COLLEGAMENTO DIOCESANO

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1 COLLEGAMENTO DIOCESANO GENNAIO 2015 Carissimi, ci è dato ancora del tempo per sperimentare, personalmente e insieme, la inesauribile e sorprendente ricchezza dell Amore del Padre, e raccontare con la vita nostra e delle nostre comunità la bellezza dell essere cristiani. Papa Francesco ci vuole tutti in prima linea testimoni semplici e veri, gioiosi e attraenti, nell annuncio gioioso del vangelo. Un annuncio che ha nella fraternità riconosciuta, accolta, vissuta e ricercata, la sua specificità e il presupposto della credibilità. Mi ha fatto bene leggere il discorso che Papa Francesco ha fatto ai membri della curia romana, al di là del clamore mediatico che esso ha suscitato, costituisce un vero dono per la vita e la crescita di ogni comunità cristiana, di ogni realtà ecclesiale, di ogni organismo che ha in Gesù Cristo il proprio riferimento. Lo ripropongo alla meditazione di ciascuno e vi invito a meditarlo insieme nelle vostre realtà ecclesiali dove vivete ed operate. Pensando a questo nostro incontro mi è venuta in mente l immagine della Chiesa come il Corpo mistico di Gesù Cristo. È un espressione che, come ebbe a spiegare il Papa Pio XII, «scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri»[1]. Al riguardo san Paolo scrisse: «Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo» (1 Cor 12,12)[2]. In questo senso il Concilio Vaticano II ci ricorda che «nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di membri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri (cfr 1 Cor 12,1-11)»[3]. Perciò «Cristo e la Chiesa formano il Cristo totale - Christus totus -. La Chiesa è una con Cristo»[4]. E bello pensare alla Curia Romana (come ogni realtà ecclesiale) come a un piccolo modello della Chiesa, cioè come a un corpo che cerca seriamente e quotidianamente di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in sé stesso e con Cristo. In realtà, la Curia Romana è un corpo complesso, composto da tanti Dicasteri, Consigli, Uffici, Tribunali, Commissioni e da numerosi elementi che non hanno tutti il medesimo compito, ma sono coordinati per un funzionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare, nonostante le diversità culturali, linguistiche e nazionali dei suoi membri[5]. Comunque, essendo la Curia un corpo dinamico, essa non può vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia - come la Chiesa - non può vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo con Cristo[6]. Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente con quel Cibo diventerà un burocrate (un formalista, un funzionalista, un mero impiegato): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato via. La preghiera quotidiana, la partecipazione assidua ai Sacramenti, in modo 1

2 particolare all Eucaristia e alla Riconciliazione, il contatto quotidiano con la Parola di Dio e la spiritualità tradotta in carità vissuta sono l alimento vitale per ciascuno di noi. Che sia chiaro a tutti noi che senza di Lui non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5). Di conseguenza, il rapporto vivo con Dio alimenta e rafforza anche la comunione con gli altri, cioè tanto più siamo intimamente congiunti a Dio tanto più siamo uniti tra di noi, perché lo Spirito di Dio unisce e lo spirito del maligno divide. La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. Eppure essa, come ogni corpo umano, è esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all infermità. E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, malattie curiali. Sono malattie più abituali nella nostra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Credo che ci aiuterà il catalogo delle malattie sull esempio dei Padri del deserto, che facevano questi cataloghi di cui parliamo oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale. 1. La malattia del sentirsi immortale, immune o addirittura indispensabile, trascurando i necessari e abituali controlli. Una Curia che non si autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo. Un ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi di tante persone, delle quale alcuni forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili! È la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere eternamente (cfrlc 12,13-21), e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sentono superiori a tutti e non al servizio di tutti. Essa deriva spesso dalla patologia del potere, dal complesso degli Eletti, dal narcisismo che guarda appassionatamente la propria immagine e non vede l immagine di Dio impressa sul volto degli altri, specialmente dei più deboli e bisognosi. L antidoto a questa epidemia è la grazia di sentirci peccatori e di dire con tutto il cuore: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10). 2. La malattia del martalismo (che viene da Marta), dell eccessiva operosità: ossia di coloro che si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, la parte migliore : il sedersi ai piedi di Gesù (cfr Lc 10,38-42). Per questo Gesù ha chiamato i suoi discepoli a riposarsi un po (cfr Mc 6,31), perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all agitazione. Il tempo del riposo, per chi ha portato a termine la propria missione, è necessario, doveroso e va vissuto seriamente: nel trascorrere un po di tempo con i famigliari e nel rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica; occorre imparare ciò che insegna il Qoèlet: che c è un tempo per ogni cosa (cfr 3,1). 3. C è anche la malattia dell impietrimento mentale e spirituale: ossia di coloro che posseggono un cuore di pietra e la testa dura (cfr At 7,51); di coloro che, strada facendo, perdono la serenità interiore, la vivacità e l audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche e non uomini di Dio (cfr Eb 3,12). È pericoloso perdere la sensibilità umana necessaria per piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono! È la malattia di coloro che perdono i sentimenti di Gesù (cfr Fil 2,5) perché il loro cuore, con il passare del tempo, si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il Padre e il prossimo (cfr Mt 22,34-40). Essere cristiano, infatti, significa avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,5), sentimenti di umiltà e di donazione, di distacco e di generosità[9]. 2

3 4. La malattia dell eccessiva pianificazione e del funzionalismo: quando l'apostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose effettivamente progrediscano, diventando così un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene è necessario, ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo, che rimane sempre più grande, più generosa di ogni umana pianificazione (cfr Gv 3,8). Si cade in questa malattia perché «è sempre più facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate. In realtà, la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo nella misura in cui non ha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo addomesticare lo Spirito Santo! Egli è freschezza, fantasia, novità»[10]. 5. La malattia del cattivo coordinamento: quando le membra perdono la comunione tra di loro e il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalità e la sua temperanza, diventando un orchestra che produce chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra. Quando il piede dice al braccio: non ho bisogno di te, o la mano alla testa: comando io, causando così disagio e scandalo. 6. C è anche la malattia dell alzheimer spirituale : ossia la dimenticanza della propria storia di salvezza, della storia personale con il Signore, del «primo amore» (Ap 2,4). Si tratta di un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie. Lo vediamo in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore; in coloro che non hanno il senso deuteronomico della vita; in coloro che dipendono completamente dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie; in coloro che costruiscono intorno a sé muri e abitudini diventando, sempre di più, schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani. 7. La malattia della rivalità e della vanagloria[11]: quando l apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificenza diventano l obiettivo primario della vita, dimenticando le parole di san Paolo: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,3-4). È la malattia che ci porta ad essere uomini e donne falsi e a vivere un falso misticismo e un falso quietismo. Lo stesso San Paolo li definisce «nemici della Croce di Cristo» perché «si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra» (Fil 3,18.19). 8. La malattia della schizofrenia esistenziale. E la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete. Creano così un loro mondo parallelo, dove mettono da parte tutto ciò che insegnano severamente agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione è alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia (cfr Lc 15,11-32). 9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malattia ho già parlato tante volte, ma mai abbastanza. E una malattia grave, che inizia semplicemente, magari solo per fare due chiacchiere, e si impadronisce della persona facendola diventare seminatrice di zizzania (come satana), e in tanti casi omicida a 3

4 sangue freddo della fama dei propri colleghi e confratelli. È la malattia delle persone vigliacche, che non avendo il coraggio di parlare direttamente parlano dietro le spalle. San Paolo ci ammonisce: «Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri» (Fil 2,14-15). Fratelli, guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere! 10. La malattia di divinizzare i capi. E la malattia di coloro che corteggiano i Superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. Sono vittime del carrierismo e dell opportunismo, onorano le persone e non Dio (cfr Mt 23,8-12). Sono persone che vivono il servizio pensando unicamente a ciò che devono ottenere e non a quello che devono dare. Persone meschine, infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoismo (cfr Gal 5,16-25). Questa malattia potrebbe colpire anche i Superiori quando corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica, ma il risultato finale è una vera complicità. 11. La malattia dell indifferenza verso gli altri. Quando ognuno pensa solo a sé stesso e perde la sincerità e il calore dei rapporti umani. Quando il più esperto non mette la sua conoscenza al servizio dei colleghi meno esperti. Quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sé invece di condividerla positivamente con gli altri. Quando, per gelosia o per scaltrezza, si prova gioia nel vedere l altro cadere invece di rialzarlo e incoraggiarlo. 12. La malattia della faccia funerea, ossia delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri soprattutto quelli ritenuti inferiori con rigidità, durezza e arroganza. In realtà, la severità teatrale e il pessimismo sterile[12] sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia ovunque si trova. Un cuore pieno di Dio è un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che sono intorno a sé: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di humor, e persino autoironico, che ci rende persone amabili, anche nelle situazioni difficili[13]. Quanto bene ci fa una buona dose di sano umorismo! Ci farà molto bene recitare spesso la preghiera di san Thomas More[14]: io la prego tutti i giorni, mi fa bene. 13. La malattia dell accumulare: quando l apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessità, ma solo per sentirsi al sicuro. In realtà, nulla di materiale potremo portare con noi, perché il sudario non ha tasche e tutti i nostri tesori terreni anche se sono regali non potranno mai riempire quel vuoto, anzi lo renderanno sempre più esigente e più profondo. A queste persone il Signore ripete: «Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo... Sii dunque zelante e convertiti» (Ap 3,17.19). L accumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente! E penso a un aneddoto: un tempo, i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la cavalleria leggera della Chiesa. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e regali, si sentì dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: Questa sarebbe la cavalleria leggera della Chiesa?. I nostri traslochi sono un segno di questa malattia. 14. La malattia dei circoli chiusi, dove l appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al Corpo e, in alcune situazioni, a Cristo stesso. Anche questa malattia 4

5 inizia sempre da buone intenzioni ma con il passare del tempo schiavizza i membri diventando un cancro che minaccia l armonia del Corpo e causa tanto male scandali specialmente ai nostri fratelli più piccoli. L autodistruzione o il fuoco amico dei commilitoni è il pericolo più subdolo[15]. È il male che colpisce dal di dentro[16]; e, come dice Cristo, «ogni regno diviso in se stesso va in rovina» (Lc 11,17). 15. E l ultima: la malattia del profitto mondano, degli esibizionismi[17], quando l apostolo trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani o più poteri. è la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi più capaci degli altri. Anche questa malattia fa molto male al Corpo, perché porta le persone a giustificare l uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere tale scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza! E qui mi viene in mente il ricordo di un sacerdote che chiamava i giornalisti per raccontare loro e inventare delle cose private e riservate dei suoi confratelli e parrocchiani. Per lui contava solo vedersi sulle prime pagine, perché così si sentiva potente e avvincente, causando tanto male agli altri e alla Chiesa. Poverino! Fratelli, tali malattie e tali tentazioni sono naturalmente un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale, e possono colpire sia a livello individuale sia comunitario. Occorre chiarire che è solo lo Spirito Santo l anima del Corpo Mistico di Cristo, come afferma il Credo Niceno-Costantinopolitano: «Credo... nello Spirito Santo, Signore e vivificatore» a guarire ogni infermità. È lo Spirito Santo che sostiene ogni sincero sforzo di purificazione e ogni buona volontà di conversione. È Lui a farci capire che ogni membro partecipa alla santificazione del corpo e al suo indebolimento. È Lui il promotore dell armonia[18]: «Ipse harmonia est», dice san Basilio. Sant Agostino ci dice: «Finché una parte aderisce al corpo, la sua guarigione non è disperata; ciò che invece fu reciso, non può né curarsi né guarirsi»[19]. La guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura[20]. Dunque, siamo chiamati a vivere «secondo la verità nella carità, [cercando] di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità» (Ef 4,15-16). 5

6 GENNAIO 2015 MESE DELLA PACE, DELLA FRATERNITA, DELLA SOLIDARIETA, DELL UNITA La Chiesa, nel mese di gennaio, ogni anno, ci ripresenta un calendario denso di proposte educative e celebrative che sottolineano la dimensione della pace, della fraternità, della solidarietà, dell unità, delle relazioni da instaurare, da correggere e da intensificare. Queste proposte formative ci aiutano a crescere: - ad intra : l unità, la fraternità, la solidarietà, infatti, vanno vissute in famiglia, in parrocchia, sul lavoro, nelle case religiose, nei gruppi ecclesiali. Nel discorso che Papa Francesco ha fatto alla Curia in occasione delle feste ha messo in guardia delle possibili malattie che possono attivare nei vari corpi sociali nei quali viviamo e svolgiamo la nostra missione, processi di morte e di necrosi. Il ricentrare tutto si Cristo nostra Pace, è il vero antidoto a quelle malattie e la strada giusta per una crescita personale e d insieme. -ad extra perchè solo una vita buona, una vita sana, fatta di relazioni positive e di stili di vita semplici e costruttivi, diventa attraente ed evangelizzante. Il messaggio per la giornata della pace del Papa: non più schiavi, ma fratelli è il filo rosso di biblica memoria di tutto il cammino che ogni comunità deve contestualizzare, affinché un numero sempre più consistente di persone possa fare un cammino, anche se piccolo, di maturazione, di gesti concreti e di preghiera. La Diocesi offre solo qualche momento e strumento per sottolineare l importanza dell insieme delle proposte, il più significativo è l incontro con S.E. Mons. Bregantini, l invito è già in diffusione. - 1 gennaio - 48^ Giornata Mondiale della Pace: A ogni Parrocchia verrà fatto recapitare un certo numero di dépliant con i brani più significativi 6

7 del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, perché venga proposto alla lettura personale o di gruppo. La conoscenza diretta delle parole del Papa è lo scopo che la Diocesi si prefigge per la crescita in questa dimensione di fede e di vita così essenziali. 2-5 gennaio : Una delegazione della Diocesi, accompagnata dal Vescovo, partecipa all Incontro di Pastorale Familiare promossa dalla Fondazione Mistero Grande. - 6 gennaio Giornata dell Infanzia Missionaria: La Chiesa è per, in uscita direbbe Papa Francesco. In questa circostanza è per i più piccoli delle giovani Chiese. La colletta, da inviare alla Curia, è un gesto educativo alla solidarietà e per l evangelizzazione che non va sottovalutato. - 9 gennaio, ore 19,00:, presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 48^ Giornata Mondiale della Pace tenuta da S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano e Presidente della Commissione Episcopale della Conferenza Episcopale Italiana per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace. Cinema S. Antonio, Termoli gennaio Giornata per l approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei. In Diocesi non abbiamo ebrei, ma la relazione con loro è una questione teologica più che sociologica gennaio Ottavario di preghiera per l unità dei Cristiani. La divisione tra i cristiani è la vera piaga che gradualmente e con differenze bisogna sanare. In tante parti del mondo dove non c è pace, la divisione dei cristiani rende tutto più difficile. La cultura dell unità deve crescere, soprattutto con la preghiera in noi cattolici che forse più degli altri battezzati possiamo concorrere all unità dei cristiani gennaio 101^ Giornata del Migrante e del Rifugiato. La Chiesa da 101 anni propone questo gesto formativo su un aspetto drammatico della vita dei popoli che è in aumento. All origine di questi esodi c è l ingiustizia, forme di schiavitù e l annullamento dei diritti della persona umana. La colletta, da consegnare in Curia, è un gesto concreto per concorrere in qualche modo, a rendere meno amara questa situazione gennaio Giornata contro la lebbra. In diverse parrocchie questa giornata è proposta. E opportuno sottolineare la gravità di nuove malattie che colpiscono i più poveri, che soccombono anche perché non si possono curare. - 1 febbraio Giornata a conclusione del mese della Pace dell Azione Cattolica 7

8 12 gennaio, lunedì: IRC formazione. Termoli, auditorium Giovanni Paolo II; 13 gennaio MARTEDI DI FORMAZIONE DIOCESANA: 1. Incontro del presbiterio diocesano, Casa di Formazione Giovanni XXIII, ore 09,30; 2. incontro sul Vangelo di Marco. Termoli, Crocifisso, ore 18, gennaio c/o Parrocchia Gesù Crocifisso gennaio: CORSO PER CATECHISTI: 2 Livello. Larino, Centro di Formazione Giovanni XXIII - 19 gennaio INCONTRO CENTRO PASTORALE EVANGELIZZAZIONE E FORMAZIONE Termoli, Cittadella della Carità, ore 18, gennaio: Casa di Formazione Giovanni XXIII SEMINARIO: ECCO LO SPOSO 25 gennaio: ASSEMBLEA DIOCESANA ORE AUDITORIUM S. GIOVANNI PAOLO II - TERMOLI - 26 gennaio SAN TIMOTEO Solenne apertura del 70 anniversario del ritrovamento del Corpo del Santo 8

9 UNA PROPOSTA-PROGETTO PER UN ALLEANZA EDUCATIVA Dall avvio della nuova Curia diocesana, dalla costituzione del Centro di Aiuto alla Famiglia all interno dell Ambito Persona Fisica e Salute, ci si è interrogati su cosa e come questo C.d.A.F. dovesse muoversi e operare nel campo del disagio familiare all interno della diocesi. Il lavoro è iniziato con la collaborazione fra C.d.A.F. e CARITAS in un rapporto di collaborazione sui disagi familiari presso il Centro di Ascolto, dove le operatrici caritas già effettuavano un lavoro egregio. Con l aiuto del vescovo e dopo una feconda riflessione in commissione si è individuata l alleanza con la scuola come linea da seguire e su cui puntare il nostro lavoro. Come responsabili del C.d.A.F. (Vito Chimienti e Anna Bernardi) abbiamo partecipato alla 47 Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, il cui tema era La famiglia, speranza e futuro per la società italiana tenutosi a Torino dal 12 al 15 settembre 2013 (prendendo parte attiva al gruppo: Alleanze educative, in particolare con la scuola) Da questo convegno sono venuti fuori tanti input di lavoro sulle famiglia e i suoi disagi, sul rapporto della famiglia con la chiesa e il mondo. Al convegno abbiamo portato il nostro contributo presentando la bozza del progetto in via di definizione. Le indicazioni su altre esperienze in atto, su proposte e spunti di riflessione su ipotesi di alleanze, ci hanno permesso di chiarire alcune idee e di portare a casa una chiara ipotesi di lavoro. Queste provocazioni legate alle alleanze educative hanno avuto il culmine con l incontro della scuola con il Papa il 10 maggio 2014 a Roma, in cui si è avvertito il grande amore del Papa per la scuola, che ci ha detto che posso amare la scuola se qualcuno m insegna ad amarla, se la amo poi, sono anche capace di aprirmi al reale, essere, cioè, in grado di comprendere la realtà a 360 gradi, una vera e unica possibilità per divenire veramente persone libere. Un altro buon motivo per amare la scuola è che essa è un luogo d'incontro perché, come dice un proverbio africano "per educare un figlio ci vuole un villaggio". Da questo ha avuto origine il progetto: A SCUOLA PER EDUCARSI E EDUCARE EMERGENZA EDUCATIVA E GENITORIALITA anno scol in collaborazione fra Diocesi di Termoli-Larino e Istituzione Scolastica Territoriale. Il progetto è stato seguito nel suo iter dal dott. Ezio Aceti, psicologo dell età evolutiva, contattato e incontrato in un convegno organizzato dalla diocesi in dicembre del Un convegno sull EMERGENZA EDUCATIVA molto partecipato, in cui il dott. Aceti ha acceso gli animi dell assemblea sconvolgendo con le sue teorie le nostre certezze educative mostrando entusiasmo per questa iniziativa e per il progetto. Insieme si è costruito un itinerario che, coinvolgendo alcune scuole del territorio, un gruppo di psicologhe d ispirazione cristiana e di docenti di religione ha realizzato la prima fase del progetto, quello di INCONTRI SULL EDUCAZIONE E LE RELAZIONI BUONE PER ALUNNI E GENITORI DELLE SCUOLE DELL INFANZIA, PRIMARIE E SUPERIORI DI 9

10 PRIMO GRADO. Si è scelto questo target perché più a rischio nella scuola di oggi e più problematico nel rapporto genitori-figli. Lo scopo principale del progetto è stato quello di dialogare con alunni e genitori sulle problematiche dell età evolutiva e sull emergenza educativa su cui tutta la società (e anche la Chiesa italiana) si sta interrogando in questo momento storico. I protagonisti e i primi destinatari del progetto sono gli alunni e i genitori di varie fasce di età e condizione sociale che vivono queste problematiche, ma è aperto a tutti coloro (anche docenti) che vogliono approfondire le problematiche dell età evolutive, dell educazione e dei rapporti familiari generazionali che la società moderna vive. Soggetti interessati: Scuola dell infanzia per i genitori sull educazione di base e sull educazione al vivere relazioni buone fra loro e con i figli; Scuole primarie (elementari) solo per alunni di 10 anni, età critica preadolescenziale e genitori sulle problematiche relazionali e sull educazione; Scuole secondarie di primo grado (medie) solo alunni e genitori delle terze (13 anni) sulle problematiche affettive dell età adolescenziale e sui rapporti genitori-figli; Modalità di realizzazione: Gli incontri previsti dal progetto sono concordati con i responsabili del C.d.A.F. e i docenti di religione e si sviluppano secondo i seguenti criteri: Due incontri annuali con i genitori delle scuole dell infanzia. Questi incontri avranno lo scopo di informare e formare i genitori sulle problematiche relazionali di coppia, sull età evolutiva dei loro figli e sul modo di seguirli e accompagnarli nella crescita umana e sociale. Due incontri annuali (in orario mattutino) per i ragazzi di 10 anni delle scuole primarie sull età evolutiva, riguardo: le problematiche relazionali e sui cambiamenti nei rapporti con i genitori, fra loro (maschi e femmine); il loro rapporto con la famiglia, l istituzione scolastica e la società. Se richiesto, verrà istituito uno sportello formativo per ascoltare i ragazzi, con la presenza di un esperto nelle relazioni e nei comportamenti adolescenziali. Due incontri per i genitori in serata riguardo: le problematiche relazionali con i figli nell età adolescenziale; i loro cambiamenti nei rapporti con la scuola e la società. Due incontri annuali (in orario mattutino) per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, in modo particolare per i ragazzi di terza media riguardo: All età evolutiva, ai cambiamenti fisici e psicologici; ai rapporti interpersonali e fra maschi e femmine, alle relazioni con i genitori, scuola e società. Due incontri con i genitori in orari concordati sull età evolutiva e sulle relazioni genitorifigli. Nel primo anno scol hanno aderito al progetto sei scuole fra Infanzia, Primarie e Medie. Gli incontri con gli alunni sono andati molto bene, un po alternanti quelli con i genitori, ma l interesse c è stato, buona e interattiva partecipazione, ottimo il lavoro delle psicologhe che hanno svolto il loro servizio con grande professionalità. Importante la collaborazione dei docenti di religione che hanno fatto da collante fra la C.d.A.F. e le istituzioni scolastiche. 10

11 Nel mese di aprile del 2014 il dott. Ezio Aceti ha incontrato, oltre ai docenti di religione per un aggiornamento sull educazione, anche i ragazzi di due scuole superiori del nostro territorio: il liceo artistico e l istituto per geometri. Il tema dell incontro è stato "La conquista della Libertà", tema importante e quanto mai contraddittorio nella società contemporanea, dove soprattutto i giovani sono abituati a pensare che essa sia in buona sostanza un'esperienza possibile in assenza di condizionamento. Cogliere il nesso tra la scoperta della propria libertà e l'essere padroni del proprio corpo, dei propri istinti e delle proprie emozioni, è per questi giovani realmente una svolta, poter sorridere degli atteggiamenti e delle scelte che sembrano renderli liberi e che al contrario li ingabbiano rendendoli schiavi di una presunta libertà, è significato per loro esorcizzare scelte e comportamenti ed assumere la consapevolezza che nonostante ogni disillusione c'è ancora qualche adulto disposto a dialogare ed a comprendere il loro mondo, usando un linguaggio a loro congeniale. Altri importanti temi come "L'amore" e il "perdono" hanno generato in loro la coscienza che ogni conquista dell'umano, è possibile solo dentro un'educazione ed una pazienza ed ultimamente una passione al proprio destino, raggiungibili attraverso questo grande dono della libertà vissuta dentro un compito. Terminato il lavoro scolastico si è pensato di svolgere un percorso formativo per docenti di religione, per ampliare le conoscenze sull educazione e in modo particolare sulle EMOZIONI e le REGOLE che i ragazzi vivono e sperimentano nell età evolutiva. Per questo si è svolto un CORSO DI FORMAZIONE Luglio 2014 c/o Casa di Formazione Giovanni XXIII - LARINO. Con la presenza del dott. Ezio Aceti è stato messo a punto il progettoscuole per l anno L intervento del dott. Aceti è stato preceduto da due lezioniriflessioni sulle emozioni e sulle regole tenute magistralmente dalle psicologhe del gruppo di lavoro: quelle sulle emozioni dalle dott.sse Pellegrino Elvira e Pollio Antonella e quelle sulle regole dalle dott.sse Di Zillo Carmela e La Serra Carmen, che hanno parlato sull evoluzione cognitiva ed emozionale dei nostri ragazzi e sulle regole base del vivere e del crescere in modo equilibrato all interno e nel contesto familiare. L ultimo giorno si son tirate le conclusioni, con proposte che allargano gli orizzonti d intervento a più scuole e alle scuole superiori. Così la commissione del C.d.A.F. ha elaborato il progetto per l anno scol , con il titolo: A SCUOLA PER EDUCARSI E EDUCARE -2, -EMOZIONI E REGOLE-. È stato inviato a tutte le scuole del nostro territorio il progetto perché potesse essere inserito nel P.O.F. e autorizzato dai dirigenti scolastici e dal collegio dei docenti. Obiettivo principale è stato quello di avvicinare e dialogare con il mondo della scuola mettendo in evidenza le nuove tematiche con incontri mirati, guidati da esperti nelle relazioni fra ragazzi, ragazzi e genitori e solo genitori, selezionando delle fasce d interesse specifiche. Scuola dell infanzia per i genitori sull educazione di base e sull educazione al vivere relazioni buone fra loro e con i figli, specie sulle regole; Scuole primarie (elementari) solo per alunni di 10 anni, età critica preadolescenziale e i genitori (tutti) sulle problematiche relazionali e sull educazione: regole e emozioni; Scuole secondarie di primo grado (medie) solo alunni delle terze (13 anni) e tutti i genitori sulle problematiche affettive dell età adolescenziale e sui rapporti genitori-figli: regole e emozioni. Scuole secondarie di secondo grado con incontri mirati per i ragazzi delle ultime classi sempre su emozioni e regole. In questi settori si disporranno dei pacchetti d intervento preparati e curati da esperti in questo ambito e con l aiuto dei docenti di religione si cercherà di coinvolgere quanto più possibile ragazzi e i genitori. 11

12 I protagonisti e i primi destinatari del progetto sono gli alunni di varie fasce di età e tutti i genitori interessati che vivono queste problematiche, ma è aperto a tutti coloro (anche docenti) che vogliono approfondire le problematiche dell età evolutive, specie sulle regole e emozioni e dei rapporti familiari generazionali che la società moderna vive. Ai docenti di religione verrà chiesto ancora di coordinare e coadiuvare il lavoro degli esperti e organizzare in modo organico gli incontri a scuola durante l orario scolastico e anche con incontri specifici con i genitori in tempi extrascolastici da concordare con i genitori stessi, i dirigenti scolastici e i responsabili del C.d.A.F. (o esperti nei vari ambiti educativi). Si chiede all istituzione scolastica di mettere a disposizione delle ore mattutine (secondo la disponibilità dei docenti coinvolti) per l incontro con gli alunni e degli spazi specifici nel pomeriggio o in serata per l incontro con i genitori. Gli incontri previsti dal progetto saranno concordati con i responsabili del C.d.A.F. e i docenti di religione e si svilupperanno secondo i seguenti criteri: Uno o due incontri annuali con i genitori delle scuole dell infanzia. Questi incontri avranno lo scopo di informare e formare i giovani genitori sulle problematiche relazionali di coppia, sull età evolutiva dei loro figli, specialmente sulle regole da seguire per accompagnarli nella crescita psicologica, umana e sociale. Uno o due incontri annuali (in orario mattutino) per i ragazzi di 10 anni delle scuole primarie sull età evolutiva, riguardo: le emozioni che condizionano i comportamenti personali e sociali e le problematiche relazionali; il loro rapporto con la famiglia, l istituzione scolastica e la società. Se richiesto, verrà istituito uno sportello formativo per ascoltare i ragazzi, con la presenza di un esperto nelle relazioni e nei comportamenti adolescenziali. Uno o due incontri per i genitori in serata riguardo le problematiche relative alle emozioni nell età evolutiva adolescenziale; le regole del vivere relazioni umane e sociali. Uno o due incontri annuali (in orario mattutino) per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, in modo particolare per i ragazzi di terza media riguardo: All età evolutiva, ai cambiamenti fisici e psicologici; Al vivere le proprie emozioni per migliorare i rapporti interpersonali e fra maschi e femmine, alle relazioni con i genitori, scuola e società. Se richiesto, verrà istituito uno sportello formativo per ascoltare i ragazzi, con la presenza di un esperto nelle relazioni e nei comportamenti adolescenziali. Uno o più incontri con i genitori in orari concordati sull età evolutiva e sulle regole per vivere relazioni buone genitori-figli. Il progetto è stato lanciato con il convegno del 12 dicembre presso il cinema S. Antonio di Termoli in collaborazione con l Ufficio scuola della diocesi di TERMOLI-LARINO con il titolo: A SCUOLA PER EDUCARSI E EDUCARE 2 ; RIFLESSIONI SULLE EMOZIONI E LE REGOLE NELL ETA EVOLUTIVA, con la partecipazione del dott. Ezio Aceti. Il convegno ha avuto una buona partecipazione di pubblico composto in parte da dirigenti scolastici e da docenti, ma anche di persone impegnate nel campo dell educazione: psicologi, educatori, catechisti. Con la sua proverbiale caratteristica incisiva e provocatoria il relatore, attraverso slide, ha coinvolto l assemblea che per circa un ora e mezza ha ascoltato con interesse. La domanda da cui si è partiti è sempre la stessa: COSA E EDUCARE OGGI? Guardandoci intorno c è una notte culturale, un disagio educativo evidente: famiglia, scuola e chiesa, le agenzie educative più incisive nella società stentano a trovare soluzioni nuove, linguaggi nuovi e a volte abbandonano a livello educativo bambini e giovani. 12

13 L incontro si è concluso con un breve dialogo con i presenti e poi con il gruppo di lavoro del C.d.A.F., con le psicologhe impegnate nel progetto e con un gruppo di dirigenti scolastici, molto sensibili e interessati su nuove prospettive di sviluppo del progetto Educarsi e educare a scuola, col proposito di effettuare nel mese di settembre 2015 una giornata di aggiornamento per tutti i docenti sulle problematiche educative degli alunni. Quest ultima iniziativa sarà curata in particolar modo dalla Commissione per la pastorale scolastica, costituita nell ambito dell area dell Evangelizzazione della Curia Diocesana, che ha partecipato al convegno e vede coinvolti docenti e dirigenti della nostra Diocesi. Il dott. Aceti ha anche incontrato gli alunni di alcune scuole superiori di Termoli (Liceo scientifico e Classico, Istituto Alberghiero), a Guglionesi e Montenero, in cui ha coinvolto gli alunni sulle problematiche educative, sulle emozioni, le regole e la libertà. La risposta quest anno da parte delle scuole e dei dirigenti scolastici si è raddoppiata. Sono 11 le scuole coinvolte con 5 scuole superiori. Bisogna riconoscere che il positivo clima di collaborazione tra la Diocesi e gli Istituti Scolastici nasce dalle buone relazioni che in particolare il nostro vescovo vive con i Dirigenti, anche grazie all incontro prenatalizio in Episcopio, ormai diventato un appuntamento fisso, che vede la presenza dei nostri Dirigenti Scolastici e i responsabili dell ufficio Scuola della Curia e a tante altre occasioni nel corso dell anno scolastico. Siamo fermamente convinti che solo nell ascolto, nel dialogo e nel reciproco sostegno possiamo insieme costruire un futuro migliore per i nostri ragazzi. 13

14 Gemme Continuiamo la presentazione degli Istituti Femminili di Vita Consacrata, presenti nella Nostra Chiesa Diocesana. LE PICCOLE SORELLE DI GESÙ sono state sognate da Charles de Foucauld ma la loro avventura è cominciata nel 1939 Charles de Foucauld è nato in Francia nel Orfano di padre e madre, a solo sei anni, è un bambino ferito. Durante una adolescenza difficile perde la fede e si getta a capofitto in una disordinata vita di piaceri. Ufficiale a 22 anni è inviato in Algeria. Tre anni più tardi lascia l esercito e intraprende una rischiosa esplorazione del Marocco. La testimonianza della fede musulmana suscita in lui una domanda: Esiste Dio? Al sua ritorno in Francia si pone in ricerca e incontra provvidenzialmente un sacerdote che sarà per lui un padre e un amico. A 28 anni si converte. Da quel momento vuole dare tutta la vita a Dio. Un pellegrinaggio in Terra Santa gli rivela il volto di Gesù di Nazaret che lo seduce Dopo 7 anni in una Trappa e 4 anni a Nazaret scopre progressivamente la sua via: amare appassionatamente Gesù e farsi come Lui, prossimo di coloro che sono lontani, di coloro che sono più abbandonati. Ordinato sacerdote parte verso il Sahara. Desidera semplicemente diventare l amico e il fratello dei Tuareg, nomadi del deserto. Impara la loro lingua e penetra la loro cultura. Non si pone lo scopo di convertire ma di amare e di gridare il Vangelo attraverso la sua vita. Il 1 dicembre muore, solo, assassinato, La sua eredità spirituale è stata raccolta da Piccola Sorella Magdeleine di Gesù e la nostra storia comincia con lei l otto settembre Quando aveva 23 anni Magdeleine aveva scoperto con emozione la vita e gli scritti di Charles de Foucauld. E entusiasta perché vi trova il vangelo vissuto, la povertà e soprattutto l amore in tutta la sua totalità. E certa che il Signore la chiama a diventare una delle piccole sorelle tanto desiderate da 14

15 fr.charles de Gesù anche se umanamente la strada sembra chiusa soprattutto a causa della sua salute. Il medico scopre un artrite deformante grave che le fa sospendere ogni attività, a meno che vada a vivere in un paese dove non cada neppure una goccia d acqua. A quella notizia, esclama piena di gioia: Il Sahara! Sono vent anni che sogno di andarci!. E così che nascono le Piccole Sorelle di Gesù che saranno contemplative e nomadi tra i musulmani, nella condivisione della dura vita dei nomadi del Sahara. Qualche anno dopo la Fraternità si estende al mondo intero e Magdeleine di Gesù diventa nomade di Dio sulle strade del mondo per essere con le sue sorelle presenza silenziosa e amorosa, là dove la miseria e l emarginazione sono più evidenti: periferie delle città, nomadi, carcerati, popolazioni ignorate ed abbandonate. Nel 1945 scriveva nel suo Testamento indirizzato alle piccole sorelle: Testimone di Gesù, vivrai mischiata alla massa umana come il lievito nella pasta. Hai un unico modello: Gesù. Non cercarne un altro. Come Gesù nella sua vita umana, fatti tutta a tutti: araba con gli arabi, nomade in mezzo ai nomadi, operaia in mezzo agli operai ma prima di tutto umana in mezzo agli umani, con una vita totalmente donata, come quella di Gesù, al servizio di tutti, con una vita talmente mischiata a tutti fino ad essere una cosa sola con tutti, volendo essere tra loro come il lievito che si perde nella pasta per farla lievitare. Oso dirti ancora, prima di essere religiosa, sii umana e cristiana con tutta la forza e la bellezza di questa parola. E se te lo dico con tanta forza è soprattutto perché ho sotto gli occhi il MODELLO UNICO GESU, Dio fatto uomo che in mezzo a tutti gli uomini è stato semplicemente uno di loro, vivendo la sua vita umana, trovando la sua gioia nel vivere in mezzo a loro. [ ]. La tua regola ti chiederà di subordinare sempre le prescrizioni della vita religiosa a quelle del Vangelo e dovrai sempre mettere la carità al di sopra di tutte le regole per farne la regola suprema. Con una fede capace di spostare le montagne credi che con Lui potrai superare gli ostacoli più insormontabili e allora le parole d impossibilità, di inquietudine, di pericolo non avranno più senso per te. [ ]Non ti sarà chiesto di distruggere il tuo modo di giudicare, di soffocare la tua personalità, di dissimulare i tuoi talenti.[ ] Coltiva il tuo giudizio, sottomettilo in modo intelligente all obbedienza, sviluppa al massimo la tua personalità per metterla al servizio di Cristo. [ ] Perché tu possa essere mischiata alla massa umana e perché tu possa trasformarla, dovrai riempirti di Cristo fino a traboccarne Lui, irradiando attraverso di te sarà il fermento divino.[ ] Per formarti a questa vita di contemplazione, avrai la tua vita di preghiera tutta centrata su Gesù presente e vivente nell Eucaristia e nel Vangelo che sarà il tuo tesoro. Ne impregnerai la tua vita per poter diventare in seguito una predicazione viva del Vangelo, un Vangelo in atto[ ] 15

16 FRATERNITA IN ITALIA TORINO MILANO ASSISI CHIUSI ROMA ROMA Laurentino 38 e OSTIA NAPOLI TERMOLI COSENZA La Fraternità di Termoli è l ultima nata. Cercavamo un luogo che potesse dare la possibilità a delle sorelle più avanti nell età di vivere fin in fondo la nostra vocazione di contemplative nel mondo. Nel maggio 2008 arriviamo a Termoli accolte con bontà dal nostro vescovo Gianfranco De Luca. Dopo un periodo di ricerca troviamo un appartamento nel quartiere di San Pietro, nel condominio La Proletaria (case Fiat). L accoglienza del quartiere è molto calorosa e tante persone ci aiutano a arredare la casa tirando fuori dalle loro cantine tutto ciò che può servire. Un po di curiosità c è! Come saranno queste suore diverse da quelle che conosciamo? Ormai sono passati più di 6 anni e l amicizia si è approfondita e ci permette di vivere a pieno l ordinarietà dei giorni, con lo spessore di una vita di preghiera condivisa dai nostri vicini che spontaneamente passano a salutare il Signore nella nostra cappellina prima di sedersi per confidarsi o semplicemente per raccontare il loro quotidiano. Ogni settimana un gruppo di più o meno 18 persone scruta la Parola di Dio insieme a noi. Dopo tre anni con il vangelo di Luca, leggiamo insieme la Genesi. Anche se non partecipiamo alle attività parrocchiali, siamo presenti in un altro modo, con un attenzione speciale alle persone sole o malate e un accompagnamento discreto a chi si avvicina all incontro con il Signore. Una di noi va tre volte alla settimana alla casa di riposo Opera Serena, presenza di ascolto, di attenzione alla solitudine che vivono tanti anziani. La nostra Fraternità di Termoli è nata il giorno della festa della Visitazione, che dice bene ciò che desideriamo vivere al seguito di Gesù di Nazaret malgrado le nostre povertà e le nostre lacune. Attraverso le visite fatte e ricevute, e spogliandoci dell illusione di avere sempre qualcosa da portare, perché sia Gesù a far trasalire di gioia chi ci incontra e ci regala la sua amicizia. Le piccole sorelle Anna, Jeanne, Maria Huong 16

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