Diagnostica e conservazione di opere d arte. Colonna del Todaro Piazzetta San Marco, Venezia
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- Marcello Lombardo
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1 Colonna del Todaro Piazzetta San Marco, Venezia Le due superbe colonne di Marco e Todaro sorgono in quell incantevole spazio denominato piazzetta San Marco affacciata sul Bacino tra Palazzo Ducale e la Libreria Sansoviniana. Portate qui dall Oriente nel XII secolo ad ornare la prestigiosa riva veneziana i due imponenti monoliti di granito rosa e bigio furono eretti pare nel 1127 da Nicolò Barattieri, costruttore del primo ponte di Rialto in legno.
2 Il suo nome deriverebbe da baratto cioè pubblico gioco d azzardo a lui concesso di tenere tra le due colonne per il servigio reso alla città. Una terza colonna sembrerebbe essersi inabissata durante la delicata operazione di sbarco e mai recuperata. Alla sommità dei due fusti poggia un capitello di fattura veneto-bizantina che accoglie, per la colonna nei pressi del Palazzo Ducale, il leone di San Marco in bronzo e per la colonna Adiacente alla Libreria San Teodoro detta popolarmente Todaro, statua raffigurante il santo greco primo protettore dei veneziani. La statua è una copia per punti dell originale posta per le sue pessime condizioni, in Palazzo Ducale.
3 Entrambi i fusti granitici poggiano su un basamento ottagonale di tre fila di gradini in pietra d Istria, ornato ai quattro angoli di sculture appartenenti all arte venento-bizantina del XII secolo. Raffiguranti i Mestieri, a tal punto degradate, in particolare quelle collocate sul basamento della colonna di San Marco, da risultare di difficile od ormai impossibile lettura. Oggetto dell attuale progetto di restauro è il basamento della Colonna del Todaro che, come appena accennato versa in condizioni di degrado assai avanzato con perdita parziale o totale di particolari scultorei.
4 STATO DI CONSERVAZIONE Una condizione così gravemente compromessa va imputata alle particolari condizioni climatiche ed ambientali a cui è sottoposto il manufatto collocato a ridosso delle acque lagunari, aggredito quindi dall aerosol marino; raggiunto ciclicamente dalle acque alte, espostola dilavamento meteorico ed alle persistenti nebbie presenti nel periodo autunnale-invernale che favoriscono i fenomeni causati dall alto tasso di umidità; eroso dai venti prevalentemente di libeccio e scirocco che spirano senza barriere; attaccato da biodeterioramento; interessato dalla presenza massiccia di volatili ce lì stazionano con conseguente presenza di depositi di guano e degrado delle superfici lapidee causato dallo sfregamento meccanico di zampe e becchi; nonché dalla presenza umana abituata per secoli ad usare i gradini come sedili per riposarsi o consumare pasti con inevitabili conseguenze per la conservazione della pietra, deturpata anche dalla presenza di gomme da masticare e scritte. Inoltre quale opera in pietra esposta all aggressione degli agenti inquinanti, risente sensibilmente della lavorazione a cui è stata sottoposta all atto della creazione.
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6 MAPPATURA Dall osservazione diretta del manufatto è stato possibile eseguire una mappatura delle principali forme di degrado, come da indicazioni Normal 1/88, restituita su supporto fotografico.
7 PROPOSTA DI INTERVENTO Asportazione di depositi superficiali incoerenti mediante l uso di pennelli in setola morbida e aspiratore. Rimozione meccanica del guano di volatili mediante spazzole di setola semi morbide e scopini. Riduzione dello spessore dei depositi di biodeterioramento eseguita meccanicamente mediante bisturi a lama fissa. Preconsolidamento cautelativo di parti in via di distacco. Blando lavaggio con acqua deionizzata coadiuvato da spazzole di saggina morbide. Rimozione meccanica di stuccature non idonee per composizione o stato di conservazione. Trattamento di disinfezione di organismi biodeteriogeni autotrofi (muschi, licheni, patine algali). Pulitura delle superfici lapidee interessate dalla presenza di depositi coerenti. Estrazione dei sali solubili (cloruri, solfati, nitrati) e di sottoprodotti di pulitura mediante applicazioni ripetute di compresse di polpa di cellulosa imbevute di acqua demonizzata. Rimozione di scritte mediante applicazione a tampone di solvente individuato in seguito a test preliminari. Giunzione di porzioni distaccate tramite applicazione di resina epossidica bicomponente Integrazione di fessurazioni di una certa entità per larghezza e profondità con stuccature di sottofondo Integrazione di ogni fessurazione e microfessurazione con stuccature e microstuccature allo scopo di ricostituire una superficie continua che impedisca l infiltrazione di acque meteoriche e di inquinanti atmosferici all interno della pietra preservandola da un veloce degrado con l impiego di una malta composta da calce esente da sali, sabbia di fiume e polveri di marmo per granulometria e colore del tutto simili all originale. Consolidamento delle superfici lapidee mediante impregnazione a pennello a più mani, fino a completo rifiuto del prodotto. Protezione finale dell intera superficie lapidea.
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