Costruire conoscenza on line
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1 Costruire conoscenza on line Luisa Bortolotti, Istituto Provinciale Ricerca Aggiornamento Sperimentazione Educativi del Trentino 1. La varietà terminologica I recenti sviluppi tecnologici influenzano le metodologie di lavoro in tutti i campi e, in particolare, sono significativi per lo sviluppo di soluzioni innovative nell'ambito della formazione. Oggi nei Paesi tecnologicamente più avanzati la didattica basata su Internet supera appena il 20% della didattica adulta, ma sono in molti ad essere convinti che nell'educazione del XXI secolo sarà uno dei fenomeni più cruciali dell'educazione 1. Per rispondere all'esigenza di una educazione estesa per tutta la vita (lifelong education) si sono sviluppati modelli didattici nuovi che mettono il soggetto al centro e che favoriscono le più ampie forme di autonomia (open learning). Alla fine del Novecento la filosofia del distance and open learning si coniuga con la comunicazione mediata da computer (che ha uno sviluppo straordinario con Internet) e con modelli di conoscenza di taglio costruttivistco e sociale. Moore mette in evidenza come l'avvento delle nuove tecnologie abbia potenziato le forme di dialogo, con significative implicazioni per lo sviluppo della autonomia degli studenti e di forme di costruzione della conoscenza che vanno oltre l'acquisizione di conoscenze verso forme di «intelligenza collettiva» 2. Nel definire questo ambito dell'impiego di Internet per attività di formazione incontriamo una pluralità di termini che ormai sono diffusi nella letteratura internazionale. Nel nostro caso parleremo di on line learning o di e-learning, nell'equivalente italiano dell'espressione ormai prevalente di "formazione in rete". Altre espressioni affini, molto usate, sono on line education, computer mediated distance learning, computer supported collaborative learning CSCL), computer based training (CBT), web based learning, web based education, web based training (WBT), distributed learning, distributed training. 2. L'istruzione a distanza Nel 1992 la Commissione della Comunità Europea pubblicava il Memorandum sull'apprendimento aperto e a distanza, il cui obiettivo era di mostrare a tutti gli stati membri della CEE l'importanza di questo metodo di istruzione 3. A distanza indica che non c è continuità spaziale fra chi insegna e chi impara e che perciò l intervallo va superato attraverso una soluzione tecnica 4. L allievo riceve direttamente nella propria sede il materiale in forma di libri, video, comunicazione televisiva, materiale informatico, comunicazione via Internet. In questo caso la formazione non dipende dal luogo e dal tempo: il soggetto può scegliere dove e quando apprendere. Nel corso della sua evoluzione l'istruzione a distanza si è
2 infatti sempre più rivolta a un target non interessato all'insegnamento tradizionale in presenza: adulti, con il desiderio di mutare o migliorare la propria posizione lavorativa, di recuperare lacune legate allo svantaggio socioculturale. Fino ai nostri giorni aveva dominato la didattica in presenza 5, sviluppandosi in varie forme: didattiche espositive, di cui la forma più nota e diffusa è la lezione frontale. Da più di un secolo la lezione in presenza è soggetta a critiche: si sottolinea come essa metta l allievo in una condizione passiva, non sviluppi l'autonomia e l'assunzione di responsabilità, non dia un feedback, non tenga conto delle differenze individuali dei soggetti in attività di apprendimento. Ma, nonostante le critiche, la lezione manifesta una considerevole capacità di sopravvivenza. Infatti nell esposizione orale un docente mette informazioni diverse da quelle dello scritto: i soggetti riconoscono rilevanza al rapporto diretto per i fattori emozionali, motivazionali e di contesto, come il bisogno psicologico di vedere o di ascoltare un autore di cui si è più volte letto; didattiche "laboratoriali", in cui i soggetti sono messi in condizione di rispondere a un problema agendo in un contesto, utilizzando strumenti e secondo ipotesi specifiche (learning by doing); didattiche del modellamento e dell'apprendistato, in cui l'esperto fa vedere come si fa (ad esempio impiega uno strumento mostrando come lo si usa) e consente poi al discente di provare; didattiche seminariali (o del piccolo gruppo), in cui si hanno attività ad alto livello di interazione e con forti implicazioni partecipative dei soggetti (possono assumere i diversi tratti esteriori del seminario, studio del caso, simulazione, role playing, apprendimenti di gruppo, brainstorming e discussione libera, progetto); didattiche tutoriali, in cui la didattica è caratterizzata da una sequenza di interazioni dialogiche discente/docente, basandosi sulle specifiche necessità del soggetto mano a mano che si presentano. Negli ultimi due secoli si è sviluppata l istruzione a distanza, la cui storia può essere schematizzata in tre «generazioni» 6 : - Prima generazione: le prime applicazioni si hanno nell'ottocento, quando la diffusione della ferrovia rende possibile la distribuzione estensiva di materiale (scritto) di insegnamento fra le popolazioni disseminate. - Seconda generazione: negli anni '60-70 l'istruzione a distanza acquisisce una maggiore consapevolezza teorica. Radio e televisione permettono di andare oltre la semplice corrispondenza scritta con l'impiego di soluzioni «multimediali», cioè con un uso integrato di materiale a stampa, registrazioni sonore, trasmissioni televisive e occasionalmente computer. I processi di feedback sono simili a quelli della prima generazione ma contengono anche consulenza telefonica e facciafaccia. In questo contesto non si auspicano «interazioni dinamiche con/tra studenti e docenti. L'apprendimento è trasformato in un processo individuale anziché sociale». - Terza generazione: comunicazione e apprendimento considerati come un processo sociale sono gli elementi chiave in questa terza fase caratterizzata dall'impiego delle reti telematiche, soprattutto nelle forme di computer conferencing. Si cerca di superare sia la distanza geografica che quella sociale. I noisy learners, con la loro creatività, diventano una delle componenti attive dei
3 nuovi ambienti, anche se c è il pericolo che strutture troppo aperte di comunicazione possano portare confusione e disintegrazione 7. In questo caso possiamo aggiungere alla tipologia comunicativa del tipo uno/molti (docente/allievi) dei modelli di prima e di seconda generazione, una tipologia comunicativa dei tipo molti/molti, in cui non solo il discente può interagire più rapidamente con il docente, ma può anche stabilire rapporti cooperativi con tutti gli altri allievi. Diventa quindi consistente la «presenza sociale» che le nuove tecnologie consentono e che riconquista dimensioni fondamentali della educazione degli adulti, basata sul dialogo e sul contatto faccia a faccia. Diventa fondamentale la capacità di creare un ambiente emotivamente valido, ricco di rapporti interpersonali, in cui si rivaluta anche il ruolo del dialogo che ha una funzione essenziale nell'apprendimento, educa ad argomentare seguendo uno scopo nel linguaggio della disciplina, a sollevare, mantenere, modificare ragioni o ad abbandonarle nel corso di una discussione Il caso del C.A.R.I.D. di Ferrara L'Università degli studi di Ferrara, unitamente alla cattedra di pedagogia sperimentale di Roma Tre diretta da Benedetto Vertecchi, già ordinario e preside della facoltà di Lettere e filosofia della stessa università di Ferrara, furono le due prime istituzioni italiane (universitarie) pilota nell'attivare la formazione a distanza. Nell'anno accademico il Dipartimento di Scienze Umane e la Facoltà di Lettere e filosofia hanno accettato la proposta di Primo Magri, ordinario di Pedagogia sperimentale, di attuare un primo Corso di Perfezionamento post lauream a distanza dell'università di Ferrara (in Didattica generale e sperimentale), al quale se ne aggiunse un secondo nell'anno successivo e vari altri ancora negli anni a seguire. Sono stati notevoli sia il numero delle iscrizioni a questo primo Corso sia la qualità dei risultati ottenuti (solo il 3% degli iscritti ha abbandonato prima dell'esame finale). Negli anni successivi con la crescita dell'offerta didattica c è stato anche un costante aumento delle iscrizioni: da 780 nell'anno accademico sono passate a 1485 nel successivo Questo notevole aumento delle iscrizioni ha portato un gruppo di docenti della stessa Facoltà di Lettere e Filosofia, sotto la spinta dei titolari delle cattedre di pedagogia sperimentale e di logica, a proporre la fondazione di un Centro di Ateneo, per svolgere ricerche negli ambiti dell'apprendimento, dell'insegnamento e della didattica, per progettare e sperimentare metodologie didattiche innovative, per produrre materiali, per organizzare, coordinare e valutare attività di insegnamento multimediale e a distanza. Così nasce il C.A.R.I.D., Centro di Ateneo per la Ricerca e l'innovazione Didattica. La strategia didattica utilizzata ha un impianto simile a quello del mastery learning 9. Bloom e i suoi collaboratori hanno ideato e sperimentato questa strategia formativa in contesti che prevedono la simultaneità spazio-temporale; comunque gli organizzatori del Corso l hanno sperimentata anche in un contesto a distanza. Il mastery learning si posiziona in un piano intermedio tra un itinerario identico per tutti gli allievi ed uno di tipo individualizzato: in tal modo i risultati
4 buoni si estendono alla maggior parte degli allievi. Quel primo corso di perfezionamento a distanza del 1996/97 era organizzato nelle seguenti fasi: 1. iscrizione al corso 2. spedizione con periodicità bimestrale delle unità didattiche a domicilio del corsista (due alla volta); il corso prevede la somministrazione di 10 unità didattiche ognuna delle quali è corredata di una prova oggettiva formata da 30 item a risposta multipla 3. studio delle unità didattiche con consulenza dei docenti (telefonica, via fax o mediante per eventuali chiarimenti o problemi) 4. restituzione delle prove di valutazione alla struttura che gestisce il corso 5. correzione delle prove e invio ai corsisti dei messaggi di conferma e compensativi 6. prova di verifica finale presso l'università e rilascio dell'attestato ai sensi dell'art.6 della legge n. 341/90 4. La didattica mediata dal computer In seguito alla diffusione di Internet e del Web si sviluppa la computer mediated comunication (comunicazione mediata dal computer, CMC): una comunicazione "mediata" da un'interfaccia, di solito uno schermo, fra due o più soggetti che comunicano fra loro. La rete si propone come spazio educativo in grado di rispondere a una maggiore quantità e varietà di bisogni. C è stata infatti una evidente evoluzione dei prodotti multimediali a scopo didattico o formativo verso nuove forme di distribuzione via Internet. Già negli anni '60 si parla di computer based training (CBT) per prodotti informatici pensati soprattutto per l'autoistruzione, o di computer assisted instruction (CAI). Ci si riferisce a prodotti molto semplici come floppy con informazioni strutturate e strumenti per l'autoverifica. Utilizzati soprattutto in ambito aziendale, i CBT diventano un fenomeno diffuso grazie alle tecnologie ipertestuali e multimediali. Negli anni '80 e in parte '90 i CBT sono progettati e prodotti o per usi specifici (per operatori in servizio in organizzazioni pubbliche o private, particolarmente in autoapprendimento) o per usi più ampi e generalizzati (corsi multimediali di lingue diffusi attraverso la vendita al dettaglio o come allegati alla stampa periodica). I CBT sono stati diffusi in molti casi di istruzione a distanza di seconda generazione, che distribuiscono sempre più spesso questo genere di strumenti, vantaggiosi anche sul piano economico. Oggi siamo alla Web based training (WBT). Nella diffusione di formazione attraverso la rete ci sono vantaggi organizzativi ed economici, con una notevole riduzione dei tempi di sviluppo dei materiali. Internet sembra poter essere sempre più usato come ambiente di distribuzione di educational multimedia avanzato. Oltre il vantaggio economico puntare sul training online nell'addestramento dei dipendenti di una società porta con sé in molti casi ottimi risultati in termini motivazionali. Ma l'elemento più importante è che per rispondere ai bisogni formativi della società di oggi sia necessaria molta flessibilità e una molteplicità nell'offerta: il Web può offrire una «escursione» particolarmente ampia. Il Web based training si potrebbe quindi definire una strategia adatta a dare agli «studenti» la possibilità di modellare lo spazio dell'apprendimento secondo i propri bisogni o, meglio ancora, di aumentare la possibilità di interagire in modo flessibile con i materiali formativi.
5 5. La formazione in rete La didattica in rete è quella di più recente sperimentazione. Il processo formativo avviene tramite l'interazione dei partecipanti in una comunità di apprendimento. Nella formazione in rete si creano le condizioni favorevoli e necessarie per un apprendimento basato sull interazione fra gli attori del processo formativo, dove gli studenti e docente possono oltre scambiarsi informazioni anche confrontarsi sugli argomenti del corso e quindi rafforzare l'apprendimento in una logica di condivisione e collaborazione 10. Si superano le distanze che separano il singolo studente dalle altre componenti del corso, non solo in senso geografico ma soprattutto nel senso socio-cognitivo. I corsi on line non dipendono solo dai materiali di studio: naturalmente come ogni buon progetto formativo non può prescindere dalla preparazione delle lezioni e dei materiali, che tuttavia rappresenta solo una parte del contenuto dei corsi. Corsi che fanno riferimento al materiale di lettura e di studio predisposto ad hoc, ma anche i contributi degli studenti che vengono ritenuti validi entrano a far parte dei contenuti. Anche questo è un arricchimento di prospettive che i progettisti dei corsi on line possono adattare sistematicamente in itinere. Il salto della formazione in rete è dato delle possibilità di adattare la proposta formativa attraverso una efficace comunicazione a più livelli. La frequente interazione fra gli studenti, e gli studenti e il tutor, permette a quest'ultimo di monitorare e aggiornare in tempo reale sia lo stato di avanzamento del corso sia il processo di acquisizione delle conoscenze da parte di ogni partecipante. Questa situazione avvicina moltissimo la formazione on line a una situazione tradizionale in presenza: consente una vera e propria valutazione in itinere sia del corso che dei partecipanti, permettendo al docente di modificare, rinforzare e modellare l'intervento didattico formativo alle esigenze dei partecipanti che giornalmente possono essere rilevate dalle discussioni che si sviluppano in rete. Il prodotto principale della comunicazione dei corsi on line è il testo scritto. Il fatto che il contributo di ciascun partecipante possa essere rivisto in ogni momento non è trascurabile, perché dover comunicare per via testuale in tempi differiti, all'interno di un gruppo di lavoro, implica uno sforzo di sintesi e di chiarificazione maggiore rispetto a una comunicazione orale e in presenza. Si sviluppano processi di metariflessione su ciò che si sta scrivendo. Si pensi poi alla possibilità di rileggere tutte le interazioni che hanno avuto luogo durante un corso in rete e la possibilità di fermarsi e pensare bene prima di dare una risposta: la rilettura critica delle stesse si rivela un potente strumento di analisi, di riflessione e di sintesi. Si sviluppano così le abilità di lettura, di scrittura, di discussione. Infine i contributi degli studenti diventano un potente strumento di valutazione. Ma la valutazione di un corso on line continua a rappresentare un aspetto molto delicato. Anche se è possibile in ogni momento reperire tutta la documentazione di un corso ( , liste di discussione, news, test, elaborati, ricerche, tesine) le difficoltà sono insite nel processo di valutazione. Quest ultima in genere si basa sia su metodi quantitativi (quanti documenti ha prodotto quello studente? quante volte ha partecipato a liste di discussione? quale è stato il suo punteggio al test di profitto?) sia su metodi qualitativi (qualità dei documenti prodotti, qualità delle
6 risposte date nella lista di discussione). Nei corsi on line esistono potenzialmente tutte le condizioni necessarie per raccogliere molteplici informazioni sull'apprendimento in itinere degli studenti. Di fatto non è ancora stato messo a punto un sistema di valutazione soddisfacente, indice di qualità in qualsiasi sistema di formazione. Note 1 AA. VV., Dalla comunicazione alla comunicazione didattica, Tecomproject Editore Multimediale, Ferrara, Moore G.M. (1995), The death of distance, <<AJDE>>, vol. 9, n. 3. In Internet 3 AA. VV., Tecnologie per la formazione a distanza, Pensa MultiMedia Editore, Lecce, Vertecchi B., Una nuova frontiera per l istruzione a distanza: l individualizzazione del messaggio di istruzione, <<IAD. Istruzione a distanza>>, vol. X, n , pp , Calvani A., Rotta M., Fare formazione in Internet. Manuale di didattica online, Erickson, Trento, Trentin G., Insegnare e apprendere in rete, Zanichelli, Bologna, Nipper S., Third generation distance learning and computer conferencing, in Mason R.D. e Kaye A.R. (a cura di), Mindweave: Communication, computers and distance education, Pergamon Press, Oxford, UK, Peters O., Learning and teaching in distance education, Kogan, London, Corda Costa M., Visalberghi A., L'approccio mastery learning e una sua applicazione sperimentale in Italia, in Vertecchi B. (a cura di), Avviamento alla letteratura dello sperimentalismo didattico, La Nuova Italia, Firenze, Bortolotti L., L online/e-learning: costruire conoscenza, in Atti del Congresso annuale AICA 2003 I costi dell ignoranza e il valore della conoscenza nella società dell informazione, Trento settembre 2003, pp
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