Lezione n. 8 del 27 marzo 2012

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1 Alessandro Mandolini Dipartimento di Ingegneria Civile Corso di OPERE DI SOSTEGNO A.A Muro a mensola Muro a gravità Terre rinforzate Paratia Gabbionate Crib wall Lezione n. 8 del 27 marzo 2012

2 Paratie di sostegno Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa.

3 Paratie di sostegno Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa. A differenza dei muri, sono costituite da un tratto immerso nel terreno, più o meno lungo, grazie al quale trovano una possibile configurazione di equilibrio in conseguenza della resistenza offerta dal terreno di valle.

4 Paratie di sostegno S H Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa. A differenza dei muri, sono costituite da un tratto immerso nel terreno, più o meno lungo, grazie al quale trovano una possibile configurazione di equilibrio in conseguenza della resistenza offerta dal terreno di valle. Attese le geometrie tipiche per le quali si ricorre a questo tipo di opere di sostegno (altezza di ritenuta H elevate in rapporto agli spessori S) e ai materiali con i quali vengono realizzate (acciaio, c.a.), le paratie di sostegno sono tipicamente flessibili.

5 Paratie di sostegno S H Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa. A differenza dei muri, sono costituite da un tratto immerso nel terreno, più o meno lungo, grazie al quale trovano una possibile configurazione di equilibrio in conseguenza della resistenza offerta dal terreno di valle. Attese le geometrie tipiche per le quali si ricorre a questo tipo di opere di sostegno (altezza di ritenuta H elevate in rapporto agli spessori S) e ai materiali con i quali vengono realizzate (acciaio, c.a.), le paratie di sostegno sono tipicamente flessibili. Per altezze H < 5 m, sono tipicamente libere (dette anche a sbalzo ).

6 Paratie di sostegno S H Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa. A differenza dei muri, sono costituite da un tratto immerso nel terreno, più o meno lungo, grazie al quale trovano una possibile configurazione di equilibrio in conseguenza della resistenza offerta dal terreno di valle. Attese le geometrie tipiche per le quali si ricorre a questo tipo di opere di sostegno (altezza di ritenuta H elevate in rapporto agli spessori S) e ai materiali con i quali vengono realizzate (acciaio, c.a.), le paratie di sostegno sono tipicamente flessibili. Per altezze H < 5 m, sono tipicamente libere (dette anche a sbalzo ). Per altezza 5 m < H < 10 m, al fine di limitare spostamenti e sollecitazioni, vengono vincolate in prossimità della testa.

7 Paratie di sostegno S H Come i muri, hanno la funzione di resistere alle azioni derivanti dal terreno (ed eventualmente, dall acqua) posto a tergo della stessa. A differenza dei muri, sono costituite da un tratto immerso nel terreno, più o meno lungo, grazie al quale trovano una possibile configurazione di equilibrio in conseguenza della resistenza offerta dal terreno di valle. Attese le geometrie tipiche per le quali si ricorre a questo tipo di opere di sostegno (altezza di ritenuta H elevate in rapporto agli spessori S) e ai materiali con i quali vengono realizzate (acciaio, c.a.), le paratie di sostegno sono tipicamente flessibili. Per altezze H < 5 m, sono tipicamente libere (dette anche a sbalzo ). Per altezza 5 m < H < 10 m, al fine di limitare spostamenti e sollecitazioni, vengono vincolate in prossimità della testa. Per altezze H > 10 m, per le stesse finalità si dispongono vincoli su più livelli.

8 Paratie di sostegno: tipi di vincoli Tirante con piastra di ancoraggio Tirante con fondazione a bulbo Tirante con fondazione su pali a cavalletto

9 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate

10 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Le tecnologie di esecuzione sono quelle tradizionali dei pali trivellati (ad asportazione di terreno). Problemi specifici: verticalità terreno stabile nell intercapedine palo-palo assenza di acqua (a meno di specifici interventi di pre-trattamento

11 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Consentono di superare il problema della tenuta idraulica in quanto non viene lasciato spazio libero tra palo e palo.

12 PALI SECANTI Sequenza esecutiva tipica per la realizzazione di una paratia a pali secanti

13 PALI SECANTI Coronella di pali secanti per il pre-scavo, sotto falda, preventivo alla realizzazione di un pozzo di ventilazione della metropolitana di Napoli

14 PALI SECANTI Coronella di pali secanti tagliata a filo diamantato alla profondità di 10 m, in un pozzo di ventilazione della metropolitana di Napoli

15 PALI SECANTI CON CFA RIVESTITO L evoluzione tecnologica e, in particolare, il continuo incremento delle potenze delle attrezzature hanno permesso di rendere disponibile per l applicazione dei pali secanti la metodologia del palo ad elica continua CFA rivestito. L attrezzatura è dotata di doppia testa o moltiplicatore di coppia, con l avanzamento simultaneo, in controrotazione di due batterie distinte.

16 PALI SECANTI CON CFA RIVESTITO Rivestimento esterno ed elica continua interna (arretrata rispetto alla corona del rivestimento). Il rivestimento rappresenta il primo elemento tagliante. L elica svolge la funzione di ulteriore disgregazione e di coclea per l evacuazione dei detriti.

17 PALI SECANTI CON CFA RIVESTITO Rivestimento ed elica sono installati sull attrezzatura, fin dall inizio della perforazione, con lunghezza sufficiente per realizzare tutto il palo in manovra unica fino alla profondità di progetto, senza necessità di ulteriori manovre per aggiungere o togliere elementi delle batterie di aste.

18 PALI SECANTI CON CFA RIVESTITO Principali VANTAGGI rispetto alle tecniche tradizionali: L impiego del rivestimento continuo consente una significativa riduzione delle deviazioni dalla verticale, in virtù dell elevata rigidezza che possiede. L impiego del rivestimento consente inoltre di tagliare efficacemente il cls. dei pali primari adiacenti durante lo scavo dei secondari. Non si fa uso di fanghi bentonitici con notevole semplificazione del processo di smaltimento dei detriti. Maggiore rapidità di esecuzione.

19 PALI SECANTI CON CFA RIVESTITO LIMITI della metodologia costruttiva: Per quanto riguarda i terreni, praticamente valgono le stesse limitazioni dei normali pali trivellati. Diametri e profondità sono imposti dalla capacità delle attrezzature impiegate. Oggi si possono considerare come standard applicazioni con pali di diametro fino a circa 900 mm e profondità fino a 17 m. La continua evoluzione tecnologica sulle attrezzature ha già consentito l esecuzione di pali secanti con la metodologia CFA rivestito fino al diametro di 1200 mm o profondità fino a m.

20 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Le prime applicazioni della tecnologia dei diaframmi continui risalgono alla prima metà degli anni 50.

21 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Le prime applicazioni della tecnologia dei diaframmi continui risalgono alla prima metà degli anni 50. In seguito tale tecnologia ha conosciuto uno sviluppo straordinario, in Europa prima e in tutto il mondo poi.

22 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Le prime applicazioni della tecnologia dei diaframmi continui risalgono alla prima metà degli anni 50. In seguito tale tecnologia ha conosciuto uno sviluppo straordinario, in Europa prima e in tutto il mondo poi. È diventato uno tra i metodi più applicati nel campo dell Ingegneria Civile per realizzare opere di sostegno di un certo impegno.

23 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate Le prime applicazioni della tecnologia dei diaframmi continui risalgono alla prima metà degli anni 50. In seguito tale tecnologia ha conosciuto uno sviluppo straordinario, in Europa prima e in tutto il mondo poi. È diventato uno tra i metodi più applicati nel campo dell Ingegneria Civile per realizzare opere di sostegno di un certo impegno. Classificazione diaframmi dal punto di vista delle modalità di scavo: - scavo con fango a riposo - scavo con fango in movimento

24 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi con benna mordente con idrofresa b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate benna mordente su fune idrofresa

25 DIAFRAMMI CON BENNA MORDENTE Scavo con fango a riposo = impiego della benna mordente: la benna ha il compito di disgregare il terreno e di evacuarlo meccanicamente; opera in modo intermittente; ad ogni discesa rimuove un determinato volume di terreno, sostituendolo con un pari volume di fango bentonitico; il fango bentonitico ha la funzione di sostegno delle pareti di scavo. benna mordente su fune

26 DIAFRAMMI CON BENNA MORDENTE Lo scavo con benna è applicabile ai terreni sciolti, dove non sia richiesta la frantumazione con continuità di elementi litoidi. benna mordente su kelly

27 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Scavo con fango in movimento = impiego dell idrofresa: l idrofresa ha il compito di disgregare il terreno ed evacuarlo per via idraulica (circol. inversa); opera in modo continuo; con una sola discesa realizza un intero pannello di sezione in pianta uguale a quella dell idrofresa; il fango bentonitico ha la funzione, oltre che di sostegno delle pareti di scavo, di mezzo per l evacuazione dei detriti. idrofresa

28 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Lo scavo con idrofresa è applicabile, oltre che ai terreni sciolti, anche ai materiali lapidei, consentendo di penetrare all interno di livelli di rocce e conglomerati, impossibili per attrezzature a benna mordente. Inoltre, consente il controllo della verticalità (misura e correzione) entro limiti inimmaginabili per attrezzature convenzionali. idrofresa

29 DIAFRAMMI CON IDROFRESA La prima applicazione (Taralle B., 1988) risale al 1976: un prototipo di idrofresa realizzò un diaframma strutturale alla Gare de Lyon a Parigi. La tecnologia iniziò però a svilupparsi con applicazioni sistematiche a partire dalla prima metà degli anni 80. La prima applicazione in Italia risale al 1987 per il 1 Lotto del Passante Ferroviario di Torino. A quei tempi l idrofresa rappresentò una vera innovazione tecnologica nel campo dei diaframmi. Ancora oggi, a più di 30 anni di distanza la tecnologia è in continua evoluzione e l impiego si è diffuso in modo straordinario.

30 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Il principio di funzionamento dell idrofresa: Attrezzatura che opera sospesa ad un escavatore cingolato.

31 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Il principio di funzionamento dell idrofresa: Sul fondo di un telaio metallico sono installati due tamburi fresanti in movimento rotativo sincrono opposto, attrezzati con denti/picchi in metallo duro.

32 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Il principio di funzionamento dell idrofresa: I detriti, in sospensione nel fluido, vengono convogliati ad un impianto di trattamento, mediante una pompa posta all interno del corpo fresante. All impianto i detriti vengono separati dal fango e smaltiti ed il fango rigenerato re-inviato al pannello in scavo.

33 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Il principio di funzionamento dell idrofresa: L impianto di trattamento fanghi è costituito da: dissabbiatore a vibrovagli, batterie di cicloni, eventuale centrifuga per la separazione di materiale argilloso.

34 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Le dimensioni tipiche delle idrofrese disponibili sul mercato sono: lunghezza in pianta = 2.40, 2.80 e 3.15 m; spessore = 0.65, 0.80, 1.00, 1.2 m. Esistono tuttavia esempi documentati di diaframmi idrofresati di spessore superiore: Schöpf M. (2010) e Brunner W. G. (2004).

35 DIAFRAMMI CON IDROFRESA I diaframmi continui sono realizzati con un procedimento a pannelli contigui eseguiti secondo una sequenza prestabilita. I pannelli possono avere dimensioni e forme svariate: pannelli singoli (sezione in pianta = a quella dell idrofresa) o multipli (sezione in pianta > di quella dell idrofresa);

36 DIAFRAMMI CON IDROFRESA I diaframmi continui sono realizzati con un procedimento a pannelli contigui eseguiti secondo una sequenza prestabilita. I pannelli possono avere dimensioni e forme svariate: pannelli singoli (sezione in pianta = a quella dell idrofresa) o multipli (sezione in pianta > di quella dell idrofresa); forma rettangolare, a L, a T, a Z o altra forma.

37 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Sequenza costruttiva tipica per la realizzazione di un pannello multiplo rettangolare

38 DIAFRAMMI CON IDROFRESA Sequenza costruttiva tipica per la realizzazione di un diaframma a giunto fresato

39 DIAFRAMMI CON IDROFRESA giunto fresato pannello primario multiplo L = 6.50 m Diaframma con idrofresa a pannelli multipli (Torino Grattacielo Intesa Sanpaolo, 2009)

40 DIAFRAMMI CON IDROFRESA deviazioni benne standard: 1 % deviazioni benne intelligenti % Guida dell idrofresa e correzione della deviazione (Bringiotti M. e Dalle Coste A., 2010) deviazioni idrofresa: 0.2% o minore (1/5 riferito a benna standard; 1/2.5 1/3 riferito a benna intelligente )

41 DIAFRAMMI CON IDROFRESA PRINCIPALI VANTAGGI DELLA TECNOLOGIA: Capacità di scavare diaframmi in materiali anche lapidei, penetrando all interno di strati prima impossibili. Capacità di misurare e visualizzare in tempo reale eventuali deviazioni dalla verticale e di correggerle, consentendo il controllo della verticalità entro limiti inimmaginabili per attrezzature convenzionali. Possibilità di raggiungere profondità non raggiungibili con metodi convenzionali. Possibilità di realizzare giunti a tenuta fino alla massima profondità. I detriti da smaltire non risultano contaminati da bentonite e sono assimilabili a quelli provenienti da uno scavo a secco.

42 DIAFRAMMI CON IDROFRESA LIMITI DELLA TECNOLOGIA: Elevato costo di installazione del cantiere, che incide in misura maggiore quando le quantità da realizzare sono modeste. Elevato costo unitario del diaframma scavato. Necessità di spazi di maggiori dimensioni rispetto alle attrezzature a benna. Tuttavia bisogna considerare che spesso è l unica soluzione praticabile, per cui non confrontabile economicamente con altre. Nei casi in cui è possibile utilizzare la benna mordente, perché lo consentono il terreno, la profondità di progetto, le tolleranze sulle deviazioni, l idrofresa non può essere competitiva, se messa a confronto esclusivamente dal punto di vista economico.

43 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi con benna mordente (con fango a riposo) con idrofresa (con fango in movimento) b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate benna mordente su fune idrofresa STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI

44 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI La presenza di un fluido (fango bentonitico, di peso dell unità di volume f > w ) all interno della trincea di altezza H ad una quota (mh) superiore a quella della falda (nh), consente un flusso dalla trincea al terreno circostante

45 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI La presenza di un fluido (fango bentonitico, di peso dell unità di volume f > w ) all interno della trincea di altezza H ad una quota (mh) superiore a quella della falda (nh), consente un flusso dalla trincea al terreno circostante con la conseguente formazione di una pellicola impermeabile su cui il fango esercita una pressione stabilizzante.

46 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI La presenza di un fluido (fango bentonitico, di peso dell unità di volume f > w ) all interno della trincea di altezza H ad una quota (mh) superiore a quella della falda (nh), consente un flusso dalla trincea al terreno circostante con la conseguente formazione di una pellicola impermeabile su cui il fango esercita una pressione stabilizzante. Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963)

47 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) N S W P N, S = azioni esercitate dal terreno esterno al cuneo (di peso W) lungo la superficie piana inclinata di = 45 + /2 P = azione stabilizzante del fango

48 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) N S W P N, S = azioni esercitate dal terreno esterno al cuneo (di peso W) lungo la superficie piana inclinata di = 45 + /2 P = azione stabilizzante del fango Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di S: S P cos W sen 0

49 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) N S W P N, S = azioni esercitate dal terreno esterno al cuneo (di peso W) lungo la superficie piana inclinata di = 45 + /2 P = azione stabilizzante del fango Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di S: S P cos W sen 0 Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di N: N P sen W cos 0

50 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) W Il coefficiente di sicurezza sarà dato dal rapporto: U S N P FS N ' tg S N U S tg U 1 2 w nh 2 sen Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di S: S P cos W sen 0 Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di N: N P sen W cos 0

51 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) W Il coefficiente di sicurezza sarà dato dal rapporto: U S N P FS N ' tg S N U S tg U 1 2 w nh 2 sen Utilizzando le 2 eq. di equilibrio per ottenere S e N e sostituendo nell espressione di FS, si ottiene: FS P sen W cos W sen P cos U tg

52 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) W Poichè: S P 1 2 f mh 2 U N P W 1 2 H 2 cot g si ottiene: FS m 2 f cot cos g cos 2 m n cos f 2 w / sen tg È evidente che FS aumenta al crescere di f.

53 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) W S U N P Nash ha fornito le seguenti soluzioni: m = 1 (trincea piena di fango) e n = 0 (assenza di falda): FS 2 f f tg m = 1 (trincea piena di fango) e n = 1 (terreno saturo fino al p.c.): FS 2 ' ' ' ' f f tg

54 mh nh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GG (c = 0) W IN OGNI CASO, FS NON DIPENDE DA H. S U N P È SEMPRE POSSIBILE (IN LINEA TEORICA) LA STABILIZZAZIONE CON FANGHI IN TERRENI INCOERENTI. Nash ha fornito le seguenti soluzioni: m = 1 (trincea piena di fango) e n = 0 (assenza di falda): FS 2 f f tg m = 1 (trincea piena di fango) e n = 1 (terreno saturo fino al p.c.): FS 2 ' ' ' ' f f tg

55 mh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GF (c = c u ; u = 0) W C P

56 mh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GF (c = c u ; u = 0) C W P La risultante (puramente coesiva) delle resistenze C lungo la superficie piana vale (ipotizzando una mobilitazione di resistenza al taglio in CND pari a c u /FS): C H sen c u FS

57 mh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GF (c = c u ; u = 0) C W P La risultante (puramente coesiva) delle resistenze C lungo la superficie piana vale (ipotizzando una mobilitazione di resistenza al taglio in CND pari a c u /FS): C H sen c u FS Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di C: C P cos W sen 0

58 mh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GF (c = c u ; u = 0) C W P La risultante (puramente coesiva) delle resistenze C lungo la superficie piana vale (ipotizzando una mobilitazione di resistenza al taglio in CND pari a c u /FS): C H sen c u FS Equazione di eq. alla traslazione nella direzione di C: C P cos W sen 0 H c u f sat sen FS 2 2 mh cos H cot g sen 0

59 mh H STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI Formulazione teorica fornita da Nash & James (1963): terreni GF (c = c u ; u = 0) W Poiché u = 0, = 45. Pertanto: C P FS H sat 4 c u m 2 f FS DECRESCE AL CRESCERE DI H NON SEMPRE È POSSIBILE LA STABILIZZAZIONE CON FANGHI IN TERRENI A GRANA FINA DI RIDOTTA PERMEABILITÀ.

60 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi con benna mordente (con fango a riposo) con idrofresa (con fango in movimento) b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate TERRENI GG (c = 0): STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI m = 1 (trincea piena di fango); n = 0 (assenza di falda): FS 2 f f tg m = 1 (trincea piena di fango); n = 1 (terreno saturo fino al p.c.): FS 2 ' ' ' ' f f tg TERRENI GF (c = c u ; u = 0): FS H sat 4 c u m 2 f

61 Paratie di sostegno: aspetti tecnologici a) Gettate in opera (in c.a.) - pali o micropali - pali secanti - diaframmi con benna mordente (con fango a riposo) con idrofresa (con fango in movimento) b) Prefabbricate (in acciaio) - palancolate TERRENI GG (c = 0): STABILITÀ DI TRINCEE SCAVATE IN PRESENZA DI FANGHI BENTONITICI in ogni caso FS 1,5 m = 1 (trincea piena di fango); n = 0 (assenza di falda): FS 2 f f tg m = 1 (trincea piena di fango); n = 1 (terreno saturo fino al p.c.): FS 2 ' ' ' ' f f tg TERRENI GF (c = c u ; u = 0): FS H sat 4 c u m 2 f

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