Le proprietà chimico-fisiche e la stabilità allo stoccaggio dei prodotti: un approccio armonizzato per la valutazione dei biocidi

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1 Le proprietà chimico-fisiche e la stabilità allo stoccaggio dei prodotti: un approccio armonizzato per la valutazione dei biocidi Roma,19 dicembre 2013 Centro Nazionale Sostanze Chimiche Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena, Roma

2 INTRODUZIONE Biocides Technical Meeting I 2013 (sessione parallela alla seconda giornata): workshop sulle proprietà chimico-fisiche dei prodotti biocidi. Particolare enfasi alla stabilità all immagazzinamento. Collegamento con il PA&MRFG: dalla sua istituzione alla data di applicazione del nuovo regolamento biocidi (BPR), è stato il gruppo ad occuparsi di prodotti, affrontando perlopiù questioni legate alle procedure e raramente entrando nel merito di aspetti squisitamente tecnici. Partecipanti: rappresentanti della COM, di vari SM (BE, FR, DK, IE, IT, NL, PL, SE, UK) e dell IND. Chairman: J. Cudmore Scopo: armonizzare l approccio alla valutazione dei dati. Come raggiungere l obiettivo: includendo l esito della discussione nella lineaguida ECHA sulle informazioni richieste dal regolamento 528/2012 su principi attivi e prodotti biocidi. Di quanto deciso al workshop ne terrà conto anche la OECD TFB (attività : stesura di una nuova lineaguida in materia di stabilità e conservabilità). Guidance on information requirements OECD Task Force on Biocides 2

3 1. Uso degli studi di stabilità alle alte temperature: test di stoccaggio accelerato Come per i PPP, si è deciso di considerare ai fini dell autorizzazione i soli dati di stabilità ottenuti tramite CIPAC MT46.3 (54 ± 2 C per 14 gg) Il test - verifica che T elevate non influiscano negativamente sul prodotto - consente di fare previsioni sulla stabilità chimica allo stoccaggio a lungo termine a T più moderate... ma non è adatto per estrapolare la stabilità fisica, la palatabilità (nel caso di esche rodenticide) e le possibili interazioni tra il prodotto e il confezionamento Non è possibile derogare alla presentazione di dati relativi a condizioni reali di immagazzinamento! Ricapitolando: in assenza di uno studio di stabilità allo stoccaggio a lungo termine a temperatura ambiente è scientificamente/tecnicamente corretto estrapolare dai risultati derivanti da un test di stoccaggio accelerato una shelf-life pari a due anni e autorizzare il prodotto, ma i dati relativi allo stoccaggio a lungo termine a temperatura ambiente dovranno comunque essere forniti per conferma all autorità competente post-autorizzazione, non appena disponibili. 3

4 2. Studi di stabilità allo stoccaggio a lungo termine a temperatura ambiente Lo studio di conservabilità in condizioni reali dovrà ovviamente coprire un periodo (minimo) di due anni. Tutti i risultati corrispondenti a periodi di stoccaggio intermedi (ad es. a 3, 6, 9, 12 e 18 mesi) disponibili al momento della richiesta di autorizzazione dovrebbero essere presentati. Spetta al Richiedente decidere se generare o meno dati di stabilità relativi a periodi di stoccaggio intermedi, visti anche i costi aggiuntivi implicati. Si consiglia di farlo nel caso in cui si prevede che il principio attivo non sia particolarmente stabile, così da disporre di dati utili per fissare una shelf-life accettabile (più breve di quanto inizialmente proposto), anche quando al completamento dello studio i risultati non siano soddisfacenti. In mancanza di uno studio secondo metodo CIPAC MT46.3, l etichetta dovrà indicare chiaramente che il prodotto non può essere conservato ad alte temperature (ad es. a T > 30 C). E per chi è interessato a richiedere una shelf-life > 2 anni? Premessa: la proposta formulata dal CEPE(*) per i prodotti antincrostazione (Gruppo 4/PT21) di stimare la conservabilità del prodotto per via grafica, estrapolando il tempo corrispondente alla massima diminuzione di p.a. consentita dal grafico concentrazione di p.a. versus tempo non ha incontrato il favore degli SM. Perché? - le cinetiche di degradazione sono di difficile previsione - l approccio contempla la stabilità chimica, ma trascura la stabilità fisica (*) European Council of the Paint, Printing Ink and Artists Colours Industry 4

5 3. Shelf-life >2 anni In assenza di uno studio di conservabilità che copra la shelf-life richiesta, il workshop ha dichiarato accettabile il seguente approccio studio di conservabilità in condizioni reali (2 anni a T amb), che contempli all inizio e al termine dello studio non solo il contenuto di p.a. ma anche le proprietà chimico-fisiche e le caratteristiche tecniche rilevanti per il prodotto dati del Controllo Qualità su un prodotto invecchiato tanto quanto la shelf-life richiesta + info condizioni dello stoccaggio (durata, temperatura, confezionamento) e giustificazione del perché siano stati considerati determinati parametri chimico-fisici SHELF- LIFE > 2 ANNI 5

6 4. Limiti specifici per il contenuto di p.a. nel biocida al punto di produzione Il workshop ha deciso di applicare anche ai prodotti biocidi i limiti FAO. La differenza tra il contenuto di sostanza attiva dichiarato e quello effettivo nel prodotto non dovrebbe superare i seguenti valori, diversi a seconda del livello di p.a. Contenuto dichiarato in g/kg o g/l a 20 C Tolleranza sino a 25 > 25 sino a % > 100 sino a 250 6% > 250 sino a 500 5% > g/kg o g/l 15% formulazione omogenea 25% formulazione non omogenea I limiti FAO contemplano : l errore di campionamento l errore analitico la variabilità inter-lotto a livello di produzione ma non tengono conto di degradazione ed invecchiamento. Tali limiti non possono essere utilizzati come criterio di accettabilità per gli studi di stabilità/ conservabilità, come fatto a volte in passato. L equivoco è nato dal fatto che i limiti FAO furono erroneamente citati in una lineaguida inglese in materia di stabilità/conservabilità (Guidance on the storage stability data requirements for nonagricultural pesticide product, HSE, settembre 2004) messa a punto nel contesto normativo nazionale inglese (Control of Pesticides Regulations, COPR, 1986) ai fini dell autorizzazione di prodotti a base di p.a. non ancora regolamentati sotto la direttiva biocidi. Il delegato inglese ha sottolineato al workshop come tale documento sia obsoleto (non più applicato a livello nazionale): non era corretto applicarlo a livello comunitario nel contesto della direttiva biocidi prima, a maggior ragione non è applicabile ora sotto il nuovo regolamento. 6

7 5. Criteri di accettabilità per gli studi di stabilità e conservabilità/1 Quali limiti considerare accettabili per la variazione di contenuto di p.a. in un prodotto sottoposto a regime accelerato secondo metodo CIPAC MT46.3 o ad immagazzinamento in condizioni reali (a lungo termine e a temperatura ambiente)? Già al TMIV2012 i limiti proposti nel documento preparato dal CEPE erano stati contestati dagli SM (tolleranze molto ampie, le stesse previste per le miscele dal Regolamento (EC) No. 1272/2008). Concentrazione iniziale Variazione permessa del costituente 2,5% ± 30% 2,5 C 10% ± 20% 10 C 25% ± 10% 25 C 100% ± 5% Al workshop è prevalsa la seguente posizione: è considerata accettabile una diminuzione di p.a. 10% p/p (limite generale) Al di sotto di tale soglia non è necessario studiare la degradazione del p.a. identificare i prodotti di degradazione e presentare dati tossicologici fornire ulteriori dati sull efficacia del prodotto invecchiato si è deciso di calcolare al variazione di p.a. non dal valore nominale (cioè dal contenuto dichiarato in etichetta) ma dal contenuto effettivo, misurato all inizio dello studio: (C tempo(0) C tempo(fin ) / C tempo(0) % 7

8 5. Criteri di accettabilità per gli studi di stabilità e conservabilità/2 Non è ovviamente possibile stabilire a priori quali dati è necessario presentare allo scopo, dal momento che questi sono strettamente dipendenti dalla specifica combinazione p.a./prodotto. Esempio: il p.a. tende nel tempo a legarsi alla matrice oppure il campionamento è stato inficiato dall eterogeneità del prodotto studi di efficacia sul prodotto invecchiato, a riprova che l elevata diminuzione di p.a. osservata è soltanto apparente a. trovare una giustificazione alla degradazione osservata e valutarne l impatto sull efficacia e sul rischio Nel caso di una diminuzione di p.a. >10% sarà necessario: b. oppure proporre una shelf-life più breve, sulla base di dati (accettabili) relativi a periodi di stoccaggio intermedi Prodotti eterogenei - il worshop ha concordato sulla necessità di un approccio flessibile per tali prodotti su quanto detto finora. Innanzitutto è fondamentale da parte del Richiedente fornire dettagli circa le procedure di campionamento adottate ai fini dell analisi del contenuto di p.a. nel prodotto e dare un indicazione dell errore analitico associato al metodo d analisi, così da tenerne conto nella valutazione dei parametri di validazione del metodo d analisi per il p.a. nell applicazione dei limiti di tolleranza al punto di produzione nel valutare la degradazione del p.a. nel tempo Se la diminuzione <10% ma il p.a si trasforma nel tempo in prodotti di degradazione ancora più tossici: anche se il prodotto resta efficace, andrebbe valutato l impatto della degradazione sull esito della valutazione del rischio 8

9 6. Famiglie di biocidi: definizione gruppo di biocidi destinati allo stesso uso e allo stesso tipo di utilizzatori tale gruppo deve contenere gli stessi principi attivi con le stesse caratteristiche, e le relative composizioni devono presentare, rispetto ad un biocida autorizzato in precedenza, solo variazioni che non incidano né sul grado di rischio da essi presentato né sulla loro efficacia la variazione tollerata consiste in una riduzione della % del principio attivo e/o in una modifica della composizione in % di uno o più principi non attivi e/o nella sostituzione di uno o più pigmenti, coloranti o profumi con altri che presentano un rischio uguale o inferiore, tali da non diminuirne l efficacia BPD art. 2 (1) j: Formulazione quadro BPR art. 3 (1) s: Famiglia di biocidi gruppo di biocidi che hanno usi simili, i cui principi attivi hanno le stesse specifiche, e che presentano specifiche variazioni della composizione che non incidono negativamente sul livello di rischio associato a tali biocidi e che non riducono significativamente la loro efficacia Il concetto di famiglia di biocidi è più ampio ed offre una maggiore flessibilità riguardo alla possibilità di sostituire uno/più coformulanti. Come già per le formulazioni quadro nel contesto della direttiva 98/8, è ovviamente necessario identificare nell intera gamma dei prodotti che appartengono alla famiglia i massimi rischi per la salute (umana e/o animale) e per l ambiente, così come il livello minimo di efficacia. L intera valutazione della famiglia sarà quindi basata sui worst-case scenarios, corrispondenti a worst-case compositions. In linea di principio spetta al Richiedente argomentare perché i dati presentati coprono i limiti massimi/minimi specificati per la famiglia per i vari ingredienti (p.a. e co-formulanti) e dunque sono in grado di supportare l intera famiglia. 9

10 6. Famiglie di biocidi: le proprietà chimico-fisiche Nello specifico delle proprietà chimico-fisiche, a seconda della funzione dell ingrediente sostituito, sarebbe opportuno presentare dati specifici a supporto della sostituzione. Esempio se utilizzato un diverso agente antischiuma ulteriori dati sulla persistenza della schiumosità Per quanto riguarda i pericoli fisici, il Richiedente potrà scegliere se generare i dati solo sul prodotto che richiede la classificazione più alta, senza condurre altri test. Chiaramente a tutti i prodotti della famiglia sarà data la stessa classificazione. Il workshop ha concluso che è accettabile condurre lo studio di conservabilità su un prodotto della famiglia e fornire dati del Controllo Qualità, per dimostrare che le variazioni quali/quantitative all interno della famiglia non influiscono negativamente sulle proprietà chimico-fisiche e caratteristiche tecniche. 7. Impurezze rilevanti & agenti deterrenti SANCO/3030/99 rev.4: relevant impurities are impurities of toxicological, ecotoxicological or environmental concern which derive from the manufacturing process of the preparation or from degradation after storage È richiesto: metodo d analisi validato (Allegato III Titolo 1 del BPR) analisi del contenuto prima /dopo l immagazzinamento (a meno che - una volta formata a livello di produzione - sia possibile escludere che il contenuto dell impurezza aumenti nel tempo) o Andrebbe presentato un metodo d analisi validato, ma solo se il deterrente è contemplato nella valutazione del rischio o Prevista flessibilità nel caso di agenti deterrenti la cui stabilità nel tempo è ben nota (denatonio benzoato) 10

11 8. Confezionamento Prodotti acquosi Accettabile l estrapolazione dei dati disponibili su un tipo di confezionamento a tutti gli altri tipi di confezionamento (tranne metallo) Prodotti la base di solvente organico (es. EC) L estrapolazione dall HDPE alle varie forme copolimeriche (HDPE/EVOH, HDPE/F, HDPE/PA) è consentita, il viceversa solo se sono presentati seepage data Ai fini dello studio della conservabilità: no limitazioni circa le dimensioni del contenitore. In generale, contenitori di dimensioni ridotte sono preferibili in quanto rappresentano un worst-case in termini di rapporto superficie del contenitore/volume di prodotto Prodotti solidi L estrapolazione a tutti i tipi di confezionamento è consentito, tranne che nel caso di confezioni non rigide Per i preparati solidi venduti in confezioni non rigide, dovrebbero essere presi in considerazione gli effetti che l impilamento di tali confezioni può avere sulle proprietà chimico-fisiche e sulle caratteristiche tecniche durante lo stoccaggio Prodotti spray Per i prodotti pronti per l uso dovrebbe essere data prova del corretto funzionamento dell erogatore (quantità di prodotto erogata ad ogni spruzzo, pattern, dimostrazione che il meccanismo di rilascio non si blocca durante lo stoccaggio etc.) all inizio e al termine dello studio di conservabilità 11

12 CONCLUSIONI Il workshop sulle proprietà chimico-fisiche di marzo 2013 ha consentito di fare chiarezza su una serie di aspetti legati alla stabilità/conservabilità dei prodotti biocidi. Riprendendo le conclusioni del workshop laddove è stato raggiunto un largo consenso, la nuova guida dell ECHA sulle informazioni richieste dal regolamento 528/2012 è più esaustiva rispetto all Allegato III Titolo 1 del BPR. Sono forniti maggiori dettagli e indicazioni pratiche sugli studi da presentare e sui criteri di accettabilità, a garanzia di un efficiente ed uniforme implementazione del regolamento. Ai fini dell autorizzazione (post 1 settembre 2013) i test sulle proprietà chimico-fisiche generati dopo l entrata in vigore del BPR sono condotti secondo i metodi descritti nel regolamento 440/2008 (metodi EC) (*) mentre per i pericoli fisici, i test ai fini della classificazione sono quelli indicati nella Parte 2 dell Allegato I al regolamento CLP [riferimenti alle UN Recommendations on the Transport and Dangerous Goods, Manual of Test and Criteria, UN-MTC (UN, 2009)] (*) se un metodo è inadeguato o non è descritto, sono impiegati altri metodi adeguati a livello scientifico, preferibilmente riconosciuti a livello internazionale (OECD, CIPAC) 12

13 LINK UTILI Guidance on information requirements (version 1.0_July 2013) Manual on development and use of FAO and WHO specifications for pesticides November second revision of the First Edition Regolamento (CE) n.440/ UN Recommendations on the Transport and Dangerous Goods, Manual of Test and Criteria, UN-MTC (UN, 2009) 13

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