Moderni cimiteri metropolitani in Danimarca e Svezia. La rappresentazione profana della Morte nella prima metà del XX secolo di Anne-Louise Sommer

Transcript

1 Moderni cimiteri metropolitani in Danimarca e Svezia. La rappresentazione profana della Morte nella prima metà del XX secolo di Anne-Louise Sommer In che modo un cimitero può confrontarsi con i cambiamenti basilari di una società moderna e al tempo stesso rispettare le tradizioni? E come riuscirà a rispecchiare i valori essenziali di una società laica pur dando spazio ai riti del distacco dai propri cari? Il tema del presente saggio è il modo in cui la trasformazione dei moderni cimiteri metropolitani nella Danimarca e Svezia della prima metà del XX secolo si è rapportata alle mutate condizioni della comunità, della società e della pratica religiosa durante il processo di modernizzazione e democrazia. Si prenderà in esame il cimitero come microcosmo che rispecchia le tensioni ideali della società circostante, il macrocosmo, a rappresentare la quintessenza del sogno di una società ben strutturata e ben organizzata basata su eguaglianza sociale, razionalità e efficienza. Tutto ciò era inserito nei programmi e nell ideologia del Partito Social Democratico, che ricopriva un ruolo di primo piano nel panorama politico. Inoltre, proprio in quel periodo si manifestava la transizione da una società profondamente radicata nella tradizione protestante a 233

2 The Woodland Cemetery, Stockholm Père Lachaise, Parigi una società in cui la chiesa nazionale aveva minor peso. Nel corso di tale processo, il concetto di natura e di architettura del paesaggio divenne un mezzo di immediata riconoscibilità nella ricerca di una profonda dimensione simbolica. Farò riferimento soprattutto a tre casi specifici: lo Skogskyrkogården (Cimitero nel bosco) di Stoccolma, , il Cimitero Est di Malmö, e il cimitero Mariebjerg di Copenhagen, , ciascuno dei quali, da prospettive diverse, esemplifica un approccio al problema. Questi tre luoghi sono la dimostrazione del difficile compito affidato ai cimiteri di inizio Novecento di esprimere una ricerca della dimensione spirituale del paesaggio. L idea di natura come veicolo fondamentale per la creazione di un moderno cimitero laico non è nuova, come ho ampiamente espresso nel mio libro I giardini dei morti. Il moderno cimitero metropolitano, per il momento pubblicato solo nell edizione danese, sottolineando Mariebjerg Cemetery, Copenhagen come tali cimiteri riflettessero i cambiamenti nella vita quotidiana portati in generale da urbanizzazione, industrializzazione e secolarizzazione. Partendo dal cimitero di Père Lachaise a Parigi, inaugurato nel 1804, ho delineato l evolversi dei cimiteri nel XIX e XX secolo, in un quadro di cambiamenti culturali e nazionali, soprattutto a Londra, in Gran Bretagna e nel New England statunitense. Mentre il grande cimitero parigino esaltava l idea di un paesaggio pittoresco in ambiente decisamente urbano, l interpretazione prescelta dagli inglesi si basava sul concetto di cimitero come giardino, mentre gli americani impersonavano una visione pastorale di territori selvaggi ben curati. Il concetto di pittoresco, che nasceva dal dibattito teorico di fine Settecento su estetica e pittura paesaggistica contemporanea, divenne una componente essenziale degli emergenti cimiteri moderni nonché il tramite per affrontare il difficile compito. I giardini del ricordo dovevano essere come un opera d arte costantemente mutevole, un continuo processo di trasformazione. L estetica del pittoresco, così come venne delineata in Inghilterra e in Francia, era un estetica della diversità, che accoglieva perfettamente in sé la contro-immagine fantasticata dei cimiteri borghesi. E comunque si trattava di siti spettacolari, quasi una sorta di laboratorio: gli aspetti sanitari e pragmatici furono affrontati in chiave urbanistica, mentre i cimiteri costituivano un quadro e un atmosfera ideali per l incontro tra chi è in lutto, in atteggiamento romantico e sentimentale, e chi è deceduto. Il cimitero costituiva al tempo stesso uno spazio simbolico e una soluzione modernissima ed efficace a un delicato problema. 235

3 Kensal Green, Londra 1833 Cimitero di Ohlsdorf, Hamburg Cimitero di Mount Auburn, Boston 1831 Nella prima metà del XIX secolo, emerse una sempre maggior consapevolezza dell importanza della natura come fattore di mediazione, di unione fra i vivi e i morti. Il moderno cimitero metropolitano fungeva da metafora sia per il paesaggio urbano sia per l aperta campagna. Il cimitero si laicizzò integrandosi nel paesaggio, incarnazione del sogno di Campi Elisi creati dall uomo. La nascita dei cimiteri metropolitani si inserisce nel quadro dell evoluzione della moderna vita metropolitana. Tali espressioni del desiderio tutto umano di una sorta di modello pastorale urbano divennero caratteristiche positive della città in un periodo in cui non valeva più la distinzione tra città e campagna, data la costante e disordinata espansione dell agglomerato urbano al di là dei suoi confini formali. Gli abitanti della città ritenevano di vivere in contesti urbani a distanza di sicurezza dalla vita rurale e quando desideravano riavvicinarsi alla natura ne prediligevano una versione creata dall uomo, totalmente sotto controllo. Alla fine del XIX secolo, l attrazione verso la stravaganza monumentale, verso l irregolarità, nonché la passione per tutto ciò che era ingegnoso svanirono insieme con l inclinazione per il lugubre e il romantico. Lo spirito del tempo si orientava verso un approccio razionale e scientifico, che da allora avrebbe in parte caratterizzato il concetto di natura. I cimiteri in ambienti urbani verso la fine dell Ottocento nel Nord Europa erano ampi spazi che spesso ricordavano parchi cittadini, con l unica differenza delle lapidi. La configurazione dei cimiteri rispecchia chiaramente la fluttuazione tra un rapporto con la natura geometrico, sistematico e ben articolato e l esaltazione del territorio selvaggio, non toccato dall uomo, allora molto in voga. Un buon esempio è costituito dal primo Zentralfriedhof tedesco, Ohlsdorf, del 1874, dove una notevole ingegnosità si accompagnò alla natura libera, senza restrizioni, e l arabesco si combinò con una struttura rigida. Il risultato fu prima di tutto un parco e in seguito un cimitero immerso in quel parco. A cavallo del secolo questa posizione alquanto indefinita mutò poco alla volta a favore di un approccio razionale più diretto e immediato. Nel 1910 il grande autore tedesco Rainer Maria Rilke scrisse l opera fondamentale Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge (I quaderni di Malte Laurids Brigge) in cui prendeva in considerazione la situazione della morte in epoca moderna e proponeva per esempio riflessioni come Ora si muore [ ] in serie, naturalmente. Con una produzione così enorme ogni singola morte non è proprio ben eseguita, ma non importa. È la quantità che 237

4 conta. Oggi chi dà ancora valore a una morte ben fatta? e così via. Secondo la visione di Rilke, il modo moderno di occuparsi della Morte è un importante catalizzatore che cerca di ridurre le diseguaglianze sociali. Egli diede voce a un esperienza collettiva e mise in evidenza il difficile compito dei progettisti di cimiteri dell inizio del XX secolo. S. Lewerentz 1915 The Way of the Cross Schizzo di concorso 238 Il paesaggio spirituale Nel 1915 gli architetti e paesaggisti svedesi Asplund e Lewerentz avanzarono una proposta per un nuovo cimitero a sud di Stoccolma. Il progetto per il concorso si chiamava Tallum, dal termine svedese per pino (Tall), e la loro idea di un tipico bosco di pini svedesi come sfondo per la necropoli permeava ogni particolare, come per esempio nel bozzetto estremamente suggestivo di Lewerentz, denominato Strada della Croce, in cui vengono delineate le prime idee di tombe sparse nel bosco. L ispirazione e la moda delle necropoli nei boschi arrivò dalla Germania, con i suoi Waldfriedhöfe, e l idea di un ambiente naturale come simbolo di dimensione spirituale era profondamente radicata nell arte dei pittori romantici paesaggisti del primo Ottocento, a cominciare da Caspar David Friedrich. Inoltre, i quadri simbolisti di Eugenio, principe di Svezia e pittore, precorrevano i chiari riferimenti nordici con i loro scenari di cupe foreste primordiali che predominavano al primo apparire di questa tendenza. Nel contempo, l organizzazione dello spazio infinito e dinamico, concetto chiave dell architettura moderna e dell architettura del paesaggio nel Novecento, fin dagli anni Venti rappresentò per lo Skogskyrkogården un fattore importante per raffigurarsi il paesaggio classico, o il paesaggio biblico, secondo la definizione dello stesso Asplund. L intensa combinazione di un malinconico spazio boschivo fittamente disseminato di tombe con un terreno dolcemente ondulato, aperto e diversissimo, è lo scenario per lo stagno delle ninfee, le cappelle, il crematorio, il possente padiglione per le cerimonie all aperto che si presenta come una moderna acropoli e il Giardino della Meditazione, rialzato e solitario. Tutti questi elementi si stagliano contro la linea dell orizzonte e il contrasto che si viene a creare è davvero sorprendente. Nel complesso, lo Skogskyrkogården è un corpo unico dalla sapiente coreografia: tutti gli elementi sono collegati e rimossi al tempo stesso, giusta espressione della quintessenza dell esperienza moderna. Il visitatore si fa l idea che ci sia un significato più profondo, sfuggente, come se la conformazione del cimitero mirasse a tradurre in immagini una verità non percepibile. Le singole tombe non sono particolarmente in risalto, si ha l impressione che tutto sia di basso profilo, che ogni defunto sia in subordine rispetto all idea di un insieme unico. Gli aspetti di eccezionalità e di forza si ritrovano nella geniale articolazione delle idee attuabili e il progetto mira a far sì che l individuo si rassegni alle condizioni della morte in una società laica e i mezzi per farlo sono le qualità positive della natura che esprime la bellezza dell assenza. Eguaglianza, razionalità ed efficienza Nel 1939 Lewerentz scrisse un breve testo sui cimiteri moderni, una serie di annotazioni sul paesaggio: In effetti, si può considerare il cimitero un giardino di tipo molto speciale perché, oltre a possedere le tipiche caratteristiche degli spazi all aperto, come alberi, arbusti, sentieri e radure erbose, è soprattutto un monumento adatto come campo di sepoltura. Segue poi un elenco redatto da Lewerentz stesso di tutte le caratteristiche fondamentali da tenere in considerazione quando si progetta un cimitero. Di primaria importanza è il progetto dei monumenti funerari e il modo in cui il cimite- 239

5 S. Lewerentz Cimitero est, Malmö Cimitero di Mariebjerg, Copenhagen G.N. Brandt ro si inserisce nella configurazione del terreno. Da prediligere sono i monumenti semplici, orizzontali, armoniosamente deposti sull erba, come egli stesso fece a partire dal 1916 al cimitero est, alla periferia di Malmö nella regione sud-orientale della Svezia, dove in precedenza si trovava terreno agricolo, una necropoli notevole anche con riferimento all architettura del paesaggio. Il tumulo dell Età del Bronzo, inserito nel cimitero moderno, diviene così segno visibile di un concetto dinamico della storia e costituisce un legame tra preistoria e mondo contemporaneo. Inoltre, essendo parte integrante della cresta collinare e formando un asse longitudinale est-ovest che attraversa tutta l area, si presenta come un immagine straordinaria che dà vita a uno spazio sacro in termini di paesaggio culturale nordico. La cresta collinare funge da confine naturale e divide il sito in due parti, ciascuna con un proprio aspetto distinto. Il lato sud del crinale si configura in modo piuttosto formale, suddiviso in settori più piccoli da siepi conformate in modo quasi architettonico, in cui le lunghe file di tombe si susseguono senza soluzione di continuità all interno della struttura ben articolata. La parte nord, invece, pur essendo anch essa suddivisa in settori più piccoli, è strutturata con maggiore naturalezza, presentandosi come una sorta di prato costellato di alberi e lapidi tombali, sparse in modo decisamente casuale. Secondo Lewerentz l elemento di gran lunga più importante è un atmosfera di pace e di quiete che l ambiente circostante deve emanare, consentendo al visitatore di passare qualche momento in tranquillo raccoglimento vicino alla tomba. Variazioni del paesaggio culturale Nel 1922 l architetto danese G. N. Brandt, specializzato in architettura di giardini e del paesaggio, pubblicò un saggio su cimiteri e tombe, in cui criticava duramente la situazione dei cimiteri del tempo, in cui ancora intravedeva reminiscenze degli eccessi della retorica monumentale e artistica degli ultimi secoli. Auspicava quindi espressioni più semplici, adatte alla società di massa del Novecento, lontanissime da quell individualismo insistito e caotico che aveva caratterizzato il concetto di morte nel secolo precedente e molto più in sintonia con il manifestarsi dei principi dello stato sociale, basato sull eguaglianza dei cittadini. Brandt sosteneva con forza che ogni singola tomba doveva essere in subordine rispetto alla configurazione generale della necropoli, formando così un insieme, come cellule in un organismo armonioso. Brandt stesso diede l esempio con il cimitero di Mariebjerg creato tra il 1925 e il 1936, che fu al contempo il preludio e il finale della tradizione danese novecentesca. Questo cimitero era impostato secondo uno spirito audacemente innovativo nella gestione del concetto moderno di spazio e della visione di natura e restava comunque unico nel suo genere. Il punto di partenza fu l idea, semplicissima, di due rettangoli incorporati l uno nell altro, intersecati da un asse primario e uno secondario, mentre l intera zona era suddivisa in quarantadue settori più piccoli, ognuno dei quali aveva caratteristiche proprie e mostrava interpretazioni sempre nuove di alcuni aspetti del panorama culturale danese. Lo si evince chiaramente dall esem- 241

6 Cimitero di Mariebjerg, Copenhagen G.N. Brandt pio, che potrebbe fare il paio con lo Skogskyrkogården, in cui si trova la foresta originaria di querce, tipicamente danese, dove le croci di legno si combinano con il fogliame in continuo mutamento e con i prati. Un altro esempio potrebbe essere la forra dalle forme ondulate coperta di tante varietà di flora selvatica, dove le lapidi di granito non lavorato, molto discrete, sembrano amalgamarsi con il verde circostante in modo spontaneo e gradevolissimo. Oppure si potrebbe menzionare un settore in cui la fossa comune, anonima, è configurata come un astrazione panoramica. Vi si ritrovano comunque le caratteristiche fondamentali del cimitero danese tradizionale, reinterpretate in vari modi: da una parte settori del tutto simili al tradizionale camposanto di paese, collegato alla chiesa, e dall altra tutta una serie di rappresentazioni. Nel complesso, il cimitero si presenta come un esercizio di funambolismo tra i pericoli del ritrovarsi preda dell anonimato e il desiderio dell individuo, che è solo, di ricordare. Asplund, Lewerentz e Brandt contribuirono in modo fondamentale allo sviluppo dei cimiteri metropolitani nella prima metà del XX secolo, riformulando l idea di paesaggio e natura in termini di ambientazione moderna e profana, e soprattutto riuscirono a individuare soluzioni pragmatiche nell ambito del concetto di estetica dell assenza.