisore di ridefinirne gli esiti. PROCESSO DI PIANO PROCESSO DI VALUTAZIONE FASE 1 Orientamento e impostazione Orientamenti iniziali del piano Analisi di sostenibilità degli orientamenti iniziali Eventuale Verifica di esclusione (screening) Obbiettivi generali Scenari di riferimento Definizione ambito di influenza (scoping) FASE 2 Elaborazione e redazione Obbiettivi specifici Linee di azione Coerenza esterna FASE 3 Consultazione adozione approvazione Definizione delle alternative Azioni e strumenti di attuazione Documento di piano Consultazione P A R T E C I P A Z I O N E B A S E D I C O N O S C E N Z A Stima degli effetti ambientali Confronto tra alternative Coerenza interna indicatori Rapporto Ambientale Sintesi non Tecnica Analisi di sostenibilità delle osservazioni Dichiarazione di Sintesi Adozione - Approvazione FASE 4 Attuazione E gestione Gestione e attuazione Azioni correttive Monitoraggio ambientale e valutazione periodica

27 FASE DEL PIANO PROCESSO DI PIANO AMBIENTE/VA Fase 0 Preparazione Fase 1 Orientamento Conferenza di verifica/valutazione Fase 2 Elaborazione e redazione Conferenza di valutazione Fase 3 Adozione approvazione Fase 4 Attuazione Gestione P0.1 Pubblicazione avviso. P0.2 Incarico per la stesura del P/P. P0.3 Esame proposte pervenute; Elaborazione del documento Programmatico P1.1 Orientamenti iniziali del piano P1.2 Definizione schema operativo per lo svolgimento del processo e mappatura del pubblico e dei soggetti competenti in materia ambientale coinvolti P1.3 Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul territorio P2.1 Determinazione obbiettivi generali P2.2 Costruzione dello scenario di riferimento e di piano P2.3 Definizione obbiettivi specifici e linee d azione e costruzione delle alternative Avvio del confronto A0.1 Incarico per la redazione del rapporto ambientale. A1.1 Integrazione della dimensione ambientale del piano A1.2 Definizione schema operativo per la VAS e mappatura del pubblico e dei soggetti competenti in materia ambientale coinvolti A1.3 Eventuale Verifica di esclusione (screening) A2.1 Definizione dell ambito di influenza (scoping) e definizione della portata delle informazione da includere nel rapporto ambientale A2.2 Analisi di coerenza esterna A2.3 Stima degli effetti ambientali costruzione e selezione degli indicatori A2.4 Confronto e selezione delle alternative A2.5 Analisi di coerenza interna A2.6 Progettazione del sistema di monitoraggio P2.4 Documento di piano A2.7 Rapporto ambientale, sintesi non tecnica Deposito del documento di piano e del rapporto ambientale Valutazione del documento di piano e del rapporto ambientale Parere motivato predisposto dall autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità precedente P3.1 Adozione del piano A3.1 Dichiarazione di sintesi P3.2 Pubblicazione e raccolta osservazioni, risposta alle osservazioni A3.2 Analisi di sostenibilità delle osservazioni pervenute P3.3 Approvazione finale A3.3 Dichiarazione di sintesi finale P4.1 Monitoraggio attuazione e A4.1 Rapporti di monitoraggio e gestione valutazione periodica P4.2 Azione correttive ed eventuali retroazione

28 FASE III IDENTIFICAZIONE IMPATTI 1. OBIETTIVI E CRITERI DI SOSTENIBILITÀ Dalla lettura della Direttiva 2001/42/CEE e dei suoi allegati si desumono i criteri di sostenibilità, ai quali gli obbiettivi individuati nel Documento di piano del PGT devono sottendere e di seguito riportati: 1) Conservazione e miglioramento della qualità dei suoli: il suolo come risorsa rinnovabile, fondamentale per la vita e la minaccia delle attività antropiche: il principio da seguire è quello della protezione della quantità e della qualità della risorsa esistente, migliorando quanto già stato degradato. 2) Conservazione e miglioramento della qualità delle risorse idriche: l'acqua come risorsa scarsa fondamentale per la vita e la salute umana, minacciata dall'inquinamento e dai consumi abbondanti; anche qui il principio da seguire è quello della protezione e della qualità della risorsa esistente, migliorando quanto è già stato degradato. 3) Conservazione e miglioramento dello stato del patrimonio naturale: il patrimonio naturale comprende la configurazione geografica, gli habitat, la flora e fauna e il paesaggio, e le loro interdipendenze; il principio guida è migliorare le riserve e la qualità delle risorse a vantaggio delle generazioni presenti e future. 4) Conservazione e miglioramento del patrimonio storico e culturale: il patrimonio storico e culturale, oltre che nelle tradizionali architetture storiche, parchi e giardini, consiste in tutto ciò che afferisce alla tradizione e alla cultura locale, in particolari stili di vita, costumi, toponimi, dialetto; il principio da seguire è quello della conservazione e tutela, poiché si tratta di elementi insostituibili. 5) Conservazione e miglioramento della qualità dell ambiente locale: la qualità dell'ambiente locale può essere definita dalle interdipendenza tra qualità dell'aria, incidenza dell'inquinamento acustico, dotazione di servizi per la popolazione e gradevolezza locale, che interessano le aree residenziali

29 come i luoghi di ricreazione o di lavoro; il principio guida è migliorare l'ambiente locale, anche attraverso interventi che ne contengano il degrado. 6) Protezione dell atmosfera: per un principio fondamentale alla salute umana e altre componenti ambientali, gli impatti sull'atmosfera risultano a lungo termine, sono pervasivi e costituiscono una grave minaccia per le generazioni future. 1 7) Riduzione dell impiego delle risorse energetiche non rinnovabili: il principio indirizza all'uso parsimonioso di tali risorse, soprattutto nel caso dei combustibili fossili e dei giacimenti minerali, in modo tale da non limitare le possibilità di utilizzo delle future generazioni. 8) Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione: intesa come capacità spontanea di tali risorse di ricrearsi; quindi, il loro utilizzo dev'essere indirizzato verso un'intensità compatibile, che non vada oltre il carico massimo di utilizzo sopportato dal sistema. 9) Gestione e uso corretto delle sostanze e dei rifiuti pericolosi inquinanti: si guarda alla sostituzione di fattori produttivi pericolosi con altri che lo siano meno dal punto di vista ambientale, e si guarda anche alla minore produzione di rifiuti mediante corretti processi di gestione del trattamento dei rifiuti. 10) Protezione della salute umana: si intende ridurre i rischi perla salute derivanti dalle emissioni di sostanze pericolose o nocive in atmosfera, in ambiente idrico e nel sottosuolo. 11) Sensibilizzazione delle problematiche ambientali e sviluppo dell istruzione e formazione in campo ambientale: si intende creare nei soggetti sociale di ogni fascia d'età la consapevolezza dei problemi e rischi gravanti sull'ambiente e la conoscenza delle possibili alternative, attraverso l'accesso alle informazioni e ai risultati delle ricerche. 12) Partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile,in particolare come agente di controllo delle attività, in modo che si crei una condivisione delle responsabilità.

30 Prima di predisporre alla quantificazione degli impatti,vengono individuati dal Documento di piano gli obbiettivi da perseguire per il territorio Rogenese, suddivisi in tre categorie: a) la prima, contiene gli obbiettivi desumibili dalle richieste avanzate dai cittadini all'avvio del procedimento di redazione del PGT; b) la seconda, riguardante gli stimoli operativi espressi dalla popolazione e raccolti dall'amministrazione Comunale nelle indagini svolte per la redazione del documento strategico del sindaco; c) terza, comprende le strategie che l'amministrazione intende perseguire. tali obbiettivi sono dedotti nella legenda a corredo della Carta del quadro sintetico delle strategie di piano).

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