il campo di fragole Notiziario di Ein Karem Cafdue Emmaus Febbraio 2012 RESTARE SUL TERRITORIO DELLA FRAGILITÀ

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1 il campo di fragole Notiziario di Ein Karem Cafdue Emmaus Febbraio 2012 RESTARE SUL TERRITORIO DELLA FRAGILITÀ

2 Cooperativa sociale Caf due COS È COS È una cooperativa sociale fondata nel 1985 per soste- È una cooperativa sociale fondata nel 1985 per nere la famiglia nelle diverse fasi del ciclo di vita e sostenere la famiglia nelle diverse fasi del ciclo nei suoi compiti di cura dei figli, dei familiari fragili, di vita e nei suoi compiti di cura dei figli, dei anziani e/o disabili. familiari fragili, anziani e/o disabili. COSA OFFRE Gestisce due servizi di di sostegno sostegno alle alle famiglie famiglie con con persone persone che che necessitano necessitano di di assistenza assistenza per per rimanere rimanere nel ambiente normale ambiente di vita e per di vita ridurre e per il ricorso ridurrea strut- nel normale ture il ricorso residenziali. a strutture Il Servizio residenziali. Domiciliare Il viene servizio modulato, domiciliare in accordo viene con l assistente modulato, sociale in accordo e il geriatra, con secondo l assistente un piano sociale di intervento e il geriatra, assistenziale secondo che un tiene conto piano di di fattori intervento sanitari assistenziale e sociali. che Possono tiene conto essere comprese di fattori prestazioni sanitari per e sociali. commissioni Possono e essere spese; comprese prestazioni aiuto nelle attività quotidiane, per igiene commissioni personale e spese; totale aiuto e parziale; accompagnamento nelle attività quotidiane, per il igiene disbrigo personale di pratiche totale varie e per e parziale; il mantenimento accompagnamento di rapporti per sociali; il disbrigo governo di della casa; controllo di terapie in atto; consulenza su corret- pratiche varie e per il mantenimento di rappor- te norme igieniche e alimentari. L operatore è un proti sociali; governo della casa; controllo di terapie fessionista, l Ausiliario Socio Assistenziale (ASA). Il in atto; consulenza su corrette norme igieniche e servizio è in convenzione con il Comune di Paderno alimentari. L operatore è un professionista, Dugnano e, dal 2004, direttamente su richiesta delle l Ausiliario Socio Assistenziale (ASA). famiglie a cui siano stati assegnati voucher sociali nel Il servizio è in convenzione con il Comune di territorio del Distretto 1 dell ASL Provincia di Milano Paderno Dugnano e Solaro e, dal 2004, direttamente su richiesta delle famiglie a cui siano 1. La cooperativa inoltre organizza soggiorni climatici, noleggio gratuito ausili ortopedici e sanitari, accompa- stati assegnati voucher sociali nel territorio del gnamento a visite mediche. Inoltre Caf Due gestisce il Distretto 1 dell ASL Provincia di Milano 1. La Centro Diurno Integrato Ein Karem (v.sotto) cooperativa inoltre organizza soggiorni climatici, noleggio gratuito ausili ortopedici e sanitari, accompagnamento a visite mediche. Inoltre Caf Due gestisce il Centro Diurno Integrato Ein Karem (v. sotto) INDIRIZZO INDIRIZZO via Gadames, 47, Paderno Dugnano via tel. e Gadames, fax: , 47, Paderno Dugnano (Villaggio info@cafdue.it Ambrosiano), tel. e fax: , cafdue@libero.it COS È Centro Diurno Integrato Ein Karem COS È E un Centro Diurno Integrato per anziani. Si collo- E un Centro Diurno Integrato per anziani. Si colloca nella rete dei servizi socio-sanitari per anziaca nella rete dei servizi socio-sanitari per anziani con funzione intermedia tra l assistenza domiciliare e le ni con funzione intermedia tra l assistenza domiciliare e le strutture residenziali. Intende favorire strutture residenziali. Intende favorire la convivenza con i familiari, sostenendoli e stimolando l integrazio- la convivenza con i familiari, sostenendoli e stimolando l integrazione e riaffermando il ne e riaffermando il ruolo sociale dell anziano. ruolo sociale dell anziano. A CHI SI RIVOLGE A CHI SI RIVOLGE Ad anziani a vario livello di dipendenza e ad aziani con problematiche di ordine prevalentemente Ad anziani a vario livello di dipendenza e ad anziani con problematiche di ordine prevalentemente sociale, sociale, psicologico e motorio. psicologico e motorio. COSA OFFRE COSA OFFRE Servizio di assistenza alla persona (igiene, bagno as- servizio di assistenza alla persona (igiene, bagno sistito); servizio infermieristico; servizio riabilitativo assistito); servizio infermieristico; servizio riabilitativo (individuale e collettivo); servizio geriatri- (individuale e collettivo); servizio geriatrico; attività culturali, sociali, educative e animative; servizio di co; attività culturali, sociali, educative e animative; servizio di sostegno psicologico agli anziani e sostegno psicologico agli anziani e alle famiglie; colazione, pranzo, spuntino pomeridiano; barbiere, par- alle famiglie; colazione, pranzo, spuntino pomeridiano; barbiere, parrucchiere e podologo; trasporrucchiere e podologo; trasporto anziani del Comune di Paderno Dugnano. to anziani del Comune di Paderno Dugnano. INDIRIZZO Via Gadames (Villaggio Ambrosiano), Paderno Paderno Dugnano. Dugnano. tel. 02/ info@cafdue.it tel. 02/ , cafdue@libero.it

3 Cooperativa sociale Emmaus COS È COS È una cooperativa sociale, nata nel 1986, per offrire a È una cooperativa sociale, nata nel 1986, per offrire persone disabili e sofferenti psichici delle occasioni di a persone disabili e sofferenti psichici delle occasioni lavoro e opportunità di recupero delle potenzialità di lavoro e opportunità di recupero delle potenzialità lavorative, del rafforzamento dell autostima e del lavorative, del rafforzamento dell autostima e del benessere psicofisico, di appartenenza comunitaria. La benessere psicofisico, di appartenenza comunitaria. La cooperativa mette al centro della sua attività la cooperativa mette al centro della sua attività la persona, in particolare la persona disabile, e il lavoro come persona, in particolare la persona disabile, e il lavoro come strumento per favorire processi di integrazione sociale. Ha due sedi operative, a Paderno strumento per favorire processi di integrazione sociale. Ha due sedi operative, a Paderno Dugnano e a Limbiate, adiacente l ex ospedale psichiatrico Antonini. Dugnano e a Limbiate, adiacente l ex ospedale psichiatrico Antonini. COSA OFFRE Produce icone, immagini religiose e riproduzioni artistiche, setacci da cucina e per l edilizia e si occupa anche di assemblaggi per conto terzi. COSA OFFRE Attraverso la partecipazione a queste attività lavorative cerca di sviluppare la capacità lavorativa e la Produce icone, immagini religiose e riproduzioni artistiche, setacci da cucina e per l edilizia e si occupa professionalità degli utenti per un successivo inserimento o reinserimento in ambito lavorativo. anche di assemblaggi per conto terzi. Attraverso la partecipazione a queste attività lavorative cerca di sviluppare la capacità lavorativa e la professionalità degli Collabora con gli enti locali per progetti di inserimento nelle attività lavorative di persone disabili e di utenti per un successivo inserimento o reinserimento sofferenti psichici con finalità socializzante a valenza in ambito lavorativo. Collabora con gli enti locali per educativa, assistenziale e riabilitativa, per integrare progetti di inserimento nelle attività lavorative di persone disabili e di sofferenti psichici con finalità socia- un progetto di vita più ampio. lizzante a valenza educativa, assistenziale e riabilitativa, per integrare un progetto di vita più ampio. INDIRIZZI V ia Argentina 35, Paderno Dugnano, tel. e fax 02/ ; via Montegrappa 41, Limbiate, tel. e fax INDIRIZZI 02/ Centro di Ascolto Caritas Il Veliero COS È Uno strumento pastorale promosso dalla Caritas Ambrosiana per diffondere la cultura della solidarietà e recuperare il senso della centralità della persona umana, riconoscendole dignità e volontà per affrontare un cammino di crescita personale e sociale; un luogo dove si realizza un servizio mediante il quale la comunità cristiana esprime e vive la dimensione dell ascolto e della testimonianza della carità; un punto di riferimento per le persone in difficoltà in cui i loro bisogni trovano ascolto e considerazione; un punto di osservazione privilegiato per conoscere le situazioni di emarginazione sul territorio; il frutto di un progetto pastorale di tutta la comunità. LE FUNZIONI Accoglie, ascolta, orienta e si fa carico delle persone in difficoltà; individua i bisogni espressi e latenti sul territorio; lancia messaggi alla comunità cristiana e alla società civile perché conoscano e si prendano cura delle situazioni di povertà. via Argentina 35, Paderno Dugnano, tel. e fax 02/ info@coopemmaus.it GLI OBIETTIVI Accogliere la persona in stato di difficoltà personale, psicologica, morale o materiale, riconoscendo la sua unicità oltre i bisogni che essa esprime; ascoltare l esperienza del prossimo con umiltà e attenzione; accompagnare la persona che vive uno stato di disagio; indirizzarla e aiutarla, attivando, qualora possibile, una rete di solidarietà e le risorse disponibili sul territorio; promuovere, responsabilizzare, riconoscere dignità e via tutelare Montegrappa i diritti delle 41, persone Limbiate, in difficoltà attraverso tel. progetti e fax 02/ di aiuto personalizzati; favorire la diffusione di una cultura della solidarietà, affinché la comunità limbiate@coopemmaus.it cristiana viva un intreccio dinamico tra annuncio, celebrazione e testimonianza della carità; sollecitare una stretta collaborazione e valorizzazione dei servizi e delle risorse presenti sul territorio INDIRIZZO via Fante d Italia 10, Paderno Dugnano, tel/fax 02/ veliero.caritas@tiscali.it; Orari apertura al pubblico: lun. 9-12, merc , ven. 9-12

4 L EDITORIALE Restare sul territorio della fragilità Di Don Ettore Dubini La prima uscita pubblica (27 settembre 2011) del Cardinal Angelo Scola di Milano è stata con il mondo della fragilità. Il mondo che ci appartiene perché abbiamo scelto di restare in questo territorio segnato dalla invalidità, dalla disabilità, dalla non autosufficienza, dalle malattie invalidanti. Ci stiamo da oltre venticinque anni consapevoli che la scelta fatta allora ci ha progressivamente aiutato a imparare l amore educandoci al gratuito (Card. Scola). Non è mai stato facile lavorare sul terreno delicato della fragilità, ma lo è in particolar modo quando lo scenario attuale di cambiamenti sociali mette maggiormente in evidenza la difficoltà di restare su questo terreno senza le necessarie tutele dei diritti dei più deboli. I diritti dei deboli non sono affatto diritti deboli diceva con grande forza l emerito Card. Tettamanzi. Ma la necessità di salvare l economia europea sta portando le istituzioni a dare meno attenzione ai diritti dei deboli per spostare tutti gli sforzi ai mercati. Non vorrei che ancora una volta si scaricasse la responsabilità della crisi, sui soggetti più deboli. Qualche tempo fa la colpa era degli extracomunitari, ora potrebbe essere attribuita ai costi della gestione del welfare. Le banche e borse non sono le vittime sono la causa della situazione di precarietà nella quale ci siamo venuti a trovare. Pur con la comprensibile paura di quanto potrà accadere, noi non ci tireremo indietro e continueremo a mordere la realtà. Continueremo cioè a cercare di dare un segnale forte di presenza accanto agli ospiti delle nostre cooperative illuminati dalle parole di Gesù; i poveri li avete sempre con voi. La tentazione da evitare è quella del tirarsi indietro, di non progettare futuro, di curare l esistente evitando danni peggiori, di rinchiudersi nella difesa del cammino fatto fin qui. Mordere la realtà chiede invece di guardare ai cambiamenti lasciandoci interpellare perfino dalle difficoltà che incontriamo. Esse possono essere, se adeguatamente analizzate, lo stimolo per trovare nuove risposte alla nostra esperienza di servizio. Dal nostro punto di vista noi comprendiamo ancora meglio la natura del cristianesimo che è proprio l incarnazione, stare dentro la realtà, mordere la realtà, assecondare la realtà, partire dalla realtà (Card. Scola). Stare fianco a fianco quotidianamente con la fragilità delle persone a noi affidate è la migliore risposta che possiamo dare ad un mondo in frantumi che rischia di travolgerci tutti. La risposta della carità che non indietreggia, rischia, si compromette, si fa prossimo, sta dentro, contribuisce a costruire un orizzonte di speranza. A Gesù che veniva contestato perché guariva di sabato, in un giorno proibito per gli ebrei, rispose che era più importante l uomo malato cha aveva davanti che non l osservanza delle leggi. L uomo malato non sta solo davanti a Gesù sta davanti a noi, sta con noi. Anche se siamo una piccola realtà a confronto delle grandi istituzioni caritative sparse sul territorio della nostra diocesi milanese, daremo anche noi il nostro contributo affinché venga difesa, valorizzata, sostenuta la testimonianza che diamo verso quel mondo della fragilità che abbiamo scelto di servire. 1

5 IL PUNTO Le novità nelle politiche sociali lombarde a favore di famiglie con persone anziane e disabili A cura di Filomena Quitadamo 2 In diversi numeri della rivista abbiamo fatto il punto sulle trasformazioni intervenute nei servizi sociali e socio sanitari a favore di persone fragili, in particolare anziani e disabili, e delle loro famiglie, cioè di quei soggetti che sono al centro delle attenzioni delle realtà che promuovono questa rivista. Riproponiamo l argomento in quanto negli ultimi mesi del 2011 sono stati emanati dei provvedimenti che impegneranno i programmatori locali, Enti locali e ASL, nell adottare scelte per il futuro del welfare locale, ossia del benessere, ma soprattutto avranno delle ricadute su tutti i cittadini e sulle famiglie, in particolare quelle gravate da compiti di cura, e richiederanno loro un cambiamento nell approccio ai servizi. Abbiamo più volte ricordata la direzione verso cui sono indirizzate le politiche del welfare lombardo nell ultimo ventennio: mettere al centro la famiglia, ritenuta risorsa in grado di cooperare nella definizione dei bisogni e nella costruzione delle risposte, libera di scegliere tra soggetti erogatori accreditati, secondo standard ed indicatori definiti dal programmatore regionale e/o locale, che messi in competizione tra loro incrementeranno la qualità dei servizi offerti, valorizzando in particolare il terzo settore, espressione sociale più vicina alla famiglia ed alla comunità, in grado di attuare il principio della sussidiarietà orizzontale. I recenti provvedimenti hanno portato a un ulteriore consolidamento delle scelte effettuate, spostando il baricentro del sistema di welfare dall offerta di servizi alla domanda, attraverso l introduzione del sistema Dote, già introdotta nella formazione e poi nelle politiche del lavoro e oggi nel welfare. Nel campo dei servizi socio sanitari e sociali un anteprima della dote è stato il voucher, non denaro contante ma un titolo assegnato alla famiglia per l acquisto di servizi da soggetti erogatori accreditati. Due le tipologie di voucher introdotte negli scorsi anni: - il voucher socio sanitario per l acquisto di prestazioni di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) - il voucher sociale per l acquisto di prestazioni di Assistenza Domiciliare, tra cui rientrano gli interventi svolti dalla cooperativa Caf due a favore di famiglie con persone anziane e disabili. Quest ultimo, nella nostra zona, è stato utilizzato per alcuni anni in forma sperimentale solo per una quota parte del Servizio Assistenza Domiciliare, mentre dallo scorso anno è in uso per la gestione di tutto il servizio. Da agosto, secondo la DGR n. 2124/2011, anche alle persone in stato vegetativo e in minima coscienza, che accedono per la prima volta alla rete dei servizi residenziali socio sanitari, sarà erogato sperimentalmente un voucher, quale titolo d acquisto delle prestazioni previste dal piano di assistenza individuale, mentre per quelle già ricoverate o al domicilio resta in vigore il sistema di pagamento precedentemente in atto. Ma quale è il contesto nel quale si collocano queste trasformazioni? Il contesto odierno è caratterizzato: - dalla crescita della quantità e della complessità dei bisogni e da alcuni cambiamenti significativi socio demografici, quali l invecchiamento della popolazione, il 20% della popolazione lombarda ha più di 65 anni; la presenza di care giver informali retribuiti, assistenti familiari (le cosiddette badanti), in genere donne straniere immigrate; la denatalità; l impoverimento delle famiglie; l immigrazione; - dalla frammentazione e contrazione delle risorse finanziarie pubbliche, condizionate da vincoli di bilancio, e dall incremento delle risorse economiche proprie delle

6 IL PUNTO IL PUNTO famiglie per il pagamento di assistenti familiari e/o di rette per la frequenza di servizi residenziali e semi residenziali. È proprio quest ultimo elemento che ha orientato le scelte regionali, e su questo punto punteremo l attenzione in questa seconda parte dell articolo, in quanto il tema delle risorse è di estrema attualità e ci riguarda come cittadini. Il sistema di welfare oggi si regge non solo sulle risorse pubbliche messe a disposizione l indicazione delle fonti di copertura da cui emerge che il grosso delle risorse in ambito sociale proviene dall INPS e dai Comuni e in ambito socio sanitario da INPS e Regione. Se guardiamo l andamento della spesa a livello regionale si può rilevare dal grafico sottostante che la progressiva riduzione delle risorse riguarda più il settore delle politiche sociali di competenza dei Comuni che non quello dei servizi socio sanitari di competenza dell ASL che, anzi, vedono un A3ori Ambito Sociale Ambito Sociosanitario Totale Totale pro capite Regione , , ,72 185,58 Comuni , ,35 124,86 Province , ,00 5,33 UtenK , , ,28 91,89 INPS , , ,74 734,69 Totale , , , ,35 da Stato, Regioni, Province e Comuni, ma in costante aumento. Infatti anche per il 2012, larga Contribuzione parte su alla risorse spesa delle sociale famiglie, e sociosanitaria proprie degli anno a3ori in del cui welfare la regione trasferirà solo circa o derivanti da trasferimenti dell INPS per il 38% delle risorse per il sociale rispetto A3ori Ambito Sociale pensioni anno di fondo invalidità sociale ed regionale indennità fondo di sociosanitario all anno precedente, con una decurtazione Regione ,7 accompagnamento del FSN e un 1191 azzeramento del FNA, nel Comuni ,3 Di seguito 2009 riportiamo un prospetto 87,7sulla spesa per 2010 servizi sociali e socio sanitari 85,2con settore socio sanitario 1445 si avrà un incremento del 3% circa Province UtenJ , , INPS , Totale , fondo sociale regionale fondo sociosanitario ,7 85,

7 IL PUNTO IL PUNTO per il Fondo Nazionale Politiche Sociali da del 2009 a nel 2011, mentre il Fondo Sociale Regionale è passato da del 2009 a del Ma il taglio più rilevante si avrà nel 2012 con un ulteriore riduzione di quasi il 50% del FNPS. È evidente che la decurtazione delle risorse economiche avrà una ricaduta sulla possibilità per i comuni di mantenere i servizi garantiti negli anni precedenti, costringendoli ad effettuare delle scelte difficili, individuando delle priorità. Il sistema di welfare che si va delineando è quello della sostenibilità e della conoscenza. In questa visione la famiglia è soggetto attivo, ha risorse proprie da mettere a disposizione. La dote socio sanitaria assegna le risorse ai cittadini in base al fabbisogno di assistenza e alle capacità economiche del soggetto, superando l attuale sistema che prevede il pagamento agli erogatori sulla base della spesa storica. Gli enti locali assumono la funzione di imprenditori di rete, che mettono in relazione attori e risorse, sviluppando la capacità di prendersi cura oltre che curare, negoziando e creando un sistema di alleanze nuovo, razionalizzando e ottimizzando le risorse. Come si può rilevare alla famiglia e alla persona direttamente interessata è chiesto di effettuare un salto culturale, passando dalla logica dell usufruire a quella del cooperare, mettendo in campo la sua capacità di aggregazione, la sua creatività nel costruire la risposta ai propri bisogni. In questo quadro diventa imprescindibile migliorare, sperimentando nuovi modelli, le funzioni di valutazione del bisogno e della definizione dei percorsi individualizzati, di accesso integrato, di orientamento e di accompagnamento, di supporto all utente e alla famiglia nelle diverse fasi del percorso assistenziale. La Regione Lombardia individua il Case management, un operatore in grado di farsi carico della persona e di accompagnarla nei diversi passaggi, come approccio possibile per realizzare l obiettivo del passaggio al prendersi cura. Resta da capire come questa funzione sarà declinata nell operatività e con quali risorse. Le nostre cooperative sono da sempre attente alle esigenze delle famiglie e delle persone fragili, cercando il più possibile di realizzare interventi flessibili e personalizzati, concordati con i diretti interessati e i loro famigliari. I nostri interventi sono orientati a garantire la dignità e il protagonismo di ciascuno, valorizzandone le possibilità e sono realizzati coinvolgendo la comunità locale, offrendo spazi per attività di volontariato, che costituisce una valore aggiunto alle nostre attività. 4

8 EIN KAREM IL PUNTO L ARTE DI INVECCHIARE Arte terapia presso il Centro Diurno Integrato Ein Karem L incontro con il mondo dell anziano ha rappresentato la mia prima forma d indipendenza professionale. Mi era stata presentata come una partenza protetta e semplice. In realtà è stata un avventura: bella e inaspettata. Conquistare la loro fiducia e trasmettere il sincero interesse per i molteplici racconti di vita ha richiesto prove, tempo e maturità. Mi sono interrogata molto riguardo al senso del mio lavoro con chi abita l ultimo tempo di vita. Un età della vita alla quale non sappiamo ancora bene far posto né socialmente né culturalmente nonostante l ampiezza e la densità dell esperienza che la connota. Quello che mi sento di dover fare è riabilitare la parola anziano; parola spesso sentita come dispregiativa, qui invece assume il valore del tempo trascorso, della brevità del tempo che resta da vivere e quindi della profondità delle azioni. La vecchiaia è l avventura della vita che continua dice Danielle Quinodoz, psicoanalista ginevrina. Tuttavia, ci sono moltissimi modi di invecchiare! Come non esistono due persone simili, così non esistono due modi identici. Per alcuni la vita, dalla nascita alla morte, costituisce un esperienza che ha una sua coerenza anche se implica dei passaggi difficili, a volte drammatici. Altri invece, non riuscendo a trovare collegamenti tra un evento e l altro, bloccano il soffio vitale che potrebbe animare tutta la storia. Ogni avvenimento perde allora il significato che il legame con gli altri avvenimenti avrebbe potuto attribuirgli. In questi più di quattro anni di collaborazione, come Arte Terapeuta nel Centro Diurno Integrato Ein Karem, ho potuto comprendere che stare con gli anziani mi ha permesso di vedere la vita dalla parte della fine: là, in questo spazio, ogni atto, ogni parola, ogni respiro assume l importanza di silenziosi colloqui, profondi, caldi o raggelanti, comici o drammatici, che raramente sono possibili in un altra prospettiva. Mi handi Simona Maria Camisani no invitato a comprendere come misurami con l essenzialità del tempo e delle cose, mi hanno mostrato il loro essere costruiti come identità singole o di gruppo, raccontandomi gesti, parole, immagini ed esperienze. Una traccia, un segno, sono dichiarazioni di vita, di coraggio, di slancio. Anziani, ma non solo, con mondi e storie da condividere, prendere e scambiare. In questi anni siamo cresciuti e abbiamo, con prove ed aggiustamenti, tentato di costruire un luogo, ora intimo ora più ampio, dove permettere di abitare l ultimo tempo di vita in compagnia e con dignità, accogliendo tristezze e dolori e riscoprendo risorse sopite. Ogni volta vengono alla luce, quasi come una nascita, immagini, colori e simboli che rappresentano una traccia della loro ampia e densa esperienza. Sono e siamo riusciti a tenere insieme e far interagire interessi distanti o addirittura contrari, linguaggi diversi e tra loro quasi intraducibili, piani molteplici di essere, senza presumere di unificarli. Così, ciò che è accaduto nella relazione con me in questo Centro è la nascita di uno spazio in cui è possibile la creazione delle storie che lì o in un altrove, in quel momento o lontano nel tempo, ci abitano da generazioni o, al contrario, vengono alla luce, quasi come una nascita. Le storie tengono unite le vite singole e dei gruppi, riparano, danno forma, si possono prendere, scambiare, donare, si lasciano usare. L Arte Terapia per l anziano diventa un ponte che permette il collegamento tra memoria e testimonianza e crea una possibilità di contatto tra gli affetti persi e quelli nascenti. La capacità di comunicare, di sentirsi utili, riconosciuti persone valide, risveglia il desiderio di relazione. Io ti dico, è stato meglio lasciarci che non essersi mai incontrati Fabrizio De André 5

9 EIN KAREM Ognuno porta dei vissuti, delle emozioni, delle esperienze uniche e irripetibili. Si lavora sulle matrici comuni per formare un gruppo, ma sempre con individui portatori di un proprio bagaglio di memorie. Si può dire che ogni opera corrisponde a una vittoria sul desiderio di annientamento e di abbandono. Forse la casa disegnata da I., luminosa e serena, fiancheggiata da alberi, cornici e sentinelle alla sua integrità, assume il significato rituale di una preghiera e rappresenta la volontà dell autrice di conservare l essenza profonda del proprio essere. Il tema della casa è stato per I. il motivo principale dell intero percorso. Come per gli alberi, stiamo parlando di case metaforiche, case dell anima in cui trovare sicurezza e conforto. F. mi è stato presentato come una persona in buona salute, nonostante il recente intervento all anca, molto bravo e minuzioso nel campo artistico-creativo ma con qualche difficoltà rispetto alla dimensione gruppale. Verso metà dicembre, condizionato forse dalla malinconia che cominciava ad aleggiare in vista delle Feste di Natale, F. ha incominciato ad aprirsi e a raccontarci la prematura scomparsa della moglie avvenuta quando lui era cinquantenne. Lì ho compreso l importanza che le linee geometriche, precise e stabili devono aver avuto nella sua vita. Grazie al lavoro (faceva il falegname) è riuscito a sorreggersi e trovare la forza per proseguire nel cammino. Sono rimasta piacevolmente sorpresa, quando ha deposto squadre e righelli per testare il segno a mano libera. Ha sperimentato un po di frustrazione per il tratto sbavato e tremolante, la stessa provata dagli altri componenti del gruppo, ma ha scoperto nuove forme di comunicazione. Suppongo che il lavoro intitolato Il Villaggio Rinnovato sia la testimonianza di un piccolo processo che è riuscito a compiere e a suo modo condividere. un opportunità per coltivare cose nuove o per guardare con occhi diversi ciò che veramente conta nella vita la creatività vuol dire inventarsi cose nuove, nuove relazioni amicali, nuovi impegni. M. mi ha ispirato subito un senso di intima complicità; il suo sguardo astuto e l umorismo sagace e un po ruvido, specchio della sua terra d origine (il Friuli), me l hanno fatta immediatamente vedere e percepire per le sue risorse latenti. Ho colto in lei l aspetto ludico, tipico dei bambini; non a caso Il suo motto era: a sei anni semo putei, a sessanta tornemo quei. Naturalmente queste sfumature non erano proprio evidenti, probabilmente le perdite recenti del marito e del nipote, le hanno un po oscurate. È stato un percorso di riscoperta gra-duale, a volte i racconti legati alla sua terra e allo zio prete in Carnia parevano ciclici e senza sbocco, invece sorprendentemente sul finale aggiungeva di volta in volta particolari inediti legati alla sua adolescenza. Ci ha portato, sfumature di racconti autunnali, caldi e densi come i colori della natura in questa stagione. Senza rendersene conto, un giorno però, per caso, è arrivato il lavoro dell orchidea tropicale, lavoro che ha intitolato: benvenuta, non ti aspettavo. Questa attività, nata come esperienza di tiro- 6

10 EIN KAREM IL PUNTO cinio, è diventata una proposta che il Centro ha incorporato nelle sue offerte di cura alla persona. Insieme alla terapia occupazionale, allo shiatsu, alla falegnameria e alle altre attività, l arte terapia è diventata un appuntamento fisso e cadenzato a testimonianza della forza insita nell espressione spontanea che i materiali e l ambiente promuovono. Il percorso articolato agevola la partecipazione in modo più omogeneo e può aiutare di volta in volta i partecipanti a trovare un immagine significativa che rafforzi l identità personale; inoltre permette uno scambio interattivo per arricchire la conoscenza del Sé. L esperienza di gruppo, grazie all ascolto e all investimento di ognuno dei partecipanti, ha stimolato le potenzialità e risvegliato la memoria. Il risveglio della memoria, nel nostro caso, non vuole dire un ritorno nostalgico al passato ma bensì un invito a selezionare e a canalizzare i ricordi con maggior consapevolezza nella realtà del presente. Sono stati comunque accolti gli aspetti perturbanti e regressivi che portano gli anziani alla troppa frequente convinzione che l unico modo valido o possibile di esistere sia adeguarsi alla routine delle abitudini. È importante puntare sugli aspetti graditi del passato e farli convogliare in modo creativo nell espressione di un desiderio di manifestarsi come parte attiva della comunità, proponendo una nuova lettura di sé. Bisogna risvegliare l autostima e il senso di valore per quel presente spesso compromesso dalla paura della dipendenza, dell isolamento affettivo e dall avvicinarsi della morte. D. W. Winnicott ci ha insegnato che l arte dà all adulto la possibilità di fare come il bambino nel gioco, di rendere plasmabile il confine tra realtà e fantasia entrando e uscendo dall una all altra e, così facendo, impedisce che la percezione del mondo esterno diventi fissa e incapace di crescere ulteriormente. In questi anni d attività ho incontrato molteplici umanità: persone portatrici di handicap, con alzheimer, parkinson, demenze senili, traumi o solo semplicemente molto anziane. Ognuna con una storia, una densità d esperienza, toccante e coinvolgente, nonostante a volte l apparente staticità. Attraverso i materiali artistici, hanno raccontato la vita e i mutamenti di un secolo - povertà e guerra, amore e riscatto sociale, sofferenza, perdite e malattie - ma anche nelle più misere esistenze, dalla testimonianza di una vita, è emersa l unicità e la dignità di ognuno. Per noi, accogliere la testimonianza di una vita, qualunque sia la sua qualità espressiva, è un insegnamento. Ascoltare un anziano, anche se disorientato e fragile, è sempre un arricchimento per la nostra evoluzione personale e una traccia per il proseguire della storia umana. Grazie. Simona Maria Camisani, arte terapeuta diplomata presso Art Therapy Italiana, iscritta all albo A.P.I.A.RT, lavora in ambito pubblico e privato con anziani, adulti, adolescenti e bambini, conducendo percorsi terapeutici di gruppo e individuali. CENTRO DIURNO INTEGRATO EIN KAREM dal 2004 ad oggi abbiamo accolto 200 persone anziane Nell anno 2011 abbiamo accolto 62 persone anziane 48 donne e 14 uomini 54 residenti nei comuni dell ASL Milano 1 di cui 48 residenti nel Comune di Paderno Dugnano 7

11 CAF DUE STORIE DI VITA: Mari Laura racconta A cura di Rosalba Ciurriero... sono nata nel 1933 in un paesino in provincia di Mantova. La mia è stata una famiglia di contadini, i miei genitori si occupavano di un piccolo appezzamento di terra dove si coltivavano il grano e il foraggio per gli animali, era una vita semplice, a volte dura, legata alle stagioni e alla benevolenza della natura, ma la ricordo con molta nostalgia. Finita la scuola elementare, ho cominciato a frequentare un laboratorio di maglieria per imparare a usare le macchine per la produzione di maglie di lana: mi piaceva molto quel lavoro e mi sono immediatamente appassionata a quell attività. Creare maglie, abiti e capi di ogni genere e ogni colore partendo da un filo, esercitava su di me un fascino nuovo, era un mezzo attraverso il quale esprimere la mia creatività. Nonostante abbia presto lasciato questo lavoro, mi è rimasta la passione nel profondo del mio essere, ancora oggi, che ho molte difficoltà manuali, causate dalla mia malattia, il filo di cotone o di lana esercita un attrazione irresistibile su di me e allora m ingegno e cerco, con grandi sforzi, di creare qualcosa, piccole cose certo, ma anche questo basta per farmi stare meglio e per sentire ancora viva la luce di quella passione mai sopita in me. Ai tempi della mia gioventù, le ragazze andavano a ballare, durante il fine settimana nelle balere, accompagnate dai genitori e fu in una di queste sere d estate, quando si ballava all aperto al suono dei grilli, che conobbi mio marito. In realtà noi ci conoscevamo da sempre, dalle scuole elementari, lui abitava nella cascina affianco alla mia, percorrevamo la strada a piedi assieme per andare a scuola ed eravamo nella stessa classe, condividevamo già la stessa vita, gli stessi spazi e le stesse persone, senza saperlo eravamo già innamorati. Ci siamo sposati nel 57 e la nostra luna di miele fu il viaggio che ci portò da Mantova a Milano sotto una pioggia battente quel 25 aprile: io con l abito da sposa e lui al volante della nostra Bianchina incontro al nostro futuro, all inizio di quella che è stata ed è tuttora una grande storia d amore. Ci stabilimmo a Paderno Dugnano e cominciai a lavorare nella latteria dei genitori di mio marito e lui cominciò a lavorare come camionista, lasciai il negozio quando divenni mamma per occuparmi della mia famiglia. Non ho rimpianti, ritengo di essere una persona fortunata, ho una bella famiglia molto unita; purtroppo dal 1960 la mia salute ha cominciato a vacillare, prima piccoli ma ricorrenti disturbi e poi, purtroppo, sempre più gravi, fino a rischiare la vita e ad essere costretta su una sedia a rotelle; ma sono ancora qui e sono felice di esserci perché sono circondata dall affetto di mio marito che, da quando mi sono ammalata, mi assiste in maniera esemplare, con amore, senza mai lasciarmi sola e dai miei figli che mi hanno sempre sostenuta ed amata. Da circa un anno, dopo aver fatto richiesta al comune, mi è stato dato un aiuto:un assistente che viene tutti i giorni per dare una mano a mio marito. Grazie a questa presenza costante la malattia è diventata meno pesante, perché quando arriva l assistente a occuparsi di me è come se entrasse in casa un amica venuta a dare sostegno e a portare buon umore, credo di dare anch io qualcosa a lei, affetto e gratitudine, ed è in questo scambio di relazioni che le nostre vite si arricchiscono. 8

12 IL PUNTO L album di famiglia STAND EMMAUS ALLA SETTIMANA DEL VOLONTARIATO STAND EIN KAREM ALLA SETTIMANA DEL VOLONTARIATO LAVORI DELL EMMAUS LAVORI DELL EMMAUS GITA A CREVENNA 9

13 RELAX IN GIARDINO PEDALANDO, PEDALANDO... ESERCIZI IN PALESTRA TOMBOLATA TOMBOLATA SEMINA LABORATORIO DI CANTO 10

14 SALUTO A MANUEL PREPARAZIONE ORTO MESSA DI FERRAGOSTO LABORATORIO DI PITTURA LABORATORIO DI PITTURA LABORATORIO DI CUCITO LABORATORIO DI CUCITO 11

15 IL PUNTO FESTA DI NATALE SAD CASTAGNATA FESTA DI NATALE SAD GITA A COMO FESTA DI NATALE EIN KAREM FESTA DELLA BEFANA FESTA DI NATALE EIN KAREM

16 EMMAUS VOLONTARIATO IN TEMPO DI CRISI O CRISI DEL VOLONTARIATO? Convegno EMMAUS del 22 ottobre 2011 a cura di Claudio Stucchi A celebrazione dei 25 anni dalla nascita della Cooperativa si è svolto, presso la sala Le Giraffe col patrocinio del comune di Paderno Dugnano, un convegno che ha visto la partecipazione di molti volontari e amici, nonché Cooperative del territorio. Dopo il saluto del presidente della Cooperativa, Franco Targa, del Sindaco di Paderno Dugnano e dell Assessore ai Servizi Sociali del comune di Limbiate, sono intervenuti Venticinque anni fa, il cardinale Carlo Maria Martini, nel suo piano pastorale Farsi Prossimo, segnalava:...tuttavia le nuove povertà, tipiche del nostro tempo, che esplodono con particolare intensità nella nostra struttura sociale, come l insicurezza del lavoro e della casa, la solitudine e l emarginazione, il disadattamento dovuto all immigrazione interna ed estera, le forme di asocialità, le angosce esistenziali ecc. ci tengono continuamente sotto pressione, sferzano la nostra pigrizia, ci chiedono sempre nuovi interventi. Raccogliendo questo invito, don Ettore Dubini dava inizio, quell anno, all esperienza della cooperativa EMMAUS, una realtà che ora è presente con due laboratori di lavoro rivolti a persone svantaggiate al Villaggio Ambrosiano di Paderno Dugnano e a Mombello di Limbiate. Si tratta di una Cooperativa ormai radicata nel territorio, che ha rapporti con 10 Comuni e che accoglie circa sessanta disabili affiancati nel lavoro da sei operatori e circa novanta volontari. come relatori don Roberto Davanzo Direttore della Caritas diocesana, Lorenzo Besana dell Associazione Volontari de La Nostra Famiglia e Guido De Vecchi del Centro Servizi per il Volontariato. Presente al tavolo don Ettore, fondatore della Cooperativa e come conduttore il giornalista Fabio Pizzul. Il tema del convegno è stato affrontato dal Direttore della Caritas che ha dapprima rilevato quanto sia in controtendenza il dato della nostra Cooperativa, che aggrega un cospicuo numero di volontari, rispetto alla situazione generale. Ha poi sostenuto che Il volontariato è sempre stato in crisi, proprio 13

17 EMMAUS per il suo carattere impegnativo, difficile, non scontato ed ancora oggi avvertiamo un deficit nella disponibilità delle persone a mettersi in gioco gratuitamente per gli altri. Infatti esso è esigente poiché richiede, per una tenuta nel tempo, una motivazione (perché lo fai?) ed una formazione: non ci si improvvisa solidali; non va fatto mai da soli. Perché ci possa essere una continuità del servizio svolto, esso deve essere uno stile di vita: un conto è fare il volontario, un conto è essere volontario ed il tutto si deve svolgere nella più totale gratuità. Certo dobbiamo riconoscere che siamo in una fase storica in cui sono da recuperare concetti come fraternità, solidarietà, prossimità e ciò riguarderà il futuro di tutti noi. Abbiamo coltivato in questi decenni una cultura profondamente individualistica che si manifesta nella negazione del bene comune e nella presunzione di poter star bene indipendentemente dagli altri. Proprio per questo motivo il volontariato ci indica che la maturità della cittadinanza di una persona non può che passare attraverso il sentirsi responsabile del bene di tutti. Allora, di fronte a nuovi scenari, come il Movimento degli Indignati, esso potrebbe essere una proposta per incarnare questa protesta in modo positivo: dimostro la mia indignazione rimboccandomi le maniche per gli altri e denuncio così un economia, una finanza, un mercato, un commercio che è disumanizzante perché non mette al centro la persona. Il volontariato è difficile perché è antitetico ad una cultura che ti invita a pensare ai fatti tuoi e che si è appropriata delle parole della solidarietà e della carità trasformandole in qualche cosa di puramente virtuale: non ne possiamo più di una carità fatta con gli sms, che non incontra le persone e con loro non sorride, non piange, non perde tempo. La solidarietà passa attraverso il rapporto con l altro e solo questo incontro può cambiare la tua e la sua vita. Lorenzo Besana dell Associazione Volontari de La Nostra Famiglia ha sottolineato come nel volontariato sia necessario un percorso di formazione e di accompagnamento che porti a far emergere la domanda: perché lo faccio? e soprattutto per chi lo faccio?. Il nostro stare con gli altri, infatti, è essenzialmente costruire un legame con l altro per una umanità più vera. Chi da anni si dedica al volontariato scopre che la propria identità si è modificata ed è migliorata nell approfondimento della relazione con chi è diverso da sè. Besana si è soffermato sui molteplici incontri con le persone sofferenti del suo Istituto per indicare quanto questa realtà lasci il segno della condivisione pur nell impotenza di fronte a talune vicende umane. Viene ancora a riferimento l appello rivolto ai non credenti dal card. Martini nel piano pastorale già citato: Fondate nell amore di Dio la vostra dedizione al prossimo. Noi uomini sappiamo così poco del nostro vero bene; come possiamo volere il vero bene 14

18 EMMAUS IL PUNTO degli altri? Guido De Vecchi del Centro Servizi per il Volontariato ha invitato a superare una visione privatistica del volontariato sostenendo che il nostro agire come cittadini non ha senso se non vi è una dimensione politica. Fare politica vuol dire non rinchiudersi nella nostra associazione, ma credere che questo mondo può cambiare in meglio individuando e aggregando le persone che, come noi, vogliono riflettere e caricarsi per dare una nuova propulsione. De Vecchi ha poi detto che Il volontariato deve svolgere una funzione conoscitiva come l osservazione dei processi di impoverimento; una funzione di interlocuzione con le persone in difficoltà che hanno bisogno di essere ascoltate ed aiutate ed infine la funzione di stimolare e promuovere reti di intervento sui territori. Stigmatizzando poi uno sterile pietismo e autocommiserazione ha continuato: Quanto raccontiamo alla gente delle cose belle che succedono nelle nostre associazioni e cooperative? La memoria e la testimonianza deve arrivare agli altri attraverso il tam tam delle comunicazioni passaparola ed essere più forte delle banalità che ascoltiamo alla tv. Insieme si può fare di più. Poi, citando don Milani : il problema dell altro è uguale al mio, uscirne soli è l egoismo, uscirne insieme è la politica e politica vuol dire mettere un chiodo in parete perché non si torni più indietro; non è scontato infatti che le battaglie civili fatte da chi ci ha preceduto siano assodate e tutelarne il diritto è il primo ruolo di noi cittadini. La scommessa è mettere insieme cooperative, associazioni, enti locali sui territori per sfide più complesse ed ognuno col suo ruolo. Noi facciamo cultura, quale opera è più bella di un bel progetto sociale sul territorio? Fabio Pizzul rivolgendosi al termine del convegno a Don Ettore, gli ha chiesto come, secondo lui, le radici continuino a sostenere e a provocare la cooperativa Emmaus per il presente; don Ettore ha così sintetizzato: Abbiamo organizzato questo congresso non tanto per guardare indietro e per autocelebrarci, ma piuttosto per cogliere come i tempi sono cambiati e quale è la nuova sfida. Venticinque anni fa ci siamo fermati, abbiamo ascoltato il cuore, abbiamo ascoltato i tanti segnali che ci arrivavano anche da quel clima meraviglioso che c era in quegli anni col convegno Farsi Prossimo che ha fatto da stimolo a tante risposte nel campo della carità. Dopo 25 anni quel che ci è richiesto oggi, in tempo di crisi, è non quanto faremo, ma quanto riusciremo a dare ancora con amore. 15

19 CAMPO LIBERO LA TESTIMONIANZA ALLA SETTIMANA DEL VOLONTARIATO DI ELVIRA OPERATRICE DEL SAD ED OGGI VOLONTARIA DEL CDI EIN KAREM Di Elvira Sorbi 16 Sono molto contenta di essere qui in occasione della settimana del volontariato, partecipare ad un incontro dove ci si conosce, ci si confronta, si scambiano esperienze. Personalmente ho avuto diverse esperienze di volontariato anche in età più giovane, quando le mie giornate erano occupate dalla famiglia, dalla casa, dal lavoro. Grazie alla spinta di una mia insegnante della scuola superiore ho cercato spesso di dedicare qualche ora della settimana a chi intorno a me ne aveva bisogno. Questo sia per iniziativa personale o in occasioni diverse organizzandoci tra amiche o avvicinandomi ad associazioni. Quando diversi anni fa mi fu chiesto quale era la motivazione che mi spingeva ad iscrivermi ad un associazione di volontariato, ho risposto che volevo mettermi alla prova, capire se ero capace di dare un po del mio tempo anche a persone al di fuori della mia famiglia. Negli ultimi anni ho lavorato presso la cooperativa Caf due di Paderno Dugnano che si occupa di assistenza a persone in difficoltà, per cui ora che sono in pensione mi è sembrato logico fare volontariato presso il centro diurno per anziani Ein Karem. In questo centro incontro anziani che trascorrono buona parte della giornata. La mia disponibilità è di due o tre volte alla settimana. Assisto questi anziani negli spostamenti, nella somministrazione del pasto, li accompagno per brevi passeggiate, parlo con loro, ascolto i racconti della loro vita, del loro passato, storie personali inserite nel periodo storico e sociale della loro gioventù, i lavori che svolgevano nei campi o nelle fabbriche. Raccontano di quando erano bambini, dei loro giochi, dei loro compagni, della vita nelle corti.. Mi parlano di paesi, di tradizioni, di usi e costumi che io non conosco. Spesso mi parlano di come trascorrono le loro giornate a casa. È così che entro nel loro mondo, che mi sembra più bello e soprattutto più concreto ed essenziale. Nelle poche ore che trascorro con loro scopro una ricchezza interiore che spesso nella vita frenetica di tutti i giorni non riusciamo a cogliere. Sento che mi trasmettono messaggi di sensibilità, saggezza, dolcezza, serenità. Alla fine della giornata mi sento più ricca, più completa, mi sento riconciliata con il mondo. Credo che queste persone mi diano più di quanto io dia loro. Non è difficile dedicare un po del nostro tempo a chi ne ha bisogno. Tutto ciò che diamo ci ritorna raddoppiato. Capire che c è sempre qualcuno che aspetta un aiuto, un saluto, un sorriso, una parola di conforto ci spinge a trovare un po di tempo da dedicare agli altri.

20 CAMPO LIBERO IL PUNTO CINQUE PER MILLE: BASTA UNA FIRMA PER SOSTENERE LE COOPERATIVE CAF DUE ED EMMAUS Di Filomena Quitadamo Anche per il 2012 il governo ha previsto la possibilità per i contribuenti di scegliere a chi destinare la quota del cinque dell IRPEF. Per chi presenta la dichiarazione dei redditi, 730 o unico, basta una firma sul modulo, per chi non è tenuto alla dichiarazione, pensionati o lavoratori che hanno solo un reddito da lavoro dipendente, è comunque possibile firmare l apposito modulo allegato al CUD, che va poi consegnato in un ufficio postale. Siamo in attesa di conoscere gli importi delle scelte del 2010, mentre sono arrivati i contributi destinati dai contribuenti nel 2009 alle nostre due cooperative: Cooperativa Numero scelte Importo Caf due ,64 Emmaus ,25 Numeri piccoli se raffrontati con i dati complessivi regionali e nazionali, ma per noi molto significativi, segni del riconoscimento dell importanza del servizio svolto nella comunità. Un grazie dunque va a tutti coloro che hanno già fatto questa scelta e a coloro che la vorranno fare in futuro, dimostrando di apprezzare il nostro operato a favore delle persone fragili e delle loro famiglie e al servizio della comunità locale. Le nostre iniziative hanno bisogno della vostra stima e solidarietà. Ricordatevi anche nel 2012 di indicare uno dei nostri codici fiscali e di firmare nell apposito spazio, anche del CUD. Codice fiscale Caf due: Codice fiscale Emmaus:

21 I QUESTIONARI Ein Karem, cosa ne pensano gli ospiti e i loro familiari Di Filomena Quitadamo 18 Con la fine dell anno ritorna lo storico appuntamento con la rilevazione della soddisfazione di ospiti e familiari del CDI Ein Karem. Anche in questa occasione le risposte fornite al questionario di soddisfazione da ospiti/familiari confermano la valutazione positiva espressa negli anni precedenti. Dei 31 rispondenti, 26 esprimono un giudizio complessivo dell esperienza in atto che è di moltissima o molta soddisfazione, 3 si dichiarano abbastanza soddisfatti, due non completano il campo in quanto il loro congiunto frequenta il CDI da poco tempo, nessuno esprime un giudizio negativo. Se guardiamo i risultati area per area, la valutazione positiva, salvo poche eccezioni, viene confermata per tutte le 41 voci che compongono il questionario. Il tempo di attesa, l accoglienza, le informazioni prima dell ingresso e la possibilità di ottenere informazioni dal personale, il rapporto con il personale, anche con i volontari, con la direzione e tra gli ospiti viene ritenuto buono o sufficiente, mentre due famiglie ritengono complesse le modalità di accoglienza al CDI. Dei giudizi più che positivi sono espressi per la pulizia del centro, la qualità del cibo, per l ambiente nel suo complesso e per l assistenza fornita dalle diverse figure professionali. Pur esprimendo un giudizio complessivamente favorevole nelle diverse aree, un ospite esprime una valutazione di insufficienza per l attenzione alle sue necessità fisiologiche (andare in bagno), mentre un familiare non si ritiene soddisfatta dell opera prestata dalla parrucchiera, due ospiti/familiari segnalano una temperatura dell ambiente non adeguata e un altra giudica inadeguato l orario di apertura del mattino perché troppo tardi. Tra le osservazioni una figlia segnala che il CDI chiude troppo presto, infatti il suo orario di lavoro termina alle 20, ma afferma che comunque va bene così. Infine tra i suggerimenti un familiare propone l apertura nel fine settimana, una seconda più possibilità di uscire in giardino, una terza una maggiore attenzione per il trasporto al mattino, una quarta propone di ampliare la gamma delle attività, perché le sembrano poche o non le vengono riportate da suo marito, infine un altra caregiver, soddisfatta della sua esperienza, suggerisce di ampliare la struttura per accogliere più persone. Per correttezza abbiamo riportato tutte le valutazioni negative, la direzione le

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