Possible struttura del Digesto dei Casi di Criminalità Organizzata

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1 Possible struttura del Digesto dei Casi di Criminalità Organizzata NOTA La seguente struttura viene proposta dopo aver ricevuto novanta casi ed aver preso atto delle osservazioni, compresi i suggerimenti di carattere metodologico, forniti dagli esperti internazionali nel corso della riunione tenutasi a Roma dal 23 al 26 maggio Attualmente devono essere ancora completati la raccolta dei casi e l individuazione delle lezioni apprese ; inoltre, deve essere effettuata un analisi approfondita del potenziale illustrativo dei singoli casi. La presente struttura deve ritenersi, pertanto, una sintesi teorica del relativo contenuto, non una previsione del testo definitivo ma piuttosto uno schema provvisorio per facilitare la raccolta e lo studio dei casi basato principalmente su una ricognizione puramente teorica delle tematiche. La struttura è stata elaborata tenendo presente la necessità di mostrare agli esperti (e a qualsiasi altra eventuale fonte di casi) che cosa si sta cercando, cioè settori nell ambito del diritto penale, delle indagini, dell azione penale e dei procedimenti penali, in cui si ritiene che si siano ottenuti successi ed insuccessi e dove i casi potrebbero rivelare esperienze importanti e significative per le future prassi di altri operatori. Pertanto, si richiede e si sollecita la presentazione di casi e di informazioni sui sistemi giuridici nazionali e sulle relative prassi, insieme ad osservazioni su tutti i punti dei vari capitoli. La lunghezza dei paragrafi e la complessità del loro contenuto non sono assolutamente indicativi dell importanza e rilevanza che la questione avrà infine nel Digesto. In alcuni paragrafi ci sono lunghe osservazioni finalizzate a chiarire l approccio adottato finora sui punti problematici ed i contributi eventualmente forniti dagli esperti (vedere, ad es., paragrafo 2.1.2). Altri (vedere, ad es., paragrafo 3.1.2) contengono un mero elenco di questioni, ognuna delle quali suscettibile di essere elaborata in modo ampio in futuro.

2 Bozza, 12 giugno 2011 Prefazione a. Rappresentante dell UNODC; b. Rappresentante della Colombia; c. Rappresentante dell Italia; d. Rappresentante di Interpol. 1. Introduzione Base giuridica del Digesto: riferimento alle risoluzioni della Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale (Convenzione di Palermo). Riferimento al lavoro svolto dalla Commissione delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del Crimine e la Giustizia Penale Attività del progetto designato: a) raccolta dei casi tramite, fra l altro, la creazione di un gruppo di esperti internazionali; b) discussione dei casi (breve descrizione delle riunioni di esperti); illustrazione dei casi in una pubblicazione (anche una pubblicazione elettronica?) Obiettivo specifico del Digesto: facilitare l attuazione della Convenzione di Palermo e dei Protocolli aggiuntivi. Scopo generale del Digesto: offrire una panoramica delle cattive/buone prassi nell affrontare la criminalità organizzata Inserire il Digesto nell ambito dell azione dell UNODC relativa alla Convenzione di Palermo: menzione degli altri strumenti ONU disponibili Natura del Digesto: esame degli eventi concreti da cui trarre lezioni. Tuttavia, non si tratterà di un mero elenco di storie criminologiche, investigative e giudiziarie, ma un analisi critica delle specifiche difficoltà incontrate nell affrontare la criminalità organizzata e delle soluzioni trovate. A tal fine vengono presentati successi e fallimenti, sempre, e non solo, quando dimostrati da casi concreti I casi non si limitano alla diretta/indiretta applicazione della Convenzione di Palermo né ai reati transnazionali. In conformità alla Convenzione di Palermo, per i reati viene utilizzato il termine transnazionale mentre per la cooperazione viene adottato il termine internazionale. Esistono casi in cui i reati non sono transnazionali ma richiedono la cooperazione internazionale. Un caso può essere considerato rilevante ai fini degli obiettivi del Digesto quando presenta cattive/buone prassi con un possibile valore formativo per altri anche se gli elementi giuridici o concreti che lo caratterizzano sono nazionali o locali. Non sono esclusi i casi non ancora conclusi con una sentenza definitiva ma devono essere accompagnati da adeguate condizioni; ad es., l applicazione di una nuova tecnica investigativa può richiedere una decisione definitiva da parte del giudice al fine di stabilire il suo valore e la sua validità, in particolare quando l indagine funge da fonte di prova Destinatari: professionisti; soprattutto, ma non solo, investigatori, procuratori e giudici. Tuttavia, molte lezioni apprese si riferiscono all adozione di nuovi strumenti giuridici o alle scappatoie o lacune delle legislazioni esistenti. Quindi, sono le autorità responsabili delle politiche nazionali contro la 2

3 criminalità organizzata ed i legislatori i futuri lettori del Digesto o perlomeno la controparte di quei professionisti che promuoveranno le riforme legislative sulla base delle lezioni tratte dal Digesto Contenuto: i casi selezionati dovranno coprire tutti gli aspetti della risposta della giustizia penale alla criminalità organizzata, dalle disposizioni di legge che penalizzano i reati alle misure investigative, le fasi dell azione penale e giudiziaria del procedimento, la sentenza, l emanazione della sentenza e l esecuzione della pena. Anche la prevenzione del crimine rientra nell ambito del Digesto. Data la natura polivalente della criminalità organizzata viene inclusa anche una descrizione delle diverse forme di condotta illecita con il coinvolgimento di un gruppo criminale, come evidenziato dai casi disponibili Si è discusso sul fatto se ogni capitolo dovesse incentrarsi su una specifica forma di condotta criminale ed includere le esperienze che rivestono un importanza particolare per quel tipo di reato o se dovesse incentrarsi su un diverso aspetto della risposta della giustizia penale (penalizzazione, a seguire, separatamente, le indagini, e l azione penale, etc,) in relazione a tutte le relative forme di reato. E stata scelta quest ultima soluzione, soprattutto per evitare ripetizioni e sulla base dell assunto che molte lezioni tratte dai casi sono valide per tutte le condotte criminali dei gruppi criminali, o per la maggior parte di esse. Tuttavia, detta suddivisione delle tematiche non esclude che, dopo aver trattato un singolo aspetto in termini generali, venga prestata attenzione a elementi particolari relativi a specifiche forme di reato. Questo risulta essere particolarmente importante per le tecniche e le procedure investigative Sono quindi stati organizzati i seguenti capitoli: 2. Politica criminale e penalizzazione; 3. Varie forme di criminalità organizzata; 4. Indagini; 5. Azioni penali, sentenze e pene; 6. Cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria; 7. Rintraccio, sequestro, confisca e recupero dei proventi del crimine; 8. Prevenzione. 9. Conclusioni. Detta suddivisione di tematiche non corrisponde ad una logica rigida bensì a scopi pratici. I capitoli 6 e 7, ad es., trattano questioni che hanno a che fare con varie fasi del processo della giustizia penale ma meritano un trattazione separata alla luce della grande quantità di materiale offerto dai casi analizzati e del forte legame esistente fra le loro componenti interne. Inoltre, dai diversi sistemi giuridici nazionali potrebbero derivare diverse opinioni su dove collocare le tematiche: si pensi, ad es., alle attività relative all azione penale. 3

4 2. Politica criminale e penalizzazione In conformità con la Convenzione di Palermo il Digesto non contiene un definizione di criminalità organizzata ed il termine criminalità organizzata viene utilizzato per comprendere qualsiasi reato in cui vi sia il coinvolgimento di un gruppo di criminalità organizzata. Il concetto di gruppo criminale organizzato deve essere elaborato sulla base delle definizioni riportate nell articolo 2, commi a) e c) di detta Convenzione [. ] L utilizzo del termine criminalità organizzata per ogni crimine commesso con il coinvolgimento di un gruppo criminale organizzato non è solo un modo pratico per delimitare l ambito del Digesto ma significa anche guardare alla criminalità organizzata da un preciso punto di vista. Ciò comporta forti implicazioni di politica criminale in quanto la risposta da parte del diritto penale a molti reati gravi sarà incentrata più sui gruppi organizzati che li commettono che sulle loro attività illecite. Questo punto di vista è alla base della filosofia di Napoli (da spiegarsi, magari con una nota a piè pagina) e, cosa più importante, della convenzione di Palermo. Come spiegato per la convenzione [Citazione di D. Vlassis], detto approccio porta all adozione di una serie di misure di diritto penale che consentono di aggredire un gruppo criminale con la previsione di un suo possibile futuro smantellamento o inattività. Le misure comprendono la penalizzazione della partecipazione in un gruppo criminale, la penalizzazione del riciclaggio, la confisca dei beni strumentali e dei proventi del crimine, e qualsiasi altra misura finalizzata a privare i criminali delle risorse materiali per portare avanti la loro attività illecita. In generale, tale approccio favorisce una risposta maggiormente proattiva, compresi una concreta prevenzione del crimine e l anticipazione della penalizzazione. Esso può avere un notevole impatto su specifici settori del procedimento penale, ad es., la preferenza attribuita a determinati mezzi di intelligence e investigativi o le particolari modalità adottate nel loro utilizzo (operazioni sotto copertura, intercettazioni telefoniche, etc.). I casi mostrano se tale approccio viene adottato o se i sistemi nazionali non lo utilizzano, nonostante la ratifica della Convenzione di Palermo. I casi mostrano anche se, dove, e in quale modo, si può ritenere che tale approccio abbia successo Il Digesto non si sofferma in modo specifico sul dibattito sulla criminalità organizzata rispetto alle reti illegali (o mercati illegali ). Tuttavia, i casi mostrano molti esempi di traffico illecito gestito nell ambito di reti in cui i gruppi di criminalità organizzata sono molto piccoli e/o non sono stabili, né decisamente gerarchici. I gruppi possono costituire anelli distinti di una complessa catena di entità, spesso interconnesse su semplice base transazionale e, in sostanza, indipendenti l una dall altro. I casi mostrano come le misure contro la criminalità organizzata funzionano nelle situazioni caratterizzate da una combinazione più fluida di collaboratori criminali, ed esse sono diverse dal traffico mafioso dove tutti i passaggi del traffico, o una loro ampia combinazione, sono sotto il controllo di una singola organizzazione. Vengono riportati gli aspetti positivi e le lacune dei sistemi giuridici e delle prassi Penalizzazione della partecipazione ad un gruppo criminale organizzato Si rimanda all articolo 5, par. 1 (a) della Convenzione di Palermo. I punti di rilievo sembrano essere i seguenti: - se il modello di associazione a delinquere (par. 1(a)(i) si riflette nel diritto penale nazionale o questo avvenga per il modello associativo (par. 1(a)(ii); - se alcuni casi dimostrano i vantaggi e gli svantaggi di entrambi i modelli, anche in termini comparativi; - quali sono le difficoltà per dimostrare il reato e quali sono i mezzi e gli strumenti di prova utilizzati [nella misura in cui ciò non sia trattato in altri capitoli]; - quali sono i risultati concreti ottenuti con le accuse di associazione a delinquere o di associazione nei confronti dei criminali, in linea con la politica sopradescritta di distruggere l organizzazione ; 4

5 - se esistono casi in cui i criminali sono condannati per tali reati senza essere condannati contestualmente per i reati finali commessi dal gruppo criminale; - se il capo d accusa di partecipazione influisce - e in quale modo - sull azione investigativa e sul procedimento giudiziario (inclusa l ipotesi di speciali poteri di indagine e di azione penale previsti dalla legge quando tali reati vengono trattati in un processo); - se l accumulo delle sentenze di condanna e delle pene per il reato di associazione a delinquere/associazione e reati finali ha motivato critiche; - se le discrepanze esistenti nel modo in cui la partecipazione ad un gruppo criminale viene penalizzata a livello nazionale e le varie posizioni per decidere l azione penale possono avere un impatto negativo sulla cooperazione internazionale (di polizia e giudiziaria) Come opera la penalizzazione della partecipazione ai reati finali nei casi di coinvolgimento di un gruppo criminale organizzato (ved. art. 5.1(b) della Convenzione di Palermo, nel quale si sancisce come reato penale anche la condotta di chi organizza, dirige, facilita, incoraggia o consiglia, e le disposizioni simili contenute nella convenzione quali ad es. l art. 6.1(b)(ii); e come tale penalizzazione si combina con il reato di partecipazione ad un gruppo criminale organizzato; Come è stata stabilita nei sistemi giuridici nazionali la responsabilità delle persone giuridiche e quale ne sia l impatto sulle indagini ed i procedimenti Questo capitolo contiene anche riferimenti a casi di conflitti positivi o negativi di giurisdizione in materia penale. I casi dovranno anche illustrare le modalità di attuazione degli obblighi e dei poteri contenuti a tale proposito nella Convenzione di Palermo (art. 15) (ad es., se è stata stabilita la giurisdizione atta a permettere l applicazione del principio aut dedere aut iudicare ). I casi potrebbero anche illustrare le difficoltà e soluzioni trovate nel coordinamento dell esercizio di giurisdizione necessario alla cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria [qui, ad esempio, quelle riscontrate nelle consegne controllate e nelle squadre comuni di indagine]. 3. Varie forme di criminalità organizzata Una vasta gamma di reati vede il coinvolgimento dei gruppi criminali. I casi dimostrano che i gruppi criminali si dedicano a varie categorie di reato, alcune tradizionali, altre nuove e possono confermare tre note osservazioni: l esistenza di un gruppo criminale è necessaria o utile nella perpetrazione di certi reati; un gruppo criminale può essere coinvolto contemporaneamente in vari tipi di reato; i gruppi criminali (stabili) possono passare dall una all altra categoria di reato al fine di ottenere maggiori profitti, sicurezza o per altre ragioni e procedono in tal modo. [quest ultima osservazione viene fatta ipoteticamente: molti dei casi raccolti fino ad oggi indicano che cosa è stato commesso dal gruppo in una singola occasione, ma non descrivono la storia del gruppo ed il suo eventuale passaggio dall uno all altro tipo di reato. Gli esperti potrebbero fornire indicazioni a tale proposito in quanto il punto sembra essere pertinente per definire la strategia più adeguata contro la criminalità organizzata] I casi che sono stati raccolti si riferiscono alla perpetrazione dei seguenti reati: - narcotraffico; - traffico d armi; - tratta di esseri umani; - traffico di migranti; - traffico di merci, ad esempio metalli preziosi; - contraffazione; - criminalità informatica; - falsificazione; - frodi; 5

6 - traffico di beni culturali; - reati ambientali; - evasione fiscale, reati finanziari ed altri reati contro la Pubblica Amministrazione; - riciclaggio; - corruzione. Il presente paragrafo evidenzia la presenza di forme di criminalità recenti quali la criminalità informatica e di reati quali il traffico di beni culturali che negli ultimi tempi hanno registrato un presunto maggiore coinvolgimento dei gruppi criminali. [Rivedendo i casi già presentati o presentandone nuovi, gli esperti internazionali potrebbero: a) individuare, per ciascun tipo di reato, un modus operandi speciale e/o innovativo adottato dalle organizzazioni criminali, fornendo così un aiuto all intelligence ed alle indagini; b) prendere atto delle caratteristiche transnazionali tipiche dei reati o riscontrate occasionalmente nella loro perpetrazione; c) per quanto riguarda i reati trattati nei Protocolli aggiuntivi della Convenzione di Palermo, specificare se ed in quale modo le disposizioni nazionali di penalizzazione riflettono la descrizione dei reati contenuti in tali strumenti internazionali e, a seconda dei casi, indicare se i criminali sono stati accusati dei suddetti reati o se si è ricorsi ad altre forme di reato (ad esempio, sequestro di persona e stupro al posto della tratta di persone) e perché]. [Ognuna delle forme di reato sopramenzionate sarà trattata a parte, nei punti compresi da 3.2 a 3.16] La Convenzione di Palermo si applica, tra l altro, a qualsiasi reato grave transnazionale commesso con il coinvolgimento di un gruppo criminale organizzato. Si definisce reato grave qualsiasi reato punibile con la pena massima privativa della libertà di quattro anni o più (art. 2(b) e 3.1(b)). I casi dovranno illustrare come l espansione dell ambito di applicazione ad un settore generico e non tipizzato di reati sia positiva per la lotta contro gruppi criminali organizzati dinamici che passano facilmente da un tipo all altro di condotta illecita. Contestualmente esistono difficoltà perché per le nuove forme emergenti di criminalità non si prevedono pene di quattro anni. [Gli esperti dovranno fornire informazioni ed ampliare le osservazioni su questo argomento quando presentano i casi pertinenti]. 4. Indagini [Il presente capitolo è ampio e complesso. I casi raccolti di solito descrivono la fase investigativa, offrendo modelli comportamentali interessanti. Nella revisione dei casi già presentati o introducendo nuovi casi, gli esperti potranno delineare le basi della strategia penale che sottendono alcuni metodi investigativi, le condizioni economiche ed i requisiti di legge che ne permettono l adozione, descrivendo altresì gli aspetti più operativi e tecnici di tali metodi. Il capitolo contiene testi speciali relativi, in particolare, a tecniche specifiche usate per alcune forme di reato. Gli aspetti internazionali sono trattati a parte in un altro capitolo] Vantaggi e difficoltà nell istituzione di unità investigative specializzate. Criteri e livelli di specializzazione (specialisti in criminalità organizzata? Specialisti in reati transnazionali? Ad. es., esperti in reati contro i beni culturali?). Istituzione di unità centrali specializzate (ad es. la SOCA del Regno Unito): a livello nazionale o locale; con giurisdizione esclusiva o giurisdizione concorrente Cooperazione tra le varie agenzie investigative. Cooperazione con la società civile, le comunità scientifiche ed accademiche ed il pubblico Il c.d. approccio proattivo alle indagini. Raccolta di intelligence e di dati, a livello centrale, sulla criminalità organizzata. Analisi dei trend della criminalità organizzata (incluse le diverse e nuove condotte criminali). Più in generale: sistemi per la gestione delle conoscenze, in particolare scambio dei 6

7 dati amministrativi e penali che permettono agli investigatori di andare oltre la trattazione isolata dei singoli reati finali e di strutturare l azione investigativa sulla base di uno scenario dell azione criminale più ampio. [Gli esperti dovranno cercare i casi in cui, grazie allo scambio di conoscenze, sono state avviate indagini su una vasta gamma di reati e di criminali, pervenendo in tal modo a risultati più efficaci rispetto a quelli delle indagini meramente reattive, incentrate su un numero limitato di episodi criminali] Modelli investigativi pertinenti per la criminalità organizzata in generale [Gli esperti potranno indicare i casi in cui modalità speciali di indagine si sono rivelate particolarmente efficaci per i reati di criminalità organizzata. Gli esperti, inoltre, potrebbero elaborare osservazioni sull importanza speciale acquisita da alcuni strumenti di indagine quali, ad esempio, la sorveglianza rispetto alle prove documentali] Metodi investigativi specifici per la criminalità informatica Metodi investigativi specifici per i reati finanziari Misure di controllo alle frontiere contro la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, di armi da fuoco ed altri traffici illeciti Ecc. [Si invitano gli esperti ad individuare altri tipi di reato per i quali si ritengono adeguati specifici modelli di indagine] Tecniche investigative speciali. [Per ognuna di queste: - riferimento all art. 20 della Convenzione di Palermo, - requisiti giuridici e condizioni operative, - valore probatorio; conferma mediante tipi di prova complementari; - caratteristiche specifiche in relazione alle varie forme di reato]. Operazioni sottocopertura. Obiettivo dell operazione sottocopertura; rapporto allo scopo di conoscere i livelli più alti dell organizzazione. Eventuali differenze operative: se l agente si infiltra in un gruppo criminale stabile e ben strutturato o in un organizzazione più fluida o in una rete Sorveglianza elettronica. Intercettazioni. Sorveglianza della telefonia mobile: difficoltà registrate e soluzioni Altri tipi di sorveglianza. Sorveglianza delle Consegne controllate: Autorizzazione a posporre gli arresti e le confische. Utilizzo dei campioni. Eventuali problemi in rapporto all istigazione a commettere ulteriori reati Identificazione di persone Uso del profiling nei casi di criminalità organizzata. 7

8 5. Azione penale, sentenza e sanzioni penali [Se non già nel capitolo 3] L analisi delle politiche seguite dai procuratori in merito ai reati da imputare. Riferimento all articolo 11 della Convenzione di Palermo: a) impatto delle incriminazioni per i reati, la cui determinazione è obbligatoria ai sensi della convenzione o dei suoi protocolli, compreso l uso fatto dai legislatori nazionali della flessibilità accordata al paragrafo 6 dell articolo 11; b) termini per la prescrizione Vantaggi e difficoltà nell istituzione procure specializzate. Criteri e livelli di specializzazione. Istituzione di uffici specializzati centrali (es. DNA in Italia): a livello nazionale o altro livello territoriale; con giurisdizione esclusiva o concorrente Misure speciali adottate per la raccolta delle prove sulla criminalità organizzata Protezione dei testimoni nel processo Protezione fisica dei testimoni: trasferimento in altra località, misure relative a identità e domicilio Il ruolo delle vittime nei procedimenti penali Assistenza e protezione per le vittime. Misure adottate in conformità all art della Convenzione di Palermo. Riconoscimento dei diritti delle vittime. Indennizzo. Ruolo delle vittime nei procedimenti penali Assistenza e protezione per le vittime della tratta di persone e del traffico di migranti, con riferimento alle misure contenute nell articolo 6 del Protocollo sulla tratta di esseri umani e nell articolo 16 del Protocollo sul traffico di migranti Concessione di immunità, o mitigazione della pena per persone accusate che cooperano nelle indagini o nell azione penale per un reato commesso con il coinvolgimento di un gruppo criminale organizzato Misure per incoraggiare la cooperazione da parte di persone non accusate (nello stesso procedimento) Pene applicate, con riferimento ai paragrafi 1 e 4 dell articolo 11 della Convenzione di Palermo Misure relative all esecuzione delle pene in relazione a membri condannati di gruppi criminali organizzati. Regimi penitenziari speciali: problema dei membri condannati dei gruppi criminali che agiscono dal carcere. 8

9 6. Rintraccio, sequestro e confisca di beni strumentali e proventi di reato [in conformità con la Convenzione di Palermo il termine confisca comprende la confisca in senso stretto ove applicabile (art. 2 (g)), e il termine sequestro può riferirsi anche a congelamento laddove non c è necessità di differenziare tra i due (art. 2 (f)). Il presente capitolo non tratta questioni che concernono il sequestro e la confisca di meri articoli probatori o di oggetti che sono illeciti per se (es. droghe illecite). Ruolo della confisca dei beni strumentali e dei proventi in un sistema di diritto penale che mira alla distruzione dei gruppi criminali. Relazione tra il reato di riciclaggio di denaro e la confisca. Prevenzione di riciclaggio: regime amministrativo e di controllo in base all articolo 7 della Convenzione di Palermo Confisca di beni sostitutivi: proventi trasformati o convertiti, beni derivati dai proventi, beni il cui valore corrisponde al valore dei proventi. Possibilità di richiedere che l autore di reato dimostri l origine lecita di presunti proventi Varietà delle procedure di confisca: dalla confisca, quale pena o misura, effetto diretto di una condanna penale, alla confisca in rem derivante da una procedura giudiziaria civile Tecniche e metodi investigativi per il rintraccio ed il sequestro dei proventi di reato. Indagini finanziarie proattive Gestione dei proventi sequestrati. Difficoltà e soluzioni in relazione a beni di grande valore (es. immobili, aziende agricole, società) che richiedono una gestione attiva Cooperazione internazionale per rintracciare e sequestrare i proventi di reato. Base giuridica: Convenzione di Palermo, trattati, leggi nazionali Confisca internazionale, per es. confisca eseguita nello Stato in cui i beni vengono trovati su richiesta dello Stato che esercita la giurisdizione penale per il reato [riferimento, in particolare, ai paragrafi 1 e 4 dell articolo 13 della Convenzione di Palermo]: - base giuridica: Convenzione di Palermo e trattati; - requisiti imposti dalla legislazione nazionale dello Stato richiesto: in particolare, limitazioni fondate sulla natura o sulla tipologia del reato; - procedura adottata dallo Stato richiesto: riconoscimento e esecuzione dell ordine di confisca nello Stato richiesto, o in alternativa, istituzione di procedimento autonomo per emettere un proprio ordine di confisca Utilizzo dei proventi confiscati. Principio in base al quale i proventi confiscati sono utilizzati dallo Stato confiscante. Metodi per la ripartizione dei beni in relazione a proventi confiscati a livello internazionale. 9

10 7. Cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria La maggior parte delle forme nuove e tradizionali di criminalità organizzata sono tipicamente transnazionali Aspetti strutturali della cooperazione internazionale: - esistenza di un effettivo trattato di base (bilaterale, regionale, multilaterale). Convenzione di Palermo quale base giuridica alternativa. Utilità degli accordi e intese supplementari; possibile cooperazione su base caso per caso. - Creazione di meccanismi permanenti, bilaterali o regionali, per il coordinamento. (per esempio, enti dell Unione Europea per la cooperazione giudiziaria e di polizia). - Necessità di sviluppare una moderna cultura professionale di cooperazione internazionale: alcuni casi dimostrano che la carenza di tale cultura non solo pregiudica la qualità della risposta ma risulta anche in una scarsa inclinazione a richiedere la cooperazione Cooperazione per avviare indagini e procedimenti; condivisione di expertise analitico; scambio di intelligence, compresa la conoscenza dei metodi e dei mezzi utilizzati dai gruppi criminali; tempestiva identificazione dei reati; informazioni spontanee sui reati Cooperazione di polizia in generale: - i casi mostrano una tendenza progressiva verso la cooperazione informale tra le autorità di polizia, intelligence ed investigative: vantaggi e limiti; - Interpol; meccanismi regionali; - canali avanzati di comunicazione; scambio di personale ed esperti; ufficiali di collegamento; comunicazione diretta tra agenzie per il controllo delle frontiere Indagini comuni: vari gradi di integrazione. Squadre comuni di indagine Cooperazione internazionale nelle tecniche investigative speciali: - sorveglianza - consegne controllate, Cooperazione internazionale di polizia in alto mare, per salire a bordo di navi sospettate di essere coinvolte in traffici illegali (riferimento agli articoli da 7 a 9 del Protocollo sul traffico e all articolo 17 della Convenzione di Vienna del 1988 contro il traffico di droga) Cooperazione di polizia nella prevenzione [vedere nota al capitolo 8] Cooperazione giudiziaria in generale (estradizione, mutua assistenza giudiziaria, trasferimento di procedimenti, trasferimento di persone condannate). [Cooperazione nel sequestro e nella confisca nel capitolo 6]. Ricorso limitato al trasferimento di procedimenti Principio di doppia incriminazione ed obblighi di penalizzazione imposti dalla Convenzione e dai Protocolli Estradizione: 10

11 - funzionamento della Convenzione di Palermo e di altri trattati di base; - barriere costituzionali e di altro tipo all estradizione; - procedure di estradizione Mutua assistenza giudiziaria: - funzionamento della Convenzione di Palermo, altri trattati di base e ruolo della legislazione nazionale; - creazione di autorità centrali per l assistenza reciproca, comunicazione diretta tra autorità locali; - procedure di mutua assistenza: uso di moderne tecnologie, comprese le videoconferenze; - necessità di facilitare la mutua assistenza giudiziaria; standard giuridici; mezzi concreti (telefono, fax, creazione di moduli standardizzati per le richieste e le risposte, ecc.) - varie forme di mutua assistenza; - modalità di esecuzione delle richieste; prevalenza della legge dello Stato richiesto e validità delle prove raccolte nei procedimenti dello Stato richiedente Cooperazione internazionale per la protezione dei testimoni. 8. Prevenzione [ La separazione di un capitolo distinto sulle questioni di prevenzione potrebbe essere decisa in futuro, se conveniente. Nel Digesto il termine prevenzione farebbe riferimento principalmente a misure previste dall articolo 31 della Convenzione di Palermo, dagli articoli da 9 a 11 del Protocollo sulla tratta di esseri umani, dall articolo 10 ed altri articoli del Protocollo sul traffico, dagli articoli da 7 a 11 del Protocollo sulle armi da fuoco. Si fa notare che alcune di queste misure consistono in regolamenti amministrativi vedasi, per esempio, le disposizioni sulla marcatura delle armi da fuoco al momento della produzione o esportazione e che il mancato rispetto di tali regolamenti può essere un elemento costitutivo dei reati la cui penalizzazione è obbligatoria ai sensi della Convenzione o dei Protocolli. Gli esperti potrebbero fornire informazioni su casi che mostrano come tali misure amministrative sono state introdotte nell ordinamento giuridico nazionale e quale è il loro collegamento con il procedimento e il diritto penale. 9. Conclusioni... 11

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