CAPITOLO 11 L ETICHETTATURA DEI PRODOTTI TESSILI
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- Raimondo Deluca
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1 CAPITOLO 11 L ETICHETTATURA DEI PRODOTTI TESSILI 1. INTRODUZIONE 2. NORME CHE DISCIPLINANO LA ETICHETTATURA DI COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI TESSILI 3. LE FINALITÀ DELLA LEGGE 4. LA SFERA DI APPLICAZIONE - TIPOLOGIA DEI PRODOTTI SOGGETTI A MARCATURA 4.1. SFERA DI APPLICAZIONE 4.2. PRODOTTI NON ASSOGGETTATI ALL OBBLIGO DI ETICHETTATURA O STAMPIGLIATURA 4.3. PRODOTTI SOGGETTI AD OBBLIGO DI MARCATURA 5. DENOMINAZIONI DELLE FIBRE TESSILI E LORO TASSO DI RIPRESA 6. MODALITÀ PER LA INDICAZIONE DI COMPOSIZIONE DEL PRODOTTO TESSILE 7. TOLLERANZE TRA IL CONTENUTO FIBROSO DICHIARATO E QUELLO RISCONTRATO 8. METODI DI PROVA PER LA VERIFICA DELLA COMPOSIZIONE FIBROSA 9. ETICHETTATURA DI MANUTENZIONE DEI PRODOTTI TESSILI 10. DEFINIZIONI 11. DESCRIZIONE E DEFINIZIONE DEI SEGNI GRAFICI LAVAGGIO AD UMIDO CANDEGGIO AL CLORO STIRATURA LAVAGGIO A SECCO ASCIUGATURA A MEZZO DI ASCIUGABIANCHERIA A TAMBURO ROTATIVO 12. ETICHETTATURA E IMPIEGO DEI SEGNI GRAFICI 1. INTRODUZIONE Sui capi di abbigliamento e su altri prodotti tessili vengono apposte etichette che hanno lo scopo di informare il consumatore in relazione a particolari caratteristiche del prodotto stesso; ad oggi, in Italia, l unica etichetta obbligatoria è quella che ne identifica la composizione fibrosa. Un ulteriore etichetta, che non riveste carattere di obbligatorietà ma che solitamente accompagna i tessili è l etichetta di manutenzione sulla quale sono apposti simboli grafici che istruiscono il consumatore su come trattare il capo quando lo si debba lavare, sbiancare, stirare ed asciugare. Vediamo quindi nel dettaglio le norme che disciplinano questi due sistemi di etichettatura. 2. norme che disciplinano la etichettatura di composizione dei prodotti tessili Le norme che disciplinano la composizione fibrosa dei prodotti tessili sono pag. 1 di 31
2 sostanzialmente le seguenti: - Legge n 883 del 26 /11/ 197: Disciplina per la denominazione e per la etichettatura dei prodotti tessili. - D.M. 31/01/74: Metodi di analisi quantitativa di miste binarie di fibre tessili. - D.M. 12/08/74: Metodi di analisi quantitativa di miste ternarie di fibre tessili. - Legge n 669 del 04/10/1986: Modifiche ed integrazioni alla legge n 883 del 26/11/73. - D.L. n 194 del 22/05/1999: Attuazione della direttiva 96/74/CE relativa alle denominazioni del settore tessile. - D.M. 19/10/1999: Attuazione della direttiva 97/37/CE, recante adattamenti al progresso tecnico degli Allegati I e II della direttiva 96/74/CE sulle denominazioni del settore tessile. Esistono poi altre leggi, direttive o decreti che modificano o integrano le precedenti in maniera non sostanziale. La legge originaria scaturisce dalla Direttiva Comunitaria del 26 luglio 1971 n 71/307/CEE per l armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle denominazioni del settore tessile. 3. le finalità della legge L obbiettivo della legge è quello di fornire al consumatore delle informazioni sulla composizione qualitativa e quantitativa dei prodotti tessili e di tutelare il consumatore nonché i produttori stessi da una presentazione ingannevole del prodotto, sia nelle fasi di trasformazione sia nelle fasi della distribuzione. In linea generale le norme: 1. Definiscono la tipologia dei prodotti soggetti a marcatura. 2. Definiscono le denominazioni delle fibre tessili ed il loro tasso di ripresa. 3. Definiscono le modalità per l indicazione di composizione del prodotto tessile. 4. Definiscono le tolleranze tra il contenuto fibroso dichiarato e quello effettivamente riscontrato. 5. Definiscono i metodi di prova per verificare la composizione fibrosa. 4. la sfera di applicazione - tipologia dei prodotti soggetti a marcatura 4.1. Sfera di applicazione I prodotti tessili di produzione nazionale ed importati che vengono immessi sul mercato nel territorio della Repubblica sono soggetti alle disposizioni della presente legge che viene applicata: - ai prodotti esclusivamente composti di fibre tessili. - ai prodotti in cui la parte tessile è essenziale. pag. 2 di 31
3 - ai prodotti in cui la parte tessile viene volutamente messa in risalto dal produttore o dal dettagliante. Restano deliberatamente esclusi dalla legge: - i prodotti composti esclusivamente da tessili ma destinati alla esportazione. - i prodotti temporaneamente importati nel territorio della Repubblica sotto controllo doganale per fini di transito diretto od indiretto. - i prodotti temporaneamente importati nel territorio della Repubblica per esservi sottoposti a lavorazioni di qualsiasi genere ed esservi poi riesportati. - i prodotti affidati a lavoratori a domicilio o consegnati per lavorazioni per conto terzi. - i prodotti nei quali la parte tessile è praticamente trascurabile rispetto all importanza del prodotto stesso. Si tratta dei prodotti originariamente elencati nell allegato C alla legge n 883 e successivamente integrato e modificato Prodotti non assoggettati all obbligo di etichettatura o stampigliatura 1. Fermamaniche di camicie 2. Cinturini per orologio di materia tessile 3. Etichette e contrassegni 4. Manopole imbottite e di materia tessile 5. Copri-caffettiere 6. Copri-teiere 7. Mezze maniche 8. Manicotti non di felpa 9. Fiori artificiali 10. Puntaspilli 11. Tele dipinte 12. Prodotti tessili per rinforzi e supporti 13. Feltri 14. Prodotti tessili confezionati usati, purché esplicitamente dichiarati tali 15. Ghette 16. Eliminato 17. Imballaggi diversi da quelli nuovi e venduti come tali 18. Cappelli di feltro 19. Articoli di materia tessile di pelletteria e selleria 20. Articoli di materia tessile da viaggio 21. Arazzi ricamati a mano, finiti o da completare e materiali per la loro fabbricazione, compresi i fili per ricamo venduti separatamente dal canovaccio e appositamente confezionati per essere impiegati per tali arazzi 22. Chiusure lampo 23. Bottoni e fibbie ricoperti di materia tessile 24. Copertine di libri di materia tessile 25. Giocattoli 26. Parti tessili delle calzature ad eccezione delle fodere coibenti 27. Centrini composti di vari elementi la cui 32. Custodie in tessuto per occhiali, sigarette e sigari, accendisigari e pettini 33. Articoli di protezione per lo sport ad esclusione dei guanti 34. Necessaires da toletta 35. Necessaires per calzature 36. Articoli funerari 37. Articoli monouso ad eccezione delle ovatte Agli effetti della presente legge sono considerati monouso gli articoli tessili destinati ad essere usati una sola volta ovvero per breve durata ed il cui normale impiego escluda qualsiasi ricondizionamento per un ulteriore uso identico o analogo. 38. Articoli tessili soggetti alle norme della farmacopea europea e recanti una marcatura che vi fa riferimento, bende e fasciature non monouso per applicazioni mediche ed ortopediche ed articoli per ortopedia in generale. 39. Articoli tessili compresi funi, corde e spaghi (fatto salvo il punto 12 dell allegato D) destinati normalmente: a) ad essere usati in modo strumentale nelle attività di produzione e di trasformazione dei beni; b) ad essere incorporati in macchine, impianti (di riscaldamento, climatizzazione, illuminazione, eccetera) apparecchi domestici ed altri, veicoli ed altri mezzi di trasporto, ovvero a servire per il funzionamento la manutenzione e l attrezzatura dei medesimi, esclusi i teloni e gli accessori in materie tessili per pag. 3 di 31
4 superficie sia inferiore a 500 cm2 28. Tessuti e guanti per ritirare piatti dal forno 29. Copriuova 30. Astucci per il trucco 31. Borse in tessuto per il tabacco automobili, venduti separatamente dai veicoli. 40. Articoli tessili di protezione e di sicurezza, paracadute, giubbotti di salvataggio, scivoli d emergenza, dispositivi antincendio, giubbotti antiproiettile, indumenti speciali e di protezione (ad esempio: protezione contro il fuoco, gli agenti chimici ed altri rischi) 41. Strutture gonfiabili a pressione pneumatica (padiglioni per lo sport, stand di esposizione, depositi eccetera), sempre che vengano fornite indicazioni sulle loro prestazioni e caratteristiche tecniche 42. Vele 43. Articoli tessili per animali 44. Bandiere, stendardi e gagliardetti. Scheda definizione articoli tecnici Denominazione delle merci Lucignoli, tessuti, intrecciati o a maglia, di materie tessili, per lampade, fornelli, candele e simili, reticelle ad incandescenza, anche impregnate, e tessuti tubolari a maglia occorrenti per la loro fabbricazione. Tubi per pompe ed altri tubi simili, di materie tessili, anche con armature od accessori di altre materie: A. di fibre tessili sintetiche B. di altre materie tessili Nastri trasportatori e cinghie di trasmissione di materie tessili, anche armati. Tessuti e manufatti per usi tecnici, di materie tessili: A. tessuti, feltri o tessuti rinforzati di feltro, aventi uno o più strati di gomma, cuoio od altre materie, dei tipi comunemente usati nella fabbricazione di guarniture per scardassi e manufatti simili per altri usi tecnici. B. vele e teli da buratti anche confezionati: I. di seta o di borra di seta (schappe) II. di altre materie tessili C. tessuti, feltrati o non, anche impregnati o spalmati, dei tipi comunemente usati nelle macchine per cartiere o per altri usi tecnici, tubolari o senza fine, a catene o a trame semplici o multiple (o a catene e a trame semplici o multiple), oppure a tessitura piana, a catene o a trame multiple (o a catene e a trame multiple): I. di seta, di fibre tessili sintetiche o artificiali a. dei tipi comunemente usati nelle macchine per cartiere b. per altri usi tecnici II. di altre materie tessili: a. di lana: 1. Dei tipi comunemente usati nelle macchine per cartiere 2. per altri usi tecnici b. di altre materie tessili: 1. dei tipi comunemente usati nelle macchine per cartiere 2. per altri usi tecnici D. altri: pag. 4 di 31
5 I. tessuti per fiscoli e bruscole e tessuti spessi dei tipi comunemente usati per le presse degli oleifici o per usi tecnici simili II. cordoni lubrificanti, trecce, corde e altri simili prodotti tessili per baderne, pressatraccie, premistoppa e simili usi industriali, anche impregnati, spalmati o armati III. non nominati: a. di feltro (dischi per macchine lucidatrici, giunti, rondelle ecc.) b. altri 4.3. Prodotti soggetti ad obbligo di marcatura Categoria 1 - Prodotti composti esclusivamente da fibre tessili di qualsiasi natura quali sono definite nell Allegato A alla legge, allo stato greggio, di semilavorato, di semimanufatto, di manufatto, di semiconfezionato, di confezionato, qualunque sia la loro tecnica di produzione. Categoria 2 - Prodotti assimilabili per tipologia ai precedenti e contenenti fibre tessili in misura superiore all 80% del peso totale del prodotto. Categoria 3 - Parti tessili di oggetti specificamente elencati quali: rivestimenti di mobili di materassi e di prodotti di arredamento, di ombrelli ed ombrelloni, di articoli da campeggio, nonché di fodere coibenti i guanti e le calzature qualora queste parti contengano fibre tessili per almeno l 80% del loro peso. Rivestimento di pavimenti quando almeno l 80% in peso dello strato d usura è composto da fibre tessili. Categoria 4 - Prodotti non compresi nei precedenti punti e sui quali per finalità commerciali viene richiamata la parte tessile incorporata. 5. DENOMINAZIONI DELLE FIBRE TESSILI E LORO TASSO DI RIPRESA Le denominazioni da utilizzare per la identificazione qualitativa delle fibre tessili sono quelle richiamate nell Allegato A della legge. L Allegato A alla legge n 883 veniva successivamente modificato dal D.M. 12/10/87 n 482 Sia per la determinazione del peso mercantile delle fibre che per determinare il contenuto quantitativo di un tessile misto, la legge, nell Allegato B definisce i tassi di ripresa di ogni singola fibra. Gli allegati A e B alla legge n 883 venivano successivamente modificati dal D.M. 12/10/87 n 482 quindi trasformati nell Allegato I e Allegato II del D. Lgs. 194 del 22/05/99 i quali sono stati a loro volta modificati dal D.M. 19/10/99. Scheda Allegato I al D.L. 194 integrato con le modifiche apportate dal D.M. 19/10/99 N Denominazione Lana (f) (1) Alpaca (m), lama (m), cammello (m), kashmir (m) mohair (m), angora (m), vigogna (f), yack (m) guanaco (m) cashgora (m), castoro (m), lontra (f) preceduto o meno dalla Descrizione delle fibre Fibra tratta dal vello della pecora (Ovis aries) Peli degli animali citati a fianco: alpaca, lama, cammello, capra del Kashmir, capra angora, coniglio angora, vigogna, yack, guanaco, capra pag. 5 di 31
6 denominazione "lana o "pelo (1) Pelo (m) o crine (m) con o senza indicazione della specie animale (per esempio perlo di bovino, pelo di capra comune, crine di cavallo...) Seta (f) Cotone (m) Kapok (m) Lino (m) Canapa (f) Juta (f) Abaca (f) Alfa (f) Cocco (m) Ginestra (f) Ramié (m) Sisal (m) Sunn Henequen Maguey Acetato (m) Alginica Cupro (m) Modal (m) Proteica Triacetato (m) Viscosa (f) Acrilica cashgora (incrocio della capra del Kashmir e della capra angora), castoro, lontra Pelli di vari animali diversi da quelli citati ai punti 1 e 2 Fibra proveniente esclusivamete da insetti sericigeni Fibra proveniente dal seme del cotone (Gossypium) Fibra proveniente dall interno del frutto del kapok (Ceiba pentandra) Fibra proveniente dal libro del lino (Linum usitatissimum) Fibra proveniente dal libro della canapa (Cannabis sativa) Fibra proveniente dal libro del Corchorus olitorius e del Corchorus capsularis. Ai sensi della presente direttiva sono assimilate alla juta le fibre provenienti dal libro dell Hibiscus-cannabinus, Hibiscus sabdariffa, Abutilon avicennae, Urena lobata, Urena sinutata Fibra proveniente dalle guaine fogliari della Musa textilis Fibra proveniente dalle foglie della Stipa tenacissima Fibra proveniente dal frutto della Cocos nucifera Fibra proveniente dal libro del Cytisus scoparius e/o Spartium junceum Fibra proveniente dal libro della Bohemeria nivea e della Bohemeria tenacissima Fibra proveniente dalle foglie dell Agave sisalana Fibra proveniente dal libro pag. 6 di 31
7 della Crotolaria juncea Fibra proveniente dal libro dell Agave Fibra proveniente dal libro dell Agave Cantala Fibra d acetato di cellulosa di cui meno del 92% ma almeno il 74% dei gruppi ossidrilici è acetilato Fibra ottenuta dai sali metallici dell acido alginico Fibra di cellulosa rigenerata ottenuta mediante procedimento cuprammoniacale Fibre in cellulosa rigenerata ottenuta con un procedimento viscoso modificato e avente un elevata forza di rottura e un alto modulo a umido. la forza di rottura (Bc) allo stato ambientato e la forza (Bm) necessari a aottenere un allungamento del 5% allo stato umido sono: Bc (centi-newton) = 1,3 x vt + 2T; Bm (centi-newton) = 0,5 x vt; dove T è la massa lineica espressa in decitex Fibra ottenuta a partire da sostanze proteiche naturali rigenerate e stabilizzate mediante l azione di agenti chimici Fibra di acetato di cellulosa di cui almeno il 92% dei gruppi ossidrilici è acetilato Fibra di cellulosa rigenerata ottenuta mediante il procedimento viscosa per il filamento e per la fibra non continua Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena almeno l 85% in massa del motivo acrilonitrilico pag. 7 di 31
8 N Denominazione Clorofibra (f) Fluorofibra (f) Modacrilica Poliammide o nylon Aramide Poliimmide Lyocell Poliestere (m) Polietilenica Polipropilenica Poliureica Poliuretanica Vinilal (m) Trivinilica Gomma Elastan (m) Vetro tessile (m) Denominazione corrispondente alla materia della quale le fibre sono composte, per esempio: metallo (metallica, metallizzata), amianto, carta Descrizione delle fibre Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena più del 50% in massa del motivo monomerico vinilico clorurato o vinilidenico clorurato Fibra formata da macromolecole lineari ottenute da monomeri alifatici fluorurati Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena più del 50% e meno dell 85% in massa del motivo acrilonitrilico Fibra costituita da macromolecole lineari sintetiche aventi nella loro catena legami ammidici ricorrenti, di cui almeno l 85% è legato a motivi alifatici o cicloalifatici Fibra di macromolecole lineari sintetiche, costituite da gruppi aromatici legati fra loro da legami ammidici e immidici, di cui almeno l 85% è legato direttamente a due nuclei aromatici, mentre il numero dei legami immidici, ove presenti, non può essere superiore a quello dei legami ammidici Fibra costituita da macromolecole lineari sintetiche aventi nella catena motivi immidici ricorrenti Fibra di cellulosa rigenerata, ottenuta con procedimento di dissoluzione e di filatura in solvente organico, senza formazione di derivati (2) Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena almeno l 85% di massa di un estere da diolo e acido tereftalico Fibra formata da macromolecole lineari sature di idrocarburi alifatici non pag. 8 di 31
9 tessile, precedute o meno dalla parola "filo" sostituiti Fibra formata da macromolecole lineari sature di idrocarburi alifatici, di cui un atomo di carbonio ogni due porta una ramificazione metilica, in configurazione isotattica e senza ulteriori sostituzioni Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena la ripetizione del gruppo funzionale ureilenico (NH-CO-NH) Fibra formata da macromolecole lineari aventi nella catena la ripetizione del gruppo funzionale uretanico Fibra formata da macromolecole lineari la cui catena è costituita da alcole polivinilico a tasso di acetalizzazione variabile Fibra formata da terpolimero di acrilonitrile, di un monomero vinilico clorurato e di un terzo monomero vinilico, nessuno dei quali rappresenta il 50% della massa totale Fibra elastomerica costituita sia da poliisoprene naturale o sintetico, sia da uno o più dieni polimerizzati con o senza uno o più monomeri vinilici che, allungato sotto una forza di trazione fino a raggiungere tre volte la lunghezza iniziale, riprende rapidamente e sostanzialmente tale lunghezza non appena cessata la forza di trazione Fibra elastomerica costituita da almeno l 85% in massa da poliuretano segmentatao, che allungata sotto una forza di trazione fino a raggiungere tre volte la lunghezza iniziale, riprende rapidamente e pag. 9 di 31
10 sostanzialmente tale lunghezza non appena cessata la forza di trazione Fibra costituita da vetro Fibre ottenute da materie varie o nuove, diverse da quelle indicate (1) La denominazione lana di cui al numero 1 può essere usata anche per indicare una mischia di fibre provenienti dai velli della pecora e dai peli indicati al numero 2, terza colonna. Questa disposizione si applica ai prodotti di cui agli artt. 4 e 5 nonché a quelli di cui all art. 6, a condizione che questi ultimi siano parzialmente composti dalle fibre indicate ai numeri 1 e 2. (2) Per solvente organico si intende essenzialmente una miscela di prodotti chimici organici e di acqua. Scheda Allegato II al D.L. 194 integrato con le modifiche apportate dal D.M. 19/10/99 N Denominazione Lane e peli: fibre pettinate fibre cardate Peli: fibre pettinate fibre cardate Crine: fibre pettinate fibre cardate Seta Cotone: fibre normali fibre mercerizzate Kapok Lino Canapa Juta Abaca Alfa Cocco Ginestra Ramié (fibra bianchita) Sisal Sunn Henequen Maguey Acetato Alginica Cupro Modal Proteica Triacetato Descrizione delle fibre 18,25 17,00 (1) 18,25 17,00 (1) 16,00 15,00 11,00 8,50 10,50 10,90 12,00 12,00 17,00 14,00 14,00 13,00 14,00 8,50 14,00 12,00 14,00 14,00 9,00 20,00 13,00 13,00 17,00 7,00 pag. 10 di 31
11 N Viscosa Acrilica Clorofibra Fluorofibra Modacrilica Poliamidica o nylon: fibra non continua filamento Aramide Poliimmide Lyocell Poliestere: fibra non continua filamento Polietilenica Polipropilenica Poliureica Denominazione Poliuretanica: fibra non continua filamento Vinilal Trivinilica Gomma Elastan Vetro tessile Ø medio > 5 micron Ø medio = 5 micron Metallica Metallizzata Amianto 13,00 2,00 2,00 0,00 2,00 6,25 5,75 8,00 3,50 13,00 1,50 1,50,50 2,00 2,00 Descrizione delle fibre 3,50 3,00 5,00 3,00 1,00 1,50 2,00 3,00 2,00 2,00 2,00 13,75 Carta tessile (1) Il tasso convenzionale del 17% è applicato nel caso in cui nonsia possibile accertare se il prodotto tessile contenente lana e/o peli appartenga al ciclo pettinato o cardato. 6. modalità per la indicazione di composizione del prodotto tessile La legge 883 stabilisce gli elementi che possono concorrere a formare l indicazione di composizione fibrosa enunciando nello stesso tempo norme ben precise a seconda della effettiva composizione del prodotto tessile. Più precisamente definisce e determina l uso: a) delle denominazioni. b) dei qualificativi c) dei dati relativi alla composizione percentuale dei tessili misti a) Delle denominazioni Ai sensi di legge per denominazione di una fibra si intende il nome della fibra o delle fibre di cui è composto il prodotto tessile e la cui natura è descritta nella terza colonna dell Allegato A annesso alla legge in corrispondenza con la denominazione utilizzata. La legge impedisce categoricamente di vendere o di offrire in vendita un prodotto diverso, per qualità, a quello dichiarato od annunciato; inoltre, la legge vieta anche l uso di parole pag. 11 di 31
12 composte in cui è richiamato il nome di una fibra tessile. b) Dei qualificativi Agli effetti della legge per qualificativi si intendono esclusivamente i seguenti termini: puro, tutto, 100 percento lana vergine, lana di tosa c) Dei dati relativi alla composizione percentuale dei tessili misti c.1) Prodotti misti in cui una fibra è contenuta in misura non inferiore all 85% L indicazione della composizione del prodotto può essere così effettuata: c.1.1) con l indicazione del nome della fibra dominante seguita dalla sua percentuale omettendo il nome delle altre fibre. Es. Lana 90% c.1.2) con l indicazione del nome della fibra dominante seguita dalla sua percentuale ed il nome di una ulteriore fibra senza l indicazione della sua percentuale qualora quest ultima superi il contenuto del 10%. Es. Cotone 85% - Poliestere c.1.3) qualora si intenda dichiarare la presenza di una fibra contenuta in una percentuale inferiore al 10% la denominazione di questa dovrà essere seguita dalla relativa percentuale. Es. Cotone 85% - Seta 6% - Lino 5% c.1.4) se la fibra dominante è lana vergine è obbligatoria l indicazione percentuale delle fibre componenti. c.1.5) con l uso della espressione minimo 85% preceduta o seguita dal nome della fibra. Es. Minimo 85% Acrilico Ovvio che questo caso non può essere applicato alla lana vergine in quanto si ricadrebbe nel caso del precedente punto c.1.4). c.1.6) è possibile indicare la completa composizione percentuale del prodotto. Es. Lana 85% - Acrilico 10% - Poliestere 5% c.2) Prodotti misti in cui nessuna fibra raggiunge l 85% del peso tessile totale. L indicazione della composizione del prodotto può essere così effettuata: c.2.1) con l indicazione della fibra dominante e della relativa percentuale in peso seguita dalla enumerazione delle altre fibre, in ordine decrescente senza l indicazione della loro percentuale in peso. Es. Cotone 60% - Poliestere - Seta c.2.2) con l indicazione della fibra dominante e della relativa percentuale in peso seguita dalla enumerazione delle altre fibre, in ordine decrescente con l indicazione della loro relativa percentuale in peso. Es. Lana 40% - Poliestere 35% - Nylon 25% c.2.3) nel caso di due o più fibre dominanti ovvero con percentuale di composizione pag. 12 di 31
13 uguale, è necessario indicare per ognuna la sua percentuale seguita dalla enumerazione della altre fibre con o senza la loro percentuale di composizione. Es. Lana 40% - Nylon 40% - Angora - Kashmir Lana 40% - Nylon 40% - Angora 10% - Kashmir 10% c.2.4) per i prodotti di cui ai precedenti punti c.2. la legge introduce la possibilità di usare l espressione altre fibre seguita dalla indicazione della loro percentuale globale, da utilizzare per indicare l insieme di talune fibre presenti nel prodotto tessile ciascuna in misura inferiore al 10%. Qualora si voglia espressamente indicare la composizione di una fibra inferiore al 10% l espressione altre fibre non è più permessa divenendo obbligatoria l indicazione completa percentuale del prodotto. c.3) c.4) c.5) Prodotti per i quali esistono difficoltà tecniche di precisare la composizione Trattasi di quei prodotti il cui scarso valore non giustifica, sia pure nell interesse del consumatore, una ricerca analitica approfondita della loro composizione. Prodotti misto lino Per i prodotti misto lino, cioè a dire quelli composti con ordito in puro cotone e trama in puro lino, è consentito l uso della espressione misto lino accompagnato dalla dicitura ordito puro cotone - trama puro lino sempre che il contenuto di lino sia superiore al 40% del peso totale del prodotto non apprettato. Prodotti di lana vergine I prodotti composti in tutto od in parte di lana vergine e per i quali si voglia usare questa espressione, seguono alcune regole particolari e cioè: c.5.1) È considerata lana vergine quella nuova o comunque quelle fibre di lana che non hanno mai subito un processo di torsione definitiva o un trattamento di feltratura. c.5.2) Tutta la lana presente nel prodotto deve consistere in lana vergine. c.5.3) Nel caso di un prodotto misto in cui è utilizzata la denominazione lana vergine la lana dovrà essere superiore al 25%. c.5.4) Nel caso di un prodotto misto in mischia intima, in cui è utilizzata la denominazione lana vergine la lana non potrà essere mischiata con più di un altra fibra. c.5.5) Se un filato di lana vergine puro od in mischia intima con un altra fibra viene intessuto con filati composti da altre fibre, ottenendo un tessuto scomponibile meccanicamente, è consentita la denominazione lana vergine anche se il prodotto contiene più di due fibre. c.5.6) Nel caso di un prodotto misto in cui è utilizzata la denominazione lana vergine è obbligatoria l indicazione percentuale totale delle fibre presenti. 7. tolleranze tra il contenuto fibroso dichiarato e quello riscontrato In relazione a quest ultimo punto: TOLLERANZE queste sono di due tipi: TOLLERANZE DI FABBRICAZIONE: TOLLERANZE PER PRESENZA DI FIBRE DI INQUINAMENTO pag. 13 di 31
14 Differenze giustificabili da motivi tecnici: Presenze di fibre inquinanti, non dichiarate, che non risultino da una aggiunta sistematica. Le differenze tra il contenuto fibroso dichiarato e quello trovato in sede di analisi sono regolamentate dalle seguenti tolleranze: Tipo di prodotto Ciclo produttivo Tolleranza di fabbricazione Tolleranza per presenza fibre di inquinamento Prodotti puri Cardati Massimo 5% Pettinati Massimo 2% Prodotti in pura lana vergine Cardati Massimo 0,3% Pettinati Massimo 0,3% Prodotti misti Cardati +/- 3% Massimo 5% */** Pettinati +/- 3% Massimo 2% */** Prodotti misti con lana vergine Cardati +/- 3% Massimo 0,3% Pettinati +/- 3% Massimo 0,3% Note: * Se le fibre di inquinamento fossero costituite da una o più fibre non dichiarate il prodotto è in tolleranza se tali fibre non superano i massimi prescritti e se, eliminandole dal calcolo, le fibre dichiarate rientrano nei limiti delle tolleranze di fabbricazione. ** Se le fibre di inquinamento fossero della stessa natura chimica di una delle fibre dichiarate [es. presenza di viscosa (fibra cellulosica) in una composizione fibrosa in cui si dichiara il cotone (anch essa fibra cellulosica)] la tolleranza per presenza di fibre di inquinamento sale al 5% per i prodotti del ciclo pettinato ed all 8% per i prodotti del ciclo cardato. 8. METODI DI PROVA PER LA VERIFICA DELLA COMPOSIZIONE FIBROSA I Decreti Ministeriali 31/01/74 e 12/08/74 definiscono rispettivamente i metodi di analisi quantitativa di mischie binarie e ternarie. Successivi Decreti hanno modificato o integrato i primi metodi di analisi (inizialmente 13) abolendone uno (il n 12) e definendone tre ulteriori. - Vengono indicate le procedure per la preparazione dei campioni e delle provette da sottoporre a prova. - Vengono definiti (allo stato attuale) 15 metodi di prova per l eliminazione selettiva di una fibra o gruppi di fibre dal provino sottoposto a verifica con i relativi limiti di fiducia. - Vengono date le indicazioni per organizzare una esatta sequenza per l esecuzione dei metodi. - Vengono indicati i metodi di calcolo. pag. 14 di 31
15 Gli attuali metodi di prova indicati dalla legge sono i seguenti: Metodo Campo di Applicazione Reattivo 1 Acetato/Determinate altre fibre Acetone 2 Determinate fibre proteiche/ Determinate altre fibre Ipoclorito di sodio 3 Viscosa, cupro, determinati tipi modal/cotone Cloruro di Zn acido formico 4 Nylon 6 o 6.6/ Determinate altre fibre Acido formico 80% 5 Acetato/Triacetato Alcool benzilico 6 Triacetato/ Determinate altre fibre Diclorometano 7 Determinate cellulosiche/poliestere Acido solforico 75% 8 Acriliche,det. modacriliche, clorofibre/det. altre fibre Dimetilformammide 9 Determinate clorofibre/ Determinate altre fibre Solfuro carbonio/acetone 10 Acetato/Determinate clorofibre Acido acetico glaciale 11 Seta/Lana o peli Acido solforico 75% 12 Abolito 13 Iuta/Determinate proteiche Dosaggio dell azoto 14 Polipropilenica/ Determinate altre fibre Cilene 15 Clorofibre/ Determinate altre fibre Acido solforico conc. 16 Clorofibre,det. modacrilica, det. elastan, acetato, triacet. / Determinate altre fibre Cicloesanone Il D.M. 31/01/74 all articolo 4, qualora non esista un metodo di analisi uniformato, permette di effettuare le prove utilizzando qualsiasi metodo valido a disposizione, dando indicazione nel rapporto di analisi dei risultati ottenuti e del grado di precisione del metodo semprechè sia conosciuto. Da un punto di vista pratico la procedura per determinare la composizione qualitativa e quantitativa di un prodotto tessile consta delle seguenti fasi: A) Preparazione dei campioni B) Esame microscopico qualitativo C) Pretrattamento del campione da sottoporre a prova D) Analisi quantitativa che può essere effettuata mediante: D.1) scomposizione meccanica D.2) metodi chimici D.3) metodi microscopici A) PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Il tecnico di laboratorio prepara la provetta da sottoporre alle analisi partendo da un campione rappresentativo del lotto in esame seguendo i criteri successivamente elencati: 1. Campionatura da fibre. Vengono preparati due provini di almeno 1 g prelevando casualmente piccoli ciuffi di fibre dal campione ridotto. 2. Campionatura da filati. Vengono ricavati due provini di almeno 1 g circa prelevando sezioni trasversali del fascio di fili componenti il campione ridotto. 3. Campionatura da tessuti (anche provenienti da capi di confezione in tessuto pag. 15 di 31
16 unitario). Verranno ritagliati dal campione ridotto un quadrato od un rettangolo seguendo esattamente il senso dei fili (file) e delle trame (ranghi). Se il tessuto presenta un disegno, la dimensione della provetta deve contenere esatti multipli del rapporto di disegno. Le provette dovranno essere due e pesare almeno 1g ciascuna. 4. Campionatura da tessuti provenienti da capi confezionati a più inserti. Verranno ritagliati da ogni tessuto componente il campione ridotto (che sarà in questo caso l insieme di più tessuti) vari quadrati o rettangoli seguendo esattamente il senso dei fili (file) e delle trame (ranghi). Se il tessuto presenta un disegno, la dimensione della provetta, deve contenere esatti multipli del rapporto di disegno. Le provette dovranno essere due e pesare almeno 1g ciascuna. In tal modo saranno formate delle sub-provette. Le singole sub-provette dovranno infine avere un peso unitario che rappresenti l esatto rapporto in peso che avevano nel capo i vari componenti da queste rappresentati. In alternativa potranno essere trattate le singole sub-provette analizzandole separatamente ed indipendentemente dal loro peso, effettuando il riproporzionamento percentuale dei singoli componenti in fase di calcolo definitivo. B) ESAME MICROSCOPICO QUALITATIVO Parallelamente alla preparazione dei campioni da sottoporre alle analisi si prelevano alcune fibre rappresentative di tutto il campione, si pongono su un vetrino da microscopia e si osservano al microscopio. La visione potrà essere effettuata a piacimento o secondo necessità, utilizzando come reattivo una soluzione di acqua e glicerina oppure reattivi contenenti iodio che fanno assumere alle fibre tipiche colorazioni in base alla loro natura chimica. Il tecnico di laboratorio dopo aver identificato le fibre, deciderà la sequenza dei metodi di prova da applicare per determinare l esatta composizione del campione; dall osservazione può anche essere apprezzata la presenza o meno di particolari sostanze non fibrose che debbono essere eliminate dal campione. C) PRETRATTAMENTO DEL CAMPIONE DA SOTTOPORRE A PROVA I prodotti tessili contengono sempre sostanze non fibrose che in genere traggono origine dai prodotti ausiliari utilizzati durante i processi di lavorazione quali ad esempio: ensimaggi di filatura, residui di bozzime o cere, detergenti, ausiliari di tintura, ammorbidenti e talvolta anche resine, colle ed altro. Tali sostanze non debbono essere prese in considerazione per la determinazione della composizione fibrosa quindi debbono essere eliminate. A tale scopo si compie un estrazione delle sostanze estranee, in apparecchio Soxhlet per mezzo di etere di petrolio, per 1 ora, regolando il flusso di estrazione affinché vengano eseguiti almeno 6 cicli. Si fa evaporare l'etere dal campione che poi subirà il seguente trattamento: - 1 ora in acqua a temperatura ambiente R.B. 1:100; - 1 ora in acqua a 65±5 C. Successivamente si elimina l'acqua in eccesso e si lascia essiccare il campione all'aria. Quando le sostanze non fibrose sono insolubili in etere di petrolio ed acqua, si sostituisce il procedimento ad acqua con un procedimento appropriato che non alteri i componenti fibrosi. Il peso da prendere come riferimento per il calcolo della percentuale fibrosa di ciascun componente di una mischia di fibre da analizzare è il peso condizionato, questo impone di effettuare la pesatura allo stato secco assoluto sia del campione iniziale da sottoporre a prova sia dei residui fibrosi sottoposti a prova; per la determinazione del peso del pag. 16 di 31
17 campione, in ogni fase lo si renda necessario, viene quindi seguito il seguente iter: - Essiccazione: le provette vengono poste per un tempo non inferiore a 4 ore e non superiore a 16 ore a 105±3 C in una stufa ventilata. - Raffreddamento: le provette vengono poste in un essiccatore per almeno 2 ore. - Pesatura: dopo il raffreddamento, si pesano le provette su una bilancia analitica a 4 cifre decimali. D) ANALISI QUANTITATIVA I metodi di analisi quantitativa delle fibre possono essere di tipo meccanico, chimico e microscopico. D.1) Determinazione della percentuale fibrosa tramite scomposizione meccanica Questa procedura viene applicata quando un tessuto risulta avere un ordito composto interamente da un unica fibra e da una trama composta interamente da una fibra diversa da quella di ordito oppure quando in un tessuto sono facilmente isolabili particolari fili di qualità fibrosa diversa dai rimanenti. Analoga procedura può essere applicata ad un filato composto quando i componenti di diversa natura chimica sono tra loro facilmente scomponibili. L operatore determina quale è il filato che può essere estratto dal tessuto (o dal filato) con maggior facilità, se quello di ordito o di trama, e procede a togliere progressivamente tutti i fili, aiutandosi se necessario con un ago da scampionatura e tenendo isolate le serie di filato aventi tra loro la stessa natura qualitativa. Quando le serie dei filati della stessa natura sono completamente separate vengono poste in altrettanti pesafiltro, messi in stufa, raffreddati e pesati. La massa delle singole serie di filato rispetto alla massa totale costituisce la percentuale della serie presa in considerazione. D.2) Determinazione della percentuale fibrosa con metodi chimici Questa metodologia consiste nell eliminare selettivamente tramite solubilizzazione in un adatto solvente di una delle fibre componenti il campione quindi ricavarne la sua percentuale per mezzo del calo in peso che viene ad essere riscontrato sul campione residuo. Sulla legge vengono definiti quindici metodi che sono applicabili a mischie binarie di fibre estendibili anche a mischie con un numero maggiore di fibre. D.2.1) Determinazione delle fibre di acetato in miste con determinate altre fibre - Metodo all acetone Questa procedura è applicabile alle mischie di acetato con: lana, peli animali, sete, cotone, lino, canapa, juta, abacà, alfa, cocco, ginestra kenaf, ramiè, sisal, cupro, modal, viscosa, acrilico, poliammide, poliestere. L operatore aggiunge alla provetta, preventivamente pesata e posta in una beuta, 100 ml di acetone per grammo di materiale; lascia per 30 minuti a temperatura ambiente agitando ogni tanto; filtra quindi il liquido mediante imbuto con setto poroso filtrante nella beuta caudata per vuoto. L operazione viene ripetuta per altre 2 volte per un tempo di 15 minuti. Il residuo viene quindi trasferito nell imbuto con setto poroso filtrante, lavato con acetone pag. 17 di 31
18 aiutandosi con il vuoto e successivamente essiccato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di acetato nel presenti nel campione. D.2.2) Determinazione di determinate fibre proteiche in miste con determinate altre fibre - Metodo all ipoclorito di sodio alcalino Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di lana, seta, peli animali, proteiche rigenerate in mista con: acrilico, clorofibra, poliestere, propilene, vetro tessile, poliammide, cotone, cellulosiche artificiali ed elastam. L operatore pone la provetta, preventivamente pesata, in un becker di vetro o di plastica di adeguate dimensioni in modo da consentire di aggiungere 100 ml di reattivo (contenente circa 35 g/l di cloro attivo e 5 g/l di sodio idrossido) per grammo di campione. Si agita ad intervalli di tempo ravvicinati lasciando per 40 minuti a temperatura ambiente. Successivamente si filtra il contenuto del recipiente su imbuto con setto poroso aiutandosi con il dispositivo a vuoto. Il residuo viene quindi lavato con acqua, soluzione di acido acetico 5 ml/l, quindi nuovamente con acqua, essiccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre proteiche presenti nel campione. D.2.3) Determinazione di viscosa cupro o determinati tipi di modal in miste con cotone - Metodo dell acido formico e cloruro di zinco Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di viscosa, cupro o modal in mista con cotone. Si versano in un becker 100 ml. di soluzione di cloruro di zinco/acido formico (20g/80g) per ogni grammo di provetta da analizzare e si porta la soluzione alla temperatura di 40 +/- 2 C, quando il reattivo ha raggiunto la temperatura si aggiunge la provetta preventivamente pesata. Mantenendo la temperatura si lascia il campione nella soluzione per due ore e mezzo agitando di tanto in tanto. Ciò fatto si filtra il contenuto del becker in un imbuto con setto poroso filtrante, si lava con acqua, successivamente con 100 ml di soluzione ammoniacale e nuovamente con acqua infine si essicca e si pesa. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre cellulosiche artificiali presenti nel campione. D.2.4) Determinazione della poliammide 6 e 6,6 in miste con determinate altre fibre - Metodo all acido formico all 80% Questa procedura descrive il metodo per determinare la fibra poliammidica 6 a 6,6 in miste con lana, peli animali, cotone, cupro, modal, viscosa, acrilico, clorofibra, poliestere, polipropilene. Si pone la provetta preventivamente pesata in un becker e si aggiungono 100 ml di reattivo per ogni grammo; si lascia quindi la provetta nella soluzione per 15 minuti a temperatura ambiente agitando di tanto in tanto. Trascorso il tempo si filtra il residuo utilizzando un setto poroso filtrante posto su beuta per vuoto, si lava quindi con un po di reattivo e successivamente con acqua calda, ammoniaca diluita, acqua fredda; il residuo pag. 18 di 31
19 così sciacquato viene essiccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre poliammidiche presenti nel campione. D. 2. 5) Determinazione delle fibre cellulosiche in miste con poliestere Metodo all acido solforico all 75% Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di fibre cellulosiche naturali ed artificiali in miste con poliestere. Si pone la provetta, preventivamente pesata, in una beuta da almeno 500 ml aggiungendo 200 ml di acido solforico al 75% per ogni grammo di campione; si pone quindi la beuta su piastra scaldante o in bagnomaria in modo da mantenere la sua temperatura a 50 C -/+ 5 C. per 1 ora agitando ogni 10 minuti. Si filtra quindi il residuo su un imbuto con setto poroso filtrante posto su beuta per vuoto e si lava 2 volte con piccole porzioni di acido solforico al 75% e successivamente con acqua, ammoniaca diluita ed acqua. Ciò fatto si secca il residuo in stufa e si pesa. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre cellulosiche presenti nel campione D.2.6) Determinazione delle fibre acriliche, determinate modacriliche o determinate clorofibre in miste con determinate altre fibre - Metodo alla dimetilformammide DMF Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di fibre acrilica, determinate modacriliche o determinate clorofibre in miste con lana, peli animali, cupro, modal, viscosa, cotone, poliammide, seta, poliestere. Prima di fare l analisi è opportuno verificare la solubilità delle fibre modacriliche e clorofibre nel reattivo dimetilformammide per accertarne la solubilità o meno. Si pone la provetta, preventivamente pesata, in una beuta da almeno 200 ml aggiungendovi 80 ml di reattivo precedentemente scaldato a bagnomaria bollente per ogni grammo di campione. Si tappa e si agita affinché la provetta si imbeva del reattivo; si mantiene quindi per 1 ora a bagnomaria bollente agitando di tanto in tanto. Ciò fatto si filtra il solvente attraverso un imbuto con setto poroso filtrante mantenendo il campione nella beuta; si aggiungono quindi 60 ml di DMF nuova e si scalda ancora per 30 minuti agitando. Trascorsi i trenta minuti si filtra la DMF sull imbuto con setto poroso filtrante e si lava il residuo contenuto nella beuta con DMF pulita filtrando di nuovo. Ciò fatto si lava il residuo con acqua. Se il residuo è costituito da poliammide o poliestere seccare, raffreddare e pesare. Se il residuo è costituito da lana o seta, fibre di cellulosa rigenerata o naturale, andrà lavato con acqua varie altre volte. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre acriliche presenti nel campione. D.2.7) Determinazione delle fibre di seta in miste con lana o peli - Metodo all acido solforico 75% Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di seta in mista con lana o peli. La provetta del campione da analizzare, preventivamente pesata, viene messa in una beuta con tappo a smeriglio assieme a 100 ml di acido solforico 75% per grammo di pag. 19 di 31
20 materiale e lasciata a riposare per 1 ora a temperatura ambiente agitando dopo 30 minuti. Il contenuto della beuta viene quindi filtrato su setto poroso, sciacquato prima con acido solforico 75% poi con acido solforico diluito, con acqua, con soluzione di ammoniaca diluita lasciando ogni volta le fibre in contatto con il liquido per 10 minuti e poi applicando il vuoto. Il residuo viene infine lavato lasciando le fibre a contatto con l acqua per 30 minuti. Eliminata l acqua si essicca il residuo, e si pesa. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di seta presente nel campione. D.2.8) Determinazione delle fibre polipropileniche in miste con determinate altre fibre - Metodo allo xilene Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di fibre polipropileniche in mista con: lana, peli animali, seta, cotone, acetato, triacetato, cupro, viscosa, acriliche, poliammide, poliestere vetro tessile. La provetta del campione da analizzare, preventivamente pesata, viene posta in un pallone di adeguate dimensioni nel quale vengono aggiunti 100 ml di xilene per ogni grammo di materiale. Il pallone viene posto in un mantello scaldante, al quale è applicato un refrigerante a ricadere. Il solvente viene quindi portato all ebollizione che viene mantenuta per tre minuti, immediatamente dopo il solvente viene eliminato filtrandolo su imbuto con setto poroso preriscaldato. Tutta l operazione viene quindi ripetuta per altre due volte utilizzando 50 ml di solvente fresco. Il residuo presente nel pallone viene quindi lavato con xilene bollente, e successivamente con etere di petrolio. Filtra sull imbuto con setto poroso filtrante, lascia evaporare il solvente quindi secca il residuo in stufa, raffredda e pesa. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre polipropileniche presenti nel campione. D.2.9) Determinazione delle fibre di acetato in mista con fibre di triacetato - Metodo all alcool benzilico. Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di acetato in miste con triacetato. Si pone la provetta secca preventivamente pesata in una beuta nella quale vengono aggiunti 100 ml di alcool benzilico per ogni grammo di materiale. La beuta viene chiusa e messa a bagnomaria per 20 minuti a 52+/-2 C. agitando frequentemente. Si elimina quindi il liquido dalla beuta filtrandolo e si ripete l operazione precedente per altre due volte, successivamente si lava il residuo con alcool benzilico a 52 C sull imbuto filtrante. Si pone nuovamente il materiale nella beuta dove lo si lava aggiungendo alcool etilico. Il residuo viene quindi seccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre di acetato presenti nel campione D.2.10) Determinazione delle fibre di triacetato in mista con determinate altre fibre - Metodo al diclorometano. Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di triacetato in miste con: lana, peli, seta, cotone, cupro, modal, viscosa, acrilico, poliammide, poliestere. pag. 20 di 31
21 La provetta da esaminare, preventivamente pesata, viene posta in una beuta nella quale si aggiungono 100 ml di diclorometano per ogni grammo; si lascia quindi riposare per 30 minuti a temperatura ambiente agitando di tanto in tanto. Trascorsi i 30 minuti il liquido viene decantato su imbuto con setto poroso filtrante, l operazione si ripete una seconda volta utilizzando 60 ml di diclorometano; il residuo posto su un imbuto filtrante viene successivamente lavato 2 volte con diclorometano e poi con acqua bollente. Il materiale viene quindi seccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre di triacetato presenti nel campione D.2.11) Determinazione di determinate clorofibre in mista con determinate altre fibre - Metodo al solfuro di carbonio/acetone 55,5/44,5 Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di certe clorofibre, cioè determinati policloruri di vinile (surclorurati o no) in miste con: lana, peli animali, seta, cotone, cupro, modal, viscosa, acrilico, poliammide, poliestere, vetro tessile. La provetta, preventivamente pesata è posta in beuta nella quale si aggiungono 100 ml di miscela solfuro di carbonio/acetone per grammo di materiale e viene mantenuta per 20 minuti a temperatura ambiente nella beuta opportunamente chiusa. Il solvente viene quindi decantato attraverso l imbuto con setto poroso filtrante e ne viene aggiunto del nuovo ripetendo le operazioni precedenti fin quando una goccia del reattivo usato posta su un vetro da orologio non lascia più un deposito di polimero dopo evaporazione. Trasferire quindi il residuo in un imbuto con setto poroso filtrante, asciugarlo mediante aspirazione, lavarlo con alcool etilico e successivamente con acqua; asciugare nuovamente mediante aspirazione, seccare, raffreddare e pesare. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di clorofibre presenti nel campione. D.2.12) Determinazione delle fibre di acetato in miste con determinate clorofibre - Metodo all acido acetico Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di acetato in miste con: policloruro di vinile surclorurato o no. La provetta da esaminare, preventivamente pesata, viene posta in una beuta nella quale vengono aggiunti 100 ml di acido acetico glaciale per ogni grammo di campione, la beuta viene tappata ed agitata per 20 minuti a temperatura ambiente; il liquido viene quindi eliminato dalla beuta filtrandolo mediante un imbuto con setto poroso. Tutta la procedura viene ripetuta per altre due volte utilizzando solvente nuovo. Successivamente il residuo fibroso viene trasferito nel crogiolo filtrante e lavato con acido acetico e con acqua; viene quindi essiccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di fibre di acetato presenti nel campione. D.2.13) Determinazione delle clorofibre (a base di omopolimeri cloruro di vinile) in miste con determinate altre fibre Metodo all acido solforico concentrato Questa procedura descrive il metodo per determinare la percentuale di clorofibre (a base di omopolimeri di cloruro di vinile) nei prodotti tessili ed è applicabile alle mischie di: clorofibre a base di omopolimeri di cloruro di vinile, surclorurati e non con: cotone, acetato, triacetato, cupro, modal, viscosa, determinate acriliche, determinate modacriliche, pag. 21 di 31
22 poliammide, poliestere. La provetta del campione da esaminare, preventivamente pesata, viene posta in una beuta di adeguate dimensioni nella quale vengono aggiunti 100 ml di acido solforico concentrato per ogni grammo di materiale; il campione è tenuto a riposo per 10 minuti agitando di tanto in tanto con una bacchetta di vetro; si elimina quindi il liquido filtrandolo mediante un imbuto con setto poroso e si ripete nuovamente la procedura. Il residuo viene quindi lavato con una soluzione di acido solforico al 50%, con acqua, con una soluzione ammoniacale ed infine con acqua, viene poi essiccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di clorofibre presenti nel campione. D.2.14) Determinazione del contenuto di juta in mista con determinate fibre di origine animale Questa procedura e applicabile alle fibre di juta in mista con determinate fibre animali Il metodo si basa sulla determinazione del contenuto di azoto della mista, quindi usufruendo di questo dato e del contenuto in azoto noto dei due componenti si calcola la percentuale di ognuno di questi all interno della mista. Questa determinazione richiede un'apparecchiatura ed una metodica molto complessa per questo non sarà sviluppata in questa sede. D.2.15) Determinazione del contenuto di clorofibra, determinati tipi di modacrilica, determinati tipi di elastan, acetato, triacetato e determinate altre fibre - Procedimento al cicloesanone Questa procedura è applicabile alle miste di acetato, triacetato, clorofibra, determinate modacriliche, determinati elastan con: lana, peli animali, seta, cotone, cupro, modal, viscosa, poliammidica, acrilica, vetro tessile La provetta da analizzare, preventivamente pesata viene posta in un apposita apparecchiatura per estrazione a caldo versando in questa 100 ml di cicloesanone per ogni grammo di materiale; il materiale viene quindi estratto per un ora. Al termine dell estrazione si toglie il crogiolo contenente il residuo si lava con alcool etilico al 50% quindi ripetutamente con acqua. Il residuo viene quindi essiccato e pesato. Il calo in peso della provetta rapportato al peso iniziale rappresenta la percentuale di acetato, triacetato, clorofibre o elastan presente nel campione. D.2.16) Valutazione e calcolo dei risultati Il tecnico di laboratorio esprimerà i risultati delle prove di solubilizzazione delle fibre in base alle masse delle fibre depurate secche alle quali siano stati applicati i tassi di ripresa stabiliti dalla legge per ogni fibra ed i fattori di correzione necessari per tenere conto delle eventuali perdite durante il corso del pretrattamento e delle analisi. I calcoli si effettuano come segue: - Calcolo della percentuale della massa del componente insolubile secco e depurato non tenendo conto della perdita di massa subita dalle fibre per effetto del trattamento preliminare pag. 22 di 31
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