Rassegna Stampa. Mercoledì 26 Febbraio 2014
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- Carmela Bevilacqua
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1 Rassegna Stampa Mercoledì 26 Febbraio 204
2 Sommario Testata Data Pag. Titolo p.. Fondi pensione ForzeArmate.org 24/02/204 Le forze armate non hanno la previdenza complementare 2. Previdenza Sole 24 Ore (Il) 26/02/ Messaggio Inps. Mobilità senza sgravi per gli studi professionali (M.Pri.) Italia Oggi 26/02/ Assistenza sociale al setaccio (Ciccia Antonio) 4 3
3 Estratto da pag. ForzeArmate.org Lunedì 24/02/204 Le forze armate non hanno la previdenza complementare toma, 24 feb di Camillo Linguella (previdenzacomplementare.finanza.com) Con la nascita dei Fondi pensione Perseo e Sirio, andati ad aggiungersi al Fondo per la Scuola, Espero, si era convinti che a tutti i dipendenti pubblici fosse stata offerta la possibilità di costruirsi una pensione aggiuntiva, ma non è proprio così. Mancano le Forze Armate. La previdenza complementare è la grande negletta dell'attuale quadro politico sindacale. Nonostante il gran parlare e i numerosi convegni che si fanno in giro per l'italia, essa non attecchisce fra coloro che hanno questa possibilità. Possibilità che non vale per tutti, perché ci sono ancora degli esclusi, né vale rimarcare che i diretti interessati dei fondi già costituiti, Sirio per i ministeriali ed enti pubblici non economici, Perseo per i dipendenti degli Enti locali e Sanità, non hanno manifestato quell'attenzione che era lecito aspettarsi, stando alle sollecitazioni che erano pervenute da più parti. Guardando l'andamento delle adesioni vediamo che a tutt'oggi sono veramente pochine. I fondi pensione di categoria attualmente autorizzati dalla Covip, coprono tutto il mondo del lavoro privato e quasi totalmente quelli del settore pubblico.c'è un consistente numero di "statali" a cui questa facoltà è proibita. Rimangono esclusi i cosiddetti non contrattualizzati, cioè coloro il cui rapporto di lavoro non è regolato da un contratto collettivo di lavoro, bensì dalla legge, come i magistrati e gli ambasciatori, per esempio e gli appartenenti alle forze armate. Mentre il personale civile del ministero dell'interno e della Difesa può iscriversi al fondo pensione Sirio ( al di la del fatto che non sembra ci sia stata una corsa alle adesioni), il personale in divisa non ha neppure questa possibilità teorica, per cui volendo costruirsi una pensione aggiuntiva possono solo stipulare una polizza di assicurazione, cioè un piano pensionistico individuale (Pip). La causa? A tutt'oggi non è stato sciolto il nodo di chi competa in concreto l'istituzione eventuale di un loro fondo pensione. Ciò ha spinto alcuni a ricorrere al giudice amministrativo. Chiara Costantino nell'osservatorio Giuridico Mefop 33/204 rileva che in proposito ci sono state ben due sentenze, ovviamente di segno opposto. Una sentenza, quella del Tar del Lazio,( Sez. bis, Sent. n. 986 del 23 novembre 20] dice che sono competenti le amministrazioni del comparto "Sicurezza-Difesa", cui fanno capo i lavoratori appartenenti alle forze Le forze armate non hanno la previdenza complementare» ForzeArmate Org - Sideweb srl - Servizi di consulenza, assistenza e tutela legale per il personale mil armate e di polizia. Secondo una successiva sentenza, sempre del Lazio (Tar del Lazio, Sez. 2, Sent. n. 775 del 30 luglio 203], le amministrazioni possono solo avviare il percorso con i sindacati che deve concludersi con l'emanazione di un Dpr diretto alla creazione di un fondo pensione dei dipendenti delle forze armate. L'articolo 67 del Dpr 254 del 999 ha ulteriormente dettagliato aprendo anche alla possibilità di unificare tale fondo con analoghe forme previdenziali istituite per i lavoratori del pubblico impiego appartenenti ad altri settori, in sostanza confluire in Sirio. Fondi pensione Pag.
4 Estratto da pag. ForzeArmate.org Lunedì 24/02/204 IPer specificare meglio le due tesi, si ricorda che il personale delle forze armate rientra fra quei dipendenti pubblici che non sono stati coinvolti dal processo di privatizzazione del pubblico impiego e i cui rapporti di lavoro, anche a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 65/200, rimangono regolati dai rispettivi ordinamenti (ex art. 3, comma l,d.lgs 65/200). Per questo motivo si pensava che l'iniziativa per l'istituzione della previdenza di secondo pilastro dovesse provenire direttamente dalle amministrazioni competenti, muovendo dalla disciplina prevista dai predetti ordinamenti e dalla autonomia regolamentare. Questa tesi è stata poi maggiormente avvalorata dalla previsione contenuta all'art. 3, comma 2, del D.Lgs. 24/993 (e poi ripresa nel successivo D.Lgs. 252/2005) secondo cui l'istituzione dei fondi pensione per il personale dipendente in regime di diritto pubblico doveva essere demandata ai rispettivi regolamenti ovvero, in mancanza, ad accordi stipulati tra gli stessi lavoratori e promossi dalle associazioni di categoria. Le procedure di concertazione, regolate dali'articolo 7 del decreto 95 del 995, devono essere avviate dal Ministero della Funzione Pubblica, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per il personale delle forze di polizia a ordinamento civile e del Comitato centrale di rappresentanza (COCER) interforze. L'articolo 26, comma 20, della legge finanziaria 448 del 998 ha infine chiarito, con norma di interpretaziune autentica, che compete alle predette procedure di concertazione la definizione della disciplina del trattamento di fine rapporto e l'istituzione della previdenza complementare per il personale delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare e delle Forze Armate. Per il giudice amministrativo questi dipendenti pubblici sono titolari di un interesse finale, e quindi di una posizione soggettiva determinata dall'esito stesso della procedura. Peraltro, anche quando l'amministrazione competente si attivasse, l'effettiva conclusione del procedimento dipenderebbe altresì da un confronto con le organizzazioni sindacali. Quindi il giudice ritiene che le amministrazioni si devono necessariamente attivare e perciò auspica che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, uniche titolari dell'interesse legittimo ad agire, si attivino quanto prima, se l'amministrazione non si muove. Ma al di là di queste schermaglie giuridico procedurali è innegabile che anche gli appartenenti alle Forze Armate deve essere assicurato lo stesso diritto di costruirsi una pensione aggiuntiva. Il nuovo governo che dovrebbe essere, stante a quello che si autodefinisce, poco propenso alle discussioni accademiche, ma incline alle soluzioni concrete, deve rimuovere gli ostacoli fin qui frapposti. Una possibile strada è l'adesione a Sirio e si deve aprire subito un confronto con le parti istitutive di questo fondo per discutere dei vari aspetti, come la rappresentatività e la possibilità di aderire mantenendo il Tfs invece che il Tfr. Tfs, come già fatto presente, diversamente da quanto avviene per la generalità dei lavoratori, continua ad essere più vantaggioso del Tfr per l'effetto di vari fattori (meno rilevanti o assenti per le altre categorie) come la carriera, il riconoscimento di incrementi convenzionali ecc... che accrescono in modo significativo l'importo della buonuscita. Fonte: le-forzearmate-non-hanno-laprevidenza-complementare/ di Camilla Linguetta Fondi pensione Pag. 2
5 Estratto da pag. 20 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano Messaggio Inps Mobilità senza sgravi per gli studi professionali Mercoledì 26/02/204 Nessuno sgravio contributivo per chi assume lavoratori iscritti nelle liste di mobilità a seguito di licenziamento da parte di studi professionali. L'indicazione è contenuta nel messaggio 276 dell'inps del 2 febbraio con cui si precisa che «l'applicazione degli incentivi all'assunzione previsti dalla legge 223/99 è subordinata alla qualità di imprenditore del datore di lavoro che effettua il licenziamento ed è quindi esclusa nel caso in cui tale condizione non sussista». E secondo l'inps gli studi professionali non sono imprese. La presa di posizione dell'istituto di previdenza, secondo i rappresentanti dei professionisti, va contro l'interpretazione fornita dal ministero del Lavoro nella risposta all'interpello 0/20. Per il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, «è paradossale che non vengano rispettati i corretti livelli decisionali, generando confusione negli operatori del mercato del lavoro». Il consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, ricordando che già nel 202 l'inps aveva adottato tale intepretazione con una nota mai pubblicata, ritiene illegittima la posizione dell'inps e sta valutando i passi migliori per agire. M.Pri. Previdenza Pag. 3
6 Estratto da pag. 24 Direttore Responsabile Pierluigi Magnaschi Diffusione Testata Mercoledì 26/02/204 PRIVACY/ II via libera del garante al casellario istituito dal decreto legge 78/200 Assistenza sociale al setaccio Oh awanagrafe che servirà per stanare i falsi poveri DI ANTONIO CICCIA Via libera del garante della privacy al casellario Inps dell'assistenza sociale. È l'anagrafe delle posizioni assistenziali, che servirà anche a stanare i falsi poveri (parere n. 26 del 23 gennaio 204, reso noto dalla newsletter del 25 febbraio 204). Nel casellario, istituito con l'articolo 3, comma 4, del decreto legge 78/200, saranno raccolti, conservati e gestiti i dati personali e familiari dei beneficiari, le informazioni sugli enti eroganti e sulle prestazioni assegnate. Inoltre, in apposite sezioni separate, dedicate alla non autosufficienza, ai minori in condizioni di disagio e alla povertà, saranno trattate le informazioni sulla presa in carico da parte dei servizi sociali, in forma del tutto anonima nei casi più delicati. I dati direttamente identificativi saranno consumabili esclusivamente dagli enti locali, solo per le prestazioni da essi erogate, e dall'inps, dalla Guardia di finanza e dall'agenzia delle entrate per effettuare controlli sui beneficiari delle prestazioni sociali agevolate. Saranno, dunque, possibili controlli incrociati finalizzati a verificare se i beneficiari abbiano effettivamente diritto alle prestazioni erogate. finalizzati a verificare se i beneficiari abbiano effettivamente diritto alle prestazioni erogate. Ma il casellario non serve solo per fare vigilanza. La base di dati serve anche a obiettivi di programmazione e pianificazione; tra gli altri scopi anche quello di monitorare la spesa sociale e valutare l'efficienza degli interventi ed elaborare statistiche e studi. II casellario costituisce l'anagrafe generale delle informazioni utili alla presa in carico dei soggetti beneficiari, e conserva anche le informazioni sulle caratteristiche personali e familiari e sulla valutazione del bisogno. Il casellario deve, comunque, raccogliere informazioni connesse alle sole prestazioni sociali per la cui erogazione è necessaria l'identificazione del beneficiario. L'archivio sarà alimentato dalle amministrazioni locali e ogni altro ente che eroga le prestazioni assistenziali. L'Inps, oltre che per le finalità di vigilanza, metterà a disposizione le informazioni raccolte in forma individuale, ma prive di ogni riferimento che ne permetta il collegamento con gli interessati, al ministero del lavoro, al ministero dell'economia e delle finanze, alle regioni, alle province autonome e ai comuni. Previdenza Pag. 4
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