CHI È IL FORMATORE? 2
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- Marina Pini
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2 CHI È IL FORMATORE? 2
3 Quali sono le CONOSCENZE del FORMATORE? 3
4 Quali sono le COMPETENZE del FORMATORE? 4
5 Qual è l IDENTITÀ del FORMATORE? 5
6 Vi è la necessità di una definizione sul sapere specialis*co connesso al ruolo del formatore 6
7 LA PROFESSIONALITÀ DEL FORMATORE riguarda le: Conoscenze Capacità Competenze/Abilità..Ma anche le regole, i principi- guida e i valori per l azione forma]va 7
8 Il formatore psicologo deve essere un professionista preparato e competente che, nel corso degli studi, ha maturato conoscenze psicologiche generali e specifiche 8
9 Il formatore psicologo, a`raverso l esperienza (anche del )rocinio professionalizzante) acquisisce competenze psicologiche specifiche della professione. 9
10 Un professionista formatore psicologo deve, dunque, avere delle specifiche conoscenze psicologiche. Queste conoscenze, a`raverso il saper fare si trasformano in capacità. A`raverso l esperienza si trasformano in competenze. 10
11 E le competenze, con l iscrizione all Albo degli Psicologi, diventano ABILITA. Lo psicologo diviene abilitato a svolgere le a2vità riservate alla professione dello psicologo 11
12 Può definirsi PSICOLOGO chi è iscri`o all Albo, come definito dalla LEGGE n. 56 del 18 febbraio 1989: Ar)colo 1. Definizione della professione di psicologo. La professione di psicologo comprende l'uso degli strumen) conosci)vi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le a?vità di abilitazione- riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le a?vità di sperimentazione, ricerca e dida?ca in tale ambito. 12
13 Essere psicologo comporta aderire al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani. L ar]colo 4 del CD riporta: Nell esercizio della professione, lo psicologo rispeha la dignità, il diriho alla riservatezza, all autodeterminazione ed all autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispeha opinioni e credenze, astenendosi dall imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio- economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. 13
14 [segue] Ar]colo 4 del CD: Lo psicologo u)lizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad inizia)ve lesive degli stessi. Quando sorgono confli? di interesse tra l utente e l is)tuzione presso cui lo psicologo opera, quest ul)mo deve esplicitare alle par), con chiarezza, i termini delle proprie responsabilità ed i vincoli cui è professionalmente tenuto. In tu? i casi in cui il des)natario ed il commihente dell intervento di sostegno o di psicoterapia non coincidano, lo psicologo tutela prioritariamente il des)natario dell intervento stesso. 14
15 Ancora sul CD: Ar#colo 32: Quando lo psicologo acconsente a fornire una prestazione professionale su richiesta di un commihente diverso dal des)natario della prestazione stessa, è tenuto a chiarire con le par) in causa la natura e le finalità dell intervento. 15
16 QUALI FUNZIONI DEL FORMATORE? Lo psicologo formatore si occupa degli aspej ineren] le tema]che e problema]che delle organizzazioni. Queste problema]che riguardano i tre saperi (sapere- fare- essere). 16
17 [segue] FUNZIONI DEL FORMATORE: Ges]sce tema]che/problema]che relazionali. Questo comporta avere piena consapevolezza del proprio mondo interno e di come esso possa influire nei rappor] con gli altri. In caso contrario possono esserci dei rischi che inficiano o addiri`ura rendono dannoso l intervento forma]vo. 17
18 RISCHI DEL MESTIERE DEL FORMATORE: manipolazione (rischio di influenza, persuasione..). La capacità sugges]va può diventare importante strumento per l apprendimento e la modifica degli a`eggiamen], ma solo se il formatore ha consapevolezza di se stesso, del proprio funzionamento mentale e non si lascia a sua volta influenzare, insidiare, ingannare, manipolare. fantasie (pluralità di figure connesse al ruolo: insegnante, terapeuta, animatore, ma anche ruoli insoddisfacen], deluden], ecc.) triangolarità (]po di relazione che si instaura tra commi`ente, formatore e utente) 18
19 Le ajvità del FORMATORE, a seconda delle diverse ]pologie di intervento, possono essere: docente (insegnante) trainer (diverso modo di fare il docente) tutor (coordinatore del corso) gestore d aula (responsabile del processo di apprendimento) 19
20 [segue] Le ajvità del FORMATORE: consulente (ambito di azione più ampia dove la formazione è uno degli strumen] di intervento) docente interno (all organizzazione) docente esterno (all organizzazione) 20
21 Ma vi sono anche diverse modalità di fare il formatore, ovvero diversi modi di relazionarsi con la commi`enza e con l utenza: 1. L insegnante 2. Il condu`ore 3. L animatore 4. Il terapeuta Fonte: Bello`o- Tren]ni Culture organizza]ve e formazione 21
22 Ques] diverse modalità hanno a che vedere sia con la personalità del formatore sia con la cultura dell organizzazione. Ad esempio, se il formatore è interno all organizzazione, la cultura aziendale lo porterà a pensare e svolgere la formazione in una specifica direzione. 22
23 L INSEGNANTE Si cara`erizza per un approccio focalizzato sugli argomen] da approfondire e/o sui contenu] da trasme`ere. La stru`ura portante è il gruppo di discussione dove l insegnante/formatore spiega agli uten] come i problemi dovrebbero essere intesi. 23
24 IL CONDUTTORE Si cara`erizza per un approccio focalizzato sui processi del gruppo che apprende a`raverso l esperienza. Il conce`o di fondo è di rendere i processi di comunicazione del gruppo funzionali all apprendimento. L argomento da tra`are viene normalmente inteso come un problema da affrontare ed elaborare in gruppo 24
25 L ANIMATORE È cara`erizzata da una intenzionale indeterminatezza, gius]ficata dall appello alla crea]vità e alla non direjvità. i contenu] dell apprendimento sono normalmente di ]po culturale di base e poco integra] con gli aspej organizza]vi veri e propri. 25
26 IL TERAPEUTA Si cara`erizza per un approccio focalizzato sui problemi personali profondi e sulle dinamiche emozionali vissute dai partecipan]. Consiste nell interpretazione e nell elaborazione dei problemi personali e/o interpersonali so`esi o implici] al comportamento. 26
27 LINGUAGGIO Il linguaggio u]lizzato dallo psicologo del lavoro in ambiente organizza]vo è (e dev essere) diverso rispe`o, ad esempio, al linguaggio dello psicologo in ambito clinico. 27
28 Il linguaggio dello psicologo clinico si focalizza sulla diagnosi, psicologica e/ o psicopatologica, per la collocazione nosografica del paziente. La terminologia u]lizzata è pertanto specifica dell ambito clinico. 28
29 Il linguaggio aziendale invece, pur riferendosi a concej in qualche modo simili, la terminologia è diversa. Nelle organizzazioni non si parla frequentemente di malaja, di patologia o di diagnosi ma di cambiamento, di necessità, di ojmizzazione, di sviluppo, di incremento, ecc. 29
30 La DIAGNOSI ha la funzione di comprendere, a`raverso le rilevazioni ]piche dello psicologo (test, ques)onari, colloqui, interveiste, ecc.) a quale categoria nosografica appar]ene il problema lamentato dal paziente. Ciò perme`e di individuare e definire il proge`o terapeu]co personalizzato dove le dinamiche e i processi psicologici/psicopatologici avranno un peso significa]vo. 30
31 L analisi della domanda e dei bisogni nelle organizzazioni, effe`uata con ques]onari, interviste, colloqui, focus group, ecc. sono finalizzate a definire e stru`urare il proge`o forma]vo. Questo processo si può chiamare DIAGNOSI? 31
32 Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita Federico Fellini 32
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