Il cibo nell arte antica

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1 Il cibo nell arte antica

2 In lotta per il cibo: in cerca di dolcezza «cueva de la Araña» (la grotta del ragno) graffito Valencia Spagna. Nel graffito si vede una persona stilizzata appesa alle liane, circondata da grandi api in volo, che infila una mano in un tronco alla ricerca del favo, mentre con l'altra regge il paniere in cui deporrà il raccolto. Il miele era l alimento più dolce nell epoca preistorica, periodo nel quale l alimentazione costituiva la principale occupazione della vita dell uomo e della donna; per tutto il paleolitico i nostri antenati si procuravano il cibo raccogliendo i frutti della terra, cacciando e pescando.

3 L arte di propiziarsi il cibo Figure di cacciatori e animali pitture rupestri boscimani o san Maloti-Drakensberg Park Sudafrica. L artista di queste pitture rupestri è lo sciamano che con i suoi dipinti propizia la caccia e con i suoi riti infonde coraggio alla tribù. In questa pratica essere tanti e uniti dà ai cacciatori maggiori possibilità di successo, per questo, già nel paleolitico, nascono i clan dove gli uomini si organizzano per costruire armi e trappole adatte a catturare anche grossi animali. Stare in gruppo permette di studiare strategie di attacco e di accerchiare le prede come fanno gli animali carnivori; consente anche la trasmissione dei saperi da parte degli anziani che insegnano ai più giovani le tecniche per produrre armi e per mimetizzarsi sporcandosi con l argilla. Tutte le parti dell'animale catturato sono utilizzate, oltre che per il sostentamento, per fabbricare utensili. Il grasso è usato anche per impastare le terre e creare i colori.

4 In tavola... per l aldilà Modellino raffigurante gli addetti alla preparazione della farina destinata alla produzione del pane e della birra legno stuccato e dipinto. Civiltà Egizia Medio Regno. Gli antichi egizi ritenevano che la vita continuasse dopo la morte e che l anima avesse ancora bisogno di mangiare e di bere. Nei corredi funerari delle tombe egizie, infatti, venivano deposti cibi e bevande in abbondanza, conservati in vari tipi di contenitori, che dovevano garantire al morto di che sopravvivere nell aldilà. Poiché i cibi del corredo funerario potevano esaurirsi o deperire, venivano anche dipinti sulle pareti delle tombe.

5 Un lavoro ad arte: fare il vino Arte egizia pittura dalla tomba di Nakht con scene di raccolto di uva da un pergolato Arte Egizia Pittura Crediti:Foto Werner Forman Archive/Scala, Firenze La coltivazione dell uva, sia come frutto che per produrre il vino, è attestata in Egitto fin dall età più antica. Le scene che appaiono sulle pareti della tomba di Nakht, ci mostrano che le vigne erano di solito a forma di pergolato e che la pigiatura dell uva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro grandi catini, proprio come si è fatto fino quasi ai giorni nostri. Il succo ottenuto era lasciato fermentare in anfore sulle quali era di solito applicata un iscrizione con l indicazione dell annata e del luogo di produzione del vino, proprio come si fa ora con le etichette. I poveri, invece, consumavano la birra, più igienica dell acqua che poteva essere inquinata.

6 Un lavoro ad arte: fare il pane Scena di vita quotidiana, tanagrina in terracotta proveniente da Tanagra in Beozia, Grecia. Civiltà greca, III secolo ac. Museo Archeologico Nazionale Atene Questa piccola statuetta ritrovata in una tomba raffigura la defunta intenta a preparare il pane: forse un gesto consueto della donna. Per fare il pane occorrono numerose conoscenze: i metodi di coltivazione della terra, la raccolta delle messi, la trasformazione dei semi, la giusta composizione dell impasto e la capacità di gestire il procedimento di cottura. Eppure già dal neolitico l uomo, grazie ai cambiamenti climatici, inizia la coltivazione di orzo e grano e la produzione del pane.

7 Un piatto di pesci Piatto con figure di pesci, ceramica a figure rosse, Civiltà della Magna Grecia, V secolo ac. Museo Archeologico Nazionale Napoli Dipinto con dettagliate figure rosse su fondo nero, questo piatto riproduce alcune delle specie di animali marini apprezzate sulla tavola degli antichi greci: calamari, orate, saraghi, triglie, polpi. A questi si aggiungeva anche un gran numero di molluschi, frutti di mare e crostacei: cozze, ostriche, aragoste e vari generi di conchiglie. Il pescato veniva cucinato in vari modi: si spaziava dal grigliato, al rosolato, allo stufato e negli autori antichi è citato l uso di avvolgere alcuni tipi di pesce nelle foglie di fico e poi passarli alla brace. Spesso veniva mangiato anche crudo e nel centro del piatto un avvallamento serviva per contenere il condimento.

8 «Schiavi del ventre» Sarcofago dell obeso Prima metà del III secolo a.c. Quest espressione era usata dai romani per definire gli etruschi. Ma essere obesi era per loro un vanto, una condizione sociale legata alla ricchezza. Solo pochi infatti potevano permettersi di mangiare due volte al giorno. L anziano aristocratico sul coperchio di questo sarcofago in alabastro ha un volto molto espressivo, probabilmente somigliante al defunto che raffigura. Disteso su un fianco avvolto da un morbido panno, ha una ghirlanda al collo e l anello al dito e tiene in mano una patera, una specie di piatto sul quale veniva simbolicamente posta un'offerta alimentare destinata alla divinità. Queste doni potevano raffigurare sia un gesto di libagione, cioè l'offerta di liquidi alimentari, sia l'offerta di cibi solidi.

9 Sulle insegne, per allettare i passanti Arte romana Insegna del Thermopolium con cibi vari Ostia Antica Il Thermopolium della Via dell'abbondanza. Campania - Pompei (Na) Nell antica Roma le trattorie si affacciano sulla strada con un bancone a elle, come le nostre gelaterie. Nel piano di marmo vi sono degli ampi fori dove si inseriscono i dolia, anfore tonde, dalle quali l oste estrae cibi e bevande tra cui olive, farro e vino che viene scaldato prima di essere consumato. Sulle pareti delle antiche trattorie romane gli affreschi ci mostrano gli dèi protettori o i prodotti in vendita: carote, cipolle, vino, come nei cartelloni degli attuali fast-food.

10 Acqua fresca e pesche: i doni per l ospite Arte Romana Natura Morta Con Ramo Di Pesche Affresco Da Pompei Nell antichità l ospite era considerato sacro: a lui venivano donati generi alimentari ed era trattato come una divinità, nel dubbio che lo fosse per davvero! Sulle pareti delle case, soprattutto nelle stanze dedicate agli ospiti, venivano dipinti gli xenia, un genere pittorico vicino alla moderna natura morta, dove si rappresentavano galline, uova, ortaggi, frutti e vasellame di ceramica e vetro. Era una pittura parietale realizzata in modo realistico, aveva una funzione decorativa e mostrava l'atteggiamento di accoglienza dei padroni di casa.

11 Per onorare le anime degli antenati Arte romana Mosaico pavimentale asaroton - p.(avanzi di un banchetto) Museo Gregoriano Profano Vaticano Nel mosaico vengono raffigurati avanzi di cibo caduti sul pavimento durante un banchetto consumato dai romani, come consuetudine, nell atrium. Sotto questa stanza erano sepolti gli antenati della famiglia, venerati come divinità e chiamati Lari. A loro era destinato tutto ciò che cadeva dalla tavola: zampe di gallina, gusci di ricci, conchiglie, acini d uva, noci, tutto diventava sacro; dunque non veniva spazzato, ma raccolto e bruciato alla fine del pasto in segno di devozione.

12 Per condividere momenti speciali Storie di Abramo: i tre angeli venuti ad annunciargli la nascita del figlio Isacco Particolare dei mosaici della lunetta sopra all'ingresso del deambulatorio - ( ) Basilica di San Vitale Emilia Romagna, Ravenna La storia della Bibbia è ricca di episodi in cui il cibo è protagonista. In questo mosaico bizantino Abramo offre cibo ai messaggeri divini venuti ad annunciare al Patriarca, che ha 99 anni, la nascita del suo primo figlio. Sulla tavola tre grandi pani bianchi e tondi pronti ad essere spezzati; nel piatto il vitello che viene offerto è raffigurato intero con proporzioni scorrette, giustificate dal desiderio di rendere facile la lettura dell evento ai fedeli. Il vitello era cibo raro e veniva sacrificato solo in momenti davvero speciali.

13 Simbolo del peccato? La Genesi: il peccato originale di Adamo ed Eva, miniatura dalla Bibbia di Souvigny, manoscritto latino 1 folio 4 verso, XII secolo. Su fondo oro, simbolo del Paradiso Terrestre, le figure di Adamo ed Eva, contornate di nero, si stagliano in modo nitido e definito. Quasi a confessare la loro colpevolezza, si coprono perché si accorgono di essere nudi. Nella Genesi si racconta della trasgressione che, la donna prima e l uomo poi, compiono assaggiando il frutto dell albero della conoscenza del bene e del male: «Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo FRUTTO e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò». Non si parla di mela, il termine mela viene dalla sovrapposizione di significato successiva che attribuì al frutto proibito l'origine del male. In latino, infatti, malum oltre che male significa anche mela, frutto.